#Migliorare relazioni lavoro
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Gestire i Conflitti sul Posto di Lavoro
La gestione dei conflitti è fondamentale per ogni leader. Problemi tra colleghi possono abbassare il morale e compromettere la produttività. È importante sapere come affrontare queste situazioni. Non solo risolvere i conflitti, ma anche trasformarli in opportunità di crescita. Se sei un responsabile delle risorse umane o un leader, è cruciale sviluppare strategie per gestire le dispute. Una buona…
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Il Potere della Comunicazione Persuasiva
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Svelati i Segreti per il Successo Nel mondo in continua evoluzione in cui viviamo, la comunicazione efficace è diventata una competenza non solo desiderabile ma fondamentale. La capacità di persuadere e influenzare gli altri non solo apre porte, ma spalanca intere autostrade verso il successo personale e professionale. In questo articolo, esploreremo a fondo il potere della comunicazione…
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L’ETIOPIA E LA SOMALIA PONGONO FINE ALLE RIVALITÀ DOPO DECENNI
Etiopia e Somalia hanno raggiunto un accordo per risolvere la storica disputa sui piani dell’Etiopia di avere uno sbocco al mare nel Somaliland.
Questo accordo, mediato dalla Turchia, segna un momento cruciale nella ricerca di stabilità e cooperazione regionale nel Corno d’Africa. Le radici del conflitto tra Etiopia e Somalia risalgono al processo di espansione dell’Impero Etiope nella regione dell’Ogaden, abitata da somali, durante la fine del XIX secolo. Nel 1964, poco dopo l’indipendenza della Somalia, scoppiò il primo grande conflitto tra i due Paesi, centrato sulla regione dell’Ogaden che la Somalia rivendicava su base etnica. I due Paesi continuarono a sostenere gruppi ribelli all’interno dei confini dell’altro, destabilizzando la regione. La caduta del regime di Siad Barre in Somalia nel 1991 portò al collasso dello stato somalo e a un lungo periodo di guerra civile e disordine, fornendo all’Etiopia il pretesto per intervenire negli affari interni della Somalia.
L’accordo raggiunto ad Ankara garantisce l’accesso dell’Etiopia al mare, un aspetto cruciale per le aspirazioni economiche della Nazione che non lo aveva, rispettando al contempo la sovranità della Somalia; è stata concordata inoltre la formazione di un comitato congiunto per gestire eventuali future controversie territoriali o economiche. I due Paesi hanno concordato di lasciarsi alle spalle quelle che la dichiarazione ha descritto come “differenze e questioni controverse” e di cooperare per una prosperità condivisa. L’accordo rappresenta un passo significativo non solo per migliorare le relazioni bilaterali, ma anche per stabilizzare l’intera area.
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Fonte: Ministero degli affari esteri della Turchia; foto di Somaliland Reporter
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4 SETTIMANE CHE CAMBIERANNO LA TUA VITA
Quindi, ogni settimana del piano prevede tre compiti da integrare nella tua vita e mantenere per tutto il mese. Idealmente anche più a lungo, ma questo lo decidi tu.
- Settimana 1. Pulizia del corpo e della mente**
Svegliarsi presto, intorno alle 6 del mattino. In questo modo si ottiene del tempo per sé, che durante il giorno manca sempre. Il risultato? Silenzio e tranquillità, puoi occuparti delle tue cose senza distrazioni mentre gli altri dormono. È il momento perfetto per pratiche mattutine, per preparare il corpo a vivere la giornata al 100%. La pigrizia e la mancanza di voglia di alzarsi presto non sono sintomi di stanchezza. Quando la vita risplende di colori, ti alzi con facilità. Oppure... ti alzi con facilità e la vita comincia a risplendere!
Alimentazione leggera. Per i cambiamenti che ci attendono, avremo bisogno di enormi quantità di energia. Attualmente, potrebbe essere impiegata solo per mantenere il corpo in condizioni normali, nonostante gli effetti di alcol, sigarette, cibi pesanti e grassi, dolci, ecc. Ognuno ha la sua lista di debolezze: individua e taglia le tue. Puoi scegliere il tipo di alimentazione che ti sembra più giusta.
Riduci le porzioni e non mangiare abbondantemente prima di dormire. Per il resto, ascolta il tuo corpo o consulta un nutrizionista.
L'importante è non sovraccaricarti con compiti eccessivi per eliminare e digerire tossine. Anzi, facilita al massimo il lavoro del corpo, nutrendolo con cibo sano, leggero e gustoso. Sarai pieno di energia per agire.
Sport. Il tono e la salute del corpo fisico sono condizioni necessarie per la salute spirituale. E il movimento, come sappiamo, è vita. Per risvegliare la vita (e lo spirito) in un corpo stanco, devi muoverti! In qualsiasi modo che ti vada bene. Cerca di muoverti ogni giorno: balla davanti allo specchio prima di andare al lavoro, usa le scale al posto dell’ascensore, fai un allenamento completo in palestra, non importa.
- Settimana 2. Pulizia dello spazio, degli impegni e delle relazioni**
Pulizia dello spazio. Butta via tutto! Ricorda che ogni oggetto in casa non occupa solo spazio, ma anche un po' della tua energia. Anche il più piccolo. Ne vale la pena? Tieni solo ciò che è veramente utile e che ti porta gioia, che ti ispira e che ami.
Pulizia degli impegni. Ricordi da quanto tempo ti riprometti di migliorare il tuo inglese? Quante volte hai promesso di andare a trovare la zia Maria? E quanti punti della lista dei buoni propositi di Capodanno hai rimandato per anni? Ricorda tutte le promesse fatte a te stesso e agli altri. E decidi cosa farne. Hai due opzioni: (1) farlo, (2) cancellarlo per sempre dalla tua lista. Ma se non puoi cancellare la zia Maria, vai subito a trovarla.
Svolgi i compiti anziché portare il peso della responsabilità e dell’insoddisfazione verso te stesso.
Pulizia delle relazioni. Interrompi tutti i rapporti che ti tirano indietro e ti portano depressione. Smetti di frequentare chi ti critica costantemente o chi è sempre insoddisfatto. Taglia con chi non condividi più nulla o con chi non hai niente da imparare. Impara ad andartene e a dire “no”.
Permettiti di essere considerato "ingrato", "maleducato", "pazzo", "stronzo" — se questo è il prezzo della libertà. Eccezione: i genitori. Con loro, credo, bisogna sempre cercare di migliorare il rapporto, per quanto difficile possa essere.
- Settimana 3. Piani, obiettivi e sogni
Scrivi e realizza i piani. Ci è rimasta la lista delle cose da fare dalla settimana precedente. Come ti sembra? Ti dà gioia, entusiasmo e voglia di agire subito? Se no, forse devi cancellare altri punti. O completali e cancellali.
In entrambi i casi, avrai una carica di energia e voglia di vivere. E magari ti verrà voglia di scrivere nuovi obiettivi che ti emozionano davvero. Ricorda ciò che ami o amavi. Pianifica non solo lavoro e denaro, ma anche riposo, tempo con amici e persone care, e tempo per te (questo punto lo dimentichiamo sempre). Scrivi un piano che desideri realizzare, che ti faccia tremare le gambe per l’eccitazione.
Fai della tua vita un libro che ti piacerebbe leggere.
Poi aggiungi al libro scadenze e passi concreti.
Lista delle incredibilità. Uno dei miei esercizi preferiti. Lo pratico ancora, e ogni volta divento più audace (e pensare che sembrava impossibile!). Consiste nel scrivere una lista di sogni che non si avvereranno mai. Sogni così incredibili e irraggiungibili che sembrano impossibili. Parliamo di cose come dominare il mondo o scalare l’Everest (e hai già 89 anni).
Spegni il critico interiore e immagina che tutte le possibilità del mondo siano ai tuoi piedi, pronte a realizzarsi con uno schiocco di dita. Hai tutto il tempo, i soldi, le connessioni, e le abilità di cui hai bisogno. Cosa vorresti?
Pianifica ogni giorno. Ogni sera, scrivi un piano per il giorno successivo. Breve, approssimativo, come preferisci, ma deve esserci. E fallo la sera — è importante. Anche se non lo segui per niente, la tua produttività aumenterà. Garantito!
E non dimenticare di rivedere il piano generale e chiederti: sto andando nella giusta direzione? Verso cosa? Mi sto muovendo davvero? Perché?
- Settimana 4. Espandere i confini
Prova a vivere diversamente. Nelle piccole cose. Vai al lavoro facendo una nuova strada. Entra in un bar sconosciuto o in un negozio molto costoso. Prova un nuovo sport. Fai qualcosa che non hai mai fatto prima.
Ogni giorno, mentre fai le tue cose, chiediti: cosa posso fare in modo diverso proprio ora? Crea l’abitudine di provare cose nuove, allontanandoti gradualmente dalle solite routine.
