#Ma quanti mi danno fastidio
Explore tagged Tumblr posts
Text
Io voglio sapere se si possono levare i vocali da WhatsApp.
Perché certe persone devono capire che non abbiamo tutti voglia di sentire la loro voce.
Che cazzo
Ma scrivete, che poi perdete anche l'abitudine.
E allora io rispondo con un messaggio da 120 righe.
28 notes
·
View notes
Text
Oddio ora piango perché un ragazzo che si sente preso in causa mi risponde ad una bio, e mi dá della cessa😭, quando io nemmeno ho nominato l'aspetto fisico, ma solo detto le cose che mi danno fastidio
Quanti casi persi al mondo
7 notes
·
View notes
Text
La Meloni, Salvini e tutto il loro elettorato mi ricordano molto il fare dei Ladri di Pisa. Litigano il giorno per cacciare gli extracomunitari e la notte vanno insieme a rubare. Di giorno vorrebbero spararli tutti, la notte danno il lasciapassare a 250mila di loro. Questo e' successo ieri con il click-day per il decreto flussi. Migliaia di imprenditori agricoli, industriali, commercianti, artigiani e tanta altra bella gente, si e' messa davanti al PC e ha fatto la sua bella richiesta. Questo sciame di miserandi (altro che imprenditori) sono gli stessi a cui giornali e tv davano spazio per criticare chi restava sul divano invece di accettare le loro offerte di lavoro, quelle da 3 euro l'ora. Adesso i loro leader sono pronti ad accontentarli. I migranti non fanno piu' schifo, non danno fastidio alle donne italiane, non rubano qua e la', non spacciano, non islamizzano questo Paese. Qualcuno dira': ma questi vengono per lavorare! E perche' quelli che arrivano illegalmente per cosa vengono? E poi, ma quanta ipocrisia!! Ma chi ci crede che quelli richiesti e' gente che verra' da paesi lontani? Sono 250mila illegali gia'in Italia che questo governo sana per fornire schiavi regolarizzati agli "schiavisti di Pisa". Quello che indispettisce di piu' e' la norma: si puo' richiedere un lavoratore straniero solo dopo aver dimostrato di aver fatto richiesta di un suo pari italiano e andata deserta la richiesta. Pensate che qualcuno controllera'? Quanti di questi 250mila "prenditori" hanno fatto regolare richiesta presso i centri per l'impiego? E questi verranno mai messi alla berlina come i poltronisti del RDC rei di rifiutare il lavoro qualora scoperti di non aver fatto nessuna richiesta prima? Mi sento sommerso da una montagna di letame. Questo Paese ormai puzza, puzza tutto, da certa politica a certa gente.. @ilpianistasultetto
59 notes
·
View notes
Text
MA CHE PICCOLA STORIA IGNOBILE MI TOCCA RACCONTARVI
Chi ha riconosciuto la citazione saprà cosa starò per scrivere, anzi... cosa ha scritto una mia amica (incidentalmente anche tamblera sopita) ad Alley Oop, nome-de-plume di un collettivo di giornaliste del Sole24ore
Cara Alley,
Da qualche giorno avevo giramenti di testa. Non volevo crederci troppo perché non era molto che provavamo ad avere un figlio. Il 3 novembre decido di fare il test di gravidanza. La seconda linea si colora: sono incinta.
I primi mesi della gravidanza proseguono bene, qualche fastidio, ma nemmeno troppo invadente. Il 16 dicembre compio 37 anni. Di solito dopo i 35 si consiglia di fare amniocentesi o villocentesi, ma nel mio caso, anche vista la presenza di un utero fibromatoso, insieme al mio ginecologo decidiamo di fare il Prenatal Safe. Il 22 dicembre faccio una breve ecografia e il prelievo di sangue da inviare al centro analisi.
Normalmente queste analisi forniscono i risultati dopo 5 giorni lavorativi, ma in questo periodo ci sono le festività di mezzo quindi so che impiegheranno più giorni. Non sono giorni sereni, ma do la colpa ad uno stato di preoccupazione perenne che mi attanaglia da sempre quando aspetto i risultati di qualsivoglia tipo. Il 2 gennaio partiamo per il Veneto (io sono di Roma), per una breve vacanza. La mattina del 3 Gennaio mi telefona il ginecologo “Buongiorno signora, mi hanno telefonato dal laboratorio, c’è un problema, sospettano ci sia una trisomia 13. Mi dispiace dirglielo così ma purtroppo non c’è un modo meno brutto per dire una cosa del genere“. Vuoto. Sono sotto shock.
“Ah. Certo, no non si preoccupi”. Mi dice, però, che quella del laboratorio non è una diagnosi e che, quindi, deve essere confermata con la villocentesi o con l’amniocentesi. La prima deve essere fatta entro la 14esima settimana, quindi sono proprio al limite, per la seconda, invece, dovrei aspettare almeno altre 3 settimane. “Ok”. Dico sì a tutto, sperando che quella conversazione finisca il prima possibile.
Riattacco e inizio a piangere. Ci metto un po’ per spiegare al mio compagno che è seduto vicino a me che cosa mi ha appena detto il medico. Mi sento come se il mondo mi fosse crollato addosso. Mi faccio inviare il report dal laboratorio in cui leggo in rosso che “è stata rilevata un’aneupladia del cromosoma tredici (TRISOMIA 13)” e più in basso la percentuale di probabilità (in realtà, in termini tecnici viene chiamato Valore Predittivo Posi): 92.86%.
Ma poi cos’è questa trisomia? L’unica trisomia che conosco è la 21, di questa non ne ho mai sentito parlare. Ci informiamo. Non parlerò di cosa comporta questa malformazione genetica, perché non è questo il punto. La definiscono “incompatibile con la vita”. Mentre inizio a fare mente locale, mi giro verso il mio compagno e gli dico “se dovessero confermare la diagnosi, io non ce la farei a portarla a termine”. Lui mi guarda, è stravolto anche lui, e mi dice che sì, è d’accordo con me. Non ci ho messo molto a prendere la decisione. Non è stata a cuor leggero, ma ci sono state tante motivazioni (personali e non sindacabili come lo sono tutte le motivazioni che spingono una donna a fare una scelta del genere) che mi hanno portato a pensare da subito che quella fosse la decisione giusta. L’unica possibile per me. Per noi.
Da quel momento in poi iniziano una serie di telefonate frenetiche per trovare un centro che facesse la villocentesi in poco tempo. Trovare posto in strutture pubbliche con così poco preavviso è impensabile, si parla di liste d’attesa di mesi. Per questo chiamiamo i centri d’analisi più grandi di Roma e finalmente dopo diversi tentativi troviamo posto per l’8 gennaio. Costo della villocentesi 1300 euro. Per fare l’esame, però, servono delle analisi, alcune delle quali già fatte nei mesi precedenti, altre da fare (tra cui il Test di Coombs, un esame che fanno davvero pochi centri). Altri soldi. Per fortuna lo stesso laboratorio che fa la villocentesi, è aperto il 6 gennaio e fa tutte le analisi che mi servono, quindi prenotiamo lì in modo tale da non correre il rischio di non avere le risposte in tempo.
Alla fine della giornata con il mio compagno siamo riusciti a prendere tutti gli appuntamenti necessari e a sistemare tutte le cose prettamente organizzative. Ci sentiamo stravolti, stanchi, distrutti. Per la prima volta da quando è iniziata quella giornata mi trovo a fare i conti con la mia decisione. Tutti continuano a dirmi di ‘rimanere positiva’, ‘che non ho ancora la certezza che il feto non sia sano’, ‘che magari è un falso positivo’. Ma la mia esperienza mi ha insegnato che è sempre meglio prepararsi al peggio, che per il meglio si fa sempre in tempo o per dirla come una canzone dei The Ark “hoping for the best, but expecting the worst” (spero nel meglio, aspettandomi il peggio).
Metto a fuoco che ho superato i 90 giorni entro cui, per legge, si può praticare l’IVG (interruzione volontaria di gravidanza). Quindi? Inizio a leggere freneticamente tutto ciò che trovo su internet. In questi casi si parla di aborto terapeutico. Ricordo di averne letto in passato e i ricordi delle storie lette mi tornano alla mente e mi terrorizzano. Quanti sono gli ospedali che praticano l’aborto terapeutico a Roma? Pochi, troppo pochi. Pensavo, ingenuamente, che tutti quelli che praticano l’IVG, facessero anche quello terapeutico. Non è così. Sono una piccola parte. A Roma mi sembra di capire che sono 5 o 6. Reperire informazioni precise, inoltre. non è facile, non esiste una pagina dove sono elencati, cerco di capirlo leggendo le pagine dei singoli ospedali o leggendo esperienze di altre donne, ma è tutto confuso.
Una volta identificati gli ospedali, provo a capire quali sono quelli con meno obiettori di coscienza. In uno, ad esempio, c’è solo una dottoressa a praticare aborti, tutti i suoi colleghi sono obiettori di coscienza. Anche negli altri la situazione è simile. Una piccola percentuale dei medici lo pratica. Gli altri sono obiettori. Mi rendo conto che devi, quindi, essere molto molto fortunata a capitare nel turno di uno di quei dottori e devi anche essere veloce ad eseguire la ‘pratica’ perché se ci metti troppo ed entri nel turno degli obiettori (e potrebbero essercene anche 2-3-4 di seguito) rischi di rimanere ignorata per ore (se non giorni).
La mia ansia cresce e cresce ancora di più quando capisco superata la 15esima/16esima settimana (a seconda delle gravidanze) l’aborto non è più tramite raschiamento, ma con parto indotto. Il feto deve essere partorito. Io sono già alla 14esima settimana e il tempo di attesa dei risultati della villocentesi mi porterà oltre quella data. Sono paralizzata dalla paura, dalla paura di dover affrontare un ‘parto’, di rischiare di doverlo affrontare da sola su un lettino di un ospedale durante il turno di obiettore, magari in mezzo a donne che stanno portando a termine la loro gravidanza (sì, succede anche questo).
Cerco così qualcuno in rete che possa aver vissuto quello che sto vivendo io. Ed anche per questo che scrivo tutto ciò, affinché qualche ragazza che si ritrovi nella mia storia si senta meno sola. Navigando con chiavi di ricerca quali “esperienza+aborto+terapeutico+Roma”, “aiuto+donne+aborto+terapeutico” trovo il blog di una ragazza che aveva abortito dopo una diagnosi terribile. Le scrivo una mail sperando che sappia darmi delle informazioni più precise. Lei mi risponde immediatamente e mi dice di rivolgermi ad una associazione che chiamata “Vitadadonna”. Vado sul sito e scrivo alla dottoressa Canitano che mi dà immediatamente il suo numero di telefono. In pochi messaggi mi tranquillizza e mi assicura che se l’esito della villocentesi dovesse confermare quello del Prenatal Safe, lei mi indicherà un ospedale dove praticare l’aborto, tentando di capire anche i turni dei medici obiettori. Un’altra organizzazione che avevo trovato in quella ricerca è la “Casa Internazionale delle Donne” e, se la ragazza del blog e la dottoressa Canitano non mi avessero risposto così rapidamente, avevo deciso di rivolgermi a loro, perché a Roma sono una delle poche associazioni che danno supporto alle donne in queste occasioni. E io avevo bisogno di supporto, avevo tanto bisogno di supporto.
Arriva l’8 gennaio, il giorno della villocentesi. La notte non riesco a dormire. Arriviamo al centro e vedo tante donne con il pancione, mi chiedo se arriverò anche io ad averlo o se finirà tutto prima. Ci fanno entrare nella stanza di un medico che ci informa che prima di fare l’esame devo essere sottoposta ad una breve ecografia. Mi stendo sul lettino. Il medico mi mette il gel sulla pancia e subito dopo mi dice “signora, mi dispiace” prende fiato “non c’è più battito”. Il mio compagno mi stringe la mano, ha gli occhi lucidi, io piango.
“Signora non pensi che può essere stato un suo comportamento, non c’entra essere andati in motorino, aver bevuto il caffè, non è colpa sua in nessun modo, probabilmente il Prenatal Safe aveva ragione.“ Apprezzo tanto quelle parole, non sono ovviamente mai andata in motorino in gravidanza, ma ho capito cosa volvolev dirmi e in quel momento mi è sembrata una cosa molto dolce. Gli sorrido, lo ringrazio e ce ne andiamo.
Esco dalla stanza e improvvisamente mi sento sollevata. So che può essere difficile da comprendere ma la natura aveva scelto al posto mio, anche se avevo già scelto. La natura, soprattutto, mi aveva risparmiato tutto quel percorso di ricerca dell’ospedale, del parto indotto, degli obiettori che era stato l’incubo di quei giorni. Ora, infatti, si trattava di un aborto spontaneo. Potevo farlo nell’ospedale dove avrei dovuto partorire, ospedale che non pratica l’aborto terapeutico.
Il 14 gennaio vado in ospedale e, in day hospital, mi sottopongo all’intervento. I medici e gli infermieri sono gentilissimi e mi trattano davvero bene, ma mi viene naturale chiedermi se sarebbe stato lo stesso se quella decisione l’avessi presa io (come poi in effetti era) e non la natura.
