#Museo delle Erbe
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isabellaparota · 5 months ago
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30-before-30-but-im-27 · 2 years ago
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Verona, Venice, Lake Garda Itinerary
Verona
Day 1:
Juliet’s Tomb - €7 (pays for Juliet’s house) 
Juliet’s Statute - FREE
Juliet’s House - paid for
Castelvecchio Museum - €7 pays for Lapidary Museum 
Lapidary Museum Maffeiano - paid for 
Ponte Pietra - FREE
Teatro Romano - €4
Cattedrale di Santa Maria Matricolare - €4
Piazza delle Erbe
Piazza dei Signori + Statue of Dante FREE
Scaliger Tombs - FREE
Giusti Garden - €11
Day 2:
Basilica di San Zeno Maggiore
Verona Arena - €9
Piazza Bra - FREE
Porta Brosari - ancient entrance to the city - FREE
Santuario della Madonna di Lourdes - 40 min hike + sanctuary on a hilltop overlooking Verona
Day 3 VENICE:
9:22 train arrives 10:50 - £20 
St. Mark’s Square - FREE
St. Mark’s Basilica - €20 + Pala D’Oro + Museum Loggia Cavalli 
St Mark’s Clock Tower
Doge’s Palace
Bridge of Sighs - FREE
Grand Canal - FREE 
Rialto Bridge - FREE
Basilica di Santa Maria della Salute
Librairie Aqua Alta - FREE
Venetian Arsenal (12th-century shipyard) - FREE
Palazzo Contarini del Bovolo
Museo Correr
Ponte Chiodo - FREE
Squero di San Trovasco - FREE
Gondola Ride - £80
La Tecia Vegana for food   
Return train at 9 pm
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edwin--artifex · 3 months ago
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Antefissa a testa nimbata di satiro V sec. a.C. Terracotta policroma, stampo. Altezza 34 cm., larghezza massima 32 cm., profondità 27 cm. © Courtesy of Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
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(10-2024) Audioführer: Etrusker. Künstler und Handwerker / Audioguida: Etruschi. Artisti ed Artigiani
SprecherIn/Erzählerin - Speaker/narratrice: Benita von Engel, VPI Voice Professionals Italy, Roma
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Tonaufnahmen/audio incisioni: @ StudioColosseo, Roma
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Audioführer-Textbearbeitung u. Regie: Edwin Alexander Francis, VPI
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In Zusammenarbeit mit dem Etruskermuseum der Villa Giulia in Rom ist die Ausstellung "Etrusker. Künstler und Handwerker" vom 24. Oktober bis zum 2. Februar 2025 in Bozen zu sehen.
Das Kulturzentrum Trevi in Bozen bietet ab Herbst allen Interessierten die Möglichkeit, sich der faszinierenden und in gewisser Weise immer noch geheimnisvollen Kultur der Etrusker zu nähern. Möglich ist dies durch einen Besuch der Ausstellung "Etrusker. Künstler und Handwerker", die von der Landesabteilung Italienische Kultur, in Zusammenarbeit mit dem Etruskermuseum der Villa Giulia in Rom unter der Leitung von Luana Toniolo organisiert wird. Die Ausstellung, die von Valentina Belfiore und Maria Paola Guidobaldi kuratiert wird, ist Teil der zweiten Etappe der Ausstellung "Kunstgeschichten mit großen Museen", einer mehrjährigen Reise zur Entdeckung der großen antiken und modernen Zivilisationen.
"Diese Ausstellung macht Kultur und das reiche künstlerische Erbe, das in den großen Museen Italiens aufbewahrt wird, auch lokal greifbar", sagt Landesrat Marco Galateo, zuständig unter anderem für den Bereich italienische Kultur.
Der Titel "Etrusker. Künstler und Handwerker" weist auf die Besonderheit der Bozner Ausstellung hin: Es handelt sich nicht um eine allgemeine Ausstellung über die Etrusker, sondern um den spezifischen Aspekt des Kunsthandwerks. Anhand der etruskischen Erzeugnisse kann man versuchen, ihre Vorbilder, ihre Inspirationsquellen, ihre Bildsprache, ihr Verhältnis zur Natur und zum Heiligen oder die Einflüsse, die sie auf andere Kulturen ausübten, zu verstehen. Die Ausstellung ist in acht Bereiche unterteilt. Der Rundgang beginnt mit den Werken, die am engsten mit dem Bestattungsritus verbunden sind, und setzt sich mit typisch etruskischem Kunsthandwerk fort. "Die Ausstellung soll einen knappen, aber eindrucksvollen Exkurs zu den Meisterwerken und den charakteristischsten Produktionen des Kunsthandwerks bieten. Gleichzeitig ist dies eine außergewöhnliche Gelegenheit, einige der in den Depots aufbewahrten Werke kennenzulernen, die nicht weniger als die normalerweise ausgestellten sind", erklärt die Direktorin des Etruskermuseums in Rom, Luana Toniolo.
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(Foto: LPA/Landesabteilung italienische Kultur - ASP/Dipartimento Cultura italiana)
La nuova iniziativa culturale promossa dalla Provincia con la collaborazione del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma si terrà al "Trevi" di Bolzano dal 24 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025.
Il Centro Trevi di Bolzano offre l’opportunità di avvicinarsi all’affascinante, e per certi versi ancora misteriosa, cultura etrusca. Lo fa con la mostra “Etruschi. Artisti e artigiani” promossa dalla Provincia autonoma di Bolzano, Cultura italiana, grazie alla collaborazione del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, diretto da Luana Toniolo. La mostra, curata da Valentina Belfiore e Maria Paola Guidobaldi, rientra nella seconda tappa della rassegna “Storie dell’arte con i grandi musei”, un percorso pluriennale volto alla scoperta delle grandi civiltà antiche e moderne.
“Un’altra tappa fondamentale verso la conoscenza del nostro passato con l’obiettivo di mantenere sempre vivo l’interesse verso la cultura e il ricco patrimonio artistico conservato nei grandi musei italiani”, ha affermato il vicepresidente della Provincia Marco Galateo.
Il titolo “Etruschi. Artisti e artigiani” introduce al taglio peculiare dell’esposizione bolzanina: non è una mostra generica sugli Etruschi, ma è incentrata su un aspetto specifico della loro grande civiltà, quello della produzione artistica e artigianale.
Le manifestazioni dell’artigianato artistico rappresentano un mezzo privilegiato per accostarsi alla conoscenza e allo studio degli Etruschi, che furono interlocutori privilegiati per i Fenici, i Greci e i Romani, fra le popolazioni del Mediterraneo antico. Attraverso le produzioni etrusche si può infatti provare a comprenderne i modelli, le fonti di ispirazione, l’immaginario, il modo di rapportarsi con la natura e il sacro o gli influssi esercitati sulle altre culture”, hanno detto le curatrici Valentina Belfiore e Maria Paola Guidobaldi.
