#La donna del piano di sopra
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Ho un grande dubbio..Ma se per molti italiani e' giusto investire e poi passare sopra al corpo di chi poco prima ti aveva scippato lasciandolo morto a terra, sara' anche giusto che io dia una revolverata in bocca a una donna che ha parcheggiato la sua auto in doppia fila fuori dal parrucchiere per un'ora facendomi perdere un appuntamento importante per il mio lavoro? E sarebbe anche giusto sprangare l'inquilino del secondo piano che ogni sera alle 20 lava per mezz'ora il suo balcone con un getto d'acqua potente mentre sto a cena con amici nel mio giardino sottostante, tanto da inzupparmi come un biscotto OroSaiwa dentro una tazza di latte? E potrei sperare nella benevolenza di tante persone se spacco la testa e la spina dorsale a uno dei ragazzini che imbratta la serranda del mio negozio? Spero anche di essere perdonato se mando un ragazzo neopatentato all'ospedale con gambe e braccia rotte perche' m' ha tamponato l'auto acquista da nemmeno un mese dopo tanti sacrifici per racimolare il gruzzolo per comprarla? Per favore, toglietemi questo dubbio, anche se in parte il dubbio me lo ha tolto Matteo Salvini: «Dramma, ma conseguenza.di un crimine".. @ilpianistasultetto
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Leccami dappertutto
Adoro essere leccata a lungo ovunque; desiderata ma assolutamente sottomessa. Semplicemente: amo obbedire all’amore e all’amante che mi coglie. Ti faccio tutto quello che mi ordini. Se solo intuisco che un uomo che mi piace mi vuole, gli faccio capire subito e senza equivoci che ci sto e di sicuro finiamo a letto entro un’ora. Lo so: sono una vera e propria troia. Ma sono una troia fondamentalmente stupida: non mi faccio neppure pagare!
Mi porti via con una conversazione intelligente, un gelato, un giro in macchina, un capo di lingerie neanche troppo costoso o un pezzo di bigiotteria economica. Sono una scema. Ma sono molto generosa. Amo e ho un bisogno fisico di giocare con la lingua. E di sentirne spesso una che mi percorra, che mi dia i brividi della passione. Ho una necessità quasi biologica di leccare un uomo o una donna, di inghiottire i suoi umori e sentire il suo corpo che gode, che viene grazie a me. E inghiottire ciò che produrrà per la mia gola. Il gusto è normalmente un po' sottovalutato, invece anch’esso è gran parte del sesso.
Inghiotto senza sprecare una goccia. Mio marito non sospetta nulla: lui è davvero un angelo. Mi mantiene come una principessa e mi porta sul palmo della sua mano. Non meriterebbe certo una puttana come me, al suo fianco. Non gli ho neppure dato dei figli, né ho alcuna intenzione di farlo in futuro. Spesso lui mi guarda a lungo, mi scruta, mi osserva e infine mi dice che potrei avere qualsiasi uomo o qualsiasi donna, tanto sono bella ai suoi occhi. Che gli brillano d’amore e gratitudine, mentre lo dice. Io abbasso il viso e arrossisco. Lui pensa che io sia una donna timida e pura. Quanto mi adora.
Fondamentalmente è un uomo molto buono: è solo contento che l’abbia sposato e che abbia quindi scelto volontariamente di essergli fedele, di rispettare il sacro vincolo matrimoniale. Poveretto: sapesse! Però lo tratto bene e non gli faccio mancare dei bei pranzetti e una casa accogliente e pulita. Lui ha oltre venti anni più di me e l’ho sposato in fretta e furia, per uscire da casa il prima possibile.
Mamma m’ha sempre odiata: lei non è riuscita a tenersi papà e io gliene ho sempre fatto una colpa. Ogni giorno. Eppure in qualche modo ha saputo accalappiare il suo secondo marito: un dottore. Anche lui come mio marito è una persona generosa e dalle mille risorse. E con un bel fisico. Da appena sposati, io - neppure quattordicenne - ho iniziato a stuzzicarlo. Ma lui, da uomo saggio e timorato di Dio, ha sempre accuratamente evitato e m’ha ogni volta rimproverato bonariamente. Scuotendo la testa, davanti alla mia esuberanza adolescenziale.
Però era ed è pur sempre un uomo sano. Con tutti gli ormoni e i desideri al loro posto. Man mano che andavamo avanti, mamma lo trascurava sempre di più. Io invece sbocciavo rigogliosa e gli ero sempre meno indifferente. Me ne accorgevo da tanti piccoli particolari. Dal fatto che se prima mi sfuggiva, da un certo punto in poi ha iniziato invece a volermi stare intorno, a scherzare con me. Di continuo. Una mattina, dopo l’ennesimo litigio con mamma, ho deciso che l’avrei resa cornuta.
Se lo meritava e io mi sentivo potente, sessualmente irresistibile. Ho finto di prepararmi e poi di uscire per andare a scuola. Ma quando lei è uscita a sua volta per andare a lavorare nell’azienda dove in quel periodo prestava opera come consulente informatica, sono tornata a casa. Il mio patrigno era al piano di sotto, nel suo studio medico a visitare pazienti. E io di sopra a preparare la trappola.
A ora di pranzo mi ha trovata a casa; era sorpreso, ma piacevolmente. Ed era anche molto imbarazzato, ma comunque si trovava oggettivamente in una situazione da sogno per qualsiasi uomo: infatti gli ho fatto trovare due fili di spaghetti, un po’ di insalata e dei pezzetti di speck e formaggio. Un pranzo leggero, che gli ho servito truccata perfettamente e profumata. Indossando ciabattine con la zeppa, una sottoveste a mezza coscia velata, leggerissima. Completamente trasparente e... tutta aperta sul davanti!
Ovviamente, sotto ero completamente nuda! A diciassette anni le mie mammelle erano di marmo e il culo una “O�� di Giotto. La fica poi era completamente depilata. Muovendo strategicamente le gambe e i fianchi, le mie grandi labbra si aprivano spesso, davanti a lui. Non parlava. Era ipnotizzato. Io ero talmente eccitata che oltre al profumo, egli ogni tanto sicuramente sentiva un refolo del mio odore inguinale intimo e del sudore delle mie ascelle. Una dolcissima tortura, irresistibile per chiunque..
