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#Luigi Di Cicco
marcogiovenale · 7 months
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14 febbraio, roma: "l'ordine sostituito" @ tic, piazza san cosimato
◐ Mercoledì 𝟭𝟰 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼, ore 18:30, Tic – Libri e cose fantastiche / Spazio OFF, piazza di San Cosimato 39, 𝗥𝗼𝗺𝗮: presentazione in anterpima dell’antologia 𝙇’𝙤𝙧𝙙𝙞𝙣𝙚 𝙨𝙤𝙨𝙩𝙞𝙩𝙪𝙞𝙩𝙤, una collezione di scritture altre provenienti dal multiperso.✑ Con le autrici e gli autori Giovanni Blandino, Luigi Di Cicco, Marco Giovenale, Emanuele Muscolino, Eda Özbakay, Francesca Perinelli, Antonio Francesco…
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lamilanomagazine · 10 months
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“Un campione in famiglia”: domani a Bari la tappa del tour con Adriano Panatta, Ciccio Graziani e Andrea Lucchetta.
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“Un campione in famiglia”: domani a Bari la tappa del tour con Adriano Panatta, Ciccio Graziani e Andrea Lucchetta. Si terrà domattina, sabato 2 dicembre, tra le 9.30 e le 12.30, al parco 2 Giugno, la tappa barese di “Un Campione in Famiglia”, tour itinerante all’insegna dello sport promosso da Cattolica, Business Unit di Generali Italia, in partnership con la società RG, con il coinvolgimento della rete agenti Cattolica. Ad aspettare giovani e famiglie baresi in viale Luigi Einaudi ci saranno tre atleti che hanno fatto la storia dello sport azzurro: Adriano Panatta, Ciccio Graziani e Andrea Lucchetta. A inaugurare la mattinata, alle 9.30, insieme ai tre campioni, l’assessore allo Sport Pietro Petruzzelli. All’evento, che gode del patrocinio del Comune di Bari, saranno presenti anche Samuele Marconcini, chief Cattolica Business Unit Officer di Generali Italia, Arianna Nardi, responsabile marketing di Generali Italia e Cattolica e Marco Lamola, responsabile distribution di Cattolica con alcuni agenti della rete. Per l’occasione all’interno del parco verrà allestito un vero e proprio villaggio dotato di un mini campo da calcio e un campo da pallavolo dove Cicco Graziani e Andrea Lucchetta coinvolgeranno i presenti in gare e partite, una zona riservata a spettacoli di magia e truccabimbi e un’area con animazione dedicata a giochi di coordinazione motoria e psicomotricità. Il tour, che ha come claim “Lo sport come scuola di vita”, è strutturato in otto tappe: dopo quelle di Verona e Bari, raggiungerà nel 2024 altre provincie in tutta Italia per favorire una socialità condivisa e promuovere uno stile di vita sano tra le comunità locali attraverso la pratica sportiva e altre attività ludiche.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aki1975 · 3 years
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Milano - Santo Stefano - Lapide commemorativa dell’assassinio del Duca Galeazzo Maria Sforza - XVIII sec.
Nel 1441 il Duca di Milano Filippo Maria Visconti dà in sposa la figlia Bianca Maria al condottiero Francesco Sforza che aveva fronteggiato nel conflitto con Venezia per poi morire nel 1450. Dopo tre anni di repubblica ambrosiana, Francesco Sforza riesce a farsi Duca ed inizia a ricostruire il Castello di Porta Giovia e ad edificare la Ca’ Granda. 
Il figlio Galeazzo Maria, divenuto Duca nel 1466 alla morte del padre, sposò Bona di Savoia, ma venne assassinato nella Chiesa di Santo Stefano nel 1476.
Gli successe Gian Galeazzo con la reggenza della madre e fu supportato dal segretario Cicco Simonetta finchè lo zio, Ludovico il Moro prese il potere e sposò Beatrice d’Este nel 1491, ma fu scacciato dai francesi che erano scesi a Napoli nel 1494 con Carlo VIII e con Luigi XII nel 1500 e Milano resto in mano agli stranieri per più di quattro secoli.   
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Siamo nell’ottobre del 1972 e il long-playing vende 150.000 copie, mentre il 45 giri 800.000 e rimane primo in classifica per oltre 5 mesi dividendo il podio con Il mio canto libero di Lucio Battisti.
Il disco è affidato all’orchestra di Tony Mimms ed è suonato da ottimi solisti: Silvano Chimenti e Franco Carli si occupano assieme a Baglioni delle chitarre, Luciano Brigidi al basso, Massimo Buzzi, Ciro Cicco e Sandro Centofanti alle percussioni. Antonio Coggio assieme a Toto Torquati suona diversi strumenti oltre a firmare la realizzazione del disco.
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QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE
Interprete: Claudio Baglioni
Etichetta: RCA Italiana
Catalogo: DPSL 10551
Data di pubblicazione: Ottobre 1972
Matrici: BKAY 26764/BKAY 26765
Supporto:vinile 33 giri
Tipo audio: Stereo
Dimensioni: 30 cm.
Facciate: 2
Note: Copertina apribile a libretto con due ante apribili - Disegni e fumetto di Pompeo De Angelis - Della prima stampa esiste una versione con il retro della copertina in bianco e nero e priva in alcuni riquadri dei crediti dei musicisti - La ristampa con codice PSL 10551 ha la copertina non apribile / Registrato da Franco Finetti dal 27 Agosto al 30 Settembre 1972 nello studio C della RCA di Roma / Distribuito da RCA Italiana - Roma
BRANI
Lato A
PIAZZA DEL POPOLO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
UNA FACCIA PULITA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
BATTIBECCO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CHE BEGLI AMICI!...
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
MIA LIBERTÀ
Autori:��Claudio Baglioni, Antonio Coggio
LA PRIMA VOLTA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
Lato B
QUEL GIORNO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
IO TI PRENDO COME MIA SPOSA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CARTOLINA ROSA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
PORTA PORTESE
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
QUANTO TI VOGLIO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
SEMBRA IL PRIMO GIORNO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
PRODUTTORE
Antonio Coggio
ORCHESTRA
Anthony Rutherford Mimms
EDIZIONI MUSICALI
RCA Musica
MUSICISTI
Gerardo Abate violino
Aurelio Albini violino
Claudio Baglioni chitarra
Gennaro Baldini trombone
Fernando Baratta violino
Giancarlo Becattini trombone
Luciano Brigidi basso elettrico
Massimo Buzzi percussioni
Massimo Buzzi batteria
Alvaro Capanni basso
Pietro Capodieci basso
Franco Carli chitarra
Silvestro Catacchio violino
Alessandro Centofanti coro
Alessandro Centofanti percussioni
Adalberto Cerbara viola
Adalberto Cerbara violino
Montserrat Cervera violino
Silvano Chimenti banjo
Silvano Chimenti chitarra
Ciro Cicco percussioni
Ciro Cicco batteria
Antonio Coggio tastiere
Temistocle Colloridi flauto
Enrico Colonnese violoncello
Rolando Cristifani violino
Giuseppe Cuccaro tromba
Giovanni Culasso tromba
Eraldo D'Angelo violino
Roberto Davini coro
Salvatore De Girolamo violoncello
Martino Di Fulvio tromba
Paolo Falco corno
Tino Fornai violino
Sandrino Franceschini violino
Alberto Francolini violoncello
Margherita Gabrici violino
Marianna Gazzani flauto
Sal Genovese sax
Angelo Gentile viola
 I Cantori Moderni di Alessandroni cori
Luciano Madami violoncello
Luciano Madami violino
Paola Massari voce
Paolo Mezzaroma violino
Antonio Miscia viola
Guido Mozzato violino
Alessandro Nadin viola
Marcello Palombi violino
Ilicio Perugia violoncello
Alberto Pini violino
Ernesto Pumpo trombone
Antonio Russo sax
Luigi Sagrati viola
Nicola Samale flauto
Francesco Santucci tromba
Francesco Santucci trombone
Domenico Sebastiano corno
Italo Tagliagambe tuba
Giuseppe Taurino sax
Maria Teresa Temperilli 
Toto Torquati tastiere
Mario Tucci violino
Vito Vallini violoncello
Alvise Verzella tromba
Franco Vinciguerra trombone.
