#La settimana del Gusto
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Lei t’ha preso e ti rivolta come un calzino
Era iniziata quasi per sfida, con gli amici al bar! Blaaaah… niente di più banale, cheap! Lei, professoressa, passava sempre davanti a voi ogni giorno all’una e mezza, uscendo da scuola. Tu avevi chiuso la bottega poco distante all’una e al solito prendevi l’aperitivo con quei tre merluzzi dei tuoi colleghi commercianti vicini di negozio seduti al tavolino. Paletta per le votazioni virtuali in testa, facevate la Tac a tutte. Lei è una signora di evidente ma discreto fascino; molto raffinata. Con indosso sempre toilette e accessori di indubbio buon gusto, lasciava dietro di sé una scia di profumo che sapeva di seduzione, di buono. Ti lasciava dentro una fortissima voglia di possedere quell’animale splendido. Erotismo e fascino del proibito. “Tsè: io quella ci metto non più di una settimana a farmela…” Stendiamo un pietoso velo sulla scommessa che ne seguì. Iniziasti a cercare di agganciarla, con delle scuse stupide e accompagnandola alla fermata del bus alla fine delle lezioni.
Lei, muta e camminando di fretta, ti guardava ma ti gelava con gli occhi. Senza una parola infatti ti faceva capire: “ma che vuoi, pivello? Non vedi che stai cercando di abbordare una donna sposata e che comunque di certo non è alla tua portata? Smamma immediatamente, che ho una casa e una famiglia da mandare avanti…” Poi, come tutte le cose che capitano perché l’universo congiura e dispone per farle accadere, contro tutte le possibilità, quando avevi perso ogni speranza, a lei questo tuo interesse continuo, assiduo e insistente è iniziato a sembrare un bel gioco, un trastullo quotidiano in fondo semplice e che gratificava la sua femminilità, repressa a lungo e opacizzata dagli anni, dalla routine quotidiana. Alla fine che c’è di male? Le sembrava qualcosa cui poter pur dedicare due-minuti-due, prima di andare a casa. E camminando insieme verso la fermata, ti sei accorto che ogni giorno rallentava un po’ di più e poi ha perfino iniziato a risponderti.
Addirittura sorridendoti! Divertita… Dopo un po’ di giorni si ravviava i capelli, inclinava la testa, si fermava e ti guardava fisso negli occhi. Ti soppesava. Varrà la pena, questo bel fusto maturo? Infine, mentre sorrideva schiva, ha iniziato a mostrarti l’interno di entrambi i polsi. Un gesto molto intimo, per una donna. Lei stava cominciando a mandare tutti i segnali espliciti di apertura e resa, di fronte all’uomo che iniziava a interessarle sessualmente. Da cosa nasce cosa e quindi sei riuscito a vincere una a una tutte le sue resistenze, le diffidenze. A far cadere tutte le sue possibili barriere morali e portartela in una camera d’albergo. Hai così scoperto un vulcano di sensualità, una femmina pura e molto evoluta. Sessualmente insaziabile, espertissima nei giochi più disinibiti. Ti ha obbligato a dominarla, indossava il collare! Dolcissima. Si metteva di schiena e ti chiedeva di riempirla col tuo seme o la tua saliva. “Volevi la donna matura ed esperta, bello, no? Eccotela, adesso. Lavora duro. Guadagnati il tuo piacere.”
Inutile dire che hai perso la scommessa e con gli amici di lei non parli più. Loro hanno capito. Scommessa persa, perché per conquistarla ti ci è voluto ben più di un mese. Ed è stata una cosa difficile, laboriosa e totalizzante: la chiamano innamorarsi. A qualsiasi età. Gli amici sono spariti dal sottofondo della scena. Immediatamente. T’ha tenuto sulla corda. Solo dopo una ventina di giorni infatti t’ha dato il numero del suo cellulare. E così hai potuto instaurare un dialogo: segretissimo ma sincero, fatto di frasi gentili e spesso anche molto osè. Che a lei poi piacciono molto: ogni donna ufficialmente trova sgradevole ricevere frasi esplicite. Ma in realtà, se formulate con il suo consenso, col dovuto garbo e con rispetto, anche le frasi di passione maschile più ardite fanno decisamente breccia, nei sensi e nella psiche di una donna assetata d’amore. Prova. Si aprirà presto al tuo desiderio, vedrai. Inevitabile.
E allora oggi eccoti qui: ben cotto, come un hamburger di sabato sera al pub. Non sai proprio benissimo come “cavalcare la tigre” che hai liberato dalla gabbia. Scherza con te. Ti scrive che sei il suo giocattolo preferito, il suo tesoro di maschio segreto e adoratissimo. Hai dieci anni più di suo figlio maggiore, ma tra voi due è lei quella che sembra una ragazzina: una creatura capricciosa, innamorata e bellissima. Le brillano gli occhi, quando guardandoti si copre per tre secondi il volto e il sorriso con i capelli. Ha classe da vendere: è molto intelligente, sa come gestire questo vostro intreccio d’anime senza che la sua famiglia o chiunque attorno a voi ne abbia a soffrire. Pegno d’amore segreto, ha voluto che tu assistessi senza reagire in alcun modo a un suo ultimo rapporto con l’amante storico. L’uomo di cui tu ignoravi l’esistenza e che avrebbe congedato di lì a poco, per dedicarsi solo a te.
Lui piangeva, mentre la scopava continuando a desiderarla da morire. Invece tu, nascosto tra i cespugli, la guardavi godere in macchina. Bellissima: un capolavoro di sensualità e calore femminile. Ti guardava negli occhi, sotto i colpi di quell’uomo, un vecchio ma valido stallone: suo cognato vedovo da anni, il fratello di suo marito. L'uomo che comunque avrebbe abbandonato al suo destino di lì a poco. Lui ha dovuto farsene una ragione e passarti il testimone. Era distrutto dal dolore, ma la sua bellissima fica comanda. Ti spompa. Ti consuma letteralmente. È molto esigente e devi tornare subito rigido, dopo esserle venuto dentro. Ti lavora a lungo e infine ti beve con sete e arsura di gola. Lei ama da pazzi farti sborrare nella sua bocca e giocare con il tuo seme, prima di ingoiarlo. Poi ti sorride e ti bacia, giocando di lingua in modo sapiente. E tu non puoi fare altro che irrigidirti nuovamente. Lo fa apposta.
A volte sei addirittura spaventato: ti sembra di avere a che fare con una troia da bordello, di quelle di una volta. L’avresti mai immaginato, quando inarrivabile e altera vi passava accanto al tavolino del bar? Arriva a casa tua, ti fa spogliare nudo e t'accarezza il petto pieno di peli, arrivando piano al tuo inguine. Ti mordicchia i capezzoli. Sei esasperato dalla voglia. La tua mascolinità è tesa: vorresti possederla subito, ma lei invece ti fa cenno di aspettare e sederti sul divano. Si toglie la gonna e siede comoda su una poltroncina. Si tocca la passera con trasporto e grande passione autoerotica. Fa l’amore con sé stessa. È indubbiamente uno spettacolo per cui ringraziare Dio. Ti fa eccitare, ti intima di non avvicinarti, se non quando te lo permetterà. Addirittura, alcune volte dandosi piacere davanti a te lei è venuta, rapidamente s’è rivestita e poi, senza neanche farsi sfiorare dalle tue mani o dalle tue labbra, ha preso e se n'è andata, voltandosi solo un attimo per sorriderti. Sadica.
Allora tu non hai potuto far altro che respirare la sua scia di profumo lasciata nella stanza. Sei pazzo del suo corpo caldo e ancora splendido di mamma e sei stupito da quante cose ti insegna: ogni giorno una tecnica nuova, una nuova modalità di eccitazione e trattenimento del pene nei suoi adorati anfratti. Ti ha fatto prendere confidenza con le tecniche di stimolazione anale del maschio. Stai seguendo un vero e proprio corso di laurea in amore e sessuologia pratica! Gioca a fare la preda, cerca di protrarre il rapporto sessuale il più a lungo possibile. Di posticipare il tuo orgasmo. Le piacciono tutti gli elementi della dominazione e ti insegna come far godere una donna, come liberarla progressivamente da ogni inibizione. La sua pelle t’ha stregato. Sei divorziato, sei stato sposato, ma una donna così preziosa e che trasudi eros da ogni poro non l’avevi mai conosciuta, prima.