Stava diventando pazzo, lo potevo vedere chiaramente. Mangiava, masticava ma non poteva togliermi gli occhi di dosso. Non riusciva proprio a dirmi di andare a rivestirmi. Finito che lui ebbe di bere un robusto bicchiere di vino rosso, sono andata a sedermi in grembo a lui. Gli ho gettato le braccia al collo e facendo l’espressione più bambinesca e innocente possibile gli ho stampato dei baci sulle guance. Gli sorridevo, l’accarezzavo, gli prendevo le mani: me le mettevo una tra le cosce leggermene allargate e l’altra sotto le natiche semiaperte!
Non poté fare a meno di iniziare a frugarmi la passera e l’ano. Non avrebbe resistito un santo. Era arrapato da impazzire: ogni tanto gli toccavo la patta e la cosa mi era chiarissima. D’un tratto si risolse: mi prese in braccio e mi mise sul divano in sala. Però in sostanza si limitò a leccarmi da morire ovunque. Partì col collo: mi divorava e mi ricopriva di saliva. Poi passò al seno e ci lavorò a lungo. Mi succhiò i capezzoli godendo come un maiale, il dottore.
Infine, si decise al passo più importante: leccarmi la passera e l’ano. Mi fece venire più volte. Gli ricoprii tutta la testa del mio prezioso miele. Scherzando scherzando, pian piano gli sbottonai i calzoni e glielo presi in bocca. Però dopo tre o quattro pompate lui si ritrasse e disse: “No, tesoro mio.... non possiamo. Basta, per favore. Mi farai morire.”
S’erano fatte le tre e mezza del pomeriggio, per cui si lavò e tornò nello studio. La serata e i due giorni successivi passarono come se nulla fosse successo. Solo occhiate più o meno esplicite e sorrisi imbarazzati. Ma la terza notte però alle due, mentre mamma ronfava stanca morta, mi si infilò dentro al letto, col profilattico già calzato. Mi mise una mano sulla bocca, mi pregò di fare silenzio e mi disse che non ce la faceva più. M’allargò le cosce e mi scopò. Dieci minuti, non di più. Io lo assecondai e godetti.
Ma mi sforzai di restare impassibile e di non gemere. Non dissi nulla. Venne e subito dopo se ne scappò, come un ladro. Al mattino, imbarazzatissimo, mi chiese scusa: che non avrebbe dovuto, mi pregava di dimenticare, non si può proprio fare etc. Col kaiser: ce l’avevo in pugno, ormai. Però non dovetti neppure faticare: da subito iniziò a volermi scopare ogni volta che avevamo un’ora di tempo libero insieme e che mamma non c’era.
Purtroppo, noi donne abbiamo antenne sensibilissime e mia madre quindi scoprì quasi subito la cosa. Avrebbe voluto uccidermi, o come alternativa allontanarmi per sempre “per farmi fare in strada la puttana che ero” disse. Per non far scoppiare uno scandalo però, sopportò tutto per un breve periodo. Anche perché il mio patrigno era molto preoccupato, mortificato e si mise di impegno a lavorare per me.
Egli riuscì in due mesi soltanto a trovarmi un marito: riuscì a convincere questo suo buon amico d’infanzia ancora scapolo, che accettò subito di sposarmi: non mi potevo opporre. Né lo avrei voluto. Qualsiasi cosa, pur di andarmene. Al futuro sposo non sembrava neppure vero! Avevo meno di diciotto anni e lui oltre quaranta. Non era e non è certo un’aquila; né ha un fisico da fotomodello. Però è un brav’uomo. In sostanza, una buona sistemazione, per me.
Meglio della strada su cui mia madre m’avrebbe buttato immediatamente, dopo avermi scoperta rientrando prima del previsto nel suo letto matrimoniale, col suo uomo ben piantato nel mio culo mentre io gli gridavo: “dai, fottimi. Vieni, sborra, rendiamo super cornuta mamma. Muovitiiii...” E allora eccomi qui. Mi piace troppo fare sesso. Ultimamente sono anche costretta a usare una crema lenitiva e rinfrescante per le parti intime, visto che faccio sesso due o anche più volte al giorno.
Posso farlo senza problemi: è il vantaggio di vivere in una grande città e di saper giostrare con internet. Due o più volte al giorno non contando le esigenze di mio marito. Abbastanza diradate durante il mese, invero. E soprattutto io succhio, lecco, ingoio avidissima e raggiungo l’estasi massima quando un uomo mi sborra in gola. Mi faccio succhiare, leccare e lascio anche che la saliva e gli odori dei miei amanti sul mio corpo eccitino il mio coniuge a letto: lui mi dice che ama il fatto che io abbia un odore così mutevole. Non capisce come questo sia possibile. Mi dice che vengo da un altro pianeta, ma si eccita. E mi scopa. Poi finalmente posso farmi una bella doccia.
RDA
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Lighter & Princess
"You don't love someone because they're perfect, you love them in spite of the fact that they're not."
Mi sono mangiata letteralmente le mani.
Oh...se avessi ascoltato @lisia81 che mi consigliava di vedermi questa serie l'anno scorso, mi sarei evitata l'imbarazzo di cosa dover scrivere nel quiz di fine anno alla domanda "miglior storia d'amore", "miglior bacio" o anche "miglior drama". ma sono quasi convinta che avrei potuto infilare questa serie anche in altre categorie.
Esattamente come per Moving, trovare un difetto in Lighter and Princess (L&P per brevità) è tosta: regia, montaggio, sceneggiatura, ambientazione, dialoghi, ritmo della narrazione, recitazione... ho trovato tutto fantastico.
PS: Ci saranno spoiler.
Partiamo dalla storia: la trama è semplice e non è niente di trascendentale o epico.
Li Xun è un freddo e calcolatore asso della programmazione informatica che è entrato al college come primo agli esami di ammissione all'università nazionale, guadagnandosi l'ammirazione di tutti i suoi compagni di classe. Tuttavia, non è interessato a partecipare alle normali attività universitarie con i suoi compagni e ha i suoi progetti per il futuro. Questa mentalità lo porta in conflitto con molti dei suoi compagni di gruppo poiché spesso rifiuta di collaborare con loro. #asociale Zhu Yun, nel frattempo, è una giovane donna amichevole e innocente che ha appena iniziato la sua vita universitaria dopo aver fatto tutto ciò che i suoi genitori e la società si aspettavano da lei. Quando incontra Li Xun, si sente in conflitto. Si preoccupa che lui sia un possibile piantagrane, ma si sente comunque in qualche modo attratta da lui. Anche se all'inizio sembrano scontrarsi, iniziano ad apprezzare il tempo trascorso insieme. Ma quando un incidente cambia le loro vite e minaccia di separarli – proprio mentre la storia d’amore stava iniziando ad evolversi – la loro relazione è alla prova finale! [mydramalist]
Come si evince la trama non è nulla di rivoluzionario o lontanamente leggendario. Sono ragazzi dell'università che affrontano i drammi di tutti i giorni mentre crescono piano piano ed imparano sempre di più dalla vita.