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giancarlonicoli · 3 years
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29 mar 2021 18:30
LE VARIANTI DEL VIRUS SONO SEMPRE PIÙ AGGRESSIVI E VELOCI E RISCHIAMO CHIUSURE FINO A MAGGIO - SECONDO UNO STUDIO DELLE UNITÀ SPECIALI DEI TAMPONI DEL LAZIO, LE CARICHE VIRALI DEGLI AMMALATI SONO RADDOPPIATE RISPETTO AL 2020, E PER LE SIMULAZIONI DEL MINISTERO SERVE UN ALTRO MESE SENZA ZONE GIALLE - NAUSEA E MAL DI GOLA, ECCO COME CAMBIANO ANCHE I SINTOMI...
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Lorenzo De Cicco Mauro Evangelisti per “Il Messaggero”
Raggiungeremo una zona di sicurezza sul fronte dei contagi solo a maggio, quando sarà possibile ripristinare la fascia gialla per le Regioni. La riapertura delle scuole prevista dopo Pasqua presenterà comunque un conto sul fronte epidemiologico.
E le varianti, sempre più aggressive e veloci nella diffusione, non lasciano alternative. La carica virale degli ammalati, anche per l'effetto delle mutazioni del Covid, è diventata molto più alta. Fino a raddoppiare.
Lo spiega bene un'analisi delle Uscar, le unità speciali dei tamponi del Lazio, che attraverso 27 medici sentinella ha rilevato e studiato la «concentrazione antigenica» con i tamponi quantitativi.
Risultato: se fino a novembre la carica virale, la contagiosità, era di media al livello 40, ora, spiega Pier Luigi Bartoletti, il responsabile delle Uscar, «è il doppio, poco sotto 100. Ma abbiamo registrato anche pazienti oltre quota 120».
IL PRESSING
Il centrodestra preme per le riaperture. Forza Italia, in particolare il capogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto, premette che i numeri sono ancora drammatici, ma dice che «il prossimo decreto del governo dovrà prevedere una sorta di tagliando da fare a metà aprile, che magari, con numeri meno drammatici, possa portare a qualche mirata riapertura».
Salvini e la Lega negli ultimi giorni spingono perché ad aprile si riapra. Draghi ha deciso di affidarsi ai numeri, senza azzardi.
Questo lo scenario di partenza, ma oggi cosa prevedono le simulazioni? Partiamo proprio da ieri: quasi 20.000 nuovi casi positivi anche la domenica, malgrado la flessione dei tamponi nel fine settimana.
La diminuzione degli infetti è appena percettibile rispetto a sette giorni prima. E l'obiettivo dei 50 casi ogni 100 mila abitanti su base settimanale, indicato dagli esperti come la vera zona di sicurezza, appare lontanissimo, visto che nell'ultimo report il dato nazionale è stato quasi cinque volte più alto.
Ultimo tassello: abbiamo l'ennesimo incremento dei posti letto occupati. Le analisi dei numeri che circolano sia al Ministero della Salute sia alla cabina di regia sia al Cts arrivano tutte alle stesse conclusioni: pensare di riaprire oggi, ripristinando il colore giallo, significherebbe disperdere gli effetti dei sacrifici fatti.
Per prevedere l'andamento dei contagi, gli scienziati guardano all'esperienza del 2020. Allora, per cessare il lockdown, fu necessario attendere maggio ma oggi vi sono elementi nuovi, alcuni giocano a nostro favore, altri no.
In questa primavera 2021 abbiamo un'arma in più che si chiama vaccini, sono state eseguite oltre 9 milioni di somministrazioni. E rispetto a un anno fa ci sono 3,2 milioni di italiani che sono già stati positivi: i casi di reinfezione esistono, ma per fortuna non sono frequenti.
Ci sono però anche fattori che non aiutano: nel 2020 anche in primavera le scuole restarono chiuse, dopo Pasqua elementari e prime medie riaprono anche nelle regioni in fascia rossa, significa molte più persone in giro e molte più occasioni per il virus di circolare.
Come ci hanno già mostrato, drammaticamente, i precedenti di Regno Unito, Francia e Germania, le varianti hanno peggiorato il quadro rispetto a un anno fa. L'inglese, in particolare, ha una velocità di trasmissione superiore al 30 per cento rispetto a quella originaria.
Una delle ipotesi di lavoro degli studiosi è che questa variante contagi di più anche perché la positività dura più a lungo e dunque ci sono più giorni a disposizione per trasmettere il virus.
Vi sono Regioni, a partire dall' Abruzzo e dall'Umbria (dove è forte anche la presenza della variante brasiliana) che l'hanno già vissuta sulla propria pelle.
I DATI
La mutazione inglese è da almeno un mese la prevalente. Oggi saranno pubblicati gli ultimi dati del survey del Ministero della Salute sulla diffusione delle varianti. Già il precedente uscito a inizio marzo, diceva che «la prevalenza della cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 era del 54,0 per cento, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0 e il 93,3, mentre per quella brasiliana era del 4,3 per cento (0-36,2) e per la sudafricana dello 0,4 per cento (0-2,9)».
I dati in elaborazione diranno che la variante inglese ormai rappresenta il 70-80 per cento dei positivi trovati in Italia. Ricordiamolo sempre: non aggira il vaccino, ma secondo l'esperienza britannica contagia più facilmente i minori (per fortuna senza malattia) e questo rende più insidiosa la riapertura delle scuole.
Il Lazio è la prima regione che con le Uscar e i medici sentinella del territorio ha analizzato le carica virale con i test quantitativi. Non è quindi detto che il Lazio viva la situazione peggiore, «siamo gli unici che l'hanno analizzata - riprende il responsabile delle unità, Bartoletti -. Oltre alla carica virale raddoppiata, sono cambiati anche i sintomi: sempre meno pazienti perdono olfatto e gusto, pochissimi ormai hanno la congiuntivite, mentre aumentano i positivi con nausea e mal di gola».