Piccoli passi d’amore: ogni giorno diventi sempre più esperto, dedito a lei e innamorato. La situazione inizia a farsi pericolosa per entrambi: sei diventato addirittura… geloso! Le hai chiesto infatti di non far più l’amore con suo marito. Ora lei sta pensando a come instradare e canalizzare propriamente le tue pulsioni, senza ferire il tuo amor proprio e il tuo morboso attaccamento. Però mantenendo comunque viva e tranquilla questa coinvolgente relazione segreta. Senza che il suo coniuge debba restare umiliato. Lui infatti, ignaro di tutto, la scopa contento e felice ogni volta che lei vuole. Perché lei di sesso ne vuole tanto. E spesso. Volevi un’avventuretta e invece ti ritrovi… nell’occhio del tornado! “Bisogna stare attenti a formulare dei desideri: c’è il concreto rischio che si avverino.” E poi, visto che non si può evitarla, comunque bisogna imparare a danzare sotto la pioggia. Con naturale leggerezza.
RDA
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Anche se sorpassato, seguito ad amare il mondo "analogico" d'un tempo. Lo trovo poetico. Quella poesia piena di riconoscenza, di euforie e ricordi andati. Confesso che provo tanta tenerezza per quei televisori a tubo catodico che vedo avviarsi, mesti mesti, verso la discarica o per quei giradischi che hanno finito la voce. Come ho provato un colpo al cuore quando ho visto la serranda chiusa di quel negozietto storico nel quartiere Prati. Avevano rimosso anche quell'insegna anonima che campeggiava sopra la serranda: Assistenza HI-FI. Per tanti come me era il negozio dove si riparavano gli “stereo”. Ma certo, chiamiamolo ancora una volta così, come quando ce lo regalavano al liceo. Quell’insieme di giradischi, amplificatore, piastra e casse acustiche, che collegato da cavetti, ci ha fatto sentire la musica che ci piaceva e che ha formato il nostro gusto, come mai più niente ci è riuscito. Li' dentro si riparavano oggetti meravigliosi di un’altra era tecnologica. Entravi e sentivi Mario che parlava, eppure era da solo. Parlava con i condensatori, i transistor, i circuiti integrati, le cinghie, i cursori, piegandoli alla sua volontà. Mi piaceva quel suo modo sempre carico di speranza: "Dai, lascialo li e vediamo che si puo' fare. Chiamami la prossima settimana!”. Riparare..Riparare..mi piace da matti questa parola. Riparare a un torto, a un errore, riparare oggetti che hanno molto da raccontare. Ah, se potessero parlare!! Racconterebbero di come, sconquassati da acne giovanili, mettevamo trepidi il braccetto su un disco dei Pink Floyd, sperando che in 5 minuti la biondina del “I A” ci notasse, o di quando il nostro Galactron da 100 watt per canale sparò tutta la sua potenza al massimo dalle ESB100 sulla nostra versione di Tacito, uccidendola, poveretta. Ebbene si! Ancora amo quel tempo! @ilpianistasultetto
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Con già i suoi germogli nell'umida terra
Quest'anno, per la prima volta nella mia vita, non ho ascoltato le canzoni natalizie già da ottobre, né lo sto facendo ora, ad un passo dall'Avvento. Pur continuando ad amare ardentemente questo periodo di festa, non bramo più di farlo accadere prima del suo tempo. Da quando la scorsa primavera ho intrapreso un cammino spirituale, è come se stessi nascendo di nuovo e la percezione cronologica degli eventi è stata la prima a cambiare: paradossalmente, infatti, a livello pragmatico questo 2024 è stato l'emblema della stasi, specie se paragonato all'anno precedente; eppure, dal punto di vista interiore è stato così intenso, che ho cominciato a percepire ogni settimana sempre più incredibilmente ricca, sfaccettata, lunga. Se prima mi mangiavo i giorni e vivevo nell'attesa di momenti migliori, o facevo traboccare l'agenda per non fermarmi mai, adesso mi gusto ogni attimo, anche se impregnato di dolore, paure, fatiche. Questa domenica sarà la prima dell'Avvento, ma la vedo laggiù, ad esattamente cinque giorni da adesso, perché so che, indipendentemente dal quantitativo di impegni, perfino un tale breve lasso di tempo palpiterà di accadimenti. Sarà un'altra settimana lunga, tra ricadute e nuove conquiste, incontri di sguardi e cuori, abbracci e silenzi, molte pagine da scrivere, foglie ingiallite restie a volare, raduni di uccellini affamati, aria fredda e pungente nei polmoni, sogni fumanti da tazze roventi, pallide attese, fiamme crepitanti di speranze impazienti, ansie nebbiose, dolori tumulati in bulbi dormienti. Un tempo pieno di vita, un presente reale, con già i suoi germogli nell'umida terra.
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DRAMA QUIZ 2024
Ma salve!
Siamo pronti per il quiz di fine anno? @lisia81 @veronica-nardi @ili91-efp @suzuran-s-rooftop
E' l'ora di tirare le fila di quest' annata e come sempre, non vedo l'ora di leggere le vostre risposte mentre prendo appunti per aggiungere o sfoltire drama dalla mia lista.
Sperando che a sto giro vi sia andato bene e che abbiate trovato molte perle, vi lascio al quiz:
il Quiz prevederà 24 domande + il BONUS e come sempre per dubbi sulla struttura delle risposte ( ossia come organizzarla) vi rimando ai quiz degli altri anni (qui).
Vi lascio lavorare ricordandovi le poche regole: che copierò ed incollerò dalle annate precedenti perché sono pigra.
1) Valgono solo i drama visti quest'anno, ossia dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2024
2) Il quiz va completato e postato entro il 31 dicembre
3) Potete considerare anche i rewatch
4) è buona norma rispondere inserendo la risposta ed il perché . Ad esempio nella domanda 10 ( il drama che ti è piaciuto di meno ) oltre che al titolo, ad esempio Goblin, è cosa buona scrivere anche il perché. Come ad esempio il fatto che si è trovato lento o che non ci sono piaciuti gli attori o cose così.
5) Segnalate gli spoiler. Quando volete scriverli basta inserire [SPOILER] all'inizio.
“Es: … la serie che si chiude con [SPOILER] la morte del protagonista preso a bastonate dalla sua ragazza è stata straziante. ” [FINE SPOILER]
Bene, iniziamo:
1) Il drama più bello che hai visto quest'anno
2) Una serie che secondo te, merita più conoscenza
3) Il finale peggiore
4) Il protagonista maschile preferito
5) Il personaggio più odiato
6) La protagonista femminile preferita
7)Il peggior villain
8)Una bromance/sisterhood che ti è piaciuta parecchio
9)La storia d'amore che ti ha fatto battere il cuore
10) Il drama che ti ha fatto pensare di aver buttato del tempo prezioso
11) Una serie che meriterebbe un sequel
12) Drama droppati? Perché?
13) L'ambientazione più bella
14) L'attore e l'attrice che ti sono piaciuti parecchio
15) Il peggior bacio
16) L'attore e l'attrice la cui recitazione proprio non ti è piaciuta
17) Un must see che devi ancora vedere
18) Un drama dove hai tifato per il Second Lead
19) Un personaggio che vorresti resuscitare
20) Il miglior Bacio
21) La storia d'amore peggiore
22) Il miglior villain
23) Un drama con un finale dannatamente soddisfacente
24) Un bellissimo team
Per quanto riguarda la domanda BONUS:
Come è andata quella dell'anno scorso? siete riusciti a rispettarla? è stato difficile?
Per quest'anno ho pensato ad una cosa un po' più particolare e che prende spunto da una "mia" esperienza personale che mi è piaciuta parecchio.
Qualche settimana fa su Facebook ho partecipato ad una mistery box a tema drama: la sfida era vedere una serie scelta da altri, ad estrazione...casuale.
Di solito quando guardiamo una serie lo facciamo perché attirati dalle trama, dal cast, dalle ambientazioni o anche dal mood di quel momento. Inseriamo in lista "serie che vogliamo vedere" lasciando che sia il nostro gusto o istinto a guidarci. Non guarderemo MAI una serie che proprio non ci ispira.
In questo caso invece, mi sono letteralmente lasciata trascinare dalla corrente, curiosa di vedere cosa il fato mi avrebbe riservato ed anche di scoprire cose nuove. E devo dire mi sono piacevolmente divertita.