Dal punto di vista narrativo ho adorato come L&P avesse un impostazione alla The Untamed, ossia farci vedere una situazione del presente per poi tornare indietro nel tempo e mostrarci come si sia arrivati a quella circostanza. E' una modalità molto furba perché mette lo spettatore in condizioni di sapere già che andrà "tutto a skifio" più va avanti la storia ambientata nel passato...di soffrire più la storia prosegue. E allo stesso tempo da speranza allo spettatore che si torni presto nel presente cosicché l'agonia finisca.
Andando invece alle tematiche del drama esse sono tante e raccontate magnificamente. Come detto sopra la serie è una storia di crescita. I personaggi di L&P ci vengono presentati sin dall'inizio con le loro personalità, convinzioni e desideri per il futuro. Mano a mano che la storia avanza, ognuno di loro dovrà fare i conti con le difficoltà della vita di tutti i giorni, amicizie, decisioni per il futuro... ci saranno scontri, riappacificazioni e tanti sbagli, errori. Come è la vita.
Si perdono amici e se ne trovano altri, si cerca di capire "cosa vogliamo diventare da grandi" e ci sta stretto che qualcuno decida per noi. E quello che pensavamo di volere nel nostro futuro, risulta non del tutto veritiero. Tutti i personaggi di L&P crescono ed imparano dai loro errori: per fare un esempio superficiale, Zhu Yun che sul finire della serie si schiera dalla parte di Li Xun andando contro alla madre e decidendo lei stessa per il suo futuro e con chi vuole passarlo.
A fare da paio al concetto di crescita, c'è quello dell'essere "il migliore" che riguarda prettamente Gao e Li Xun. Per il marito di Lina essere il migliore vuol dire sconfiggere Li Xun. Che sia al computer o a chi piscia più lontano, l'importante è vincere contro il lead. Un ossessione così forte che lo porta a preferire la morte - letteralmente - piuttosto che lasciar prevalere Li Xun. Anche il lead relega l'essere il migliore alla vittoria su Gao - anche per motivi personali - mostrando all 'ex migliore amico che non riuscirà mai a batterlo, guidato dall'odio e dal risentimento.
Alla fine però entrambi capiscono che il miglioramento non è in relazione verso gli altri, nella competizione. Ma verso se stessi. L'essere una persona migliore rispetto al passato, perdonando vecchi rancori ed imparando ad andare avanti amando le cose e le persone che gli stanno più vicine. Capendo dove si è sbagliato, cercando di fare ammenda e comprendendo che ci sarà sempre qualcuno migliore di te in qualcosa.
Ma se ho adorato come la serie mostri e sviluppi questi due concetti, la cosa che ho amato ancora di più è stata la scrittura dei personaggi: umani, sfaccettati, fallaci. Pieni di insicurezze, rabbia, egoismo, arroganza ed inclini all'emotività.
Zhu Yun, interpretata da una fantastica Zhang Jing Yi, è uno di quei personaggi protagonisti femminili che io adoro. Perché è tosta e determinata senza essere badass o violenta. E' intelligente e coraggiosa, a tratti delicata ed elegante. Non fa scenate, non urla. Lei silenziosamente fa la sue cose ed una volta che ha preso una decisione è molto risoluta nel perseguirla. sposarsi il lead come missione di vita
Ma allo stesso tempo è insicura, cerca continuamente conferme e si lascia prendere dalle emozioni. Ad esempio nella sua relazione con Li Xun e Lina. Non c'è storia: ogni volta che il lead passa dieci secondi con questa ragazza, Zhu Yun va in paranoia totale. Sia nel passato che nel presente della storia. Come dice giustamente @lisia81 sarà poi questa insicurezza a non permettergli di "vedere" il piano di Li Xun nel passato e di stargli davvero vicino nel momento di bisogno. Ed anche se fa male, adoro questa imperfezione della lead che la rende molto umana.
Interessantissima poi la sua relazione con la madre. Io mi lamentavo di quell'altra mamma famosa dei drama cinesi - non dirò il nome perché solo nominarla mi fa salire il crimine e perché @lisia81 deve ancora vederlo e non voglio spoilierargli nulla- ma a ben pensarci, la madre di Zhu Yun è peggio. Almeno quella era malata e depressa e cercava di ammazzarsi a giorni alterni. RIP
Questa invece, ha instaurato con Zhu Yun un rapporto ossessivo e controllante. Lei sa cosa è meglio per sua figlia. Lei decide cosa deve studiare, fare, andare e "provare per il lead". E se da una parte posso comprendere il fatto che voglia le cose migliori per la figlia - tutti i genitori vogliono le cose più belle per i figli - dall'altra inorridisco quando impedisce a Zhu Yun di fare la sua vita, le sue scelte.
Senza parlare poi di come tratta quel povero lead. Nel finale quando gli dice che il marito di sua figlia deve avere una buona famiglia ecc ecc... sapendo benissimo che Li Xun una famiglia non ce l'ha, non è stata cattiva. E' stata meschina. Crudele.
Ma è stata utile. Perché "grazie a lei" Zhu Yun prende in mano la sua vita ed il suo futuro, dimostrando che non gli importa di cosa pensi o provi sua madre e concludendo così il suo percorso di crescita.
Poi c'è Li Xun che ha il volto di Chen Fei Yu e a cui devo letteralmente inchinarmi. Perché l'avevo già visto in Ever Night e non mi era piaciuto. Avevo trovato la sua recitazione rigida e non mi sembrava che fosse entrato nel personaggio.
Ma in L&P fa il salto di qualità: lui è Li Xun. La naturalezza con cui porta in scena il bel tenebroso mezzo tsundere è encomiabile, così come l'espressività. Li Xun è un uomo di poche parole - una è poca e due sono troppe XD - e spesso mostra i suoi pensieri tramite espressioni: l'alzamento del ciglio, il sorrisetto, il socchiudere gli occhi. Li Xun non parla ma grazie all'ottimo lavoro di Chen Fei Yu tu spettatore puoi supporre cosa sta provando e pensando.
