#trevignano fotografia
Explore tagged Tumblr posts
fotopadova · 6 years ago
Text
Francesca Della Toffola
di Cristina Sartorello
 --- Una interessante insolita e innovativa esposizione in una particolare location a Ceggia nello Spazio Ramedello creato da Valeria Davanzo che, per Nino Migliori, il grande fotografo bolognese, potrebbe essere chiamato “L’isola della cultura” pur essendo una ex stalla adattata a spazio artistico e di incontro per eventi culturali, ci propone la mostra di Francesca Della Toffola “Accerchiati incanti”.
Tumblr media
        Francesca Della Toffola
E’ lei la vincitrice a Lignano Sabbiadoro della sezione fotografia del premio Hemingway 2018, proprio con questo progetto, con la seguente motivazione: “Oggi la fotografia nell’attuale passaggio epocale, dalle impronte chimico-fisiche a quelle elettroniche, offre sorprendenti e magiche possibilità di visualizzazione e non solo della realtà corporea ma del pensiero e dei sogni. La giovane fotografa Francesca Della Toffola ha individuato nella Nuova Fotografia un suggestivo spazio alla sua ansia poetica, che riesce ad esprimere in immagini alchemiche tese a visualizzare il suo pensiero onirico e nel contempo esistenziale, anche in una colta lettura delle storiche tracce della fotografa vittoriana-preraffaellita Julia Margaret Cameron, la prima a cercare, con la speculare fotografia di esprimere, oltre al volto delle cose, soprattutto la loro anima”.
Francesca ha iniziato come fotografa freelance, di matrimoni, come fotografa industriale e grafica, ed ora insegnante di fotografia a Montebelluna in un istituto superiore di grafica e comunicazione; inoltre è curatrice della rassegna Trevignano Fotografia, giunto quest’anno alla decima edizione.
Lei predilige in fotografia il ritratto, la natura con la macro e l’autoritratto utilizzando la fotografia come un linguaggio con il quale riesce a parlare della sua interiorità; partendo dalla sua ombra con lo stupor dei bambini, passando all’autoritratto ambientato che interpreta con una sua rivisitazione pittorialista dei piedi, delle mani e poi alla figura intera, poco il volto.
In questa mostra troviamo 45 cerchi di legno grezzo dipinti in bianco dalla autrice, di 60 centimetri di diametro ed altri più piccoli larghi 40 ed una serie inedita di sfere in plexiglass con all’interno due fotografie differenti, una contro l’altra, che occupano tutto il perimetro del cerchio per dare tridimensionalità e non solo profondità, come se le sfere fossero dei pianeti rotanti, in multipli movimenti.
Tumblr media
        Particolare della mostra “Accerchiati incanti” di Francesca Della Toffola (ph. Cristina Sartorello)
 Questo andare simbolicamente in sé stessi, in questa rotazione dello spirito per ritrovare il nocciolo, l’essenza del proprio sentire, è la specificità del lavoro di Francesca Della Toffola che nel 2010, parte con il tentativo di fusione con la natura, con il girasole, il mare, con una tecnica di doppia esposizione non in contemporanea, ma ottenuta con due fotografie unite al computer, perché la fotografa usa una macchina Canon 5D che non ha doppia esposizione in automatico.
Il progetto precedente “The black line series” è stato fatto con una Minolta a pellicola, reinserendo nuovamente la stessa pellicola nella macchina, rifotografando e quindi togliendo la striscia delle diapositive a colori, tagliandola lungo l’inquadratura ed ottenendo così una fotografia con parti di un fotogramma e con la striscia nera che lo divide da un altro.
In questo progetto la fotografa si nasconde nelle sue stanze per cercare i colori della mente, angoli colorati dove reinventare nuovi spazi, nuove dimensioni, in frammenti di pensieri, immagini, ferite, rigurgito emotivo, usando come sfondi gli affreschi di una villa antica, l’acqua di una piscina, muri bianchi o colorati in cui fondersi.
Poi Francesca ha sentito la necessità di uscire di casa ed unirsi con la sua parte femminile in una riscoperta di sé stessa a colori all’esterno, individuando lo sfondo nella realtà, fotografandolo in una fusione con la natura, le erbe, la neve, la terra; subito dopo la fotografa si posiziona lì, si mette in posa adagiata proprio su quel terreno, o un albero, un muro di cemento, delle piastrelle, luoghi e spazi che fanno parte della nostra vita, facendo la seconda o terza fotografia, per avere la stessa luce.