Quando ripenso a quei giorni mi trovo a fare i contri con gli effetti che ha avuto su di me quell’esperienza e non riesco a non pensare a cosa sarebbe successo (e, in realtà, a cosa succede) se al mio posto, una donna di 37 anni sicura di sé e della sua relazione, sicura della sua scelta, appoggiata dal proprio compagno e dalla propria famiglia, fortunatamente senza grosse difficoltà economiche che vive a Roma, ci fosse stata una ragazza di 18 anni, una donna straniera che parla poco l’italiano, una ragazza madre che vive in un paesino sperduto, ma anche, più semplicemente una donna come me che non può permettersi di spendere 1300 euro di villocentesi, più i soldi delle analisi, più i soldi del medicinale. Una donna che, detto banalmente, non ha i miei stessi privilegi, le mie stesse possibilità.
Una donna quando compie una scelta del genere non dovrebbe avere altri pensieri, dovrebbe sapere che la sua scelta verrà rispettata e che verrà fatto il possibile per fargliela portare a termine in sicurezza. Ma così, troppo spesso, non è.
Questo non è un Paese per donne.
https://alleyoop.ilsole24ore.com/2020/07/01/aborto/?uuid=106_NirPCDFP
Non che il mio dolore conti molto di fronte al suo e a quello del suo compagno ma questa sua lettera mi ha fatto tornare in mente i momenti in cui ci sentivamo e lei mi chiedeva prima delucidazioni che ero felicissimo di darle e poi rassicurazioni che invece non potevo regalarle.
Come le ho scritto ieri sera ‘tutta la tua gioia, la tua speranza, poi il dubbio, i miei miseri incoraggiamenti e poi la conclusione’.
Per rimanere fedeli al titolo, la vita che buffa cosa, ma se lo dici nessuno ride.
118 notes
·
View notes
Text
Il mio lavoro si potrebbe, superficialmente, dividere in due: - Una parte molto raffinata, elegante, che attinge alla storia dell’arte e alla storia dell’architettura, dove l’interlocutore è sollevato nel capire che di fronte ha una persona professionale e preparata. E’, orientativamente, la stessa parte che è in contatto con il pubblico privato e che deve capire che persona ha davanti per capire quale possa essere il modo migliore per relazionarsi ad essa mettendola a proprio agio, senza essere invadente o poco interessata. Un po’ come con gli animali selvatici, sono così i clienti quando non li conosci, devi capire la loro natura. L’altra parte è quella pratica (mah in realtà non è proprio così ma non saprei come definirla). L’altra parte vede me in un mondo lavorativo maschile, dove se sei donna devi dimostrare che sai di più. Per farvi capire l’altra donna che si trova nel “giro”, è una segretaria, simpaticissima, di cui si parla solo in relazione del culo. Non sono femminista e anzi alcuni estremismi mi danno fastidio (discorso molto lungo e profondo che non ho alcuna voglia di affrontare), ma ho la tranquillità per riconoscere che nel mio ambiente lavorativo tutti si aspettano un uomo. A prescindere che entri un pittore, un architetto, la Sora Cecioni che vuole fare il bagno rosa o il ministro del Ndokazstan, tutti si aspettano un uomo, possibilmente di mezza età, invece io sono donna e relativamente giovane. A volte li vedo che mi guardano tipo “Oddio e mo questa che ne sa come si fa o che prodotto usare” e allora se mi trovano in buona io affilo le mie piume di pavone e faccio la ruota, parlo, mi muovo e li vedo che capiscono che non solo so lavorare, so quello che faccio, ma che mangio in testa a tanti. Lo capisco chiaramente quando si rompe la campana di “inadeguatezza” che mi hanno messo sopra, li vedo, li capisco anche quando provano a dire qualcosa per mettermi alla prova. Non avete idea di quanti lo fanno :) A turno le detesto entrambe le parti. A turno mi stupisco di me e di come sono brava in una o nell’altra o in entrambe.
Oggi sono stanca della seconda, ma volevo scrivere un’altra cosa poi mi sono persa a scrivere questa cosa e non mi ricordo dove volevo arrivare.
22 notes
·
View notes
Text
Resoconto Giorno 116
Ho fatto un brutto sogno. Non ricordo molto i dettagli, ma come in tutti i miei brutti sogni litigavo con qualcuno. Mi sono svegliata verso le sette e mezza e riaddormentata dopo un po’. Ho sognato Vitto poi.
Stamattina ho fatto il solito, stranamente avevo voglia di pulire e anche di parlare. Infatti per tutto il tempo fino al momento del pranzo ho parlato con Imma, con cui non parlavo decentemente da un po’ di giorni. Abbiamo parlato di calcio, dato che stamattina dopo i servizi ho continuato con il programma di studi settimanale approfondendo le competizioni calcistiche. Abbiamo parlato della vigilia e del Natale, delle cene e dei pranzi, dei ricordi che abbiamo di quest’anno. Abbiamo parlato dei rapporti con la Francia e della Gioconda, della reputazione di Napoli e delle tradizioni della nostra città. Abbiamo ricordato i nostri vecchi Natali e ho apprezzato il fatto che nessuna delle due ha accennato al futuro. Mi ha parlato del suo babbo, e ho apprezzato molto. Non me ne ha parlato spesso in questi anni... ricordo che un giorno mi disse di non ricordare molte cose di lui e questo la faceva star male e io la rincuorai. Le dissi che è normale avesse l’impressione di non ricordare in quel momento tutti i momenti passati con lui, ma anche che ci sarà sempre qualcosa che può essere un odore, una fotografia, un film, una canzone, un luogo, un modo di fare che le ricorderà lui e le sbloccherà ricordi. Oggi si è ricordata di una cosa e l’ha condivisa con me. Ricordo quando andai al cimitero con lei la prima volta... vidi quella foto e pensai “sono identici”. Abbiamo anche parlato di caffè, mandolino e biscotti danesi.
A pranzo zero sgarri, ci sono andata leggera in vista della cena da zia questa sera. Dopo pranzo ho parlato con Vitto dei regali di Natale. Ha detto che deve fare ben 15 regali, tra amici e parenti. Poi carino ha detto che avrebbe voluto farne 16, uno in più per me. Lui nella mente ha calcoli e schemi e li ha applicati anche per i regali. Dopo mi sono addormentata mezz’ora, poi svegliata, preparata per il lavoro e sono scesa con il mio fantastico cappello con le orecchie da gatta. Magari Fuffy mi si avvicina. Il lavoro con Antonio è stato piuttosto leggero e piacevole. Abbiamo continuato lo studio dei triangoli, del testo giallo e dell’analisi logica che deve ripetere per bene durante le vacanze natalizie. Dopo sono stata con Nico in cameretta a guardarlo giocare a red dead redemption. Robb ha detto che grazie alla medicina si sente finalmente meglio, oggi ha dormito cucciolo. Alle sette e mezza è venuto papà da zia e sono stata di là con lui a parlare. Avevo una coperta sulle spalle e mi ha presa in giro perché i riscaldamenti erano accesi e anche da lui ogni volta ho la coperta addosso. Oh ma io senza coperta non riesco a stare, è cchiù fort e me! Anche in estate dormo con il lenzuolo addosso.
A cena abbiamo mangiato sia la pasta che il secondo e dopo ancora il dolce. Mi sento pienissima, non riesco più a mangiare in questo modo. In più ho mal di pancia, il jeans era troppo stretto. Dopo cena mi sono andata da Fuffy, che quando sono arrivata mi ha snobbata, e gli ho avvicinato un dito al nasino per farmi annusare e farlo familiarizzare. Zio ha detto che si fa accarezzare solamente quando la cagnolina Wendy non è nei paraggi. Non vanno molto d’accordo, Wendy gli da fastidio ed è gelosissima. Comunque ho poggiato la mano sulla sua testa e l’ho accarezzato per un po’. Si è lasciato andare e dopo un pochino ha anche chiuso gli occhi. Poi Wendy è tornata, lui si è allontanato e per me è arrivato il momento di tornare a casa. Zia mi ha dato un po’ di tiramisù per la colazione di domani e un po’ di torta al cioccolato da dare a nonna. Quando gliel’ho data ha sorriso tantissimo, non si aspettava un gesto del genere. Spero che mio zio gliene lasci un po’.
Comunque a casa c’erano i miei zii preferiti, hanno fatto una piccola fuga per far visita a mia zia e assicurarsi della sua salute. Da quando zia è tornata dall’ospedale le fanno spesso visita, carini. Così sono saliti anche su da me per salutare mamma e io ho abbracciato zio. Per molto tempo non l’ho abbracciato e non l’ho neanche visto perché la salute di zia non è delle migliori... ha da poco terminato l’ultimo ciclo di chemio e siamo stati tutti super attenti a/per lei. Quindi quando vengono a casa è un sollievo per me.
Ora sono a letto, mi sono struccata e ho messo il pigiama. Ho un po’ freddino, come al solito. Oggi ho messo solamente due volte la crema per il tatuaggio, ma sinceramente ora non mi va di alzarmi per metterla.
Oggi Vitto mi ha mandato la parola da mettere alla fine del resoconto di oggi. Cioè non solo si lamenta di essere “solamente” l’amico di Suburra e pretende di essere nominato di più, ora mi sceglie pure le parole!!! Io dico di no. Ora ne scelgo una più bella. Lui ha scelto la definizione di attributo in analisi logica.
Il presepe napoletano: Nato intorno al XVIII sec. è ancora immancabile in tutte le case. In molte famiglie persiste ancora l’usanza di costruirlo pezzo per pezzo, a partire dal sughero alla base, comprando solo i pastori; altre si accontentano di comprare la struttura già fatta; altre ancora si limitano alla semplice Natività. Generalmente viene allestito e messo in bella vista l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata, e dismesso dopo l’Epifania. Tuttavia, fino alla notte di Natale il presepe napoletano che si rispetti è, e deve essere, incompleto. Gesù Bambino, il personaggio principale, non può categoricamente essere riposto nella mangiatoia prima dello scoccare della mezzanotte del 25 dicembre. Se anche venisse posizionato già al suo posto, andrebbe comunque coperto con un fazzoletto per non essere mostrato. Il presepe è un rito secolare, il capitone è devozione, i dolci danno gusto alle feste, ma non bisogna dimenticare mai l’unica tradizione che deve essere assolutamente rispettata: passare il Natale con chi si ama. Non importa in quanti, se una tavola per due o per 20, chi ha fatto meglio gli struffoli o se il bambinello è stato messo sul presepe. Il Natale, come qualunque altra festa, è fatto dalle persone e dall’amore che le lega. Se c’è pace e gioia in casa anche senza capitone il male scompare e senza ciociole i cari estinti potranno sempre festeggiare insieme a chi li ricorda con un sorriso.
21 Dicembre
#diario#resoconto#giornata#dicembre#inverno#natale#vacanze#studiare#infanzia#ricordi#papà#italia#francia#Gioconda#mandolino#caffè#regali#presepe#tradizioni
7 notes
·
View notes
Text
Nel paradiso degli animali l'anima del somarello chiese all'anima del bue:
- Ti ricordi per caso quella notte, tanti anni fa, quando ci siamo trovati in una specie di capanna e là, nella mangiatoia...?
- Lasciami pensare... Ma sì - rispose il bue. - Nella mangiatoia, se ben ricordo, c'era un bambino appena nato.
- Bravo. E da allora sapresti immaginare quanti anni sono passati?
- Eh no, figurati. Con la memoria da bue che mi ritrovo.
- Millenovecentosettanta, esattamente.
- Accidenti!
- E a proposito, lo sai chi era quel bambino?
- Come faccio a saperlo? Era gente di passaggio, se non sbaglio. Certo, era un bellissimo bambino.
L'asinello sussurrò qualche cosa in un orecchio al bue.
- Ma no! - fece costui - Sul serio? Vorrai scherzare spero.
- La verità. Lo giuro. Del resto io l'avevo capito subito...
- Io no - confessò il bue - Si vede che tu sei più intelligente. A me non aveva neppure sfiorato il sospetto. Benché, certo, a vedersi, era un fantolino straordinario.
- Bene, da allora gli uomini ogni anno fanno grande festa per l'anniversario della nascita. Per loro è la giornata più bella. Tu li vedessi. È il tempo della serenità, della dolcezza, del riposo dell'animo, della pace, delle gioie famigliari, del volersi bene. Perfino i manigoldi diventano buoni come agnelli. Lo chiamano Natale. Anzi, mi viene un'idea. Già che siamo in argomento, perché non andiamo a dare un'occhiata?
- Dove?
- Giù sulla terra, no!
- Ci sei già stato?
- Ogni anno, o quasi, faccio una scappata. Ho un lasciapassare speciale. Te lo puoi fare dare anche tu. Dopotutto, qualche piccola benemerenza possiamo vantarla, noi due.
- Per via di aver scaldato il bimbo col fiato?
- Su, vieni, se non vuoi perdere il meglio. Oggi è la Vigilia.
- E il lasciapassare per me?
- Ho un cugino all'ufficio passaporti.
