#Luigi Di Cicco
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marcogiovenale · 1 year ago
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14 febbraio, roma: "l'ordine sostituito" @ tic, piazza san cosimato
◐ Mercoledì 𝟭𝟰 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼, ore 18:30, Tic – Libri e cose fantastiche / Spazio OFF, piazza di San Cosimato 39, 𝗥𝗼𝗺𝗮: presentazione in anterpima dell’antologia 𝙇’𝙤𝙧𝙙𝙞𝙣𝙚 𝙨𝙤𝙨𝙩𝙞𝙩𝙪𝙞𝙩𝙤, una collezione di scritture altre provenienti dal multiperso.✑ Con le autrici e gli autori Giovanni Blandino, Luigi Di Cicco, Marco Giovenale, Emanuele Muscolino, Eda Özbakay, Francesca Perinelli, Antonio Francesco…
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gammm-org · 15 days ago
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differx · 15 days ago
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aki1975 · 4 years ago
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Milano - Santo Stefano - Lapide commemorativa dell’assassinio del Duca Galeazzo Maria Sforza - XVIII sec.
Nel 1441 il Duca di Milano Filippo Maria Visconti dà in sposa la figlia Bianca Maria al condottiero Francesco Sforza che aveva fronteggiato nel conflitto con Venezia per poi morire nel 1450. Dopo tre anni di repubblica ambrosiana, Francesco Sforza riesce a farsi Duca ed inizia a ricostruire il Castello di Porta Giovia e ad edificare la Ca’ Granda. 
Il figlio Galeazzo Maria, divenuto Duca nel 1466 alla morte del padre, sposò Bona di Savoia, ma venne assassinato nella Chiesa di Santo Stefano nel 1476.
Gli successe Gian Galeazzo con la reggenza della madre e fu supportato dal segretario Cicco Simonetta finchè lo zio, Ludovico il Moro prese il potere e sposò Beatrice d’Este nel 1491, ma fu scacciato dai francesi che erano scesi a Napoli nel 1494 con Carlo VIII e con Luigi XII nel 1500 e Milano resto in mano agli stranieri per più di quattro secoli.   
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Siamo nell’ottobre del 1972 e il long-playing vende 150.000 copie, mentre il 45 giri 800.000 e rimane primo in classifica per oltre 5 mesi dividendo il podio con Il mio canto libero di Lucio Battisti.
Il disco è affidato all’orchestra di Tony Mimms ed è suonato da ottimi solisti: Silvano Chimenti e Franco Carli si occupano assieme a Baglioni delle chitarre, Luciano Brigidi al basso, Massimo Buzzi, Ciro Cicco e Sandro Centofanti alle percussioni. Antonio Coggio assieme a Toto Torquati suona diversi strumenti oltre a firmare la realizzazione del disco.
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QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE
Interprete: Claudio Baglioni
Etichetta: RCA Italiana
Catalogo: DPSL 10551
Data di pubblicazione: Ottobre 1972
Matrici: BKAY 26764/BKAY 26765
Supporto:vinile 33 giri
Tipo audio: Stereo
Dimensioni: 30 cm.
Facciate: 2
Note: Copertina apribile a libretto con due ante apribili - Disegni e fumetto di Pompeo De Angelis - Della prima stampa esiste una versione con il retro della copertina in bianco e nero e priva in alcuni riquadri dei crediti dei musicisti - La ristampa con codice PSL 10551 ha la copertina non apribile / Registrato da Franco Finetti dal 27 Agosto al 30 Settembre 1972 nello studio C della RCA di Roma / Distribuito da RCA Italiana - Roma
BRANI
Lato A
PIAZZA DEL POPOLO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
UNA FACCIA PULITA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
BATTIBECCO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CHE BEGLI AMICI!...
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
MIA LIBERTÀ
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
LA PRIMA VOLTA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
Lato B
QUEL GIORNO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
IO TI PRENDO COME MIA SPOSA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CARTOLINA ROSA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
PORTA PORTESE
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
QUANTO TI VOGLIO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
SEMBRA IL PRIMO GIORNO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
PRODUTTORE
Antonio Coggio
ORCHESTRA
Anthony Rutherford Mimms
EDIZIONI MUSICALI
RCA Musica
MUSICISTI
Gerardo Abate violino
Aurelio Albini violino
Claudio Baglioni chitarra
Gennaro Baldini trombone
Fernando Baratta violino
Giancarlo Becattini trombone
Luciano Brigidi basso elettrico
Massimo Buzzi percussioni
Massimo Buzzi batteria
Alvaro Capanni basso
Pietro Capodieci basso
Franco Carli chitarra
Silvestro Catacchio violino
Alessandro Centofanti coro
Alessandro Centofanti percussioni
Adalberto Cerbara viola
Adalberto Cerbara violino
Montserrat Cervera violino
Silvano Chimenti banjo
Silvano Chimenti chitarra
Ciro Cicco percussioni
Ciro Cicco batteria
Antonio Coggio tastiere
Temistocle Colloridi flauto
Enrico Colonnese violoncello
Rolando Cristifani violino
Giuseppe Cuccaro tromba
Giovanni Culasso tromba
Eraldo D'Angelo violino
Roberto Davini coro
Salvatore De Girolamo violoncello
Martino Di Fulvio tromba
Paolo Falco corno
Tino Fornai violino
Sandrino Franceschini violino
Alberto Francolini violoncello
Margherita Gabrici violino
Marianna Gazzani flauto
Sal Genovese sax
Angelo Gentile viola
 I Cantori Moderni di Alessandroni cori
Luciano Madami violoncello
Luciano Madami violino
Paola Massari voce
Paolo Mezzaroma violino
Antonio Miscia viola
Guido Mozzato violino
Alessandro Nadin viola
Marcello Palombi violino
Ilicio Perugia violoncello
Alberto Pini violino
Ernesto Pumpo trombone
Antonio Russo sax
Luigi Sagrati viola
Nicola Samale flauto
Francesco Santucci tromba
Francesco Santucci trombone
Domenico Sebastiano corno
Italo Tagliagambe tuba
Giuseppe Taurino sax
Maria Teresa Temperilli 
Toto Torquati tastiere
Mario Tucci violino
Vito Vallini violoncello
Alvise Verzella tromba
Franco Vinciguerra trombone.