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latinabiz · 4 years
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La presentazione delle liste per le elezioni comunali di Fondi
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Comune di Fondi Anche a Fondi, il secondo comune interessato alle consultazioni elettorali di settembre, che si svolgeranno insieme alle consultazioni referendarie, sembra che tutto sia già scritto, in quanto la coalizione che sostiene il candidato sindaco, il medico Beniamino Maschietto, che ha gestito egregiamente la situazione della città come “zona rossa”, che ha esercitato le funzionio di orimoi cittadino in quanto il sindaco in carica, Salvatore De Meo, è riuscito a entrare, seppur con qualche mese di ritardo, nell'assise parlamentare europea. Poche chances ci sono per i diretti avversari, ossia Raniero De Filippis, Francesco Ciccoe, Giuseppe Manzo, Giulio MastroBattista, Luigi Parisella. In sintesi sei sono i candidati a sindaco, e 16 le liste che li sostengono. #cronaca Read the full article
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neifatti-blog · 7 years
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Gramigna, vita di un ragazzo in fuga dalla camorra, dopo il libro il film nelle sale da novembre
Gramigna, vita di un ragazzo in fuga dalla camorra, dopo il libro il film nelle sale da novembre
di Marzio Di Mezza.
Roma, 14 Settembre 2017 – ‘Gramigna’ non è solo un libro ben scritto. Potremmo definirlo un manifesto, l’elogio della legalità, (more…)
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sciscianonotizie · 7 years
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infosannio · 8 years
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"Così è…se vi pare", in scena al Teatro della Visitazione di Roma
“Così è…se vi pare”, in scena al Teatro della Visitazione di Roma
L’Associazione Culturale “Riccardo De Cicco” in collaborazione con la Compagnia Teatrale “Zitti e mosca” presenta ‘Così è…(se vi pare)’ di Luigi Pirandello al Teatro della Visitazione di via dei Crispolti, 142 a Roma. Lo spettacolo diretto da Alberto Mosca è in scena dal 28 febbraio al 12 marzo. Nel cast: Alberto Mosca, Chiara Pavoni, Antonio Ribisi La Spina, Cristina Cirilli, Simone Destrero,…
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marcogiovenale · 6 months
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(quasi) tutti in città ne parlano ("oggettistica" sparsa)
foto di Ivan Talarico foto di Carlo Sperduti (e cfr. anche https://www.facebook.com/carlo.sperduti.1/posts/pfbid02aRUyoQzQJNSS8yF5b6t4BYhty7yAZwp8BHLbFp77iVYtoBY39kt6DPi6VXXhsZoAl) foto di Francesca Perinelli foto di Alberto D’Amico foto di Luigi Di Cicco foto di Michele Fianco Grazie a Michele Fianco, Luigi Di Cicco, Alberto D’Amico, Francesca Perinelli, Carlo Sperduti, Ivan Talarico; e alle…
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lamilanomagazine · 1 year
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Abruzzo: domani la visita del Presidente della Repubblica d'Albania
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Abruzzo: domani la visita del Presidente della Repubblica d'Albania Su invito dell’on. Luciano D’Alfonso, sabato 27 maggio il Presidente della Repubblica d’Albania, Bajram Begaj, sarà in Abruzzo, precisamente a Chieti e a Villa Badessa di Rosciano. La prima tappa della visita presidenziale avrà luogo alle ore 11 nella Sala Giunta della Provincia di Chieti. All’incontro saranno presenti – oltre all’on. Luciano D’Alfonso – anche il prefetto di Chieti Mario Della Cioppa, il questore di Chieti Francesco De Cicco, l’assessore regionale Daniele D’Amario, il consigliere regionale Pietro Smargiassi, il sindaco Diego Ferrara, il vicesindaco Paolo De Cesare, il presidente del consiglio comunale Luigi Febo e il delegato del Comune di Tollo Adriatik Ziu, di origine albanese. Alle ore 11,50 Begaj arriverà nella chiesa di Santa Maria Assunta in piazza Skanderbeg, a Villa Badessa di Rosciano, per un incontro con la comunità albanese presente sul territorio. A portare i saluti istituzionali saranno il sindaco di Rosciano Simone Palozzo, il prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, l’on. Luciano D’Alfonso in qualità di cittadino albanese, il presidente dell’associazione culturale della comunità arberesh di Villa Badessa Anna Maria Passeri e il presidente dell’associazione albanese “Radici e ali” Silvana Muço Dogani. Alle ore 12,20 il Presidente albanese terrà il suo l’intervento, seguito da una visita alla mostra permanente storica ed etno-antropologica della comunità arberesh, con illustrazione di due opere iconografiche. Quindi vi sarà la consegna della cittadinanza onoraria da parte del sindaco di Rosciano e la consegna di doni effettuata dal presidente dell’associazione culturale della comunità arberesh di Villa Badessa. Infine, il brindisi con prodotti tipici della tradizione arberesh. “Sono contento che il Presidente Begaj abbia accettato il mio invito – commenta l’on. Luciano D’Alfonso – quale segno di amicizia nei confronti della nostra terra d’Abruzzo. Si tratta di un evento concepito e realizzato con la Fondazione Europa Prossima, che ha tra i suoi scopi quello di promuovere il processo di integrazione europea a partire dalla cultura, e con la mia Officina. Voglio anche ringraziare il Comune e la Provincia di Chieti, il Comune di Rosciano e l’associazione culturale di Villa Badessa per l’apporto fattivo. Siamo consapevoli che gli Stati dell’Adriatico costituiscono un sistema relazionale fondamentale inscritto nelle lontane radici elleniche dell’idea di Europa, che deve trovare una nuova espressione nell’attuale processo di costruzione dell’Unione Europea. L’Albania con la sua storia secolare offre un interessante paradigma nel sistema delle relazioni adriatiche, che merita di essere conosciuto e riconosciuto, anche nella consapevolezza dell’importante cammino che questa nazione sta compiendo in vista dell’ingresso nell’Unione Europea”. “Siamo lieti di questo passaggio, che ci darà l’occasione di conoscere più da vicino una realtà importante e in costante crescita e coltivare una relazione istituzionale strategica per il nostro territorio e anche per quello albanese – così il sindaco Diego Ferrara – Sappiamo che c’è anche un contributo imprenditoriale di valore da parte del nostro territorio che opera lì da anni ed ha favorito la rinascita di quella terra, che oggi è un laboratorio politico, economico e culturale a cui tanti Paesi guardano con interesse. Siamo quindi grati per questa visita, promossa dall’onorevole D’Alfonso che ringraziamo per l’interesse mostrato verso la nostra città e speriamo diventi l’inizio di un duraturo legame fra Paesi e istituzioni che vogliono coltivare il seme della pace, la speranza nel futuro e l’impegno per il bene comune. Un intento che abbiamo messo nero su bianco su un attestato di amicizia che domani gli consegneremo insieme a un ricordo di Chieti”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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claudioghera · 4 years
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Facebook post (2020-06-27T14:22:11.000Z)
Se fossero stati tutti nostri parenti o amici?👿 Le vittime L’elenco dei 77 passeggeri del volo Itavia IH-870 e dei quattro membri dell’equipaggio, tra parentesi la loro età: Andres Cinzia (24), Andres Luigi (32), Baiamonte Francesco (55), Bonati Paolo (16), Bonfietti Alberto (37), Bosco Alberto (41), Calderone Maria Vincenza (58), Cammarata Giuseppe (19), Campanini Arnaldo (45), Casdia Antonio (32), Cappellini Antonella (57) anni, Cerami Giovanni (34), Croce Maria Grazia (40), D’Alfonso Francesca (7), D’Alfonso Salvatore (39), D’Alfonso Sebastiano (4), Davì Michele (45), De Cicco Giuseppe Calogero (28), De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21), De Lisi Elvira (37), Di Natale Francesco (2), Diodato Antonella (7), Diodato Giuseppe (1), Diodato Vincenzo (10), Filippi Giacomo (47), Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32), Fontana Vito (25), Fullone Carmela (17), Fullone Rosario (49), Gallo Vito (25), Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44), Gherardi Guelfo (59), Greco Antonino (23), Gruber Berta (55), Guarano Andrea (37), Guardì Vincenzo (26), Guerino Giacomo (19), Guerra Graziella (27), Guzzo Rita (30), Lachina Giuseppe (58), La Rocca Gaetano (39), Licata Paolo (71), Liotta Maria Rosaria (24), Lupo Francesca (17), Lupo Giovanna (32), Manitta Giuseppe (54), Marchese Claudio (23), Marfisi Daniela (10), Marfisi Tiziana (5), Mazzel Rita Giovanna (37), Mazzel Erta Dora Erica (48), Mignani Maria Assunta (30), Molteni Annino (59), Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39), Norrito Guglielmo (37), Ongari Lorenzo (23), Papi Paola (39), Parisi Alessandra (5), Parrinello Carlo (43), Parrinello Francesca (49), Pelliccioni Anna Paola (44), Pinocchio Antonella (23), Pinocchio Giovanni (13), Prestileo Gaetano (36), Riina Andrea (24), Reina Giulia (51), Ronchini Costanzo (34), Siracusa Marianna (61), Speciale Maria Elena (55), Superchi Giuliana (11), Torres Pierantonio (32), Tripiciano Giulia Maria Concetta (45), Ugolini Pierpaolo (33), Valentini Daniela (29), Valenza Giuseppe (33), Venturi Massimo (31), Volanti Marco (26), Volpe Maria (48), Zanetti Alessandro (18), Zanetti Emanuele (39), Zanetti Nicola (6). L’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica ha sede a Bologna, in Via Polese, 22 – Tel. 051/253925 fax 051/253725.