Otto le sezioni della mostra. Il percorso inizia dalle opere più strettamente collegate al rito funerario, per proseguire con le produzioni artigianali tipicamente etrusche.
“Nella necessaria selezione di oggetti significativi per l’argomento trattato la mostra intende offrire un excursus sintetico ma evocativo dei capolavori e delle più caratteristiche produzioni dell’artigianato, del pantheon etrusco e delle forme di devozione diffuse a vari livelli della società. Al tempo stesso, l’occasione si configura come una straordinaria possibilità di conoscere alcune opere conservate nei depositi, che non sono da meno rispetto a quelle abitualmente esposte”, ha chiarito la direttrice del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, Luana Toniolo.
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Bronzeleber von Piacenza / Fegato di Piacenza
Audiogude-mitschnitt Deutsch/ estratto audioguida Tedesco ->
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viaggiaescopri · 4 months ago
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Museo Aboca, il regno dell’erboristeria e delle erbe officinali #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Pesaro, torna il Grand Tour Musei : aperture straordinarie notturne e 4 proposte per conoscere la cultura della città
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Pesaro, torna il Grand Tour Musei : aperture straordinarie notturne e 4 proposte per conoscere la cultura della città Torna la XVI edizione del Grand Tour Musei, l'appuntamento alla scoperta del patrimonio conservato nei musei marchigiani, promosso dall'Assessorato alla Cultura della Regione Marche e dalla Fondazione Marche Cultura, in collaborazione con il MiC - Ministero della Cultura/Direzione Regionale Musei Marche e il Coordinamento Regionale Marche di International Council of Museums (ICOM) Italia. L'iniziativa ruota attorno a due importanti eventi internazionali - la Giornata Internazionale dei Musei e la Notte dei Musei - che quest'anno coincidono in un'unica giornata: sabato 18 maggio. In programma, eventi e incontri, laboratori e inediti itinerari di visita, seguendo Il tema indicato da ICOM per la Giornata Internazionale dei Musei 2024 - Musei, Educazione e Ricerca - che sottolinea il ruolo svolto dai musei in quanto istituzioni educative dinamiche che promuovono l'apprendimento e l'arricchimento culturale con un obiettivo finale: il completo benessere della persona. Ricca e decisamente interessante la proposta di Pesaro 2024 che coinvolge diversi musei.Sabato 18 maggio Pesaro Musei offre l'apertura straordinaria fino a mezzanotte dei Musei Civici di Palazzo Mosca e di Casa Rossini e tre eventi speciali – pensando pure ai più piccoli - che coinvolgono anche il Museo Archeologico Oliveriano. Alle ore 21, "Bisbigliare d'arte", una passeggiata per bambini 5-10 anni tra i vicoli della città in cui si custodiscono saperi che verranno mormorati e intravisti con torce al chiaro di luna. Aneddoti e quesiti verranno attivati al ritrovamento di piccole tracce che conducono alla scoperta del patrimonio che ci circonda. Costo € 4, info e prenotazioni 0721 387541 [email protected]. Punto d'incontro ai Musei Civici, si consiglia di portare una torcia. Alle 23 parte la visita guidata "Eros ai musei", un percorso che mette in luce gli aspetti d'amore delle opere esposte a Palazzo Mosca e Casa Rossini, con l'accompagnamento di sensuali letture di miti e leggende. Un itinerario che nasce fondamentalmente dall'incontro delle due grandi passioni: l'arte e l'amore. Costo € 4, info e prenotazioni 0721 387541 [email protected], punto d'incontro ai Musei Civici. Ancora sabato 18 maggio (a partire dalle 17.30) l'Ente Olivieri, le associazioni L'Anfora di Novilara e Teuta Senones Pisaurenses e il Quartiere 3 - Colline e Castelli propongono 'In viaggio con la Storia', un percorso itinerante tra Pesaro e il borgo di Novilara, sulle tracce dei Piceni, l'antico popolo italico di lingua umbro-sabellica che tra IX e III sec a.C. visse nella fascia medio-adriatica delimitata al Nord dal fiume Foglia e a Sud dal fiume Tronto. La prima tappa è alle 17.30 al Museo Archeologico Oliveriano con 'Alla scoperta dei Piceni: passeggiata tra la vita e la morte' a cura di Brunella Paolini, direttrice dell'Ente Olivieri, e dell'archeologo Enrico Sartini, una visita guidata della Necropoli di Novilara conservata al Museo Archeologico Oliveriano, e alle Capanne Picene di via delle Galligarie ritenute le più antiche abitazioni di Pesaro, scoperte in uno scavo del 1977 condotto dal professor Mario Luni/Università degli Studi di Urbino. Alle 19.30 il pomeriggio continua al Castello di Novilara, con l'esposizione 'A tavola con gli antichi' che espone strumenti da cucina, corredi da banchetto, prodotti alimentari, spezie ed erbe aromatiche; i rievocatori dell'associazione Teuta Senones Pisaurenses mostreranno come i popoli antichi praticavano la caseificazione. A seguire, l'incontro a cura di Nicoletta Tagliabracci, ambasciatrice enogastronomica delle Marche 'Il miele, nettare delle Dee, bellezza e cosmesi nell'antichità': un excursus nella storia della cosmetologia antica attraverso gli affascinanti utilizzi del miele. Alle 20.45 Apericena dei sapori antichi: zuppa, formaggi e miele, uva secca e dolci, pane integrale, il tutto annaffiato da vino e idromele e allietato dalle Note Antiche al tramonto di Annalisa Cancellieri, che interpreterà brani di musica antica all'arpa celtica. Le visite guidate e le attività sono gratuite senza necessità di prenotazione a eccezione dell'apericena (costo di 15 euro, prenotazione obbligatoria 339 3707313 o 366 5408316). Info 0721 33344 [email protected]. Al Museo Nazionale Rossini, doppio appuntamento. Sabato 18 maggio alle 21, l'imperdibile visita guidata "Contaminazioni culturali: Rossini e i Giganti del suo tempo" che racconta gli incontri e le frequentazioni del genio con le più grandi personalità del suo tempo, da Paganini a Wagner che conversò con Rossini nell'ultima parte della sua vita, fino a figure di spicco del panorama politico, artistico e letterario come Metternich e Stendhal. Un percorso affascinante che sarà arricchito da un momento musicale a sorpresa a cura degli studenti del Conservatorio "G. Rossini": Ada Ricioppo (violino), Martina Giulianelli (viola), Leonardo Muccioli (violoncello). La visita è compresa nel biglietto di ingresso, prenotazione obbligatoria, info e biglietti 0721 1922156 [email protected]. Domenica 19 maggio - in occasione della Stradomenica - alle 16, la visita speciale su "La gazza ladra" nell'ambito della rassegna "Capolavori in scena. Guida alle opere di Rossini. L'appuntamento è dedicato all'opera lirica andata in scena per la prima volta il 31 maggio 1817 al Nuovo Regio Ducale Teatro alla Scala, sancendo il ritorno di Rossini a Milano, con un altro incredibile successo dopo "La pietra del Paragone" del 1812. Il