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giancarlonicoli · 4 years ago
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29 mar 2021 18:30
LE VARIANTI DEL VIRUS SONO SEMPRE PIÙ AGGRESSIVI E VELOCI E RISCHIAMO CHIUSURE FINO A MAGGIO - SECONDO UNO STUDIO DELLE UNITÀ SPECIALI DEI TAMPONI DEL LAZIO, LE CARICHE VIRALI DEGLI AMMALATI SONO RADDOPPIATE RISPETTO AL 2020, E PER LE SIMULAZIONI DEL MINISTERO SERVE UN ALTRO MESE SENZA ZONE GIALLE - NAUSEA E MAL DI GOLA, ECCO COME CAMBIANO ANCHE I SINTOMI...
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Lorenzo De Cicco Mauro Evangelisti per “Il Messaggero”
Raggiungeremo una zona di sicurezza sul fronte dei contagi solo a maggio, quando sarà possibile ripristinare la fascia gialla per le Regioni. La riapertura delle scuole prevista dopo Pasqua presenterà comunque un conto sul fronte epidemiologico.
E le varianti, sempre più aggressive e veloci nella diffusione, non lasciano alternative. La carica virale degli ammalati, anche per l'effetto delle mutazioni del Covid, è diventata molto più alta. Fino a raddoppiare.
Lo spiega bene un'analisi delle Uscar, le unità speciali dei tamponi del Lazio, che attraverso 27 medici sentinella ha rilevato e studiato la «concentrazione antigenica» con i tamponi quantitativi.
Risultato: se fino a novembre la carica virale, la contagiosità, era di media al livello 40, ora, spiega Pier Luigi Bartoletti, il responsabile delle Uscar, «è il doppio, poco sotto 100. Ma abbiamo registrato anche pazienti oltre quota 120».
IL PRESSING
Il centrodestra preme per le riaperture. Forza Italia, in particolare il capogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto, premette che i numeri sono ancora drammatici, ma dice che «il prossimo decreto del governo dovrà prevedere una sorta di tagliando da fare a metà aprile, che magari, con numeri meno drammatici, possa portare a qualche mirata riapertura».
Salvini e la Lega negli ultimi giorni spingono perché ad aprile si riapra. Draghi ha deciso di affidarsi ai numeri, senza azzardi.
Questo lo scenario di partenza, ma oggi cosa prevedono le simulazioni? Partiamo proprio da ieri: quasi 20.000 nuovi casi positivi anche la domenica, malgrado la flessione dei tamponi nel fine settimana.
La diminuzione degli infetti è appena percettibile rispetto a sette giorni prima. E l'obiettivo dei 50 casi ogni 100 mila abitanti su base settimanale, indicato dagli esperti come la vera zona di sicurezza, appare lontanissimo, visto che nell'ultimo report il dato nazionale è stato quasi cinque volte più alto.
Ultimo tassello: abbiamo l'ennesimo incremento dei posti letto occupati. Le analisi dei numeri che circolano sia al Ministero della Salute sia alla cabina di regia sia al Cts arrivano tutte alle stesse conclusioni: pensare di riaprire oggi, ripristinando il colore giallo, significherebbe disperdere gli effetti dei sacrifici fatti.
Per prevedere l'andamento dei contagi, gli scienziati guardano all'esperienza del 2020. Allora, per cessare il lockdown, fu necessario attendere maggio ma oggi vi sono elementi nuovi, alcuni giocano a nostro favore, altri no.
In questa primavera 2021 abbiamo un'arma in più che si chiama vaccini, sono state eseguite oltre 9 milioni di somministrazioni. E rispetto a un anno fa ci sono 3,2 milioni di italiani che sono già stati positivi: i casi di reinfezione esistono, ma per fortuna non sono frequenti.
Ci sono però anche fattori che non aiutano: nel 2020 anche in primavera le scuole restarono chiuse, dopo Pasqua elementari e prime medie riaprono anche nelle regioni in fascia rossa, significa molte più persone in giro e molte più occasioni per il virus di circolare.