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lospeakerscorner · 5 years
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NAPOLI – I sogno è al centro della XIX edizione di Brividi d’Estate: un uomo muore solo quando smette di sognare. con questa lungimirante riflessione, il “sogno” è declinato in tutte le sue possibili sfumature.
La rassegna Brividi d’Estate 2019 da sabato 29 giugno alle 21 tornerà ad animare, con le sue storie l’affascinante cornice del Real Orto Botanico di Napoli, per continuare a regalare brividi e grandi emozioni, in piena estate.
Nata da un’idea di Annamaria Russo, la rassegna, fra le più longeve della città, è sostenuta dalla sensibilità e la preziosa collaborazione dell’Università Federico II di Napoli, che gestisce il parco, e con il patrocinio del Comune di Napoli.
Per circa quaranta giorni, fino a domenica 4 agosto, Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli si “sposta” nel parco più bello della città per una rassegna per “trasformarlo” nel più magico dei palcoscenici immersi nel verde, con un viaggio nelle storie che abbiamo amato di più. Una scorribanda nei libri che ci hanno regalato sorrisi e lacrime, un doveroso omaggio a quegli autori che, giunti all’ultima pagina, non puoi fare a meno di ringraziare.
Divenuta per i napoletani un classico e atteso appuntamento estivo, la rassegna proporràquattordici spettacoli tra cui cinque novità assolute, ma non mancheranno Le cene con delitto, le classiche serate targate Il Pozzo e il Pendolo.
«Il sogno – ha spiegaro Annamaria Russo – è stato l’unico “re” al quale ci siamo sempre umilmente inchinati. E a questo re, abbiamo deciso di dedicare la XIX edizione di Brividi d’Estate, attraverso quindici storie, quindici spettacoli, quindici colori per provare a disegnare il volto mutevole dei sogni. Il sogno visionario di Josè Aracadio Buendìa, il sogno delirante di Masaniello, quello struggente di un innamorato, quello straziante di una madre, quello devastante di un’amicizia, quello folle di un assassino. In questi diciannove anni, abbiamo edificato, tra gli alberi secolari di quel parco, un monumento alle favole cui nessuno crede più. Abbiamo provato a trasformare questa folle avventura in un atto di fede all’incoscienza. E tutte le volte che ci hanno “accusato” di lesa maestà alla sacralità del teatro, ci siamo dichiarati colpevoli. E felici di esserlo.»
A inaugurare la programmazione di Brividi d’Estate 2019, sabato 29 giugno (in replica fino a lunedì 1 luglio), sarà, a grande richiesta di pubblico, Vipera di Maurizio de Giovanni, con Rosaria De Cicco, Marianita Carfora, Nico Ciliberti, Sonia De Rosa, Paolo Rivera, Salvatore Catanese, Alfredo Mundo, Gennaro Monti, Marco Palumbo, Zack Aldermann, adattamento e regia di Annamaria Russo.
Sinossi. È la primavera del 1932, Pasqua è alle porte e in una delle stanze del Paradiso, il bordello più famoso di Napoli, viene trovata morta Maria Rosaria Cennamo, in arte Vipera.
E’ la prostituta che fa sognare tutti gli uomini della città, ma che solo pochi possono avere. Ancora una volta Luigi Alfredo Ricciardi sarà costretto a muoversi tra i gironi infernali dell’animo umano per dare un volto e un nome all’assassino del Paradiso.
Giovedì 4 luglio andrà in scena la prima novità di questa edizione, Stanotte ho saputo che c’eri con Rosalba Di Girolamo, liberamente tratto da “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci.
Sinossi. È la storia di una madre capace di difendere il suo bambino da tutto e tutti, ma forse non da se stessa. E’ sul terreno scivoloso del dubbio in cui forse ogni donna è destinata ad inciampare, che tocca inoltrarsi avventurandosi nelle pagine  di questo testo che ha segnato un’epoca e continua a graffiare la coscienza.
La programmazione proseguirà, venerdì 5 luglio con Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcìa Màrquez, con Paolo Cresta e i Ringe Ringe Raja, adattamento e regia: Annamaria Russo e Ciro Sabatino. 
Sinossi. I libri amati sono la valigia di suggestioni, di emozioni, che ci portiamo dietro, per un giorno o per una vita. I libri amati hanno il sapore di una stagione dell’esistenza, che, talvolta, restituiscono inalterata l’ingenuità stupita di un passato prossimo o remoto. I libri amati sono i brividi, le risate, le lacrime, e Cent’anni di solitudine è uno di questi.
Sabato 6 luglio la rassegna proseguirà con il primo appuntamento de La cena con delitto, il Murder Party nello scenario del Real Orto Botanico di Napoli, per giungere a domenica 7 luglio per la rappresentazione di L’amico ritrovato di Fred Uhlman, con Paolo Cresta.
Sinossi. È la storia di un’amicizia, grande come può esserlo solo a 16 anni. Assoluta, esclusiva, devastante, più violenta e coinvolgente dell’amore e tanto più capace di spezzare il cuore. Hans e Konradin, due ragazzi sedicenni, frequentano la stessa scuola esclusiva. L’uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. Questo accade in Germania, nel 1933.
Lunedì 8 luglio, Nico Ciliberti, Francesco Desiato e Giacinto Piracci saranno gli interpreti di Tu Mio di Erri De Luca, per la regia di Annamaria Russo.
Sinossi. È una storia d’amore straniante, sullo sfondo dell’isola d’Ischia. Il mare, la musica, le voci dei pescatori e quelle più lontane di una guerra finita da poco: l’affresco di un’epoca e un’età difficili. E’ una corsa a perdifiato verso la fine di un amore senza fine. E’ dolore stretto dentro i pugni di una vita che non lascia alternative. E’ la voglia di riscrivere una storia con l’incoscienza della giovinezza. E’ il desiderio disperato di riscattare la morte con l’amore.