soggetto dell'opera è tratto dal dramma La Pie voleuse ou La Servante de Palaiseau di Théodore Badouin d'Aubigny e Louis-Charles Caigniez del 1815, poi musicato da Rossini su libretto di Giovanni Gherardini. Secondo la critica, la partitura ha un'altissima qualità musicale e un intreccio di intensa drammaticità tipico dell'opera semiseria, che unisce commedia e tragedia, ispirandosi a fatti di cronaca veramente accaduti. Ambientata dopo la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, in un villaggio contadino presso Parigi, la trama narra della serva Ninetta che, vittima della calunnia e di un errore giudiziario, viene ingiustamente condannata per il furto di una forchetta d'argento durante una festa ma la colpevole era solo una gazza. L'opera divenne molto popolare fino alla fine del secolo, poi ripresa da metà Novecento, e inaugurò la prima edizione del Rossini Opera Festival nel 1980. La visita è compresa nel biglietto di ingresso (prenotazione consigliata). Info e biglietti 0721 1922156 [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 1 year ago
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Natale 2023 a Padova
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Anche quest’anno Padova si riempie di luci, colori e iniziative per accendere la magia del Natale in città, con 60 installazioni previste dal Comune, che illumineranno i principali palazzi comunali come Palazzo Moroni, Loggia Amulea, il Teatro Verdi, e poi gli alberi di Prato della Valle, alcune delle principali rotonde e le piazzette di tutti i quartieri. A queste luci si aggiungeranno quelle dei negozianti che attraversano le strade, sostenute anche dai contributi che il Comune ha erogato con il bando pubblico chiuso a inizio novembre. Il 2 dicembre dalle 16.30  ci sarà l’accensione dell’albero di Natale davanti a Palazzo Moroni, quest’anno a cura di Tigotà, che si aprirà con i saluti istituzionali e sarà accompagnata da Nina Zilli. Il Villaggio di Babbo Natale in Piazza Eremitani sarà aperto fino al 7 gennaio 2024, promosso da Ascom Confcommercio con mercatino natalizio, allestimenti a tema, giostre per i più piccoli, la casetta che dall’8 dicembre ospiterà Babbo Natale, e attività di animazione itinerante che riguarderà tutto il centro storico mentre Il trenino di Natale, fino al 7 gennaio 2024, sarà itinerante neo  centro storico Torneranno Natale Artigiano” in Piazza Capitaniato dal 7 dicembre al 7 gennaio a cura dell’Associazione Arti Itineranti con prodotti di artigianato artistico e la Fiera di Natale dall’8 dicembre al 7 gennaio con le bancarelle tradizionali in centro nelle piazze Dall’8 dicembre torna lo spettacolo delle proiezioni di luci e del videomapping sulle facciate monumentali di Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta, Piazza dei Signori e sulla Chiesa di Sant’Antonino all’Arcella, che esalteranno le linee architettoniche dei monumenti per un viaggio nella storia della città. Nella magnifica cornice di Prato della Valle arriva una grande pista di pattinaggio di 600 metri quadrati fino al 10 gennaio 2024, aperta dalle 10 alle 20 nei giorni feriali e dalle 10 alle 22 nei giorni festivi e prefestivi ed è da vedere l’albero di Natale della pista, proposto da AcegasApsAmga, realizzato con materiali riciclati, alto 9 metri. Padova nel periodo natalizio con le sue iniziative �� promossa attraverso una specifica campagna di comunicazione in tutto il territorio regionale per attirare in città nuovi visitatori e confermare il ruolo della città, coordinata con il sito www.turismopadova.it Inoltre dall'8 dicembre al 7 gennaio 2024 tutti i residenti e le residenti a Padova e in provincia possono visitare gratuitamente Palazzo della Ragione, i Musei Civici agli Eremitani, ad esclusione della Cappella degli Scrovegni, Palazzo Zuckermann e il Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea. Anche quest’anno il Natale a Padova è stato organizzato in partnership con la Camera di Commercio e le principali associazioni di categoria del turismo, del commercio e dell’artigianato. Read the full article
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calopepe · 2 years ago
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La Primavera di Botticelli
La Primavera di Botticelli La Primavera di Botticelli La Primavera di Botticelli è una delle opere più belle e conosciute al mondo, custodita e ammirata nel museo degli uffizi a Firenze. Nel piatto ho tentato di ricreare una fanciulla, il vestito è ricreato con della palamita marinata con sale zucchero, peperoncino ed erbe aromatiche. Il corpo con della rana pescatrice abbattuta e condita con…
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mynameis-gloria · 3 years ago
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A letto con i piedi stanchi dopo i 19 km di oggi, la pancia piena e gli occhi ma soprattutto la mente felice. Ho trascorso la giornata a perdermi per le vie di Bolzano, e penso di averla percorsa quasi tutta, il centro storico sicuramente. Quelle case mi attirano ed ammaliano, anche oggi non ho potuto resistere agli scatti. In piazza delle erbe, mercato tipico e tradizionale con prodotti locali, mille sapori e colori, ho provato un succo di mela dalla polpa rosa, gustato delle chips sempre di mela, assaggiato del formaggio di capra con della marmellata, una chips con della crema di porro spalmabile e fiori essiccati, un pretzel ed un fiorentino (dolce tipico con cioccolato e mandorle tostate e glassate), ovviamente in diverse ore ma quella via stamattina ha fatto da protagonista, poi sono andata al museo della birra, attraversato ponticelli, entrata in negozietti particolari. A pranzo ho raggiunto il pittore ed insieme a suo padre ho mangiato i famosi e sostanziosi canederli e nel pomeriggio ci siam messi all'opera per il progetto e motivo del viaggio (Qui post a parte) . Conoscere persone è una delle cose che preferisco di un viaggio, sentirne le storie e i racconti, la vita vissuta, mi sento fortunata quando faccio incontri di questo genere ed è davvero un grande regalo. Un' aggiunta al mio bagaglio
La giornata poi oggi era spettacolare, limpida, di un blu intenso ed un sole caldo che non avrei mai immaginato, non scherzo quando dico che si stava bene in canottiera, vedere le montagne con le distese di verde fa venir voglia di raggiungerle subito e non vedo l'ora di percorrere qualche sentiero un pò più ad alta quota. Il tutto si è concluso con una botta di carica ed energia quando stasera ho fatto la conoscenza di R, grande amico del pittore, che ci ha raggiunti a cena in uno dei locali più antichi di Bolzano, dallo stile in legno ai decori ricercati. Un uomo simpatico, senza peli sulla lingua, schietto, amante del vino e non solo, aggiungerei anche stravagante ma dall'animo gentile. Non ho mai riso così tanto in un primo approccio e sentirmi parte un pò del loro mondo sopra le righe mi fa sentire lusingata ed onorata. Sono giorni che non scorderò