La poca loquacità non è ovviamente un caso: il giovine ha avuto una vita di merda - e soffre di preoccupante artrosi a trent'anni XD @ili91-efp - così come è perfettamente normale che non gli importi nulla degli altri e persegue i suoi piani a prescindere da tutto e tutti. All'inizio di questa storia Li Xun è un blocco di ghiaccio che risponde male a tutti e se ne frega di qualsiasi cosa. Vive per se stesso ed è unicamente interessato a raggiungere i suoi obiettivi. Il resto è nulla.
Poi arriva Zhu Yun. Il suo amore per lei, la loro relazione, gli permette di sciogliersi diventando piano piano più aperto e disponibile tanto che anche la sorella nota il suo cambiamento. Zhu Yun d'altronde è l'unica persona al mondo disposta a combattere al suo fianco, che si fida ciecamente di lui, che si preoccupa per lui...
Ma ahimè tutti i progressi s'infrangono alla morte della sorella e relativa prigione. Li Xun cade nel vortice della vendetta, mandando a puttane la sua relazione con Zhu Yun ed il suo futuro.
Ci sarà modo di parlare della relazione tra i due. Quello che mi preme è mettere in risalto come il protagonista di questa storia non sia minimamente perfetto e che va benissimo così.
Li Xun, anche per via del suo vissuto, può essere cattivo e spietato. Ha ignorato le richieste e le preghiere di Gao per più di metà serie. Ha lasciato la sua ragazza facendo espressamente leva sulle sue insicurezze e paure e facendole volontariamente del male. Li Xun è un genio che può creare piani diabolici senza preoccuparsi di chi ha intorno e come essi reagiranno alla cosa. Una volta che si pone un obiettivo va avanti come uno schiaccia sassi.
Ma allo stesso tempo è capace di grandi gesti d'amore, di gentilezza e rispetto. Intelligentissimo, è sempre un passo avanti a tutti ed è un piacere vederlo spiegare i suoi piani o ammirarlo mentre lavora al pc.
Quando esce di galera pare tornato ai vecchi tempi dell'università. Chiuso, introverso, a tratti scortese. E di nuovo impelagato con vecchi rancori. E' straziante vederlo guardare la lead con gli occhi a cuore e sapere che fosse per lei sareste già sposati con 10 figli non pensa di meritarla e che secondo lui non torneranno più assieme.
Nel finale poi, fa il salto di qualità riuscendo a lasciarsi alle spalle l'odio e la vendetta per vivere felicemente la sua vita. Riconosce i suoi errori con Zhu Yun, accetta che i genitori della ragazza difficilmente daranno la loro benedizione alla coppia ce ne faremo una ragione e comprende finalmente che la sua ex fidanzata è ancora la donna che ama e che vorrà sempre.
Il personaggio di Li Xun è quello con cui ho avuto più difficoltà ad interpretare i pensieri: avendo il POV bloccato e dovendomi spesso basare sulle espressioni o su poche parole, ho dovuto qualche volta decodificarlo.
Infatti la mia scena preferita è quella dove Li Xun, geloso del pittore, sbrocca malamente con Zhu Yun. In quella scena il lead non riesce a trattenere la gelosia che diviene rabbia quando la ragazza sembra sminuire la loro passata relazione " chi non è mai stato innamorato a 18 anni?" - una cosa cosi. Adoro questo momento perché Li Xun pare un fiume a cui hanno rotto gli argini e dove si mostra la vulnerabilità ed il dolore di questo personaggio.
Ed infine c'è Gao. A livello di scrittura credo che sia il migliore tra tutti i personaggi. Dovrebbe essere il villain di questa serie ma la narrazione fa in modo che non lo sia fino in fondo.
Gao che voleva battere il lead e dimostrarsi il migliore. Gao che era sempre primo al liceo e non poteva accettare che qualcun altro, senza troppi sforzi, lo superasse. Gao innamoratissimo di Lina anche se lei amava il lead. Gao che consapevole dei propri limiti e desideroso di allontanarsi dall'ingombrante bravura di Li Xun, fa un passo indietro per andarsene all'estero...
Gao, come tutti i personaggi di questa storia, compie azioni non sempre condivisibili ma che sono comprensibili. Tu come spettatore capisci da dove proviene l'odio e la disperata voglia di sconfiggere Li Xun che Gao mostra così sfacciatamente.
Nella prima parte della serie, Gao è un bravo ragazzo. Studia, si impegna ma non riesce a superare Li Xun. Nonostante lavorino assieme c'è un baratro tra loro, spesso perché Li Xun attua scelte che riguardano il lavoro di tutti senza tenere conto di chi ci ha lavorato oltre a lui. Non posso dare torto a Gao quando si arrabbia con il lead per questi motivi.
Finché Gao perde la specializzazione. Nonostante avesse pregato Li Xun di non fare casino per non creargli problemi, Li Xun lo ignora e Gao non raggiunge l'agognato risultato.
Qui c'è forse uno dei pochi appunti che posso fare alla serie, per quanto riguarda la trasformazione di questo personaggio in uno così crudele e che sorride nel vedere Li Xun essere arrestato dopo che gli è morta la sorella. Secondo me, questa trasformazione così lapidaria è stata un po' frettolosa per uno che fino a 3 episodi prima, era impensabile facesse una cosa così cattiva.
Comunque sia, poiché non riesce a sconfiggere il lead per vie normali, Gao usa quelle "traverse", sforando nell'illegalità. Ma finché può battere Li Xun, vale tutto.
Quando lo ritroviamo nel presente, Gao è il Presidente della L&P, copia i giochi degli altri ed è sposato niente popò di meno che con Lina, la donna che ha sempre amato ma che non lo ricambia.
L'uscita di galera del protagonista metterà sotto pressione Gao in tutti i modi possibili ben sapendo che Li Xun rivuole la L&P. E Gao piano piano cadrà nell'ossessione.
E se da una parte godo nel vederlo in difficoltà visto tutti i danni che ha fatto, dall'altra mi dispiace anche un po': alla fine ha raggiunto tutti i risultati che voleva...ma a che prezzo? E davvero questo, era quello che voleva?
Dal finale di serie s'intuisce di no. Una volta venuta fuori la malattia, l'ossessione si acuisce e diventa quasi follia: Gao si rifiuta di operarsi finché Li Xun non si arrende. Che è illogico. E' stupido. Ma è perfettamente comprensibile per il personaggio di Gao.
Ed il finale... da una parte temevo che la malattia di Gao fosse un motivo per darci il buonismo finale con tutti i personaggi che s'abbracciavano felici perché oh...Gao sta male e bisogna fare pace. Lighter and Princess invece, mi stupisce ancora non dando alla malattia il ruolo risolutore dei conflitti ma rendendola un modo per i due di riflettere sulle loro azioni e su cosa sia davvero importante.