Esci dalla tua zona di comfort. Ovviamente, se hai fatto tutto quanto detto finora, hai già fatto un bel passo fuori dalla zona di comfort. Ma qui andremo oltre, affronteremo le tue paure. Non solo le guarderemo negli occhi, ma le affronteremo. Hai paura delle altezze? Facciamo paracadutismo. Hai paura del tuo capo? Vai da lui con nuove proposte. Hai paura delle nuove compagnie? Vai a una festa da solo, senza nasconderti dietro una conversazione con amici. Imparerai a gestirti in queste situazioni.
Riposa. Pensavi fosse solo lavoro? No. Riposo obbligatorio fuori casa, senza internet e in solitudine. E fornisci a te stesso un feedback onesto. Cosa è successo? Come è andata? Quali cambiamenti ci sono stati? E come vivere dopo tutto questo?
Quello che ti aspetta a metà di questo percorso (non dico alla fine, perché è una strada infinita) supererà le tue aspettative. Facendo queste (semplicissime!) cose quotidianamente e integrandole nella tua vita, sentirai armonia e potenza, vedrai la luce alla fine del tunnel e il sentiero che ti mostrerà la giusta direzione. Col tempo, quel sentiero diventerà una strada.
Buona Pratica
Luigi Silvestri
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Maldini: “Milan senza amore e ideali. La storia non si cancella”
di Enrico Currò
Paolo Maldini, perché ha aspettato quasi 6 mesi per rompere il silenzio dopo il suo licenziamento e quello del ds Massara?
“Perché avrei parlato troppo di pancia. Ma ora è maturo il tempo per analizzare quanto è accaduto con quella serenità che la distanza temporale permette. Mi piace essere onesto e prendermi le mie responsabilità, ma vorrei che le cose venissero considerate nella loro effettività e valutate nella maniera giusta. Farei subito una premessa”.
Prego.
“Sarò per sempre grato a Leonardo, che mi ha chiamato nel 2018, al fondo Elliott, che mi ha fatto firmare il primo contratto e a Redbird che me lo ha rinnovato, anche se con qualche difficoltà. In questi 5 anni ho imparato tanto, ho avuto relazioni personali e professionali che mi porterò dietro per sempre e sono anche cresciuto in un ruolo completamente diverso, il che non era scontato: la regola è che spesso il grande calciatore non riesca a fare quel salto di qualità. Ci sono persone che sono di passaggio in istituzioni come il Milan, nel mondo dei club di calcio di profilo internazionale, e che non hanno un reale rispetto della sua identità e della sua storia. Non sono incaricate e non si muovono per dare una visione per le nuove generazioni di tifosi. Spesso sono manager che vengono a lavorare in un grande club di grande prestigio e popolarità anche per migliorare il proprio curriculum e poi andare da un’altra parte. Per contro, invece, ci sono persone che hanno a cuore tutte queste cose, molto più a lungo termine e molto più legate agli ideali che il club, nel corso della sua storia, ha insegnato a tanti, sul campo e fuori. Purtroppo, nel calcio professionistico moderno, la popolazione della prima tipologia di persone sta diventando sempre più numerosa. Io credo che bisognerebbe tenersi stretto chi è portatore di ideali e orienta il proprio lavoro per salvaguardarne valori e identità”.
Non si aspettava il divorzio?
“Se il Milan è stato venduto a 1,2 miliardi di euro e la proprietà vuole cambiare l’organigramma, ne ha il diritto. Anche in questo caso, però, le modalità sono importanti e tante cose non sono andate come sarebbe stato doveroso, per rispetto delle persone e dei loro ruoli. Ho dovuto discutere per trovare un accordo e per non rinunciare ai miei diritti, ma avevo detto subito all’ad Furlani che l’ultima cosa che avrei voluto era un contenzioso con il club: vi rendete conto, gli ho spiegato, che sarebbe la seconda causa di una leggenda del cub al gruppo proprietario del Milan in due anni, dopo quella (persa!) con Boban? Una cosa è certa: il mio amore per il Milan sarà sempre incondizionato. Da figlio di Cesare. Da ex capitano. Da papà di Christian e Daniel, che al Milan sono passati. E poi anche da dirigente: sono stati cinque anni fantastici”.
A giudicare dai cori per lei, nello spettacolo teatrale di Giacomo Poretti cui ha preso parte a Milano, il pubblico ha capito.
“Spesso si pensa che il pubblico non capisca e che si faccia condizionare dalla comunicazione, magari studiata a tavolino, ma per fortuna così non sembra. È inutile nascondere che tutti quelli che hanno avuto a che fare con la galassia Milan in questi anni siano stati indirizzati nel veicolare sui media compiacenti una certa storia: chi dice il contrario sa di mentire a se stesso. Io ho pensato agli interessi esclusivi della squadra (e perciò del club, dal momento che la squadra rappresenta l’asset principale di una società sportiva), credendo che i risultati avrebbero avuto la meglio su una narrazione proposta senza curarsi del fatto che corrisponda o meno alla realtà. E la verità è che spesso ex calciatori come me, Boban e Leonardo, hanno sempre esercitato il proprio ruolo in piena autonomia di giudizio, ma senza mai travalicare i rispettivi ambiti di competenza. Aggiungo che questa indipendenza deve sempre contraddistinguere noi stessi, che quasi certamente non potremmo farne a meno, anche quando assumiamo ruoli o responsabilità manageriali. Si chiama, se non sbaglio, professionalità”.
Secondo Gerry Cardinale, l’azionista di controllo del Milan, lei era un individualista, allergico al lavoro di gruppo.
“Appunto, direi che confonde l’individualismo con la volontà di essere responsabile nel prendere le decisioni previste dal mio ruolo e magari nel pagarne le conseguenze, trascurando peraltro le prerogative che il contratto, che lui ha firmato, mi attribuiva. Io non mi sono mai sottratto al confronto: il confronto quotidiano stimola l’ingegno e apre a visioni diverse. Siamo spesso circondati da persone che ci danno sempre ragione: avere amici o colleghi che sfidano le tue certezze è una benedizione. In questi cinque anni ho capito che la capacità di assumere e gestire responsabilità personali, cioè individuali, non è così comune. Chi ha giocato a calcio ad alto livello ha meno paura di fallire, essendo stato giudicato per tutta la vita ogni tre giorni. Questo rappresenta un grande vantaggio e ha un grande impatto su un’azienda, ma può non essere gradito a chi non è aperto al confronto e non condivide neppure l’idea anche di rispondere dei propri errori, che per me è normalissima, sana, dialettica di ogni gruppo dirigente che si rispetti. Io ho sempre voglia di imparare: alcune cose del passato, ad esempio alcune critiche al Milan, oggi non le farei più, perché ho capito che cosa vuol dire gestire l’ area tecnica di una società ambiziosa, a livello globale, nello sport professionistico”.
Da che cosa erano dettate quelle critiche?
“Più dal sentimento che dalla ragione e sinceramente dalla poca esperienza: certe dinamiche, fino a quando non sei dall’altra parte, non puoi capirle. Il primo anno l’ho passato ad ascoltare e imparare, era apprendistato. Nei primi 6 mesi mi sentivo inutile, ma Leonardo mi diceva: stai solo imparando. Non è facile avere come interlocutore un fondo americano o un Ceo sudafricano: la mia visione del calcio, rispetto al 2018, è stata stravolta. Ma lo ripeto: non ho mai avuto, né avrò mai paura del confronto”.
E sul mercato?
“È stato veicolato il concetto che io e Massara siamo stati allontanati perché non condividevamo obiettivi e strategie di mercato: niente di più lontano dal vero. Anche da un punto di vista formale. Infatti, se parliamo delle condizioni di ingaggio, non ho mai avuto potere di firma neanche per i prestiti. Ogni giocatore che è stato preso è stato scelto da me, Boban e Massara, ogni scelta condivisa con l’ad e con la proprietà. Ma la firma era sempre di qualcun altro che avallava l’operazione. Più o meno sono 35-40 i giocatori del nostro ciclo e io non ho firmato i contratti per nessuno di loro, neanche per quelli in prestito, perché non avevo il potere di firma, non l’ho mai voluto. Anzi, tante soluzioni proposte non sono state approvate: mi è stato detto di no tantissime volte. Capita. A volte mi dicevano semplicemente di no, a volte veniva ridimensionato il budget. Nelle riunioni sentivo spesso: “Io non capisco niente di calcio”, ma alla fine c’era sempre un però. Non sono nato ieri, ho abbastanza esperienza per capire che sia normale una certa differenza di vedute, a volte anche un’interferenza da parte della proprietà nelle scelte tecniche dell’area sportiva, che poi, nel caso specifico, è il core business dell’azienda, tale da spostare gli equilibri finanziari. Tuttavia essere accusato di non avere voluto condividere non lo trovo affatto giusto. E poi io penso che le proprietà, specialmente se straniere, non abbiano ancora raggiunto una piena consapevolezza di quali siano la mole e il tipo di lavoro svolti all’interno del club dalle varie aree, in particolare da quella sportiva, soprattutto nel mercato italiano. Preciso che tutti i giocatori che sono arrivati sono stati approvati da me: non mi è stato mai imposto niente e nessuno, anche perché me ne sarei andato il giorno dopo. Per lo stesso ingaggio di Zlatan, a suo tempo, erano servite parecchie riunioni”.