Giovedì 11 luglio, Rosaria De Cicco sarà protagonista de L’ultima eclissi di Stephen King, per la regia di Annamaria Russo. Dolores Claiborne, in una notte uguale ad altre mille, seduta alla scrivania di una stazione di polizia, ripercorre la sua vita, tutta d’un fiato. Ha di fronte un commissario di polizia, un agente, una stenografa e la prospettiva di un giudizio sommario.
Sinossi. È una storia che fa aggrovigliare le viscere, strappa sorrisi inaspettati e lacrime inopportune. Una storia che reclama voce, carne, materia, che sembra scritta apposta per il teatro.
Il secondo weekend di programmazione avrà inizio, venerdì 12 luglio, con il secondo appuntamento di La Cena con Delitto, per proseguire sabato 13 luglio (in replica domenica 14) con la seconda novità della rassegna, Una pura formalità di Pascal Quignard, interpretata da Marco Palumbo e Peppe Romano, per la regia di Annamaria Russo, non solo un thriller, ma un viaggio profondo nell’essere umano.
Sinossi. Il lento e doloroso cammino alla ricerca della verità si chiude con un epilogo che stravolge tutti i presupposti iniziali. La formalità è finita e tutti i ruoli appaiono finalmente chiari, manca solo un nome da assegnare, e non è quello dell’assassino.
Lunedì 15 luglio sarà la volta di Luiz torna a casa di Maurizio de Giovanni, che vedrà in scena Paolo Cresta.
Sinossi. È una storia d’amore e di morte, di passione e di addii. E’ la storia di una vita nella quale, quando le parole non bastano a colmare le distanze, scendono in campo i sogni. Perché i sogni condivisi possono sconfiggere ogni male, perfino mettere in scacco la morte.
Giovedì 18 luglio,  Andar per fantasmi, con Marco Palumbo, Marianita Carfora, Peppe Romano e Andrea De Rosa, per una serata indimenticabile, nella suggestiva cornice del Real Orto Botanico di Napoli.
Sinossi. Le vicende dei fantasmi innamorati che popolano la nostra magica città, le note struggenti della tradizione partenopea dal ‘600 all’800
La rassegna teatrale proseguirà, venerdì 19 luglio, con il terzo appuntamento di La cena con delitto, cui farà seguito, sabato 20 luglio (in replica fino a lunedì 22) il debutto in prima assoluta di A te, Masaniello drammaturgia e regia di Annamaria Russo, con Nico Ciliberti, Marianita Carfora, Salvatore Catanese, Cristiano Di Maio, Alfredo Mundo, Rita Ingegno, Diego Guglielmelli, Massimo Corvino.
Sinossi. Aveva ventisette anni Masaniello, faceva il pescatore e vendeva il pesce al mercato. In dieci giorni riuscì a regalare un sogno ai napoletani. Un sogno bello da far paura, tanta di quella paura che i suoi concittadini decisero di distruggere il sogno e quel folle che aveva permesso loro di sognarlo.
Ancora una novità in scena, giovedì 25 e venerdì 26 luglio, con Rosalba De Girolamo in L’amante di Marguerite Duras,
Sinossi. Una storia “d’amore” ambientata nell’Indocina degli anni 30 tra una ragazzina “bianca” poco più che quindicenne, e un ricco uomo cinese che ha il doppio della sua età. Una storia d’amore, nella quale proprio l’amore sembra il grande assente. Eppure quel sentimento mai detto, esplode con una forza deflagrante, tanto da segnare per sempre le vite dei protagonisti. La regia è firmata da Annamaria Russo.
L’ultima novità programmata in questa edizione, sabato 27 luglio (repliche fino a lunedì 29) vedrà Paolo Cresta protagonista di Uno nessuno e centomila di Luigi Pirandello.
Sinossi. Da uno specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge un giorno per Vitangelo Moscarda, un volto di sé finora ignorato: un naso in pendenza verso destra.
Quest’avvenimento provoca in lui una profonda crisi. E infine, la consapevolezza agghiacciante che la sua immagine negli occhi degli altri è lontana anni luce da quella che egli ha di se stesso. Di qui una presa d’atto ancora più inquietante: egli non è uno, come aveva creduto sino a quel momento, ma  ‘centomila’, nel riflesso delle prospettive degli altri, e quindi nessuno.
Giovedì 1 agosto la scena sarà per L’ultima notte del Principe di Sansevero di Annamaria Russo e Ciro Sabatino, con Marco Palumbo e Andrea De Rosa.
Sinossi. È la notte del 22 marzo 1771, la notte in cui il più grande studioso, filosofo e alchimista di Napoli morrà. E’ la notte delle rivelazioni, dei segreti.
L’ultimo weekend di Brividi d’Estate 2019 inizierà, venerdì 2 agosto, con il quarto appuntamento de La Cena con Delitto, cui seguirà, sabato 3 agosto (in replica domenica 4), Il giorno dei morti di Maurizio de Giovanni, con Paolo Cresta e Ramona Tripodi, per la regia di Annamaria Russo.
Sinossi. Napoli, autunno 1931, il commissario Luigi Alfredo Ricciardi avvia un’indagine non autorizzata sulla morte, apparentemente accidentale, di un orfano.
Un’indagine che parte da un ricordo e procede a dispetto di ogni ragionevole ragione, e che rischia di far precipitare il commissario Ricciardi in un abisso di follia.
  Tutti gli spettacoli di Brividi d’estate avranno inizio alle ore 21.00, ingresso euro 16
Le cene con delitto avranno un costo di euro 30, inizio ore 21.00
Informazioni ai numeri 0815422088, mob 3473607913
Prenotazioni sul sito www.ilpozzoeilpendolo.it
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Brividi d’estate e il Sogno NAPOLI – I sogno è al centro della XIX edizione di Brividi d’Estate: un uomo muore solo quando smette di sognare.