Nota a margine sulla espressione felice ed un po' stupida di Gao quando Lina si presenta all'ospedale dicendogli che rimarrà con lui. Non l'ho mai visto così felice come in quella scena. Adorabile. Mi si è stretto il cuore per lui.
Ma se ho amato come siano stati scritti i personaggi, quello che mi ha davvero preso il cuore è stata la storia d'amore. Spesso i drama romantici scadono nello smielato e nei cliché: perdita di memoria, second lead che fanno gli stronzi, lei che inciampa e casualmente cade tra le braccia del fusto di turno...insomma le solite cose.
L&P non solo non presenta niente di tutto questo ma riesce ad essere adorabile e romantico con una coppia giocosa e divertente, amorevole e davvero piacevole da guardare. Sorridevo involontariamente ogni volta che Li Xun faceva il solletico a Zhu Yun, ad esempio!
I due lead infatti, hanno una chimica spaventosa ed ogni volta che si guardavano negli occhi pare veramente che non esistesse nient'altro che l'altro. Il modo in cui di guardano, toccano, si abbracciano, invadono lo spazio uno dell'altro, è così naturale che sembra che siano sposati da anni.
Inoltre, l'altro motivo per cui ho amato questa coppia è perché sono tutto tranne che perfetti. Sono imperfetti presi singolarmente e sono imperfetti come coppia. Nonostante si amino molto e si sostengano sempre, ognuno di loro porta nella relazione i proprio difetti: Zhu Yun diventando insicura e ansiosa e Li Xun volendo fare tutto da solo. Ricordo ad esempio che sia nel passato che nel futuro, Zhu Yun si lamentava di come il lead non la includesse nei suoi piani e la tenesse sempre all'oscuro di tutto. Gli chiedeva se era inclusa nei suoi piani, del loro futuro ecc ecc....
Questo succede anche nel presente con dei notevoli miglioramenti ma ancora siamo lontani dalla perfezione...e va benissimo così. E' perfetto così!
Le relazioni impeccabili non esistono. E non mi piacciono le storie dove i due protagonisti perfetti si giurano amore eterno e dove sono così bravi uno con l'altro che sai che l'unico motivo per cui si potrebbero lasciare sono per interventi esterni.
Sicuramente Li Xun e Zhu Yun sono una delle mie coppie preferite di quest'anno. Così come lo è questo drama.
Poi oh...ci sarebbe tantissimo altro da dire: dal second lead pittore che non è mai stato veramente un second ma anzi un buon amico. Da Lina che da brava egoista pensa solo ai fatti suoi salvo poi rinsavire nel finale, dai ragazzi della compagnia dei due lead, da Ren Di e la sua storia con il cantante del suo gruppo... ma per adesso basta così.
Consiglio comunque a tutti la visione di questa serie!
Voto: 9
#lighter and princess#cdrama#chinese drama#Li Xun#zhe yu#Zhu Yun#Chen fei Yu#chen feiyu#zhang jingyi#Zhao zhi wei#gao jian hong
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Westeros ma sono le regioni italiane! feat:
L'alto piano è la zona di Toscana/Umbria/ Emilia. C'è la cittadella che è Bologna dei poveri, hanno le sommosse politiche,sono ricchi ma si fingono maledetti bohemien. Cersei odia Margaery perché è una maledetta comunista e mette a repentaglio i valori della famiglia . Mace Tyrell è un vero umarell che passa la vita a guardare i cantieri mentre la famiglia complotta!
Le terre del Ovest sono la Campania perché solo il sud™ poteva produrre i Lannister.(e lo so bene io,che sono campana E ho una famiglia di biondi/occhi verdi,me compresa!). Cersei come sopra è quel tipo di donna del sud che siccome ha i soldi e si è trasferita nella grande città si è elevata rispetto ai terroni,ma continua a raccontare i fatti suoi a chiunque come se fosse al mercato di Torrione. Castel Granito diventa Castel dell'Ovo. I Rayn dimorano nel Maschio Angioino e i Lannister per denigrarli li chiamano "Castel Nuovo".
Approdo del Re è il Lazio, per ovvie ragioni. Siccome la squadra di calcio di Robert ha perso il campionato contro la Roma ora lui pretende di abbattere il Colosseo. Roccia del drago è collocata nel Molise perché solo una terra di nulla può ospitare il castello dove vive Stannis Baratheon. Per chi se lo chiedesse: Il Vaticano è l'equivalente del Tempio di Baelor.
Le terre dei fiumi sono la Lombardia perché vogliamo essere geograficamente accurati. Robb è riuscito ad allearsi con loro perché ha fatto leva sui separatisti padani,anche se Cat non è convinta perché "non lo so mi sembrano un po' radicali",e infatti questi si ricicleranno qualche hanno dopo come sostenitori della Westeros unità. Walder Frey ha costruito tutta la sua fortuna capitalizzando sul Ponte Coperto di Pavia, perché si.
Sempre per coerenza geografia le terre della tempesta sono in Veneto. In particolar modo Capo Tempesta è a Belluno. Come con i Lannister:solo la terra delle bestemmie poteva produrre i Baratheon.
Le isole di ferro solo la Sardegna. Un po' per motivi seri (in epoca romana era effettivamente ricca di ferro ed altri materiali simili,sono un isola) e un po' perché mi diverte pensare che Euron sembri parlare in valyriano ma in realtà è dialetto sardo
Umbria e le Marche sono la Valle, perché l'assassino di Jon Harryn può tranquillamente essere avvenuto a Gubbio (se solo Westeros avesse avuto don Matteo)
Vi ricordate quel discorse™ sui siciliani dove la gente non riusciva a decidersi se erano italiani o PoC? Ecco, Tumblr fa la stessa cosa con i Dorniani! Lancia del Sole Castello Svevo lascia le altri regioni di sasso perché "Svevo? Ma questi non erano solo arabi/spagnoli??". Inoltre in HotD Gawayn da del terrone a Criston Cole quindi direi che abbiamo anche la giusta dose di campanilismo
Il Nord manco a dirlo sono Piemonte e Val d'Aosta. Cioè guardate il castello di Fénis e ditemi che non è Grande inverno. Hanno pure il meta lupo sullo stemma lo so che dovrebbe essere un leone argentato shhhh. Gli starkettini sono bilingue e lo sfruttano a loro vantaggio:Sansa a dato della stronza a Cersei in francese e poi lo ha spacciato come un complimento. Pure la Liguria è compresa perché fa tipo l'attaccatura dove si trovano i Manderlyn,che infatti non vengono presi sul serio.
