#Non ci avete fatto niente
Explore tagged Tumblr posts
Text
'Non ci avete fatto niente' Tina Montinaro
Con il libro di Tina Montinaro la casa editrice De Agostini consegna ancora una volta ai suoi giovani lettori una storia da non dimenticare. Quella di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone, morto insieme al magistrato, alla moglie Francesca Morvillo e agli altri due uomini della scorta, Vito Schifani e Rocco Dicillo, nel tragico attentato del 23 maggio 1992.Il volume si…
View On WordPress
0 notes
Text
Se avessi un euro per ogni volta che questa settimana ho detto "prendo (treno per Monculi/autobus/risciò/triciclo) così almeno arrivo fino a (stazione di snodo a metà strada tra me e Firenze) e poi vediamo" avrei abbastanza soldi per compensare i 90 euro mensili che spendo per vedermi cancellare i treni ogni giorno
#regà io non vi ho detto niente quando questa settimana avete fatto TRE sciopero#ma che cazzo vuol dire che ci sono lavori sulla linea ad alta velocità e cancellate la mia tratta. c'è gente che deve andare a lavoro#personal#italian tag
3 notes
·
View notes
Text
NO GRAZIE...
Quando una situazione non vi comoda, non serve a niente diventare negativi o aggressivi o sentirsi delusi o frustrati.
Basta semplicemente dire: “no grazie”.
Ma non riuscirete a dire: “no grazie” se avete fatto degli investimenti sull’altro, se vi aspettate qualcosa in cambio, o se avete la strana idea che qualcuno vi debba qualcosa.
Nessuno vi deve mai niente.
E voi non dovete mai niente a nessuno.
Nessuno appartiene a nessuno.
Nessuno è oggetto di nessuno.
Amore ed amicizia non corrispondono a questo tipo di profilo psico-emotivo.
Ricorda che puoi scegliere in ogni momento se dire di sì, o se dire di no, o se dire vediamo...ci penserò sopra.
Amore ed amicizia non �� mai ricatto, non è mai bisogno, non è mai legato a dei sensi di colpa, non è mai per forza, non è mai un dovere.
Ascoltati e poi scegli, momento per momento.
Coerenza è innanzitutto verso la propria consapevolezza, cuore e comprensione, e secondariamente verso gli altri.
Non serve attaccare, né chiudersi, ne’ difendersi, basta essere chiari e dire gentilmente: “no grazie” ... e poi andare per la propria strada.
Roberto Potocniak
76 notes
·
View notes
Text
FACCE DI BRONZO
Avessi sentito un solo presidente di regione, un sindaco, un consigliere municipale, un politico qualsiasi che, davanti alla tragedia dell'Emilia Romagna, si sia dichiarato contrario alla spesa per le armi e consigliare di spendere quei soldi per curare il territorio italiano. Macche'! Siamo sempre tra l'incudine dell'ipocrisia e il martello del servilismo atlantista. Una merda che invade giornali e televisioni e nessuno tira lo scarico. Un dibattito sempre uguale, repliche di repliche, morti su morti, acqua su acqua, fuoco su fuoco, immagini viste e riviste migliaia di volte, e poi funerali, e ancora dichiarazioni, e lacrime, e gli italiani sapranno rialzarsi, ed ecco i numeri per la solidarietà, mandate soldi, basta un sms, o anche da numero fisso...
Fatemi capire, voi decidete di spendere miliardi per le armi e io devo mandare i soldi ad ogni tragedia?
Magari mi devo sentire in colpa perche non partecipo alla colletta della RAI, di Mediaset, di LA7, con Mentana e Bruno Vespa che mi guardano come un traditore pidocchioso?
Ma fino a che punto riuscite a spingere le vostre facce di bronzo davanti alle telecamere senza vergognarvi?
Gli italiani hanno sempre dimostrato un grande cuore, ma di tutti i soldi che abbiamo mandato per ogni tragedia non abbiamo mai avuto la soddisfazione di sapere che cazzo ne avete fatto!
Se conto solo dal 2000 mi vengono i brividi! Almeno 20 grandi tragedie tra terremoti, alluvioni e dissesti geologici.
E tutto questo con una politica che non si taglia gli stipendi, che crea carrozzoni ogni giorno per piazzare amici di amici, sodali, figli e parenti per cose che non approdano mai a niente e se ne fotte di come va questo Paese?