Ecco perché vorrei farvi "provare quest'ebrezza" proponendovi per l'anno 2025, di guardare un drama "casuale". In questo caso, per semplificare le cose, ho scelto 24 drama - thai, giapponesi, cinesi e coreani - da massimo 40 episodi, tutti con il voto sull'otto su MyDramalist - sono drama piuttosto conosciuti - e visionabili o su Viki o sui forum come le Rama Oriental. I loro generi variano dalla commedia romantica al thriller, passando per il mistero, l'azione ed il fantasy. Ma anche genere Life e storici. c'è ne per tutti i gusti
Se volete provare, nel post di risposta a questo quiz, scrivete un numero da 1 a 24 compreso ed il 1 Gennaio scoprirete cosa avete pescato. Che dite...si può fare?
Vi ringrazio moltissimo e aspetto le vostre risposte.
Ah, BUON NATALE!!
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4 sfondi di 4 giorni importanti:
- la piena sessione, il caldo che può solo emanare il cemento torinese dentro una stanza all’ottavo piano, i capelli bagnati e le gambe alzate, un libro su casi clinici neurologici, la notte che cala dolce, il cielo che si riflette nella stanza, sto bene, sento che vivo, magari ci starebbe una granita
- compleanno, un quarto di secolo, nutrirsi di cose buone e nutrirsi del buono che c’è, girovagare per Torino e atterrare sotto un noce del Caucaso, salirci sopra e stare a penzoloni, reggersi sulle proprie gambe e imparare a non farlo, celebrare un giorno che è una vita ma nulla di serio dopotutto, essere presenti, essere vivi
- lo scorcio dopo tanti km, fare un cosa perché ti andava, fare qualcosa perché ti piace, fare qualcosa anche se non l’hai programmata bene, fare qualcosa perché ti fa stare bene, fare per il gusto di scoprire, perdersi perché poi in qualche modo ci si ritrova, l’importanza degli snack nello zaino ma anche ti mangiare le more per strada, la sensazione bella di fare fatica
- fine di una sessione, il ritorno a casa per qualche settimana, adattarsi a ritmi di altri, a cibi diversi ma regole vecchie, il calore dei campi e la calma che solo qui c’è, la voglia di fare, la voglia di vivere, le cose che posso fare solo qui, le persone che posso vedere solo qui, il respiro che torna ma poi manca, il riconnettersi per poter ricominciare
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Lascialo andare
“C’è questa cosa che non avevo mai capito nella vita e l’ho scoperta molto tardi… E che tu ti giochi una buona quantità delle tue possibilità di stare sul pianeta terra, con felicità, te la giochi sulla capacità che tu hai di lasciare andare le cose: hai perso gli occhiali? Lasciali andare… Hai perso un amico? Lascialo andare… Hai vissuto un momento di felicità bellissimo con un amico? Ecco, il pensiero è sempre rivediamoci la prossima settimana… Lascialo andare”
(Alessandro Baricco)
Veniamo al secondo punto che ho messo online in questi giorni, tutto scaturito casualmente da due post micidiali che una mia cara amica ha intercettato (non volendo?) e mi ha rigirato. Sul primo (scegliere tra voler bene o amore) ci tornerò un'altra volta.
Lasciare andare… quando non si ha alternative, quando si è messi dinanzi a un prendere o lasciare è sempre un "lasciare andare". Semplicemente non hai scelta. Non puoi fare diversamente. Non esisti più nella sua vita, o almeno non esisti come ti eri prefigurato fino a qual momento. Soprattutto come nel mio caso, dove entrambi esistevamo, ma camminando su un filo invisibile, un funambulismo di esserci senza esserci, di essere un riferimento per l'altro anche senza esserlo ufficialmente, con uno dei due smaccatamente alla ricerca di una conferma dell'altro e con l'altro (io) che, stupidamente e soprattutto per un malcelato orgoglio, manteneva il punto per non voler (ri)cedere. Non é stato solo orgoglio ma soprattutto paura, maledetta paura di rivivere tutto ciò che c'era stato di pessimo tra noi due e che aveva lasciato alle nostre spalle solo macerie, con cui fare i conti ancora oggi (ad esempio mia figlia: come ho potuto avere piena conferma durante un breve confronto "a cuore aperto" in questi giorni). Lasciare andare non è mai facile. É bello a parole. Bello quando come il signor Alessandro Baricco, scrittore elegante, probabilmente scialacquatore nella vita di amori, occasioni furtive e non, passioni brucianti e bruciate, si permette alla fine della "sua" giostra, di poter dire che ha capito che la miglior teoria da adottare nella vita é il "lascialo andare". Lo puoi dire e fare, a mio parere, con nochalance quando hai preso tutto dalla vita o quando hai raggiunto la saggezza di un vecchio buddista tibetano e quindi sei in grado di sfoggiare il gusto del distacco per le cose terrene, per le cose belle o brutte che hai vissuto, perché intanto il tuo sguardo è ormai proiettato in avanti. Potrei arrivare a dirlo anche io (chi non ne é capace?) quando ciò di cui si sta discutendo non è la nostra vita ma quella degli altri. Da buon salottiere, semmai con un bel bicchiere di vino in mano, potremmo permetterci di pontificare sulla vita altrui, non su quella nostra, annotare le cose giuste e sbagliate, "consigliare" ciò che andrebbe fatto rispetto a quello che abbiamo fatto. Ma alla fine tutto si riduce ad una lotta impari col proprio sentire, col proprio vissuto, con quello che si è radicato intorno a quella idea di amore (purtroppo a volte è solo un'idea di amore e non l'amore) e della quale non riusciamo proprio a farne a meno. Entrano in ballo ricordi, sensazioni, non sempre positive, parole non dette (questo è un altro tema… "le parole che non ti ho detto") emozioni, tutto un fardello che grava sul cuore, sulla mente e che anche una scissione chirurgica e radicale, operata "all'improvviso" sulla tua vita, non riesce a dissipare, tanto più è stato traumatico l'evento.
Quanto sono state traumatiche le vicende che mi hanno interessato? In fondo lo sapevo che prima o poi sarebbe successo. In fondo era un qualcosa che andavamo ricercando entrambi, perchè questo cordone ombelicale invisibile, che ci teneva (che mi tiene) inscindibilmente uniti ormai era diventato ingombrante per entrambi. Non ci faceva vivere (non mi ha fatto vivere), ci teneva saldamente ancorati l'uno all'altro nonostante gli sforzi fatti per staccarsi (lei è stata indubbiamente molto più brava di me e non una sola volta). Ho finito per elevarla a simulacro, un punto irrangiungibile di confronto, che mei fatti solo una persona molto intelligente è riuscita a dimostrarmi, rispetto al quale tutte le persone che ho incontratto successivamente venivano meno. Semplicemente non erano lei. Per cui tutto annunciato, tutto previsto eppure…? eppure mi sono ritrovato per l'ennesima volta impreparato… per la seconda volta ho sentito un sonoro schiaffone arrivarmi in faccia, nonostante io andassi predicando altro. Pensavo davvero di aver raggiunto l'agognato distacco, di essere riuscito a superare il legame, a proclamare un dignitoso distacco ed equilibrio, perché riuscivo a vederla, frequentarla, fare cose con lei senza apparente tensione sessuale e affettiva. Ero orgoglioso di me. Dopo due anni di duro lavoro, anche psicoanalitico, ce l'avevo fatta. Non ero riuscito ad applicare in toto la teoria del "lascialo andare" ma ero convinto di aver instaurato un rapporto dignitoso di mero equilibrio affettivo (assolutamente non amicale come lei in maniera "stupita" è andata affermando dopo). E invece così non è stato: mi sono ritrovato in pochi secondi dall'augurarle tutte le fortune del mondo a morire dentro, ancor più della volta precedente, ma questa volta senza apparente dolore. Ed infatti a ripensarci non è stato dolore: più rabbia e delusione verso me stesso, incapace di nuovo di non saper razionalizzare se non dopo questo lungo excursus di ricordi e pensieri, di non saper accogliere la notizia per quella che era… un "lascialo andare" annunciato e farne un dramma esistenziale, una pseudo tragedia napoletana, tutta vissuta interiormente, in cui ho finito col consumare le residue energie che avevo fin qui accantonato.
Lascialo andare… ah, a saperlo fare. Ma dovrò gioco forza apprendere anche questo: lascialo andare per non perdere ulteriori attimi di felicità.