Round Bonus: come aveva suggerito @mircallaruthven ,i Targaryen sono i Arbëreshë,che essenzialmente sono la comunità italo albanese. Loro sono per lo più ortodossi quindi abbiamo anche il conflitto con i democristiani di Westeros. Pure lo stemma è adeguato!
#italian tag#asoiaf#txt#io mi diverto un casino a fare ste cose#quasi quasi vorrei fare pure una versione in inglese ma con i paesi europei cone i sette regni 👀
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Il mio vicino era un ex tossicodipendente. E si è suicidato.
Ieri, mentre cercavo le chiavi davanti a casa, al ritorno dalla palestra, mi viene incontro una signora accompagnata da un bambino, che ho inquadrato subito, rintracciando in lui alcuni connotati che ben conosco: quelli di un figlio che adora la madre.
L’ingresso del mio e dei palazzi accanto si raggiunge attraverso un vialetto molto stretto, quindi la donna ha dovuto seguirmi ed è sembrata subito sospetta.
“Mi perdoni se la disturbo” mi fa con l’accento torinese e la R moscia, “sa per caso se quell’appartamento - indica le finestre di Davide - sia vuoto?”
Resto interdetto e subito aggiunge “non si spaventi, siamo parenti di chi ci abitava. Sono la moglie del fratello e l’appartamento appartiene a lui”, indicando il figlio e tirando fuori dal portafogli il documento del bambino, a conferma della corrispondenza del cognome.
Cercando di essere gentile e allo stesso tempo di non dare troppe indicazioni, le dico che sono sempre fuori e quindi non posso averne la certezza.
Prosegue: “non abbiamo notizie di ciò che accade nell’appartamento. Io e mio figlio - come se lui avesse potuto scegliere - abbiamo fatto 500 km per venire a controllare.” Controllare.
Continuo ad ascoltare e intanto mi avvicino al portone. Lei mi viene dietro. Ci tiene a far vedere che si muove con disinvoltura perché è già stata qua. Resto impassibile.
Tira fuori dalla borsa una risma di bigliettini stampati in casa. Sopra c’è il nome Paola e un numero di telefono: “cerco alloggio in questa zona”. Si affretta a spiegarmi: “Paola non è ovviamente il mio vero nome, ma voglio verificare se la casa, che il mio ex compagno (ora è diventato ex compagno) vuole vendere e io invece voglio mettere a frutto per lui - indica di nuovo il figlio - viene affittata in nero a mia insaputa. Sa, prima di procedere per vie legali...”
Fingo ingenuità e domando come mai, se le cose stanno come dice e “la legge è dalla loro parte” non siano nella facoltà di fare nulla. “Lui (il padre) non sa che siamo qui” mi fa il bambino, prendendo alla sprovvista la madre, che aggiunge subito: “non vogliono fare niente con questa casa, perché era della madre ed è la casa d’infanzia e preferiscono vendere e non pensarci. Se conosceva Davide, ha capito di che tipo di gente parliamo”. Eccola finalmente manifestarsi, con il sorrisino di chi allude senza pudore e si aspetta di trovare complicità, per definizione.
“Aspetta e spera di trovarla, stronza”, penso, ma traduco in un più urbano: “Davide era una persona molto carina, in effetti.”
Capisce che non ha molto spazio di manovra, ma procede dritta: “mi raccomando, non dica che siamo passati al mio ex compagno, se lo incontra.”
Non rispondo e mi congedo cortesemente, chiudendo il portone dietro di me.
Qualche minuto dopo, aprendo la finestra del bagno prima di fare la doccia, mi accorgo che si è spostata al cancello dell’appartamento al piano terra e sta raccontando di nuovo la storia. Inoltre noto che da ognuna delle cassette della posta pende uno dei biglietti di Paola (evidentemente la voglia scalpitava, strillava, tuonava nel petto di Paola oh Paola).
Durante tutto il tempo della doccia ripenso a Davide, alla sua gentilezza, al giorno in cui è venuto a presentarsi, lento lento, mentre ancora facevo i lavori; al grido che ha lanciato quando ha scoperto della morte dell’amico Roberto, alle schitarrate a cantare Jolene e a tutta la bella musica che ho imparato attraverso una parete sottile sottile. Penso al dolore che leggevo nei suoi occhi e che so bene riconoscere. Poi penso a Paola, che avrà le sue ragioni, ma che, purtroppo per lei, ha incontrato la persona sbagliata.
Finisco di preparami ed esco di casa. La donna se n’è andata e sono io a non resistere stavolta: mi avvicino alle cassette e rimuovo uno per uno tutti i biglietti, frutto di una macchinazione goffa e miope.
Mi dispiace per il bimbo, di cui ho potuto leggere il nome di battesimo e forse pure qualcosa in più. Mi dispiace per Davide e per il dolore che non incontra comprensione. Mi spiace per le persone, che diventano “gente” sulla bocca di chi non conosce la fortuna che ha. Non mi spiace per Paola, la donna senza vero nome.
Mi sento in colpa per un po’, ma solo per un po’. Poi getto via tutti i biglietti. Tanti saluti, Paola.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#amore#aforismi#dolore#empatia#davide
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Racconti di viaggio - parte 3
Ultimo punto dell'India è: la tradizione e la famiglia.
L'India mi è parsa una Napoli del dopoguerra anche per questo: l'attaccamento che hanno nei confronti della famiglia è fortissimo. E il matrimonio è uno dei mezzi che hai per ringraziarla. Perché sei obiettivamente obbligato a sposarti, tant'è vero che se non ti riesci a scegliere un partner, ebbene, allora ci pensano loro (roba da 19mo secolo europeo proprio). La coppia sposata va a vivere a casa del marito, letteralmente, non nel palazzo come spesso si fa al sud che si va al piano di sotto o di sopra, nono, proprio nello stesso appartamento (che sono anche più piccoli dei nostri).
Il matrimonio dura diversi giorni, anche se mi hanno detto che la cosa è molto variabile. L'India, più che una nazione è un continente: non si parla la stessa lingua (l'inglese è la lingua comune ufficiale ma non la sanno parlare tutti), non si crede nella stessa religione e le variazioni nella stessa possono essere innumerevoli (peggio del cristianesimo). Il matrimonio a cui ho partecipato io è durato quasi una settimana, anche se io ho vissuto solo 3 giorni: il primo giorno cena con tutti i parenti di entrambe le famiglie; il secondo, meno formale, solo tra i propri parenti; il terzo, cena grande con tutti quanti e col rituale più importante che dura fino al mattino seguente. Ma ci sono state altre funzioni e rituali a cui non ho partecipato. Nota curiosa: nella cultura indù non esiste lo scambio di fedi. Però ci si scambia una corona di fiori che ha bene o male la stessa valenza.
