#Nicola Bultrini
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mjljmj · 1 year ago
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Si può tornare
La grazia è di cose che non hannoattenzione. Le cose appoggiateanimali in attesa che guardano.La storia è l’ombra di un vetroma noi possiamo ancora impararequando ogni incanto sembra persosi può tornare, fare apprendistato.Una certa luce, come di pomeriggiole domeniche di polvere, poil’aria di terra e finalmente nevica. Nicola BultriniPh MLM
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pabloestaqui · 3 years ago
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La grazia è di cose che non hanno attenzione. Le cose appoggiate animali in attesa che guardano. La storia è l’ombra di un vetro ma noi possiamo ancora imparare quando ogni incanto sembra perso si può tornare, fare apprendistato. Una certa luce, come di pomeriggio le domeniche di polvere, poi l’aria di terra e finalmente nevica.
Nicola Bultrini, da Vetro
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marcogiovenale · 2 years ago
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13 ottobre: "l'economia della poesia", convegno / tavola rotonda
13 ottobre: “l’economia della poesia”, convegno / tavola rotonda
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freemind210665 · 5 years ago
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E io che guardo e chiedo
se potrà mai finire. Ancora un’ora
triste e non ho nulla
più da offrire. Però c’è stato
un tempo, sì, c’è stato
ma scrivere oggi non mi salva
le parole cui contavo
di affidare tutto il male del mondo.
Suona un disco fatto di vinile
l’onda celeste e meccanica
sale dentro il cielo di polvere
tu credimi, che a volte
vorrei il coraggio di non sapere.
Siamo sempre più felici
se crediamo di non essere in pericolo.
Nicola Bultrini
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tmnotizie · 6 years ago
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SAN BENEDETTO – Sabato 17 novembre 2018, alle ore 10, presso l’Auditorium “G. Tebaldini” si terrà il XIX Festival Internazionale della Poesia, promosso dal Circolo Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto. E’ il primo appuntamento della nuova edizione del Festival che culminerà nell’estate 2019 e avrà per tema “L’infinito”.
Saranno presenti importanti autori nazionali e internazionali, che interverranno sul tema con testi editi, inediti e appositamente composti per l’occasione: Davide Rondoni (poeta), Moira Egan (poetessa), Damiano Abeni (traduttore), Rossella Frollà (critica e poetessa), Nicola Bultrini (poeta e saggista).
Interverranno il Presidente del Circolo Riviera delle Palme, il poeta Leo Bollettini, il sindaco Pasqualino Piunti, l’assessore alla Cultura Annalisa Ruggieri ed il presidente del FAI Regione Marche Alessandra Stipa. Saranno presenti autorità locali e rappresentanti di istituzioni, associazioni, scuole e imprese del territorio.
Coordinerà e presenterà l’evento il nuovo direttore artistico del Festival, il poeta Claudio Damiani, accompagnato dall’attrice Marina Benedetto.
Il tema scelto fa riferimento alla famosa poesia di Leopardi l’infinito, di cui ricorre tra poco il bicentenario della composizione ma anche al concetto di “infinito” in generale e nelle sue varie declinazioni scientifiche, filosofiche ecc.
Con l’occasione verrà presentato il Certamen, gara di poesia (anch’essa sul tema dell’infinito) rivolta agli studenti e ai cittadini del territorio nazionale ma anche di autori stranieri, che culminerà a dine estate 2019 con la lettura pubblica dei testi selezionati e la premiazione del vincitore.
Tra la prima tappa (17 novembre 2018) e l’ultima (settembre 2019) si prevedono tappe intermedie, eventi di poesia, riflessioni e approfondimenti sul tema, a cura del Circolo Riviera delle Palme e di altre associazioni e istituzioni. Nelle scuole del territorio saranno avviati progetti specifici di laboratorio poetico che guideranno gli studenti nella produzione dei testi destinati al Certamen. Oltre ai giovani, l’iniziativa è destinata anche a adulti e anziani, e a questo riguardo verrà coinvolta anche l’Università della Terza Età di Ascoli Piceno.