Tumblr media
                                        ©Francesca Della Toffola, due opere da “Accerchiati incanti”
 I capelli rossi e la carnagione chiara di Francesca Della Toffola nelle sue creazioni mi riportano alle figure evanescenti della pittura preraffaellita di Dante Gabriel Rossetti, la cui moglie Elisabeth Siddal, anche lei pittrice, fu la modella per l’Ofelia di John Everett Millais, con una lettura simbolica, metafisica, onirica.
La scelta dell’abito serve per mimetizzarsi nello sfondo, ed a seconda del colore si nota che la pelle vince sul bianco o sul crema, l’abito verde risulta bene sul prato nelle foto a tutto corpo, e dove c’è più luce il corpo sparisce, mentre nelle zone di ombra in corpo compare; negli autoritratti parziali le unghie dei piedi con lo smalto danno a Francesca un tocco di colore e di modernità, mentre le mani con le lunghe dita si confondono con la texture scelta.
L’artista scrive anche suggestive ed emozionali poesie che lei abbina alle sue fotografie, positivamente influenzata dai versi di Antonia Pozzi e di Andrea Zanzotto, con una forte sensibilità, mettendosi a nudo per esprimere le proprie emozioni poiché Francesca Della Toffola ha sempre pensato che la poesia si avvicina alla fotografia e la scrittura al cinema.
Ecco nascere queste stupende fotografie in formato circolare, perché il formato 24x36 le andava stretto, perché il cerchio rimanda alla terra, al ciclo delle stagioni e della vita; quindi questi scatti non sono esperimenti ma il frutto di un lavoro con sé stessa svolto con grande coraggio, con fantasia, creatività, scoperta, ricerca ed innovazione, nel quale sempre si mette in discussione, ed i risultati sono pregnanti, tangibili davanti a noi.
Francesca spiega la sua tecnica senza segreti, gelosie e possesso come molti fotografi non fanno; ora lei ha pubblicato due libri ben fatti: il volume “The black line series” e più recentemente “Accerchiati incanti” (Ed PuntoMarte) ove troviamo le foto rotonde in doppia esposizione con i suoi autoritratti che hanno il suo marchio e solo il suo, con queste figure immerse nell’acqua, nella luce, nel colore verde di felci preistoriche, piante fantastiche dei disegni di Lele Luzzati o di Leo Lionni, che ti fanno sognare.
Tumblr media
        Particolare della mostra “Accerchiati incanti” di Francesca Della Toffola (ph. Cristina Sartorello)
Francesca Della Toffola si è laureata con una tesi su Wim Wenders, ha frequentato corsi e workshop con eminenti maestri quali Franco Fontana, Mario Cresci e Arno Rafael Minkkinen e si è specializzata presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Ha allestito mostre personali e partecipato a svariate collettive conseguendo qualificanti riconoscimenti, oltre al Premio Hemigway, come il Premio Internazionale di fotografia Creativa alla Biennale di Fotografia Contemporanea Internazionale della città di Jinan (Cina).
Sue immagini fanno parte di collezioni pubbliche e private, tra le quali l’Archivio Zannier, l’Archivio Storico Fotografico della Galleria Civica di Modena, il Museo Nori De Nobili e l’Archivio Nazionale dell’Autoritratto Fotografico di Senigallia.
11 notes · View notes
fotopadova · 4 years ago
Text
Trevignano Fotografia 2020
di Cristina Sartorello
--- Finalmente Villa Onigo per l’undicesima edizione di Trevignano Fotografia a cura di Francesca Della Toffola dal titolo “Le parole sono luoghi” tratto da Occhiomagico: ”Le parole sono luoghi. Anche quando stiamo in silenzio, ci ritroviamo in viaggio”.
L’incontro tra la fotografia e parole dà addito a numerose interpretazioni per il linguaggio poetico che si traduce in immagini oniriche, visionarie, simboliche e non semplicemente descrittive, che trasmettono in modo plastico le emozioni a volte inespresse della parola.