Come ci hanno già mostrato, drammaticamente, i precedenti di Regno Unito, Francia e Germania, le varianti hanno peggiorato il quadro rispetto a un anno fa. L'inglese, in particolare, ha una velocità di trasmissione superiore al 30 per cento rispetto a quella originaria.
Una delle ipotesi di lavoro degli studiosi è che questa variante contagi di più anche perché la positività dura più a lungo e dunque ci sono più giorni a disposizione per trasmettere il virus.
Vi sono Regioni, a partire dall' Abruzzo e dall'Umbria (dove è forte anche la presenza della variante brasiliana) che l'hanno già vissuta sulla propria pelle.
I DATI
La mutazione inglese è da almeno un mese la prevalente. Oggi saranno pubblicati gli ultimi dati del survey del Ministero della Salute sulla diffusione delle varianti. Già il precedente uscito a inizio marzo, diceva che «la prevalenza della cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 era del 54,0 per cento, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0 e il 93,3, mentre per quella brasiliana era del 4,3 per cento (0-36,2) e per la sudafricana dello 0,4 per cento (0-2,9)».
I dati in elaborazione diranno che la variante inglese ormai rappresenta il 70-80 per cento dei positivi trovati in Italia. Ricordiamolo sempre: non aggira il vaccino, ma secondo l'esperienza britannica contagia più facilmente i minori (per fortuna senza malattia) e questo rende più insidiosa la riapertura delle scuole.
Il Lazio è la prima regione che con le Uscar e i medici sentinella del territorio ha analizzato le carica virale con i test quantitativi. Non è quindi detto che il Lazio viva la situazione peggiore, «siamo gli unici che l'hanno analizzata - riprende il responsabile delle unità, Bartoletti -. Oltre alla carica virale raddoppiata, sono cambiati anche i sintomi: sempre meno pazienti perdono olfatto e gusto, pochissimi ormai hanno la congiuntivite, mentre aumentano i positivi con nausea e mal di gola».
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latinabiz · 4 years ago
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La presentazione delle liste per le elezioni comunali di Fondi
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Comune di Fondi Anche a Fondi, il secondo comune interessato alle consultazioni elettorali di settembre, che si svolgeranno insieme alle consultazioni referendarie, sembra che tutto sia già scritto, in quanto la coalizione che sostiene il candidato sindaco, il medico Beniamino Maschietto, che ha gestito egregiamente la situazione della città come “zona rossa”, che ha esercitato le funzionio di orimoi cittadino in quanto il sindaco in carica, Salvatore De Meo, è riuscito a entrare, seppur con qualche mese di ritardo, nell'assise parlamentare europea. Poche chances ci sono per i diretti avversari, ossia Raniero De Filippis, Francesco Ciccoe, Giuseppe Manzo, Giulio MastroBattista, Luigi Parisella. In sintesi sei sono i candidati a sindaco, e 16 le liste che li sostengono. #cronaca Read the full article
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neifatti-blog · 7 years ago
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Gramigna, vita di un ragazzo in fuga dalla camorra, dopo il libro il film nelle sale da novembre
Gramigna, vita di un ragazzo in fuga dalla camorra, dopo il libro il film nelle sale da novembre
di Marzio Di Mezza.
Roma, 14 Settembre 2017 – ‘Gramigna’ non è solo un libro ben scritto. Potremmo definirlo un manifesto, l’elogio della legalità, (more…)
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sciscianonotizie · 7 years ago
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marcogiovenale · 15 days ago
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enzo patti: un contributo su "asemia" (da un saggio di gillo dorfles) + un'annotazione di luigi di cicco
cliccare per ingrandire Da: Gillo Dorfles, Elogio della disarmonia, Garzanti, Milano, 1986,  introduzione, pag. 12. * Dorfles individua, e comincia a seguire, le scritture asemantiche dalla fine degli anni Cinquanta. Considerava il lavoro degli scrittori asemantici come un’esigenza – e una ribellione – “incalzata” da una “nostalgia del vuoto” e da “un orrore del pieno”. Parlava di necessità di…
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gammm-org · 15 days ago
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differx · 15 days ago
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da Luigi Di Cicco, un saggio necessarissimo sulle prime occorrenze di "asemico", "asemantico", "illeggibile":
https://slowforward.net/2025/01/18/scritture-sul-ciglio-del-significato-luigi-di-cicco-2024-parte-prima/
#horrorpleni
#horrorvacui
#asemic
#asemicwriting
#scritturaasemica
#scritturaasemantica
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infosannio · 8 years ago
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"Così è…se vi pare", in scena al Teatro della Visitazione di Roma
“Così è…se vi pare”, in scena al Teatro della Visitazione di Roma