A proposito di Ibrahimovic, pensa che tornerà al Milan?
“Non lo so, non conosco i termini della questione, né l’eventuale ruolo, leggo che sarebbe indicato come consigliere personale di Cardinale. Quello che gli posso suggerire è di seguire il mio stesso percorso: all’inizio sarebbe logico osservare e imparare prima di agire”.
Anche se la ferita sarà dolorosa, può tornare a quel 5 giugno fatidico?
“Gerry Cardinale mi ha chiamato per colazione e dopo un commento sull’addio al calcio giocato di Zlatan mi ha detto che voleva cambiare e che io e Ricky Massara eravamo licenziati. Gli ho chiesto perché e lui mi ha parlato di cattivi rapporti con Furlani. Allora io gli ho detto: ti ho mai chiamato per lamentarmi di Furlani? Mai. C’è stata anche una sua battuta sulla semifinale di Champions persa con l’Inter, ma diciamo che le motivazioni mi sono sembrate un tantino deboli. Le cosiddette assumptions, gli obiettivi sportivi ed economici di inizio stagione, erano state clamorosamente superate”.
Quali erano?
“Ipotizzando l’eliminazione dalla Champions, qualificarsi per la Champions successiva e passare un turno in Europa League”.
Il club dava per scontato che in Champions la squadra non avrebbe passato la fase a gironi?
“Erano previsioni molto conservative, che tra l’altro sono stata riconfermate quest’anno anche dopo la campagna acquisti importante di quest’estate. Ma nella scorsa stagione, a livello economico, la semifinale ha portato almeno 70 milioni di introiti in più, oltre all’indotto derivante da sponsorizzazioni e ticketing, settori in cui abbiamo battuto record su record. Non è un caso che poi l’ultimo bilancio porti il segno positivo. Quel bilancio è riferito alla stagione 2022-2023. Siamo andati ben oltre il risultato sportivo, era impossibile imputarmi di non aver centrato gli obiettivi”.
Cardinale eccepiva?
“Cardinale l’ho incontrato di sfuggita in occasione di qualche partita di Champions, ma nell’arco di un anno ho avuto solo una chiacchierata su come andasse la gestione sportiva. Mi ha scritto 4 messaggi per i vari passaggi del turno, senza neanche chiamarmi. La prima cosa che mi ha detto, quando ci siamo conosciuti, è stata che dovevamo fidarci l’uno dell’altro, ancora prima di conoscerci di più, perché non avevamo tempo. Io mi sono fidato e sinceramente come è andata è noto a tutti. Io credo che la decisione di licenziare me e Massara fosse stata presa molti mesi prima. E a posteriori mi vedo costretto a riconsiderare il rapporto con alcune persone, che lavoravano con me e che sicuramente, mi riesce difficile immaginare il contrario, erano già al corrente di quella decisione. D’altronde il contratto, di due anni con opzione di rinnovo, mi era stato rinnovato solo il 30 giugno 2022 alle 22. Credo che all’epoca sarebbe stato troppo impopolare mandarci via, perché avevamo appena vinto lo scudetto”.
Che cosa le disse la società?
“Cardinale voleva vincere la Champions. Io gli dissi che era necessario un piano triennale per pensare a quell’obiettivo e lui mi propose due anni più opzione di uno. In quel momento chiesi due anni: pensavo che ci sarebbe stato tempo, dopo, per discutere di piani. Se poi fosse stato contento, mi avrebbe proposto il rinnovo lui”.
È vero che a febbraio 2023 lei aveva presentato un piano triennale di sviluppo?
“Verissimo. In 3-4 mesi, da ottobre a febbraio, l’ho preparato con Massara e con un mio amico consulente. Erano 35 pagine: raccontavo i 4 anni trascorsi e gli obiettivi, secondo una strategia sostenibile economicamente, ma con la necessità di un salto di qualità”.
Risposte?
“Nessuna. Ho mandato il piano a Cardinale, a due suoi collaboratori molto stretti, con uno dei quali si tenevano call settimanali ogni lunedì alle 18, e all’ad Furlani. Non ho ricevuto alcuna risposta. Forse non abbiamo ascoltato il campanello d’allarme perché eravamo concentrati sulle tante cose che il mio ruolo e quello di Massara prevedono. Dopo avere acquistato circa 35 giocatori ci viene contestato l’ingaggio di De Ketelaere, che peraltro aveva 21 anni, un’età in cui non sempre l’adattamento è immediato. Chi ha giocato a calcio sa che non sempre si è strutturati a quell’età per sostenere un salto così importante come quello fatto da Charles: i ragazzi vanno aspettati, aiutati, coccolati e ripresi, continuamente. Chi pensa che il lavoro dell’area sportiva sia solamente quello di fare mercato sbaglia tutto: allenatori, calciatori e staff hanno bisogno di supporto continuo. Spesso si scommette solo sul talento senza sapere come svilupparlo, gli esempi più lampanti sono Chelsea e Manchester United: grandissimi investimenti sul mercato e gestione insufficiente portano a risultati molto scadenti. Non sempre il talento viene riconosciuto, quando si scommette su potenzialità di ragazzi giovani il rischio di insuccesso è molto alto. Dopo appena 3 mesi di lavoro, Boban e Massara ed io fummo chiamati a Londra da proprietà e Ceo e praticamente esautorati, delegittimati ad esercitare i nostri ruoli, perché i vari Leao, Bennacer e Theo non piacevano. Noi sapevamo che il Leao del Lille poteva diventare una stella, ma che gli sarebbe servito un percorso e la stessa cosa valeva per Theo, Ismael e per tutti quelli che sono arrivati successivamente. Ricordiamo sempre da dove siamo partiti”.
Vuole riassumere?
“Nel 2018-19 avevamo una squadra avanti con gli anni e poco performante, erano ormai sei anni che il Milan non si qualificava per la Champions League. Il valore complessivo della rosa era di circa 200 milioni e il monte ingaggi di 150. La ristrutturazione, con giocatori giovani, è stata fatta in 4 anni con una spesa al netto delle cessioni di 120 milioni, 30 a stagione e 15 per sessione. Il valore della rosa è passato a circa 500 milioni, il monte ingaggi è sceso il primo anno a 120 e poi a 100 per i tre successivi, anche se, come spiegavo nel piano strategico, il taglio degli stipendi aveva portato al mancato rinnovo di giocatori come Çalhanoglu e Kessié, con i quali avremmo avuto un centrocampo tra i più forti d’Europa. Alla fine della stagione scorsa contavamo tre partecipazioni di fila alla Champions, uno scudetto vinto dopo11 anni, una semifinale di Champions dopo 16 e un bilancio in positivo dopo 17 . Se si resta sempre sul filo, basta sbagliare una stagione per rovinare il lavoro fatto in quelle precedenti”.
Qual era il budget per il 2023-24?
“Nelle squadre di calcio in genere la previsione di budget va affrontata intorno a marzo, ma il mio settore, tra l’altro il più importante, era l’unico per il quale non se n’era ancora parlato. Più volte ho chiesto un incontro per parlare di numeri e strategie, dato che non si può aspettare giugno per programmare il mercato. Poi, 4 giorni prima del licenziamento, Furlani mi ha comunicato molto imbarazzato che il budget sarebbe stato molto basso. A prescindere da come è finita, io sono contento per il Milan e i suoi tifosi per almeno due cose: il budget di spesa sul mercato, dopo la nostra partenza, è finalmente raddoppiato, al netto cioè della cessione di Tonali, e il monte ingaggi è finalmente cresciuto, in linea con il piano che avevamo inviato. Il nostro documento strategico deve essere diventato improvvisamente fonte di ispirazione!”.
Avreste mai ceduto Tonali?
“Avremmo fatto tutto il possibile per non lasciarlo andare via, anche di fronte a un’offerta così importante. Non siamo mai stati totalmente contrari alla cessione di uno dei nostri calciatori importanti, ma non c’era neanche una reale necessità. Mi piace ricordare che spendemmo per acquistarlo una cifra pari a circa un quinto del valore di cessione di dominio pubblico e che anche in quel caso dovemmo discutere animatamente con Ceo e proprietà: nessuno di loro voleva comprarlo, neanche l’area scouting”.
