#Marco Cruciani
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da oggi, 11 dicembre, a roma, in camera verde: omaggio a mario dondero
Mercoledì 11 dicembre 2024 16.30/18.45/21.00, Calma e gesso – In viaggio con Mario Dondero, di Marco Cruciani, 2015 Giovedì 12 dicembre 2024 18.00 Presentazione del DVD Calma e gesso – In viaggio con Mario Dondero, di Marco Cruciani, e del libro De Amicitia – Il mio incontro con Mario Dondero, di Zeno Tentella. Intervengono gli autori L’Omaggio a Mario Dondero: calma e gesso, a cura di Zeno…
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#Archivio Fotografico di Mario Dondero#Associazione Altidona Belvedere Centro di Documentazione e Cultura fotografica APS#Camera verde#Dondero#foto#fotografia#fotografie#Fototeca Provincia di Fermo#la camera verde#Marco Cruciani#Mario Dondero#Zeno Tentella
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CIAO GIANNI
Una volta chiedo a Gianni se gli va di presentare un suo documentario in una piccolissima rassegna. Dovrebbe venire al teatro del Quarticciolo che a quel tempo era diretto dA Veronica Cruciani. Non c’è una lira e non possiamo pagargli un taxi, ma nemmeno dirgli di venire con la sua macchina. Così mi offro io.A quel tempo c’avevo un vecchio furgone rosso che qualche settimana dopo è stato rottamato. Per fortuna quella sera non pioveva perché dalla parte del passeggero la guarnizione era secca e entrava acqua.Visto che si presta per questo incontro mi prendo la libertà di invitarlo ancora. Mi dice che viene con la regista Loredana Macchietti che poi è sua moglie. La persona che ha lavorato con lui per tanti anni. Mi dice pure che per quanto riguarda l’automobile sono autonomi.Sarà perché s’aspettava di rimontare su un furgone scassato? Bo. Non credo. Mi sa che in giro per il mondo gli sarà capitato di peggio. Ma visto che non sono riuscito a organizzargli nemmeno il trasporto mi offro di portarli a cena.Chi conosce il Quarticciolo sa che non è proprio come Trastevere. Non ci sono molti ristoranti esclusivi. Non ci sono molti ristoranti e basta. Vicino al teatro ce n’è uno. La specialità è una quaglia cotta al forno con una ciriola spaccata in due, olive e funghi.“Se vuoi ci spostiamo verso il centro” dico.Ma a lui piace l’idea che ci facciamo due passi e restiamo in borgata.Lui che ha conosciuto Fidel Castro, Robert De Niro, il Subcomandante Marcos, Garcia Marquez, Muhammad Ali, i Beatles, Maradona, Sepulveda…quella sera ha incontrato anche il Quagliaro del Quarticciolo.C’eravamo conosciuti proprio a cena una decina di anni prima. A casa sua. Dalla prima volta Gianni e Loredana mi hanno fatto sentire a casa. Forse questo è il loro segreto, che poi non è un segreto.È solo umanità.E anche tutti quei racconti di Gianni sembravano incontri con gente qualsiasi.Castro è uno conosciuto in vacanza.De Niro è l’attore del teatro parrocchale.Muhammad Ali è il pugile della palestra popolare.Tutta gente di casa.Tutto il mondo un condominio.Tutta la vita un viaggio.
Ascanio Celestini via FB
... cioè: Gianni Minà dar Quagliaro al Quarticciolo!
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Martedì 13 febbraio 2024 tornerà il World Radio Day, la Giornata Mondiale della Radio istituita dall’UNESCO. L’evento, organizzato da Radio Speaker, ha l’obiettivo di celebrare il mezzo Radio in tutte le sue espressioni dando spazio alle Radio Nazionali, Areali, Web, DAB, Universitarie, In-Store e Corporate. Le più grandi star delle radio italiane e i protagonisti del settore si avvicenderanno in due sale contemporanee in una serie di interviste, incontri di edutainment, musica, workshop e spettacolo per festeggiare i cento anni della Radio e condividere con il pubblico la passione per uno fra i mezzi di comunicazione più amati e che ancora oggi viene scelto da milioni di ascoltatori/ascoltatrici ogni giorno. Giunto alla sua quarta edizione, il World Radio Day si svolgerà nella suggestiva location del Talent Garden Calabiana a Milano - via Arcivescovo Calabiana, 6 - e verrà trasmesso in diretta streaming sul sito ufficiale worldradioday.it. L’ingresso è gratuito per tutti e aperto al pubblico. «Dopo il successo della scorsa edizione, quest’anno replichiamo l’evento in presenza a Milano per celebrare la radio come fonte di informazione, intrattenimento e ispirazione. Nel 2024 la Radio festeggia il suo centenario, occasione in più per onorare il suo fascino straordinario mettendo insieme i protagonisti che ogni giorno intrattengono milioni di italiani, gli editori e tutti gli ascoltatori che vorranno partecipare», commenta Giorgio d’Ecclesia, Ceo & Founder di Radio Speaker, organizzatore dell’evento. Dopo due edizioni online (2021 e 2022), il World Radio Day del 2023 è stato il più grande evento radiofonico in Italia degli ultimi anni: quaranta Star Radiofoniche, cinquantacinque Main Partner, centottantaquattro Media Partner e oltre diecimila persone raggiunte tramite la diretta streaming. Fra i primi nomi confermati di questa edizione Claudio Cecchetto, Giuseppe Cruciani di Radio24, Marco Mazzoli diRadio105, Linus, Gianluca Gazzoli,Wad di Radio Deejay, Albertino di M2o, DJ Ringo di Virgin Radio, Federica Gentile di RTL 102.5 e Radio Zeta e Lucilla Agosti di R101 e moltissimi altri conduttori e speakers. Il tema scelto dall’UNESCO per il World Radio Day 2024 punta i riflettori sullo straordinario passato, sul presente rilevante e sulla promessa di un futuro dinamico della radio. «L’occasione offerta dal traguardo dei cento anni e più della Radio», si legge sul sito dell’UNESCO, «merita di essere strombazzata a tutto volume. L’UNESCO invita l’industria radiofonica mondiale nelle sue molteplici forme - commerciale, pubblica, no-profit - a unirsi a questa celebrazione globale del mezzo in questo momento speciale e cruciale nel suo viaggio lungo un secolo».
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Cesena: “Accabadora” dal romanzo di Michela Murgia al Teatro Bonci, il 4 e 5 novembre 2023.
