#La sera dei miracoli

[andrea-non-sa-tornare]

-La sera dei miracoli-

[noneun]

"E in mezzo a questo mare Cercherò di scoprire quale stella sei Perché mi perderei Se dovessi capire che stanotte non ci sei"

—Lucio Dalla, La sera dei miracoli.

[pier-carlo-universe]

La sera dei miracoli: la magia poetica di Lucio Dalla. Recensione di Alessandria today

Un affresco notturno di Roma e dell’umanità sognante

Un affresco notturno di Roma e dell’umanità sognante. Lucio Dalla, con “La sera dei miracoli”, dipinge una Roma sospesa tra sogno e realtà, trasformando una notte qualunque in un momento di pura magia. Il brano, tratto dall’album “Dalla” (1980), rappresenta una delle massime espressioni poetiche e musicali dell’artista, unendo immagini vivide a una melodia intensa e avvolgente. Attraverso i suoi…

[raccontidialiantis]

Non desidero altro che te

Mi sono laureato. Tu ti sei sposata e allora io me ne sono andato: per non soffrire più. Per farmi una parvenza di vita lontano da te. Oltre duemila chilometri, tra noi. Ma le persone te le porti dentro. Tutte quelle che hai incontrato. Una per una. Anche quelle con cui c’è stato solo un breve scambio di battute: magari solo un sorriso o - peggio - soltanto uno sguardo. Intenso. Perché l'incrociare gli occhi, se dura più di due secondi, è più sincero di un raggio laser. Letale. Ti incide il cervello. Le persone te le porti dentro. E tu sei stata la presenza più ingombrante di tutte. Fino a diventare un’ossessione.

Dopo sette anni di lavoro intensissimo, duro ma produttivo, la settimana scorsa stavo per essere nominato dirigente: stipendio aumentato di molto, benefit vari, tra cui l’auto aziendale di prestigio etc... ma mi sono licenziato! Al buio. Le persone te le porti dentro. L’unica luce che vedevo nella mia mente era quella del tuo sguardo. E allora stasera eccomi qui: lascialo. Non sei felice con lui. Vieni con me. Ti offro di vivere insieme nel vecchio casolare diroccato di mio nonno. Si: quello che ancora si regge per miracolo. Dovremo ristrutturarlo e soprattutto trovare un’occupazione, sia io che te. Lo faremo in un momento, questo, molto difficile per tutti e con occasioni di lavoro sempre più scarse, in Italia.

Intanto, camperemo con i miei risparmi e con i prodotti che semineremo e coltiveremo. Faremo lievitare ogni giorno insieme il pane e l’amore. Io sono bravo con tutti i lavori manuali; tu sai cucire, cucinare e servire ai tavoli. Venderemo la sovrapproduzione dei nostri prodotti. Faremo mille cose, per mettere insieme il pranzo e la cena. Ti offro una sfida, una svolta drammatica, ardua e coraggiosa. Io mi sono buttato e ho fatto duemila chilometri in una macchina carica di tutto ciò che ho potuto portare; il resto l’ho regalato, venduto o gettato via. La prima cosa che ho caricato comunque, è stato il piccolo Snoopy di pezza che m’hai regalato tu l’ultima volta che ci siamo visti. Mi faceva compagnia la sera, sai? Quando mi lasciasti, me lo desti ed era impregnato del tuo profumo, che ci avevi spruzzato sopra abbondantemente. E anche zuppo delle tue lacrime, che lo hanno bagnato mentre lo tenevi in mano lasciandomi. 

Perché ti sei sentita obbligata a “sistemarti” e a troncare con “quello smidollato buono a nulla” - parole di tuo padre - per passare la vita intera con uno che non amavi e che non ami. Io lo so. Tu ami me. Ami me, me, me... Anche se mi hai bloccato ovunque per non cedere alla tentazione di provare a essere felice. Anche se cambi sempre discorso, quando ti parlano di me. Me lo dice tua sorella. Le persone te le porti dentro. Anche se il tuo cuore vorrebbe uscire adesso, in questo stesso istante, dalla gabbia toracica per correre incontro al mio e parlargli. Anche se a lui non dai ancora figli, perché in fondo speri in un miracolo. Ma i miracoli li puoi far accadere tu stessa, se solo vuoi. Allora stasera eccomi qui da te. A sorpresa. Non te lo saresti aspettato mai, eh? 