Poi Tonali è incappato nel caso scommesse.
“Sono rimasto scioccato. Mi dispiace: non mi sono reso conto del suo disagio. Questo mi fa capire una volta di più che non si fa mai abbastanza per cercare di gestire e capire questi ragazzi. È una sconfitta anche per noi quello che è successo a Sandro”.
Colpa dei social?
“Ai giocatori dicevo spesso di distinguere la vita reale da quella dei social, anche quando si sentono attaccati e offesi da un mondo senza regole. Si deve aspirare a qualcosa di più radicato e profondo, anche se il “sentiment”, una parola che ho sentito spesso a Casa Milan e che mi fa sorridere, magari è un altro. Di sicuro, come abbiamo detto precedentemente, acquisti e cessioni sono solo una piccola parte del lavoro dell’ area sportiva”.
Qual è quello meno appariscente?
“Il lavoro con i giocatori. Con Leao, Theo Hernandez, Bennacer, Maignan, Kalulu, Thiaw, Tomori e molti altri, il vero lavoro è stato supportarli nel loro sviluppo. Se noi pensiamo che i giocatori non abbiano bisogno di supporto, sbagliamo. Sinceramente, quando oggi leggo che Theo e Leao sono il problema del Milan, dico che al mondo si può davvero raccontare tutto e il contrario di tutto: sono due campioni, ma la loro crescita non è ancora completata e necessitano di qualcuno che li aiuti. I giocatori hanno bisogno di tempo per maturare e di persone che parlino con loro: è anche il bello del nostro lavoro, è il frutto della nostra esperienza. Spesso ho fatto mente locale, pensando a me quando ero calciatore: allora non si usava, ma avrei avuto tantissimo bisogno di supporto. D’altronde, se l’equazione tra la spesa sul mercato e il risultato fosse corretta e infallibile, Psg, Chelsea e Manchester United avrebbero vinto tutto più volte”.
Nel Milan attuale manca una figura del genere: tutto ricade sulle spalle di Pioli.
“Innanzitutto Stefano andrebbe ringraziato sempre dai tifosi milanisti, il suo lavoro è stato fondamentale per la crescita dei giovani calciatori che sono arrivati al Milan, li ha fatti giocare e li ha aiutati a diventare quello che sono adesso, è stata una figura chiave delle nostre fortune. Vorrei ricordare però che l’allenatore è una tra le persone più sole del mondo del calcio. Dargli compiti che esulano dai suoi lo renderà sempre più solo, se non verrà supportato”.
Avrebbe voluto sostituire Pioli con Pirlo?
“Il ruolo di responsabile dell’area tecnica nel settore sportivo impone di avere incontri e confronti frequenti. Sono un momento di crescita generale, se avvengono con toni rispettosi, come è sempre successo. Ci stavamo già confrontando per la stagione successiva. Siamo stati noi a rinnovare il suo contratto fino al 2025, perché lo meritava. Se ci fosse stata, come negli anni passati, un’unità di intenti e visioni con gli obiettivi societari, non vedo perché l’avremmo dovuto cambiare”.
Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha dichiarato che senza di lei adesso il gruppo di lavoro è unito.
“Mi dà fastidio come si raccontano le cose. Il Milan merita un presidente che faccia solo gli interessi del Milan, insieme a un gruppo dirigenziale che non lasci mai la squadra sola. La condivisione e il supporto sono principi da attuare nei momenti belli come in quelli brutti. In questi anni non ho mai percepito una chiara condivisione di che cosa voglia dire lavorare di squadra: non mi ha mai ha chiesto se ci fosse stato bisogno di due parole di incoraggiamento ai giocatori e al nostro gruppo di lavoro, in pubblico o in privato. Mai ho ricevuto supporto nei tanti momenti difficili. Anzi. In tribuna l’ho visto spesso andare via quando gli avversari pareggiavano o passavano in vantaggio, magari solo per non trovare traffico. Mentre me lo ricordo puntualissimo in prima fila, quando abbiamo vinto lo scudetto: per questo non so che cosa si sia voluto dire con l’espressione “gruppo unito senza” di me. Ma è evidente che io ho un concetto diverso di condivisione e di gruppo. Posso dire che la stessa cosa è avvenuta anche con i due Ceo Gazidis e Furlani”.
Che cosa pensa dei famosi algoritmi?
“La narrazione su questo tema mi ha fatto un pochino sorridere: non c’è bisogno di scomodare gli algoritmi per prendere Loftus-Cheek, Pulisic e Chukwueze, basta utilizzare per il mercato i soldi che una società che finalmente fattura 400 milioni merita. Non si possono paragonare le quattro annate precedenti con l’ultima, abbiamo combattuto sul mercato con armi diverse, ma mi fa piacere che adesso non ci sia più il freno a mano tirato. Detto ciò, abbiamo sempre utilizzato l’intelligenza artificiale, strumento ormai indispensabile in qualunque attività, senza tuttavia pensare ragionevolmente che una società sportiva possa essere gestita da un algoritmo. Le molteplici variabili del calcio non lo consentirebbero. È forse per questo che ancora questo sport appassiona milioni di persone”.
Lei ha detto di avere imparato ad apprezzare la cosiddetta sostenibilità.
“Sì, è stata una sfida. La sostenibilità mi ha conquistato: avevamo poche possibilità di riuscita, ma è stato molto sfidante tagliare del 30% il monte ingaggi, rinnovare la rosa e aumentare il valore dei calciatori arrivando allo scudetto e a 3 anni di Champions, dopo 7 senza. L’ho fatto con Boban e Massara, attraverso condivisione di principi, di conoscenza ed esperienza, e utilizzando anche strumenti, legati alle statistiche, che io e Zvone conoscevamo meno rispetto a Ricky. Pensiamo che siano parte di una decisione finale che deve essere presa da persone che abbiano una visione completa”.
Il nuovo stadio è davvero così centrale per il salto di qualità?
“Lo stadio è stato un motivo di scontro. Io non potevo mettere la faccia su un progetto da 55-60 mila posti, quasi tutti corporate e con pochissimi biglietti popolari. Non potevo lasciare un’eredità così alle nuove generazioni milaniste. Non potevo supportare questo piano. Ho lottato per fare capire che serviva uno stadio più grande e con parte di posti accessibili a tutti. La media di oltre 70 mila spettatori a San Siro, la scorsa stagione, dimostra che avevo ragione”.
Qual è la sua idea?
“Un nuovo San Siro moderno e accogliente è fondamentale. L’idea che lo stadio nuovo dia 80 milioni in più da investire sul mercato è da rivalutare, come dimostrano i numeri della stagione scorsa. Quando raccontavo le potenzialità e l’unicità che ha il Milan rispetto ad altri club, probabilmente suscitavo ilarità. Ma io so che è così. Se ci fosse la possibilità, e in questo il sindaco è assolutamente responsabile, lo stadio lo farei a San Siro, magari ancora con l’Inter. Dopo 5 anni non solo non c’è il primo mattone, ma non sappiamo neanche dove si farà lo stadio: non mi sembra un gran successo. Quella del nuovo San Siro sarebbe anche una grande occasione per la rivalutazione dell’area: è verde destinato ai cittadini di una zona di Milano che rischia l’abbandono. Milano, negli ultimi 10 anni, è ridiventata trainante in Europa perché abbiamo superato vecchie barriere mentali. Dobbiamo avere paura del degrado, non del futuro. L’attuale San Siro è iconico, ma rendiamoci conto che sono stati i grandi campioni che ci hanno giocato a renderlo tale. È ancora fantastico dal punto di vista sportivo, ma serve una nuova storia: il passato è passato, Milano ha sempre guardato al futuro”.
Nel passato il Milan aveva molti più giocatori italiani.
“I ragazzi italiani devono avere più coraggio, devono darsi una mossa. Se occorre, devono andare anche a giocare di più all’estero, dove i giovani vengono buttati nella mischia. Li fanno giocare e loro devono dimostrare di essere all’altezza. In Italia li teniamo spesso nella bambagia”.
Conferma di avere pensato a Messi?
“Confermo che ci abbiamo pensato. Dopo il Barcellona era libero e il club ha fatto fare una proiezione sull’indotto del suo ingaggio. Era un’operazione fattibile, ci avrebbe aiutato il decreto crescita. Ne valeva la pena. Ma quando ho sentito Leonardo, ci ha detto che l’affare col Psg era già molto avanti ed è rimasta solo un’idea”.
Paolo Maldini dirigente in Arabia Saudita: è solo una suggestione?
“Per il mio lavoro le alternative al Milan sono molto limitate. Non potrei mai andare in un’altra squadra italiana, eventualmente valuterei solo l’offerta di una squadra straniera di alto livello. A me piace vincere e costruire. L’Arabia potrebbe essere una opzione stimolante, chissà”.