Claudio Damiani è nato nel 1957 a San Giovanni Rotondo. Vive a Rignano Flaminio nei pressi di Roma. Ha pubblicato le raccolte poetiche Fraturno (Abete,1987), La mia casa (Pegaso, 1994, Premio Dario Bellezza), La miniera (Fazi, 1997, Premio Metauro), Eroi (Fazi, 2000, Premio Aleramo, Premio Montale, Premio Frascati), Attorno al fuoco (Avagliano, 2006, finalista Premio Viareggio, Premio Mario Luzi, Premio Violani Landi, Premio Unione Lettori), Sognando Li Po (Marietti, 2008, Premio Lerici Pea, Premio Volterra Ultima Frontiera, Premio Borgo di Alberona, Premio Alpi Apuane), Il fico sulla fortezza (Fazi,  2012, Premio Arenzano, Premio Camaiore, Premio Brancati, finalista vincitore Premio Dessì, Premio Elena Violani Landi), Cieli celesti (Fazi, 2016, Premio Tirinnanzi).
Nel 2010 è uscita un’antologia di poesie curata da Marco Lodoli e comprendente testi scritti dal 1984 al 2010  (Poesie, Fazi, Premio Prata La Poesia in Italia, Premio Laurentum). Ha pubblicato di teatro: Il Rapimento di Proserpina (Prato Pagano, nn. 4-5, Il Melograno, 1987) e Ninfale (Lepisma, 2013). Tra i volumi curati: Orazio, Arte poetica, con interventi di autori contemporanei (Fazi, 1995); Le più belle poesie di Trilussa (Mondadori, 2000).  E’ stato tra i fondatori della rivista letteraria Braci (1980-84) e, nel 2013, di  Viva, una rivista in carne e ossa. Suoi testi sono stati letti in pubblico da attori come Nanni Moretti e Piera Degli Esposti, e tradotti in varie lingue. Ha pubblicato i saggi La difficile facilità.
Appunti per un laboratorio di poesia, Lantana Editore, 2016, L’era nuova. Pascoli e i poeti di oggi, Liber Aria Edizioni, 2017 (con Andrea Gareffi) e recentemente, con Arnaldo Colasanti, La vita comune. Poesie e commenti, Melville Edizioni, 2018.
Davide Rondoni è nato a Forlì nel 1964. Tra i suoi libri di poesia: La frontiera delle ginestre (1985), O les invalides (1988), A rialzare i capi pioventi (1991), Nel tempo delle cose cieche (1995), Il bar del tempo(1999), Avrebbe amato chiunque (2003), Compianto, vita (2004), oltre a numerose altre opere in versi per la scena o dedicate ad opere d’arte, come Il veleno, l’arte (2005), Vorticosa, dipinta (2006) e Dalle linee della mano (2007). Ha tradotto I fiori del male di Baudelaire (1995) e Una stagione all’inferno di Rimbaud (1997). Per la saggistica letteraria e di intervento: Non una vita soltanto (2001), La parola accesa (2006), Il fuoco della poesia (2008). Ha curato diverse antologie ed è autore di testi teatrali e di programmi televisivi.
Editorialista di alcuni quotidiani, opinionista di Avvenire, è stato critico letterario nel supplemento domenicale de Il Sole 24 Ore. Saltuariamente pubblica sul Corriere della Sera. Dirige le collane di poesia di Marietti e Il Saggiatore, la rivista «clanDestino» e il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna.