L’Associazione Culturale “Riccardo De Cicco” in collaborazione con la Compagnia Teatrale “Zitti e mosca” presenta ‘Così è…(se vi pare)’ di Luigi Pirandello al Teatro della Visitazione di via dei Crispolti, 142 a Roma. Lo spettacolo diretto da Alberto Mosca è in scena dal 28 febbraio al 12 marzo. Nel cast: Alberto Mosca, Chiara Pavoni, Antonio Ribisi La Spina, Cristina Cirilli, Simone Destrero,…
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claudioghera · 5 years ago
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Facebook post (2020-06-27T14:22:11.000Z)
Se fossero stati tutti nostri parenti o amici?👿 Le vittime L’elenco dei 77 passeggeri del volo Itavia IH-870 e dei quattro membri dell’equipaggio, tra parentesi la loro età: Andres Cinzia (24), Andres Luigi (32), Baiamonte Francesco (55), Bonati Paolo (16), Bonfietti Alberto (37), Bosco Alberto (41), Calderone Maria Vincenza (58), Cammarata Giuseppe (19), Campanini Arnaldo (45), Casdia Antonio (32), Cappellini Antonella (57) anni, Cerami Giovanni (34), Croce Maria Grazia (40), D’Alfonso Francesca (7), D’Alfonso Salvatore (39), D’Alfonso Sebastiano (4), Davì Michele (45), De Cicco Giuseppe Calogero (28), De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21), De Lisi Elvira (37), Di Natale Francesco (2), Diodato Antonella (7), Diodato Giuseppe (1), Diodato Vincenzo (10), Filippi Giacomo (47), Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32), Fontana Vito (25), Fullone Carmela (17), Fullone Rosario (49), Gallo Vito (25), Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44), Gherardi Guelfo (59), Greco Antonino (23), Gruber Berta (55), Guarano Andrea (37), Guardì Vincenzo (26), Guerino Giacomo (19), Guerra Graziella (27), Guzzo Rita (30), Lachina Giuseppe (58), La Rocca Gaetano (39), Licata Paolo (71), Liotta Maria Rosaria (24), Lupo Francesca (17), Lupo Giovanna (32), Manitta Giuseppe (54), Marchese Claudio (23), Marfisi Daniela (10), Marfisi Tiziana (5), Mazzel Rita Giovanna (37), Mazzel Erta Dora Erica (48), Mignani Maria Assunta (30), Molteni Annino (59), Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39), Norrito Guglielmo (37), Ongari Lorenzo (23), Papi Paola (39), Parisi Alessandra (5), Parrinello Carlo (43), Parrinello Francesca (49), Pelliccioni Anna Paola (44), Pinocchio Antonella (23), Pinocchio Giovanni (13), Prestileo Gaetano (36), Riina Andrea (24), Reina Giulia (51), Ronchini Costanzo (34), Siracusa Marianna (61), Speciale Maria Elena (55), Superchi Giuliana (11), Torres Pierantonio (32), Tripiciano Giulia Maria Concetta (45), Ugolini Pierpaolo (33), Valentini Daniela (29), Valenza Giuseppe (33), Venturi Massimo (31), Volanti Marco (26), Volpe Maria (48), Zanetti Alessandro (18), Zanetti Emanuele (39), Zanetti Nicola (6). L’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica ha sede a Bologna, in Via Polese, 22 – Tel. 051/253925 fax 051/253725.
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lospeakerscorner · 6 years ago
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NAPOLI – I sogno è al centro della XIX edizione di Brividi d’Estate: un uomo muore solo quando smette di sognare. con questa lungimirante riflessione, il “sogno” è declinato in tutte le sue possibili sfumature.
La rassegna Brividi d’Estate 2019 da sabato 29 giugno alle 21 tornerà ad animare, con le sue storie l’affascinante cornice del Real Orto Botanico di Napoli, per continuare a regalare brividi e grandi emozioni, in piena estate.
Nata da un’idea di Annamaria Russo, la rassegna, fra le più longeve della città, è sostenuta dalla sensibilità e la preziosa collaborazione dell’Università Federico II di Napoli, che gestisce il parco, e con il patrocinio del Comune di Napoli.
Per circa quaranta giorni, fino a domenica 4 agosto, Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli si “sposta” nel parco più bello della città per una rassegna per “trasformarlo” nel più magico dei palcoscenici immersi nel verde, con un viaggio nelle storie che abbiamo amato di più. Una scorribanda nei libri che ci hanno regalato sorrisi e lacrime, un doveroso omaggio a quegli autori che, giunti all’ultima pagina, non puoi fare a meno di ringraziare.
Divenuta per i napoletani un classico e atteso appuntamento estivo, la rassegna proporràquattordici spettacoli tra cui cinque novità assolute, ma non mancheranno Le cene con delitto, le classiche serate targate Il Pozzo e il Pendolo.
«Il sogno – ha spiegaro Annamaria Russo – è stato l’unico “re” al quale ci siamo sempre umilmente inchinati. E a questo re, abbiamo deciso di dedicare la XIX edizione di Brividi d’Estate, attraverso quindici storie, quindici spettacoli, quindici colori per provare a disegnare il volto mutevole dei sogni. Il sogno visionario di Josè Aracadio Buendìa, il sogno delirante di Masaniello, quello struggente di un innamorato, quello straziante di una madre, quello devastante di un’amicizia, quello folle di un assassino. In questi diciannove anni, abbiamo edificato, tra gli alberi secolari di quel parco, un monumento alle favole cui nessuno crede più. Abbiamo provato a trasformare questa folle avventura in un atto di fede all’incoscienza. E tutte le volte che ci hanno “accusato” di lesa maestà alla sacralità del teatro, ci siamo dichiarati colpevoli. E felici di esserlo.»
