#Mario Panseri
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Storie di straordinaria fonia
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Rammaricarsi di non esserci stati. È quello che raccomanda l'immenso Renato Zero nella prefazione a questo libro di memorie di Rodolfo "Foffo" Bianchi, storico produttore discografico e ingegnere del suono. In effetti il rammarico è più che giustificato. Foffo ci racconta la sua vita artistica, dai suoi debutti musicali nella banda di Figline Valdarno (il paese in provincia di Firenze che gli ha dato i natali) fino alla sua ultraventennale attività di fonico nei concerti di Elio e le Storie Tese. In mezzo la Storia della musica italiana, quella con la S maiuscola. Dopo l'attività musicale con i Players e la partecipazione al Festival di Sanremo del 1969 come corista per Riccardo del Turco, nei gloriosi anni passati alla RCA di Via Tiburtina a Roma Foffo Bianchi ha contribuito alla realizzazione di grandi album della scena prog romana e internazionale, ha contribuito alla nascita della carriera solistica dell'ex Pooh Riccardo Fogli, è stato lo scopritore di tre mostri sacri della canzone italiana quali Renato Zero, Rino Gaetano e Anna Oxa, ha prodotto grandi album di Lucio Dalla e Patty Pravo. Dopo aver lasciato la RCA per seguire Claudio Baglioni alla CBS, ha poi seguito in tournée Gianni Morandi, Mimmo Locasciulli, Enrico Ruggeri, Ron, Pino Daniele, Ligabue, Adriano Celentano e ancora Lucio Dalla; ha prodotto o contribuito alla realizzazione di album di Mango, Banco del Mutuo Soccorso, Locasciulli, Luca Carboni, Ron, Gianna Nannini, Nicola Arigliano, Umberto Tozzi; e infine ha curato più di vent'anni di concerti di Elio e le Storie Tese. Un lungo (e incompleto) elenco che davvero, a molti di noi, fa rimpiangere di non essere nati dieci, venti, trent'anni prima, di non essere stati testimoni di una stagione di grande musica, fatta dapprima con mezzi eroici e, a lungo andare, con una tecnologia sempre più raffinata, vera e propria frusta con la quale Foffo Bianchi ha "domato i suoni" (per rubare una felice espressione di Faso, bassista degli Elii) e ci ha consegnato album storici, pietre miliari della nostra storia musicale. Una storia che è piacevole e divertente, a seconda della data di nascita del singolo lettore, ripassare o studiare, per non scordarla mai. Questo testo di memorie, raccolto e ordinato con grande maestria da Francesca Gaudenzi (scrittrice e autrice televisiva) e Duccio Pasqua (giornalista musicale e conduttore radiofonico per Rai Radio 1) è davvero il mezzo giusto per eternare quei momenti; e magari, dopo averlo letto, per correre a metter su uno qualsiasi dei meravigliosi dischi che hanno visto Foffo produttore, musicista, realizzatore.
#Storie di straordinaria fonia#Foffo Bianchi#Francesca Gaudenzi#Duccio Pasqua#Storia#Musica italiana#Storia della Musica Italiana#Riccardo del Turco#The Trip#Il Rovescio della Medaglia#Morgan#Perigeo#Sage#Brainticket#Living Music#Mario Panseri#Quella Vecchia Locanda#Renato Zero#Lucio Dalla#Renato Rascel#Patty Pravo#Maria Carta#Rino Gaetano#Emilio Locurcio#Claudio Baglioni#Mia Martini#Anna Oxa#Pino Mango#Mimmo Cavallo#Banco del Mutuo Soccorso
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PREMIO MARIO PANSERI ALLA CANZONE D’AUTORE 2018 ALLA CANTAUTRICE ROMANA AGNESE VALLE
PREMIO MARIO PANSERI ALLA CANZONE D’AUTORE 2018 ALLA CANTAUTRICE ROMANA AGNESE VALLE
La cantautrice e clarinettista romana Agnese Valle ha vinto la terza edizione del “Premio Mario Panseri alla Canzone d’Autore 2018” con il brano “Come la punta del mio dito”, scritto a quattro mani con Pino Marino e già entrato nella cinquina delle Targhe Tenco come Migliore canzone dell’anno. Il riconoscimento le è stato consegnato da Morgan, padrino della rassegna e ospite d’onore. (more…)
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Premio Panseri 2019: piacevoli scoperte nella canzone d'autore
Premio Panseri 2019: piacevoli scoperte nella canzone d’autore
Sabato 27 luglio a Cairo Montenotte (Savona) si terrà la nuova edizione dell’ormai tradizionale Premio Panseri. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Daniele Lucca, il coordinatore artistico organizzativo del premio.