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soundofbooks · 3 years ago
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-Liceo Charlemagne. Rue de l’Ave- Marie - grande beghinaggio di Parigi. Fondato da Luigi IX San Luigi -Hanno vissuto per quasi un secolo donne notevoli. Inclassificabili, sfuggenti a qualunque definizione, esse rifiutano sia il matrimonio che il chiostro. Pregavano, lavoravano, studiavano, circolavano per la città senza restrizioni, viaggiavano e ricevevano amici, disponevano di beni, potevano trasmetterli alle sorelle. Indipendenti e libere. Una libertà di cui nessuna donna fino ad allora aveva mai goduto, né avrebbe potuto godere per secoli. Non tutte ne erano consapevoli. Ma alcune si batterono per conservarla, quella libertà. -Collectio de Scandalis Ecclesiae -Ysabel - Cattedrale di Reims -Dopo il giubileo del 1300 segni dal cielo. Inverni più rigidi, nel 1303 il gelo bruciò la terra. Nel 1305 la siccità decimò i raccolti, nel 1308 tempesta di neve, resa più violenta dalla caduta di grandi e grosse pietre, ha devastato la regione parigina. Grano e vigne distrutti. Nel 1309 un vento impetuoso fece vacillare le arcate della chiesa di Saint Denis. A Gennaio nel pomeriggio eclissi di luna rossa. - paese: Autun - Ha gli occhi chiusi, ma avverte la presenza dell’uomo di fronte a sé, una figura avvolta in una pesante caappa foderata di pelliccia. -Due porzioni di salice per una di platano aggiunge cime di agrimonia, mescola il tutto e lo depone sul fuoco. Contro la febbre non c’è metodo migliore. - Alla cintura dell’erborista è appesa sempre la scarsella. -è un’acquamarina, una goccia di mare. Basta stringerla nella mano e guardarla perché la collera si dissolva. Mi è stata spesso utile. - La rosa bianca per purificare le passioni, l’artemisia per cacciare i cattivi pensieri, la salvia che tutto guarisce, il miglior toccasana. - La polmonaria, le cui foglie, macchiate di bianco come i polmoni, curano i tisici; la chelidonia, dal succo giallo come la bile, che dà sollievo ai malati di fegato, la noce con i suoi gherigli simili ai lombi del cervello, che cura le turbe mentali; e il pan di serpe, dalla brattea simile alla pelle del serpente, che protegge dai morsi del rettile. - MARGUERITE, per fortuna, non è sottoposta a questo trattamento. Da qualche tempo, su richiesta dell’inquisitore, resta a disposizione della giustizia papale in un locale annesso dove le visite sono sempre state autorizzate. Le è stato accordato un periodo ulteriore di tempo per pentirsi. Autrice de LO SPECCHIO DELLE ANIME SEMPLICI - HADEWIJCH, la beghina di Anversa - cit - periplo -vino dell’ontano: assunto appena svegli e prima di ogni pasto. Applicare sulla pelle, nei punti in cui apparivano i rossori, una benda impregnata di macerato. - claustro - Tu non guardi le cose con sufficiente distacco. Bisogna allontanarsi dall’insieme per coglierne tutta la forza. - transustanziazione - “fortissima preseunzione”. Il rifiuto di collaborare si è ritorto giuridicamente contro di lei. - La giovane cresceva e tesseva la propria trama entro una campana di vetro invisibile che lei stessa si era costruita attorno, lasciandovi penetrare solo letture che sembravano troppo difficile per la sua età e per il suo sesso. - per recarsi alla cappella, corrono riparandosi il capo con la mantella - MENù: coniglio farcito con cerofoglio e cotto allo spiedo. Contorno con fave novelle zenzero e zafferano e abbondante zuppa di pane nero. I funghi fritti in grasso d’oca. Sulla tavola, ha anche disposto due salse: una camelina a base di pane grigliato, pestato con cannella e mandorle mondate, e diluita con agresto; un’altra a base di erbe aromatiche. -- Lapse et relapse. - I mestieri della seta erano riservati alle donne e facevano parte di quelle rare attività che esse potevano esercitare senza essere mogli, sorelle, vedove di un padrone. - è la vecchiaia che reclama quanto le è dovuto e che, in modo strano, confonde le frontiere del tempo, lasciando emergere nel presente le immagini del passato. Basta una parola, un lampo di luce, il profilo di un volto, perché quelle immagini si presentino. Come non fossero lontane dietro a lei, ma tutt’attorno, invisibili eppure capaci di manifestarsi non appena trovino una famiglia. - MARGUERITE la prima dona ad essere stata bruciata per un libro. - c’è in lui qualcosa di pesante e di oscuro che non sa bene da dove nasca, ma che on ogni caso è potente. - monete nere, che contengono sempre meno argento, chiamate “borghesi”. E altre invece, monete doro, gli “agnels”, rare e inaccessibili, sulle quali ha fatto raffigurare un agnello pasquale recante una croce a lunga asta come quella di san luigi, allo scopo di rassicurare il popolo sulla stabilità e sull’onestà del regno. - Come sprofondato in sé stesso, perso in un lontano altrove, un luogo senza più nessun desiderio di comunicare con il mondo sensibile. - SPECCHIO DELLE ANIME SEMPLICI: Marguerite ( 1310) lo aveva scritto in lingua volgare perché fosse accessibile a tutti, ma questa lingua era comprensibile solo nei territori del Nord, dove il libro era stato messo al bando. - Ade non ha ancora toccato la cartapecora. Ha preso dalla scuola del beghinaggio una tavoletta di cera con l’intenzione di mettere assieme paragrafo dopo paragrafo la traduzione, prima di riportarla a penna sulla costosa pergamena. - Macinando i numeri che tutti sanno essere orme di una forza segreta. Manipolando le cifre – quelle pari, divisibili e imperfette, rinviano al mondo terrestre e agli uomini, quelle dispari, incorruttibili, esprimono l’eternità e Dio stesso. - Clemente V ha finalmente pubblicato i decreti del concilio contro le beghine il 21 marzo 1314. - periplo: circumnavigazione di un'isola o di un continente, Nell'antica Grecia, la descrizione dei porti di un determinato mare, con le indicazioni utili alla navigazione. - I Decreti di Vienne finalmente sono pubblicati nel 1317 da successore di Clemente V, Giovanni II, con il nome di Costitutiones Clementinae. L’istituzione delle behine è condannata e vietata, ma il testo si conclude con una formula ambigua. Dopo il 1485 gli archivi dei tempi passati vengono dispersi, il ricordo delle beghine parigine scompare. - Lo specchio delle anime semplici e annientate della beghina Marguerite Porete, testo fondamentale della mistica medioevale, è attualmente noto, nella sua versione francese originale, grazie a un unico manoscritto lacunoso e tardo conservato al museo Condé( Chantilly). - Geraldine Brooks – NERI POZZA
La notte delle beghine by Aline Kiner
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thebeautycove · 4 years ago
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RANCÉ 1795 - MAQUIS PROVENÇAL - Collezione RUE RANCÉ - Eau de Toilette - Novità 2021 -
Quando la fragranza fa il gancio all’arte (e viceversa)...