Il lasciapassare fu concesso. Partirono. Lievi lievi, come mammiferi disincarnati. Planarono sulla terra, adocchiarono un lume; vi puntarono sopra. Il lume era una grandissima città. Ed ecco il somarello e il bue aggirarsi per le vie del centro. Trattandosi di spirito, automobili e tram gli passavano attraverso senza danno, e alla loro volta le due bestie passavano attraverso i muri come se fossero fatti d'aria. Così potevano vedere bene tutto quanto.
Era uno spettacolo impressionante, mille lumi, le vetrine, le ghirlande, gli abeti e lo sterminato ingorgo di automobili, e il vertiginoso formicolio della gente che andava e veniva, entrava e usciva, tutti carichi di pacchi e pacchetti, con un'espressione ansiosa e frenetica, come se fossero inseguiti. Il somarello sembrava divertito. Il bue si guardava intorno con spavento.
- Senti, amico: mi avevi detto che mi portavi a vedere il Natale. Ma devi esserti sbagliato. Qui stanno facendo la guerra.
- Ma non vedi come sono tutti contenti?
- Contenti? A me sembrano dei pazzi.
- Perché tu sei un provinciale, caro il mio bue. Tu non sei pratico degli uomini moderni, tutto qui. Per sentirsi felici, hanno bisogno di rovinarsi i nervi.
Per togliersi da quella confusione, il bue, valendosi della sua natura di spirito, fece una svolazzatine e si fermò a curiosare a una finestra del decimo piano. E l'asinello, gentilmente, dietro.
Videro una stanza riccamente ammobiliata e nella stanza, seduta ad un tavolo, una signora molto preoccupata.
Alla sua sinistra, sul tavolo, un cumulo alto mezzo metro di carte e cartoncini colorati, alla sua destra una pila di cartoncini bianchi. Con l'evidente assillo di non perdere un minuto, la signora, sveltissima, prendeva uno dei cartoncini colorati lo esaminava un istante poi consultava grossi volumi, subito scriveva su uno dei cartoncini bianchi, lo infilava in una busta, scriveva qualcosa sulla busta, chiudeva la busta quindi prendeva dal mucchio di destra un altro cartoncino e ricominciava la manovra. Quanto tempo ci vorrà a smaltirlo? La sciagurata ansimava.
- La pagheranno, bene, immagino, - fece il bue - per un lavoro simile.
- Sei ingenuo, amico mio. Questa è una signora ricchissima e della migliore società.
- E allora perché si sta massacrando così?
- Non si massacra. Sta rispondendo ai biglietti di auguri.
- Auguri? E a che cosa servono?
- Niente. Zero. Ma chissà come, gli uomini ne hanno una mania.
Si affacciarono, più in là, a un'altra finestra. Anche qui, gente che, trafelava, scriveva biglietti su biglietti, la fronte imperlata di sudore.
Dovunque le bestie guardassero, ecco uomini e donne fare pacchi, preparare buste, correre al telefono, spostarsi fulmineamente da una stanza all'altra portando spaghi, nastri, carte, pendagli e intanto entravano giovani inservienti con la faccia devastata portando altri pacchi, altri scatole altri fiori altri mucchi di auguri. E tutto era precipitazione ansia fastidio confusione e una terribile fatica. Dappertutto lo stesso spettacolo. Andare e venire, comprare e impaccare spedire e ricevere imballare e sballare chiamare e rispondere e tutti correvano tutti ansimavano con il terrore di non fare in tempo e qualcuno crollava boccheggiando.
- Mi avevi detto - osservò il bue - che era la festa della serenità, della pace.
- Già - rispose l'asinello. - Una volta infatti era così. Ma, cosa vuoi, da qualche anno, sarà questione della società dei consumi... Li ha morsi una misteriosa tarantola. Ascoltali, ascoltali.
Il bue tese le orecchie.
Per le strade nei negozi negli uffici nelle fabbriche uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi come automi delle monotone formule buon Natale auguri auguri a lei grazie altrettanto auguri buon Natale. Un brusio che riempiva la città.
- Ma ci credono? - chiese il bue - Lo dicono sul serio? Vogliono davvero tanto bene al prossimo?
L'asinello tacque.
- E se ci ritirassimo un poco in disparte? - suggerì il bovino. - Ho ormai la testa che è un pallone... Sei proprio sicuro che non sono usciti tutti matti?
- No, no. È semplicemente Natale.
- Ce n'è troppo, allora. Ti ricordi quella notte a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino. Era freddo anche lì, eppure c'era una pace, una soddisfazione. Come era diverso.
- E quelle zampogne lontane che si sentivano appena appena.
- E sul tetto, ti ricordi, come un lieve svolazzamento. Chissà che uccelli erano.
- Uccelli? Testone che non sei altro. Angeli erano.
- E la stella? Non ti ricordi che razza di stella, proprio sopra la capanna? Chissà che non ci sia ancora. Le stelle hanno una vita lunga.
- Ho idea di no - disse l'asino - c'è poca aria di stelle, qui. Alzarono il muso a guardare, e infatti non si vedeva niente, sulla città c'era un soffitto di caligine e di smog.
Dino Buzzati
#buzzati
21 notes
·
View notes
Audio
Mi sono svegliato questa mattina come le altre mattine, magari con meno vivacità ma è come stare su un letto di spine, mi alzo con il mal di schiena per via delle mie fatiche, ma non mi lamento neanche perché ascolto tutto ciò che mi dite, vi stringerei la mano perché non sapete far altro che lamentarvi, non capite che la vita è una sola e non dovete mica distrarvi, cerco spesso di dirvi che il vostro tempo è prezioso, vedervi che lo sprecate a stare male è davvero fastidioso, la vita insegna che prima o poi bisogna sempre rialzarsi, anche se sei solo e i tuoi pezzi finiscono per essere sparsi, dovete capire che è sbagliato affidarsi sempre agli altri, quando non fate altro che piangervi addosso come fanno tanti altri, mi danno fastidio molte cose ma non ve lo dico, perché ci dovete arrivare da soli, se volete ve le indico con un dito, non so se siete stupidi o magari lo fate pure apposta, non capire le cose banali nemmeno se le riceveste tramite supposta, mi accorgo che la mia vita è come se fosse un orologio fermo, osservo le lancette che non vanno mentre fisso questo dannato schermo, sono colpevole di questo tempo passato e sprecato, usato per qualcuno che nemmeno è stato sincero ed educato, il tempo passa ma passa per tutti quanti, ti travolge come un treno in men che non si dica vedi già tutti distanti, passi a miglior vita mentre vedi tutti i tuoi ricordi, ormai non ti rimane più nulla nemmeno le persone di cui tu ti scordi.
@itsmyecho
#itsmyecho#audio#umore#pessimo#sentimento#emozione#frase#citazione#canzone#memoria#passato#mancanza#percorso#buio#rabbia#collera#tu#noi#piangi#lacrime#tempo#prezioso#bruises#lividi#treno#capire#mattine#stelle#distrazione#lamento
127 notes
·
View notes
Photo
LA MOGLIE AMANTE
Io non avevo mai tradito mia moglie. In realtà non è proprio mia moglie, io e Stefania siamo insieme da quando lei aveva sedici anni e io venti. A ventidue anni sono andato a Milano a trovare lavoro, ma dopo un paio d’anni sono tornato a Messina per stare con lei. Mi mancava. Appena ho trovato un lavoro fisso siamo andati ad abitare insieme e dopo due anni la padrona della casa dove stavamo ci propose di comprarcela. Con l’aiuto dei genitori e facendo un mutuo l’abbiamo comprata, ma i soldi per vivere da allora sono diventati molto pochi e lei doveva fare due lavori ed io tanti straordinari. Dopo quattro anni di questa vita eravamo cotti e non facevamo altro che litigare. Io già mi chiedevo che senso c’era nello stare insieme se fuori e dentro casa non avevi mai pace. Io lavoro per le reti telefoniche. Mi occupo della manutenzione dei telefoni della rete fissa cercando di risolvere i problemi che li riguardano. Un giorno dovevo fare un intervento in via Palermo, il nome che mi avevano dato era Effigina Chirieleison; il cognome non era comune, ma anche al paese di mia nonna c’era qualche famiglia con questo cognome per cui pensavo fosse una compaesana della nonna. Quando arrivai sul citofono però il nome non appariva, ma avevo visto che c’era una certa Madam Effie e stavo per suonare quando la porta si aprì ed una voce di donna dal citofono mi disse “Pianterreno terza porta a destra” entrai e segui le indicazioni; sulla porta indicata c’era una targa con dei segni astrologici “Madam Effie, cartomanzia e cura delle anime” Stavo per suonare il campanello ma anche questa volta la porta si aprì da sola. Entrai trovandomi in una grande sala d’aspetto vuota. Di fronte c’era una porta a vetri che quando chiusi la porta di entrata si aprì cigolando mostrandomi un lungo corridoio dove mi avventurai chiedendo permesso. “Di qua” Fece una voce proveniente da una porta in fondo al corridoio. Entrai nella stanza che era quasi al buio in fondo alla quale c’era una scrivania dove era seduta una signora con un vestito di seta rossa che sul petto aveva dei ricami in argento ed era stretto in vita da una grande fascia ricamata; mi sembrava un vestito arabo e molto elegante. Anche la donna nei gesti, nelle mani dalle lunghe dita ,con unghie dello stesso colore del vestito, mi sembrava una donna molto curata ed elegante anche se nella penombra non ne vedevo mai completamente il volto, ma solo i lunghi capelli ondulai e il bagliore della luce nei suoi occhi nerissimi. “Sono per il telefono…” La signora mi indicò con il mento un vecchio apparecchio alla sua destra. Mi avvicinai e prendendolo mi accorsi che era muto. Toccai i fili senza alcun risultato. Vidi un lunghissimo filo che collegava il telefono con una presa dall’altra parte della stanza. “Ma questo filo è troppo lungo! Si perde buona parte del segnale!” “Lo so – disse la signora – ma la presa è laggiù ed io posso lavorare solo qui dove le forze sono più forti” Non osai ribadire o chiedere chiarimenti sulla sua osservazione ed andai a vedere la presa. La presa era vecchia e quasi cadeva dal muro, i fili erano appiccicati alla meno peggio e chissà di quando era. “Devo andare a vedere la cabina come è il segnale e la chiamerò per avere delle indicazioni, la prego mi risponda” “Va bene – rispose con il suo accento straniero – mi dica però quando è nato…” Io non feci caso alla sua domanda e le risposi automaticamente “Il 10 Marzo” “Ah pesci! lo sa che quest’anno avrà in estate grandi novità in amore…?” “Speriamo - le risposi – ce ne sarebbe veramente bisogno”. Lei non disse altro ed incominciò a disporre sulla scrivania le grandi carte che stava prima mescolando. In cabina era tutto a posto, il problema doveva essere nella presa. Tornai portando un apparecchio senza fili che avevo sostituito dall’avvocato Miccichè e che mi aveva dato da buttare mentre io me lo ero tenuto perché in fondo era ancora nuovo. Lavorai sulla presa, dicendo alla signora cosa stavo facendo, ma lei era concentrata sulle carte. Quando finii misi la presa nuova, il router per il telefono e portai il telefono senza fili da Madam Effie. “Ecco con questo dovrebbe funzionare. E’ senza fili così non ci saranno interferenze, e per lei sarà più comodo senza tutto quel filo in mezzo alle scatole.” “E quanto mi costa?” chiese la donna senza alzare la testa “Niente, è un telefono che avevo in macchina e che non mi serviva, se dovesse comprarlo costerebbe duecento euro ma sono contento di darglielo così me lo levo dalle scatole.” Lei alzo per la prima volta la testa e mi guardò “Lei è onesto! - disse – lo dicono anche le carte!” “Davvero?” dissi sedendomi davanti a lei per riposarmi un minuto e scrivere sul tablet che cosa avevo fatto “Si è scritto qui - mi fece indicando le carte - ma lei ha un problema …. sua moglie …. non andate d’accordo anche se, per uno nato in questa data, il sesso è importante e lei dovrebbe trovare una soluzione al più presto. Come mai non andate d’accordo? le carte non dicono che c’è un altro o un altra” La guardai stupito “No , non c’è nessuno, almeno da parte mia! Certo siamo in un periodo un po’ così … ma non è che litighiamo….” “Cosa le ha detto questa mattina quando è uscita ?” “Bhe veramente …. – in realtà non mi aveva detto niente, era un po’ di tempo che al mattino usciva quasi scappando di casa - … mi ha salutato!” Lei mi guardò e nella penombra vidi il suo sorriso. “E’ una bugia e lei lo sa …. – fece Madam tornando sulle carte – vede? questo è l’Appeso! nei tarocchi vuol dire che sta aspettando qualcosa… che ognuno di voi aspetta qualcosa per tagliare tutto o continuare. Quanti anni sono che siete sposati?” “Bhe veramente non siamo sposati, siamo insieme da cinque anni e non abbiamo mai avuto tempo e soldi per sposarci. Poi lei non ha un posto fisso, non possiamo permetterci una luna di miele” Mi guardò attentamente “Stia attento: tutti e due