Non sono ancora andato neppure a casa mia: so bene quello che mi aspetta, se rientro da solo e avendo gettato via tutto ciò che avevo costruito. Dai miei: rimproveri, lacrime, liti e rassegnazione. E il perdono. Loro capiscono. Sempre. Non mi sono potuto fare neppure una doccia e sono distrutto dal viaggio, perché sono partito alle tre di notte e crollo di sonno. Probabilmente puzzo come un caprone. Però ho per te un’unica domanda. Che farai adesso: sceglierai di continuare a portare sulle spalle un rimpianto che pesa una tonnellata e che ti piegherà sempre più per il resto dei tuoi giorni, fino alla fine o prenderai giusto quattro-cose-quattro e verrai via con me proprio adesso, prima che lui torni dal lavoro? 

Mamma sa che ti amo e che mi ami. Soltanto davanti a lei ho pianto per te. E lei sola sa la vera ragione per cui ho cercato un lavoro lontanissimo: nessun altro. Se vieni tu a casa con me, anche mio padre si ammorbidirà. E solo guardandoti al mio fianco capirà, sono sicuro. Affronteremo tutto insieme: divorzio, problemi, ipocrisie, invidie, cattiverie. I figli tu falli con me. Cresceranno nell’amore. Allora? Vieni o no? Io t’aspetto in macchina.

RDA

[millelenzuola]

Ciao a tutti e tutte, questo è il mio nuovo blog dato che sono stata costretta ad abbandonare l'ultimo che avevo ormai da due anni penso.

Mi piace scrivere e ho bisogno di un angolo nel mondo dove sfogarmi, come questo.

Il blog prende il nome da una canzone ossia "La sera dei miracoli" di Lucio Dalla, mi piace particolarmente.

Piacere a chi non mi conosce e bentornati a chi già sa chi sono purtroppo (o per fortuna).

I miei #

#me per frasi, cose personali

#cucina penso che si capisca

#musica per le canzoni con cui sono in fissa

[angelap3]

«E in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei perché mi perderei se dovessi capire che stanotte non ci sei.»

(Lucio Dalla - La sera dei miracoli)

Buona serata 🌹

[domizianaluna]

Lucio Dalla - La sera dei miracoli (Video Live)

❤

[benedetta76]

Lucio Dalla - La sera dei miracoli (Video Live)

[un-intruso-nel-mondo]

In mezzo a questo mare cercherei di capire quale stella sei, perché mi perderei se dovessi capire che stanotte non ci sei.

Lucio Dalla - La sera dei miracoli

[mar3ggiata]

professional help, c24. Christmas.

simon riley x original character.

trigger warnings: violence, sexual assault, mentions of rape, trauma, sexual themes, swearing, use of alcohol and drugs.

song to listen to when reading this: La sera dei miracoli, Lucio Dalla.

abstract: It's Christmas. it's Alba, I'm better now. I know you weren't expecting all that sweetness last chapter hu? brace yourselves, this one is even worse (literally nothing happens). anyway, I'm a fucking chef.

It was December 24th. She spent all day cooking and cleaning. It was surreal, she had come to life again to be the perfect housewife. She woke up at seven, took Jinx out, who was very happy to see her run with him and play fetch in the park. She cleaned her apartment, she did the laundry, swept the floors. She turned on the humidifier, put in lavender essential oil inside (yes, she really liked lavender). She proceeded to start cooking after lunch, she did dessert first. She made a simple chocolate cake that didn't require an extensive preparation and didn't need to rest. It was meant to have a fragrant external crust and be softer inside. She put on some music, she was singing along, she had her whole fridge restocked with fresh ingredients for Christmas dinner. She was a whole different person. It was probably too much food for two people. Two people as in her and Simon. He did, unbelievable I know, agree to Christmas dinner at her house in the end. 'Sure, okay', he had said, probably too embarrassed to say no in that moment. He had nowhere to go anyways… She asked him if he was allergic to anything, she was gonna make sure to add it to her shopping list. He said strawberries. She told him to bring wine, white wine. Goes with fish, cause yes, she was gonna cook fish. In Italy they don't eat meat the day before Christmas, a religious deal. She was going to have a fish based menu, it sounded fancy and she wanted to impress him. It was the first time she had ever had anyone over at her apartment. Salvo didn't count cause he was practically her brother and they usually had instant ramen together. She wanted to make a good impression, she hosted quite a few big dinners when she was in uni, hundreds with Salvo, and when she visited his family in San Francisco she always helped setting the table all pretty and cooking with his mom. She prepped two large cod fillets by marinating them with a few herbs and lemon. She checked on the cake, trying not to have Jinx jump inside the oven to eat it. She was almost anxious to have Simon over, not because of the fact he was who he was, but mainly for the cooking, and the menu and her apartment which was small and not too great…