Io vi prenderei a calci in culo senza soluzione di continuità!
Ci chiedete soldi mentre le banche, le assicurazioni, le aziende energetiche e quelle farmaceutiche, si leccano i baffi per tanti miliardi guadagnati? Chiedeteli a questi speculatori i soldi e non rompete i coglioni!
@ilpianistasultetto
201 notes
·
View notes
Text
Ciao Liam,
Ti scrivo questa lettera qui, dove non la leggerai mai, perché ho bisogno di buttare fuori quello che sento e penso che questo sia il posto migliore per farlo.
E te la scrivo in italiano perché so che dove sei adesso non ha davvero importanza.
Ti ho conosciuto tardi nella vita, avevo già 30 anni ed ero incinta del secondo figlio quando ho scoperto te e i tuoi fratelli. Non avete fatto parte della mia infanzia o della mia adolescenza, ma questo non rende la perdita meno dolorosa, anzi. Sono una vostra coetanea (una manciata di anni in più, ma l'età non si chiede mai a una signora) e proprio per questo, forse, mi sento così incredibilmente vicina a voi in un modo che non mi sarei mai onestamente aspettata.
Liam, anima fragile, ho assistito con gioia al tuo periodo in riabilitazione e mi ricordo i sorrisi genuini e pieni di vita che ci regalavi in quel periodo. Stavi bene e si vedeva.
Ma il mondo in cui vivevi ha deciso che tu non ne valevi la pena, perché alla fine questo è. La stessa industria che non ha pietà per nessuno e ha triturato gente del calibro di Michael Jackson e Withney Houston ti ha gettato sul fondo del mare con un'ancora al collo. Ho assistito, impotente e distrutta dietro a uno schermo dall'altra parte del mondo, alla spirale di distruzione che ha ti condotto esattamente là dove avevo previsto che ti avrebbe condotto.
Ti hanno isolato dalla tua famiglia e dai tuoi affetti, portandoti in un paese sconosciuto dalla lingua sconosciuta e senza riferimenti culturali né affettivi, circondandoti di persone che erano lì solo per un contratto e non perché veramente interessati al tuo cuore dolce e buono. Ti hanno tenuto lontano dai tuoi fratelli acquisiti, gli unici che potevano davvero capirti. Ti hanno boicottato la musica, impedendoti di fare una delle poche cose che ti teneva in vita. Avevi un figlio, e da madre so che il suo volto deve averti dato una ragione per svegliarti più di una volta, ma ti hanno tolto pure quello, chissà con quale lavaggio del cervello. Ti hanno fatto credere di non valere niente, di non essere abbastanza, che nessuno ti amasse più. Ti hanno fatto credere di essere un peso e che il mondo, compresi i tuoi genitori che ti hanno messo al mondo, i tuoi fratelli - di sangue e non - che ti hanno amato infinitamente e il tuo bambino, sarebbe stato meglio senza di te. E lo hanno fatto alimentando le tue debolezze, fornendoti la droga e l'alcool con cui potevano controllarti.
So che sicuramente hai sbagliato nella vita, commettendo errori più o meno gravi anche con le persone a cui volevi più bene, ma eri malato, Liam. Non eri rotto, eri malato e meritavi di essere curato. Meritavi una sincera e seria possibilità di uscirne e fare ammenda dei tuoi sbagli, qualunque siano stati, tornando a fare parte della vita delle persone che ti hanno sempre amato. Meritavi la possibilità di riabbracciare la tua famiglia e i tuoi ragazzi e di dare altri baci al tuo bambino.
Ti hanno fornito corda e sgabello e poi hanno aizzato il popolo dei social a dirti di ucciderti.
Non ho mai vissuto quello che hai vissuto tu, né conosco di persona qualcuno che abbia sofferto della tua stessa malattia. Non ti biasimo per aver cercato la via più facile, la colpa non è tua. Ci hai provato a dirci come stavi e a chiederci aiuto, hai gridato forte con tutto il cuore, e vorrei che fosse bastato.
Dovunque tu sia, spero che troverai la pace e la serenità che quaggiù ti era stata rubata. Non perdonarli, Liam, perché non lo meritano.
Però, se puoi, veglia su chi è rimasto quaggiù e ti piangerà per sempre.
Vorrei aver potuto fare di più per te e, anche se so che non ero nella posizione per farlo, è un rimpianto che mi accompagnerà a lungo.