Cesena: “Accabadora” dal romanzo di Michela Murgia al Teatro Bonci, il 4 e 5 novembre 2023. Accabadora, la produzione ERT e Savà Produzioni Creative dal romanzo Premio Campiello 2010 della scrittrice e intellettuale recentemente scomparsa Michela Murgia, arriva al Teatro Bonci di Cesena il 4 e 5 novembre (sabato ore 20.30 e domenica ore 16.00). La regista Premio Hystrio 2022 Veronica Cruciani affida al talento di Anna Della Rosa lo straordinario monologo scritto dalla drammaturga Carlotta Corradi come trasposizione scenica del libro, per una grande prova d’attrice. Sabato 4 novembre alle 17.30 Anna Della Rosa incontra il pubblico al Cinema Eliseo, in dialogo con Daniele Gualdi (Presidente di Riccione Teatro). A seguire la proiezione del film di Enrico Pau L’accabadora. L’iniziativa, di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e Cinema Eliseo, è il primo appuntamento per la Stagione 2023/24 del ciclo DAL PALCO ALLO SCHERMO Incontri tra cinema e teatro: alcuni protagonisti della Stagione teatrale condividono aspetti diversi della loro esperienza creativa proponendo e introducendo la visione dei film. Accabadora, tra i libri più letti di Murgia, è ambientato in un paesino immaginario della Sardegna. Protagonista di questo crudo e affascinante ritratto è Maria, che all’età di sei anni viene affidata a Bonaria Urrai come fill’e anima, una forma di adozione concordata tra il genitore naturale e quello adottivo. La donna vive sola, fa la sarta e all’occorrenza è anche “accabadora”. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo “acabar” che significa uccidere, finire: Bonaria aiuta le persone in fin di vita a morire. La bambina cresce nell’ammirazione della nuova madre, più colta e attenta della precedente, fino al momento in cui scopre il terribile ruolo che svolge nella piccola comunità e fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato. Anni dopo è costretta a tornare sul letto di morte di Tzia Bonaria: l’accudimento finale è infatti uno dei compiti che spetta ai “figli d’anima”. Lo spettacolo inizia proprio dal ritorno di Maria sull’isola, dal silenzio fra due donne con il peso di un lungo tempo di separazione. A incarnare la protagonista è la presenza forte e fragile di Anna Della Rosa, capace di evidenziare le molteplici sfumature del personaggio, interrogando gli spettatori su uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni e su un tema ancora al centro del dibattito pubblico. Audiodescrizione Teatro No Limits La replica di domenica 5 novembre sarà audio descritta per persone con disabilità visiva: l’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto del Centro Diego Fabbri di Forlì Teatro No Limits, con il sostegno di BCC Romagnolo. Informazioni e prenotazioni: Centro Diego Fabbri di Forlì, [email protected] – tel. 0543 30244. Vengo anch’io! Laboratori creativi per bambin* mentre i grandi sono a teatro Domenica 5 novembre è prevista anche la prima attività stagionale del progetto Vengo anch’io!, che offre alle famiglie la possibilità di assistere ad alcuni spettacoli del cartellone mentre le bambine e i bambini (dai 6 agli 11 anni) partecipano a laboratori creativi a cura di associazioni e realtà artistiche del territorio, in spazi interni al Teatro. L’Associazione Artexplora conduce il laboratorio di decorazione La borsa d’artista. Anna Della Rosa, diplomata alla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, si specializza con Luca Ronconi e Massimo Castri. Debutta con Peter Stein al Teatro Greco di Siracusa e nei più importanti teatri antichi d’Europa. È protagonista diretta da Toni Servillo, Luís Pasqual, Pascal Rambert, Valter Malosti, Martin Kušej, Marco Bellocchio, Andreè Shammah, Marco Baliani, Davide Livermore, Veronica Cruciani, Simone Toni e Jacopo Gassmann, per il quale è Ifigenia nell’Ifigenia in Tauride al Teatro Greco di Siracusa nel 2022. Per il ruolo di Giacinta ne La Trilogia della Villeggiatura diretta da Toni Servillo vince il Premio ETI Gli Olimpici del Teatro come migliore attrice emergente e il Premio Virginia Reiter, per la sua interpretazione in Blackbird diretta Luís Pasqual riceve il Premio Marisa Bellisario, il Premio Duse come migliore giovane attrice di teatro e il premio Internazionale “Amici di Milano per i giovani”. È finalista al Premio Ubu come miglior attrice nel 2008 per il ruolo di Giacinta e nel 2021 per le sue interpretazioni di Cleopatràs di Giovanni Testori con la regia di Valter Malosti e di Sorelle, scritto e diretto da Pascal Rambert. È la voce di Via col vento di Margaret Mitchell e di Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, audiolibri prodotti da Storytel. È la Ragazza Esangue ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Premio Oscar 2014 come miglior film in lingua straniera. Ha interpretato di recente al Nuovo Teatro delle Passioni di Modena Erodiàs + Mater strangosciàs, il nuovo progetto di Sandro Lombardi, storico interprete dei Tre lai di Testori, nato come un ideale passaggio di consegne da attore ad attrice (prodotto da ERT / Teatro Nazionale). Nel corso della stagione 2023/2024 debutterà̀ anche nella produzione ERT Antonio e Cleopatra, regia di Valter Malosti e in Durante, testo e regia di Pascal Rambert. Riprende inoltre Accabadora, dal romanzo di Michela Murgia, drammaturgia di Carlotta Corradi e regia di Veronica Cruciani, una co-produzione ERT con Savà srl. Veronica Cruciani è regista e attrice, diplomata alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Nel 2003 interpreta e dirige insieme ad Arturo Cirillo il monologo Le nozze di Antigone (premio Oddone Cappellino e segnalato al premio Riccione), scritto per lei da Ascanio Celestini. Nel 2004 fonda la Compagnia Veronica Cruciani, con cui conduce un’indagine sul rapporto fra memoria e drammaturgia contemporanea. Nel 2008 firma la regia de Il ritorno, testo di Sergio Pierattini che vince il Premio della Critica. Nel 2011 riceve il Premio Hystrio-ANCT dell’Associazione Nazionale dei Critici italiani. Dal 2013 al 2015 è direttrice artistica del Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma. Nel 2015 è prodotta dal Teatro di Roma per Preamleto di Michele Santeramo e dal Teatro Carcano di Milano per Due donne che ballano di Josep Maria Benet con Maria Paiato e Arianna Scommegna. È tra i docenti della Scuola Officine Pasolini della Regione Lazio, Accademia Stap Brancaccio e Accademia Padiglione Ludwig. Nel cinema lavora come attrice e acting coach. A settembre 2022 riceve il Premio Hystrio alla regia. Nel gennaio del 2024 debutterà con la produzione ERT, CMC/Nidodiragno e Teatro Stabile di Bolzano Le serve, da Jean Genet, dirigendo in scena Eva Robin’s, Beatrice Vecchione e Matilde Vigna. Accabadora dal romanzo di Michela Murgia edito da Giulio Einaudi Editore drammaturgia Carlotta Corradi con Anna Della Rosa regia Veronica Cruciani foto di Marina Alessi produzione Savà Produzioni Creative, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale Informazioni: Teatro Bonci, Piazza Guidazzi – Cesena tel. 0547 355959 | [email protected] Biglietteria aperta (nei giorni feriali): ore 11.00–14.00 e 17.00–19.00; nei giorni di rappresentazione serale fino a inizio spettacolo; le domeniche di rappresentazione pomeridiana, dalle 15.00 fino a inizio spettacolo. Biglietti da 28 a 8 euro. Ingresso per chi si presenta con il biglietto del film L’accabadora di sabato 4 novembre: euro 15. Ingresso al Cinema Eliseo, sabato 4 novembre: euro 6,50; per chi si presenta con il biglietto dello spettacolo, 4 euro. Prenotazione consigliata a [email protected], tel. 0547 21520. Vengo anch’io!: 7 euro – per 2 bambini 10 euro. Riduzione del 20% sul biglietto dello spettacolo per i genitori.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il 13 Febbraio 2022 torna il World Radio Day
Il 13 Febbraio 2022 torna il World Radio Day
l’Italia celebra la Giornata Mondiale della Radio con i più grandi protagonisti delle Radio Nazionali, Locali, Web e Universitarie.ROMA, 25 Gennaio 2022 – Il 13 febbraio è la giornata mondiale della Radio, istituita nel 2011 dall’UNESCO. Nel 2022, per l’undicesima edizione del World Radio Day, celebriamo ancora insieme la Radio con un grande evento online organizzato da Radiospeaker.it , in…
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#Baz#Danny Stucchi#Filippo Ferraro#Filippo Solibello#Francesco Facchinetti#Giuseppe Cruciani#Manola Moslehi#Marco Mazzoli#Mario Fargetta#Nicola Savino#Ringo#trio Medusa#Wad#World Radio Day
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Un Cult con Tomas Milian
Il giustiziere sfida la città
Data di uscita: 16 agosto 1975 (Italia)
Regista: Umberto Lenzi
Musiche Franco Micalizzi
Distribuzione in italiano: Medusa Film
Curiosità
Il nome del personaggio richiama quello di un film assai più noto: sei anni prima del Rambo interpretato da Sylvester Stallone, Milian lesse il libro Primo sangue, scritto da David Morrell dal quale poi venne tratto il film statunitense
Affascinato dalla narrativa di Morrell, Milian cercò invano di convincere i "cinematografari" del Bel Paese a produrre un film tratto dal libro con lui stesso come protagonista, ma le difficoltà apparentemente insormontabili nel ricreare una credibile cittadina nordamericana in Italia e i costi proibitivi di girare in location fecero naufragare il progetto. Come 'contentino' venne promesso a Milian che il nome del suo prossimo personaggio sarebbe stato 'Rambo'. Il titolo di lavorazione originale del film era ancora più esplicito: Rambo sfida la città. In entrambi i film il personaggio di Rambo viene doppiato dall'attore Ferruccio Amendola.
Il film è anche un omaggio a Sergio Leone ed al suo Per un pugno di dollari, del quale Il giustiziere sfida la città si può considerare una sorta di remake in chiave poliziesca.