He showed up exactly at eight, the time they had agreed upon. He had a bottle of wine in one hand, a box of chocolates in the other. Cause what the fuck are you supposed to bring for a Christmas dinner? Let alone, Christmas dinner at her house, them two together. He couldn't show up empty handed… Or maybe he could, he wasn't sure, he wasn't used to this. He debated on cancelling on her, he thought about it all week. He didn't have her phone number and he didn't want to ask Price, it would have sounded suspicious. He had to stop showing up at her workplace, so that was a no. Showing up at her house just to tell her that he wasn't going to that stupid Christmas dinner was gonna be even weirder. She had asked him in the worst timing possible, she had been crying and nearly got killed, he didn't feel like upsetting her further. And he had to come up with an excuse as well, one that wasn't that he hated Christmas for reasons he couldn't tell her. Last time he celebrated was so long ago he didn't even remember, he usually spent it at base, or drinking alone until he fell asleep. He sometimes went back to Manchester, though he stopped for a while. It was a time of sadness, a time of sorrow and deep anger. He didn't want to talk, he didn't want to eat, he wanted to be alone in his grief. He got the stupid chocolates cause he wanted to be polite, and he used to bring chocolates to his nephew back in the day when he went to see him… The only thing that kept him from cancelling was the fact that she was alone as well, for Christmas. He felt like he could endure an awkward dinner, so she wouldn't be alone. He felt out of place, he walked away from base like he was sneaking out. And he kinda hated himself for it, he was sure many men would have been be thrilled to be invited to dinner by someone like Alba. He didn't look the part. He wasn't made for that, and he wasn't going to change.

When she opened the door he knew he was doomed. The house smelled heavenly, there was music playing, the lamps were giving the living room a fait and tender orange aura. She was standing there, smiling. She had her hair up tied with a hair clip, she was wearing a black t-shirt and sweats. She was dressed to spend a night in, but still looked extremely put together. She looked gorgeous, that is. At her feet, Jinx was trying to get out the door and whining for attention. She said hi and let him step in. She was thanking him for the wine and telling him to put the jacket on the sofa. When he noticed the table he understood how much of a mistake going there was. She was fucking too much, she was unbelievable. What the actual fuck did I get myself into…

There were two tablecloths on the kitchen isle, a cotton one and a paper one, the ones you can throw away after use. She had drawn on the white paper with a black sharpie. She had drawn two plate shapes, two round shapes where the wine glasses stood and wrote 'Simon' on the side. He stood petrified looking at his name in that beautiful cursive handwriting, the letters majestically floating just above the plate shape. 'Alba' was written in the same handwriting on the other side of the isle. Simon and Alba. He didn't belong there… 'I saw it on Instagram', she said, circling him and getting to the fridge. 'The drawings', she added once she noticed he was still standing in the middle of the living room. He managed to swallow the lump in his throat and put down the wine and chocolate. 'Oh, thanks, these look nice.' She took the box and inspected the flavours list. She would tell him later that dessert was covered… She gave him a bottle opener while she got the appetisers from the fridge. 'So this is hummus I made, and this is a ricotta cheese spread with basil and honey', she set two plates on the counter in front of him. She had two types of tortilla chips in a little bowl, and in another plate, cucumber and carrots to dip in the whatever she had made. She set everything in front of him and finally stopped to properly look at him for a second. He looked incredibly lost. He looked small, he clearly was out of his comfort zone. He looked out of place, behind him was her small home library and her paintings on the wall, he looked like a fish out of water. She let her sight linger on the features that weren't covered by the black mask. His messy hair, his forehead, his cheekbones. His nose looked more crooked than usual, his eyes a mixture of frightened and surprised. For a second she thought the drawing was too much, or maybe the food was too fancy for him. She quickly changed her mind, the hummus was fucking amazing and homemade, what more did he want uh? Plus, she had pasta and fish to serve, it's not like he would starve…