A inaugurare la programmazione di Brividi d’Estate 2019, sabato 29 giugno (in replica fino a lunedì 1 luglio), sarà, a grande richiesta di pubblico, Vipera di Maurizio de Giovanni, con Rosaria De Cicco, Marianita Carfora, Nico Ciliberti, Sonia De Rosa, Paolo Rivera, Salvatore Catanese, Alfredo Mundo, Gennaro Monti, Marco Palumbo, Zack Aldermann, adattamento e regia di Annamaria Russo.
Sinossi. È la primavera del 1932, Pasqua è alle porte e in una delle stanze del Paradiso, il bordello più famoso di Napoli, viene trovata morta Maria Rosaria Cennamo, in arte Vipera.
E’ la prostituta che fa sognare tutti gli uomini della città, ma che solo pochi possono avere. Ancora una volta Luigi Alfredo Ricciardi sarà costretto a muoversi tra i gironi infernali dell’animo umano per dare un volto e un nome all’assassino del Paradiso.
Giovedì 4 luglio andrà in scena la prima novità di questa edizione, Stanotte ho saputo che c’eri con Rosalba Di Girolamo, liberamente tratto da “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci.
Sinossi. È la storia di una madre capace di difendere il suo bambino da tutto e tutti, ma forse non da se stessa. E’ sul terreno scivoloso del dubbio in cui forse ogni donna è destinata ad inciampare, che tocca inoltrarsi avventurandosi nelle pagine  di questo testo che ha segnato un’epoca e continua a graffiare la coscienza.
La programmazione proseguirà, venerdì 5 luglio con Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcìa Màrquez, con Paolo Cresta e i Ringe Ringe Raja, adattamento e regia: Annamaria Russo e Ciro Sabatino. 
Sinossi. I libri amati sono la valigia di suggestioni, di emozioni, che ci portiamo dietro, per un giorno o per una vita. I libri amati hanno il sapore di una stagione dell’esistenza, che, talvolta, restituiscono inalterata l’ingenuità stupita di un passato prossimo o remoto. I libri amati sono i brividi, le risate, le lacrime, e Cent’anni di solitudine è uno di questi.
Sabato 6 luglio la rassegna proseguirà con il primo appuntamento de La cena con delitto, il Murder Party nello scenario del Real Orto Botanico di Napoli, per giungere a domenica 7 luglio per la rappresentazione di L’amico ritrovato di Fred Uhlman, con Paolo Cresta.
Sinossi. È la storia di un’amicizia, grande come può esserlo solo a 16 anni. Assoluta, esclusiva, devastante, più violenta e coinvolgente dell’amore e tanto più capace di spezzare il cuore. Hans e Konradin, due ragazzi sedicenni, frequentano la stessa scuola esclusiva. L’uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. Questo accade in Germania, nel 1933.
Lunedì 8 luglio, Nico Ciliberti, Francesco Desiato e Giacinto Piracci saranno gli interpreti di Tu Mio di Erri De Luca, per la regia di Annamaria Russo.
Sinossi. È una storia d’amore straniante, sullo sfondo dell’isola d’Ischia. Il mare, la musica, le voci dei pescatori e quelle più lontane di una guerra finita da poco: l’affresco di un’epoca e un’età difficili. E’ una corsa a perdifiato verso la fine di un amore senza fine. E’ dolore stretto dentro i pugni di una vita che non lascia alternative. E’ la voglia di riscrivere una storia con l’incoscienza della giovinezza. E’ il desiderio disperato di riscattare la morte con l’amore.
Giovedì 11 luglio, Rosaria De Cicco sarà protagonista de L’ultima eclissi di Stephen King, per la regia di Annamaria Russo. Dolores Claiborne, in una notte uguale ad altre mille, seduta alla scrivania di una stazione di polizia, ripercorre la sua vita, tutta d’un fiato. Ha di fronte un commissario di polizia, un agente, una stenografa e la prospettiva di un giudizio sommario.
Sinossi. È una storia che fa aggrovigliare le viscere, strappa sorrisi inaspettati e lacrime inopportune. Una storia che reclama voce, carne, materia, che sembra scritta apposta per il teatro.
Il secondo weekend di programmazione avrà inizio, venerdì 12 luglio, con il secondo appuntamento di La Cena con Delitto, per proseguire sabato 13 luglio (in replica domenica 14) con la seconda novità della rassegna, Una pura formalità di Pascal Quignard, interpretata da Marco Palumbo e Peppe Romano, per la regia di Annamaria Russo, non solo un thriller, ma un viaggio profondo nell’essere umano.
Sinossi. Il lento e doloroso cammino alla ricerca della verità si chiude con un epilogo che stravolge tutti i presupposti iniziali. La formalità è finita e tutti i ruoli appaiono finalmente chiari, manca solo un nome da assegnare, e non è quello dell’assassino.