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Storia Di Musica #284 - Scorpions, Lovedrive, 1979
L’heavy metal è senza dubbio il serbatoio più grande da cui attingere storie di copertine controverse. Alcune erano davvero spaventose, ma per la maggior parte dei casi non accompagnavano un disco musicalmente degno, per me ovviamente, di apparire nella rubrica. Ma una band, tra le più longeve e di successo del genere, potrebbe stare in un ipotetico podio delle scelte controverse per le proprie copertine, scelte amplificate da un notevole successo della loro musica. Siamo ad Hannover, dove fin dalla più tenera età, siamo a metà anni ’60, i fratelli Rudolf e Michael Schenker strimpellano musica, per lo più coverizzando canzoni straniere, le più in voga dei momenti. Nel 1970 scelgono un cantante, Klause Meine e diventando gli Scorpions iniziano una gavetta formidabile per i locali dell’allora Germania Ovest, che dura fino al 1972, quando registrano il primo disco, Lonesome Crow, che è pubblicato nei primi mesi del 1973: è già un hard rock originale, dove sono chiari i riferimenti (la title track per esempio è chiaramente ispirata a Hendrix), iniziano a farsi notare. Nel 1974 entra in formazione Ulrich Roth alla chitarra solista, al posto di Michael Schenker che passa agli UFO. La sezione ritmica è rinnovata con il bassista Francis Buchholz e il batterista Jürgen Rosenthal. La band pubblica in questa formazione prima Fly To The Rainbow e poi In Trance, con il lavoro prezioso alla produzione di Dieter Dierks, che mise mano a molti gioielli del Kosmick rock, che inizia a trovare i giusti equilibri, primo fra tutti la scelta di ballate rock, che diventeranno uno dei punti forti degli Scorpions. Nel 1977 la copertina di Virgin Killer (la quale mostrava una ragazza preadolescente completamente nuda con un effetto di vetro rotto proprio nella zona dei genitali, di dubbio gusto), scelta che fu accusata di simpatie pedofile, poteva benissimo essere scelta per questo mese di copertine particolari, anche perché oltre lo scandalo, il disco è bellissimo, con canzoni famose come Pictured Life, In Your Park, Backstage Queen e Polar Knights. La copertina tuttavia li fa per la prima volta conoscere fuori dai confini tedeschi. Il 1978 è un anno decisivo: Taken By Force fu il primo album degli Scorpions ad essere pubblicato negli Stati Uniti dalla RCA Records, l'etichetta internazionale del gruppo. Il singolo Steamrock Fever ottenne un ottimo successo radio e il disco vendette abbastanza. Roth non era però contento del lavoro dell'etichetta discografica e, in disaccordo con gli altri membri, decise di lasciare il gruppo durante il primo tour giapponese degli Scorpions. Da tre concerti a Tokyo fu realizzato un album live intitolato Tokyo Tapes che fu pubblicato in tutto il mondo e che contiene una meravigliosa per quanto sgangherata versione di Kojo No Tsuki, brano tradizionale giapponese, contato con improbabile acceto nippo-teutonico da Meine. Nel 1978, dopo una lunga serie di audizioni, Matthias Jabs divenne il nuovo chitarrista degli Scorpions in sostituzione di Roth.
Con la nuova formazione, passano alla Mercury e Michael Schenker, che era stato qualche settimana prima espulso dagli UFO a causa della sua ubriachezza, tornò nel gruppo per un breve periodo e partecipò alle registrazioni di un nuovo album. Lovedrive, che esce nel febbraio del 1979, è uno dei capolavori dell'hard rock degli anni ’70. Per la prima volta, inoltre, la band viene ufficialmente riconosciuta capace di buona musica, in un rapporto con la critica sempre piuttosto strano, dove spesso venivano un po’ presi in giro (come tutto l’heavy metal nascente, che si affermerà davvero solo dagli anni ’80). L’album, prodotto dal fido Dierks e composto da 8 brani, inizia con la potenza e il ritmo di Loving You Sunday Morning; Another Piece Of Meat è ancora più veloce e feroce, e parla apertamente di occasioni: "She said: "Take me home."\I need love so strong\Come on and knock me out, oh!\I've been too long alone\I want hot love, you know, and I need it now!". Always Somewhere (che in verità assomiglia a Simple Man dei Lynyrd Skynyrd) è una delle loro ballate meravigliose, forse la più famosa che poi sfocia nello strumentale, magistrale, Coast to Coast. La seconda parte del disco è composta dalla potente Can’t Get Enough ,Is There Anybody There, la title-track e Holiday. Is There Anybody There è una delle loro migliori ballad, con la voce di Klaus registrata due volte (in modo da avere l’effetto di sentire 2 voci differenti) che fa davvero un ottimo effetto e dai ritmi un po’ reggae, stile che stava esplodendo proprio in quei mesi. E menzione speciale per Holiday il cui arpeggio iniziale diventerà scolastico per tutti i metallari futuri. Ma ancora più leggendaria fu la copertina, bellissima, spiazzante e ovviamente censurata: sul sedile posteriore di una berlina ci sono, ben vestiti, un uomo e una donna. La donna ha una profonda scollatura, un seno scoperto da cui parte una gomma da masticare allungata dalla mano dell’uomo, che probabilmente l’aveva appoggiata lì. Sul retro, i due sono fotografati sorridenti, mentre la donna mostra una foto incorniciata della band e il seno scoperto su un lato. Autore della copertina, la mitica Hipgnosis di Storm Thorgerson: la copertina fu un primo momento coperta con il solito cartoncino marrone, in un secondo momento sostituita con un'altra, del tutto anonima, fatta probabilmente in 5 minuti, con un orrendo scorpione blu su sfondo nero (soprattutto per il mercato americano, che vi mostro qui sotto).
Il disco fu un successo sia in Europa, dove fu disco d’oro in Gran Bretagna, Francia e Germania, e perfino in America, dove entrò in classifica da Billboard. Con questa formazione, gli Scorpions diventeranno delle colonne del genere, registrando 6 album in un decennio, con alcuni capolavori assoluti come Blackout (1982), Love At First Sight (1984), Crazy World (1990) che contiene la loro canzone più famosa, Wind of Change, ispirata alla caduta del Muro di Berlino e ai cambiamenti politici della galassia sovietica.
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Uno dei buoni propositi che sto mettendo in pratica più spesso in questi giorni è provare nuove ricette, l'ultimo è stato un dahl di lenticchie rosse ieri sera con una mia amica in videochiamata. Lei preparava da casa sua, io da casa mia, tra una mescolata e l'altra abbiamo fatto più chiacchiere che cucinamento e alla fine comunque è venuto buono, credo. A me è piaciuto e tanto basta, ma era la prima volta che lo assaggiavo, quindi non so se ha la consistenza e il sapore che "dovrebbe" avere XD
È un po' strano come gusto, con il latte di cocco e il curry, sembrava il sugo dei gamberetti che faceva una volta il nostro vecchio ristorante cinese. Non avevo mai usato il latte di cocco così, e non sapevo nemmeno bene quale scegliere perché quelli da bere hanno una bassissima concentrazione rispetto al brick da 200 ml del reparto "roba etnica", che stava però a 15 euro al litro >_< alla fine li ho presi tutti e due, ma quello giusto è quello più denso del brick, con il 56% di cocco. La mia amica l'aveva in lattina, devo vedere dove altro posso trovarlo.
La prossima volta voglio provare anche con la farina di cocco, chissà se frullando bene viene giusto... lo scopriremo solo provando u_u che poi è anche il senso del proposito, e male che vada sbagliando si impara, no?
L'altro giorno invece ho finalmente fatto la marmellata con dei vecchissimi mandarini aspri e pieni di semi che ho ostinatamente conservato in frigo per un mese apposta. Dovevo provare la macchina del pane (che fa anche le marmellate appunto) prima di darla a mia mamma, dato che la sua si è rotta e la mia è uguale, ma non la usavo da un sacco. Poi lei ha detto che non la vuole più perché vuole che continui a usarla io e quindi ora ho un motivo in più per sperimentare di nuovo anche con il pane e le marmellate. Qui ho aggiunto una arancia della stessa età dei mandarini (un poco mollacchia ma ancora buona di sapore), un po' di succo di limone (questo era mezzo limone più giovane, "solo" della settimana prima XD), metà peso di zucchero e qualche cucchiaio di agar agar, che avevo un paio di bustine che stanno per scadere perché non faccio marmellate da una vita e ho scoperto che sono dosi tipo per millemila vasetti quindi vabbè poi semmai li userò da scaduti e amen. Tanto è un "preferibilmente entro" quindi si può fare, dai. Raga, la mia cucina è piena di ingredienti anziani, combinazione di buone intenzioni e poco tempo e procrastinazione cronica u_u però non ho ancora avvelenato nessuno, giuro!