Interpreti e personaggi
Tomas Milian "Rambo"
Joseph Cotten: don Paternò
Femi Benussi: Flora
Silvano Tranquilli: ing. Marco Marsili
Evelyn Stewart/Ida Galli: moglie di Marsili
Adolfo Lastretti: Ciccio Paternò
Maria Fiore: Maria Scalia
Mario Piave: Pino Scalia
Luciano Catenacci: Conti
Tom Felleghy: comandante Ferrari
Luciano Pigozzi: scagnozzo di Conti
Guido Alberti: titolare della sala da biliardo
Shirley Corrigan: cameriera di Conti
Antonio Casale: Philip Duval
Duilio Cruciani: Luigino Scalia
Alessandro Cocco: Gianpiero Marsili
Rosario Borelli: guardaspalla di don Paternò
Mario Novelli: Franco
#il giustiziete sfida la città#tomas milian#femi benussi#evelyn stewart#ida galli#umberto lenzi#joseph cotten#giallo fever#giallofever#italian cult#cult#italian giallo#cinema cult#italian sexy comedy#international cult#gialli#giallo#poliziottesco soundtrack#italian poliziottesco#polizieschi#poliziottesco#poliziotteschi#spaghetti crime
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Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Dalle Regioni continuano ad arrivare segnali importanti per la lotta all’omofobia, mentre latita ancora una normativa nazionale. Il Consiglio della Regione Emilia-Romagna
ha approvato
la legge contro l’omotransfobia, dopo polemiche e un
intenso dibattito
. L’ultima seduta è durata 39 ore, per votare i 1.787 emendamenti presentati in maniera ostruzionista dal Fratelli d’Italia e volti a boicottare il testo (con
punte di particolarmente miserevoli
). Il presidente del Consiglio Stefano Bonaccini ha affermato: “La dignità delle persone non si ferma con l’ostruzionismo. L’Emilia-Romagna fa un passo avanti importante, affermando il diritto alla piena autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere”. Oltre alla decisa opposizione dei clericali anti-gay, che hanno montato una campagna di disinformazione prospettando scenari apocalittici in caso di approvazione della norma, la discussione ha visto anche contrasti all’interno del Pd. L’ala cattolica ha infatti
ottenuto l’approvazione
di un emendamento che vieta elargizioni pubbliche alle associazioni che sostengono la gestazione per altri. Il Movimento 5 Stelle, anche se critico su diversi punti,
ha votato a favore
di alcuni articoli, in particolare per l’iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie gay e il sostegno alle persone transessuali.
Anche in queste settimane diversi cortei a sostegno dei diritti delle persone lgbt hanno percorso le città, spesso con il sostegno delle amministrazioni, in particolare in Toscana. Hanno infatti aderito al Toscana Pride che si è tenuto a Pisa, tra gli altri, la Regione Toscana, le Province di Pisa, Livorno, Massa-Carrara, Pistoia e Grosseto, i Comuni capoluogo di Firenze, Livorno e Carrara, 19 Comuni della provincia pisana (Bientina, Calci, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme Lari, Castelfranco di Sotto, Montecatini Val di Cecina, Montopoli in Val d’Arno, Palaia, Pontedera, Ponsacco, Santa Croce sull’Arno, San Giuliano Terme, San Miniato, Santa Luce, Terricciola, Vecchiano, Vicopisano e Volterra). In particolare i Comuni di Casciana Terme (PI) e Murlo (SI) hanno aderito alla Rete RE.A.DY contro le discriminazioni omofobe. L’amministrazione di Pisa non ha però dato il patrocinio, richiesto con una mozione del consigliere Francesco Auletta (Diritti in Comune). Per la mancata adesione del Comune di Pisa ha protestato anche Olivia Picchi (Pd).
Il clericalismo istituzionale è quotidiano e ossessivo, ma qualche voce che lo contrasta si sente. Il segretario dei Radicali Abruzzo Alessio Di Carlo ha contestato la scelta dell’amministrazione di Pescara di far benedire l’aula consiliare da un parroco della zona prima dell’apertura dei lavori. Di Carlo
ha fatto notare
che la decisione presa dal nuovo sindaco Carlo Masci “si scontra con i più elementari principi di laicità delle istituzioni che dovrebbero ispirare tutta l’attività amministrativa”. Il Pd
ha protestato
per la decisione della Giunta del Friuli-Venezia Giulia di elargire 200mila euro per un convegno
organizzato dalla diocesi
sul rapporto tra scienza e fede.Le sparate omofobe di politici e figure istituzionali, anche se trovano terreno fertile col ritorno di fiamma integralista e le crociate anti “gender”, vengono sempre più mal viste e contestate. Alessandro Terrile, consigliere Pd al Comune di Genova,
ha chiesto
le dimissioni del manager dei servizi culturali del Comune di Genova, Maurizio Gregorini, che
ha pubblicato
– e poi cancellato – un tweet pesantemente omofobo e intollerante, intriso di complottismo e dalle tinte xenofobe.Qualche novità anche sul fronte dei diritti riproduttivi. Il Tar della Lombardia
ha annullato
una delibera regionale che negava l’accesso alla fecondazione eterologa per le donne oltre i 43 anni che avessero effettuato già tre tentativi. Il ricorso è stato presentato dall’Associazione Luca Coscioni. Già a febbraio il consigliere regionale Michele Usuelli (+Europa) aveva contestato il fatto che ogni Regione potesse fissare limiti diversi di età per l’accesso alla procreazione assistita, dato che la legge 40 (ciò che ne rimane) non li prevede, rimettendosi alle indicazioni degli esperti che valutano i singoli casi.Il ddl Pillon sull’affido condiviso
ha subito una battuta d’arresto
e verrà rivisto, dopo le proteste dei movimenti femministi e i contrasti nella maggioranza. La Commissione Giustizia del Senato ha rinviato la discussione a settembre ma affidato sempre al senatore Simone Pillon (Lega) l’incarico di riscrivere il testo unificando e mediando sei diverse proposte di legge. I senatori M5S Alessandra Riccardi e Matteo Cruciani hanno parlato di ddl ormai “superato”, rassicurando su una revisione che tolga “tutte le storture presenti in tutti i provvedimenti” e sul fatto che non ci sarà “nessuna accelerazione, finché non c’è pieno accordo il testo unificato non verrà depositato”. Il Partito Democratico si è fortemente schierato contro il ddl Pillon e i senatori Valeria Valente, Monica Cirinnà, Luigi Cucca e Franco Mirabelli ne hanno chiesto il ritiro immediato, per l’impostazione “oscurantista e anacronistica” (come l’ha definito Arcigay), chiedendo chiarezza al Movimento 5 Stelle.In chiusura, è il caso di segnalare la fine positiva di un vicenda che interessa la scuola, durata anni. ll Giudice del Lavoro di Siena
ha reintegrato
il maestro Adriano Fontani, che aveva subito provvedimenti disciplinari ed era stato licenziato ingiustamente dopo aver lasciato i testimoni di Geova. Dal 2004 il docente infatti era stato oggetto di proteste e discriminazioni, che aveva ricondotto a pressioni degli ex correligionari sulle scuole in cui insegnava, anche con ricadute dal punto di vista familiare e affettivo. Il caso era stato portato all’attenzione del Parlamento nel 2010 da una interrogazione a firma dei senatori democratici Marco Perduca e Donatella Poretti.
La redazione
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'Calma e gesso – in viaggio con Mario Dondero', doppio dvd con libretto in cui sono raccolti i cinque anni trascorsi dal regista e antropologo Marco Cruciani al fianco del leggendario fotoreporter Mario Dondero.
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A prendere le distanze dall’episodio è Saverio Monari, componente del Cda di Arterìa, società specializzata nel trasporto di opere d’arte e di arredi di pregio che sta trasportando via letti, poltrone, comò, tende e quadri dall’hotel per permettere la ristrutturazione che terminerà tra due anni e mezzo. Per sveltire la cosa, l’impresa di Milano si era rivolta ad Obiettivo Trasporti di Concordia Sagittaria. Che ha fornito il Tir nero mussoliniano. I vertici della società assicurano di non essersi accorti in tempo. «Appena ci siamo resi conto — fanno sapere da Arterìa — il nostro personale ha immediatamente chiesto al sub-trasportatore di allontanarsi. Abbiamo subito interrotto ogni rapporto contrattuale, ora stiamo valutando la possibilità di fare un’azione legale nei confronti della ditta». Dopo essersi negata per ore a qualsiasi commento, ricevuta la risoluzione del contratto, ieri Obiettivo «ha chiamato un referente di Arterìa per scusarsi dell’accaduto», spiega l’avvocato della società Giovanni Pennica. «Si stanno prendendo gli opportuni provvedimenti e la direzione dell’Hotel Bauer si dissocia completamente e sotto ogni profilo da quanto verificatosi», ribadiscono dall’albergo.