siete vicino ad un bivio…” “Che vuol dire?” “Che qualcuno di voi tradirà…” La guardai. “Non ne abbiamo né il tempo ne la forza….arriviamo a casa stanchi morti e non usciamo mai” “Vi sono tanti modi di tradire. Anche quando si sta vicino in silenzio qualcuno può tradire. Ma lei la tradirebbe sua moglie? “Mha non lo so, queste cose non si programmano” “Sia sincero, se lo chieda: tradirei mai mia moglie?” ci pensai un attimo “No, non lo farei, anche se alle volte mi dico che mangiare sempre la solita zuppa fa venire la nausea, ma alla fine Stefania, mia moglie, è con me da una vita, siamo cresciuti insieme e si sta ammazzando come mi ammazzo io per il mutuo: non sarebbe giusto … non ci riuscirei!” “Però lo vorrebbe….?” “L’uomo è cacciatore….” dissi per difendermi “Si ed è anche stupido …- sorrise Madam – se vuole io la posso aiutare a salvare il suo matrimonio …” “Ecco dove vuole arrivare - pensai ed a voce alta le dissi - ma io a queste cose non ci credo: io credo solo a quello che vedo…” “Lei lo ha mai visto il vento, o la sua anima o ha toccato un ricordo?” “No però….” “Però il vento esiste, la sua anima le parla ed i ricordi danno spessore e senso alla nostra vita anche se lei non li vede o tocca! Comunque, lei è stato gentile con me ed io lo sarò con lei, non le chiederò nulla! Vada a quella cassettiera ed apra il settimo cassetto dall’alto sulla prima fila di sinistra” Mi girai e vidi in una parete tra due finestre un grande mobile pieno di cassetti. Contai sette cassetti e aprii il cassetto trovando una scatola di un metallo grezzo che quando la presi era pesantissima. Madam osservò la mia sorpresa per il peso. “E’ di piombo – commentò - è l’unico elemento che può isolare quanto contiene”. Portai la cassetta da lei che mi chiese di aprirla. Dentro c’era un anello in argento con una pietra nera opaca. “lo prenda con due dita della mano destra e mi dia il suo anulare sinistro” Allungai l’anulare mentre osservavo l’anello che da quando l’avevo preso mi sembrava luccicare. Sentii un dolore al dito anulare e guardai: Madam, con un suo anello, aveva punto il mio dito facendo uscire una goccia di sangue “Svelto lo sparga sulla pietra” Troppo sorpreso per ragionare obbedii e la pietra nera diventò immediatamente lucidissima, come se fosse ossidiana. “ora lo metta al suo anulare presto!” Feci come mi diceva e l’anulare smise di sanguinare “Questo è l’anello degli amanti stanchi: da ora in poi, la persona che lei ama sarà uguale alla persona che lei più desidera” La guardai stupito. Mi sembrava una stronzata, ma non volevo offenderla. “Cioè?” “Non posso dirle tutto, l’anello si offenderebbe!” rispose e di nuovo il suo sorriso si illuminò nella penombra. La guardai stupito: come poteva credere a una tale scemenza! “Ah ho capito - feci sorridendo e alzandomi – bhe grazie, ora devo proprio scappare … grazie … la saluto …” “Vada vada – disse Madam Effie sorridendo – l’aspetto …. “ e vidi che stava sorridendo di cuore. Scappai via. A me tutte queste storie di mavari e maghi mi hanno sempre dato fastidio. Provai a levarmi l’anello ma non usciva dal dito che perlomeno non sanguinava. Decisi per il momento di lasciar stare e me ne andai a casa perché era finito l’orario di lavoro. Arrivato a casa incontrai in cortile il signor Puglisi con la sua giovane moglie. Ecco lei si che era una donna desiderabile, con il suo vitino , il seno ed il sedere da attrice famosa e gli occhi verdi. Con lei nessuno si sarebbe stancato di fare l’amore come mi ero stancato io con mia moglie. Li salutai con cordialità ma mentre il signor Puglisi mi salutò allegro, la moglie fece un cenno con il capo e tirò dritta, con il naso all’aria ed il ragguardevole petto che le sobbalzava. Salii a casa e incominciai a preparare da mangiare. Verso le venti e trenta sentii entrare mia moglie. “Ciao amore, è pronto, vieni a mangiare - le dissi a voce alta e sedendomi a tavolo le volli raccontare quello che mi era successo – Oggi mi è capitata una cosa che non ci crederai….” “Ah si che cosa?” fece lei entrando in cucina con la voce stanca. Restai senza parole: avevo davanti la signora Puglisi! Restai calmo ed osservai meglio. I vestiti, le scarpe, il tono della voce erano quelli di mia moglie, ma tutto il resto, i tratti del volto e tutto il corpo della donna che avevo davanti era perfettamente identico alla signora Puglisi. “Allora che ti è successo?” chiese la Stefania-Puglisi che guardavo. Io continuavo a guardarla e più guardavo più notavo dettagli su di lei. Sul braccio destro c’era ancora il tatuaggio che la mia Stefania si era fatta con il mio nome quando ero partito per Milano, le sopracciglia, gli occhi, il seno di due misure più grandi di quello di mia moglie, le unghie curate, i capelli perfetti ed anche il profumo erano quelli della signora Puglisi. “Ho trovato dieci euro….” dissi alla fine restando sempre a guardarla. “Ah chissà cosa mi credevo….” ed incominciò a mangiare con la testa nel piatto. L’osservavo e più l’osservavo più pensavo che era identica a quella donna bellissima. Ora che l’avevo di fronte non potevo negarlo, era proprio bella. “Ma non mangi ?” mi chiese ad un certo punto Stefania stupita che l’osservavo “Amore questa sera sei bellissima…” “e stanca – aggiunse lei – non ti fare venire strane idee che ho un mal di schiena che mi sta uccidendo….” “Ma io una cosa stavo dicendo …. non è che io ….” e mi misi a mangiare osservandola sott’occhio. L’aiutai a sparecchiare e le proposi di passarle un po’ di crema per i dolori muscolari sulla schiena per alleviarle il dolore, cosa che accettò perché generalmente lo doveva fare da sola con una certa difficoltà. Mi sedetti sul letto e l’osservai spogliarsi lentamente e quando fu nuda con le mutandine, l’osservai preda di un rimescolamento interno che non sapevo giustificare. Nella mia vita avevo visto nuda solo Stefania, ed ora avevo davanti quel pezzo di donna della signora Puglisi che aveva delle gambe ed un seno che erano meglio di Monica Bellucci “Allora questa crema ?” mi chiese la moglie tenendosi i capelli in alto e dandomi la schiena “Si subito” feci risvegliandomi dal bellissimo sogno che stavo vivendo. Mi riempii la mano di crema ed incominciai a massaggiarla lungo la schiena e poi lentamente salii e dalla schiena e passai al seno “Ma no qui no….” fece lei girandosi, ma ormai non potevo più fermarmi e la baciai e la strinsi a me tutta viscida di crema. Sul momento lei forse voleva liberarsi poi, lentamente, si strinse a me “Amuri chi hai? non è sabato - chiese tra un bacio e l’altro – stasera sembra che mi baci per la prima volta” “amore sei bellissima” le dissi tirandola con me sul letto. Erano mesi che non lo facevamo come quella sera perché la Signora Puglisi mi aveva fatto sempre sangue e averla li per tutta la notte mi fece venire una voglia incredibile. Il giorno dopo prima di uscire Stefania invece di andarsene via senza salutarmi entrò in camera da letto a baciarmi e poi uscì. Durante il giorno pensai solo a quello che era successo e al pensiero della signora Puglisi tra le mani e a tutto quello che avevamo fatto avevo il sangue che mi ribolliva. Era come quando avevo fatto l’amore per la prima volta con Stefania e per una settimana non avevo pensato ad altro se non a lei e solo a lei. Quando finii di lavorare corsi a casa a preparare e ad aspettare Stefania. Quando arrivò mi trovai davanti la ragazza del bar Ritrovo che c’è sul viale, quella magra, biondina piena di tatuaggi e che i miei colleghi dicevano che andava anche con le donne. Restai un po’ deluso, pensando alla Puglisi, ma quando entrai in bagno per dare la tovaglia a Stefania che si era fatta la doccia, me la trovai li davanti, tatuata da per tutto, con le tette piccole e le gambe lunghe che si muoveva con una sensualità libera e intensa provocando e quasi sfidandoti a stringerla e a prenderla. Dissi subito a mia moglie che l’avrei asciugata io e la strinsi nell’accappatoio e con le mani la massaggiavo toccandola e accarezzandola dove sapevo che lei avrebbe provato piacere fino a che non fu lei a baciarmi questa volta e incominciando lì nel bagno, come facevamo quando ci eravamo conosciuti. Tutto si ripeté con lo stesso copione per sere e sere. Ora Stefania era la tabaccaia di fronte alla banca Intesa, ora era la dottoressa del Policlinico, ora era la commessa della rosticceria e poi la moglie del titolare, ora la signora con i capelli bianchi ma la pelle bianchissima e perfetta del condominio di fronte al mio, ora la cicciona del banco delle verdure al mercato, quella che mentre prendeva le melanzane si piegava facendo pendere e ballare l’enorme seno. Bastava niente, un dettaglio che attirava la mia attenzione che solleticava la mia fantasia ed ecco che la ragione della voglia che mi era nata me la ritrovavo ogni sera davanti a me, disponibile, seducente e vogliosa. Ogni sera Stefania era diversa ed ogni sera facevamo finta di iniziare una normale serata solo per finirla sempre nello stesso modo. Al mattino Stefania non solo mi baciava prima di uscire ma mi preparava la brioscia con la nutella e il caffè. Una sera mi vidi davanti la mia professoressa di italiano, quella che mi era antipaticissima e nello stesso tempo portava gli autoreggenti e dalla camicetta faceva uscire sempre il pizzo del reggiseno. questa volta, memore di tanti anni di umiliazioni, fui brutale dandole tante pacche sul sedere e tirandole i capelli chiamandola nei modi più osceni e umilianti che conoscevo. Stefania subiva dicendo solo “Oh amuri…Oh amuri” e la notte si strinse a me dormendo abbracciata mentre al mattino avrebbe voluto continuare senza andare al lavoro. Cosi pensai che forse non conoscevo bene tutti i desideri che in quegli anni erano nati dentro di lei e di me e che l’anello ci stava facendo scoprire cose, pensieri e voglie che ci tenevamo dentro e che forse erano la ragione o un elemento di quel disaccordo o rancore che prima provavamo e che ora sfogavamo liberandocene, tornando al nostro primo amore e alla ragione per cui stavamo insieme. Non lo so. So che la sera era diventata per me un’ossessione ed attendevo quel momento in cui arrivava una Stefania sempre diversa con trepidazione e con una voglia rapace ed un senso di eccitazione che mi assaliva appena lasciavo il lavoro e che mi faceva sentire vivo e pieno di forza e di voglia. Non so per quante sere fu così. So che al mattino Stefania quando era Stefania mi voleva bene e aveva ripreso a telefonarmi e a mandarmi messaggini pieni di belle parole e cuoricini. Non era il sesso, o meglio, non era solo quello. Era la complicità, l’intimità la vicinanza che avevamo ritrovato per cui tornavamo a parlaci a chiederci cosa pensavamo cosa volevamo, cosa sognavamo. Lei era contenta ed anche se alle volte la vedevo nella sua forma naturale solo per qualche giorno, era lei che amavo, anche se la tradivo con chi desideravo. Ma era tradimento? Io pensavo di no, in fondo il corpo era quello di Stefania ed anche lei era contenta della mia nuova focosa attenzione che le mostravo. Poi successe qualcosa. Eravamo tornati ad essere felici, la sera facevamo sempre l’amore perché ogni sera c’era uno stimolo nuovo e che in noi nasceva sempre in un modo diverso, complice la figura che Stefania aveva. Qualche fine settimana lei restava qualche altra donna che mi aveva colpito ed io la portavo al mare al Faro, poi a mangiare la focaccia e a fare l’amore a casa come i primi tempi che ci eravamo conosciuti. Mi sentivo un esperto amante traditore che lascia sua moglie a casa e fugge con l’amante da qualche parte passando con lei la giornata mentre la moglie lo pensa al lavoro. Poi un giorno, in estate, per lavoro con altre squadre di colleghi dovetti andare in forza in una zona in montagna dove il fuoco di un bosco aveva bruciato fili e cabine telefoniche. Ero su una scala a sistemare dei fili che pendevano bruciacchiati da un palo e il mio Capo mi teneva la scala ferma dandomi istruzioni su come collegare i fili ; d’improvviso, mentre guardavo in alto per fissare dei fili divenne tutto buio e caddi per terra facendo un volo di due o tre metri. Mi svegliai all’ospedale con il Capo e Stefania che mi guardavano preoccupati. “ Non ti preoccupare, sei solo svenuto – fece il capo – u dutturi dissi che hai avuto un mancamento perché sei debilitato e che sei anemico e sottopeso. Dice che hai una specie di deperimento organico e che per questo ti sei sentito male sulla scala al caldo. Io gli ho detto