Riposa in pace 🤍
- Sara -
#rip liam#liam payne#rip liam payne#one direction#1d#harry styles#louis tomlinson#industry abuses#fake narrative#liam#niall horan#zayn malik#grief#loss#personal letter
17 notes
·
View notes
Text
Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato. Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio". Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”. - Conversazioni con Adriano Sofri, Facebook
53 notes
·
View notes
Text
Mostrate i vostri corpi solo a chi lo merita.
Li vedo, i vostri blog. Non pensiate di no. Non tutti, logicamente, ma ci sono cose che mi colpiscono, come ovvio che sia. Le vedo le vostre foto, con quei corpi pazzeschi. Con quella femminilità straripante, con quell’erotismo di cui non vi rendete conto nemmeno voi. Vedo, vedo. Se sono nella giornata giusta mi diventa anche durissimo il pene, ma non è di me che voglio parlare, sarebbe solo un inutile esercizio di stile. Volevo solo che lo sapeste, però, che vi rendeste conto. Che foste consapevoli pienamente (in parte già lo siete) di questo gioco segreto e silenzioso a cui tutti quanti giochiamo. Voi avete la fortuna di avere a che fare con una persona lucida, corretta, rispettosa. Ciò che voglio dirvi è solo che non sono tutti così, e questo andrebbe preso in considerazione. Se poi vi sta bene lo stesso, tanto di guadagnato per tutti. Ma rifletteteci. Sì, a volte con le vostre foto me lo fate diventate duro, ve lo dovevo riconoscere. Ora andiamo avanti. Molti uomini non capiscono perché lo fate. Superficialmente vi considerano ragazze facili, tagliano il discorso così, e credono di aver ragione. Io, che vi conosco davvero, so che la verità è oltre. Certo, molte di voi sono effettivamente facili, è un dato di fatto, e voi stesse lo sapete. Ma non vale assolutamente per tutte. Tante di voi cercano solamente il conforto dell’autostima, dell’altrui apprezzamento. Vogliono sentirsi femmine, donne, ed è giusto così. Non può esserci niente di male nell’essere se stesse, nel mostrarsi per la propria natura. Va accettato. Anche io, a modo mio, un tempo lo facevo. Mostravo, sbagliando, la mia sessualità. Ma lo facevo perché avevo grosse carenze a livello di autostima e consapevolezza. Mi rifugiavo nell’eccitazione sessuale, credendo erroneamente che potesse risolvere tutti i miei problemi. La verità è che invece lasciava grandi vuoti. Ricordo picchi pazzeschi di emozione, certo, ma poi non rimaneva nulla. Zero. Ci si sfruttava, usava, si era parti in causa di un processo di necessità impellenti ma non profonde. Ho fatto bagnare tante ragazze, semplicemente utilizzando le parole. Alcune, quando ero adolescente, per la prima volta. C’è chi potrebbe dire che ho questo dono, ma la verità è che cerco solo di ascoltare ed esprimere me stesso. Non credo nemmeno si possa definire un dono, ritengo che i veri doni siano altri. Sono però sempre stato bravo a donare piacere alle ragazze, in questo senso. Virtualmente, sempre rimanendo distante, come ho scritto nel primo testo. Non l’ho fatto solo per loro, ma anche per me. Non tanto per le erezioni, che non mi sono mai mancate, quanto per la soddisfazione, per il piacere di aver fatto un regalo. Per essere ringraziato. Rifarei tutto? No. Non potrei lasciare, nuovamente, che il mio meraviglioso membro vinca sul mio eccezionale cervello. Il consiglio che posso darvi, ragazze, è di mostrarvi solo a chi sapete che può meritarlo. Non tutti meritano di vedere i vostri corpi. Anzi, meritano in pochissimi. Ve lo assicuro.
33 notes
·
View notes
Text
10 COSE CHE SIMONE PILLON NON HA CAPITO (Sono miliardi ma ne cito solo 10)
«E Dio li creò maschi e femmine» non è un'argomentazione.
Pillon è egli stesso la prova del fallimento della famiglia tradizionale che difende (questa cosa passerà alla storia come "Paradosso di Pillon").
Rispondersi da solo "Forza Simo" su Facebook non è indice di consenso per le tue idee.
Le condivisioni su Facebook dei post di Pillon spesso non sono indice di consenso ma: "Ehi, avete visto l'ultima boiata scritta da Pillon?".