Lunedì 15 luglio sarà la volta di Luiz torna a casa di Maurizio de Giovanni, che vedrà in scena Paolo Cresta.
Sinossi. È una storia d’amore e di morte, di passione e di addii. E’ la storia di una vita nella quale, quando le parole non bastano a colmare le distanze, scendono in campo i sogni. Perché i sogni condivisi possono sconfiggere ogni male, perfino mettere in scacco la morte.
Giovedì 18 luglio,  Andar per fantasmi, con Marco Palumbo, Marianita Carfora, Peppe Romano e Andrea De Rosa, per una serata indimenticabile, nella suggestiva cornice del Real Orto Botanico di Napoli.
Sinossi. Le vicende dei fantasmi innamorati che popolano la nostra magica città, le note struggenti della tradizione partenopea dal ‘600 all’800
La rassegna teatrale proseguirà, venerdì 19 luglio, con il terzo appuntamento di La cena con delitto, cui farà seguito, sabato 20 luglio (in replica fino a lunedì 22) il debutto in prima assoluta di A te, Masaniello drammaturgia e regia di Annamaria Russo, con Nico Ciliberti, Marianita Carfora, Salvatore Catanese, Cristiano Di Maio, Alfredo Mundo, Rita Ingegno, Diego Guglielmelli, Massimo Corvino.
Sinossi. Aveva ventisette anni Masaniello, faceva il pescatore e vendeva il pesce al mercato. In dieci giorni riuscì a regalare un sogno ai napoletani. Un sogno bello da far paura, tanta di quella paura che i suoi concittadini decisero di distruggere il sogno e quel folle che aveva permesso loro di sognarlo.
Ancora una novità in scena, giovedì 25 e venerdì 26 luglio, con Rosalba De Girolamo in L’amante di Marguerite Duras,
Sinossi. Una storia “d’amore” ambientata nell’Indocina degli anni 30 tra una ragazzina “bianca” poco più che quindicenne, e un ricco uomo cinese che ha il doppio della sua età. Una storia d’amore, nella quale proprio l’amore sembra il grande assente. Eppure quel sentimento mai detto, esplode con una forza deflagrante, tanto da segnare per sempre le vite dei protagonisti. La regia è firmata da Annamaria Russo.
L’ultima novità programmata in questa edizione, sabato 27 luglio (repliche fino a lunedì 29) vedrà Paolo Cresta protagonista di Uno nessuno e centomila di Luigi Pirandello.
Sinossi. Da uno specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge un giorno per Vitangelo Moscarda, un volto di sé finora ignorato: un naso in pendenza verso destra.
Quest’avvenimento provoca in lui una profonda crisi. E infine, la consapevolezza agghiacciante che la sua immagine negli occhi degli altri è lontana anni luce da quella che egli ha di se stesso. Di qui una presa d’atto ancora più inquietante: egli non è uno, come aveva creduto sino a quel momento, ma  ‘centomila’, nel riflesso delle prospettive degli altri, e quindi nessuno.
Giovedì 1 agosto la scena sarà per L’ultima notte del Principe di Sansevero di Annamaria Russo e Ciro Sabatino, con Marco Palumbo e Andrea De Rosa.
Sinossi. È la notte del 22 marzo 1771, la notte in cui il più grande studioso, filosofo e alchimista di Napoli morrà. E’ la notte delle rivelazioni, dei segreti.
L’ultimo weekend di Brividi d’Estate 2019 inizierà, venerdì 2 agosto, con il quarto appuntamento de La Cena con Delitto, cui seguirà, sabato 3 agosto (in replica domenica 4), Il giorno dei morti di Maurizio de Giovanni, con Paolo Cresta e Ramona Tripodi, per la regia di Annamaria Russo.
Sinossi. Napoli, autunno 1931, il commissario Luigi Alfredo Ricciardi avvia un’indagine non autorizzata sulla morte, apparentemente accidentale, di un orfano.
Un’indagine che parte da un ricordo e procede a dispetto di ogni ragionevole ragione, e che rischia di far precipitare il commissario Ricciardi in un abisso di follia.
  Tutti gli spettacoli di Brividi d’estate avranno inizio alle ore 21.00, ingresso euro 16
Le cene con delitto avranno un costo di euro 30, inizio ore 21.00
Informazioni ai numeri 0815422088, mob 3473607913
Prenotazioni sul sito www.ilpozzoeilpendolo.it
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Brividi d’estate e il Sogno NAPOLI – I sogno è al centro della XIX edizione di Brividi d’Estate: un uomo muore solo quando smette di sognare.