La marmellata comunque è venuta buonissima ^_^
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Serenitea Shop | Snow covered Kiss
Xiao (Genshin) x f!reader
italiano
Modern AU
Serenitea shop >
- Per me un te alla menta grazie! - Chiese Yanfei con fare cortese. - Oh no scusami oggi ho solo caf..- - AH-HA! - intervenne la sua ragazza puntandomi il dito in modo inquisitorio, le larghe maniche svasate della sua giacca dondolavano davanti alla mia faccia. Indossando poi il più malizioso dei sorrisetti commentò. - Avrei giurato di aver sentito specificatamente "Té mandorla e cannella" poco fa.-
Colta sul fatto la mia faccia inizio a tingersi di rosso per l'mbarazzo. Già, perché per quel qualcuno, il the c'era sempre. - Allora come possiamo avere questo privilegio? Diventare musicisti? Far parte della famiglia Alatus? Oppure bisogna chiamarsi Xia..- - Shhhhhhh - mi allungati a coprirle la bocca. - Oh! Tao! È ancora lì! - bisbigliai indicando nella direzione del soggetto della conversazione. - Oooh, hihihihi.- sogghignò di gusto, - sembrerebbe che ci abbia azzeccato. - La compagna dai capelli rosa si rivolse a me con tono di scuse - Non fa niente per il the e... Mi scuso a nome di Hu Tao, è più forte di lei non riesce proprio a farsi i fatti suoi. - susseguì un offeso "Hey" della fidanzata. - No ma figurati, ha ragione! - scossi la testa sconsolata. - Sono arrivata ad un livello imbarazzante... -
Gli occhi ambra furbetti della ragazza si addolcirono e con genuina curiosità chiese - Come mai non gli chiedi di uscire? È sempre qui! Sono sicura ricambi! - - Già fatto!- sospirai ripensando alla settimana prima.
~ Ormai aveva imparato a memoria quando sul menù c'era il SUO tè, e così, a furia di incontrarlo settimana dopo settimana, avevo finalmente preso coraggio. Con mano tremante mentre gli porgevo la sua tazza lo guardai diritto in quei suoi occhi color miele e gli feci la fatidica domanda. - Ci conosciamo da un po' adesso eh? Mi stavo chiedendo,... Ecco,... tu mi, piaci, molto!e quindi...sì... ti andrebbe tipo di... uscire?-
Vidi le punte delle orecchie che sporgevano dai morbidi capelli diventare sempre più rosse e il suo volto si illuminò. - Oh, eh-hem... Sì! Mi piacerebbe. G-grazie, ti apprezzo mol... APPREZZO molto, la tua offerta!? - Altrettanto estasiata feci un sorriso tanto grande da sentire male alle guance. - D-davvero? Allora, che ne dici di... domani sera? Al porto fanno bancarelle e musica. Potremmo stare lì, ballare e se c'é troppo casino prendiamo da mangiare e ci allontaniamo.- gli proposi terminando con tono consapevole del leggero disagio sociale del ragazzo. Aprì bocca per dire qualcosa ma ritirò il fiato. E quella rara solarità sul suo bel viso, sì spense.
~ -...band, lavoro, aiutare i club di scuola, andare da suo padre,... Non un giorno libero vi dico! Tralascia anche il tempo per sé e la sua salute. -Finii di raccontare alla coppia. - Quindi, per darvi una scusa di incontrarvi in giro gli porti sempre l'unica cosa che beve sul menù.- assunse correttamente Yanfei. I due frappuccino che avevano ordinato mentre raccontavo erano pronti, glieli porsi insieme alle mie scuse -Argh! Sono pessima ragazze, vi sto usando come valvola di sfogo... Perdonatemi.- - Ma di che ti scusi? Come se io non abbia fatto gli stessi drammi per Yan..- - Che drammi avresti fatto per me?- interruppe la ragazza dai capelli rosa ricordando a Hu Tao della sua presenza. - COMUNQUE, sta sera. Wangshu Inn. 22:30. - Continuò la mia amica dallo stile gotico. - Sì. Capo.- risposi facendole il verso.
Una volta tornate a casa e preparate per l'occasione ci ritrovammo a salire le scalinate di legno del peculiare edificio. Era uno tra i più belli e peculiari della zona in architettura e intrattenimento offerto. A guardare sembrava avessero impilato 3 palazzine prelevate dai quartieri di Pechino. Un'incrocio di finestre, pezzi di tetti spioventi, e balconate, tutto costellato di di luci dai toni caldi e lanterne rosse. Sembravs partorito dalla fantasia di Ayao Miyazaki. Ad ogni piano vi era qualcosa di diverso: una sala giochi, un ristorante un nightclub, e sulla cima un'osservatorio. Un'edificio rinomato di proprietà del signor Bowseichouse, fratello maggiore di Xiao, nonché, luogo di lavoro di quest'ultimo.
- Ricordami perché non abbiamo preso l'ascensore? - sbuffò Hu tao. - Queste sono gratis, i tuoi 6 mesi di palestra costano 15'000 mora. - ribattei. Arrivammo finalmente al secondo piano, una fila ad attenderci. Guardai nei vari angoli in cerca di volti famigliari alle porte e fortunatamente intravidi il ginger. - Arrivo subito. - avvisai la mia compagnia.
- Prego, entri pure. Documento per favore, ben... Oh! Hey girlie! Venuta riprendere il tempo perso oggi senza la mia compagnia? - Distolse lo sguardo dalla fila Childe. - Ma certo! Se poi nel frattempo fai passare avanti le mie amiche, tutto okay giusto? - Ridacchiando mi avvolse in un abbraccio laterale. - Ma certo! D'altronde e colpa di una mia distrazione. - scherzò facendo finta di non vedere. Allungai il braccio a richiamare la coppia e chiacchierai per un po' con il collega di Xiao. - Non è giusto! - si lamentarono ragionevolmente le ragazze in cima. - Permesso speciale! È la cognata del grande capo d'altronde.- rispose convinto il bodyguard. - Ma magari...- sospirai arruffandogli i capelli per dispetto. Dopo un breve controllo, entrammo ed immediatamente incrociai lo sguardo proprio con la mia crush. Si trovava di schiena al ragazzo ginger, nel muro interno dell'edificio. Le orecchie e guance erano rosse, ma l'espressione era quella seria di sempre.
- Buonasera Alatus. - salutò reverente Yan Fei. - Ya-hoo!- si annunciò in allegria Hu Tao. - Ciao Xiao, non sapevo fossi di turno sta sera.- sorrisi calorosamente - fino a che ora? - continuai cercando di sviare la causa del nostro comune imbarazzo. Fece un cenno alle ragazze prendendo le loro giacche e mi rivolse un sorriso prima di riporle. - Ho appena iniziato, rimango fino a chiusura. - porse loro il numero di appendiabiti e si girò di nuovo da me. - Tu tieni tutto? - . - Ah giusto! - mi tolsi goffamente le giacche. Il rossore che si era finalmente dissipato ritornò vivo anche sulle sue guance. Lui mormorò: - Stai...molto bene sta sera. - e si affrettò a recuperare gli abiti sfiorando la mia mano. - Grazie, gentilissimo. - risposi ridacchiando timidamente.
- Allora? Ci muoviamo? - arrivarono le voci zittite del resto della clientela in entrata. Mi scostai per lasciarli passare. - Ti...tu...Fino a che ora rimarrete? - balbettò affrettandosi a recuperare i vestiti dei visitatori. - Non saprei onestamente, ragaz...- e quando mi girai per chiedere notai che se ne erano andate. - Er... Penso alle 2/3, dipende dalla sopportazione di Fairy,... Er...Yan Fei.- - Non le piace? - disse riferendosi al tipo di serata che si prospettava essere. - Oh no! È brilla Hu Tao che non le piace. - risposi esausta al solo pensiero. Ridacchiò al pensiero, girandosi a riporre i vestiti ricevuti per non darlo troppo a vedere. Notai che qualcuno stava ancora per commentare sulla distrazione che stavo dando al povero Xiao, così prima che potessero aprire bocca mi avvicinai a dargli un pugnetto per salutarlo. - ti lascio alla clientela. Grazie per la chiacchierata e la giacca, buon lavoro! Lunedì ti porto il solito. - Con un espressione da cane bastonato annuì e avvicinò il braccio per ricambiare.
Mi girai per allontanarmi, ma con presa salda mi ritrovai più vicina al bancone di prima e il respiro di Xiao sul collo. Posò le labbra vicino al mio orecchio e poi sussurrò.- Ti aspetto come sempre. Divertiti. - e dopo un'ultima stretta alle nostre mani ora congiunte, si riminese all'opera. Mente sognante e piedi leggeri mi portai distrattamente all'interno del locale, e per mia fortuna, il volto famigliare di Venti mi si palesò davanti trascinandomi in pista. Childe arrivò dopo poco al fianco del ragazzo dai capelli turchesi, gli posò una mano sulla spalla e gli indicò con il mento la sala. - Vai è il tuo turno. - e con un cenno di assenso si diresse immediatamente alla postazione di sorveglianza. Prima fila sui tuoi movimenti sinuosi e spensierati e Venti scaccia "mosconi".