che ti vedo mangiare a più non posso, ma lui insiste che devi aver perso almeno cinque o sei chili di colpo, e che i globuli rossi sono troppo pochi; ma che fai qualche dieta?” “Si, la dieta dell’amore faccio “ risposi sorridendo guardando Stefania. Lei però era sconvolta e quasi piangeva. Venne il dottore che mi controllò e disse che mi tenevano li dentro per degli esami per almeno altre quarantotto ore. Quando il mio capo si allontanò con il dottore per parlargli, Stefania si avvicinò e mi disse “Il dottore ha ragione avrai perso almeno dieci chili da due mesi in qua. Abbiamo esagerato: ti zucai tuttu comi n’ovu (ti ho succhiato tutto come si fa con le uova)” e le vennero le lacrime agli occhi, convinta che il mio dimagrimento e il mio essermi sentito male derivavano dal nostro continuo amarci e che di esso era lei la colpevole. Sorrisi dicendole che non era così, ma la sua preoccupazione e le sue lacrime mi colpirono. Quando se ne andò anche lei restai a pensare. Stefania mi amava, per com’ero. Io no, io regolarmente la tradivo ed anche se la tradivo con lei stessa, era sempre tradimento perché dentro di me io vedevo ed amavo un'altra persona, una donna diversa dal corpo con cui facevo all’amore. Non era questo un tradimento? e il mio svenimento non era dovuto al suo usarmi ma al mio continuo tradirla, nel vedere in lei solo altre donne che mi piacevano ed attiravano più di lei. Eppure lei mi rendeva felice, perché erano sue le forme che toccavo, sue le parole che ascoltavo, i baci che ricevevo, l’amore che rispondeva al mio non amore. Anche sapendo che chi amavo era lei, io la tradivo. Mi sentivo disorientato. Che cos’era l’amore? il fare sesso o lo stare accanto a qualcuno dividendo con questo qualcuno la propria vita? O era entrambi? Se tutte e due le cose messe insieme erano amore, io non la stavo amando, mentre lei mi stava dando tutto, tutto quello che aveva e poteva darmi. Io no, io le stavo accanto e la rendevo felice solo perché vedevo un'altra al suo posto: perché la stavo tradendo! Un'altra che cambiava sempre, ogni sera a seconda della voglia che questa o quella mi faceva nascere dentro, mai la stessa, tanto da poter dire che non amavo lei ma un'altra fissa. Invece no, le usavo tutte e basta attraverso di lei e per assurdo, questo faceva aumentare il suo amore perché si sentiva totalmente amata, completamente al centro dei miei pensieri. Tutto il tempo che restai in ospedale pensai a tutte queste cose mentre lei veniva ogni giorno correndo dal lavoro all’ospedale per vedermi, per starmi vicino e la sera neanche mangiava per starmi accanto o per parlare con i dottori e sapere i vari esami. Mi ero dimenticato di tutto l’amore che lei aveva, perso nel quotidiano tran tran, nelle rate del mutuo e nel litigare con lei o nell’osservare questa e quella che la sera avrei voluto ritrovarmi nel mio letto, mi ero dimenticato del suo amore e del mio. Mi mandarono a casa lasciandomi a riposo per una decina di giorni. Il mio pensare a quello che era successo però continuava, giorno e notte. Non mi affacciavo alla finestra per non vedere nessuna donna e alla fine mi levai l’anello, lo misi nella sua scatola e lo nascosi in fondo alla mia borsa degli attrezzi. Quando tornai al lavoro mi avevano spostato negli uffici con uno stipendio un pochino più alto così non dovevo fare più gli straordinari. Il pomeriggio del primo giorno di lavoro, appena finito corsi da Madam Effie, Al solito appena stavo per suonare il citofono il portone si apri e quando arrivai alla porta questa era tenuta aperta da una vecchietta che mi aspettava. “Venga è in ritardo….” mi disse anche se in realtà non avevo preso nessun appuntamento. Attraversai la sala d’attesa che era piena di persone che mi guardarono spazientiti dal mio presunto ritardo. Quando entrai nella stanza di Madam lei aveva un vestito giallo e nella penombra della stanza, dietro alla sua scrivania mi sorrise appena mi vide. Mi avvicinai e sedendomi le restituii la scatoletta. “Madam, io volevo ringraziarla, ma penso che non mi serve più quest’anello, se lo può riprendere….” Lei sorrise ma non allungò la mano per prenderlo. “E’ inutile che me lo dai, c’è il tuo sangue, funziona solo con te…” “Ma io non lo voglio più” “E come mai – fece lei sorniona - non ha funzionato…?” “Ha funzionato anche troppo bene. Ogni sera vedevo una donna diversa, alla fine ho avuto un deperimento organico per quante donne vedevo” “Ma non lo stai restituendo per questo…” “No, è vero. Lo restituisco perché non è giusto. Prendo in giro mia moglie e me stesso. Lei ama me ma io amo sempre un'altra, io la uso e basta… non è giusto, questo non è l’amore che le davo e che voglio. Si ama in due, nello stesso modo e lei mi ama ma io la sostituisco con tante altre e questo mi fa sentire il peggiore dei traditori, di chi tradisce senza un motivo solo per tradire! Se lei sapesse che nel fare l’amore io vedo un’altra, lei mi odierebbe, si sentirebbe derubata, penserebbe di aver buttato tutto il suo amore che mi sta dando…” Madam Effie sorrise e con il ventaglio che aveva vicino spinse la scatola verso di me. “Allora il suo compito non è finito, siamo ancora a metà della cura. Tienilo con tè perché ti servirà per capire ancora qualcosa. Non sei ancora guarito” “Guarito?” “Si guarito. Tua moglie non ha avuto bisogno dell’anello per tornare ad amarti e non credere che sia stato il sesso a farla tornare da te. Il sesso in amore è uno strumento, per parlarsi, per stare bene insieme, per conoscersi e viversi, ma non è il fine dell’amore. Ancora questo tu lo devi comprendere. Riprendilo, te lo consiglio perché se no fra tre giorni sarai di nuovo qui e ricordati: l’anello non crea quello che vedi, è solo il proiettore di quello che dentro di te desideri” Capii che lei sapeva molte cose in più rispetto a quelle sapevo io e che c’era ancora qualcosa che non avevo capito. Dovevo darle fiducia, così ripresi la scatolina e me ne tornai a casa. Conservai la scatolina nella borsa degli attrezzi che nascosi in cantina visto che ormai lavoravo in ufficio. La vita ritornò piano piano alla normalità di prima dell’anello. Il lavoro d’ufficio non era il massimo ma ero meno stressato dal dover correre di qua e di là per tutta Messina. Piano piano ingrassai e questo tranquillizzo Stefania sulla mia salute. Ma non era più come prima, era come se mancasse qualcosa, ce ne rendevamo conto, ma nessuno dei due pensava a rifare quello che facevamo ogni sera, perché per un motivo o per l’altro avevamo un po’ di paura. Lei aveva paura di amarmi troppo, io di non saperla amare più. Una sera stavamo guardando il televisore ma nessuno dei due seguiva cosa stava dicendo. Ad un certo punto lei si è messa a piangere ed io stupito le ho chiesto cosa avesse e l’ho abbracciata. “Niente, niente” rispose e se ne andò nella stanza da letto buttandosi sul letto e piangendo. Io la raggiunsi e richiedendole che avesse “Niente rispose, ho rovinato tutto” disse solo. Non potevo vederla così. Mi faceva stare male perché le avevo fatto del male e lei invece di saperlo si sentiva colpevole. Se ci fosse stata un'altra forse sarebbe stato diverso, ma la mia altra amante era sempre lei, era lei la moglie e l’amante che generalmente sono due entità distinte ma che io vivevo sempre insieme, nella stessa persona. L’abbracciai ma lei continuò a piangere finché non si addormentò. Pensai tutta la notte a cosa potevo fare ma non mi veniva nulla in mente. L’indomani, appena Stefania usci, scesi in cantina e presi l’anello. Poi passai al bar, in panetteria e al lavoro ogni volta che le colleghe andavano alla macchina del caffè io le seguivo. Quando uscii andai al supermercato, all’Oviesse, ovunque sapevo che vi erano donne così che almeno una di loro mi restasse in testa e la sera potessi rivederla facendo felice Stefania. Preparai gli spaghetti con le vongole che a Stefania piacciono tantissimo e misi anche delle tuberose in casa che a lei ricordano i matrimoni e le chiese piene di fiori ed aspettai. Appena sentii la porta aprirsi le andai incontro felice. Ma era sempre lei, non era nessuna delle donne che avevo visto durante la giornata. Deluso guardai l’anello ma vidi che la pietra quasi brillava da quanto era nera e splendente ed anche l’argento che la circondava era quasi bianco da quanto era lucido. Guardai meglio Stefania che si stava spogliando e notai che mi sembrava più giovane e più carina fu allora che le guardai il braccio dove si era tatuato il mio nome e notai che non c’era. Capii subito tutto. Quella era la Stefania di quando avevo incominciato a fare l’amore con lei! Era lei l’unica donna che volevo tra le tante che quel giorno avevo visto. Era il suo pensiero, il suo dominante desiderio che mi aveva guidato durante tutta la giornata portandomi a cercarla in tutte le altre donne senza trovarla. Mangiammo parlando del più e del meno ma non le toglievo gli occhi di dosso perché era come me la ricordavo e come da sempre la desideravo. Appariva giovanissima la pelle lucida il seno proteso dritto e sodo a sfidare le mie voglie, la sua pelle lucida, i suoi capelli lunghi e dall’ intenso castano naturale. Mentre si lavava i denti la raggiunsi e di dietro l’abbracciai. “Ti ricordi la prima volta che l’abbiamo fatto? Quando eravamo in macchina sui colli di San Rizzo?” Le chiesi guardandola nello specchio “Si che casino che avevamo fatto!” Rispose guardandomi anche lei allo specchio e sorridendo al ricordo della nostra inesperienza di allora. “Per me sei rimasta sempre quella, quando avevi capelli lunghi e sorridevi sempre arrossendo.” Lei sorrise guardandomi, poi si girò e abbracciandomi mi baciò. Il resto fu tutto per come doveva essere, con la lentezza che deve avere qualcosa che non è una prestazione, una corsa, ma uno scoprirsi, un viversi insieme, come quando eravamo senza soldi e andavamo alle feste di paese dove c’era il ballo in piazza e non appena ci stringevamo incominciavamo a girare guardandoci negli occhi e dimenticando tutta la confusione che ci circondava ed eravamo tutto il mondo che volevamo. Il giorno dopo era sempre la Stefania di diciotto anni quando uscì di casa e quando rientrò, malgrado io avessi ancora l’anello al dito e avessi visto durante la giornata tante donne desiderabili e restò cosi per tutta la settimana. Decisi una sera di levarmi l’anello perché ormai non mi serviva più e malgrado non avessi più chi leggesse dentro di me chi desideravo trasformando di conseguenza il corpo di Stefania, lei mi apparve ancora come la mia giovane Stefania, quella che arrossiva come una bambina e baciava come un amante di fuoco. Anche adesso la vedo sempre nello stesso modo, ma memore di quando non la sopportavo più, ogni tanto fuggo con lei a passare insieme la giornata al mare a Gioiosa Marea o a Taormina. Le dico in queste occasioni che giochiamo agli amanti, facendo l’amore di nascosto dalla quotidianità e dalle ristrettezze in cui ancora per qualche anno saremo. Tradiamo così quel viverci in modo routinario e noioso a cui la vita o il lavoro ci obbligano ogni giorno e come amanti che hanno pochissimo tempo per vivere tutto l’amore che non si sono potuti dare, bruciamo in poche ore tutte le carezze ed i baci ed i sogni che avremmo voluto quando durante il giorno dobbiamo solo pensarci e desiderarci. Madam Effie non l’ho più vista, ma penso lei sappia già tutto.
21 notes
·
View notes
Text
“Segno di una presenza che riempie anche la foresta”. La sorpresa dei caboclos
Caro Francesco, mi trovo a Manaus, capitale dello stato dell’Amazonas. Sono venuto a rinnovare la patente, a casa non serve ma quando vado a Parintins é utile. Approfitto per incontrare alcuni amici e così passo il tempo, sabato torno a casa. Ritornare in una città grande fa “un certo non so che”: la confusione, il traffico (Manaus ha più di 2 milioni di abitanti), i clacson, la puzza di benzina e diesel, il caldo dell’asfalto, mi fanno rimpiangere la mia casa e il silenzio della foresta. La ci sono altri rumori, ma non danno fastidio. A Manaus cerco di occupare il tempo cercando cose utili per Guadalupe, ieri ho trascorso la mattina con un signore di 77 anni, agronomo, con una piantagione di aranci. Mi ha insegnato come e dove si piantano, i concimi, le malattie, gli insetti nemici. Mi ha regalato una decina di piante e cosi, con queste, arriverò a quasi sessanta piante di aranci, limoni e mandarini. Spero di riuscire a mangiarne qualcuna prima di passare dall’altra parte...