Perchè non è solo l’olfatto che entra in gioco quando scopri e racconti un profumo, ma la miriade di sensazioni che devi catturare come lucciole nell’oscurità, emozioni ancora accese che sfrecciano libere nel cielo magno della memoria e aspettano di illuminare un solo microscopico istante.
Allora basta un nastro porpora per rivedere l’abito indossato da Madame de Senonnes nel dipinto di Ingres del 1814 custodito al Museo di Belle Arti di Nantes e rammentarti un viaggio iniziato per azzardo qui (causa un’erba aromatica) e terminato a Grasse, dopo aver setacciato la Provenza tutta.
Facile accostare quel vezzoso collarino in gros grain, che sottolinea il delizioso charme delle fragranze Rancé 1795, a quell’esperienza e concedersi ancora il piacere di apprezzare lo stile e la misura della Maison, del sapere armoniosamente dosare tradizione e sperimentazione.
Così vale per Maquis Provençal, nuova creazione della collezione Rue Rancé, squisita interpretazione del maestro profumiere Maurizio Cerizza che ha ‘dipinto’ con i tratti nostalgici di un’opera impressionista, i suggestivi scorci provenzali. Trionfa la natura libera e selvaggia, le erbe aromatiche tipiche del territorio -timo mirto angelica- incalzano le nuance balsamiche esperidate -bergamotto limone menta bacche di ginepro- una freschezza asciutta rigenerante accarezzata da una brezza di gelsomino e verticalizzata dai muschi e dalla velatura boisé di Hinoki e cedro. Godibilissima, come sorseggiare un lillet su una terrazza panoramica di Aix-en-Provence.
Eau de Toilette 50 e 100 ml. In profumerie selezionate e nello shop online Rancé
©thebeautycove
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gregor-samsung · 5 years ago
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Prima di morire aveva forse posato a terra il suo equipaggiamento tecnico e tentato di porre riparo alla ferita che aveva dietro la schiena, anche se certamente non aveva fatto in tempo a utilizzare le erbe medicinali che portava con sé, neppure quel preparato emostatico che avrebbe comunque solo rallentato la fine, e neanche il fungo antibiotico che avrebbe forse spento l’infezione. Indossava degli stivali in pelle (numero 38), con gambali alti fino al ginocchio, era alto un metro e sessanta circa per un peso di 50 chili: niente massa grassa, solo muscoli bene allenati. Al momento della morte aveva 45 anni ed era in buona salute, sebbene avesse già subito lesioni e qualche frattura ben riparata; i denti del giudizio non si erano sviluppati e gli altri erano consumati, come abrasi. Sul corpo evidenziava una gran quantità di tatuaggi e scarificazioni, praticati forse a scopo terapeutico o rituale. Dall’autopsia sono emersi altri particolari. I polmoni erano anneriti, intasati dalla lunga permanenza accanto a focolari accesi. Nei capelli è stato ritrovato arsenico, come se avesse lavorato all’estrazione di minerali pregiati. Ma è la causa della morte ad aver meravigliato: probabilmente è stato colpito da una freccia, che è stata recuperata nei pressi della scapola sinistra, la cui punta si è fermata a soli 15 millimetri dal polmone e che, anche se non ha leso organi vitali, ha comunque causato un’emorragia inarrestabile e la paralisi dell’arto superiore sinistro. Poi l’uomo ha tentato di levarsi la freccia dalla spalla, riuscendo solo a spezzarne l’asta, ha camminato forse ancora un po’, si è assestato in un piccolo riparo e si è lasciato morire. Intorno al corpo, i resti del suo abbigliamento, fra cui un «ritoccatore» misterioso, una specie di matita multiuso che serviva forse per rifinire oggetti di selce. Questa è la storia degli ultimi momenti di vita e del ritrovamento di Ötzi, un uomo che passava sotto il monte Similaun per motivi che non conosciamo, così come non sappiamo dove fosse nato o da dove provenisse. Il ghiaccio ne ha conservato il corpo a –6 °C e quasi al 100 per cento di umidità. Oggi Ötzi si trova nel Museo di Bolzano, in una modernissima cella frigorifera che ricrea le condizioni di natura, reintegrando l’umidità e mantenendo costante la temperatura, perché si tratta della mummia (naturale) più antica e meglio conservata del mondo e come tale va tramandata. Mancavano ancora millenni all’imbalsamazione delle mummie egizie, e anche quelle più antiche risultano più giovani di qualche secolo. Ötzi infatti è stato ucciso da una freccia nemica 5300 anni fa, ma questa è l’unica differenza rispetto agli uomini di oggi, perché, per tutto il resto, si tratta di uno di noi. Un migrante, in realtà, che non ce l’ha fatta.
Mario Tozzi, Come è nata l'Italia. All'origine della grande bellezza, Collana Orizzonti, Milano, Mondadori, 2019; pp. 85-86.