Moira Egan è nata a Baltimora (USA). Suoi lavori sono apparsi in molte riviste statunitensi e internazionali, e in diverse antologie, tra cui Best American Poetry 2008, e in traduzione su Nuovi Argomenti, Poesia, e Lo Straniero. I suoi libri sono HotFlash Sonnets (Passager Books, 2013); Spin (Entasis, 2010); Bar Napkin Sonnets (The Ledge, 2009); La Seta della cravatta/TheSilk of the Tie (Edizioni l’Obliquo, 2009); e Cleave (WWPH,  2004).Con Italic peQuod ha pubblicato Strange Botany / Botanica arcana (2014) e Olfactorium (2018). Con Damiano Abeni ha pubblicato numerosi libri di traduzioni in Italia (tra gli autori ricordiamo John Ashbery, Aimee Bender, Lawrence Ferlinghetti, John Barth, Anthony Hecht, Mark Strand). Sue traduzioni da poeti italiani, realizzate a quattro mani con Abeni, sono pubblicate su numerose riviste negli USA e alcune sono raccolte nello FSG Book of 20th Century Italian Poetry (2012) e nel volume di Patrizia Cavalli My Poems Will Not Change the World (FSG, 2013).
Moira Egan ha ricevuto fellowship da prestigiose istituzioni quali la Mid Atlantic Arts Foundation; il Virginia Center for the Creative Arts; il St. James Cavalier Centre for Creativity a Malta; il Civitella Ranieri Center; la Rockefeller Foundation, Bellagio Center; la James Merrill House.
Damiano Abeni è nato a Brescia nel 1956. Ha pubblicato un centinaio di libri tradotti dall’inglese, la maggior parte dei quali dedicati a poeti nord-americani quali Mark Strand, John Ashbery, Charles Simic, Elizabeth Bishop e, tra i più recenti, a Charles Wright, Ben Lerner, Moira Egan, Frank Bidart e Anthony Hecht. Collabora con diverse case editrici e riviste letterarie. È tra i redattori di “Nuovi Argomenti” e della rivista online “Le Parole e Le Cose”. Ha ricevuto una fellowship del Liguria Study Center for the Arts nd Humanities (Bogliasco Foundation, 2008) e una delle Rockfeller Foundation Fellowship (Bellagio, 2010).
Nel 2009 è stato Director’s Guest presso il Civitella Ranieri Center. È cittadino onorario per meriti culturali di Tucson, Arizona, e di Baltimore, Maryland. Recentemente, parte di sé ha pubblicato “from the dairy of jonas & job, inc., pigfarmers” [ikonaLiber, Roma, 2017], tradotto a fronte in italiano da un’altra parte di sé.
Rossella Frollà è nata nelle Marche a San Benedetto del Tronto, dove vive. Si è laureata presso l’Università Carlo Bo di Urbino. Animata da grande curiosità intellettuale vive molteplici esperienze lavorative giovanili nel settore della ricerca sociale e della comunicazione prima di approdare alla critica letteraria e alla poesia. Nel 2012 pubblica con Interlinea Il Segno della parola, Poeti italiani contemporanei e si afferma come nome nuovo nel panorama della critica letteraria.
Sempre nello stesso anno riceve il premio Alpi Apuane per la poesia inedita. Nel 2015 pubblica con Interlinea  la sua prima opera poetica Violaine  e nel 2017 Eleanor. Non fummo mai innocenti. Dalla Bosnia alla Siria. Oggi fa della poesia la sua nuova frontiera di impegno umano e culturale. Scrive per Pelagos e altre riviste letterarie on-line.
Nicola Bultrini è nato nel 1965 a Civitanova Marche, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato le raccolte di versi La specie dominante (Aragno 2014), La coda dell’occhio (Marietti 2011),  I fatti salienti (Nordpress 2017), Occidente della sera (nell’VIII Quaderno Italiano di Poesia Contemporanea – Marcos y Marcos 2004). Scrive per il quotidiano Il Tempo e collabora con altre testate (tra cui la rivista Poesia).
È presente nell’antologia Sulla scia dei piovaschi poeti italiani tra due millenni (Archinto 2015). Come studioso della Prima Guerra Mondiale ha pubblicato vari saggi, tra cui La grande guerra nel cinema (Nordpress 2008), Pianto di pietra – la grande guerra di Giuseppe Ungaretti (Nordpress 2007), Gli ultimi – i sopravvissuti ancora in vita raccontano la grande guerra (Nordpress 2005). Da anni è ideatore e animatore di eventi culturali.