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I poeti dimenticati tra i monti toscani
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I poeti dimenticati tra i monti toscani
Per l’amor di Dio, ci mancherebbe altro! Il Pascoli è sempre il
Pascoli e i paragoni che andrò a fare possono essere effettivamente irriverenti. Lungi da me quindi fare certi confronti impari, d’altronde certi versi come questo non s’inventano a caso:
Al mio cantuccio, donde non sento se non le reste brusir del grano il suon dell’ore vien col vento dal non veduto borgo montano, suono che uguale, blando cade, come una voce che persuade (L’Ora di Barga 1907) Comunque sia, proprio al tempo del Pascoli e nei decenni seguenti la Garfagnana ha avuto la sua bella  schiera di poeti locali, conosciuti però solamente negli ambiti nostrali e poi purtroppo miseramente ed ingiustamente dimenticati. Questo articolo allora rivuole dare lustro a tutti quei cantori di versi che per lungo tempo sono stati all’ombra del grande Giovanni Pascoli. Eppure anche quelli nella loro modestia erano poeti di tutto rispetto, dotati di tecniche metriche innate, di fantasia e di sentimenti profondi. Il tutto nasceva dalla spontaneità poichè nessuno insegnava loro come fare versi e la loro lingua non era il forbito e melodioso italiano di inizio secolo ma bensì il dialetto garfagnino che per molti secoli fu l’unico mezzo di espressione. Ci si sentiva liberi così da ogni inceppo della cultura, la creatività non veniva ostacolata e la metrica scorreva spontanea. Molti di questi personaggi erano persone particolari, estroverse e divertenti come Luigi Prosperi nato a Careggine nel 1832 e semplicemente conosciuto come il “Chioccoron”(per saperne di più leggi http://paolomarzi.blogspot.it/2014/03/il-chioccoron-il-poeta-che-oso-farsi.html). Di famiglia modesta, finita la scuola cominciò a lavorare nei campi, ma già il maestro elementare aveva visto in lui un’abilità innata nel comporre versi e la passione per la letteratura per il “Chioccoron” diventò quasi maniacale. Nelle osterie del paese non mancava occasione che gli amici lo invitassero a“poetare”, riusciva a declamare “a braccio”poesie talvolta piccanti e irriguardose nei confronti delle autorità locali, tant’è che il sindaco un giorno mandò i carabinieri per riportarlo all’ordine, il Prosperi fuggì nel bosco e dalla cima di un colle cantò una quartina rimasta memorabile:
“Son venuti gli angioletti per portarmi alle prigioni non pensavano i minchioni c’io passato avrei i colletti” 
L’apice il “Chioccoron” lo toccò quando menzionò in una sua poesia i quattro artefici dell’Unità d’Italia: Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Mazzini e Cavour, questa “composizione gravemente denigratoria” (come al tempo fu definita) giunse perfino a Roma dove fu pubblicata, arrivando addirittura nelle mani del Re d’Italia Umberto I che convocò al Quirinale il poeta garfagnino, fra un rimbrotto ed un altro il re lo perdonò regalandogli anche una banconota da 50 lire; – Comprateci il pane per la vostra famiglia!– affermò il re. Oggi al “Chioccoron” è dedicata la biblioteca comunale di Careggine. Amico e nemico del “Chioccoron” era il “Boccabugia” di Vergemoli al secolo Andrea Jacopo Vanni altro poeta estemporaneo. Rimarranno epiche le sfide del giovedì mattina (giorno di mercato) nella piazza principale di Castelnuovo Garfagnana, quando a “colpi” di versi incantavano e meravigliavano una platea divertita e numerosa. Il “Boccabugia” era così chiamato per la totale assenza di denti, ma questo non lo fermava nel suo declamare. La sua figura ironica e beffarda aleggia ancora a Vergemoli, dato che dal 1972 ogni anno la seconda domenica di agosto un concorso di poesia estemporanea vive ancora nel suo nome. Personalmente parlando, Pietro Bonini poeta castelnovese, aveva qualcosa di più degli ultime due citati. Per trenta lunghi anni scrisse versi in dialetto garfagnino, poesiole niente di più, ma avevano il pregio di essere immediate, aderenti ai fatti, alle persone e agli aspetti della natura. Nel 1916 pubblicò un libro con un titolo indovinatissimo che rispettava in pieno la sua arte popolare: “Cose da contà a vejo”: “Dico quello che penso e nulla più vojo parlà come si parla qui,  e se a qualcun qualcosa non va giù che si ni vadi a fassi binidi” Alcuni letterati parlavano del Bonini come se venisse da una famiglia agiata. Altri pensavano che non avesse nemmeno un titolo di studio e forse la tesi giusta è questa, dato che lui stesso in uno dei suoi componimenti diceva: “Da cicco mi mandavino alla scòla senza sapè che ci dovevo fà e infatti c’imparai una cosa sola: la strada per andacci e per tornà” Giovan Battista Santini (nato a Castiglione Garfagnana nel 1882) invece era tutt’altro tipo, era un’artista a tutto tondo: era pittore, scrittore e poeta.
Santini
Quando il tempo si faceva uggioso e la luce non era favorevole per dipingere i suoi quadri, allora si metteva a scrivere. Pubblicò un libro di poesie intitolato“All’ombra del torrione”, anche questo libro in rigoroso dialetto garfagnino. Una poesia di lui (fra le tante) mi è piaciuta molto, perchè attuale e perchè ci fa capire che nonostante tutto i tempi cambiano ma la musica è sempre la solita:
Politica “Se tu leci un qualunque manifesto della schifa campagna’letttorale, sia rosso, bianco, verde, o liperale  non ci n’è un che s’appresenti onesto Cambia ‘l colore ma nun cambia ‘l testo  per via che la promessa è sempre uguale: pace, lavoro; e, cosa principale, lipertà d’esse porco e disonesto. Se ci fai caso, vederai che questo lo promettono avanti l’elezioni; ma doppo, che votando, hai fatto ‘l gesto ditto sovran, di nominà i mangioni,  abbadà di stà ‘n guardia e d’esse lesto, sennò ti pijn a calci ni cojoni”
Il Togno della Nena mentre declama
Il Togno della Nena nato nell’800 fra tutti i poeti garfagnini era il più attuale e al passo con i tempi. Il professor Guglielmo Lera (uno dei maggiori esperti di cultura locale)sul periodico “La Garfagnana” così scriveva di lui:” Come tutti i veri poeti dialettali il Pennacchi canta le cose che l’hanno colpito: le conquiste spaziali, la fame nel mondo, la guerra del Medio Oriente, quella del Vietnam, il…festival di Sanremo”. A conferma di ciò la famosa legge sul divorzio del 1970 stuzzicò la fantasia del “Togno”:
Il Divorzio Bella robba davero! Ma dich’io, in du èn finiti i poveri itagliani? li vojen fa vinì peggiod’i cani, che cambin sempre cagna, giuraddio? E’ inutile che adesso il parlamento  facci la cuncurrenza al Padreterno io arispetto le leggi del guverno ma un sagramento è sempre un sagramento (ndr: della poesia queste sono rispettivamente la terza e la decima quartina sulle undici dell’intera versione) Fra tutti questi cantori non poteva mancare sicuramente Alfezio Giannotti di Eglio. La sua fu una vita tormentata, presto rimase orfano del padre e dovette quindi farsi carico di tutti i fratelli, questo non gli impedì di proseguire gli studi su Dante, Foscolo e Giusti. Nel 1911 dette alle stampe il suo primo libro di poesie, “Raffiche“. Tre anni più tardi fu ammesso ad un concorso letterario di una nota rivista dell’epoca: “Juventus”, al quale potevano partecipare solo poeti già affermati. Fu un vero trionfo, vinse su circa mille concorrenti. Dietro l’angolo però l’aspettava la prima guerra mondiale, tornò al paesello con una gamba amputata, nonostante tutto continuò a comporre poesie e a scrivere su dei quotidiani firmandosi con lo pseudonimo “il Grillorosso”. La sventura si accanì definitivamente contro di lui il 7 ottobre 1944, durante un bombardamento una granata lo uccise mentre andava a soccorrere un ferito.