Resterà nel board Uefa di ex campioni e allenatori per le riforme tecniche del calcio?
“Sì. L’idea di Boban è azzeccata. Continuerò. Nel confronto tra arbitri, capi arbitri, ex calciatori e allenatori su determinate regole, mi ha impressionato la quasi unanimità dei calciatori, con grande sorpresa degli arbitri. Il distacco è evidente, la prospettiva è diversa, il calciatore capisce l’intenzionalità del gesto. L’esempio è il fallo di mano: il 95% di allenatori ed ex calciatori la pensavano alla stessa maniera. Io sono per interrompere le partite il meno possibile: lo spettacolo non è interrompere, però si deve imparare ad accettare anche l’errore. Quanto agli infortuni, si gioca troppo, ma la voce del calciatore non viene mai ascoltata”.
Dai 10 ai 41 anni al Milan da giocatore, dai 50 ai 55 da dirigente: la storia si è davvero interrotta?
“Non so, il legame è troppo forte e tale resterà per sempre: la storia non si può cancellare. Non credo che da dirigente avrei lavorato da un’altra parte. Non avrei iniziato altrove a fare il dirigente, 9 anni dopo avere smesso di giocare. Non stavo aspettando l’offerta, la vita andava avanti. C’era stato qualche abboccamento con Barbara Berlusconi e poi con Fassone e Mirabelli. Se fossero arrivate le giuste condizioni, avrei forse accettato e così è stato con Elliott. Io voglio solo dire grazie alla vita che mi ha dato questa opportunità e al Milan che per l’ennesima volta mi ha dato la chance di fare qualcosa che mi ha dato una soddisfazione personale, relazionale, che mi ha riempito il cuore. Provo affetto per quello che è stato costruito, per i ragazzi che abbiamo preso e plasmato, per i loro genitori. Ho ricordi indelebili con persone di alto livello morale: Leo, Zvone, Ricky, Virna, Angelo, Marina e Antonia, solo per citarne alcuni, anche gli altri sanno che rimarranno sempre nel mio cuore”.
Poi è arrivato il 5 giugno.
“E adesso leggo la rappresentazione di una nuova era, di un Berlusconi 2: un ripassino della storia italiana, politica e imprenditoriale degli ultimi 40 anni, forse farebbe bene a tutti. L’ho detto quel giorno stesso, prima del mio congedo: oggi comandate voi, ma per favore rispettate la storia del Milan”.
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Cose per cui devi avere del tempo:
Prenderti cura di te stesso: siamo sempre di corsa, viviamo di burnout come fosse la normalità e ci siamo dimenticati che il nostro benessere fisico e mentale non è uno scherzo. Il nostro impatto sulle persone è grande, il rapporto che abbiamo con noi stessi è fondamentale;
Meditare: meditare o ritagliarsi del tempo per riorganizzare le idee, riflettere, progettare. Quante volte siete arrivati alla fine della giornata senza riuscire a ricordare quante cose avete fatto? Come siano potute accadere determinate cose? Oppure, peggio ancora, come siate stati in grado di buttare via tutto quel tempo senza concludere niente?
Fare attività fisica: trascorriamo sempre più tempo al chiuso, seduti davanti una scrivania, tendiamo ad ingrassare e poi a fare diete improbabili (ed inutili) pur di non fare sforzo alcuno. Avere un corpo prestante, forte e in salute deve essere un obiettivo;
Incontrare gli amici/costruire amicizie: per gli stakanovisti (come me) in ascolto: le amicizie sono importanti! Smettetela di rimandare appuntamenti, di tirare fuori scuse per non uscire, di dire che non avete tempo. Non è bello né salutare privarsi di rapporti che arricchiscono la nostra vita e la rendono migliore;
Avere una relazione: siamo nell'era in cui concepiamo le relazioni amorose come un freno alle nostre carriere, un limite alle nostre vite e a tutto ciò che è la nostra persona. Ma non è così. Un partner è un valore aggiunto enorme, avere una relazione stabile non può far altro che migliorare esponenzialmente la nostra esperienza quotidiana;
Lavoro: è una parte importante della nostra vita perché richiede molto tempo e sacrificio. Essere soddisfatti della propria posizione lavorativa, della propria professione, del proprio operato, non ha prezzo. Dobbiamo dare il nostro meglio ogni giorno per essere soddisfatti di noi stessi;
Interessi: abbiamo bisogno di coltivare i nostri interessi, fare cose stimolanti, che ci piacciono, che ci rendono felici. Non siamo solamente il nostro lavoro, dovremmo ricordarcelo più spesso;
Apprendimento: imparare cose nuove, costantemente, è una cosa che dobbiamo a noi stessi. Non possiamo adagiarci su quelle quattro cose che sappiamo e farcele andare bene. Non ci basterebbero 100 vite per imparare tutto o leggere tutti i libri del mondo, ma possiamo utilizzare la nostra unica vita per riempirci gli occhi di tutta la bellezza che riusciamo a cogliere.
#positivity#encouragement#positive mental attitude#self help#self improvement#inspiration#motivation
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Zainab al-Khalidi (1 marzo 1989) è un'insegnante presso l'università di Stoccolma mentre in precedenza era un'insegnante presso l'università di Falluja una venditrice per la bibita aranciata Mirinda,cameriera presso il ristorante halal Griled Grand Turkish Restaurant, lavoratrice per Pepsi Arabia e militante per Free Syrian Army di nazionalità saudita, è sorella minore di Umar al-Khalidi e discendente del guerriero Khalid Ibn al-Walid.
È attualmente sposata con Ibrahim al-Badri
Breve biografia
Zainab al-Khalidi nasce l'1 marzo 1989 mentre suo fratello maggiore Umar al-Khalidi nacque il 20 aprile 1986 da una famiglia saudita a Riyadh in Arabia Saudita.
Nel 2019, Zainab iniziò a lavorare presso Pepsi Arabia quando le condizioni lavorative per le donne hanno iniziato a migliorare e rimase in stretto contatto con suo fratello maggiore Umar al-Khalidi che la protegge.
Nel 2022, Zainab dall'emiro dell'Arabia Saudita viene proposta come moglie per l'ex califfo Ibrahim al-Badri che era allora nel centro riabilitativo saudita per ex jihadisti Mohammed Bin Naif Counseling and care center ma venne rifiutata di essere sposata perché voleva conoscerla prima meglio.
Il 30 ottobre, viene inviata ad Idlib in Siria in Free Syrian Army come militante e sposò Ibrahim al-Badri tramite l'imam saudita di origini irachene Mohammed al-Iraqi.
Il 12 novembre, Zainab si trasferisce a Samail in Oman insieme a suo marito Ibrahim al-Badri dove inizia a lavorare come cameriera presso il ristorante halal Griled Grand Turkish Restaurant.
Il 17 novembre, Zainab si trasferisce insieme a suo marito Ibrahim a New York dove inizia a lavorare come venditrice per la bibita aranciata Mirinda.
L'1 dicembre, Zainab si trasferisce a Falluja in Iraq insieme a suo marito Ibrahim al-Badri dove inizia a lavorare come insegnante presso l'università di Falluja.
Il 24 dicembre, Zainab si trasferisce a Stoccolma in Svezia insieme a suo marito Ibrahim al-Badri.
Il 4 gennaio, Zainab si fece l'estetica femminile dipingendonsi i capelli biondi e indossando le lenti di contatto azzurri soltanto durante il lavoro e quando esce con il marito.
Il 24 gennaio, Zainab cessa di indossare le lenti a contatto e ritorna ad essere mora, nello stesso periodo rimane incinta di suo marito Ibrahim ma quest'ultimo diventa più geloso e possessivo di prima perché teme che lo tradirà con Felix Foster sebbene i suoi sospetti non hanno prove.
Il 30 gennaio, Zainab tentò di chiamare la polizia svedese per denunciare gli abusi di suo marito Ibrahim al-Badri ma quest'ultimo le sequestra il telefono antico che lo buttò anche nella spazzatura ed infine viene segretata in una stanza di isolamento continuando a vivere nella tristezza,nervosismo e terrore.
Personalità:
Pesci con ascendentein Scorpione è una personalità enigmatica, difficile da conoscere. Il suo umore è molto fluttuante.
Adesso è gentile, un minuto dopo freddo come il ghiaccio. Tuttavia, è socievole e conquista facilmente le persone.
Cerca di essere ammirato dagli altri. Poiché è così chiuso e difficile da conoscere, può essere più ruvido e sembrare più freddo di quello che è in realtà, nascondendo emozioni profonde sotto una copertura indisturbata.