Marina Benedetto è nata a Roma, si è diplomata a Parigi presso la scuola d’arte drammatica Théâtre Ecole du Passage e ha conseguito la License in Etudes Théâtrales presso l’Università Sorbonne Nouvelle – Paris III. Come attrice ha recitato a teatro in Francia e in Italia con numerosi registi tra i quali Gil Galliot, Eloi Recoing, Grégoire Ingold, Jean-Claude Fall, Lisa Wurmser, Alessandro Marinuzzi; al cinema ha interpretato piccoli ruoli con Francesca Comencini,Giancarlo Bocchi, Mario Martone, Paolo Franchi; in televisione con Betta Lodoli, Claudio Casale. Lavora come acting coach e dialogue coach al cinema, occupandosi di attori italiani e stranieri tra i quali Valerio Mastandrea, Elio Germano, Juliette Binoche, Fanny Ardant, Barbora Bobulova, Anne Parillaud, Ksenja Rappoport, Emmanuelle Devos.
Insegnante di dizione e recitazione, ha tenuto numerosi laboratori di formazione dell’attore. Ha doppiato e/o diretto il doppiaggio d’innumerevoli programmi televisivi per Canal Plus, di cui ha preparato l’adattamento dal  francese all’italiano. Ha curato il sottotitolaggio di documentari, film, e di pièces teatrali per la regia di Peter Brook e Irina Brook. Appassionata di poesia ha tradotto dal francese e dallo spagnolo vari autori (tra questi Claribel Alegría e Aurélia Lassaque) e ha recitato in numerose letture pubbliche.
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giampieroligrone · 13 years ago
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[L'estate fa la solitudine di paglia...]
L’estate fa la solitudine di paglia bruciata, che sale dai campi. Roma vive di questi silenzi, d’asfalto e popolari. Muore Roma di questo vento che solca gli animi e lascia sui vecchi un’africa di pianto. Malinconia lontana, tempo che secca la pelle e rende soli, più della morte, più della virtù agostana. Le cicale invadono la piazza nella controra e la ragazza al bar le segue con lo sguardo, fingendo di fumare. Tutto è necessario, come il tempo che sale, l’inverno italiano. Nicola Bultrini, 2007
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marcogiovenale · 3 years ago
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oggi, a roma (a lungotevere dei mellini 33): primo seminario su “l’economia della poesia”
oggi, a roma (a lungotevere dei mellini 33): primo seminario su “l’economia della poesia”
Nel contesto della serie di incontri “Voce!”, la Biblioteca Elio Pagliarani, in collaborazione con FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori), su iniziativa di Cetta Petrollo e Lia Pagliarani, organizza il PRIMO SEMINARIO SU L’ECONOMIA DELLA POESIA OGGI giovedì 28 ottobre, alle ore 16:30 presso la Casa dello scrittore Lungotevere dei Mellini 33 – Roma evento facebook:…
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marcogiovenale · 3 years ago
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una foto di nicola bultrini, dall'incontro "l'alba dei poeti"
una foto di nicola bultrini, dall’incontro “l’alba dei poeti”
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marcogiovenale · 3 years ago
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roma, 28 ottobre: primo seminario su "l'economia della poesia"
roma, 28 ottobre: primo seminario su “l’economia della poesia”
Nel contesto della serie di incontri “Voce!”, la Biblioteca Elio Pagliarani, in collaborazione con FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori), su iniziativa di Cetta Petrollo e Lia Pagliarani organizza il PRIMO SEMINARIO SU L’ECONOMIA DELLA POESIA giovedì 28 ottobre, alle ore 16:30 presso la Casa dello scrittore Lungotevere dei Mellini 33 – Roma [evento facebook:…
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pangeanews · 6 years ago
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I poeti vivono in clandestinità, come sovversivi, e i versi si graffiano sulle pietre: sulla prima “graphic novel” dedicata alla poesia