La risposta logicamente corretta a "è scritto nella Bibbia" è comunemente nota come "E 'sticazzi".
Un ateo e satanista onorario (onorario perché in quanto ateo non crede nelle divinità, Satana compreso) ha fatto la seguente confessione: «Ero cattolico, poi ho letto tre post di Pillon e mi sono detto: non posso fare questa fine».
Le persone continueranno a essere quello che sono e fare cose considerate inaccettabili nelle lezioni di catechismo (tipo amarsi liberamente) e Pillon non potrà farci niente. Questo lo renderà triste. E la tristezza di Pillon è meglio di niente.
Immaginate questa scena: Pillon durante una conferenza stampa si dichiara soddisfatto della società in cui vive. Secondo gli scienziati questo è il primo indizio di un'irreversibile barbarie che ti lascia solo la speranza di un asteroide finale.
Tra le cose che Pillon non ha capito, merita senz'altro un posto d'onore la realtà.
Sono ateo, non credo nel paradiso, ma ho come l'impressione che se esistesse un luogo ultraterreno per le persone decenti non ci troveresti Pillon. [L'Ideota]
52 notes
·
View notes
Text
Adriano Sofri
E allora tu che faresti coi migranti?
Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato.
Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio".
Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”.
37 notes
·
View notes
Text
il razzismo usato come strumento di guerra tra tifo. il razzismo usato come bambinata per sparlocchiare come a scuola. Il razzismo usato per prendere in giro. Il razzismo messo in mezzo da persone a cui di razzismo non frega niente. Nel 2024. In questa economia in cui vediamo video di aggressioni a migranti ovunque. In questa economia in cui siamo bombardati di violenza ovunque. In questa economia in cui intorno a voi nascono crescono vivono e respirano persone nere, arabe, asiatiche ecc. Io è da un anno che cerco ancora di smaltire una cosa orrenda che mi è successa esattamente in questo mese lo scorso anno e di cui avevo parlato qui ampiamente, per dire solo l'ultima cosa assurda che mi è capitata. O che mio fratello c'ha messo 2 anni a trovare casa per ovvi motivi. O ogni piccolissima micro-aggressione che una persona non bianca riceve letteralmente quotidianamente (letteralmente: quotidianamente) ma non ci puoi fare un post ogni volta che poi sembri tu l'esagerata. O per tutte le volte che ti hanno dato dell'esagerata. Se vi mettete due secondi nei panni di chi è veramente razzializzato in Italia e nel mondo no, non potreste comunque capire fino a che punto la situazione è invivibile ma almeno ci pensereste due volte prima di usare il razzismo come scusa per andare a rompere i coglioni su un social. Forse in cima alle vostre priorità ci dovrebbe essere l'avere cura e attenzione per gli altri, per chi queste cose le vive quotidianamente, piuttosto che parlare di razzismo solo quando conviene a voi. Forse la dovreste veramente smettere di fare i woke a piacimento, i finti interessati solo in relazione al vostro sport preferito (visto che non avete il tema in cima ai vostri contenuti, per il resto). È offensivo, è umanamente degradante, è irrispettoso nei confronto di chi è vittima.
Ah e magari qualche volta denunciate pure questa omofobia in anonimo che è letteralmente da tipo un anno che qualcuno si sta divertendo così. Anche lì, stesso discorso, usare un giocatore della squadra avversaria per rompere i coglioni a chi la tifa. Degradante e probabilmente fatto apposta per depistare, in ogni caso un'altra cessata clamorosa.
13 notes
·
View notes
Text
Da poco hanno fatto una cosa orribile. In Sardegna, un ragazzino, ha gettato nel vuoto un gattino. Sicuramente ne avete sentito parlare e le persone sono impazzite.
Il problema? Che il web vorrebbe il linciaggio di questo ragazzo.
Ha sbagliato e dovrebbe pagare (io da anni propongo l'omicidio animale come reato ma la gente mi prende per pazzo) e sinceramente io gli farei fare un po' di galera. L'interruzione di una vita così indifesa per il proprio divertimento non può essere risolto con una multa e i lavori socialmente utili.
Allo stesso tempo io non capisco perché manifestare di fronte a casa del ragazzo. Non trovo il linciaggio in linea con quella che è la mia ideologia personale di giustizia e ritengo che sarebbe stato meglio andare a manifestare di fronte alle istituzioni che non fanno nulla per il benessere animale e la loro salvaguardia. Però niente, l'unica cosa è che tutta Italia ha deciso che noi sardi non siamo civili e che lo proteggiamo.