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Sorprendente, incastonato tra le guglie di pietra del monte Calvario e così bello da sembrare surreale: il borgo di Pentadattilo. Un vero e proprio gioiello ubicato nell’area grecanica della Calabria, e più precisamente in provincia di Reggio Calabria. Il suo nome, così pittoresco, deriva dall’insolita forma della roccia che lo sovrasta. Una mastodontica formazione rocciosa modellata dalla natura con le sembianze di una mano. La parola Pentadattilo, infatti, deriva dal greco “penta daktylos”, vale a dire “cinque dita”. Un posto che già nel corso dell’Ottocento fu apprezzato da scrittori, artisti e viaggiatori che lo definirono “uno dei luoghi più’ belli del Mediterraneo“. In particolare, lo scrittore Edward Lear diceva che la città è “così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla”. Pentadattilo, dopo un violento terremoto che avvenne a fine ‘700 e la continua minaccia di alluvioni, venne pian, piano abbandonato dai suoi abitanti. Oggi, infatti, è un incredibile borgo di circa 40 abitanti. Ma non è tutto qui, come ci ha rivelato il giornalista Emilio Casalini, che di questo prezioso borgo parla nel suo programma Generazione Bellezza in onda su Rai 3: È il perfetto emblema della Calabria perché è un borgo che aspetta come la Bella Addormentata di essere risvegliata con un bacio. È tutto bello, bellissimo, ma non ci va nessuno e nessuno porta quel benessere che potrebbe essere sinonimo di sviluppo e con un afflusso di turismo che non deve distruggere ma deve portare qualità, sostenibilità e benessere a chi ci vive per impedire che debba andarsene via. Tuttavia, questo luogo dai profili mastodontici e magici ha ripreso vita grazie a una serie di progetti che stanno riportando il paese al suo vero e antico splendore. Molte case, infatti, sono state recuperate grazie anche all’aiuto dei volontari. Camminando tra i vicoli di questo incredibile borgo calabrese si avverte e si vive una pace particolare, a tal punto da respirare un velo di mistero già da quando lo si osserva da lontano. Una vera meraviglia nostrana che assume quasi le sembianze di un presepe intagliato nella roccia. Pentadittilo, Fonte 123rf Botteghe artigiane di Pentadattilo Nonostante le minute dimensioni sono molte le cose da vedere in questo splendido borgo. È obbligatorio fare un giro, per esempio, nelle numerose botteghe artigiane, le uniche a tenere vivo il paese durante tutto l’anno. Negozietti che sembrano davvero rimasti intatti nel tempo e in cui poter trovare tantissimi oggetti in legno realizzati dagli artigiani del luogo e lavorati con un coltellino usato dai pastori, ricostruito con un corno di capra e una lama di acciaio. Chiesa di Pentadattilo Ma da non perdere è anche la chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo che conserva la lapide della famiglia Alberti, protagonista della tragica strage del 1686, causata da motivazioni sentimentali e dallo stile quasi shakespeariano. Musei di Pentadattilo Inoltre, vale la pena fare un salto anche nei suoi musei, come il Museo delle Tradizioni Popolari che custodisce al suo interno oggetti e materiali tipici della tradizione contadina, e il piccolo Museo del Bergamotto che conserva dei reperti della lavorazione dell’agrume tradizionale della provincia di Reggio Calabria. Affresco di San Cristofaro Appena fuori dal centro abitato è possibile osservare il bellissimo affresco di San Cristofaro, un’opera realizzata, molto probabilmente, alla fine del ‘700 e da autore ignoto. Tuttavia, è evidente che colori e tecnica sono identici all’affresco che si trova nella Villa Caristo di Stignano, bellissima dimora settecentesca e unico esempio di arte barocca in Calabria. Il dipinto si trova in questa postazione poiché esiste una leggenda che narra che San Cristofaro fu un uomo particolarmente forte a tal punto da sostenere la roccia. Altra cosa importantissima da fare è assaggiare due liquori tipici del territorio: il kephas e il noto bergamotto. Il primo, particolarmente apprezzato dalle donne per il gusto e la gradazione, è un digestivo a base di 3 erbe aromatiche che nascono spontaneamente in questa area della Calabria. La leggenda di Pentadattilo Ma non è solo la Leggenda di San Cristofaro ad aleggiare tra le bellissime vie di Pentadattilo. Ce n’è un’altra, infatti, che ruota intorno al castello del borgo e che prende origine dalla strage degli Alberti. I quali furono i membri di due nobili famiglie: gli Alberti e gli Abenavoli e tra cui scorreva un’accesa rivalità. Secondo quanto si narra, infatti, il barone Bernardino Abenavoli voleva sposare Antonietta Alberti, ma la donna fu promessa in sposa a Don Petrillo Cortes, figlio del viceré di Napoli. Per questo motivo, il Barone preso dall’ira funesta, la notte di Pasqua entrò nel castello e si vendicò di tutti. Il barone salvò solo Antonietta che fu rapita insieme al suo futuro marito e portata a Montebello. I due si sposarono dopo tre giorni anche se il matrimonio fu annullato successivamente dalla Sacra Rota. La leggenda racconta che nelle sere d’inverno, tra le rocce della magica Pentedattilo, si sentano le urla di dolore del marchese Lorenzo Alberti. Il Borgo di Pentadattilo Fonte 123rf https://ift.tt/2M93FtW Pentadattilo, il bellissimo borgo su una roccia a forma di mano Sorprendente, incastonato tra le guglie di pietra del monte Calvario e così bello da sembrare surreale: il borgo di Pentadattilo. Un vero e proprio gioiello ubicato nell’area grecanica della Calabria, e più precisamente in provincia di Reggio Calabria. Il suo nome, così pittoresco, deriva dall’insolita forma della roccia che lo sovrasta. Una mastodontica formazione rocciosa modellata dalla natura con le sembianze di una mano. La parola Pentadattilo, infatti, deriva dal greco “penta daktylos”, vale a dire “cinque dita”. Un posto che già nel corso dell’Ottocento fu apprezzato da scrittori, artisti e viaggiatori che lo definirono “uno dei luoghi più’ belli del Mediterraneo“. In particolare, lo scrittore Edward Lear diceva che la città è “così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla”. Pentadattilo, dopo un violento terremoto che avvenne a fine ‘700 e la continua minaccia di alluvioni, venne pian, piano abbandonato dai suoi abitanti. Oggi, infatti, è un incredibile borgo di circa 40 abitanti. Ma non è tutto qui, come ci ha rivelato il giornalista Emilio Casalini, che di questo prezioso borgo parla nel suo programma Generazione Bellezza in onda su Rai 3: È il perfetto emblema della Calabria perché è un borgo che aspetta come la Bella Addormentata di essere risvegliata con un bacio. È tutto bello, bellissimo, ma non ci va nessuno e nessuno porta quel benessere che potrebbe essere sinonimo di sviluppo e con un afflusso di turismo che non deve distruggere ma deve portare qualità, sostenibilità e benessere a chi ci vive per impedire che debba andarsene via. Tuttavia, questo luogo dai profili mastodontici e magici ha ripreso vita grazie a una serie di progetti che stanno riportando il paese al suo vero e antico splendore. Molte case, infatti, sono state recuperate grazie anche all’aiuto dei volontari. Camminando tra i vicoli di questo incredibile borgo calabrese si avverte e si vive una pace particolare, a