Come è nata la poesia? Coloro che recitavano versi nell’antica Grecia, le aedi, richiamavano soprattutto il canto e la musica con una cetra tra le mani, il racconto sommerso nelle note. Valorizzavano i grandi poemi epici: dunque si sentiva il bisogno di dire attraverso un ritmo, un andamento immaginativo. Non si è mai smesso di credere che l’uomo abbia connaturata in sé la consapevolezza di questo dire che esercita la funzione prima orale e successivamente di scrittura creativa, memoriale, fantastica. La prima graphic novel dedicata alla poesia, con una prefazione di Lillo e Greg, è un appello rivolto al mondo per la salvazione, nel terzo millennio sempre più dissipante, di un genere in via di estinzione (quantomeno editorialmente). Contro ogni tentativo pianificato, dati i tempi, di sollecitare la perenzione dei versi, se tutto diventa tecnologia e informatica, volontà di rafforzare un mondo artificioso e virtuale, Nicola Bultrini (poeta di origini marchigiane che vive a Roma, il quale ha scritto i testi) e Mauro Cicarè (fumettista di Macerata che ha disegnato i personaggi in chiaroscuro) hanno ideato una breve vicenda che ingloba una mutazione sociale e una sorta di speranzosa, felice restaurazione. È un libro originale La grande adunanza (Capire Edizioni 2019), non solo perché si tratta di una graphic novel, ma per il messaggio espresso palesemente.
*
Le esigenze commerciali fanno accadere le cose in progressione, per cui viene bandito ciò che è spirituale e nel trionfo del digitale la carta subisce una dura repressione. I poeti rimasti sono costretti a vivere nella clandestinità, come sovversivi, ma continuano ad esistere e si cercano, reagiscono, escono allo scoperto. No, non ci stanno. Emergono immagini di autori di oggi e di ieri (Attanasio, Bre, Bultrini, Calandrone, Cappello, Damiani, Loi, Omero, Pascoli, Pasolini, Rondoni, Sanguineti, Zeichen ecc.). Sono proprio i poeti a scovare il modo migliore per respingere il divieto di fare poesia. Alda Merini pensava: “Le più belle poesie / si scrivono sopra le pietre / coi ginocchi piagati / e le menti aguzzate dal mistero”. Se non c’è più in circolazione la carta, i versi si possono graffiare nelle pietre, tanto che si arriva al punto di venderli al supermercato come fossero merci alimentari. Viene enunciato in televisione che il riciclaggio di qualsiasi oggetto o libro di carta sarà destinato alla produzione di fibre ottiche di nuova generazione, ma risorgono, per opposizione, le biblioteche e i versi sono incisi dappertutto. Tra i mattoni, i sassi, i legni, finché, finalmente, anche i libri tornano negli scaffali. La partita è dunque vinta nella compatta resistenza.
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La grande adunanza rappresenta l’invito a parlare, a scrivere, a raccontare come è sempre stato fatto. Ha ragione Claudio Gregori (Greg), che precisa: “Godiamoci questa storia e concediamoci il lusso di sperare che sia questo l’unico epilogo del nostro mondo con il televisore spento e Facebook fuori dalle scatole. Immergiamoci nella lettura di una bella favola. Chissà che non sia solamente l’inizio”. La bellezza di una poesia si avverte prima ancora di capirne il significato, sosteneva Jorge Luis Borges. Come dargli torto? Ai poeti l’onere di rispondere non solo con le loro opere, ma anche con un’organizzazione capillare di incontri, recital, festival che possano salvare il salvabile: lo stimolo offerto da Bultrini e Cicarè risulta ben chiaro e davvero condivisibile.
Alessandro Moscè
L'articolo I poeti vivono in clandestinità, come sovversivi, e i versi si graffiano sulle pietre: sulla prima “graphic novel” dedicata alla poesia proviene da Pangea.
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