Che schifo l'Italia e questa bava alla bocca per soddisfare la propria necessità di violenza. Ci passeremo noi come regione, con tutti gli insulti possibili. Tutte bestie, perché io di persone civili proprio non ne vedo più.
9 notes
·
View notes
Text
Buon compleanno, amore
Solitamente quando devo fare un regalo giro tra i negozi per giorni alla ricerca di quello più adatto. Stavolta so bene cosa donare al mio amato Padrone in occasione del suo compleanno. Voglio intanto ringraziarlo per la sua presenza nella mia quotidianità, per il tempo che mi dedica, che non è poco. Pensando al "tempo" mi dico che è passato un anno dal nostro primo incontro e che in questo lungo lasso di tempo tante cose sono cambiate, noi siamo cambiati: dal "ti voglio" siamo passati al "ti voglio bene" e infine al "ti amo". Eh sì, avete letto bene: la nostra relazione da sessuale è divenuta sentimentale. Niente di noioso però perché "amare" vuol dire dare e ricevere tutto e il nostro "tutto" comprende dialogo, scontri, dolcezza, durezza e tanto, tantissimo sesso. Prima di un incontro ci promettiamo di riservarci tanta dolcezza, coccole e momenti soft ma, puntualmente, infrangiamo la promessa quando siamo l' uno di fronte all' altro lasciando queste alla fine. L' ultima volta, ad esempio, avremmo voluto riservare alle coccole una parte importante della giornata, ma sia io che lui eravamo, come al solito, desiderosi di lasciarci travolgere dagli impeti e, così, le coccole hanno fatto da intermezzo. Mi ha letteralmente "sfondata" con il cazzo e con un plug che, a prima vista, date le dimensioni, si presentava come "innocuo". Il problema è sorto quando, infilato nel culo, la sua circonferenza massima molto " definita" mi ha rotto il culo. È stato inevitabile urlare ma, in un secondo momento, accoglierlo ha avuto il suo perché. Piena, mi sono dedicata al mio adorato cazzo: mi riempio la bocca nel definirlo con orgoglio " mio"...mi riempio la bocca accogliendolo e dedicandogli le attenzioni che merita. Mentre lo spompinavo, la mia fica iniziava a infracidirsi e quando mi spingeva il suo cazzo dentro rumoreggiava indecente e grondante. Avrei voluto continuare a farmi sbattere ancora un po' ma il divieto di pisciare a partire dalle 08.00 ha avuto il suo effetto: dovevo svuotarmi, voleva lo facessi su di lui ed è stato fantastico. In una doccia accogliente ho riversato, su di lui seduto, la mia pioggia dorata. È rimasto a guardarmi pisciare sorridente e io conosco bene quel sorriso, quella luce diversa che gli si accende negli occhi: la doccia ricevuta ha segnato l'inizio del trattamento "duro". Ero nuovamente davanti, sopra, sotto il mio Porco. Potrei elencarvi il tanto fatto ma mi piace rendere l'idea di ciò che ci pervade in quei momenti più che di quello che accade...Meritevoli di attenzione i dodici colpi di paddle: ormai risaputa la mia passione per il rosso, voglio descrivervi il piacere che prova nel "dipingermi" di rosso con colpi solenni: mi colpisce e contiamo, guarda il suo capolavoro e continua fino all' ultimo colpo, il più duro proprio perché è l' ultimo. Mi ha invitata a guardarmi allo specchio mentre mi sovrastava: montata e smontata ero bellissima, eravamo bellissimi. Abbiamo continuato fino al momento delle coccole a letto, per le quali io letteralmente mi sciolgo diventando una zolletta di zucchero, e fino a quando non siamo andati sul terrazzo a dare una sbirciatina fuori, o forse a soddisfare la nostra vena esibizionista, in realtà più mia che sua: dopo qualche colpo di cazzo nel culo all' aperto ha prevalso infatti il suo senso del pudore in pubblico...ci dovrò lavorare. E, preparato questo bel regalo, siamo al momento degli auguri: ti auguro di vivere ogni giorno come un nostro incontro, con la stessa gioia, serenità e la stessa passione. Premettendo che a me auguro di festeggiare tantissimi altri tuoi compleanni, oggi ti auguro di rimanere sempre la persona onesta, affettuosa, pacata, placante nel mio caso, e ironica che sei. Lo faccio egoisticamente: sono queste le qualità che, al di là del meraviglioso sesso, mi tengono a te, è questo che mi ha fatto innamorare di te.