Avrei tante cose da dirti su come vanno i lavori agricoli a casa, ma oggi ti voglio parlare della cresima per adulti, di agricoltura parleremo nella prossima. Alcuni mesi fa ero preoccupato e stavo pensando a come risolvere il seguente problema: nei villaggi tanti non sono cresimati, per una serie di motivi, non possono sposarsi perché non sono cresimati e non possono cresimarsi perchè non sono sposati ma convivono. Bisognava trovare una soluzione. Ho parlato al vescovo per avere carta bianca e aiutare i caboclos a mettersi in regola. Con i capi villaggio abbiamo deciso per un breve corso di preparazione alla Cresima solo per adulti. Pensando ad una partecipazione di una trentina di persone abbiamo deciso di fare quattro incontri a Guadalupe, in cappella ci stanno circa 40 persone, ognuno si porta il mangiare che poi si mette in comune. L’incontro dura dalle 8 alle 12, tutti i primi sabati dei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio. Fin qua tutto bene. A quindici giorni dal primo incontro mi è venuto un dubbio: “E se vengono più di 30, dove li metto?” Parlo con Danico, che è il coordinatore del settore dell’Andirá, e spostiamo l’incontro nel villaggio São Paulo che ha una cappella grande e un grande salone. Caro Francesco, non ti dico, sono venuti on più di 100. Non ci credevo ai miei occhi: incredibile! Qualcuno non è venuto perché era ammalato e mi hanno chiesto di fare un recupero a casa mia prima del secondo incontro.
Siccome sono incredulo, come san Tommaso, ho pensato che al secondo sarebbero diminuiti perché una delle caratteristiche del caboclo è quella di non essere costanti e persistenti. Arriva il giorno, ci troviamo in un altro villaggio al primo sabato di marzo. Io, l’incredulo, aspetto per vedere quanti tengono duro. Bene, arrivano in 113, roba da matti! Non credo ai miei occhi! Mai avrei immaginato tanta gente. Molti adesso aspettano il giorno per sposarsi, abbiamo ancora due incontri e poi le cresime il 22 giugno. Siccome sono incredulo non credo che arriveranno in tanti alla cresima , ma come inizio è più che promettente. Ti confesso Francesco, che questi fatti, in questi luoghi dimenticati e dispersi, trovare gente che ancora vuol essere membro della Chiesa, che si sforza e si impegna e che mantiene viva la fede, rinforza e solidifica il mio spirito, mi da tanta gioia e voglia di continuare a essere segno di una presenza che riempie anche la foresta! Ti racconterò come andrà a finire! Per oggi ciao! Vincenzo
Manaus 21 marzo 2019
2 notes
·
View notes
Text
Metanari as that one vine (più o meno)
Bella rega sta cosa l'avevo scritta ieri perchè m'era venuta in mente solo che stavo col 3g e non me l'ha mai pubblicata. Se per caso ne vedete due di questa cosa, scritte pure diversamente perchè sono scema e non ho pensato che sarebbe potuta succedere una cosa del genere e non ho copiato il testo da nessuna parte, ignoratene una(??)
In ogni caso, dato che c'è poca Metanari qui (neanche troppa poca ok) e dato che prima o poi la mia testa esplode se non condivido almeno qualcosa di tutto il disagio Metanari che ho in testa, vi butto qua sta robbbba.
(Se vi danno fastidio le cadenze romane pls lemme know)
Ermal e Marco sono ccccciovani bois sui 18 anni
Che fanno party hard ogni qualvolta possono
Insieme ai loro amiketti Andrea, Dino, Robi ed Emiliano.
E un weekend Vige li avverte che i suoi sono fuori e quindi party hard a casa Vigentini
Con tanto alcool e musica tunz tunz perchè sono ragazzi alternativi e fanno sempre la stessa cosa
Ah non vi ho detto che Marco ha la crush hardissima per Ermal da tipo sempre
Ed Ermal ovviamente ricambia perchè beh skst chi è che non si innamora di Macco
Solo che Ermal è vabbè il nostro basic!Ermal quindi la sua crush non la farà mai vedere perchè è troppo orgoglioso lui e bla bla bla
Marco ogni tanto invece lo beccano a fissare Ermal in awe (same Marco) e ad estranearsi completamente dal discorso
E niente cominciano a bere di qua di là un po' di shottini, na biretta, qualche altro tipo di alcool che non so dirvi perchè non ne so niente io
E sono già tutti mbriachi fradici dopo un'ora e mezza
E Marco sta parlando con Ermal e oh mio dio Ermal ma che belle labbra che hai wow posso toccarle con le mie
Certo che puoi duh
E si ritrovano a limonare duro addosso alla parete di qualche stanza, non sanno neanche quale, forse sono in cucina? Ah no forse è la doccia quella. No sicuramente è un divano quello là sì sicuro
Si ritrovano poi in una stanza con un letto e che fai oh non vuoi usarlo il letto, sta là bello bello
E quindi ci danno dentro
*Parte smut che non so scrivere e in ogni caso mi vergogno*
E poi s'addormentano
Gli altri ignari di tutto ma erano talmente ubriachi che non si sono accorti di nulla
E la mattina dopo Vige fa un po' il giro della casa per svegliare tutti
Deve girare casa perchè ha trovato Dino a dormire in cucina, Robi in balcone per terra ed Emiliano nella doccia. Lui per fortuna era rimasto sul divano
Però mancavano Ermal e Marco
Vabbè staranno uno in camera mia e l'altro che ne so in corridoio o tutti e due in camera dei miei
Eeeeh no Vige non se lo aspettava
Cioè 'n pochino se l'aspettavano tutti che ad un certo punto una cosa del genere potesse succedere
Perchè avevano visto Marco come si imbambolava e come Ermal cercava di non far vedere la gelosia quando Marco parlava con Anna
Però ecco Andrea non si aspettava sarebbe stato così
Perchè apre la camera sua e vede sul letto (uno di quei letti a castello con sotto però una scrivania e non un secondo letto) Marco che dorme
Allora dice dai facciamogli sto scherzetto
E urla "SVEGLIA MARCOLINOOOOOO"
Si aspettava un vaffanculo da Marco
Non si aspettava il busto nudo di Ermal alzarsi da dietro il corpo di Marco e dire "oh ma chi cazzo è che urla"
E Vige OOOOOOOOOOOOOH
E chiude la porta e corre dagli altri perchè RAGAZZI CE L'HANNO FATTA SIAMO LIBERI
E Marco ed Ermal si ritrovano tutti quanti nella camera che li guardano
E li mandano tutti a fanculo
E that's the tea for today grazie se avete letto sta robbba vvb
31 notes
·
View notes
Text
Cogliamo l’occasione per ringraziare quanti hanno manifestato vicinanza e preoccupazione per Giorgio, e per ricostruire meglio alcune cose fondamentali in merito ai fatti precedenti l’incidente.
Aggiornamento sulle condizioni di Giorgio e precisazioni sui fatti precedenti l’incidente
Innanzitutto troviamo ignobili gli articoli e le ricostruzioni che sono state fatte quando abbiamo dato notizia del ricovero di Giorgio.
Solerti giornalisti, magari imboccati da qualche agente della D.I.G.O.S (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali), non si sono limitati a ricostruire i fatti ma hanno costruito un quadro narrativo dove Giorgio ne usciva come uno senza patente, che ha fatto un incidente, gli hanno sequestrato il mezzo e verrà denunciato.
Repubblica
Sul Movimento Notav da molto tempo è in corso una vera e propria persecuzione, volta a colpire i singoli appartenenti al Movimento nelle libertà di movimento e libertà personali.
Ci viene da pensare che su Giorgio ci sia quasi, da parte del Questore Messina, un qualcosa di simile all’ossessione … Infatti ad ogni iniziativa al cantiere Messina fa riportare sui giornali la presenza di Giorgio e tra i vari provvedimenti che ha emanato (tutti preventivi, quindi senza un giudice che abbia mai deciso) c’è anche quello della revoca della patente per mancanza di requisiti morali.
Un provvedimento assurdo, preso in combutta con, agenti Digos stufi di passare le domeniche al cantiere, e il prefetto Saccone che si è preso la briga di firmare la sospensione della patente.
Trattato come un criminale, con disposizioni di legge che vengono applicate ai mafiosi, Giorgio si è visto impossibilitato a muoversi per lavorare (fa il giardiniere e lavora in varie zone del Piemonte) per lo sfizio di chi si crede l’ultimo baluardo di difesa del cantiere/bancomat Tav e non accetta un’insubordinazione palese e continua come quella dei notav.
Giorgio in particolare non ha mai accettato questo provvedimento e ha continuato a spostarsi con i mezzi a sua disposizione, perché lavora a Piossasco (dove ha la famiglia), abita a Bussoleno e firma quotidianamente alla caserma dei Carabinieri di Susa.
Ha sfidato i divieti senza clamore, con la tranquillità di chi sa di essere dalla parte della ragione e della necessità di doversi spostare attraverso mezzi privati.
Da qui è nata una vera e propria task force della digos (Divisione Investigazioni Generali e OPERAZIONI SPECIALI) che ha fatto veri e propri agguati a Giorgio per sequestrargli ogni mezzo che guidava, dalla sua macchina al furgone della ditta di famiglia.
Sarà che il questore si è immedesimato troppo nella figura dello storico commissario Ugo Moretti, quello del celebre film Torino Violenta, e i suoi agenti hanno dato vita ad brillanti OPERAZIONI SPECIALI (come da sigla) per chi guarda troppa tv anche dalle parti della questura evidentemente, che hanno visto l’apice il venerdì precedente all’incidente, con due auto in borghese appostate fuori casa di Giorgio per impedirgli di andare a lavorare in furgone con suo nipote.
Questa operazione, che rimarrà negli annali delle OPERAZIONI SPECIALI, ha fatto sì che Giorgio abbia dovuto prendere lo scooter per muoversi e poi ha subito il grave incidente di cui è rimasto gravemente vittima.
Dobbiamo smentire i giornali anche su questo, visto che avevano scritto che il furgone era stato sequestrato in Valsusa (e invece a Piossasco) e non era stato notato da un agente della digos, come scritto, ma da un appostamento davanti a casa sua di più di due auto civetta.
Per noi chi è responsabile di questa persecuzione, ai soli fini di soddisfazione personale, ha una buona percentuale di responsabilità nelle condizioni di Giorgio, perché l’incidente è diretta conseguenza dei sequestri e dei blitz perpetrati nei giorni precedenti.
Poi nella dinamica altro non è che uno dei tanti incidenti che purtroppo capitano ai motociclisti, in questo caso causato da una macchina di un pensionato in una manovra molto azzardata.
Giorgio dall’ospedale ci tiene a far sapere che “Non accetterò mai la limitazione della mia libertà personale e quella di movimento. Possono scordarsi che io tra tre anni vada a scuola guida per riprendere la patente, visto il provvedimento. Le iniziative della questura mi danno lo stesso fastidio delle punture delle zanzare “
Ci andrà parecchio tempo per vederlo in forma ma…è di buon umore e saluta tutte/i.
da notav.info
1 note
·
View note
Quote
Una delle cose che mi danno più fastidio è quella di sapere di aver fatto il possibile e che non è bastato. Non so quante volte ho fatto i conti con me stesso, con la mia parte positiva, col mio alterego, con la mia parte negativa e con i miei demoni. Ho ascoltato ogni parte di me, so perfettamente ciò in cui sono bravo e quello in cui non sono bravo. Ho rotto non so quanti limiti personali e l'ambizione è sempre stata una parte di me. Non so quante volte ho fatto sacrifici per poter migliorarmi, per andare oltre, per diventare più forte! Non so quante volte sono cambiato. Cazzo, penso che non tornerei indietro. Affronterei di nuovo ogni tipo di strada come un tempo perchè forse non ritornerei a dove sono adesso. Ho un'esperienza enorme, sembra di toccarla. Non mi basta ciò che ho. So che allo stato attuale ho bisogno di te, ma sei così lontana. La tua assenza mi fa male e cerco di resistere il più possibile. Non è una fottuta giostra, è la fottuta situazione attuale. Vorrei poter dare il massimo e so che non posso dartelo al momento. Non potrei darti nemmeno il minimo, non sono fatto per questo, allora decido che ci dobbiamo lasciare. Ti lascio ma non mi va bene. Che razza di situazione è questa? Abbiamo bisogno l'uno dell'altro e non riusciamo a trovare la combinazione giusta? La combinazione giusta, dal mio punto di vista c'è e la verità è dietro l'angolo. Non posso aspettare e devo andare avanti, non so quando esattamente, ma devo farlo. Sono diventato ancora una volta più forte di prima ma devo dimostrare ancora una volta ciò che ho imparato e vorrei tanto dimostrarlo a te.