I commenti alle dichiarazioni del Pd
Gli inglesi dicono che il karma è una brutta bestia. Dalla riva dell’hotel Bauer portarono via i corpi dei tredici martiri di Ca’ Giustinian, fucilati dai fascisti per rappresaglia nell’estate del 1944, ricorda Marco Gasparinetti (Terra e Acqua). La segretaria comunale del Pd Monica Sambo sul Tir ha detto: «Vergogna inaccettabile. Evidentemente nel clima generale delle forze di destra che governano si pensa che queste cose possano essere concesse». E per questa affermazione è stata mandata a quel paese da Giuseppe Cruciani nella trasmissione radiofonica «La Zanzara» dopo averla definita «campione del mondo, scienziato, professoressa». Poi i commenti di dissenso al post della segretaria sono schizzati da tutta Italia e oggi sono oltre 500 con insulti pesanti alla consigliera e alla sua famiglia. E nella puntata di ieri molti camionisti hanno chiamato per elogiare l’ignoto collega nostalgico e dare la propria disponibilità per un’assunzione alla ditta di Concordia Sagittaria. Il karma può rimbalzare: Sambo e la segreteria Pd hanno deciso di sporgere denuncia querela per ciascun odiatore alla Polizia Postale. Appuntamento già concordato, inutile cancellare i post. «Ho deciso di denunciare per dare un segnale: non si resta impuniti di fronte a certe offese — spiega —. Vanno fermati i fascisti da tastiera che perseguitano i profili di privati cittadini. Io ho spalle larghe ma non la faccio passare. Sotto ai miei post ci sono frasi che inneggiano al fascismo: le segnalerò all’autorità giudiziaria affinché vengano portate avanti le azioni conseguenti». Qui non si tratta di essere moralisti ma nel 2023 che senso può avere inneggiare al 1919? Lo vuoi fare....fallo nel tuo privato. Ho sempre rispetto per ogni lavoratore ma mi chiedo perché le persone hanno paura di ragionare con la loro testa con un camion così sicuramente non passi inosservato.
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dall'11 dicembre, a roma, in camera verde: omaggio a mario dondero
Mercoledì 11 dicembre 2024 16.30/18.45/21.00, Calma e gesso – In viaggio con Mario Dondero, di Marco Cruciani, 2015 Giovedì 12 dicembre 2024 18.00 Presentazione del DVD Calma e gesso – In viaggio con Mario Dondero, di Marco Cruciani, e del libro De Amicitia – Il mio incontro con Mario Dondero, di Zeno Tentella. Intervengono gli autori L’Omaggio a Mario Dondero: calma e gesso, a cura di Zeno…
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Sailing To Nowhere Firmano per Elevate Records
I Sailing to Nowhere sono entrati nella famiglia Elevate!
I STN coniugano insieme potenza e melodia, due elementi che caratterizzano il suono e l’immagine della band, sin dalla nascita nel 2015, con l’intenzione di creare uno speciale marchio, con ritmi potenti e melodie accattivanti.
Non molto tempo fa la band ha suonato in Giappone, riscontrando pareri eccelsi, e condiviso il palco con band come Blind Guardian, Stratovarius, Angra, Sepultura, Alestorm, Goblin e molte altre.
Questi adorabili bucanieri sono già al lavoro sul loro terzo album, che vedra’ la luce grazie a Elevate Records nel 2021. Già le preproduzioni di alcuni brani sono davvero fantastiche e i Sailing to Nowhere non vedono l’ora di pubblicare l’album completo!
Formazione :
Marco Palazzi – Voce
Sara Tiezzi – Voce
Andrea Lanzillo – Chitarre
Francesco Ciancio – Chitarre
Carlo Cruciani – Basso
Giovanni Noè – Batteria
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Modena, arriva lo spettacolo Accabadora
Modena, arriva lo spettacolo Accabadora. Martedì 15 e mercoledì 16 novembre alle ore 20.30 arriva al Teatro Storchi di Modena Accabadora, una coproduzione Savà srl, TPE – Teatro Piemonte Europa ed Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, con in scena Anna Della Rosa diretta da Veronica Cruciani, Premio Hystrio alla regia lo scorso settembre. Dopo le date modenesi, lo spettacolo è in programma al Teatro Arena del Sole di Bologna martedì 13 e mercoledì 14 dicembre. Accabadora è uno dei romanzi più letti di Michela Murgia, Premio Campiello 2010, ambientato in un paesino immaginario della Sardegna. Protagonista è Maria che all’età di sei anni viene affidata a Bonaria Urrai come fill’e anima, una forma di adozione concordata tra il genitore naturale e quello adottivo. La donna vive sola, fa la sarta e all’occorrenza è anche "accabadora". La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo "acabar" che significa uccidere, finire: Bonaria aiuta quindi le persone in fin di vita ad andarsene. La bambina cresce nell’ammirazione della nuova madre, più colta e attenta della precedente, fino al momento in cui scopre questa attività e fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato. Qualche anno dopo Maria è costretta a tornare sul letto di morte di Tzia Bonaria: l’accudimento finale è infatti uno dei compiti che spetta ai "figli d’anima". Un monologo per voce femminile che la regista Veronica Cruciani affida al talento e all’intensità di Anna Della Rosa e alla drammaturga Carlotta Corradi per la traduzione scenica del romanzo, che parte proprio dal ritorno di Maria sull’isola e conduce il pubblico dritto nel mezzo del silenzio fra le due donne, con il peso di un lungo tempo di separazione. Veronica Cruciani è regista e attrice, diplomata alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Nel 2004 fonda la Compagnia Veronica Cruciani, con cui conduce un’indagine sul rapporto fra memoria e drammaturgia contemporanea. Nel 2008 firma la regia de Il ritorno, il cui testo, di Sergio Pierattini, vince il Premio della Critica. Nel 2011 riceve il Premio Hystrio-ANCTb dell’Associazione Nazionale dei Critici italiani. Dal 2013 al 2015 è direttrice artistica del Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma. Nel 2015 è prodotta dal Teatro di Roma per Preamleto di Michele Santeramo e dal Teatro Carcano di Milano per Due donne che ballano di Josep Maria Benet con Maria Paiato e Arianna Scommegna. È tra i docenti della Scuola Officine Pasolini della Regione Lazio, Accademia Stap Brancaccio e Accademia Padiglione Ludwig. Nel cinema lavora come attrice e acting coach. A settembre 2022 riceve il Premio Hystrio alla regia. Anna Della Rosa, diplomata alla Civica Scuola Paolo Grassi, si specializza con Luca Ronconi e Massimo Castri e debutta con Peter Stein al Teatro Greco di Siracusa. È vincitrice di riconoscimenti fra cui il Premio ETI Gli Olimpici del Teatro e il Premio Virginia Reiter per il ruolo di Giacinta nella Trilogia della villeggiatura diretta da Toni Servillo; il Premio Marisa Bellisario e il Premio Duse come migliore giovane attrice in Blackbird, regia di Lluìs Pasqual. Interprete protagonista in molti spettacoli, ha collaborato con grandi registi italiani e internazionali come Marco Bellocchio (Zio Vanja), Pascal Rambert (Clôture de l’amour, Prova e Sorelle), Valter Malostib(Molière / Il Misantropo e Cleopatràs), Andrée Ruth Shammah (Il malato immaginario), Rosario Lisma (Peperoni difficili e Bad and Breakfast), Marco Baliani (I sette contro Tebe), Martin Kusej (Disgraced). Di recente, è interprete della coproduzione ERT Accabadora e del monologo L’Angelo di Kobane di Henry Naylor. È co-fondatrice della Compagnia Jacovacci e Busacca ed è stata la Ragazza Esangue nel film premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Informazioni e prenotazioni Teatro Storchi: Prezzi dei biglietti € 25 / 10 Biglietteria Teatro Storchi – Largo Garibaldi 15, Modena Orari apertura al pubblico: martedì e sabato dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00; mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 14.00 [email protected] | modena.emiliaromagnateatro.com | www.vivaticket.it Biglietteria telefonica – tel. 059 2136021 Dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 14.00... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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l’arte contemporanea nei giardini dell’AventinoOpere di Paolo Buggiani, Tommaso Cascella, Publia Cruciani, Marco Fioramanti, Riccardo Monachesi, Giulia Ripandelli,Ninì Santoro, Mara van WeesA cura di Francesca PertiIntroduzione di Daniela Gallavotti Cavallero19 dicembre 2020 dalle ore 11.00Giardini di Sant’Alessio, di Piazza Albina e Piero Piccioni – RomaFino al 28 febbraio 2021
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Brancaccio, Geppi Cucciari in Perfetta dal 9 gennaio
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/brancaccio-geppi-cucciari-in-perfetta-dal-9-gennaio/
Brancaccio, Geppi Cucciari in Perfetta dal 9 gennaio
Brancaccio, Geppi Cucciari in Perfetta dal 9 gennaio
Perfetta è l’ultimo monologo teatrale scritto da Mattia Torre, uno dei drammaturghi più influenti e attivi nella scena televisiva e teatrale italiana recentemente scomparso, nel quale si racconta un mese della vita di una donna, scandito dalle quattro fasi del ciclo femminile. La protagonista assoluta è Geppi Cucciari, per la prima volta alle prese con toni che non prediligono unicamente la comicità, ma si avventurano con profondità in sfumature anche più malinconiche e drammatiche.