N.b. la torta la consumeremo insieme, la modalità la detterà, come sempre, il nostro istinto.
8 notes
·
View notes
Text
comunque riferito a voi ragazze, vedo miei amici che pur di arrivare al dunque creano false aspettative per poi vantarsi con altri ragazzi tra cui noi, una di queste ha chiamato il mio amico il giorno proprio di natale, cioè oggi o ieri per chi stesse leggendo pensado di ricevere che so compagnia o qualcosa da lui, per poi rimanerci male per ciò che il mio amico disse a lei (come a tante altre), cioè che ciò che è stato non era niente, era tutta falsa aspettattiva, solo per divertimento, sentirla piangere e non poter credere a ciò che ha detto mi ha fatto stare male, lui vabe menefreghista ormai perchè abituato, io voglio solo scusarmi per tutti i ragazzi che voi avete incontrato giocando allo stesso gioco, per poi magari rovinare il natale come in questo caso, ma occhio ai ragazzi che creano false aspettative, anche per solo qualche giorno, sarò io ma a me ste cose mi urtano, anche perchè non ci riuscirei, ma vabe
5 notes
·
View notes
Text
𝐶ℎ𝑒 𝑐𝑟𝑖𝑚𝑖𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑒 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑢𝑔𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑒𝑟𝑖?
Questa sera. Tutto pronto, fanno sala, si apre la porta ed entra il pubblico. L'ennesima replica di Cammelli a Barbiana. Arriva, sì, ogni volta, due, tre minuti prima di cominciare, un attimo di fatica. Bisogna essere sinceri. Ogni volta sai che dovrai attraversare una vita intera. L'hai fatto oltre 200 volte, come farlo senza perdere la voglia, il fuoco? Come farlo sapendolo a memoria? Ne conosci ogni piega, ti dici. Per cosa potrai stupirti ancora?
Questa volta aspetto il pubblico tra le poltrone. La sala è piccola, entrano, li guardo in faccia un ad uno. Non li conosco. Non so niente di loro. Chi sono? Mi si avvicina un signore che ha il posto che occupo. Mi alzo, dico mi scusi, non sa che sono l'attore, gli cedo il posto. Scalo due file dietro. Li guardo ancora entrare. Cosa sono venuti a cercare stasera?, qui?, mi chiedo. Eppure sarà diverso, mi dico, perché sono diversi loro ed è impossibile che sia come ieri. E ogni parola, fatto, passaggio, risuonerà diverso, avrà silenzi diversi, spessori diversi, significati diversi perché loro non sono quelli di ieri. E io, probabilmente, lo spero, nemmeno. E il mondo nemmeno. Che crimine è dare per scontato il pubblico come se fosse uguale a quello di ieri? Un pubblico fatto di infinite sfumature diverse, uno ad uno, uomini e donne, di cui non so niente. Esseri umani, anime. E non posso, mi dico, non posso darli per scontato. Non so niente di voi e fra poco attraverseremo tutta una vita insieme. Tra perfetti sconosciuti. Andrete via senza che io sappia se avete un mutuo, un matrimonio, figli, un divorzio alle spalle, un male, un bene, qualcuno che amerete stanotte, qualcuno che avete perso proprio ieri. Non so nulla di voi. Una storia d'amore tra perfetti sconosciuti vivremo. Perché è vero, in qualcosa di profondo ci toccheremo, di questo sono sicuro. E se lo sfioriamo con un pubblico di sconosciuti, di darlo per scontato, che già mi pare un crimine, cos'è quando lo facciamo con chi conosciamo?, anche vicinissimo. Che morte è? Che omicidio dell'altro è? Uccidere l'altro perché so già tutto di te. Dio, che crimine. Perpetrato di anima in anima, di sogno in sogno, di essere umano in essere umano.
Ecco, penso tutto questo mentre prendono posto. La sala è completa. Le luci si abbassano. Mi alzo e vado verso il centro del palco. Si comincia. E di voi non so nulla. Nulla. Che tutto possa vivere ora.