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aneddoticamagazinestuff · 8 years ago
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I poeti dimenticati tra i monti toscani
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I poeti dimenticati tra i monti toscani
Per l’amor di Dio, ci mancherebbe altro! Il Pascoli è sempre il
Pascoli e i paragoni che andrò a fare possono essere effettivamente irriverenti. Lungi da me quindi fare certi confronti impari, d’altronde certi versi come questo non s’inventano a caso:
Al mio cantuccio, donde non sento se non le reste brusir del grano il suon dell’ore vien col vento dal non veduto borgo montano, suono che uguale, blando cade, come una voce che persuade (L’Ora di Barga 1907) Comunque sia, proprio al tempo del Pascoli e nei decenni seguenti la Garfagnana ha avuto la sua bella  schiera di poeti locali, conosciuti però solamente negli ambiti nostrali e poi purtroppo miseramente ed ingiustamente dimenticati. Questo articolo allora rivuole dare lustro a tutti quei cantori di versi che per lungo tempo sono stati all’ombra del grande Giovanni Pascoli. Eppure anche quelli nella loro modestia erano poeti di tutto rispetto, dotati di tecniche metriche innate, di fantasia e di sentimenti profondi. Il tutto nasceva dalla spontaneità poichè nessuno insegnava loro come fare versi e la loro lingua non era il forbito e melodioso italiano di inizio secolo ma bensì il dialetto garfagnino che per molti secoli fu l’unico mezzo di espressione. Ci si sentiva liberi così da ogni inceppo della cultura, la creatività non veniva ostacolata e la metrica scorreva spontanea. Molti di questi personaggi erano persone particolari, estroverse e divertenti come Luigi Prosperi nato a Careggine nel 1832 e semplicemente conosciuto come il “Chioccoron”(per saperne di più leggi http://paolomarzi.blogspot.it/2014/03/il-chioccoron-il-poeta-che-oso-farsi.html). Di famiglia modesta, finita la scuola cominciò a lavorare nei campi, ma già il maestro elementare aveva visto in lui un’abilità innata nel comporre versi e la passione per la letteratura per il “Chioccoron” diventò quasi maniacale. Nelle osterie del paese non mancava occasione che gli amici lo invitassero a“poetare”, riusciva a declamare “a braccio”poesie talvolta piccanti e irriguardose nei confronti delle autorità locali, tant’è che il sindaco un giorno mandò i carabinieri per riportarlo all’ordine, il Prosperi fuggì nel bosco e dalla cima di un colle cantò una quartina rimasta memorabile:
“Son venuti gli angioletti per portarmi alle prigioni non pensavano i minchioni c’io passato avrei i colletti” 
L’apice il “Chioccoron” lo toccò quando menzionò in una sua poesia i quattro artefici dell’Unità d’Italia: Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Mazzini e Cavour, questa “composizione gravemente denigratoria” (come al tempo fu definita) giunse perfino a Roma dove fu pubblicata, arrivando addirittura nelle mani del Re d’Italia Umberto I che convocò al Quirinale il poeta garfagnino, fra un rimbrotto ed un altro il re lo perdonò regalandogli anche una banconota da 50 lire; – Comprateci il pane per la vostra famiglia!– affermò il re. Oggi al “Chioccoron” è dedicata la biblioteca comunale di Careggine. Amico e nemico del “Chioccoron” era il “Boccabugia” di Vergemoli al secolo Andrea Jacopo Vanni altro poeta estemporaneo. Rimarranno epiche le sfide del giovedì mattina (giorno di mercato) nella piazza principale di Castelnuovo Garfagnana, quando a “colpi” di versi incantavano e meravigliavano una platea divertita e numerosa. Il “Boccabugia” era così chiamato per la totale assenza di denti, ma questo non lo fermava nel suo declamare. La sua figura ironica e beffarda aleggia ancora a Vergemoli, dato che dal 1972 ogni anno la seconda domenica di agosto un concorso di poesia estemporanea vive ancora nel suo nome. Personalmente parlando, Pietro Bonini poeta castelnovese, aveva qualcosa di più degli ultime due citati. Per trenta lunghi anni scrisse versi in dialetto garfagnino, poesiole niente di più, ma avevano il pregio di essere immediate, aderenti ai fatti, alle persone e agli aspetti della natura. Nel 1916 pubblicò un libro con un titolo indovinatissimo che rispettava in pieno la sua arte popolare: “Cose da contà a vejo”: “Dico quello che penso e nulla più vojo parlà come si parla qui,  e se a qualcun qualcosa non va giù che si ni vadi a fassi binidi” Alcuni letterati parlavano del Bonini come se venisse da una famiglia agiata. Altri pensavano che non avesse nemmeno un titolo di studio e forse la tesi giusta è questa, dato che lui stesso in uno dei suoi componimenti diceva: “Da cicco mi mandavino alla scòla senza sapè che ci dovevo fà e infatti c’imparai una cosa sola: la strada per andacci e per tornà” Giovan Battista Santini (nato a Castiglione Garfagnana nel 1882) invece era tutt’altro tipo, era un’artista a tutto tondo: era pittore, scrittore e poeta.