Sul palco interpreta una venditrice d’automobili, moglie e madre, che conduce una vita regolare nella quale trovano posto il lavoro, la famiglia, gli impegni e moltissime responsabilità. Il racconto analizza i martedì di quattro settimane differenti, giornate identiche nei ritmi ma diverse nella percezione: a causa delle variazioni delle quattro fasi del ciclo, cambiano i gli stati d’animo, le reazioni, le emozioni e gli umori della protagonista.
Perfetta cerca di trattare con umiltà, ma anche frontalità, un tabù di cui gli uomini sanno pochissimo e di cui persino molte donne non sono così consapevoli. Un monologo nel quale trovano spazio sferzate di comicità e satira di costume, ma anche riflessioni più amare e profonde, in un delicato tentativo di consapevolezza e di empowerment femminile di cui sembra esserci un grande bisogno nel nostro tempo.
TOURNEE
Gennaio 2020 dal 10 al 12 – Roma, Teatro Brancaccio 15 – Modena, Teatro Storci 16 – Faenza (RA), Teatro Masini 17 – Cascina (PI), La Città del Teatro 22 – Asti (AT), Teatro Alfieri 23 – Savigliano (CN), Teatro Milanollo 24 – Varese, Openjobmetis 27 – Napoli, Teatro Diana
Febbraio dal 6 al 9 – Bari, Teatro Piccinni 12 – Barletta, Teatro Curci 13 – Brindisi, Nuovo Teatro Comunale Giuseppe Verdi 14 – Taranto, Teatro Orfeo
Geppi Cucciari è una comica, conduttrice televisiva e radiofonica e attrice italiana. Esordisce a Zelig nel 2001 e dal 2002 scrive e interpreta diversi spettacoli teatrali tra cui Full Metal Geppi scritto insieme a Lucio Wilson con la regia Paola Galassi, che cura anche quella di Maionese e di Si vive una volta. Sola, scritto sempre con Lucio Wilson. Passeggiata di salute di Nicolas Bedos con la regia di Veronica Cruciani. Nella stagione teatrale 2014/2015 ha interpretato il ruolo di Morticia nel musical La Famiglia Addams con la regia di Giorgio Gallione.
La carriera televisiva è lunga e varia: dopo Zelig Circus (2005-2009), è protagonista della sitcom Belli Dentro in onda dal 2005 al 2008 su Italia1. Nel 2009/10 conduce Italia’s Got Talent su Canale5 e poi arriva a La7 prima come ospite fissa di Victor Victoria e poi alla conduzione di G’Day, programma che accende la fascia oraria preserale del canale. Dal 2013 ha curato la copertina de Le Invasioni Barbariche Dal 2012 conduce con Piero Dorfles Per un pugno di libri su Rai3. Da due stagioni ogni sabato, sempre su Rai 3, commenta con Massimo Gramellini le parole chiave della settimana nel programma Le parole della settimana.
E’ autrice dei libri: Meglio donna che male accompagnata e Meglio un uomo oggi. Dal 2005 cura una rubrica su Donna Moderna.
Dal 2015 conduce prima su Radio2 e poi su Radio 1 il programma Un giorno da Pecora con Giorgio Lauro. Per il cinema interpreta la moglie di Carlo Verdone in Grande, grosso e Verdone (2008), L’arbitro (2013) con Stefano Accorsi, presentato alla 70ª Mostra del cinema di Venezia, nella sezione “Giornate degli autori”, Un fidanzato per mia moglie (2014) con Luca e Paolo, Passione Sinistra (2013) di Marco Ponti e Una donna per amica (2014) di Giovanni Veronesi. Nel 2016 è protagonista della web series Eities – Ottanta mi dà tanto scritta con Luca Bottura e Piero Guerrera.
Mattia Torre è stato autore teatrale, sceneggiatore e regista. Dopo le prime commedie teatrali scritte insieme a Giacomo Ciarrapico, è stato co-sceneggiatore del film Piovono Mucche di Luca Vendruscolo. Nel 2003 vinceva con il suo monologo teatrale In mezzo al mare la 17° rassegna Attori in cerca d’autore. Nel 2005 ha scritto e diretto il monologo teatrale Migliore, con Valerio Mastandrea. È stato tra gli autori del programma Parla con me di Serena Dandini. Con Ciarrapico e Vendruscolo scrive la serie TV Buttafuori e, dal 2007, la prima, la seconda e la terza stagione di Boris, per Fox Italia. Della seconda è stato anche co-regista. Con gli stessi autori, ha scritto e diretto Boris – il film. Nel 2011 ha scritto e messo in scena lo spettacolo teatrale 456 di cui aveva realizzato anche il sequel TV. Per Dalai editore ha pubblicato la raccolta di monologhi In mezzo al mare (2012). È stato autore e regista dello spettacolo teatrale Qui e ora con Valerio Mastandrea e Valerio Aprea. Nel 2014, insieme a Ciarrapico e Vendruscolo ha scritto e diretto il film per il cinema Ogni maledetto natale. Nel 2015 ha scritto con Corrado Guzzanti la serie TV Dov’è Mario? Nel 2017 ha scritto e diretto la serie TV La linea verticale, e ha pubblicato l’omonimo romanzo edito da Baldini&Castoldi.
Perfetta è l’ultimo monologo teatrale scritto da Mattia Torre, uno dei drammaturghi più influenti e attivi nella scena televisiva e teatrale italiana recentemente scomparso, nel quale si racconta un mese della vita di una donna, scandito dalle quattro fasi del ciclo femminile. La protagonista assolu…
Redazione ART News
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Ladri di occhi: una triplice alleanza che ruba la vista a settecento milioni di occhi nel mondo – uno screening tra i parlamentari costituito gruppo interparlamentare
(di Nicola Simonetti) Killer sono tre malattie irreversibili (glaucoma, retinopatia diabetica, maculopatie) che una prevenzione basata su visite annuali specialistiche, non invasive, avrebbe potuto evitare. Così non è neanche in Italia dove, su iniziativa dell’Agenzia Internaz. Prevenzione Cecità- Italia onlus, è stato effettuato screening oculistico tra i parlamentari riscontrando “tra quelli che si sono sottoposti agli esami – ha commentato il Dott. Marco Verolino, responsabile oculistica Ospedali Riuniti Area Vesuviana – ASL Napoli 3 Sud, che dell’indagine è stato il coordinatore – che il 65 per cento non esegue una visita oculistica completa di fondo oculare con regolarità una volta l’anno e che il 35 per cento ha eseguito un esame del fondo oculare solo a seguito di disturbi visivi. Se si considera ha proseguito – che, in questo caso, si tratta di un segmento di persone che, per diverse ragioni, dovrebbe essere particolarmente avvertite, possiamo comprendere quanto ancora resti da fare in materia di prevenzione”(ItalianHealth Policy Brief (IHPB).CEIS-Università di Roma Tor Vergata). Una premessa – questa – alla costituzione dell’Intergruppo parlamentare. “Occorre agire con determinazione intervenendo anche – ha detto l’on. Paolo Russo, presidente dell’Intergruppo parlamentare ed egli stesso oculista – sul piano legislativo e la risposta può venire solo dal fatto di promuovere l’adozione di scelte di politica sanitaria che rendano possibili nuovi modelli gestionali - sistematici e strutturali - che consentano di affrontare questo specifico ambito sanitario secondo le indicazioni e i suggerimenti della comunità scientifica internazionale. Considerando che nel nostro Paese abbiamo potenzialità e competenze scientifico-tecnologiche non comuni, che vanno comunque messe a sistema in modo sinergico – ha proseguito – non intervenire sarebbe una grave colpa”. Gli ambiti nei quali l’Intergruppo opererà sono essenzialmente quattro: promozione di politiche sanitarie che pongano la tutela della vista e la prevenzione delle patologie oculari al centro dell’agenda sanitaria del Paese; varo di iniziative di carattere legislativo e politico in grado di sollecitare Governo e Regioni verso l’adozione di provvedimenti che possano garantire a tutti i cittadini e su tutto il territorio una miglior prevenzione e una miglior cura delle patologie oculari, nonché l’accesso ai servizi di riabilitazione visiva; creazione di favorevoli condizioni per una più ampia adozione delle attività di screening atte a conseguire un miglioramento dei livelli di assistenza e una riduzione dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale; dare impulso ad iniziative di standardizzazione e centralizzazione dei dati clinici che consentano di ottimizzare conoscenze e sinergie tra le diverse strutture sanitarie del Paese. Organismo di consulenza tecnica dell’Intergruppo Parlamentare sarà la stessa Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-IAPB Italia onlus,che è già fortemente impegnata in numerose iniziative di sensibilizzazione e che, al di là di quanto già fatto presso Camera e Senato, si appresta a varare altri progetti su scala nazionale con il supporto della rivista di politica sanitaria ItalianHealth Policy Brief (IHPB). "La prevenzione – ha detto, alla conferenza tenuta a Roma - l’avv. Giuseppe