5 notes
·
View notes
Text
Quando una situazione non vi comoda, non serve a niente diventare negativi o aggressivi o sentirsi delusi o frustrati.
Basta semplicemente dire: "NO GRAZIE".
Ma non riuscirete a dire: "no grazie" se avete fatto degli investimenti sull’altro, se vi aspettate qualcosa in cambio, o se avete la strana idea che qualcuno vi debba qualcosa.
Nessuno vi deve mai niente. E voi non dovete mai niente a nessuno. Nessuno appartiene a nessuno. Nessuno è oggetto di nessuno.
Amore ed amicizia non corrispondono a questo tipo di profilo psico-emotivo.
Ricorda che puoi scegliere in ogni momento se dire di sì, o se dire di no, o se dire vediamo... ci penserò sopra.
Amore ed amicizia non è mai ricatto, non è mai bisogno, non è mai legato a dei sensi di colpa, non è mai per forza, non è mai un dovere.
Ascoltati e poi scegli, momento per momento.
Coerenza è innanzitutto verso la propria consapevolezza, cuore e comprensione, e secondariamente verso gli altri.
Non serve attaccare, né chiudersi,
né difendersi, basta essere chiari,
dire gentilmente: "NO GRAZIE "...
e poi andare per la propria strada.
- Roberto Potocniak
27 notes
·
View notes
Text
Cara Agenzia Armando Testa,
sono la Venere di Botticelli, quella vera.
Quella laggiù in fondo alla sala, appesa alla parete. Come ogni giorno sono circondata da migliaia di turisti.
Fino a qualche giorno fa, sono sincera, non vi conoscevo. Poi ho scoperto che avete realizzato una Campagna Pubblicitaria per promuovere il turismo in Italia usando e distorcendo la mia immagine: #opentomeraviglia.
Mi avete fatto diventare, come dite voi moderni, un’Influencer.
Mi avete fatto sorridere.
Mi avete vestito.
Mi avete messo in altri contesti stereotipati italiani, ad esempio con la Pizza in mano,
Io non ho detto nulla.
Sono abituata a queste manipolazioni.
Lo faceva già Andy Warhol nelle sue famose serigrafie nel 1984.
Anche Chiara Ferragni è venuta a farsi un selfie con me.
Viviamo nell’epoca del turismo di massa fatto di superficialità e likes.
Magari volevate solo creare un Hype, come dite voi moderni.
Però quando ieri ho letto la vostra lettera, tracotante e supponente, pubblicata sul Corriere, non ci ho visto più.
C’è una cosa che proprio non mi torna.
Voi dite, cito testualmente: “La Armando Testa ringrazia, e Venere con noi.
Erano più di 500 anni che non si parlava di lei cosi tanto”.
Ma stiamo scherzando?
Se solo foste venuti agli Uffizi, invece di andare in Slovenia, avreste visto che io NON sono per niente con voi.
Anzi io non ho bisogno di voi.
Io vado benissimo così come sono.
Nuda, con tutti i significati neoplatonici nascosti, che non credo voi capirete mai.
Io sono da sempre, da quando Sandro Botticelli mi dipinse, dandomi il volto di Simonetta Vespucci, il simbolo della bellezza femminile nell’arte.
Per me vengono da tutto il mondo.
Un milione e 800 mila visitatori passano a trovarmi ogni anno.
Grazie a me gli Uffizi sono il primo museo in Italia, più visitato del Colosseo.
E nel mondo sono al decimo posto.
Quindi, diciamolo con chiarezza, è grazie a me che siete diventati famosi in questi giorni e non vice versa!
Tra qualche mese nessuno si ricorderà di voi, se non per la figuraccia fatta.
Tra dieci anni io invece sarò ancora, ogni giorno, circondata dai miei fan, come dite voi moderni.
Un’ultima cosa.
Sapete perché sono stata dipinta?
Per promuovere l’immagine nel mondo dei miei committenti, la famiglia dei Medici. In pratica, se non ve ne foste resi conto, io ho la stessa funzione di una vostra campagna pubblicitaria. Solo che ai miei tempi gli artisti creavano capolavori, bellezza eterna e il Rinascimento. Oggi invece i vostri creativi scopiazzano sul web dei meme ridicoli.
Tutto molto imbarazzante!
O, come direste voi moderni, Cringe!!
Cordialmente
La Venere
@Simone Terreni
#opentochiediscusaabotticelli
63 notes
·
View notes