Come nasce il Premio Panseri?
Già nel giugno 2004 sempre a Cairo Montenotte, per volontà della giovane figlia Floriana Panseri, avvenne il primo tributo a Mario Panseri…
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Gignese è un delizioso borgo situato a 700 metri d’altitudine sul pendio che dal Mottarone conduce verso il Lago Maggiore, posto tra due torrenti, la Fiumetta o Grisana a Nord e lo Scoccia o Erno a sud. Regala splendide viste sul lago Maggiore e sul Golfo Borromeo, alcune proprio da balconi naturali. Un centro situato sullo spartiacque naturale del Mottarone che divide il Verbano dal Cusio, e dai due laghi, percorso dalla “Strada delle due riviere”. Il borgo attuale vide la luce nel 1928 con l’aggregazione dei comuni di Gignese, Vezzo e Nocco. Apprezzato per la sua fortunata posizione, è centro di villeggiatura e relax, punto di partenza di diverse sentieri che conducono alla vetta del Mottarone, a quelli che portano nei boschi apprezzati in ogni stagione, anche per via dei frutti che si trovano, in particolare castagne e funghi.
Dalla prima metà del 900′, la frazione l’Alpino è stato punto di riferimento privilegiato per la villeggiatura e il turismo dell’aristocrazia, della borghesia e di molti artisti che passavano qui lunghi periodi, trovando spesso l’ispirazione per le loro opere. A Gignese e nelle sue frazioni erano habitué il regista Mario Monicelli, Valentina Cortese (stresiana), pittori come Carcano, musicisti come Toscanini e Arturo Benedetti Michelangeli.
La leggenda dice che il paese venne fondato dal genovese Genesio Dotti nel XII secolo, quando arrivò alla foce dell’Erno con la moglie e le tre figlie.
La realtà storica dice invece che il territorio, come per tutto il Lago Maggiore vede la presenza dell’uomo in tempi molto lontani. In località Lagoni presso la frazione di Mercurago sopra ad Arona, è stato rinvenuto un insediamento palafitticolo risalente all’età del bronzo (attivo dal XVIII al XIII secolo a.C.). Che un po’ ovunque su questa parte del Lago Maggiore si trovano presenze della cultura Golasecchiana, a testimoniare l’importanza dell’area per quanto concerne i commerci, che già nel passato più lontano avevano la funzione cruciale per il transito delle merci tra Europa centrale e Mediterraneo. Inoltre anche l’area della vicina Ornavasso-Verbania si sta rivelando sempre più ricca di ritrovamenti che testimoniano insediamenti dei Celti, in particolare Insubri e Leponzi.
A Levo, frazione collinare di Stresa, sulla strada che porta a Gignese nel 1877, durante la costruzione di un albergo, vennero rinvenute alcune tombe con un corredo e cinque lastre tombali in caratteri Leponzio-Liguri e latini. Tre di queste steli, datate al I° secolo a.C., si possono ammirare nell’oratorio dei SS. Giacomo e Filippo (monumento nazionale) dove una lapide racconta la storia di questo tempio.
Un po’ tutte le frazioni del comune della collina sopra Stresa, hanno dato negli anni reperti come quelli rinvenuti a Levo, come il borgo di Brisino, dove nel 1975, in occasione degli scavi per una villa, furono, trovate steli con iscrizioni simili. L’antica Strixia ovvero Stresa, pare sorgesse proprio su un insediamento celtico sparso tra collina che andava da Gignese a bordo lago (nella zona di Corciano) ed è un’ipotesi che sta rapidamente conquistando gli studiosi.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, anche il territorio dell’attuale Gignese venne assoggettato al dominio dei Longobardi, essendo assegnato al ducato dell’Alto Novarese, avente un’alta valenza strategica per controllare tutti i traffici da Nord verso Sud con i valichi e i passaggi sul lago.