Castronovo, presidente di IAPB Italia onlus – è un dovere di ogni persona: tra l’altro consente di evitare molte malattie oculari e notevoli sofferenze, oltre che un aggravio importante di spesa pubblica. Per questo i cittadini devono recarsi periodicamente dall'oculista e portarci i propri figli. Come diceva Leonardo da Vinci la vista è il signore dei sensi. Per questo non dobbiamo mai trascurarla: solo così potremo avere sempre luce nella vita". L’affermarsi di nuovi e più efficaci paradigmi gestionali per le patologie ottico-retiniche potrebbe produrre salutari contributi alla sostenibilità della spesa sanitaria. A titolo di esempio, basterà ricordare che, secondo uno studio prospettico elaborato nel 2017 dal CEIS (Centre for Economic and International Studies-Università di Roma Tor Vergata), la retinopatia diabetica, in assenza di un miglioramento del quadro assistenziale, genererà un aumento della spesa sanitaria di 4,2 miliardi di euro nel periodo 2015-2030. “La ricerca è impegnata su vari fronti e qualche risultato lo ha già dato – ha sottolineato il Prof. Filippo Cruciani, referente scientifico di IAPB Italia onlus – ma ciò su cui bisogna soprattutto puntare è la prevenzione sia primaria che secondaria. Primaria – ha proseguito – vuol dire sostanzialmente stile di vita mentre la secondaria consiste nella diagnosi precoce, quando la malattia è ancora allo stato asintomatico; purtroppo l’attitudine alla prevenzione è ancora molto bassa nel nostro Paese”. Le tre malattie sotto osservazione: Il GLAUCOMA, prima causa di cecità irreversibile al mondo: colpisce 55 milioni di persone, mentre 25 milioni hanno già perso le proprie capacità visive per causa sua (un milione sono in terapia ed altrettanti, in Italia, sono a rischio ma lo ignorano). “Si tratta di epidemia 3.0, una malattia della seconda e terza età' che, nel 2020 – è previsto - interesserà 80 milioni di persone nel mondo. Il glaucoma aggredisce il nervo ottico e può portare a cecità ed è – dice l'Associazione italiana per lo studio del glaucoma - nuova minaccia, silenziosa nei riguardi della popolazione mondiale. La cura del glaucoma è molto costosa e incide già notevolmente sulla spesa sanitaria nazionale che, in prospettiva, verrà ulteriormente gravata dai costi socio-assistenziali di sostegno a una fetta così ampia di popolazione che non sarà più auto-sufficiente perché priva della vista”. Una malattia subdola che, nella forma cronica non dà neanche sintomi mentre una pressione oculare troppo elevata sta danneggiando “silenziosamente” la visione. Primo avviso sono piccole “macchie” scure (scotomi) alla periferia del campo visivo (quello che si può vedere senza muovere il capo) che si restringe via via fino raggiungere una visione a cannocchiale (“tubulare”) e, in casi peggiori, l’oscurità completa. Se non curata in tempo, la forma porta senza scampo a perdita della funzione visiva. Obiettivo da raggiungere, quindi: individuare subito i casi di glaucoma ignorati: sono mezzo milione in Italia; quando i colpiti se ne accorgeranno almeno il 40% della propria capacità visiva sarà già perduta. La prevalenza della malattia aumenta con l'età e, molte volte, si presenta prima dei 40 anni. A questa età e, comunque, quando compaiano i primi segni di presbiopia (visione sfocata da vicino) o ci sia familiarità, è necessario sottoporsi a controllo oculistico che comprenda la misurazione della pressione oculare. Ma solo il 21% degli italiani ha eseguito un controllo della vista negli ultimi 5 anni. La RETINOPATIA DIABETICA: Sei italiani su cento soffrono di diabete ma in tre su 10 di loro la malattia ha, in qualche modo, interessato anche la retina (un’ “estensione” del cervello il cui tessuto nervoso capta e trasmette, al centro, gli stimoli visivi) e, in carenza di terapia ed adeguamento di regole si vita, in prospettiva, la danneggerà irreparabilmente quale risultato di danni accumulati nel tempo a carico dei piccoli vasi sanguigni della retina. Interessa 42 milioni e 1/2 di persone nel mondo ed è prima causa di cecità in età lavorativa e, se il diabete tipo 1 è diagnosticato dopo i 30 anni, essa è del 20%; dopo 5 anni di malattia del 40-50%, dopo 10 anni e di oltre 90% dopo 20 anni. I danni alla retina sono evitabili controllando il diabete. Verificare anche la pressione arteriosa nel diabetico tipo 2 riduce il rischio di malattia micro-vascolare del 37%, il tasso di progressione della retinopatia diabetica del 34% e il rischio di peggioramento dell’acuità visiva del 47%. Questa patologia, se non migliorerà il quadro assistenziale, farà aumentare la spesa sanitaria di 4,2 miliardi di euro nel 2015-2030 (univ. Tor Vergata Roma). MACULOPATIE: Interessano 200 milioni di persone nel mondo; un milione in Italia. Tra le acquisite, più diffusa la degenerazione maculare (AMD) legata all’età; negli over 55 è principale causa di cecità legale nel mondo occidentale. Due le forme di AMD: la secca (atrofica) ad evoluzione lenta e meno aggressiva per la quale non c’è terapia specifica, e la umida (essudativa), a volta evoluzione della prima. Pertanto, vanno seguite insorgenza ed evoluzione della patologia retinica. La umida, meno comune, ma più aggressiva, ad evoluzione più rapida, presenta nuovi vasi sanguigni retinici nella macula (centro della retina). Ogni maculopatia va diagnosticata presto (necessarie visite periodiche) onde ricorrere ad iniezioni intravitreali di anti-VEGF (contro, cioè, i fattori di crescita coinvolti nell’angiogenesi, formazione di nuovi vasi sanguigni che invadono la retina). Read the full article
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della Redazione di Carmilla
Un intero libro contro Carmilla! (1) Accidenti, che onore! Noi, secondo l’autore (il dottor Giuseppe Cruciani, titolare della rubrica La Zanzara su Radio 24, collaboratore di Panorama e di La 7), saremmo una lobby di inaudita potenza, capace di mobilitare fior di intellettuali di destra e di sinistra (da Erri De Luca a Tiziano Scarpa a Marco Müller, da Bernard Henri-Lévy a Philippe Sollers a Gabriel Garcîa-Márquez) in giro per il mondo. Il tutto a partire dalla “lista della vergogna”, cioè dalla nostra raccolta di firme (del 2004) a sostegno di Cesare Battisti. Uno spietato assassino responsabile di tre, anzi quattro delitti trent’anni fa, oggi titolare di una vita agiata in una prigione brasiliana. Come mai, disponendo di simile potere, lo avremmo usato non per cause più illustri (tipo la verità su Piazza Fontana, la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Pinelli, ecc.), bensì per appoggiare un oscuro portinaio della Rue Bleue, scrittore di romanzi in edizione economica, quasi sconosciuto in Italia? Come mai attorno a un criminale latitante si è mossa una fetta così consistente di “culturame”? Siamo grati al dottor Cruciani per avercelo spiegato. Il “culturame” in questione (i nomi sono centinaia, inclusi il mite Beppe Sebaste o il moderato Sandro Provvisionato, conduttore Mediaset) vive accanto al caminetto nostalgie e fantasie feroci, ai limiti dell’onirismo, degli anni Settanta e Ottanta. Si illude che esista ancora un mondo in cui lo scontro sociale non è mera formula, in cui la stratificazione in classi sussista intatta, in cui poteri incontrollabili politico-economico-criminali pratichino l’arbitrio ed esercitino una selezione per censo. Il dottor Cruciani, saggiamente, censura tale atteggiamento disfattista e antistatuale, che non prende atto di come va il mondo. Lo chiama “disprezzo per lo Stato”, accusa chi lo coltiva di istinti “psicotici”. Ha ragione. C’era da affidarsi a occhi bendati a una “democrazia” che non era che una sequela di prepotenze palesi e occulte. Collusioni tra Stato e mafia, stragi protette o istigate da segmenti degli apparati di difesa, condizionamenti internazionali, corruzione a ogni livello. Più tardi si è saputo dell’esistenza di Stay Behind (Gladio) e della P2. Ancora più tardi l’intera classe politica del periodo postbellico è sparita dalle scene: chi in prigione, chi in esilio, chi in un sordido riciclaggio sotto nuove sigle. Ma il dottor Cruciani ci spiega che quella — definita nell’ ’88 “lo Stato del ricatto”, da un noto eversore quale Gherardo Colombo – era una democrazia perfetta, quanto l’attuale. Ha senz’altro ragione. Invece ha torto marcio chi dice che, a quel tempo, qualcosa non andava, e non va tuttora.