Molto intuitivo, può avere doni paranormali o una sensibilità extra psichica
Chiunque sia nato con un ascendente Scorpione è una persona misteriosa, che di solito gli altri hanno difficoltà a capire.
A prima vista, è freddo, riservato e sembra passare inosservato. Tuttavia, quando le persone acquisiscono la loro fiducia, diventano sempre più affettuose, affabili, mostrandosi persino estroverse se si sentono in un ambiente accogliente.
Quando si innamora è intenso, dominante e possessivo, ma anche molto fedele. Le relazioni intime non sono solo necessarie ma vitali: quando incontra qualcuno di cui si fida abbastanza da donarsi, diventa un amante meraviglioso.
L’amore per i bambini è una delle cose più importanti della sua vita e per loro è capace di tutto. Professionalmente, apprezzerà i lavori che consentono di approfondire la ricerca e il potere della leadership.
Gli piacciono le professioni che permettono loro di analizzare a fondo e in cui possono mostrare le loro abilità. Come dipendenti, sono persone molto intuitive e si sforzano di fare tutto il lavoro che gli viene chiesto di fare, ma a loro piace farlo a modo loro, per dargli un tocco personale.
Non amano però essere disturbati mentre fanno il loro lavoro, né ricevere ordini.
Tribù:
-al-Khalidi (discendenti del guerriero Khalid Ibn al-Walid)
-Quraysh (tribù discendente di Ismaele e nota per i califfato islamici)
Relazione con il marito:
Rapporto misogino che portato alla segregazione,violenza fisica e verbale,sottomessa con niente libertà,sogni e passioni, ridotta solo alla schiavitù e vive con tristezza e depressione tutti giorni.
Sin dal primo giorno che ha incontrato Ibrahim,Zainab era stata ingannata e fu separata dalla sua famiglia che vive ancora in Arabia Saudita e suo fratello Umar al-Khalidi l'aveva tradita ignorando intenazionalmente che sapeva già che Ibrahim è un criminale.
Zainab è stata abusata sessualmente più volte da suo marito Ibrahim e minacciata più volte da quest'ultimo se provava a scappare.
Parenti:
Abu Bakr al-Khalidi (padre)
Asma al-Hashimi (madre)
Ibrahim al-Badri (marito)
Aisha al-Khalidi (sorella, 1981)
Asma al-Khalidi (sorella,1983)
Umar al-Khalidi (fratello,1986)
Muhammad al-Khalidi (fratello,1992)
Abd al-Rahman al-Khalidi (fratello,1994)
Abdullah al-Khalidi (fratello,1996)
Othman al-Hashimi (cognato, cugino materno e marito di Aisha)
Alì al-Hashimi (cognato, cugino materno e marito di Asma)
Aafia al-Hashimi (cognata,cugina materna e moglie di Muhammad)
Fatima al-Hashimi (cognata,cugina materna e moglie di Abd al-Rahman)
Khadjia al-Hashimi (nipote,cugina di Il grado e figlia di Aisha al-Khalidi e Othman al-Hashimi)
Qasim al-Hashimi (nipote,cugino di Il grado e figlio di Aisha al-Khalidi e Othman al-Hashimi)
Safiyya al-Hashimi (nipote,cugina di Il grado e figlia di Asma al-Khalidi e Alì al-Hashimi)
Umm al-Hashimi (nipote,cugina di Il grado e figlia di Asma al-Khalidi e Alì al-Hashimi)
Raghad al-Hashimi (nipote, cugina di Il grado e figlia di Asma al-Khalidi e Alì al-Hashimi)
Jafar al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Muhammad al-Khalidi e Aafia al-Hashimi)
Husam al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Muhammad al-Khalidi e Aafia al-Hashimi)
Walid al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Abd al-Rahman al-Khalidi e Fatima al-Hashimi)
Hassan al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Abd al-Rahman al-Khalidi e Fatima al-Hashimi)
Prestavolti:
-Emeraude Toubia
-Helena Mattsson
-July Namir
-Amanda Seyfried
-Inbar Lavi (pv attuale)
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Il Feng Shui: L'Arte Antica di Armonizzare gli Ambienti
Il Feng Shui, una pratica millenaria originaria della Cina, è un sistema complesso e affascinante che si concentra sull'armonizzazione degli ambienti al fine di migliorare la qualità della vita, la salute e la prosperità delle persone. Questa antica arte, che combina principi di architettura, filosofia, scienze naturali e spiritualità, è stata tramandata attraverso le generazioni ed è diventata una disciplina sempre più popolare in tutto il mondo. Origini e Significato Il termine "Feng Shui" è composto da due parole cinesi: "feng" che significa "vento" e "shui" che significa "acqua". Questi due elementi naturali sono fondamentali nella pratica del Feng Shui poiché rappresentano il flusso dell'energia vitale o "qi" che circola attraverso gli spazi e influenza la nostra vita quotidiana. Le origini risalgono a più di 3.000 anni fa nella Cina antica, dove veniva utilizzato per determinare la posizione ideale delle tombe e degli edifici. Si credeva che posizionare in modo armonioso gli ambienti potesse portare prosperità, salute e felicità. Nel corso dei secoli, il Feng Shui si è evoluto, incorporando influenze filosofiche come il confucianesimo e il taoismo, nonché principi scientifici come l'astrologia cinese e la topografia. Principi Chiave del Feng Shui Il Feng Shui è basato su una serie di principi chiave che guidano la creazione di ambienti armonici: - Flusso di Qi: Il flusso di energia vitale, chiamato "qi" o "chi," è centrale nella pratica del Feng Shui. Gli ambienti devono essere progettati in modo che il qi possa fluire liberamente, evitando blocchi o ostacoli che potrebbero causare stagnazione. - Yin e Yang: si basa sul concetto di equilibrio tra il yin (energia passiva, femminile) e il yang (energia attiva, maschile). Gli ambienti dovrebbero essere armonicamente bilanciati tra queste due polarità per promuovere il benessere. - Cinque Elementi: La pratica del Feng Shui si basa anche sui cinque elementi - legno, fuoco, terra, metallo e acqua - che rappresentano diverse qualità energetiche. Gli ambienti dovrebbero incorporare questi elementi in modo equilibrato per garantire armonia. - Bagua: Il bagua è una mappa energetica utilizzata per identificare le aree della vita, come carriera, amore, famiglia e salute. Posizionando il bagua su una pianta di casa, è possibile individuare le aree che richiedono attenzione e riequilibrare l'energia. Applicazioni Pratiche Il Feng Shui può essere applicato a molteplici aspetti della vita, tra cui la progettazione di interni, il paesaggismo, la scelta di colori e materiali, la disposizione dei mobili e persino la scelta delle date per eventi importanti. Nell'ambito dell'architettura e del design, il Feng Shui può influenzare la posizione e l'orientamento di una struttura, nonché la disposizione degli spazi interni. Un esempio comune dell'applicazione è l'orientamento di una casa o di un edificio in modo da sfruttare al meglio la luce solare e il flusso d'aria naturale. Inoltre, la scelta di colori e materiali per gli interni può essere influenzata dalla teoria dei cinque elementi per creare un ambiente equilibrato ed energetico. Benefici I sostenitori del Feng Shui credono che questa pratica possa portare una serie di benefici, tra cui: - Miglioramento del benessere e della salute: L'armonizzazione degli ambienti può contribuire a ridurre lo stress e promuovere una sensazione generale di benessere. - Miglioramento delle relazioni: può aiutare a migliorare le relazioni familiari e sociali creando ambienti che favoriscono l'armonia. - Prosperità finanziaria: Un ambiente equilibrato può promuovere il successo e la prosperità finanziaria. - Successo professionale: Il posizionamento strategico degli spazi di lavoro può aumentare la produttività e il successo professionale. In copertina foto di Monoar Rahman Rony da Pixabay Read the full article
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Edoardo Zollo: Una guida compassionevole alla crescita personale e alla guarigione delle relazioni
Nel panorama in continua evoluzione della salute e del benessere mentale, il ruolo di un terapista esperto è più importante che mai. Uno di questi esperti, Edoardo Zollo, si distingue per la sua profonda comprensione del comportamento umano e per la sua dedizione nell’aiutare individui e coppie ad affrontare le sfide emotive della vita. Che tu stia lottando con conflitti relazionali, cerchi una crescita personale o abbia bisogno di supporto durante le transizioni della vita, i servizi terapeutici specializzati di Edoardo offrono uno spazio sicuro e di supporto per la guarigione e la crescita.
Edoardo Zollo: un terapista di fiducia per l'individuo e la coppia Edoardo Zollo è un rinomato psicologo che porta una vasta esperienza nella terapia sia individuale che di coppia. Il suo approccio si basa su una profonda comprensione della teoria psicologica e dell'applicazione pratica, attingendo a metodi basati sull'evidenza come la terapia cognitivo comportamentale (CBT), le tecniche di consapevolezza e la teoria dell'attaccamento. L’approccio di Zollo è centrato sul cliente, il che significa che adatta i suoi metodi per soddisfare le esigenze uniche di ogni persona o coppia con cui lavora.