tal punto da respirare un velo di mistero già da quando lo si osserva da lontano. Una vera meraviglia nostrana che assume quasi le sembianze di un presepe intagliato nella roccia. Pentadittilo, Fonte 123rf Botteghe artigiane di Pentadattilo Nonostante le minute dimensioni sono molte le cose da vedere in questo splendido borgo. È obbligatorio fare un giro, per esempio, nelle numerose botteghe artigiane, le uniche a tenere vivo il paese durante tutto l’anno. Negozietti che sembrano davvero rimasti intatti nel tempo e in cui poter trovare tantissimi oggetti in legno realizzati dagli artigiani del luogo e lavorati con un coltellino usato dai pastori, ricostruito con un corno di capra e una lama di acciaio. Chiesa di Pentadattilo Ma da non perdere è anche la chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo che conserva la lapide della famiglia Alberti, protagonista della tragica strage del 1686, causata da motivazioni sentimentali e dallo stile quasi shakespeariano. Musei di Pentadattilo Inoltre, vale la pena fare un salto anche nei suoi musei, come il Museo delle Tradizioni Popolari che custodisce al suo interno oggetti e materiali tipici della tradizione contadina, e il piccolo Museo del Bergamotto che conserva dei reperti della lavorazione dell’agrume tradizionale della provincia di Reggio Calabria. Affresco di San Cristofaro Appena fuori dal centro abitato è possibile osservare il bellissimo affresco di San Cristofaro, un’opera realizzata, molto probabilmente, alla fine del ‘700 e da autore ignoto. Tuttavia, è evidente che colori e tecnica sono identici all’affresco che si trova nella Villa Caristo di Stignano, bellissima dimora settecentesca e unico esempio di arte barocca in Calabria. Il dipinto si trova in questa postazione poiché esiste una leggenda che narra che San Cristofaro fu un uomo particolarmente forte a tal punto da sostenere la roccia. Altra cosa importantissima da fare è assaggiare due liquori tipici del territorio: il kephas e il noto bergamotto. Il primo, particolarmente apprezzato dalle donne per il gusto e la gradazione, è un digestivo a base di 3 erbe aromatiche che nascono spontaneamente in questa area della Calabria. La leggenda di Pentadattilo Ma non è solo la Leggenda di San Cristofaro ad aleggiare tra le bellissime vie di Pentadattilo. Ce n’è un’altra, infatti, che ruota intorno al castello del borgo e che prende origine dalla strage degli Alberti. I quali furono i membri di due nobili famiglie: gli Alberti e gli Abenavoli e tra cui scorreva un’accesa rivalità. Secondo quanto si narra, infatti, il barone Bernardino Abenavoli voleva sposare Antonietta Alberti, ma la donna fu promessa in sposa a Don Petrillo Cortes, figlio del viceré di Napoli. Per questo motivo, il Barone preso dall’ira funesta, la notte di Pasqua entrò nel castello e si vendicò di tutti. Il barone salvò solo Antonietta che fu rapita insieme al suo futuro marito e portata a Montebello. I due si sposarono dopo tre giorni anche se il matrimonio fu annullato successivamente dalla Sacra Rota. La leggenda racconta che nelle sere d’inverno, tra le rocce della magica Pentedattilo, si sentano le urla di dolore del marchese Lorenzo Alberti. Il Borgo di Pentadattilo Fonte 123rf In provincia di Reggio Calabria sorge un borgo bellissimo su una rocca a forma di mano. Il suo nome è Pentadattilo e vale davvero la pena visitarlo.
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viaggiaescopri · 5 months ago
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Museo Aboca, il regno dell’erboristeria e delle erbe officinali #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Lecce: "il tram del mare" la mostra fotografica sulla tramvia elettrica Lecce - San Cataldo (1898-1933)
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Lecce: "il tram del mare" la mostra fotografica sulla tramvia elettrica Lecce - San Cataldo (1898-1933). L’Associazione Ionico Salentina Amici Ferrovie (AISAF), gestore del Museo Ferroviario della Puglia, in occasione del 125° anniversario della tramvia elettrica Lecce-San Cataldo, ripropone la parte storico-fotografica della mostra e del relativo catalogo organizzata nel 1998 e curata dal prof. Carmelo Pasimeni dell’Università del Salento. La tramvia elettrica fu inaugurata il 25 giugno 1898, nell’ambito di una serie di celebrazioni inaugurali di importanti opere pubbliche realizzate dall’amministrazione comunale, allora guidata dal sindaco Giuseppe Pellegrino. Essa fu senza dubbio il fiore all’occhiello dell’amministrazione Pellegrino. Realizzava una vecchia e mai sopita aspirazione di amministratori pubblici, di proprietari terrieri, di commercianti e di semplici cittadini di avere un collegamento con il mare. Divenne così il presupposto per la riattivazione dell’ancoraggio di San Cataldo, dove sorgeva l’antico porto Adriano e per avviare il risanamento delle zone paludose limitrofe, infestate dalla malaria. Inoltre, la città si dotò dell’illuminazione elettrica. La tramvia elettrica fu costruita dalla ditta Pasquale Ruggieri di Lecce in società con l’impresa tedesca Artur Koppel di Berlino, che aveva commesse in ogni parte del mondo. Nel corso della sua attività, la tramvia elettrica fu gestita dalla “Società Ruggeri & Koppel”. Con i suoi 12,7 Km di lunghezza fu la più lunga tramvia elettrica in Italia e la prima nel Mezzogiorno. Lo stesso anno dell’inaugurazione fu presentata all’Esposizione di Torino. Aveva il deposito e la centrale di comando attiguo alla centrale elettrica (attuale viale Michele De Pietro), dove è possibile vedere ancora le insegne sbiadite. La linea tramviaria partiva da piazza S. Oronzo, costeggiava la tettoia liberty del mercato coperto delle erbe, anch’essa opera del Ruggeri e inaugurata in quegli stessi giorni, si dirigeva verso la villa comunale e proseguiva sulla via del mare, verso San Cataldo. Il materiale rotabile era stato costruito in Germania. Le vetture, dipinte in giallo e rosso, erano elegantissime ed illuminate con lampade ad incandescenza. Il servizio veniva effettuato da quattro treni, ad intervalli di 45 minuti ciascuno. Nei suoi 35 anni di esercizio, la tramvia elettrica Lecce-San Cataldo soddisfece le esigenze di balneazione dei leccesi, venendo però meno ai presupposti per cui era stata costruita. Dopo varie vicissitudini societarie e di esercizio, e con l’avvento del trasporto su gomma, la tramvia elettrica fu definitivamente chiusa alla fine della stagione balneare del 1932 e smantellata l’anno successivo. La mostra, inserita nel normale percorso di visita del Museo Ferroviario, potrà essere visitata negli orari di apertura (sabato e domenica, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle 17.00 alle 20.00). Sarà in esposizione fino a dicembre 2023. Info 335 6397167.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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morelin · 5 years ago
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Imola
Imola (Bologna) è conosciuta in tutto il mondo grazie al suo legame con il mondo dei motori e delle corse ma la città ha anche un’interessante offerta culturale che probabilmente è sconosciuta ai più: dalle chiese alle dimore storiche, dai quadri alla street art... insomma ce n’è per tutti i gusti. 