'Sit down.' It was an order, but her voice was too soft to sound intimidating. Jinx had immediately started bothering him, trying to get him to give him some food. 'You can take off your mask, I'll turn around.' He looked at her turn to the stove, getting a pan and removing something from it, then he heard the sizzling of onion or garlic or something like that? She was moving like a professional, chopping stuff and stirring what looked like spaghetti… He didn't know how to feel, it was like he stepped into another reality. The smell of fish and rosemary, the faint music, her. She had turned around so he could eat. It was considerate of her, no? He tried the hummus, which was very nice and spicy. The other dip was fresh and aromatic, a good balance of sweet and sour, he was impressed. 'You're not gonna eat?' She didn't turn around. 'Yeah later, this is just appetisers.' He nodded even though she couldn't see him. She took the lead of the conversation. 'What wine did you get?' He quickly grabbed the bottle and started opening it, so he could keep himself busy. 'Hum… chardonnay?' he said. 'Good choice.' He wanted to tell her it was probably a cheap bottle. He realised he should have gotten a better one. He should have gotten more chocolates and maybe something else, he wasn't at her level. She strained the pasta. He asked her if Jinx could have a chip, she said only a small piece. 'Can I turn around?'

Now, he really didn't expect she would ask. He didn't really eat around people, when he drank in public settings like a pub, he kept his mask on his nose or made sure to have it on most of the time. She already saw half of his face when they ate that burger together. He thought about it for what felt like hours, deep down he wanted to be normal, he wanted to feel at ease and just relax for a second, she had even asked him permission... He put his mask back on and told her to turn around. When she did, she placed a pan on the table. 'Calabrese', she said. 'It's from a region in the south of Italy, I had a roommate that was from there.' She served him a good portion of spaghetti, topping them with the sauce that was at the bottom of the pan. 'Melted anchovies, chilli pepper, tomatoes…', she grabbed a small bowl, '…toasted breadcrumbs and basil, which are optional but recommended.' She raised her eyes to look at him, in sitting quietly on the small stool with is shoulders curved foreword. 'I can go eat on the sofa if you want, it's not a problem.' She wanted him to trust her really bad. The fact that he had that fame of unbreakable soldier with a hard past intrigued her, she wanted to know him and she felt like she had the power to do so. She was polite, she was respectful of his boundaries, she was understanding and would not push him. She wanted him to feel alright in her presence.

He felt that from the way she was talking to him. He felt dizzy and uncomfortable, she was putting him in a position of complete control over the situation, she was giving him a choice and offering to keep his face concealed, his identity protected. Protected from what, he wasn't at war, fucking hell. He was with the girl he had thought about at night, truth be told. He was with Alba who he had talked to before, in situations in which he went to see her because he craved her presence. He was with her right that second. She had cooked all that just for him, she let him into her house, him specifically and only him, her fucking dog was licking his shoe right that second.

'No you can stay', he slowly peeled off his mask and put it aside.

'There's your name written on the table.'

notes: nice… pasta recipe soon?? also December 24 and it's chapter 24, guys I'm a witch.

notes: i hope you liked the' first hug' moment in the last chapter and this kinda first moment alone together. a reminder, these two have a enemies to colleagues to major enemies to lovers kinda trope sooooo... I don't know, we'll see what happens I guess, I have a few more chapters written down and then it's season two. we'll just have to wait and see eheheheh. love y'all.

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[pleonastico]

la sera dei miracoli

[corrilibero]

Eravamo lì perché è lì che volevamo Essere.

L'adrenalina che si prova sulla linea di partenza di una gara storica come il “Passatore”, che il prossimo anno compirà 50 anni, è qualcosa che non si può raccontare.

Puoi essere arrivato fin qui tranquillo e sereno, ma quando entri in griglia e inizi pian pianino a cercare quella che, nella tua testa, è la migliore posizione per partire, l'emozione si fa sentire. Nell'aria si percepisce quella tensione che fa vibrare la voce e che accende gli sguardi dei tanti amici che non vedevi da tempo: ci si saluta, una pacca sulle spalle, una stretta di mano, un abbraccio… è bello rivedersi, ma non raccontiamoci bugie, siamo tutti qui per altro e non vediamo l'ora di partire.

Non c'è nulla di epico o di eroico, anche se qualcuno prova a raccontarcela in un altro modo. Non siamo qui per salvare il mondo, non ci siamo schierati dietro la linea di partenza perché siamo l'ultimo baluardo dell'umanità nella battaglia contro le forze del male anzi… molto probabilmente siamo qui proprio perché, da qualche parte nelle nostre profondità, si nasconde quel "malessere" che non riusciamo in nessun modo a vincere se non in quei pochi momenti di grazia che ci regala la Corsa.

Parte il conto alla rovescia, l'ultimo sguardo d'intesa al socio, giusto per ricordargli che qualsiasi cosa succederà ci si vede domani in piazza a Faenza e… via si parte!