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Punizione adorata
Ti basta un pretesto minimo, una mia sia pur piccola digressione o non scrupolosa osservanza della linea di condotta che tu hai stabilito per me, affinché tu mi comunichi in modo ufficiale che devi punirmi. Io al solo sentire le tue parole di disapprovazione nella nota vocale che mi spedisci già comincio a godere. E le conservo tutte, le tue note vocali: le riascolto spesso, per capire fino a che punto ti amo.
Per me il fatto che le tue mani vogliano posarsi sulle mie natiche, seppur in modo irrispettoso, sfacciato, guascone e crudele, è un premio: personalmente lo considero un vero dono del cielo. Il dolore che mi fai provare schiaffeggiandomi è la tua implicita dichiarazione d'amore nei miei confronti. Castighi la mia carne, ma nutri il mio cuore. Sento che mentre lo fai mi desideri e che non puoi fare a meno di infliggermi sofferenza, che poi non è altro che amore in embrione.
È il rito puntuale di ogni nostro sabato ed è da me agognato. Sogno tutta la settimana di farti godere e non vedo l'ora di sottomettermi a te. Mio marito è un uomo debole e in casa chi comanda e prende tutte le decisioni sono io. Ma proprio per questo ho un dannato bisogno di sentirmi dominata da un maschio vero. Voglio sentirmi profondamente donna. Ho bisogno di essere guidata, apprezzata ma anche castigata. Il motivo devi trovarlo tu ogni volta. Non ha una vera importanza. Voglio solo essere umiliata e maltrattata.
Da qualcuno che abbia dei modi spicci e che quindi sappia come e quando rimettermi in riga. E tu sei molto bravo, intelligente, discreto, sensibile ma anche inflessibile. Ti adoro, per questo: sebbene tu sia di dieci anni più giovane di me. La santa punizione del mio corpo prelude invariabilmente al godimento del tuo. Quindi io, pur soffrendo fisicamente nel ricevere il duro trattamento, stringo i denti e sopporto.
Verso certamente qualche lacrima di frustrazione, ma sono comunque massimamente felice per te. Senza eccessivi riguardi per la mia persona, a un certo punto del nostro appuntamento passi dalla sonora sculacciata ad amare brutalmente la mia carne di madre e moglie di un altro uomo; mi tratti male e mi adoperi per il tuo comodo.
Quando poi hai fatto di tutto il mio corpo il tuo uso solito, allorché mi hai spremuta e hai lungamente goduto ovunque dentro di me, io sfinita e riempita del tuo seme, mi raggomitolo sazia e contenta sul tuo grembo. Me lo lasci fare, perché è un mio privato vezzo con te; sai che così mi sento protetta, amata.
Accarezzo il tuo torace, poi il tuo inguine e mi beo del tuo odore forte di maschio. Ti lecco languidamente ovunque e assaporo il tuo gusto virile. Prendo in bocca il tuo uccello: avida, grata e lentamente lo slinguo, me lo succhio, ma senza fretta alcuna. Voglio che duri, questa assoluta, dolcissima, nostra intimità. Dio: che croce che sei per me! Una vera condanna, ma allo stesso tempo anche la mia unica, segreta, rovente passione.
E riposo davvero solo così, col tuo uccello tra le labbra, per molto tempo: innocente nell'anima e maliziosa porca nella mia mente oscena di sposa fedifraga. Godo anche molto, nell'esserlo. L'amore vero è anche questo, tra noi. Prego affinché tu non ti stanchi mai di punirmi. E di desiderarmi, mentre amorevolmente spalmi la crema rinfrescante sul mio bellissimo culo di gran puttana, moglie di ancor più grande cornuto.
RDA
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USA, LA CARNE COLTIVATA VICINA ALLA COMMERCIALIZZAZIONE NEGLI STATI UNITI
Si avvicina a grandi passi il momento in cui la carne “coltivata” verrà commercializzata negli Stati Uniti. La conferma arriva dal fatto che la FDA, la Food and Drug Administration ha dato un secondo via libera a un produttore di carne coltivata: si tratta di Good Meat, filiale di Eat Just, che ha ricevuto l’approvazione preliminare dalla FDA, avvicinando il prodotto coltivato in laboratorio alla commercializzazione. In precedenza, precisamente nel novembre 2022, il primo a ottenere l’approvazione preliminare è stato il rivale Upside Foods. Adesso, sia Upside che Good Meat devono ottenere l’approvazione dell’USDA Food safety and inspection service, il servizio che fa parte del Dipartimento dell’Agricoltura americano prima che il pollo coltivato sia disponibile per i consumatori. “Al momento non abbiamo dubbi sulle conclusioni a cui è giunto Good Meat secondo cui gli alimenti composti da, o contenenti materiale cellulare di pollo coltivato risultante dal processo di produzione, siano sicuri come gli alimenti comparabili prodotti con altri metodi”, ha scritto la FDA in una lettera del 20 marzo scorso.
La carne coltivata è un prodotto derivato da colture di cellule animali progettato per imitare il gusto, la consistenza e l’aspetto dei prodotti animali reali. Prima dell’annuncio della FDA, Singapore era l’unico Paese ad avere concesso l’approvazione normativa per i prodotti a base di carne coltivata: uno dei beneficiari dell’ok delle autorità di Singapore è stato proprio Eat Just. L’approvazione è arrivata meno di una settimana dopo che Eat Just ha annunciato una riduzione del 18% della forza lavoro nella sua divisione vegetale Just Egg: il taglio, secondo quanto ha spiegato Tetrick, interesserà oltre 40 dipendenti, perlopiù negli Stati Uniti, in tutto il settore Just Egg dell’azienda (fonte: EFA News – European Food Agency).
Fonte: “La carne nel mondo” di Elena Benedetti, Eurocarni 5/23
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Oroscopo assolutamente affidabile, tant'è che parte di martedì - Settimana 20 / 2023
Certo che, però, pure voi che non mi ricordate di fare l'oroscopo... Vabbé: siccome tanto è un oroscopo ad inaffidabilità garantita, inventato sul momento e senza alcun collegamento con le posizioni degli astri, dei pianeti e dei buchi neri (esattamente come qualsiasi oroscopo!), va bene lo stesso. Indi per cui: eccovi il
COSA DICONO LE STELLE, MA SOPRATTUTTO CHE CAZZO DI LINGUA PARLANO della Settimana 20 dell'anno 2023 Era Comune.
Ariete: oddio, che cos'è quella cosa lì, proprio dietro di voi? Ah no, nulla. Era un brutto rimorso. Liberatevene! Il prossimo è giusto dietro l'angolo, vorrete mica che non abbia spazio?
Toro: recentemente si è scoperto che le piante parlano su frequenze non udibili dall'umanità. Sospettiamo fortemente dicano tutte "vaffanculo"; voi, Toro, non fate come loro, ed esprimetevi su frequenze udibili.
Gemelli: troppe cose non vanno come dovrebbero, ma sono piccolezze; il resto sbagliato al supermercato, una sigaretta che si spezza, un cucchiaino che vola giù dal balcone, un linciaggio che non vi aspettavate... roba che supererete brillantemente con un sorriso, ma prima dovete imparare a sorridere.
Cancro: state calmi! Siete delle trottole impazzite come un bambino di cinque anni che abbia ficcato la faccia nel Nesquik cibandosene direttamente dalla scatola. Ricordate: se quelle forme strane ai lati del vostro campo visivo le vedete solo voi, vuol dire che non esistono. Forse.
Leone: siete pesanti come un pranzo di Natale di quindici portate in Calabria, ma altrettanto gustosi e caldi. Fate pure molto male alla circolazione delle persone che vi stanno intorno, esattamente come il pranzo di cui sopra. Provate, ogni tanto, a fare le insalate: ne trarrete giovamento anche voi.
Vergine: la vostra vita è un susseguirsi di lotte ad armi impari che avete vinto brillantemente, ottenendo grandiosi risultati; splendete di luce propria, ma non avete ancora capito che al resto del mondo non interessa ascoltare le vostre cronache. Provate ad ascoltare le altre persone, una volta o l'altra. Chissà.