Il lavoro di Zollo può essere sostanzialmente suddiviso in due aree chiave: terapia individuale e terapia di coppia. Ciascuno di essi svolge un ruolo fondamentale nell'aiutare i clienti a raggiungere la salute e la stabilità emotiva, ma sono distinti nel focus e nelle tecniche.
Terapia di coppia: risolvere i conflitti e ricostruire la connessione Le relazioni sono complesse ed è naturale che sorgano conflitti. Disaccordi, problemi di comunicazione e bisogni insoddisfatti possono portare a una distanza emotiva che, se lasciata irrisolta, può minacciare le fondamenta della relazione. Zollo è specializzato in terapia di coppia, aiutando i partner a comprendere le proprie dinamiche emotive, migliorare la comunicazione e ricostruire la fiducia.
La terapia di coppia con Zollo non significa incolpare un partner o "aggiustare" una persona. Si tratta piuttosto di comprendere le esigenze specifiche di ciascun partner e di identificare modelli di comportamento che possono contribuire al conflitto. Il suo obiettivo è aiutare le coppie ad affrontare i loro problemi in modo sano e costruttivo.
Alcuni problemi comuni che portano le coppie in terapia con Edoardo Zollo includono:
Discussioni frequenti: che si tratti di soldi, responsabilità domestiche o bisogni emotivi, le discussioni frequenti possono essere un segno di problemi più profondi all'interno della relazione. Zollo aiuta le coppie a scoprire le cause profonde di questi conflitti e le guida verso strategie di comunicazione e risoluzione efficaci.
Perdita di intimità: nel corso del tempo, le coppie possono sperimentare un declino dell’intimità emotiva o fisica. Zollo lavora con le coppie per riconnettersi, promuovendo un ambiente in cui la vulnerabilità e l'affetto possano prosperare ancora una volta.
Infedeltà e problemi di fiducia: la fiducia è la pietra angolare di ogni relazione e, quando viene interrotta, può essere difficile ricostruirla. Zollo offre uno spazio sicuro e neutrale per le coppie che affrontano infedeltà o violazioni della fiducia, aiutandole a elaborare le proprie emozioni e a lavorare per la guarigione.
Transizioni della vita: i principali cambiamenti della vita, come il matrimonio, la nascita di un figlio, i cambiamenti di carriera o il trasferimento in un nuovo luogo, possono sottoporre a stress significativo le relazioni. Zollo fornisce alle coppie gli strumenti e le strategie per affrontare insieme queste transizioni, garantendo che rimangano solidali e connesse.
Terapia individuale: sbloccare la crescita personale e la guarigione emotiva Mentre la terapia di coppia si concentra sul miglioramento delle relazioni, la terapia individuale offre uno spazio per la riflessione personale, la guarigione emotiva e la crescita. Edoardo Zollo è specializzato anche in terapia individuale, lavorando con i clienti per affrontare una serie di problemi psicologici. Il suo approccio terapeutico individuale è adattato alle esigenze specifiche di ciascun cliente, aiutandolo a comprendere meglio le proprie emozioni, comportamenti e modelli di pensiero.
La terapia individuale con Edoardo Zollo può essere utile per una vasta gamma di sfide, tra cui:
Ansia e depressione: molte persone lottano con sentimenti di ansia, tristezza o disperazione. La terapia di Zollo aiuta i clienti a identificare le fonti del loro disagio emotivo e a sviluppare meccanismi di coping per gestire questi sentimenti in modo più efficace.
Autostima e fiducia: la bassa autostima e la mancanza di fiducia possono avere un impatto su molti aspetti della vita, comprese le relazioni, la carriera e la realizzazione personale. Zollo lavora con i clienti per costruire autostima, aiutandoli ad adottare concetti di sé più sani e dando loro la possibilità di vivere in modo autentico.
Dolore e perdita: il processo di lutto per una persona cara, per un lavoro o per un cambiamento significativo nella vita può essere travolgente. Zollo offre supporto a coloro che affrontano il dolore, fornendo strategie per affrontare la perdita e iniziare il processo di guarigione.
Attraverso la terapia individuale, Zollo consente ai clienti di assumere il controllo della propria salute emotiva, dotandoli degli strumenti per favorire la crescita personale e la resilienza durature.
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Molti utenti riportano esperienze positive. Dicono che li ha aiutati a sentirsi più sicuri e a ricevere maggiore attenzione. Ovviamente, l'effetto può variare da persona a persona.
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Ci sono effetti collaterali nell'uso dei feromoni Nexus?
In generale, non ci sono effetti collaterali noti. Tuttavia, se hai una pelle sensibile o allergie ai profumi, è meglio fare un test su una piccola area della pelle prima di usarli ampiamente.
I feromoni Nexus hanno una scadenza?
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Posso usare i feromoni Nexus insieme ad altri profumi?
Assolutamente! Puoi combinare i feromoni con il tuo profumo preferito. Tieni presente che alcuni profumi potrebbero coprire l’odore dei feromoni, quindi fai qualche prova per trovare la giusta combinazione.
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La crescita personale è un viaggio continuo che richiede ispirazione e motivazione. In questo blog post, esploriamo come le frasi motivazionali, pronunciate da leader e pensatori influenti, possano aiutarti a superare le sfide quotidiane e a raggiungere i tuoi obiettivi. Scopri 6 citazioni significative che possono migliorare la tua consapevolezza, stimolare il cambiamento e guidarti verso il successo. Che tu stia cercando ispirazione per il lavoro, le relazioni o la crescita personale, queste frasi ti offriranno il supporto di cui hai bisogno!
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Io gioco. Tu Giochi?
Quando parliamo di gioco spesso pensiamo all'infanzia, ma giocare non e' qualcosa che dovremmo lasciarci alle spalle una volta diventati adulti, al contrario, mantenere una dimensione ludica nella vita adulta porta benefici mentali e fisici. Giocare, in ogni sua forma, aiuta a scaricare e quando lo facciamo, il nostro cervello rilascia endorfine che migliorano l'umore e riducono la percezione dello stress quotidiano, inoltre, il gioco stimola la creativita' e il pensiero laterale, aumentando la capacita' di problem-solving. Sul piano della salute, giocare praticando sport (come ad esempio il calcio o il tennis) migliora la coordinazione e la forma fisica, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari; anche i giochi meno dinamici, come i puzzle o gli scacchi, mantengono il cervello in forma favorendo la memoria e la concentrazione e riducendo il rischio di declino cognitivo. Il gioco rafforza le relazioni sociali, contribuendo a migliorare il senso di appartenenza e supporto; partecipare a giochi di gruppo, come i giochi di societa' o le attività sportive, offre un'opportunita' preziosa per connettersi con gli altri in modo autentico; attraverso il gioco, si creano legami di fiducia e cooperazione che possono rafforzare le relazioni interpersonali. La societa' ci spinge a vedere l'eta' adulta come una fase in cui l'impegno e il lavoro devono dominare ogni aspetto della nostra vita relegando il ruolo del gioco ad una attivita' di cui dovremmo solamente essere spettatori; l'idea di prendersi del tempo per giocare viene a volte etichettata come immatura o non produttiva. Sebbene il lavoro e gli obblighi quotidiani siano fondamentali, dedicare tempo al gioco non significa trascurare le responsabilita', al contrario, può arricchirci e fornire uno spazio per il relax e la ricarica mentale. Io gioco. Tu giochi?
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La Comunicazione Empatica nel Mondo Digitale
Nell’era digitale in cui viviamo, le nostre interazioni quotidiane si stanno sempre più spostando online. Dai social media alle e-mail, dalle videochiamate alle chat, la tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui ci connettiamo con gli altri. Tuttavia, mentre abbracciamo questo mondo digitale, dobbiamo anche considerare come mantenere l’empatia e la comprensione reciproca nelle nostre interazioni…
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NASCE IL SOCIAL NETWORK GENTILE: SOLO COMPLIMENTI
Un social network che fa i complimenti e che connette le persone che vogliono essere felici e rendere felici gli altri.