Silvano Valiensi (il primo a sinistra) insieme a mio padre (il terzo in piedi)
Questo poeta invece l’ho lasciato volutamente per ultimo, perchè è  il mio preferito e perchè ho avuto l’onore di essere suo amico. Silvano Valiensi nato a Vergemoli nel 1923 (ma trasferito da sposato a Gallicano), in paese era conosciuto semplicemente come “il maestro”, era una persona che tutti amavano per la sua bonarietà-burbera dei vecchi maestri elementari di una volta. La sua fu una vita spesa in gioventù nel gruppo partigiano Valanga, nella scuola, nell’amore che aveva per le Apuane e infine aveva una forte passione per la poesia, interesse quasi sempre celato, mai pubblicizzato, tranne che in alcune rare apparizioni ai concorsi poetici. Le sue poesie infatti girano intorno a quella che fu la sua vita, la mente per esempio ritorna alle lotte partigiane e ai compagni morti:
…cari compagni miei, tutti ventenni caduti fra le rocce,in mezzo al timo e alle gialle ginestre, arsi dal sole, con su le labbra spente, le parole: “Ho dato tutto per la libertà” Non potevano mancare poesie rivolte alle sue montagne: le Apuane che amava scalare in ogni stagione: …d’estate sotto il sole mi bruciavo; d’inverno fra le raffiche del vento, fra la tormenta e il ghiaccio ero contento; di tutto il resto mi dimenticavo… Tornava anche a galla la nostalgia dei tempi andati quando: Sapeimo legge e scrice gnente male e ‘n più vangà ‘na porca (n.d.r: lo spazio fra due solchi della terra) e segà ‘l fieno (per leggere ancora di Valiensi leggi http://paolomarzi.blogspot.it/2014/05/silvano-valiensi-partigianomaestro-e.html)
Finisce qui questo breve viaggio nei poeti garfagnini di una volta, un viaggio che ci ha fatto conoscere una porzione di gente di Garfagnana che forse in buona parte ignoravamo. Quindi non è vero come dicevano una volta che la Garfagnana era terra di lupi e di briganti…ma è più giusto dire: terra di lupi, briganti e poeti…
Bibliografia:
“Il vernacolo garfagnino e i suoi poeti” di Gian Mirola. Nuova grafica lucchese 1973
“Profili di uomini illustri della Garfagnane della Valle del Serchio” di Giulio Simonini Banca dell’identità e della memoria 2009
“Faccio versi così come si cantas quando qualcosa dentro mi fa male” di Silvano Valiensi. Unione dei comuni della Garfagnana 2014
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blogtintonghop24h · 7 years
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Cái kết có hậu của người thừa kế “ngai vàng” mafia
Nhắc đến “trùm mafia”, người ta thường hình dung ra những gã tội phạm máu lạnh, mang hàng loạt các tội danh vô cùng nghiêm trọng liên quan đến ma túy, cướp bóc, giết người, khủng bố… Họ không chỉ nổi như cồn trong thế giới ngầm mà còn khiến các nhà điều tra phải mất nhiều thời gian và công sức trong việc thực thi pháp luật. Tuy nhiên, cuộc đời của họ cũng có nhiều góc khuất, đôi khi khác hẳn với vẻ bên ngoài ngang tàng. Loạt bài “Góc khuất cuộc đời của những trùm mafia khét tiếng​” sau đây sẽ hé lộ một phần thế giới không được biết đến ấy.
Luigi Di Cicco lúc nhỏ.
Người thừa kế
Năm 11 tuổi, khi Luigi Di Cicco đang trên đường từ trường trở về nhà sau một ngày học tập vất vả thì một tiếng nổ mà cậu nghĩ là tiếng pháo vang lên gần nhà mình.
"Có lẽ ai đó đang ăn mừng chăng?", cậu tự hỏi và sau đó không lâu đã có được câu trả lời.
Hiện lên trước mắt cậu là hình ảnh hai người chú ruột nằm chết trong vũng máu. Cả hai đều là thủ lĩnh các băng đảng xã hội đen và vụ nổ kia thực chất là tiếng súng trong một cuộc phục kích, thanh trừng đối thủ.
"Đó là giữa những năm 80. Thời điểm mà bạo lực, máu và chết chóc đầy rẫy trên đường phố", Luigi viết trong một cuốn hồi ký về thời thơ ấu của mình. “Đêm đó, tôi đã sốc đến nỗi hy vọng mình sẽ bị tai nạn rồi hôn mê trong một thời gian dài và thức dậy khi mọi thứ đã kết thúc. Những năm đầu đời của tôi chỉ có toàn kí ức xấu xa".
"Căn nhà của chúng tôi giống như một pháo đài với camera quan sát, hàng rào", Luigi nói. "Cảnh sát thường bất ngờ phục kích vào giữa đêm với chó nghiệp vụ, máy bay trực thăng... Mọi thứ trở nên hỗn loạn, tôi đã rất sợ hãi và chỉ muốn biến mất”.
Đó chỉ là một phần cuộc sống mà Luigi Di Cicco phải trải qua, đơn giản là vì cậu sinh ra trong một gia đình mafia.
Thị trấn Camorra được xem là cái nôi hình thành nên các băng đảng xã hội đen Tây Ban Nha ở khu vực Naples. Trong đó, tiếng tăm của gia tộc nhà Di Cicco khủng khiếp hơn cả. Cha của Luigi - Giuseppe Di Cicco được mệnh danh là “ông trùm của các ông trùm”, nắm quyền điều hành toàn bộ hoạt động tội phạm của khu vực này. Băng đảng của Giuseppe Di Cicco được mô tả là tổ chức tội phạm hàng đầu Italy, chuyên thực hiện các phi vụ giết người, bắt cóc tống tiền, buôn bán ma túy, chứa chấp cờ bạc, bảo kê mại dâm…
Giuseppe Di Cicco trở thành đối tượng nằm trong tầm ngắm của cảnh sát. Nhưng phải đến đầu năm 1985, cảnh sát mới bắt được “ông trùm” và tuyên phạt hắn mức án 18 năm tù.
Giuseppe bị bắt giam chỉ một tháng trước khi Luigi được sinh ra. Guiseppe chỉ biết mình có một đứa con trai khi thấy vợ bồng trên tay đứa bé mới 2 tuần tuổi bên ngoài song sắt nhà tù.
Suốt thời thơ ấu, cậu bé Luigi luôn cảm thấy thiếu vắng hình bóng của cha và lúc nào cũng khao khát được gần gũi ông.
Vào đêm trước mỗi chuyến thăm cha trong tù, Luigi đều hồi hộp và mong ngóng đến mức không thể ngủ. "Tôi chỉ nghĩ đến việc gặp cha. Tôi đã rất hào hứng. Tôi thầm mong quản ngục làm thủ tục nhanh hơn để chúng tôi vào. Khi đó, cha tôi sẽ xuất hiện và tôi cảm thấy mình có mọi thứ đã mất”, Luigi nhớ lại.
Nghiễm nhiên, tương lai của cậu bé Luigi Di Cicco gần như được mặc định sẽ trở thành người thừa kế “sự nghiệp” của gia đình. Thậm chí có lần nhiều người trong nội tộc đã lớn tiếng yêu cầu mẹ của Luigi phải cho cậu tham gia vào các hoạt động của dòng họ để được rèn luyện, nhằm trở thành một thủ lĩnh mới vào một ngày không xa. Cậu phải tìm lại những ngày vinh quang của bố cậu khi xưa.
"Mỗi khi đi ngoài đường, người ta lại nhìn tôi như thể tôi là tương lai của gia đình. Họ bắt tay và nhìn vào mắt tôi với thái độ tôn trọng thật sự”, Luigi nói.