Purtroppo per l’emergenza Covid 19 la rassegna è stata realizzata in formula ridotta, con oltre tre mesi di ritardo ed ingresso a prenotazione con obbligo dell’uso della mascherina, ma la bella esposizione merita di essere vista, per la varietà delle proposte offerta dai dieci autori ospiti alle quali si aggiunge quella  della classe V A dell’istituto Einaudi Scarpa di Montebelluna.
Guest star è “Occhiomagico”, pseudonimo del fotografo milanese Giancarlo Maiocchi, artista visuale, concettuale, che interpreta in modo magico lo spazio per ospitare i suoi racconti, come le immagini visionarie eseguite per la rivista Domus, in “Falso movimento” del 1990, “Mivida” del 2000, “Talking about” del 2003, “L’ora sospesa, Cover’s”, partendo dalla fotografia analogica, con manipolazione in camera oscura, per arrivare nel 1990 all’impiego della fotografia digitale ed uso di Photoshop, con installazioni magiche, metafisiche, sacre, da guardare in silenzio perché in esse la fotografia si trasforma in opera d’arte.
Tumblr media
   © Occhiomagico
Al piano superiore della Villa Onigo troviamo le opere degli altri fotografi partendo da Franco Bovo con “Phobos e Deimos” dove visioni fobiche di colore prevalentemente giallo, rosso e nero si traducono in un grafismo disarmante per non dire inquietante; passiamo quindi a “Il non detto” di Francesca Casanova che abbina colori e bianco nero, in immagini della sua terra nel cuore delle Dolomiti bellunesi, con un aspetto minimalista delle tradizioni; poi troviamo Giovanni Cecchinato con “Intorno a Tomba Brion” grandi fotografie eseguite, con impiego di banco ottico e commissionate dal Comune di Altivole (Tv), sul progetto dell’ architetto Carlo Scarpa per la tomba dei coniugi Brion, con un ottimo risultato; Valentina Iaccarino ha proposto “Dum” un bel lavoro sulle vacanze estive marine di persone disabili accompagnate da volontari.
Tumblr media
    © Giovanni Cecchinato
Si continua con Roberta Lotto che in “Closeness” presenta trenta fotografie di vario formato, tutti ritratti, volti abbinati a figure di spalle, su sfondo bianco di personaggi particolari, uniti a specchi deformanti in cui l’osservatore si può mimetizzare, per costruire un altro se stesso, in un gioco di identità mostrate o celate in un progetto decisamente pregnante; mentre Gianni Mantovani con “La piscina nel giardino” si richiama al testo di Cesare Pavese attraverso fotografie molto colorate separate in strisce ondulate bianche, un effetto decisamente originale di onde a  rilievo, come se fosse un inserto pittorico materico.
Tumblr media
    © Roberta Lotto  
Paula Musumeci in “Ore perplesse” si rifà alla omonima poesia di Eugenio Montale per lavorare sull’autoritratto mediante la trasparenza, l’uso del mosso o sfocato, con un risultato gradevole e delicato; mentre Umberto Sartorello, mio omonimo di cognome, che ho potuto conoscere in mostra, presenta un lavoro sulle ferite “Wonds” con animali, oggetti, corpi in cui tutti portano una traccia forte o minimale, che lascia comunque un segno, ben percepibile nella sequenza delle fotografie collegate tra loro da un sottile filo.
Rinaldo Todescato con “4P” mostra un lavoro sui murales del quartiere romano Pigneto, amato da Pier Paolo Pasolini, decisamente slegato dai suoi precedenti progetti, in una pura scolastica documentazione di street photography senza voler trasmettere alcun tipo di emozione, mentre nei lavori dei ragazzi della V A della scuola superiore, guidati dalla loro professoressa Francesca Della Toffola, ci sono alcuni scatti decisamente significativi, che si richiamano alla fotografia concettuale e promettono futuri positivi risultati.
Trevignano fotografia è sempre una bella sorpresa per l’aspetto diversificato delle mostre, il percorso artistico intrapreso nel tempo, la ricerca di una fotografia non banale o autoreferenziale, per portare aria fresca in un mondo un po’ statico, emulativo o narcisistico.