I novelli sposi non si sono mai baciati o abbracciati per tutto il tempo. Probabilmente è dato anche dal fatto che spesso ci si sposa non per amore, ma perché ci si vuole bene, come se si fosse fratelli. Ed è già tanto se si considera che ci si debba sposare per forza.
Infatti anche nei film indiani le scene con baci o leggermente erotiche sono inesistenti e viene messo in scena solo una versione di amore puro, quasi infantile. Il sesso è ancora tabù e la donna deve ancora mantenersi vergine fino alla prima notte da sposa. Allo stesso tempo, lo stupro e la violenza sulle donne è ancora un problema serissimo e le donne che denunciano o che raccontano niente sono praticamente pochissime mosche bianche.
Questi sono i motivi principali per cui l'India è una potenza economica ed è il paese più popoloso al mondo. Quando esistono valori forti come la famiglia, la società ha un futuro perché vivi tutto come obbligo morale ma naturale. Nella nostra cultura da primo mondo questo valore fondamentale si è perso e si vive per sé stessi e nessun altro. È vero, si è liberi, senza catene, ma questa libertà ha un costo psicologico e sociale che spesso non viene menzionato: la solitudine, la depressione, la difficoltà nell'instaurare nuove relazioni interpersonali e, finendo la catena, al calo demografico.
Molto probabilmente l'India affronterà lo stesso problema nei prossimi decenni, dato che, persino la Cina la sta attualmente affrontando. Chissà come diventerà.
#India#racconti di viaggio#pensieri#famiglia#valori#calo demografico#manca solo la Corea e poi ho finito
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Come si fa a sopportare la paura nell’attesa del responso? Aspettare una settimana, due, un mese. Lasciarne passare uno e mezzo, cedere alla dimenticanza che copre la rimozione. E poi decidersi, rifare la strada verso l’ambulatorio, la clinica, l’ospedale, chiedere al banco informazioni: “È qui o di sopra che si ritirano gli esiti degli esami?”. Come si fa ad abitare lo spazio del ‘tutto è possibile’: non cambia nulla o cambia ogni cosa. Prendere il numero, attendere il turno, tenere a bada la bestia ponderosa nel petto. Cartelle di plastica, stampelle, monitor controllati compulsivamente. A037, F016. L’ironia della cassiera, un lavoro come un altro quello di dispensare sentenze sul corpo, ci si abitua a tutto, non si dice così? Le voci degli altri che affiorano e svaniscono, primo piano e sfondo: la figlia che accompagna i genitori anziani a lamentarsi per un esame slittato di un anno, la donna che quasi esulta per un posto libero la settimana prossima. E intanto far finta di nulla, nessuno che veda la nube irrespirabile tra petto e gola, i piccoli angoli di aria da ricercare di lato. Ho un corpo allenato a reggere l’urto, sul momento, – come gli acrobati da circo, direbbe Campo, qualsiasi condizione – è dopo, semmai, che lo vedi crollare. L’orrore che si irradia nei gesti: l’apertura del portafoglio, il documento da porgere, l’ombrello assicurato al braccio. Il pensiero accantonato da oltre un mese, l’appuntamento proiettato lontano, manca ancora un sacco!, la danza dubbiosa tra statistiche e immaginazione: ora si prendono tutto, è il loro momento.
La biopsia stampata: “Vuole una busta?”. La cassiera sudamericana che ride: “Non guardo, c’è la privacy”. E poi allontanarsi: la apro subito o aspetto un passo, due, ogni metro in avanti rimanda ancora un po’ il momento, ritarda l'esecuzione. Mi siedo e la apro?, tornare in strada, no basta ora, qui, sulle scale di pietra, leggere a ripetizione, confondersi tra quesito diagnostico e conclusioni. Era un neo irregolare ma benigno, confermerà poi la dottoressa. Ma quanta speranza ogni volta ci vuole, e che mistero che dopo ci si scopra ancora tutti interi.
Jonathan Bazzi
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Sono un eroe (parte 1)
“Martinelli” “Martinelli” strilla il prof di lettere, il mio sguardo va alla lavagna, poi lo abbasso alle mie mani ossute e sudate che tengono una penna, vedo tutto sfocato, sento che sto per vomitare, non riesco a muovermi ne a reagire. Sta succedendo di nuovo. Il mio battito è accelerato, il caldo è insopportabile ed ecco che diventa tutto nero.
Finalmente riapro gli occhi.
Davanti a me una corda alla quale sono strette due mani enormi e piene di calli, sul mio busto c’è avvinghiata una donna. Alzo lo sguardo e vedo il cielo. “Oh cazzo sono sospeso su un palazzo in fiamme. Ok, niente panico questo corpo saprà cosa fare, devo solo usare la sua memoria muscolare”.
Guardò in basso e vedo due grossi stivali da pompiere. “Andiamo sono nel corpo di un eroe, basta perdere tempo devo scendere”.
Sento gli incitamenti dei miei compagni da terra, allento un po’ la presa e con dei lunghi salti iniziò a calarmi giù. La ragazza strilla e si stringe più forte a me. Corro verso i miei compagni e cerco di mettere giù la donna ma lei non vuole lasciarmi “andiamo sei al sicuro ora, puoi lasciarmi fatti controllare dai paramedici”. Diavolo la mia voce e incredibilmente profonda e mascolina.
Finalmente mi lascia tremante e mi guarda senza dire una parola.
Mi guardo intorno e vedo tutti i miei colleghi, vedo sopra tutte le loro teste, allora è questo che si prova ad essere alti!
“C’è ancora un uomo intrappolato al quinto piano” strilla la radio.
Qualcosa scatta in me e iniziò a correre verso il palazzo in fiamme, salgo sul camion e percorro tutta la scala e salto sul tetto, ignoro tutti gli avvertimenti dei miei compagni di squadra, aggancio la corda alla vita e mi lancio verso il basso, sta volta a velocità molto più elevata dell’altra volta. Sento le urla dell’uomo e capisco dov’è. “Stai indietro” urlo con la mia nuova voce potente.
Mi lancio nuovamente nel vuoto e i miei piedi atterrano su una finestra mandola in frantumi. Ok sono dentro. Seguo le urla dell’uomo in mezzo al fumo, batte dietro una porta del corridoio, cerco di aprirla ma chiusa. “Allontanati dalla porta” intimo.