Hành trình chạy trốn số phận
Tuy nhiên, mặc dù gần như cả cuộc đời gắn với nghiệp mafia nhưng Giuseppe luôn muốn con trai mình không đi vào vết xe đổ ấy. Trong tù, Guiseppe dặn vợ: “Hãy cố gắng nuôi dạy con thành người tốt, đừng để nó trở thành một “ông trùm””.
Luigi Di Cicco bên người cha mafia khét tiếng một thời trong ngày đoàn tụ.
Từ đó, bà  Maria quyết tâm tìm mọi cách đi ngược lại số phận. Bà không cho con lui tới với những bạn bè trong giới mafia của chồng. Mỗi ngày, chính bà đưa đón Luigi đến trường học và trở về nhà, tuyệt đối không cho giao du với bất kỳ trẻ em nào có dính dáng đến gia đình mafia, kể cả các anh chị em trong họ hàng nội tộc.
Ngay từ khi Luigi mới lên 6 tuổi, bà đã nói hết cho con biết việc làm tội lỗi của ông bố tai tiếng Giuseppe cũng như của giới mafia nói chung.
Ngoài ra, bà còn bán ngôi nhà của gia đình, tìm một nơi an cư khác. Chỉ trong 10 năm, 2 mẹ con đã phải chuyển nhà tới 8 lần chỉ vì những tên đàn em trung thành luôn tìm đến đề nghị được giúp sức cho người kế vị tiếp tục con đường như thủ lĩnh của họ trước đây.
Năm Luigi 7 tuổi, một lần cảnh sát đến bắt một người anh của Giuseppe vì tội buôn ma túy. Lúc đó, cậu đang trong phòng tắm và thoáng nhìn thấy cảnh ông bác bị cảnh sát còng tay dẫn đi. Nhân sự việc đó, bà Maria đã giải thích cho con trai hiểu rằng buôn bán ma túy hoặc làm giàu bằng con đường phi pháp sớm muộn gì cũng sẽ bị bắt, bị tù.
Luigi thừa nhận rằng có những lúc bị cám dỗ và có ý định buông xuôi tất cả, trở về con đường “kinh doanh” của gia đình, nhưng cuối cùng nghị lực đã chiến thắng.
Sau khi kết thúc chương trình học phổ thông, Luigi đi nghĩa vụ quân sự và sau đó tìm được công việc đầu bếp ở một thị trấn phía bắc Italy - cách xa quê hương anh.
Thời gian trôi đi, anh kết hôn rồi có con và hiện tại là ông chủ một nhà hàng nhỏ ở Camorra. Ngày ra tù, khi thấy cuộc sống bình yên của vợ con và các cháu, Giuseppe đã bật khóc vì quyết định sáng suốt của mình.
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Mời độc giả đón đọc phần tiếp theo của "Góc khuất cuộc đời của những trùm mafia khét tiếng​", vào 4h ngày 5/6/2017.
Không chỉ được biết đến với thân hình nóng bỏng Claudia còn người cầm đầu băng đảng xã hội đen lớn mạnh nhất...
Nguồn http://ift.tt/2rnQcom
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-svegliati però- il singolo che anticipa il nuovo album di tony cicco batterista dell’ex formula 3 Roma
In radio -svegliati però- il singolo che dà il nome al nuovo album “Svegliati però” è il singolo che anticipa il nuovo album di Tony Cicco, front man e batterista dell’ex Formula 3, precursore del prog e sorpresa del nuovo pop italiano. “Svegliati però” è firmato da Cicco e Luigi Lopez, autore del disincantato testo che, con le sue figure, segue il cuore pulsante della batteria di Tony. Citando le parole di “Svegliati però”, cieli grigi e mari inquieti non hanno reso arrendevole l’artista napoletano e osservando il camion che passa e se ne va, prende la sua moto per volare tra di noi.Il brano è straordinariamente attuale, uno stimolo a reagire e a non abbattersi per le occasioni perdute. “Svegliati però” è l’apripista del nuovo album, scritto con grandi autori, i compagni di una vita: Carla Vistarini, Mario Castelnuovo, Luigi Lopez.(William Molducci) Tony Cicco è un batterista cantante, compositore, autore e polistrumentista dotato di una voce inconfondibile, tecnica raffinata e spiccato senso del ritmo, che lo rendono unico nel panorama della musica italiana.Diplomato giovanissimo al conservatorio di Napoli, inizia la sua carriera negli anni sessanta suonando come batterista in vari complessi, nel 1969, con Alberto Radius e Gabriele Lorenzi, fonda la Formula 3, il gruppo storico che accompagnerà Lucio Battisti nelle 20 date del suo unico tour. Quell’anno Battisti vinse il Festivalbar e propose all’attenzione di tutta l’Italia il sound della Formula 3 con “Questo folle sentimento”, scritto da lui e da Mogol, inaugurando il successo della Numero Uno e proiettandoli ai vertici della Hit Parade. È l’inizio di una lunga e fortunata collaborazione che proseguirà con tre dischi, la vittoria al Festival Internacional da Canção Popular del 1972 di Rio de Janeiro, con il brano “Aeternum” e la produzione dell’album “La grande casa”.Pochi artisti possono vantare una collaborazione artistica come quella avuta da Tony con Lucio Battisti, che l’ha portato a diventare la voce leader della Formula 3, una band mito della storia del rock progressive italiano, ancora oggi punto di riferimento per tanti giovani musicisti. Dopo lo scioglimento della band, con il nome Cico, iniziò la carriera da solista pubblicando l’album “Notte” e il singolo "Se mi vuoi", scritto con Carla Vistarini e balzato immediatamente ai primi posti delle classifiche di vendita. Il successo fu clamoroso, il brano fu subito amato dai giovani e richiestissimo in discoteca. Seguirono gli album “E mia madre” e “La gente dice”, sempre con Carla Vistarini come autrice dei testi e con gli arrangiamenti curati da Paolo Ormi. Sul finire degli anni settanta collabora con Pino Daniele come percussionista e tastierista in due brani del suo secondo album “Pino Daniele” del 1979 e durante il tour al Festival Varadero di Cuba. In qualità di musicista ha lavorato per importanti musicisti: Pino Donaggio, Armando Trovaioli, Franco Micalizzi, Stelvio Cipriani, Franco Pisano, Renato Serio e Fabio Frizzi. Ha suonato la batteria e le percussioni in “Umanamente uomo: il sogno”, l’album di Lucio Battisti che includeva il singolo “I giardini di marzo”. Il 1990 vede la reunion de la Formula 3, con la pubblicazione di nuovi album e due partecipazioni al Festival di Sanremo con “Un frammento rosa” e “La casa dell’imperatore”, scritta da Cicco insieme a Mario Castelnuovo. Nel 2013 l’artista napoletano compone, con il testo di Carla Vistarini, “La tua Africa”, il singolo che conclude l’esperienza Formula 3. Tony ha al suo attivo un’invidiabile carriera di autore, grazie ai successi scritti per Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Peppino di Capri, Mita Medici, Caterina Caselli, Drupi e Raffaella Carrà. “La mia aurora” (2015) è stato il primo singolo estratto da “Svegliati però” (2017), il suo ottavo album da solista realizzato sempre con gli storici compagni di viaggio Carla Vistarini, Luigi Lopez, Mario Castelnuovo e di prossima pubblicazione. https://www.ipertop.it/-svegliati-pero-il-singolo-che-anticipa-il-nuovo-album-di-tony-cicco-batterista-dell-ex-formula-3-4294003853.htm?utm_medium=tumblr
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