Un plauso a Francesca Della Toffola per l’impegno profuso e per essere riuscita, superando le attuali difficoltà, a fare aprire la Villa Onigo d Trevignano (Tv), in via Monsignor Mazzarollo 5, per la visione delle mostre il 13, 14 e 21 giugno 2020 dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00, auspicando possa essere prorogata.
1 note · View note
fotopadova · 6 years ago
Text
Nino Migliori e gli Sperimentalismi a Trevignano Fotografia 10a edizione 2019.
di Carlo Maccà
 --- La fotografia sopravvive in provincia? Venezia si propone di castigare i visitatori di manifestazioni, eventi e luoghi di cultura e d'arte (come se per esempio una visita ai Tre Oci non fosse già abbastanza impegnativa) assoggettandoli alla tassa d'ingresso alla pari delle frotte crocieristi di grandi navi o delle orde di selfisti dall'estremo oriente perché l'eccesso di visitatori è un costo (?!) per la città (ma intanto organizza e pubblicizza il carnevale e le carnevalate di massa). Intanto Mestre un po' alla volta si organizza per sostituirla nell'offrire valide occasioni culturali per il pubblico della città e d'un entroterra sempre più ampio e più qualificato. E in tutto il territorio veneto (e friulano) guadagnano consenso crescente e meritato iniziative le manifestazioni culturali che spesso coinvolgono la Fotografia.
Di alcune (forse troppo poche rispetto a quante lo meriterebbero) si è occupato fotopadova.org fin dalla propria nascita e soprattutto in tempi recenti, con intenti non pubblicitari ma di informazione e di critica, rilevandone pregi e meriti senza nasconderne quelli che al relatore appaiono mancanze. Si può facilmente individuare come inconveniente maggiore il loro carattere spesso effimero, legato al fatto di essere nate da iniziative individuali, sorrette da piccoli gruppi di entusiasti, sponsorizzate da organismi pubblici di composizione temporanea, alloggiate in strutture di disponibilità precaria legate alla buona volontà di enti pubblici o alla ancor più rara generosità di privati. Ma quando tutti i pianeti favorevoli s'incontrano, il successo non manca e diventa duraturo.
Questo sembra il caso di Trevignano Fotografia, arrivata quest'anno alla decima edizione che si volge nel piccolo centro della Marca dal 16 al 31 marzo, ospitata in due piani della sei-settecentesca villa Onigo di stile palladiano. Ogni anno la manifestazione raccoglie opere di autori di diversa provenienza (ma in maggior parte dal territorio veneto) che condividono una determinata impostazione tematica.
Tumblr media
 16 Marzo. Alcuni degli Autori presentano la propria opera.
Il tema 2019 è Sperimentalismi. Sperimentalismo mi sembra il termine applicabile alla ricerca di nuove modalità tecniche a fini espressivi (quando questa ricerca è fine a sé stessa porta a risultati magari spettacolari ma comunque aridi). A Sperimentazione darei un senso molto più ampio, come lavoro di ricerca, attraverso esperimenti improntati alla metodica di "prova ed errore" necessario nelle arti per conseguire risultati personali nella forma e nella sostanza, cioè per potersi considerare "Autore". Come nelle scienze (di un piccolo settore delle quali mi occupavo professionalmente) la sperimentazione è indispensabile per far progredire la conoscenza e i suoi benefici (e non nego che anche nelle scienze un risultato faticosamente raggiunto e degnamente presentato poteva dare una soddisfazione anche in senso estetico: non per niente Galileo è considerato fra i maggiori autori letterari, e forse il maggiore de suo secolo). La maggior parte degli 11 autori selezionati mi sembra si sia dedicata alla sperimentazione nel senso più ampio, cioè alla ricerca della modalità formale più adatta all'espressione del soggetto affrontato, del proprio intento estetico e, in sostanza, della propria personalità, servendosi di tecniche tutt'altro che ignote, ma per lo più con risultati plausibili.
Tumblr media
16 marzo. Nino Migliori firma i suoi cataloghi assistito dalla curatrice dell'evento Francesca Della Toffola.