Un tempo l’’economia del paese era legata all’allevamento del bestiame, e alla coltivazione degli ulivi, della vite e non mancavano i castagni, che sono ancora oggi presenti.
A Gignese verso la seconda metà dell’800 venne aperta una miniera di zinco e piombo, che per settant’anni fu un’importante valvola di sfogo dell’economia, portando lavoro e richiamando lavoratori da fuori.
Il lavoro alla miniera e l’aumento demografico della manodopera hanno portato alla costruzione di un villaggio rurale per l’accoglienza.
Dalla fine dell’800 la miniera diventa proprietà della famiglia Basalini/Toma la quale inizia una costante trasformazione della zona con bonifiche territoriali, trasformazione d’immobili dell’attività mineraria in alpeggio e costruzione stalle per gli animali.
Dalla metà del ‘900 fino ad oggi la miniera si è poi evoluta, fino a diventare quella bellezza naturale ricca di storia, per diventare attualmente un agriturismo.
I numerosi interventi sui fabbricati e le bonifiche delle zone circostanti che la famiglia Basalini nel corso degli anni ha apportato, ha reso la zona della miniera quella gemma nel verde che si può vivere e ammirare.
Presso il bivio dell’antica “strada delle due riviere”, Stresa-Orta, che s’incontrava con la strada per l’attuale frazione di Nocco, nel Cinquecento fu edificato un tempietto dedicato alla Purificazione della Vergine, ora Madonna di Bretta.
Legato all’Erno è il santuario della Madonna del Sasso, che secondo la leggenda nacque quando un viandante, travolto dalle acque del torrente in piena, invocò Maria mentre cercava di salvarsi aggrappandosi a un masso. In seguito come segno di ringraziamento venne dipinta l’immagine della Madonna del Rosario. Successivamente il masso venne portato in una chiesetta inaugurata nel 1939, ancora oggi cara ai gignesini.
Ma il declino del paese sembrava inesorabile fino a quando, nei primi del Novecento, alcuni escursionisti inglesi s’incamminarono verso il Mottarone per goderne lo straordinario panorama.
Da quel momento il turismo d’elite del primo Novecento, che era già esploso anni prima a Stresa, diede vita a una serie di alberghi per offrire conforto e ospitalità a chi arrivava dalle sottostanti località rivierasche.
Simboli della Gignese di oggi sono il Museo dell’Ombrello e del Parasole e il Giardino Botanico Alpinia, nati dall’intuizione dell’agronomo Igino Ambrosini.
Il Museo venne inaugurato nel 1939 e, dopo la seconda guerra mondiale, nel 1949 fu ristrutturato e ampliato.
Nel 1976, Eugenio Pattoni, Giuseppe Al lesina, Silvano e Giuseppe Ambrosini, Zaverio Guidetti e l’Associazione degli Ombrellai trasferirono il Museo nella sede attuale.
Il Museo è oggi una testimonianza dell’operosità e della tenacia degli ombrellai di ieri e di oggi che hanno avuto l’idea di creare e condurre un’impresa.
Gli ombrelli ideati dagli artigiani erano veri capolavori, creati usando bacchette e tessuti necessari per creare esemplari non solo belli ed eleganti, ma anche robusti e resistenti in maniera tale da riuscire ad affrontare anche le tempeste più terribili. Gli ombrellai del Cusio e dell’Ossola erano famosi in tutta Europa per la loro bravura e per la qualità dei manufatti.
Il Giardino Botanico Alpinia, ufficialmente fondato nel 1934 da Igino Ambrosini e Giuseppe Rossi, dal momento dell’inaugurazione, riceve gli apprezzamenti da naturalisti e botanici internazionali.