Specialmente per quanto riguarda i processi per terrorismo vero o supposto della fine degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta. Non quelli alle BR, che fanno storia a sé, ma quelli intitolati Torregiani, Tobagi, 7 Aprile. Maratone giudiziarie in cui, spesso, chi aveva commesso i crimini peggiori se la cavava con pochi anni di prigione, grazie al pentimento o alla dissociazione, oppure non veniva neppure indagato (vedi il caso Tobagi); mentre chi cadeva sotto i colpi del pentitismo si trovava sottoposto a pene smisurate. Il dottor Cruciani omette di soffermarvisi, ma avrebbe dovuto iscrivere nei ranghi del sovversivismo anche Amnesty International, che per due volte richiamò l’Italia per via dei suoi processi “d’emergenza”, anche in rapporto al caso Torregiani; il giurista Italo Mereu, che in un saggio famoso più volte ristampato, Storia dell’intolleranza in Europa (Bompiani), mise a confronto le procedure emergenziali italiane con quelle dell’Inquisizione (Cruciani: “Come si fa a discutere seriamente con chi sostiene per esempio che il reato di ‘concorso morale’ in omicidio sia ispirato direttamente alle procedure dell’Inquisizione?”, p. 143); magistrati democratici, come Amedeo Santosuosso, che si ribellarono al tipo di legislazione che dovevano imporre, e pagarono il loro gesto con ostacoli alla carriera. Invece il dottor Cruciani santifica opportunamente la figura del pentito (“lo strumento dei pentiti, comunque lo si voglia giudicare, si rivelò fondamentale”, p. 142), di cui resta esponente emblematico Carlo Fioroni. Il quale, probabilmente, disse un sacco di balle (vedi qui), ma sicuramente lo fece a fin di bene.
Circa un quarto del libro del dottor Cruciani è dedicato a invettive moralistiche largamente condivisibili contro gli intellettualoidi che dimenticano la pietà umana (sentimento che lo stesso Cruciani non pare estendere alle recenti vittime della Freedom Flotilla) in nome della rivoluzione da farsi in salotto, raggruppati attorno al serial killer Cesare Battisti. Quegli intellettuali sono finalmente denunciati uno per uno e inchiodati alle loro pazzesche responsabilità. E’ vero che, ogni volta che cita qualcuno di quegli scrittori, poeti, cineasti, il dottor Cruciani pare avere attinto, per le notizie biografiche, da Wikipedia; è vero che suona un po’ sconcertante udire definire Erri De Luca un “bestsellerista, cioè uno che vende centinaia di migliaia di copie” (p. 71), quasi fosse Fabio Volo o Federico Moccia; è vero che colpisce trovare Massimo Carlotto inchiodato, ancora una volta, a un ipotetico delitto in cui ormai non crede più nessuno. Ma non si può pretendere che il dottor Cruciani, preso dalle sue attività radiofoniche e adesso anche investigative, legga dei libri. Terminato il suo excursus enciclopedico, attraverso vari paesi europei e due continenti (tanti sono i sostenitori-fiancheggiatori di Battisti nel mondo), Cruciani termina enunciando un’amara verità: “Se andiamo a guardare bene, sono gli stessi nomi, gli stessi intellettuali che qualche anno più tardi avrebbero gridato allo scandalo per l’arresto in Svizzera del regista franco-polacco Roman Polanski” (p. 156). In verità, come Carmilla non ci siamo mai occupati di Polanski, però, chissà, potrebbe essere.
Provvisoriamente conclusa la sua requisitoria iniziale, il dottor Cruciani entra nel merito del caso Battisti. Avevamo sostenuto che contro Cesare Battisti esistevano solo le deposizioni di pentiti e dissociati. Cruciani ci smentisce clamorosamente e stabilisce la verità: contro Battisti esistevano solo le deposizioni di pentiti e dissociati. Più, va detto, voci raccolte da un paio di amanti tradite. Le quali ricevono un curioso trattamento. Se la testimonianza era a favore degli imputati, Cruciani cita un giudice secondo il quale, con la disinvoltura sessuale regnante negli anni Settanta, il tradimento non poteva essere movente per una confessione (p. 144); mentre lo ridiventa se la deposizione è a sfavore di Battisti. Il pentito principale si chiama Pietro Mutti. E’ vero che tante volte si contraddice, ritratta, modifica. Il dottor Cruciani, con esemplare onestà, si guarda dal negarlo. Anzi, con felice intuito, giudica tale circostanza un sostegno alla verità. (“D’altronde anche i pentiti, così massacrati dai terroristi di tutto il mondo, sono esseri umani. Dunque gli errori di memoria, invece di squalificare definitivamente una persona, potrebbero persino essere indice di sincerità”, p. 126). Con simile premessa, il piatto è servito, e vale — a ben vedere — per tutti i pentiti della Storia.
Successivamente, il dottor Cruciani si addentra nella ricostruzione della trista epopea di Cesare Battisti, a partire dal delitto Torregiani, ma non prima di averci inchiodato allo sporco trucco da noi escogitato, evocato fin dalle prime pagine del libro e richiamato infinite volte in seguito. Quale trucco? Avere detto che Cesare Battisti non aveva potuto essere l’esecutore materiale dell’omicidio Torregiani e di quello Sabbadin, avvenuti lo stesso giorno quasi alla stessa ora, l’uno a Milano e l’altro nei dintorni di Udine. Cruciani ci accusa non a torto di fare il gioco delle tre carte, visto che nel caso Torregiani Battisti fu individuato quale organizzatore e nel caso Sabbadin quale esecutore. Il dottor Cruciani, che non ha tempo per leggere, non ha notato una nostra risposta recente a un suo collega di Panorama, Giacomo Amadori: “Amadori sembra ignorare che, ormai da quattro anni a questa parte, e anche in questi giorni, tutti i media che contano, in Italia, in Francia e adesso in Brasile, seguitano a presentare Battisti come l’uccisore materiale di Pierluigi Torregiani e il feritore del figlio Alberto. Incluso lo stesso Panorama, il settimanale su cui scrive Amadori, in un articolo di Giuliano Ferrara del 15 marzo 2004 (si veda qui; ma si dia un’occhiata anche alle puntate successive, qui e qui). (…) Chi conosce la verità non può che replicare che Battisti non può avere assassinato due persone contemporaneamente, a Milano e in un paesino del Veneto, alla stessa ora.” Ma il dottor Cruciani non deve scusarsi, anzi. La logica di un instant book è quella che è, e l’autore non è certo tenuto a documentarsi su tutto. Ci attribuisce ogni nequizia e a noi non resta che chinare il capo, davanti all’indignazione dell’illustre moralista. Ciò che non abbiamo commesso avremmo potuto ben commetterlo, data la nostra connaturata bassezza.
Nelle sue dettagliate ricostruzioni storiche — “questa è storia”, annuncia a un certo punto, e si intuisce che gli sono rimasti nella penna la maiuscola e l’esclamativo — il dottor Cruciani dà rilievo a talune interpretazioni comunemente ritenute destituite di fondamento, e le allinea disinvoltamente alle altre per rafforzare i suoi assunti. Per esempio, cita una dichiarazione tardiva di Angelo Epaminonda, secondo il quale il rapinatore ucciso da Torregiani nel ristorante Transatlantico era un mafioso fatto giungere in aereo da Catania, al preciso scopo di derubare il gioielliere (pp. 53-54). Ora, suona un po’ improbabile che un delinquente intenzionato a svuotare una gioielleria vada a coglierne il titolare non in negozio, ma in un ristorante, e chieda di consegnare il portafoglio a lui e ad altri clienti. Il particolare inattendibile serve però alla causa generale di cui si fa banditore il dottor Cruciani, cioè dimostrare la meschinità di Battisti e compagni e, per traslazione, di chi difende il primo. Giustissimo. Se non il metodo, lo scopo.
Panorama, il settimanale che si onora della collaborazione del dottor Cruciani, ha opportunamente lodato l’ampia bibliografia che lo stesso Cruciani ha saputo raccogliere. Per essere precisi, non c’è nessuna bibliografia, ma, in nota, un bel po’ di articoli di giornale e alcuni atti giudiziari. Facciamo notare, incidentalmente, una piccola lacuna. Il dottor Cruciani si interroga, per diverse pagine, sui moventi dell’uccisione del direttore del carcere di Udine Santoro. Del dissociato Arrigo Cavallina conosce un libro solo, dal titolo singolare: La piccola tenda d’azzurro che i prigionieri chiamano cielo (ed Ares, 2005). Se avesse letto anche un altro libro del Cavallina, Distruggere il mostro (Librirossi, 1977), forse le ragioni dell’attentato gli sarebbero state più chiare. Perché ci soffermiamo su un dettaglio così insignificante? Perché i libri non letti (o letti ma non utilizzati?) dal dottor Cruciani sono un bel po’. Se avesse conosciuto La mappa perduta non avrebbe sbagliato per difetto il numero degli indagati per appartenenza ai Proletari Armati per il Comunismo, se avesse avuto tra le mani Le torture affiorate si sarebbe interrogato meno sulle violenze nel corso dell’istruttoria Torregiani (cui, a quanto pare, fu sottoposto persino Pietro Mutti, per sua stessa ammissione su… Panorama! 25 gennaio 2009, riquadro). I due libri sono stati pubblicati dalla casa editrice Sensibili alle Foglie nel 1994 — con riedizione ampliata nel 2006 — e nel 1998. Soprattutto, alla bibliografia inesistente del dottor Cruciani manca il romanzo di Cesare Battisti Le Cargo sentimental (Editions Losfeld, 2003). E ha fatto bene a ometterlo, perché altrimenti sarebbe stato difficile sostenere che Battisti non ha mai preso le distanze dalla lotta armata.