Bilancia: attenzione alle fiamme libere, alle notti senza luna, agli indovinelli stupidi e alle persone che vi propongono di entrare a far parte di un sistema sicuro per guadagnare, che è ovviamente uno schema Ponzi e, ben che vada, vi farà fare figure di merda con quei pochi contatti intelligenti che avete ancora su Facebook.
Scorpione: abbiate un po' di pietà delle persone che vi fanno da partner, sia nella vita lavorativa che in quella sentimentale. Che, trattandosi di voi, significherà: non fateli a pezzi troppo piccoli, lasciategli almeno una bocca con cui piangere. O degli occhi. Qualche pezzetto a vostro gusto. No, meglio non ci diciate quale.
Sagittario: la verità è che persino le stelle fanno fatica a capirci qualcosa di voi, di quello che vi motiva e del vostro destino. Facciamo così: fatelo voi l'oroscopo la prossima volta, che sicuro viene meglio. Consiglio della settimana corta: mangiare fuori se non si ha voglia di cucinare va bene una volta o due, ma se lo fate tutte le volte disimparerete a cucinare. E' una metafora, chiaramente.
Capricorno: avreste dovuto darlo quell'abbraccio in più, quel bacio in più, quel... insomma, avreste dovuto darvi di più. Però non fa niente, dato che voi preferite analizzare le vostre esperienze invece che farle fino in fondo. Vi suggeriremmo di provare a fare il contrario, una volta tanto, ma quando mai ascoltereste un suggerimento?
Acquario: potete dipingere di blu profondo una parete della vostra casa in modo da avere l'idea di essere personalità estrose, artistiche ed estroverse. Il passo successivo è "Paint your life" ma, tocca dirvelo, fate attenzione - i mobili vecchi da restaurare, se di legno, possono avere delle schegge piuttosto pericolose. Si, è una metafora pure questa.
Pesci: vi accontentate di poco, mentre potreste avere molto, ma molto di più. Ma chi dice che fate male? Certamente non noi: chi s'accontenta gode, e chi se ne frega se le vostre possibilità sono sprecate oppure no? Dopotutto, meglio l'uovo oggi, meglio sempre l'uovo oggi. Finito quel poco, passate ad altro con nonchalance.
Come sempre, non s'accettano richieste di chiarimenti o di spiegazioni o di interpretazioni o quant'altro, ma sentitevi liberi di fare di quest'oroscopo quello che vi pare.
Ci vediamo alla prossima volta che me lo ricordo.
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R. mi ha raccontato che alla festa di fine anno della multinazionale per cui lavora, le ingegnere hanno ricevuto un profumo, mentre gli ingegneri una penna.
Magari, anzi certamente, non c'era alcun intento discriminatorio nella scelta di due regali diversi per figure professionali equivalenti, ma non pensare che potrebbe essere quantomeno inopportuno, già mi diede da pensare.
Come si combatte questa roba?
Forse anche dall'interno. Noi ci stiamo provando così:
Quando mi hanno chiamata per comunicarmi questo tour in Algeria ero tentata di rinunciare. Brando ha solo quattro mesi.
Come faranno lui e suo padre da soli un'intera settimana?
Avevo ancora il telefono attaccato all'orecchio, quando mio marito leggendomi nel pensiero mi ha mimato un "Vai tranquilla, ci penso io. Ce la caveremo".
Non a caso è mio marito.
Accetto. Preparo una caccia al tesoro per la nostra prima festa del papà e parto. Mi ripeto di continuo che non sto facendo nulla di cui vergognarmi. Sto andando a lavorare.
Qualche videochiamata, molti messaggi e al secondo giorno capisco che nessuno morirà di fame o sete e nessuna casa andrà a fuoco. Carlo sarà bravissimo. E così mi sono rilassata, lavorando con gusto e spensieratezza.
La fatica che ho fatto a lasciarmi andare e a non sentirmi in colpa, più il numero di donne che mi ha detto "nooooo, come fai a partire?? Io non potrei mai!" mi hanno fatto capire che forse un po' di lavoro lo dobbiamo fare proprio noi donne. Come? Boh.
Ipotizzo che già dare un po' più di fiducia ai papà non sarebbe male. Siamo utili ma non certo indispensabili alla sopravvivenza dei nostri cari. E poi per esempio non giudicando le altre donne per come scelgono di vivere la maternità.
Mentre non c'ero, mio marito chattava con un collega, sdoganando definitivamente e con orgoglio il suo lavoro di padre.
Non "mammo", attenzione. Padre!!!
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Selvatica - 28. Aggressivo
Ante tamburellò con le dita contro la parete dell'ascensore. Era impaziente di rientrare a casa e vedere Corinna. Si trattava di una sensazione quasi nuova per lui e lo agitava, lo rendeva felice e atterrito allo stesso tempo, lo faceva sentire fuori controllo. La porta dell'ascensore si aprì e lui tirò fuori le chiavi dell'appartamento ma poi le rispose, scegliendo di suonare al campanello solo per il gusto di vederla aprire la porta di casa sua. Le aveva scritto subito dopo la partita chiedendole di aspettarlo a casa da lui, che aveva già avvisato il portiere e questi le avrebbe dato le chiavi di riserva.
Corinna apparve un istante dopo. Le labbra si incurvarono in un sorriso dolce e lui la baciò senza neanche chiudere la porta. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che l'aveva baciata. Una settimana lunga, intensa, stancante. Ma in quel momento era come se le sue fatiche fossero state ripagate, con le mani che affondavano nei ricci e la bocca che si perdeva in quella di lei.
Si staccò sorridendo.
«Che stavi facendo?» chiese, chiudendo la porta e togliendosi lo zaino, il giubbotto e le scarpe.
«Stavo studiando.»
«Sei una secchiona, lo sai?»
Corinna indossava un maglioncino largo e una gonnellina che le aderiva al corpo dalla vita fino a metà coscia, mostrando tutte le sue forme. Un bocconcino invitante. Ante si prese un momento per guardarla. Poi infilò le mani in tasca e si diresse in cucina.
«Hai mangiato?»
«Certo che no, ti stavo aspettando.»
Ante aprì il frigorifero. Il profumo e il calore di Corinna lo avvolsero quando lei lo abbracciò da dietro. Resistette all'impulso di girarsi, sbatterla contro il muro e farla sua. Poggiò una mano su quella di lei.
«Ti va un po' di carne?»
Lei sciolse l'abbraccio e si appoggiò con un fianco al piano della cucina. «Sì. Come è andata la partita?»
Ante spostò lo sguardo su di lei, alzando un sopracciglio. «Non mi hai guardato stavolta. Hai fatto male. Ho segnato e ti ho fatto anche la dedica, nel post gara, durante l'intervista che mi sono offerto di fare perché tu mi vedessi. Mentre tu, invece, avevi di meglio da fare.»
Corinna si portò le mani al volto, presa dallo stupore. «Ma che dici? Non è vero.»
Ante scrollò le spalle. «Accendi la TV. Ci sarà sicuramente una replica da qualche parte.»
Tirò fuori la piastra per la carne e la mise sui fornelli mentre lei accendeva la tv in sala, poi si girò a guardarla. Non era vero, non aveva segnato e aveva giocato solo uno spezzone di gara, però la squadra aveva vinto e lui era felice. E poi c'era quella ragazza misteriosa che lo affascinava e lo metteva KO ogni volta che gli era vicino.
Corinna si voltò un attimo nella sua direzione. «Ante, dove devo guardare?»
Sorrise, vedendola così presa alla ricerca del canale giusto. «Non è vero comunque, non ho fatto nessun gol. E non mi sono fatto intervistare.»
Lei tornò in cucina. «Ci ho creduto come una sciocca. Ho il cuore che batte fortissimo, senti!»
Gli prese la mano e la appoggiò all'altezza del cuore. Batteva davvero forte. Ante si perse nei suoi occhi che brillavano come stelle del firmamento in una notte senza luna.
«Ti sei spaventata?»
«Mi sono emozionata...»
Ante sorrise. «Pensa quando succederà veramente.»
La baciò prima di vedere la sua espressione, la baciò perché non resisteva più e la voleva in quel preciso istante. Corinna emise un verso di sorpresa quando la prese in braccio e la poggio sul piano della cucina.
Sollevò il maglioncino scoprendole il seno, candido, turgido e caldo sotto le sue mani ancora fredde. Avvolse un capezzolo con la bocca, giocando con la lingua, poi passò all'altro. Corinna inarcò la schiena e lui infilò una mano sotto la gonna, tra le gambe fasciate dalle calze.
Lei gemette. «Oddio.»
Ante si fermò e la tirò giù. Le sollevò la gonna e abbassò le calze e le mutandine. «Girati.»