Collocato nella frazione Alpino del Comune di Stresa, si estende per circa quattro ettari sulla cima di un promontorio che sovrasta il Golfo Borromeo a 800 metri d’altezza, ospitante più di mille specie botaniche provenienti dalla fascia alpina e subalpina, nonché dal Caucaso, dalla Cina e dal Giappone.
Grazie alla posizione privilegiata, regala al visitatore una vista mozzafiato che spazia fino alle Alpi svizzere, permettendo di vedere tutto il ramo svizzero del lago Maggiore e le tre isole del golfo Borromeo: Isola Bella, Isola Madre, Isola dei Pescatori.
Inoltre la zona è caratterizzata da un particolare microclima che mantiene la temperatura più fresca nei mesi estivi con un’umidità inferiore rispetto alle zone circostanti e in inverno si copre facilmente di neve consentendo alle piantine di sopravvivere alla stagione fredda protette dalla coltre bianca.
Sulla strada che da Gignese porta all’Alpino, sono sorte da fine 800′ diverse ville e proprietà, che caratterizzano ancora il panorama locale, alcune sono considerate delle vere e propri monumenti dello stile liberty. E durante il periodo della “Resistenza”, sono state anche luogo di ricovero. Proprio al termine della strada si trova la stazione intermedia della funivia Stresa-Mottarone. Un luogo molto rinomato ma tranquillo che nel 1934, venne scelto da Vittorio Pozzo, allora commissario tecnico della Nazionale di calcio dell’Italia, come base per svolgere una parte della preparazione (15 giorni) in vista dei Mondiali di calcio 1934. Un gruppo di trenta calciatori arrivò il primo maggio 1934 proprio all’Alpino, con l’obiettivo di disintossicare gli atleti dalle fatiche del campionato, sfruttando un luogo fresco, tranquillo, circondato dal verde e in gran parte ancora non contaminato e lontano da stampa, tifosi e diversivi vari.
Su una terrazza naturale a 700 metri, nella piana di Gignese, si trova lo storico “Golf Club Alpino”, fondato nel 1924, il Club è situato e si colloca in una delle più caratteristiche zone del lago Maggiore fra bellissimi boschi naturali e secolari, progettato nel 1924 dall’architetto Peter Gannon, fu affidato alle mani esperte del maestro golfista Francesco Pasquali, che fu anche vincitore della prima edizione dell’Open d’Italia, nel settembre 1925, tenutosi proprio su questo campo.
Negli anni Sessanta a Gignese furono girati due film, nel 1962 “Dal sabato al lunedì”, la prima e unica opera di fiction del documentarista Guido Guerrasio, con Marianne Hold, Geronimo Meynier e Sandro Panseri. Mentre nel 1969 fu la volta della poco fortunata commedia nera “Toh, è morta la nonna” di Mario Monicelli, con Valentina Cortese, Riccardo Garrone, Carol Andrè, Sergio Tofano, Ray Lovelock e Wanda Capodaglio. Film che ebbe come location la prestigiosa e spettacolare Villa Riva, situata nella località di Alpino, in via Mottino, e di proprietà di Felice Riva, noto per le vicende del cotonificio Vallesusa. Una scelta non casuale, Monicelli era di casa da questi parti, e da sempre passava le vacanze sul lago Maggiore, dove il cugino, Alberto Mondadori, il famoso editore, aveva una villa a Meina.