Le strade sono strette, il tifo nei pressi alla partenza è galvanizzante, sgattaiolo come posso tra i tanti corridori, tanti quanti sono i pensieri del momento, e si attacca la prima salita, quella che mi porterà in circa 1h40 in cima alle Croci.

Sto bene, mi sento in ottima forma e finalmente ora si scende. Lascio andare le gambe fino a Borgo San Lorenzo è da lì che inizia la seconda ed ultima (più o meno) salita impegnativa, quella che mi porterà al Passo della Colla.

Ed è quasi al termine di questa salita, che via via si fa sempre più impegnativa, che arriva "la crisi"; la stavo aspettando, senza girarci troppo intorno, la verità è che ci iscriviamo a queste gare soprattutto per incontrare "la crisi".

Chi sostiene il contrario, mente!

"Benvenuta crisi",  vediamo di trovare il modo di metterci d'accordo perché io non ho nessuna intenzione di fermarmi qui, che mi aspettano a Faenza.

Il resto del viaggio è tutto in salita, anche se il profilo altimetrico racconta un'altra storia. Dopo il cambio d'abito, riesco in qualche modo a correre fino a Marradi e di lì a poco sarò in Romagna. In qualche modo arrivo a San Cassiano: mancano circa 20 km… è fatta.

Impiegherò parecchio tempo prima di raggiungere il traguardo e passerò sotto l'arco dell'arrivo, felice e soddisfatto, alle 03:47:01 di domenica 26 Maggio.

È stata una notte lunga e impegnativa, passata a correre sotto un inaspettato cielo stellato; è stata, come qualcuno mi ha suggerito, una stupenda "sera dei miracoli".

Non sono un eroe, e non credo lo sia nessuno di quelli che sono partiti da Firenze e in qualche modo, chi prima chi dopo, sono arrivati a Faenza.

Eravamo lì perché è lì che volevamo essere, perché ci piace questo sport essenziale dove ci sei tu, la strada e poche altre cose che non si raccontano, ma si corrono.

CORRI LIBERO!

[poesiauncazzo]

Rivelazione

Il sogno da bambino di essere magici, diversi svegliarsi un giorno e rivelarsi a sé stessi, al mondo  con talenti, miracoli celati  e lasciare tutti incantati  mostrando di saper volare,  anche solo levitando  di una spanna, un palmo sopra la buccia del suolo in un istante cristallino e calmo.

Chiamare a sé un merlo dal becco giallo o un pettirosso, una rana verde con un semplice gesto uno sguardo, un fischio un canto nella loro lingua  e lasciare tutti incantati  mentre la creatura salta in braccio «Visto!», dirsi, «Posso farlo!»  e anche solo per un attimo ammutolire la buriana.

Una figura non terrena  d’oltre tempo, d’oltremare  avrebbe allora attraversato i ghiacci e il tempo e la sua rena per vedere il mio raggio di luce  e dirmi, «lo sola t’ho visto», dirmi, «Siamo al mondo per volerci bene». Io l’avrei chiamata, senza fiatare e prima di prenderla in petto, nella sua lingua, le avrei detto: «Su, vieni, ché andiamo».

Era possibile, era possibile  mentre passeggiavo da piccolo  con una mamma, sotto i platani  in quella via paesana in discesa  larga ai miei occhi bambini come una Prospettiva russa e accanto a noi quel muro che indossava un mosaico  celeste e bianco e marrone  di cui mille tessere, ho perduto  nella dimenticanza.

Stasera, nella via cittadina tornavo, con una cena da passeggio e pensavo, nel chiarore della sera che è possibile, ancora, immaginarlo con la musica e nella musica nelle parole dei buoni scrittori o degli scrittori buoni, posso ancora incantare i presenti mentre ricompongo il mosaico e torno piccolo e vado, volando a salvare una tristezza.

[dreamers-queen]

Disapprovo la vittoria di Giorgia ieri, lei è da martedì che fa la serata delle cover con La Sera Dei Miracoli di Lucio Dalla

[principessasenzacorona03]

Le coincidenze: appena passata Bologna in treno, è iniziata la riproduzione casuale di "La sera dei Miracoli"

[gretarayofficial]

Lucio Dalla, “La sera dei miracoli”, 1980, uno dei pezzi più belli ed emozionanti della storia della musica italiana dell’intoccabile Lucio.

Spero vi piaccia, buon ascolto 🎶❤️

@gretarayofficial