Corinna si voltò, poggiando le mani sul marmo scuro. Ante si calò i pantaloni della tuta mentre faceva scivolare le dita nella sua apertura. Calda e bagnata, pronta. Lo eccitò ancora di più. Strusciò la punta del pene tra le sue labbra, sentendola gemere.
Si fece strada dentro, godendo di ogni millimetro che attraversava, di ogni millimetro che veniva risucchiato e scompariva tra le natiche perfette, rotonde e piene.
Scostò i capelli di Corinna di lato e le prese il volto per baciarla.
«Dimmi come ti piace.» Corinna gli prese la mano e se la portò davanti. Ante cominciò a stimolata. «Così?»
«Sì, così.»
Il suo membro ebbe un fremito quando lei cominciò a gemere più forte e a spingere più forte contro di lui. I loro corpi si muovevano in perfetta sintonia, Ante era stretto nel suo calore, percepiva ogni minima contrazione e i versi di piacere di Corinna riempivano la stanza, la sua testa, lo trasportavano in un vortice di sensazioni forti... Cazzo, stava letteralmente perdendo il controllo.
«Dimmi che stai per venire, non resisterò a lungo...»
Corinna gettò la testa indietro. «Ante, per favore non ti fermare.»
La penetrò con ancora più vigore; Ante trattenne il fiato quando la sentì raggiungere l'apice, forte e ancora più intenso della prima volta. La seguì un istante dopo, non riuscendo più a trattenersi. Poggiò la mano su quella di lei, la testa tra i suoi capelli, aspettando che il cuore si calmasse.
«Scusa se sono stato troppo aggressivo.»
Corinna si girò tra le sue braccia e gli diede un bacio, prendendogli la testa tra le mani. «Non sei stato aggressivo, io direi irruento.»
Ante le scostò i capelli dal viso. «In questi giorni non ho fatto altro che pensare a te e a questo... e a quanto volevo...» sospirò, passando la mano sulla pelle accaldata della schiena di Corinna. «E ne voglio ancora. Resti qui stanotte, vero? Dimmi che resti.»
Le dita di lei gli sfiorarono le labbra. Ante tirò fuori la lingua e leccò i polpastrelli per poi richiuderli nella bocca, mantenendo il contatto visivo con lei.
«Resto» rispose, la voce carica di un'inflessione roca.
Ante le afferrò la mano e si avventò sulle sue labbra. La strinse tra le braccia, poi si staccò di colpo.
«Stellina, stavo dimenticando una cosa. Ti ho preso un regalo.»
Corinna si aggiustò la gonna. «Un regalo?»
«L'ho preso a Manchester. Aspetta qui.»
Tornò con una busta di carta marrone e verde. Corinna si era messa ad apparecchiare la tavola. Prese il pacchetto e lo guardò negli occhi prima di aprirlo. In quel momento era lui ad avere il batticuore. Sperava che potesse piacerle, sperava di farla felice. Lei iniziò a scartarlo. Era un libro d'arte, uno di quelli grandi e pieni di immagini.
«Vicino al nostro albergo c'era questo posto molto carino e in vetrina ho visto questo libro, ho pensato che potesse piacerti e non ho potuto non prendertelo.» Corinna sfogliava il libro e alzava gli occhi su di lui senza dire nulla, e questo lo agitava. «È in inglese, spero non sia un problema. Beh, allora non dici niente?»
Lei chiuse il tomo e se lo rigirò tra le mani. «È stupendo, Ante. Io non ho parole, giuro. Sono piuttosto sicura che si tratti di un'edizione limitata. Ma quanto ti è costato? Tu sei pazzo.»
Ante ridacchiò. «È un regalo.»
Corinna poggiò il libro sul tavolo e lo travolse con tutto il suo peso stringendolo in un abbraccio. «Grazie, grazie, grazie.»
Grazie a te, pensò Ante, per essere così come sei.
Si emozionava per un semplice libro, e faceva emozionare lui con un semplice sorriso.
Ante richiuse le braccia attorno al corpo esile di Corinna, sentendosi come quei boccioli che si schiudevano e si aprivano alla vita accarezzati dal vento tiepido della primavera, sentendosi completamente perso e felice.
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Ah, ma oggi è Lunedì?
Anche oggi come ogni settimana è Lunedì, che poi cosa ha di diverso dal Martedì o da un altro giorno della settimana se il giorno prima (e spesso anche quello precedente) sei stato a casa di riposo, niente, ma tutti odiano il Lunedì, sarà per quella canzone di Vasco Rossi, boh, non lo sapremo mai. Fatto sta che oggi leggo quelle quattro notizie buttate li per riempire le pagine web di siti che si proclamano di informazione, neanche i Rolling Stones riescono a fare un tour Europeo come sta facendo in questo momento Zello per promuovere il suo nuovo disco dal titolo "Gimme more weapons", disco con nessun interesse artistico ma puramente bellico e stilistico modello nazi-fascista, a supportare il tour naturalmente la band a stelle e strisce NATO. Altre notizie sparse ma soprattutto quelle canore, il ballotaggio finale dell'euromerdone tra finlandia e svezia vede la semi nuda nobelliana vincere, dopo che l'anno scorso aveva vinto Zello con "We win anyway", giustamente bisogna dare il premio a chi è stato bravo quest'anno, che poi a dirvela tutta sta cosa non ha un cazzo a che fare con la musica, è il solito show televisivo per decerebrati lobotomizzati da tubo catodico, anche se oramai il tubo non esiste più. Fabio Fazio lascia la RAI, può piacere o meno (a me non piace) ma non vuol dire che non facesse un buon lavoro, d'altronde era in linea col pubblico che lo segue, dai 60 in su, un pò come tutto quello che c'è sulle reti nazionali, ma molti hanno dimenticato che è stato l'ideatore di 'quelli che il calcio', altra trasmissione per persone che seguono 'Panem et circenses', ma di ottimo risultato per l'azienda che dovrebbe essere pubblica visto che da qualche anno il canone si è obbligati a pagarlo. Quello che mi chiedo è :"Ma ora che la RAI si trasformerà in Istituto Luce, avrete ancora voglia di pagare il canone?", sicuramente il telespettatore medio non farà caso al cambiamento e continuerà a stare imbambolato sul divano a ridere a battute di pessimo gusto, a sbavare sui bikini delle soubrette che saranno sempre più piccoli, a farsi bombardare da pubblicità sempre più insistenti che ti invitano come un bambino ebete a comprare questo e quello.
Si non sono un amante della TV come mezzo di persuasione di massa, ma ad oggi anche gli altri media non scherzano, purtroppo anche internet, mi capita di vedere sugli short video la faccia di Crepet o di altri che cercano nel mare in tempesta di fare divulgazione o di dare qualcosa, ma aimè su 10 video che riesco a vedere (si perché poi mi cadono le braccia) 8 sono inutili, ragazze semi o addirittura nude con qualche velo che ammiccano come le spogliarelliste dei PIPSHOW di una volta, persone che si stupiscono di cose normalissime che fanno altre persone che non hanno un vero e proprio talento ma semplicemente perché loro non ne hanno uno del tutto; potrei continuare ma mi fermo e mi intristisco. E' questo il mondo che volevamo? Spock è volato in yankonia, pazienza la ditta che lo ha preso è statunitense e per questo anno, a mesi alterni, deve stringere i denti non vorrei essere nei suoi panni, e ci siamo scambiati messaggi testuali quando era in volo sull'oceano, wow, una volta se accendevi il walkman ti riprendevano perché davi fastidio alla strumentazione di bordo, sicuramente la tecnologia è avanzata e sono riusciti a schermare il segnale, ma poi mi ha detto che se paga 10€/$ può accedere alla rete e magari vedersi un film, cavolo neanche più sull'aereo si può stare in pace, devi stare connesso H24, sorbirti idioti che fanno cazzate o film di bassissima qualità, bombardamento totale di informazioni, overloading information, si parla di così tante informazioni che il nostro cervello va in tilt, con vari problemi che si creano come "lack of attention" che ci porta a non avere più l'attenzione necessaria a pensare a lungo termine. Su questo i medici hanno già dato l'allarme da un pò di tempo più per i giovani che sono i fruitori dei servizi più degli adulti, che giustamente hanno anche altro da fare, infatti tornando a Crepet, lui lo dice spesso di limitare, altre volte è più drastico, ma limitare va bene, l'accesso a internet dei nostri figli, ne va del loro futuro, in poche parole stiamo scivolando su un piano inclinato verso Idiocrazy.
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