Gignese Il paese degli ombrelli Gignese è un delizioso borgo situato a 700 metri d'altitudine sul pendio che dal Mottarone conduce verso il…
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Mario Panseri “Adolescenza” 1973 Rock Progressivo Italiano
A lost, soft-RPI masterpiece Mario Panseri was an Italian composer and musician born in Rome in 1945. In 1973 he released this suite inspired by a novel called "Agostino" by writer Alberto Moravia. The critically acclaimed album "Adolescenza" is a moving piece of music in the softer-prog field, music that will appeal to fans of the beautiful side of RPI rather than the "difficult" side. It has a flowing soundtrack feel to it and is notable for featuring the contribution of his friend, the wonderful Enzo Capuano who is also on this site. Capuano calls the album "one of my favourite albums of all time, because it told a story - a movie called adolescence. Even its cover reminds you of a movie poster. While listening to it you could feel that sense of bewilderment you experience in the presence of sensations whose origin is unknown, when you are completely at the mercy of an effect without understanding its cause, when you are happy about a trifle, and the slightest thing scares you...." Mario Panseri released two other albums and continued playing music until his early death in 1995. "Adolescenza" is truly a minor masterpiece of the RPI movement which I can't believe hasn't been more trumpeted by Italian prog enthusiasts. It reminds me a bit of Stefano Testa's "Una Vita" in some ways, vocally, an often more acoustic than electric vibe, and compositionally, though perhaps with more of a classical sound than folk. While not a big and bold album like Banco or BdB it is gorgeously written and executed. Gentle vocals, flute, beautifully played piano and acoustic guitars sparkle throughout. Occasionally a band sound comes in with some electric lead guitar and the bass/drumming will be very tight and well mixed. Lots of nice little icings along the edges give you the feeling this was truly his baby, I'm sure it was quickly recorded like all RPI, but Mario was ready for game day. There are many wonderfully tasteful keyboard melodies and atmospheres, some soft strings or simulated strings on the mellower stuff. To make sure all bases are covered we get a nice jazzy sequence with thumping bass and playful flute solos. Then we're into a quiet vocal interlude with water sounds and a haunting gentle piano/flute in behind it. A Battisti-like moment of children's voices with harpsichord in the next moment. As mentioned the album almost has a soundtrack feel moving not so much by track numbers as by musical "scenes" which is one reason it requires patience and works best listening as a whole. It is the many quieter "scenes" which to me hold the most magic, Panseri seems to know how to spike them with emotion, then move out of them into louder pieces with more dynamics, and back again. It makes for exciting listening to be sure and more than tackling the listener with bravado, Panseri is a gifted composer and musician who thrills you slowly. As Capuano stated in our interview "Mario was a true musician, with a solid background, as there were all too few among the singer-songwriters of that time. Most of them, including myself, were self-taught, little more than strummers, with very little formal training.... On the other hand, he had a diploma, was an excellent keyboardist, arranger, and coach at the Genoa Opera House." You can hear those skills on display which is why it is baffling that Panseri has not been noticed more by RPI writers. I do recommend this album to RPI fans, especially those who prefer the softer and dreamier side of the genre. The CD is finally available as a Japanese mini-sleeve and to my knowledge will be back out of print once these are gone. Do not wait or you may regret it.....by Finnforest ....~ Keyboardist/songwriter Mario Panseri was born in Rome in 1945, but moved to the Liguria region at an early age.There he recorded his first eponymous album in 1970, followed by ''Adolescenza'' in 1973 (RCA Italiana), a work based on Alberto Moravia’s book ''Agostino''.While pretty much following the vein of a Singer/Songwriter album, ''Adolescenza'' reveals Pansieri's mood for unusual and sophisticated arrangements.Not much of a progressive content and some track feel like standard ballads, but he definitely did a good job on the longer pieces with the folky orchestrations, the not so common presence (for such kind of an album) of Moog synth leads, while some tracks contain a few jazzy underlines in the horn sections.Decent piano and keyboards all the way in a rather dreamy approach with a strong Pop basis, but also some certain symphonic and rural vibes.Enzo Capuano appears to have been one of the album's participants and Panseri returned the favor in 1975, playing keyboards in ''Storia mai scritta''.After a third solo album in 1978 (''Sulla spiaggia d'inverno'), Panseri's traces were lost until his premature death at the age of 50....by....apps79 .....~ Line-up / Musicians -Mario Panseri / vocal, keyboards -Enzo Capuano Tracklist A1 In Questa Tua Stagione A2 La Tua Casa A3 E Non Sai... A4 Al Mare B1 Vicino Alla Mamma-Delusione B2 Il Primo Amico-Volto Di Donna B3 La Tua Confusione B4 Quegli Occhi Spalancati B5 Non Sei Più Quel Bambino
#Mario Panseri Adolescenza#rock progressivo italiano#rock italiano progressivo#italy art rock#mario panseri#enzo capuano
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