Nata in Germania, l’idea di abbattere l’odio a favore delle interazioni positive sui canali di comunicazione digitale. Si chiama Slay ed è stato rinominato “il social network positivo”, nato soprattutto per gli adolescenti, ma non solo per loro, a pochi mesi dalla nascita vanta più di 250mila utenti registrati e sta guadagnando sempre più terreno anche in altri paesi europei. Lanciato da una startup tedesca di 23enni, ha raggiunto il primo posto nell’App Store iOs dopo solo quattro giorni dal suo lancio, diventando in breve tempo di tendenza tra gli adolescenti. Agli utenti che aprono l’applicazione vengono mostrate 12 domande a cui rispondere scegliendo un altro utente tra i propri contatti a cui fare un complimento o attribuire un pregio, tutto in anonimato. “Qual è tra i miei amici quello che mi ha più aiutato nella vita?” oppure “Chi è il più simpatico dei miei conoscenti?” o “Chi mi ispira a fare del mio meglio?”, per esempio. Le risposte e gli apprezzamenti vengono poi comunicati dall’app alle persone a cui sono indirizzati e, allo stesso modo, i complimenti si ricevono da altri utenti anonimi e in modo indiretto, quando meno lo si aspetta.
I giovani fondatori spiegano che la app nasce per migliorare le relazioni tra le persone e la fiducia, attraverso i social network, il mezzo che i giovani utilizzano di più per comunicare tra di loro.
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Fonte: Slay
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Come Trovare una Donna se non Sei Ricco Bello e Palestrato | danielacoin.it
Come Trovare una Donna se non Sei Ricco, Bello e Palestrato | danielacoin.it https://www.youtube.com/watch?v=z0tZEScx1-E Come Trovare una Donna se non Sei Ricco, Bello e Palestrato | danielacoin.it Ma davvero, secondo te, solo chi è BELLO RICCO E PALESTRATO può avere una donna? Davvero è necessario essere di bell'aspetto? E allora i tuoi amici normali o bruttini come fanno ad essere fidanzati? E il lavoro? I tuoi amici sono tutti CEO di qualche azienda? Tutti gli uomini fidanzati hanno la tartaruga? Nessuno di loro ha la pancetta da birra? Guardati in giro: è sotto gli occhi di tutti che questa sia solo e semplicemente una scusa. Una scusa per cosa? Te lo spiego in questo video, premi play! *👉 COSA E' CLASSROOM ATTITUDE?* E' il modo migliore per non avere più paura del rifiuto, per fare approcci intrepidi e senza timidezza, per smetterla di sentirti inadeguato: https://ift.tt/QjrK24G *👉 HAI BISOGNO DI UN CONSIGLIO PERSONALIZZATO?* Scrivi al mio centro messaggi whatsapp, rispondo personalmente: https://ift.tt/7f3akAi Entra nel mio gruppo Facebook VERO UOMO https://ift.tt/PrqwunI CAPITOLI 00:00 Intro 00:44 Solo i ricchi e belli si fidanzano? 04:10 Chi cerca scuse? Questo video è incentrato su:"Come Trovare una Donna se non Sei Ricco, Bello e Palestrato", ma copre anche i seguenti argomenti: come trovare una donna le donne vogliono l'uomo bello le donne vogliono l'uomo ricco Titolo del video: "Come Trovare una Donna se non Sei Ricco, Bello e Palestrato | danielacoin.it" 🔔Migliora la tua vita sentimentale e diventa più attraente: iscriviti al canale di Daniela Coin per consigli autorevoli sulla crescita personale e sulla ricerca della donna giusta! https://www.youtube.com/@DanielaCoin/?sub_confirmation=1 ✅ Link importanti da seguire 🔗 Negozio https://ift.tt/sfoLXtb 🔗Linktree https://ift.tt/7VTzbHa ✅ Rimani connesso con noi. 👉 Facebook (Vero Uomo): https://ift.tt/cbUsyEv 👉 Facebook (Daniela Coin): https://ift.tt/xzo7WO2 👉 Instagram: https://ift.tt/KTeDpRU 👉 Telegram: https://ift.tt/OpZdWV9 📩 Per richieste commerciali: [email protected] ============================= 🎬 Playlist consigliate 👉 RELAZIONI TOSSICHE https://www.youtube.com/playlist?list=PLUYxdxvcLIkgVtORvB4kp3v7Nk9gkwAvN 👉 COSA VOGLIONO LE DONNE DA UN UOMO https://www.youtube.com/playlist?list=PLUYxdxvcLIkj9lQdFs6inwdCUL38P54c1 🎬 GUARDA ALTRI VIDEO: 👉 Competizione maschile: ti fa soffrire? Ecco come risolvere! https://www.youtube.com/watch?v=yPAi46lwzug 👉 Ti senti "diverso" e nessuno ti capisce? Ti spiego. https://www.youtube.com/watch?v=XlJcTS-S1e0 👉 25 cose sulle donne che devi (assolutamente) sapere https://www.youtube.com/watch?v=vPWCfcnQH68 👉 "Restiamo amici!": ti svelo perché sei finito nella Friendzone anche se lei sembrava interessata https://www.youtube.com/watch?v=0fgh6hDydbU 👉 Come capire se hai una relazione tossica: 10 segnali che DEVI conoscere https://www.youtube.com/watch?v=BZ-tsWfKYwg ============================= ✅ A proposito di Daniela Coin. Benvenuto su Daniela Coin, un canale dedicato agli uomini che vogliono migliorare la loro crescita personale e le loro relazioni. Daniela e il suo team forniscono qui consigli pratici sulle relazioni emotive, familiari e romantiche. Daniela, Educatrice laureata a Padova, porta spunti dalla sua formazione con maestri spirituali e dalla sua passione per la psicologia e la crescita personale. Unisciti a noi per ricevere consigli semplici ed efficaci per migliorare la tua vita personale e relazionale. Iscriviti ora e inizia il tuo viaggio verso relazioni migliori! Per richieste di collaborazione e commerciali, utilizzare le informazioni di contatto seguenti: 📩 E-mail: [email protected] 🔔 Sblocca il tuo vero potenziale e migliora la tua vita amorosa: iscriviti a Daniela Coin per consigli onesti ed efficaci sulla crescita personale e sull'attrazione delle donne! https://www.youtube.com/@DanielaCoin/?sub_confirmation=1 ================================= via Daniela Coin https://www.youtube.com/channel/UCAojk1JIIFRJInbZWzyg9kA September 12, 2024 at 09:37PM
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SoundCloud trampolino di lancio per chi vuole emergere:
SoundCloudè una piattaforma essenziale per chi vuole emergere nel mondo della musica e ottenere un discreto successo per diversi motivi:
1. Accessibilità e visibilità globale
Accessibilità: SoundCloud è una piattaforma gratuita che permette agli artisti emergenti di caricare, condividere e promuovere la propria musica senza costi iniziali. È accessibile a chiunque abbia una connessione Internet, rendendo possibile raggiungere un pubblico globale.
Visibilità globale: SoundCloud è utilizzato da milioni di utenti in tutto il mondo, il che offre una vasta platea di potenziali ascoltatori. Inoltre, la piattaforma è popolare tra gli appassionati di musica che cercano nuovi talenti, offrendo così una maggiore esposizione.
2. Comunità e networking
Comunità di artisti: SoundCloud è noto per la sua comunità di musicisti, produttori e DJ. Partecipare attivamente alla comunità può aiutare a costruire relazioni con altri artisti, collaborare e crescere insieme.
Feedback e interazione: Gli artisti possono ricevere feedback diretto dai fan e da altri musicisti, permettendo di migliorare e adattare il proprio lavoro in base alle reazioni del pubblico.
3. Promozione e diffusione virale
Condivisione sociale: SoundCloud permette una facile condivisione delle tracce su altri social media, aumentando la possibilità di diffusione virale. Le tracce possono essere integrate su siti web, blog e altre piattaforme social.
Scoperta tramite algoritmi: La piattaforma utilizza algoritmi che suggeriscono la musica agli utenti in base ai loro ascolti precedenti, facilitando la scoperta da parte di nuovi ascoltatori.
4. Strumenti per la crescita professionale
Statistiche e analisi: SoundCloud fornisce dati analitici dettagliati su ascolti, geolocalizzazione degli ascoltatori e interazioni, permettendo agli artisti di comprendere meglio il proprio pubblico e adattare le strategie di marketing.
Monetizzazione: Con i programmi di monetizzazione di SoundCloud, gli artisti possono guadagnare dalle loro tracce attraverso pubblicità e abbonamenti.
5. Piattaforma di lancio per carriere
Casi di successo: Molti artisti di successo hanno iniziato la loro carriera su SoundCloud, utilizzandolo come trampolino di lancio per firmare contratti discografici o guadagnare un seguito solido che li ha portati a tour e altre opportunità professionali.
Ecosistema di promozione indipendente: SoundCloud supporta l'indipendenza degli artisti, permettendo loro di controllare direttamente il loro percorso artistico e commerciale.
SoundCloud è uno strumento potente per chi vuole emergere nel mondo della musica, offrendo visibilità, opportunità di networking, strumenti di crescita e possibilità di monetizzazione. La piattaforma rappresenta un'ottima opportunità per costruire una carriera musicale in modo indipendente e globale.
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