- Hewasahumbleboy
5 notes
·
View notes
Text
Recensione Redmi AirDots: i più economici auricolari True Wireless usabili
Non avete idea di quanti auricolari "true wireless" mi siano stati inviati da sconosciuti produttori cinesi e che ho sistematicamente gettato nella pattumiera. Audio pessimo, sincronizzazione difficoltosa, scomodità d'uso sono i principali difetti che ho riscontrato in questi modelli. E quando si hanno come riferimento gli AirPods non è per niente facile vincere un confronto. In effetti ne ho pubblicato uno qualche tempo fa in cui sono emersi lati positivi sia nei Samsung Galaxy Buds che nei Huawei Freebuds Lite, ma anche questi ultimi, che sono i più economici, costavano comunque 90€. Oggi si trovano a molto meno su Amazon ma la fascia economica è scesa ancora più in basso, con prodotti anche da 50 o 40€. Purtroppo sono molto spesso delle vere porcherie e vi sconsiglio vivamente di acquistarne da marchi sconosciuti, perché l'eventualità che non siano validi è per lo più una certezza. Questo non vuol dire che non si possano realizzare dei true wireless decenti a basso costo ed è quello che ci dimostra Xiaomi con i Redmi AirDots.
In realtà Redmi è ormai un'azienda distaccata, ma rimane fortemente legata alla famiglia originaria, tant'è che anche sulla scatola degli AirDots si trova il logo Mi di Xiaomi. Dentro ci sono giusto gli auricolari, il case, un cavetto microUSB per la ricarica ed alcuni gommini di diversa dimensione. Tutto molto semplice, tutto abbastanza economico. Il case, ad esempio, è di plastica molto leggera. Tuttavia mi è piaciuta la finitura liscia ed opaca, che nasconde benissimo l'usura. L'ho tenuto nella borsa vicino alle chiavi di casa per un paio di settimane e, anche se il case si è segnato in diversi punti, non si nota finché non si mette sotto luce diretta.
Il formato della custodia mi è piaciuto moltissimo, perché è molto compatto e non dà fastidio neanche in tasca. Certo la plastica è leggerina e non dà un senso di robustezza, però c'è gioco neanche nello sportellino, che si apre e si chiude bene. Dentro c'è una batteria da 300 mAh che ricarica gli auricolari per poco più di 2 volte e questi suonano per circa 3h: non male direi. Ho trovato invece molto scomodo il controllo della carica residua, in quanto possiamo solo vedere una indicazione dallo smartphone dopo averli connessi, ma non sappiamo l'effettiva autonomia del singolo auricolare o del case. Per altro si scaricano anche quando non si usano, per cui se li lasciate una decina di giorni nel cassetto è facile che non si accenderanno nemmeno. Si deve prendere l'abitudine di caricarli ogni giorno o due a seconda di quanto si utilizzano per stare proprio tranquilli.
Gli auricolari sono trattenuti nel case magneticamente in modo efficace. Ci vuole un po' per capire come prenderli al primo colpo senza fatica, ma se si sollevano dalla parte alta risulta abbastanza facile. Sono leggerissimi e si posizionano comodamente nelle orecchie, risultando anche molto stabili. Basta trovare il gommino della giusta dimensione. Interessante il fatto che siano resistenti agli spruzzi d'acqua con certificazione IPX4, quindi si possono adoperare anche durante l'attività sportiva senza il rischio che il sudore li danneggi.
Il sistema di pairing non mi è dispiaciuto ma va compreso. Entrambi gli auricolari hanno ovviamente il Bluetooth – per inciso qui è il 5.0 – ma solo il destro comunica con il sinistro e non viceversa. Quindi abbinando quest'ultimo allo smartphone (che sarà identificato da _L, come left, alla fine del nome) quando si prenderà anche il destro rimarrà muto. Il metodo corretto è dunque quello di effettuare il pairing con l'auricolare identificato da _R nelle impostazioni, così da poterlo usare da solo ma anche aggiungere il sinistro (che si sincronizzerà automaticamente). In condizioni normali tutto ciò è irrilevante, poiché se aprite il case e mettete entrambi gli auricolari, troverete nei dispositivi Bluetooth solo il destro, ma è utile saperlo sia per comprendere eventuali intoppi che si possono verificare sia perché ho trovato un metodo per un doppio abbinamento molto interessante.
Quando si estrae l'auricolare dal case questo si accende ed attiva il pairing se non c'è già un abbinamento pronto. Per lanciare il pairing successivamente si deve tenere premuto il tasto sull'auricolare. Da notare che questo è fisico, per cui si evitano attivazioni involontarie ma non è molto confortevole schiacciarlo dentro le orecchie, quindi fate piano. Se togliete solo il sinistro e attendete un po', potete abbinarlo ad una sorgente anche da solo e, disponendo di microfono, funziona pure per le chiamate oltre che per ascoltare musica – in mono, chiaramente. Come detto prima, partendo dal sinistro non si può tuttavia sincronizzare anche il destro in seguito, ma la cosa interessante è che quest'ultimo può avere un abbinamento diverso e se si inizia da lui andrà a prendersi anche il sinistro (se non già impegnato). In sintesi, per fare un esempio concreto, io ho abbinato il sinistro ad uno smartphone, e lo posso usare da solo in caso di necessità – più che altro per le chiamate – mentre il destro l'ho abbinato ad un secondo smartphone e posso usarlo insieme al sinistro in stereo senza problemi.
L'auricolare destro è il master, il sinistro lo slave, tuttavia entrambi possono accoppiarsi ad una sorgente
A parte questo i due auricolari sono sostanzialmente identici, anche in termini di controlli: c'è un solo ed unico tasto fisico laterale su ognuno di essi e non si può controllare il volume se non dallo smartphone. I controlli sono semplicemente quelli di play/pausa con singolo clic (non c'è il riconoscimento automatico quando si tolgono e mettono), pressione prolungata per attivare il pairing e doppio clic per richiamare l'assistente vocale (che funziona sia con iPhone che Android). I lag rispetto al video è minimo, direi forse un decimo secondo, mentre la sincronizzazione tra i due canali è sempre perfetta in termini di riproduzione (nel senso che non si disallineano), però mi capita ogni tanto che il sinistro perda il segnale e vada a vuoto per qualche istante. Non sempre però: mi succede se lo smartphone non è proprio vicino agli auricolari. Va infatti chiarito che seppure ci sia il Bluetooth 5.0 la portata è quella tipica del 4.0, quindi 10 m in campo aperto che scendono rapidamente con ostacoli in mezzo. Se si utilizzano in mobilità, con lo smartphone vicino al corpo, non si hanno problemi, mentre in ambienti chiusi se ci si sposta da una stanza all'altra il segnale va un po' a singhiozzo.
La qualità dell'audio è sinceramente superiore e ciò che il prezzo potrebbe suggerire. Vi assicuro che ci sono auricolari che costano il doppio che si sentono molto peggio e con minor volume. Certo non è una qualità "top" però si sentono discretamente, e ci sono anche un po' di frequenze basse. Quelle che dominano però sono le medie e, dunque, si ottiene questo suono un po' inscatolato e sibilante sul range alto. Insomma non sarebbero la mia prima scelta, ma si fanno ascoltare senza problemi e questo è già un mezzo miracolo considerando il costo e le tecnologie in gioco. Nelle chiamate in ambienti mediamente silenziosi si possono usare, anche se l'interlocutore riceve la voce un po' troppo metallica, mentre quando c'è tanto rumore diventa davvero difficile farsi capire. L'isolamento acustico meccanico è valido, come da tradizione per auricolari in-ear che vanno in effetti a "tappare" il condotto uditivo.
youtube
Conclusione
Tutto sommato i Redmi AirDots dimostrano che si possono fare auricolari true wireless economici dignitosissimi e non ho timore di consigliargli a chi voglia risparmiare, a patto che non ci si aspetti il miglior prodotto del mercato. Però attenzione, perché perdono il confronto rispetto a modelli di marche note che costano parecchio di più, mentre nella fascia sotto i 50€ si trovano generalmente delle robe indecenti a cui io preferisco sicuramente gli AirDots, che danno proprio l'essenziale ma almeno funzionano. Personalmente li ho presi su Ebay a 21€ spediti, ma ovviamente li trovate anche su Amazon e volendo pure con Prime pagando qualcosa in più. Se vi interessano valutate da voi dove preferite acquistarli, io ho scelto il risparmio dato che 10 o 15€ in più sono pochi in senso assoluto ma rappresentano pur sempre il 50% del valore degli auricolari stessi e mi sembrava eccessivo. Praticamente se si rompono con quanto ho risparmiato penso di poterne acquistare un secondo esemplare nuovo dalla Cina, mentre questi li ho acquistati da Ebay ma con spedizione dell'Italia arrivata in circa 3gg lavorativi.
PRO
Super economici
Ergonomia e stabilità ok
Resistono al sudore (solo gli auricolari, non la custodia)
Case compatto e leggero
Audio sufficiente (che già è tanto)
Durata batteria adeguata
Controlli fisici semplici
Compatibilità nativa con assistenti vocali iOS ed Android
Lag contenuto
CONTRO
Limitata visibilità della carica residua
Non si controlla direttamente il volume
Microfoni solo discreti senza riduzione rumore ambientale
Portata non molto elevata
DA CONSIDERARE
Volendo si può collegare solo l'auricolare sinistro ad una sorgente diversa
Si scaricano lentamente anche quando non si usano
L'articolo Recensione Redmi AirDots: i più economici auricolari True Wireless usabili proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Recensione: Zolo Liberty, auricolari true wireless economici per lo sport Gli auricolari Bluetooth completamente senza fili, noti in commercio come...
Recensione AirPods 2: gli stessi di sempre, migliori che mai Quando Apple ha presentato l'iPhone ha innescato un processo di...
Auricolari true wireless a confronto: AirPods 2 vs Galaxy Buds vs Freebuds Lite Gli auricolari Bluetooth true wireless, ovvero quelli completamente senza fili,...
from Recensione Redmi AirDots: i più economici auricolari True Wireless usabili
0 notes
Note
Ciao. Anche tu respingi le persone? Questo è un periodo dove vorrei solo stare sola. A casa. Senza amici, senza parlare con loro. Pensi che questo mio volere sia dovuto al fatto che non mi danno ciò di cui io ho bisogno? Desidero conoscere nuove persone ma quando mi viene data questa opportunità respingo tutti. Cosa dovei fare secondo te?
Ehi, scusami se rispondo solo ora.Ti capisco benissimo tesoro, credimi. Io sono una molto solitaria e ancora non ho capito se per scelta mia o degli altri.Cerco di spiegarmi meglio: io sono strana, ci metto tanto ad affezionarmi alla gente, sono diffidente, ma nel momento in cui lo faccio è per sempre. Questo fa sì che nel momento in cui qualcuno mi tratta male/non mi dà ciò di cui ho bisogno, faccio fatica a distaccarmene. Poi ovviamente ci sono anche molte persone, la maggior parte, che proprio non stimolano la mia persona, in nessun senso, anzi, mi turbano e danno molto fastidio.È brutto per me, perché tutto questo è dovuto alla mia maturità rispetto ai miei coetanei. Io sono una persona che in realtà ama divertirsi, amo ridere, fare festa, ma raramente trovo persone giuste. La cosa mi porta a stare spesso a casa, con pochi rapporti solo su WhatsApp con persone che per svariati motivi vedo pochissimo. Quindi ti capisco e ti consiglio comunque di metterti in gioco, ma ricorda: meglio soli che mal accompagnati!Come ultima cosa, non so quanti anni tu abbia, ma presumo tu sia adolescente come me e voglio dirti di non temere che le persone giuste si incontrano, non si cercano, non è una condizione che resterà per sempre. Hai tanto tempo per fare esperienze!! Un bacione, J.
1 note
·
View note
Text
Episodio 4: Incontro del Comitato Genitori-Insegnanti
Il sole è diventato molto, molto vecchio. Quanto tempo ancora, fredda, appassita morte? Quanto tempo ancora?
Benvenuti a Night Vale.
Il nostro articolo principale:
L’incontro del Comitato Genitori-Insegnanti di Night Vale di ieri sera è finito con uno spargimento di sangue, poiché una frattura nello spazio-tempo si è aperta nell’Auditorium del Centro Ricreativo di Main Street, lasciando liberi parecchi pteranodonti confusi e fisicalmente aggressivi. Il portale luminoso è rimasto aperto e ha gridato incessantemente, un suono empio che, come dicono i testimoni, ricordava bambini monelli e rumorosi presi sotto da una mietitrebbiatrice, poi rallentato e amplificato grazie a qualche tipo di software open-source facile da usare per modificare gli audio.
Gli pteranodonti hanno attaccato per lo più donne con gli occhiali. Le autorità non sono ancora sicure perché, dato che l’unico esperto di dinosauri volanti di Night Vale, Joel Eisenberg, non si è ancora ripreso dallo scontro dell’anno scorso con i Ragni della Gola.
Ci hanno messo quasi un’ora per rinchiudere le bestie terrorizzate nel vortice e riprendere l’incontro, che è stato per la maggior parte sui recenti picchi dei prezzi della mensa ed è evoluto in insulti perché Susan Willman ha chiamato Josh, il figlio di Diane Crayton, “un po’ grasso” e che “magari ha bisogno di un incentivo finanziario per mangiare di meno”.
Secondo questo giornalista, Susan Willman è pericolosamente ossessionata con i libri Freakonomics, best-seller del New York Times. Pericolosamente.