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Inizio il tour con il simbolo di Imola, la Rocca sforzesca al cui interno è custodita una collezione di armi (circa 600 pezzi) solo in parte legate alla storia dell’edificio ed una di serie ceramiche ritrovate durante gli interventi di recupero effettuati negli anni ‘60 che testimoniano le abitudini di vita degli abitanti della Rocca dal ‘300 fino al XIX secolo.
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A proposito di dimore storiche, Palazzo Tozzoni è una bellissima casa-museo tardobarocca abitata dalla stessa famiglia per cinque secoli dove potrete capire la vita del tempo grazie agli ambienti perfettamente conservati. Inoltre diverse dimore signorili sono dislocate per le vie del centro ma non sono visitabili.
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Importanti collezioni di diverso genere sono custodite nel Museo di San Domenico situato nell’ex convento domenicano dei Santi Nicolò e Domenico. Se siete appassionati di scienze naturali dovete visitare la sezione dedicata a Giuseppe Scarabelli costituita da reperti geologici, animali ed insetti; l’altra sezione è invece formata da oltre 600 pezzi tra sculture, monete, medaglie e opere d’arte. Oltre a questo è possibile vedere alcuni ambienti del convento come l’antica Sala del Capitolo riccamente affrescata.
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Potete ammirare altre opere d’arte nel Museo Diocesano situato proprio di fronte al Duomo: le sale sono ricche di sculture, tele, arredi liturgici e codici miniati. Nel cortile, all’interno di una piccola rimessa, si trova il Museo delle carrozze che ospita due fastose berline di gala settecentesche di proprietà dei vescovi imolesi, diversi copricapi e livree indossate da cocchieri e valletti, fotografie d’epoca.
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Un luogo molto bello da frequentare anche alla sera, magari per cenare in uno dei locali, è l’elegante e vasta piazza Matteotti circondata dal Palazzo Sersanti e dal palazzo comunale. 
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Poco distante si trova la Torre dell’orologio e poi una chicca che non dovete perdervi: si tratta della Farmacia dell’Ospedale, un piccolo spazio inaugurato nel 1794 e che è rimasto quasi intatto con antichi scaffali in legno, volte decorate e ben 457 vasi d’epoca in maiolica utilizzati per contenere le erbe ed i medicamenti.
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La ceramica è un’attività rilevante per l’economia di quest’area ed in città è possibile visitare il Museo della Cooperativa Ceramica d’Imola “G. Bucci” dove diversi oggetti, opere d’arte, documenti e fotografie storiche ripercorrono la storia dell’azienda nata nel 1874.
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Come ho detto all’inizio, Imola è una città che ha molto da offrire e che mi ha stupito piacevolmente, ma il mio tour qui non è ancora terminato e vi do quindi l’appuntamento al prossimo post. 
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personal-reporter · 1 year ago
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Natale 2023 a Padova
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Anche quest’anno Padova si riempie di luci, colori e iniziative per accendere la magia del Natale in città, con 60 installazioni previste dal Comune, che illumineranno i principali palazzi comunali come Palazzo Moroni, Loggia Amulea, il Teatro Verdi, e poi gli alberi di Prato della Valle, alcune delle principali rotonde e le piazzette di tutti i quartieri. A queste luci si aggiungeranno quelle dei negozianti che attraversano le strade, sostenute anche dai contributi che il Comune ha erogato con il bando pubblico chiuso a inizio novembre. Il 2 dicembre dalle 16.30  ci sarà l’accensione dell’albero di Natale davanti a Palazzo Moroni, quest’anno a cura di Tigotà, che si aprirà con i saluti istituzionali e sarà accompagnata da Nina Zilli. Il Villaggio di Babbo Natale in Piazza Eremitani sarà aperto fino al 7 gennaio 2024, promosso da Ascom Confcommercio con mercatino natalizio, allestimenti a tema, giostre per i più piccoli, la casetta che dall’8 dicembre ospiterà Babbo Natale, e attività di animazione itinerante che riguarderà tutto il centro storico mentre Il trenino di Natale, fino al 7 gennaio 2024, sarà itinerante neo  centro storico Torneranno Natale Artigiano” in Piazza Capitaniato dal 7 dicembre al 7 gennaio a cura dell’Associazione Arti Itineranti con prodotti di artigianato artistico e la Fiera di Natale dall’8 dicembre al 7 gennaio con le bancarelle tradizionali in centro nelle piazze Dall’8 dicembre torna lo spettacolo delle proiezioni di luci e del videomapping sulle facciate monumentali di Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta, Piazza dei Signori e sulla Chiesa di Sant’Antonino all’Arcella, che esalteranno le linee architettoniche dei monumenti per un viaggio nella storia della città. Nella magnifica cornice di Prato della Valle arriva una grande pista di pattinaggio di 600 metri quadrati fino al 10 gennaio 2024, aperta dalle 10 alle 20 nei giorni feriali e dalle 10 alle 22 nei giorni festivi e prefestivi ed è da vedere l’albero di Natale della pista, proposto da AcegasApsAmga, realizzato con materiali riciclati, alto 9 metri. Padova nel periodo natalizio con le sue iniziative è promossa attraverso una specifica campagna di comunicazione in tutto il territorio regionale per attirare in città nuovi visitatori e confermare il ruolo della città, coordinata con il sito www.turismopadova.it Inoltre dall'8 dicembre al 7 gennaio 2024 tutti i residenti e le residenti a Padova e in provincia possono visitare gratuitamente Palazzo della Ragione, i Musei Civici agli Eremitani, ad esclusione della Cappella degli Scrovegni, Palazzo Zuckermann e il Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea. Anche quest’anno il Natale a Padova è stato organizzato in partnership con la Camera di Commercio e le principali associazioni di categoria del turismo, del commercio e dell’artigianato. Read the full article
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