L'ospite d'onore della manifestazione è Nino Migliori. Maestro di generazioni di fotografi di diverse generazioni - non è un gioco di parole: fra i suoi allievi diretti si sono contati sia artisti in formazione o già "adulti" nell'arte, sia bambini di scuole materne. Sperimentatore abituale e sperimentalista seriale, non solo in fotografia: la sua attività artistica è molto più ampia. Migliori, me lo penso con metafore enologiche (anche se non amo le metafore verbali e apprezzo soltanto quelle figurative, in cui Nino eccelle): nell'insieme della sua opera, lo immagino come un Picolit che, quanto più passano gli anni e i decenni, tanto più svela al palato e all'olfatto la sua coda di pavone di aromi (Veronelli dixit); mentre in ognuno dei suoi lavori fino ai più recenti, ogni volta lo sento come un Prosecco frizzante di fresche bollicine (alla salute!). Le sue immagini esposte nei due saloni al piano nobile sono soltanto un suggerimento ad approfondire la sua opera quasi sterminata.
Il programma della manifestazione comprende anche la presentazione di due libri fotografici. Il 23 marzo sarà presentato “Sappada, sei bella!” di Vito Vecellio, un autore di cui anche Fotopadova si occupato di recente (http://www.fotopadova.org/post/101331459533). Rispetto a quello recensito in precedenza, questo lavoro e molto più inteso a documentare l'ambiente locale, soprattutto umano (con attenzione al folclore), che a sfruttarlo per una intensa ricerca formale. Tutt'altro che "sperimentalista", il libro si raccomanda a chi ama la buona fotografia e la resa tipografica come Dio comanda.
Tumblr media
©Vito Vecellio, Plodn, du bist schean! (da “Sappada sei bella”)
0 notes
fotopadova · 6 years ago
Text
Sperimentalismi a Trevignano a cura di Francesca Della Toffola
di Cristina Sartorello
 --- Si è inaugurata il 16 marzo 2019 a Villa Onigo la decima edizione di Trevignano Fotografia a cura di Francesca Della Toffola, una mostra dedicata alla sperimentazione, con guest star il fotografo bolognese Nino Migliori ed undici artisti italiani, tutti accomunati nella ricerca sui materiali e sulle forme, sulla corporeità, ma anche sui concetti e le diverse interpretazioni proprie del mezzo visivo.
Il termine “Sperimentalismi” titolo della rassegna vuole indicare l’aspetto sperimentale del linguaggio fotografico odierno, a 180 anni dalla nascita della fotografia, ben sottolineato nel libro “Vision in motion” di Laszlo Moholy-Nagy, in cui colui che sperimenta non ha idee precostituite sulla fotografia, non crede che la fotografia sia la ripetizione e la trascrizione esatta della vista ordinaria.
La casualità legata allo sperimentare è per Francesca Della Toffola il principio della creazione e l’errore a sua volta può diventare opera d’arte o il punto di partenza per nuovi progetti.
Tumblr media
 Nino Migliori - ph©Cristina Sartorello
 Maestro in assoluto della sperimentazione è proprio Nino Migliori che inizia giovanissimo nella sua ricerca di astrattismo e di fotografia concettuale in camera oscura, in camera chiara, con l’uso della polaroid, le istantanee incise, graffiate, rifotografate, lo studio del bianco e nero e del colore, la luce fredda e la luce calda delle candele, con una creatività instancabile, in una ricerca onirica, raffinata per creare opere artistiche originali con bottiglie di plastica schiacciate e deformate, fotografate più volte, e così con altri materiali, sempre diversificate mescolando ingredienti, le cose del mondo e l’effetto finale è un mix di prospettive, realtà in equilibrio disequilibrio, in continua evoluzione.
A Villa Onigo sono esposte le opere di Migliori “Idrogrammi, Cellogrammi, Cancellazioni, Stenopeogrammi, Ossidazioni”, cioè una parte del lavoro “Sperimentazioni” del 1950, ed una parte inedita del lavoro “Trasfigurazioni”.  
Tumblr media
 ©Nino Migliori, tre “Trasfigurazioni” - ph©Cristina Sartorello
 Al piano superiore della bella Villa Onigo sono esposte le opere degli altri autori: Graziano Burin con “Ritratti dell’anima”, un lavoro in bianco e nero con uno scanner portatile, elaborando delle scansioni grezze, cogliendone la tridimensionalità, appianandola, mentre solo il suo autoritratto è a colori.