Fortunatamente nessuno è stato ferito o ucciso nell’incidente, anche se gli esperti del Timothy’s Auditorium Repair Contractors Inc. stimano un danno vicino ai $750.000 apportato all’Auditorium del Centro Ricreativo. E quel costo include controfinestre gratuite e una consultazione per l’installazione complementare stagionale.
È di nuovo stagione di elezioni, e sapete cosa significa! La Polizia Segreta dello Sceriffo arriverà a prendere certi membri della famiglia, in modo che ognuno voti per il posto giusto al consiglio e non ci sia confusione. Questi membri della famiglia verranno tenuti in un luogo sicuro e non dichiarato, che tutti sanno essere il Cunicolo della Miniera Abbandonata fuori dal paese.
Ma non lasciatevi ingannare dal nome: è stata usata per anni per chissà quanti rapimenti e detenzioni illegali che il Cunicolo della Miniera Abbandonata fuori dal paese è in realtà una bella località in questi giorni, con letti di dimensione reale, wifi gratuito e HBO. Inoltre cubicoli per la tortura, ma non credo che qualcuno farà in modo che il Concilio li usi.
Ricordate, questa è l’America. Vota correttamente, o non vedrai mai più i tuoi cari.
Questo messaggio è stato offerto dal Concilio Cittadino.
Il Quotidiano di Night Vale ha annunciato oggi che a causa della recente crisi economica, cominceranno ad inserire annunci sulla prima pagina. Qualsiasi azienda interessata nel mettere una di queste pubblicità Platinum Premium dovrebbe contattare l’editore Leann Hart.
Hart ha anche menzionato di aver creato il programma “Scrivete La Vostra Stessa Storia Per Le News” per i cittadini interessati. Poiché tutti gli scrittori sono stati licenziati, il Quotidiano ora ha bisogno delle contribuzioni della comunità per fornire a Night Vale con notizie importanti e inserti.
Il primo annuncio Platinum Gold è il prossimo lunedì, con il viso terrificato di un cucciolo primate con un cucchiaio sovrapposto che è stato appuntito a pietra fino ad arrivare ad una rozza punta, e la scritta “Meglio usare Tide.”
Hart ha anche detto che l’esplosione dello scorso anno che ha decimato l’impianto di distribuzione del Quotidiano è ancora del tutto un incidente, e vorrebbe che il rappresentante dell’assicurazione la richiamasse. Per favore. Richiamala.
Questo è appena arrivato attraverso i fili:
La Polizia Segreta ha rilasciato una nuova dichiarazione, rischiarando più cose sull’incidente all’incontro del Comitato Genitori-Insegnanti di ieri sera. Il portale rumoroso e il conseguente attacco dei dinosauri che hanno interrotto brutalmente la discussione sulla riparazione delle altalene al parco giochi della scuola elementare, è rimasto aperto a lungo prima che gli impiegati del Centro di Ricreazione avessero recuperato tutte le bestie volatili ancestrali, e le autorità avvisano che ce ne ancora almeno uno pteranodonte in libertà.
I cittadini dovrebbero ricoprirsi di crema solare a basso fattore di protezione solare e nascondersi in un bagno piastrellato.
Parecchi curiosi giocatori di pallamano, nel cortile di fianco all’Auditorium, hanno in realtà infilato la loro testa nel portale - solo per vedere cosa ci fosse dall’altra parte del vortice - e sono tornati drammaticalmente cambiati. I giocatori sono invecchiati di diverse migliaia di anni in quello che gli spettatori hanno sperimentato come solo alcuni secondi. Questi giocatori di pallamano ora sono sul filo non invidiabile tra il raggrinzimento millenario e la paralisi insana.
Dato che danni psicologici ed emozionali non sono più considerate valide pretese dalla comunità maggiore dell’assicurazione medica, riportiamo ancora zero feriti.
Vi aggiorneremo quando affioreranno ulteriori dettagli nel nostro speciale in corso e copertura molto speciale dell’Attacco-Porta dei Pteranodonti.
Siamo al sicuro dai dinosauri? In nessun modo.
Il Concilio Cittadino mi ha chiesto di leggere il seguente messaggio:
Se notate strane auree intorno a ognuno di questi oggetti a casa vostra: frullatore, soffione della doccia, cane, marito, moglie, tavolo, sedia, pomello della porta, zoccolini, souvenir e foto delle vacanze, qualsiasi cosa collezionabile (specialmente quelle raffiguranti o implicanti i cavalli), DVD (specialmente Cliffhanger, Tutti pazzi per Mary e la quarta stagione di The Wire), e lattuga imbustata proveniente dalla California o dal Messico, per favore, segnalatelo al Concilio per detenzione indefinita.
Parlando del Concilio Cittadino, ha votato questa settimana per rimuovere la grande porta rivestita di piombo dall’ala ad estremo nord-est di Radon Crayton - sapete, l’area che pulsa di luce verde e un mormorio di “sotto voce basso”.
I sostenitori della misura hanno ricordato del gosso cartello giallo a lettere rosse che recita:
PERICOLO PLUTONIO NON APRIRE LA PORTA RISCHIO DI MORTE
…erano, al peggio, un obbrobrio offensivo, e al meglio, un cliché fantascientifico banale.
Molti cittadini di Night Vale hanno partecipato alla riunione, tra i quali, si dice, parecchi angeli - anche se a nessun angelo è stato concesso di essere presente per l’incontro del Concilio Cittadino…o qualsiasi altro evento, per la cronaca.
L’Anziana Josie si è mostrata d’accordo con la misura, aggiungendo che il piombo è un pericolo per la salute, e che la vecchia porta non è altro che una bomba a tempo ticchettante. Secondo il verbale dell’incontro, Josie ha detto: “Quella vecchia porta. Oooh, quella porta! A qualcuno verrà un’intossicazione da piombo!”
Carlos, bellissimo Carlos, tragicamente privato dei suoi riccioli, secondo i resoconti era l’unica voce in discordo. Ma non è chiaro se si è veramente opposto alla misura, dato che il verbale riportano solo che ha detto: “Non c’è tempo. Non c’è più tempo,” nel rettangolo nero nella sua mano, per poi correre senza fiato della Sala della Comunità.
Secondo l’Anziana Josie, era ancora assolutamente perfetto, e profumava di gomma da masticare alla lavanda.
Ultime notizie sui pteranodonti. Offriamo umilmente le seguenti correzioni alle precendenti relazioni:
La Polizia Segreta ora riporta che le bestie offensive non erano pteranodonti alla fine, ma pterodattili.
Inoltre, gli pteranodonti non sono nemmeno dei dinosauri, come questa stazione ha affermato precedentemente - solo rettili alati che hanno vissuto circa 70 milioni di anni dopo gli pterodattili.
Infine, prima abbiamo riportato il conteggio dei decessi a zero quando, in realtà, il numero è più vicino a 38.
Ci pentiamo di questi errori.
È quasi la stagione di football, e i Night Vale Scorpions si stanno preparando per la difesa al titolo della divisione della scuola superiore. Ma in relatà, fintanto che battiamo Desert Bluffs, i fan e le Figure Incappucciate nello stesso modo, dovremmo stare bene.
Il coach Nazr al-Mujaheed ha detto ai giornalisti di essere particolarmente eccitato per il progresso che il terzino Michael Sandero ha fatto durante la pausa, dopo che quel fulmine senziente l’ha colpito e gli ha dato la forza di due Jeep e l’intelligenza di Rene Descartes altamente confuso.
Ma se Nigh Vale batterà i suoi acerrimi nemici quest’anno, e eviterà la pestilenza amministrata dal governo che segue un risultato di perdita della stagione, Sandero avrà bisgono di migliorare la sua precisione. L’anno scorso, Sandero ha completato solo 2 dei 130 tenttativi di passaggio - il più perché aveva una paralisi celebrale allo stadio avanzato, e perché la sua mano dominante era stata rimossa a causa della restituzione in ritardo di parecchi libri della biblioteca.
Apparentemente il fulmine che lo ha colpito nella pausa ha guarito Sandero della sua malattia terminale e dell’amputazione ordinata dal tribunale, ed è pronto a sconfiggere Desert Bluffs, che è probabilmente la peggior squadra mai esistita.
Dio, sono terribili.
Ed ora, un editoriale.
Parliamo per un momento dell’etichetta nei condomini. Ora, io stesso vivo in un condominio, e devi avere compassione e accettazione per un certo livello di fastidio. Sono persone in prossimità di altre persone, quindi ci saranno cose che non vi piaceranno, e che dovrete comunque lasciar perdere.
Ma altre cose sono assolutamente inaccettabili!
Per esempio, un certo livello di strana luce o calore emanati dalle pareti condivise ce la si aspetta, ma qualsiasi infiltrazione o membrana visibile sono rudi e sconsiderati verso i vostri vicini. Borbottii, ululati e canti in lingue morte sono quel tipo di cose che va bene all’una di pomeriggio, ma non va assolutamente bene all’una di notte.
Siamo tutti sulla stessa barca.
Mettete la spazzatura nei bidoni, non nel corridoio che porta ai bidoni. Mettetevi dei vestiti quando state di fronte alla finestra, e tenete qualsiasi rituale o esperimento pazzo per le ore durante le quali nessuno sta cercando di dormire.
Non deve essere difficile.
Abbiamo una sorpresa speciale oggi, cari ascoltatori. Live in studio abbiamo una delle misteriose Figure Incappucciate spesso viste in giro per la città. In realtà non l’abbiamo invitato, lui ci stava aspettando quando abbiamo aperto lo studio stamattina. Non si è mosso, nè ha parlato, e per essere sincero: sto solo ipotizzando che “lui” sia un lui, dato che è difficile determinare attributi fisici sotto quei vistiti, e il visto è completamente nascosto in un’ombra vuota e scura come il vuoto dello spazio:
Ma ehi, stiamo facendo radio! Lui è in una stazione radio. Vediamo se riusciamo ad avere un’intervista.
Signor Figura Incappucciata, come sta oggi?
Uhu…okay. Vuole commentare sulla recente espansione del Parco per Cani Proibito?
Nessun commento? Nulla che vorreste dire ai compagni ordinare di Night Vale riguardo la costra organizzazione?
Ascoltatori, sono sicuro che lo possiate sentire anche voi. Non è un problema con la vostra radio o con i nostri trasmettitori. La Figura Incappucciata sta facendo quei suoni qui nel nostro studio. È piuttosto assordante in realtà.
Bene! Non credo che smettera, e ha iniziato a levitare, quindi, andiamo al meteo.
[“Closer” di The Tiny]
Signore e Signori, abbiamo appena ricevuto notizia dalla Polizia Segreta che la frattura nello spazio-tempo che si è aperta durante l’incontro del comitato genitori-insegnanti di ieri sera è stata infine chiusa. L’ultimo pterodattilo è stato riportato alla sua linea temporale originaria, in una Night Vale preistorica o di un’altra dimensione.
Il corpo senza vita della creatura è stato trovato ad una decina di metri dall’uscita del Parco per Cani, spogliato di tutta la carne, e con la maggior parte degli organi invertiti e appesi intorno al suo cranio esposto come una corona di carne morbida vecchio stile, come era portata dai leader religiosi del XVIII secolo che fondarono il nostro borgo.
Il corpo del dinosauro è stato rimesso nel vortice, il passaggio chiuso e l’incontro del comitato genitori-insegnanti riprogrammato per il prossimo martedì alle 18:00. In quell’incontro si continuerà a discutere l’importante problema degli zaini, e se stiano o no causando l’autismo.
Ci sarà anche una commemorazione per i 38 genitori e insegnanti che hanno perso le loro vite nell’attacco - seguito da una lotteria. RIcordate, i vincitori dovranno essere presenti al momento dell’estrazione per reclamare i loro premi.
Il Concilio Cittadino e la Polizia Segreta hanno pubblicato un avviso che i cittadini di Night Vale, di ogni specie e era geologica, non devono entrare, guardare, o pensare troppo a lungo al Parco per Cani. Questo avviso, dicono, è completamente non legato a qualsiasi cosa che potrebbe o potrebbe non essere successa oggi.
Dopo, state sintonizzati per il nostro speciale di un’ora, “Codice Morse per i Quintetti di Trombe”.
E ascoltatori, Night Vale è un luogo antico, pieno di storia e segreti - come ci è stato ricordato oggi. Ma è anche un luogo del presente, pieno di vita, e di noi.
Se potete sentire la mia voce parlare in diretta, allora lo sapete: non siamo ancora storia. Siamo accadendo ora. Com’è miracoloso questo?
Buona notte, ascoltatori. Buona notte.
Proverbio del giorno: Cos’è che ha quattro gambe al mattino, due gambe al pomeriggio e tre alla sera? Io non lo so, ma sono intrappolato nella mia camera. Mandate aiuto.
#wtnvita#welcome to night vale#welcome to nigh vale translation#fanscript#wtnv#cecil palmer#welcome to night vale italia#benvenuti a night vale#wtnv italy#episodio 4 incontro del comitato genitori insegnanti
7 notes
·
View notes