Santini
Quando il tempo si faceva uggioso e la luce non era favorevole per dipingere i suoi quadri, allora si metteva a scrivere. Pubblicò un libro di poesie intitolato“All’ombra del torrione”, anche questo libro in rigoroso dialetto garfagnino. Una poesia di lui (fra le tante) mi è piaciuta molto, perchè attuale e perchè ci fa capire che nonostante tutto i tempi cambiano ma la musica è sempre la solita:
Politica “Se tu leci un qualunque manifesto della schifa campagna’letttorale, sia rosso, bianco, verde, o liperale  non ci n’è un che s’appresenti onesto Cambia ‘l colore ma nun cambia ‘l testo  per via che la promessa è sempre uguale: pace, lavoro; e, cosa principale, lipertà d’esse porco e disonesto. Se ci fai caso, vederai che questo lo promettono avanti l’elezioni; ma doppo, che votando, hai fatto ‘l gesto ditto sovran, di nominà i mangioni,  abbadà di stà ‘n guardia e d’esse lesto, sennò ti pijn a calci ni cojoni”
Il Togno della Nena mentre declama
Il Togno della Nena nato nell’800 fra tutti i poeti garfagnini era il più attuale e al passo con i tempi. Il professor Guglielmo Lera (uno dei maggiori esperti di cultura locale)sul periodico “La Garfagnana” così scriveva di lui:” Come tutti i veri poeti dialettali il Pennacchi canta le cose che l’hanno colpito: le conquiste spaziali, la fame nel mondo, la guerra del Medio Oriente, quella del Vietnam, il…festival di Sanremo”. A conferma di ciò la famosa legge sul divorzio del 1970 stuzzicò la fantasia del “Togno”:
Il Divorzio Bella robba davero! Ma dich’io, in du èn finiti i poveri itagliani? li vojen fa vinì peggiod’i cani, che cambin sempre cagna, giuraddio? E’ inutile che adesso il parlamento  facci la cuncurrenza al Padreterno io arispetto le leggi del guverno ma un sagramento è sempre un sagramento (ndr: della poesia queste sono rispettivamente la terza e la decima quartina sulle undici dell’intera versione) Fra tutti questi cantori non poteva mancare sicuramente Alfezio Giannotti di Eglio. La sua fu una vita tormentata, presto rimase orfano del padre e dovette quindi farsi carico di tutti i fratelli, questo non gli impedì di proseguire gli studi su Dante, Foscolo e Giusti. Nel 1911 dette alle stampe il suo primo libro di poesie, “Raffiche“. Tre anni più tardi fu ammesso ad un concorso letterario di una nota rivista dell’epoca: “Juventus”, al quale potevano partecipare solo poeti già affermati. Fu un vero trionfo, vinse su circa mille concorrenti. Dietro l’angolo però l’aspettava la prima guerra mondiale, tornò al paesello con una gamba amputata, nonostante tutto continuò a comporre poesie e a scrivere su dei quotidiani firmandosi con lo pseudonimo “il Grillorosso”. La sventura si accanì definitivamente contro di lui il 7 ottobre 1944, durante un bombardamento una granata lo uccise mentre andava a soccorrere un ferito.
Silvano Valiensi (il primo a sinistra) insieme a mio padre (il terzo in piedi)
Questo poeta invece l’ho lasciato volutamente per ultimo, perchè è  il mio preferito e perchè ho avuto l’onore di essere suo amico. Silvano Valiensi nato a Vergemoli nel 1923 (ma trasferito da sposato a Gallicano), in paese era conosciuto semplicemente come “il maestro”, era una persona che tutti amavano per la sua bonarietà-burbera dei vecchi maestri elementari di una volta. La sua fu una vita spesa in gioventù nel gruppo partigiano Valanga, nella scuola, nell’amore che aveva per le Apuane e infine aveva una forte passione per la poesia, interesse quasi sempre celato, mai pubblicizzato, tranne che in alcune rare apparizioni ai concorsi poetici. Le sue poesie infatti girano intorno a quella che fu la sua vita, la mente per esempio ritorna alle lotte partigiane e ai compagni morti:
…cari compagni miei, tutti ventenni caduti fra le rocce,in mezzo al timo e alle gialle ginestre, arsi dal sole, con su le labbra spente, le parole: “Ho dato tutto per la libertà” Non potevano mancare poesie rivolte alle sue montagne: le Apuane che amava scalare in ogni stagione: …d’estate sotto il sole mi bruciavo; d’inverno fra le raffiche del vento, fra la tormenta e il ghiaccio ero contento; di tutto il resto mi dimenticavo… Tornava anche a galla la nostalgia dei tempi andati quando: Sapeimo legge e scrice gnente male e ‘n più vangà ‘na porca (n.d.r: lo spazio fra due solchi della terra) e segà ‘l fieno (per leggere ancora di Valiensi leggi http://paolomarzi.blogspot.it/2014/05/silvano-valiensi-partigianomaestro-e.html)
Finisce qui questo breve viaggio nei poeti garfagnini di una volta, un viaggio che ci ha fatto conoscere una porzione di gente di Garfagnana che forse in buona parte ignoravamo. Quindi non è vero come dicevano una volta che la Garfagnana era terra di lupi e di briganti…ma è più giusto dire: terra di lupi, briganti e poeti…
Bibliografia:
“Il vernacolo garfagnino e i suoi poeti” di Gian Mirola. Nuova grafica lucchese 1973
“Profili di uomini illustri della Garfagnane della Valle del Serchio” di Giulio Simonini Banca dell’identità e della memoria 2009
“Faccio versi così come si cantas quando qualcosa dentro mi fa male” di Silvano Valiensi. Unione dei comuni della Garfagnana 2014
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