Non seguiremo il dottor Cruciani nelle ricostruzioni apparentemente puntigliose dei vari omicidi (tutte del tipo: il tale pentito ha sentito dire dal talaltro dissociato che…; oppure, l’ex amante di Battisti riferisce che lui le ha confidato…). Questa nostra certo strumentale omissione deriva da un fatto: noi, come Carmilla, non abbiamo mai sostenuto, nemmeno nell’appello “della vergogna”, che Battisti sia innocente. Abbiamo posto in dubbio la dinamica di alcuni delitti che gli sono attribuiti, ma se lo abbiamo difeso è per ragioni che con l’innocenza non hanno nulla a che vedere. Ne parleremo tra breve. Invece saltiamo direttamente al capitolo 7 sulle “incredibili menzogne” di cui saremmo responsabili, che il dottor Cruciani stigmatizza con furore radiofonicamente rodato. Ci stendiamo dunque noi stessi sul lettino operatorio, ormai tanto privi di voce da non osare nemmeno chiedere pietà. Vediamole, queste menzogne infami. Che poi, curiosamente, si riducono a una, o a una e mezza.
Il capitolo destinato a inchiodarci si apre con un assalto frontale alla casa editrice Derive Approdi, rea di avere pubblicato il libretto Il caso Cesare Battisti: quello che i media non dicono. Sono due pagine di insulti, ben corroborate dal fatto che tra i fondatori figura il famigerato Franco Berardi, detto Bifo. “Tanto per capirci, Berardi crede ancora nell’utopia di un mondo ideale, un luogo che non sia dominato dalle leggi capitalistiche di mercato e dove possa realizzarsi il motto ‘lavorare meno, lavorare tutti’” (p. 133). Mio Dio, che imbecille! (Bifo, naturalmente, non certo il dottor Cruciani). Seguono altre pagine di insulti contro Serge Quadruppani. Cruciani non sa nemmeno in questo caso chi sia, visto che lo presenta, tra l’altro, come collaboratore di Libération (un quotidiano che, per quanto ne sappiamo, Quadruppani detesta). Ma che importa? “Uccidili tutti, Dio poi farà la sua scelta”, diceva un pio vescovo, durante la crociata contro i catari. Infine veniamo noi.
Colpevoli, anzitutto, di avere equivocato i contenuti e sbagliato, nell’opuscolo Il caso Cesare Battisti, la datazione di una lettera al Corriere della Sera del sostituto procuratore Armando Spataro, da noi fissata al gennaio 2008. Quell’articolo esiste davvero, ci avvisa Cruciani, solo che fu pubblicato dal Corriere il 23 febbraio 2009. Ciò suona un po’ strano, visto che il nostro libretto fu finito di stampare proprio nel febbraio 2009, e consegnato due mesi prima. Che la svista sia invece dello Sherlock Holmes di Radio 24? Non sia mai. Come certi grandi criminali, tipo il dr. Mabuse, noi di Carmilla abbiamo doti paranormali e facoltà precognitive, e nemmeno ce ne rendiamo conto. Comunque quella lettera esiste. Sta qui. Spataro prima classifica Battisti tra gli “organizzatori”, poi chiede, retoricamente, se è giusto mandare libero chi ha “giustiziato” un macellaio e un gioielliere. Gioca ancora una volta sull’equivoco. Ma è colpa di Carmilla l’attribuire a un probo magistrato pessime intenzioni, e di ciò ci scusiamo.
Veniamo alla nostra “incredibile menzogna”. Abbiamo scritto, ne Il caso Cesare Battisti e nelle nostre FAQ, che Pietro Mutti incolpò Battisti del delitto Sabbadin, poi, messo alle strette dalla confessione di Diego Giacomin, ritrattò, ammise la sua partecipazione e declassò il ruolo di Battisti da esecutore a complice. In tutto l’opuscolo, è uno dei rari passi corredato da una nota, perché ci limitiamo a riportare qualcosa di scritto da altri (nello specifico, un brano di Fred Vargas). Ciò non impedisce al dottor Cruciani di rovesciare addosso a noi, e non alla fonte, la sua giusta ira. Come andarono veramente i fatti? Mutti apprese in un secondo tempo che all’omicidio di Sabbadin parteciparono in due, Battisti e qualcun altro. Poi Giacomin, dissociato, confessò: era stato lui a sparare al macellaio. Non fece altri nomi. Una terza complice, condannata all’ergastolo e non menzionata da Mutti, vive oggi in Francia. Cavolo, correggeremo, la svista (probabilmente voluta) è di gravità inaudita.
La mezza svista, anch’essa voluta, è poi terribile. Abbiamo citato due brani in cui Pietro Mutti era stato costretto a ritrattare le sue deposizioni contro Battisti, di fronte all’evidenza dei fatti. Li riferivamo a una sentenza del 1993. Sherlock Cruciani si trasforma nel mastino dei Baskerville e ci azzanna subito: le nostre citazioni non erano degli inquirenti, ma dei difensori! Noi ci eravamo limitati a riportare un passaggio della memoria presentata dagli avvocati di Battisti alla Corte di Strasburgo. Abbiamo avuto il torto, questa volta, di non indicarlo in nota. Ma le circostanze indicate erano false? No, erano vere, e risultate in sede dibattimentale. Per questo classifichiamo la faccenda come “infame menzogna” a metà. Esistono altre nequizie che ci possano essere attribuite, nel capitolo destinato a crocefiggerci? No, il repertorio è esaurito. Restano quelli che il volgo chiamerebbe “sproloqui”, e noi chiamiamo pensose riflessioni morali.
Due capitoli sono dedicati en passant alla campagna per Battisti in Francia (i molti difensori del terrorista sono denigrati, i pochi oppositori — come lo storico Pierre Milza, l’altro storico e autore di romanzi d’appendice Max Gallo, ecc. onorati con lunghe citazioni) e in Brasile. Terra di teste matte, per il dottor Cruciani. Dato che siamo un po’ stanchi di mulinare le braccia per difenderci, lo rinviamo a uno scritto di Luca Baiada apparso sulla rivista Il Ponte nel giugno 2009. Forse Tarso Genro non delirava, quando concesse l’asilo a Battisti. Dallo scritto di Baiada, il dottor Cruciani potrebbe capire come si scrive un saggio di peso e ben documentato, se mai avesse bisogno di consigli.
Per la stessa stanchezza rinunciamo a esporre i motivi che ci hanno spinto (noi Carmilla, non i firmatari della “lista della vergogna”) a difendere Battisti. Il dottor Cruciani può trovarli elencati in un articolo di giugno-settembre 2007 dello scrittore Walter G. Pozzi, direttore editoriale della rivista PaginaUno. Ripete nelle ultime righe la faccenda del delitto simultaneo, ma il resto dell’argomentazione la facciamo nostra. Almeno in questo caso Cruciani ci sarà grato. Gli abbiamo fornito un altro nome da inserire nella lista del “culturame” da eliminare.
Giunti al termine della rassegna, ci pare di poter dire, molto rispettosamente, al dottor Cruciani: “Va’, va’, povero untorello, non sarai tu quello che spianti Milano” (a uso dello stesso Cruciani, specifichiamo che trattasi di una citazione da I promessi sposi, di Alessandro Manzoni, noto scrittore ottocentesco lombardo, che ha una voce abbastanza ampia su Wikipedia). La prossima edizione del suo libro, se mai ce ne saranno, andrebbe rivista e un po’ snellita. Così com’è, somiglia a una versione logorroica di un articolo di Luca Telese (curatore della collana in cui è uscito il saggio del dottor Cruciani). Si arriva in fondo e si ha l’impressione di non avere letto nulla.
(1) Giuseppe Cruciani, Gli amici del terrorista. Chi protegge Cesare Battisti?, Sperling & Kupfer, 2010, pp. 255, € 17,00.
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