Alessandra Calò vive a Reggio Emilia e fa un viaggio immaginario sull’identità di genere utilizzando mappe geografiche nel suo lavoro “Kochan” protagonista di un vecchio romanzo giapponese, in un viaggio che ciascuno compie per esplorare sé stesso; Maurizio Gancia idealizza uno spazio con grande rigore geometrico nel suo progetto in cui c’è la possibilità di fermare il tempo, lavorando in silenzio,  abbinando i colori agli aspetti geometrici, in una installazione a cui è possibile partecipare, cioè una poltrona dinnanzi a due sue fotografie legate al tema dell”Idealizzare lo spazio”.    
Con “Punti di fuga” il fotografo pugliese Giuseppe Pavone crea immagini fuggenti alterando il senso prospettico in sfuggenti immagini oniriche, mentre Roberta Cuzzolin scatta foto per sé stessa, mentre era in giro per lavoro, nel suo progetto “Home and away”, in cui esiste una scissione tra il bisogno di cercare qualcosa ed avere un nido sicuro.
Nella esposizione seguente con il progetto “Cestino”, la fotografia per Pier Paolo Fassetta è un pretesto, una pura necessità di entrare in una dimensione duratura dell’opera mediante fogli e foto strappate, mine di matite colorate, che vengono convertite in paesaggi simbolici.
La giovane fotografa Rebecca Ganz, alunna all’istituto Einaudi Scarpa a Montebelluna di Francesca Della Toffola, fa un interessante progetto “Dimenticanze” sulla nonna per poterla ricordare, utilizzando stampe sovrapposte su fogli trasparenti, mentre Maria Novello con il suo bel lavoro “Ti sento” prepara un libro fatto a mano con fotografie degli anni ’50, in cui la fotografia diventa uno stato catartico sulla condizione femminile.
Tumblr media
Foto di gruppo con tutti gli Autori - ph©Cristina Sartorello
Silvia Pasquetto con il libro a tiratura limitata e la mostra “Sottopelle” ci parla di trenta donne che si raccontano tramite lettere l’una per l’altra, senza conoscersi, mettendosi a nudo metaforicamente e non solo con il mezzo fotografico e con l’ultimo scritto per la prima persona fotografata, il cerchio durato tre anni si è chiuso.
Con “Diabete bastardo” la fotografa di Bassano Enrica Pontin fa una narrazione del suo approccio con la malattia con una modalità surrealistica, con una linea gialla che lega i 14 autoritratti di un nudo sfacciato, ma nello stesso tempo discreto, in quanto viene aperto il mondo di una camera oscura interiore, per essere autori del proprio benessere.
Per concludere il lavoro “Maldestri racconti” di Giustino Salsa che per non omologarsi sperimenta in continuazione, butta gli acidi, interpretando la donna che è la sua   dannazione, secondo il suo personale modo di vedere, senza tecnicismo, con fotografie incollate, elaborate, strappate in modo crudo, dure assai, decisamente poco femminili.
La mostra è visitabile il sabato e la domenica fino al 31 marzo 2019 per poter visitare questi artisti freschi e il Maestro Nino Migliori, che per avere 93 anni è la vitalità fatta persona, in cui la sperimentazione è un confronto quotidiano, una forma di vita, in cui l’errore non è importante perché conta di più creare un concetto, sostituendo la parola con la fotografia che diventa narrazione, in questa forma espressiva linguistica, più vicina alla letteratura che al mondo dell’arte.
Nino Migliori ha creato al Mast a Bologna un laboratorio fotografico per i bambini, che a tre anni hanno una creatività non offuscata, e come spugne assorbono queste ecclettiche sperimentazioni, senza lasciarsi condizionare dal passato ed in questo l’artista è un vero genio creativo, un dadaista del pensiero fotografico; ho visitato il laboratorio ed avrei voluto essere una bambina per poter godere di quei momenti straordinari.
Tumblr media
Nino Migliori e Francesca Della Toffola - ph©Cristina Sartorello
Un ringraziamento particolare a Francesca Della Toffola curatrice di questa buona rassegna, che ha saputo portarci nuovi linguaggi e scatti decisamente originali.
0 notes