Poi do un calcio alla porta che va in frantumi. L’uomo sta a terra gli metto le mani sotto le ascelle per aiutarlo ad alzarsi e sono meravigliato da quanto sia stato semplice, ora siamo faccia a faccia lo guardò negli occhi lo tranquillizzo e gli dico che era deve correre dietro di me.
“Vvv va bbbene, però potresti mettermi giù ora?” Mi dice con voce tremante. Abbasso lo sguardo e vedo i suoi piedi penzolare nel vuoto, accidenti lo sto tenendo sospeso da terra e quasi non ne sento il peso, questo corpo è fantastico! Lo metto a terra e la sua testa ora arriva a stento al mio petto. “Ok dobbiamo correre ora”. Arriviamo alla finestra e mi aggancio di nuovo alla corda spingendomi fuori dalla finestra.
“Ok, ora vieni verso di me e stringiti al mio collo” dico con voce più calma possibile. Ma lui ribatte spaventato:
“No, non posso farlo, non posso”
Merda non c’è davvero tempo per questo, salto di nuovo dentro da lui e mi abbasso per prenderlo lui strilla e mi colpisce coi pugni sul petto, sono irritato dal suo comportamento ma allo stesso tempo divertito ho davanti a me un uomo adulto che sembra un bambino: piange e mi colpisce incapace di provocarmi alcun dolore. Lo ignoro, stringi un braccio attorno alla sua vita e mi lancio giù dalla finestra, in pochi salti sono a terra. Vado verso la squadra tenendolo come un bimbo.
“Ehi va tutto bene adesso fifone”
“Ehi”
Merda è svenuto. Lo adagio sulla barella mentre la ragazza di prima corre da lui. I ragazzi mi danno pacche ed elogiano la mia performance, mi sento da Dio, non posso credere a quello che ho appena fatto. Mi appoggio al camion e mi rilasso bevendo un po’ d’acqua. Poi vedo l’uomo di prima venire verso di me, vorrà ringraziarmi immagino.
L’ometto arriva da e inizia urlare diventando subito paonazzo:
“ potevi uccidermi, quello che hai fatto è stato stupido e pericoloso farò causa ai vigili del fuoco per questo”
“Ci farai causa per averti salvato la vita?” Controbatto confuso.
“Hai ignorato le mie richieste e contro la mia volontà hai usato la forza per mettermi in pericolo” continua lui.
Sento la rabbia montarmi dentro per le parole di questo ingrato, stacco le mie spalle dal camion e mi avvicino a lui guardando in basso verso i suoi occhi. Non strilla più ora. Ma ahimè sento una mano sull’addome spingermi via. “Andiamo ragazzo, non fare stupidagini” dice il capitano. Che poi va a parlare con l’uomo mentre io cammino via nervoso e mi accendo una sigaretta.
“Posso fare un tiro” dice una voce femminile, alle mie spalle ancora seduta sulla barella la ragazza che avevo appena salvato. La guardò e sorridendo dico:
“Non pensi di averne respirato abbastanza di fumo oggi?”
“Una boccata in più non farà male” dice lei. Così le metto la sigaretta in bocca e le faccio fare un tiro.
Buttando fuori l’aria mi dice:
“Sai mi spiace per il mio ragazzo, lui è fatto così vuole sempre farsi odiare da tutti, grazie per averci salvati. Appena finisce la sua sceneggiata provo a parlargli”
“È stato un piacere, e non ti preoccupare, lo capisco era sotto shock ha bisogno di sfogare la paura” dico mettendole la sigaretta in bocca. “Meglio che torni dalla squadra, ciao bella”.
E ancora una volta vengo fermato dal capitano che inizia blaterare di come sto tizio sia un avvocato, amico di tanti politici. E che debba scusarmi con lui. A nulla sono valsi i miei rifiuti.
“Tieni prendi il camion e accompagnali a casa, la gente adora salirci sarà più propenso a chiudere un occhio se è felice” dice il capitano.
Continua…
#body swap#scambiocorpo#scambio#musclegrowth#muscle theft#firefighter#firefighters#pompieri#pompiere#vigiledelfuoco#racconti
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Mi sento un oceano ogni mattina quando lo specchio rivela il colore intenso di uno sguardo non mio.
Uso le lenti per nascondere l'orrore di quel che sono diventata.
La perfezione non è mai stato un problema. Però parliamo di una perfezione imperfetta che sia chiaro. Governa la parte umana in fin dei conti, però potresti confonderti.
Probabilmente per strada gireresti la testa per guardarmi e non importa se sei donna o uomo, sono un magnete.
Rubo il tuo sguardo e lo tengo incatenato su di me finché non decido che basta e se pensi di avere un alcunché potere su di me, ti sbagli.
Se sei donna, mi invidierai. Non sarai invidiosa dei miei capelli o degli occhi. La tua invidia sarà su quel che non potrai spiegarti.
Se mi prendi a pezzi non c'è gusto. Se mi prendi tutta, t'innamori.
E tu, sei mio.
Baciami.
Scopami.
Venerami.
Lo farai.
Hai presente quella cosa che tu chiami vita? Dimenticala. L'unica a tenerti in vita sarò io. Basta prendermi nel giorno giusto.
Sono come quelle insegne sulle porte dei locali pubblici.
"Da lunedì al venerdì dalle 14 alle 18, sabato dalle 12:30 alle 14:30 e domenica dalle 8 alle 10".
E credimi, tu ti presenterai in anticipo con un'ora, al minimo.
La cosa che più noti in me sono le labbra. Rosse. Quasi nere. Che poi in fondo te le immagini intorno al cazzo chiedendoti se succhiandolo resterebbe sopra il rosso del rossetto.
Te lo rivelo.
Non resta.
Sarà mia volontà quel che tu farai.
Ti distruggerò. Un colpo fisso al cuore per mille volte. E credimi decido io il finale della tua vita.
Urlerò se le cose non andranno secondo il mio desiderio e brucerò parole nascoste dentro il mio cuore, sarò dolore a fior di pelle, antidoto a fior di labbra e veleno.
La sera in macchina girerò la testa, guarderò le luci in lontananza che pian piano si perdono nel buio fitto,le righe bianche sulla strada, a volte continue altre volte interrotte, nei miei occhi noterai la vicinanza che lentamente si perde dei ponti e dei segnali stradali che resteranno alla nostra schiena.
Mi girerò, un sorriso dipinto sul mio volto con la precisione di Picasso e capirai, dio se capirai il mio odio e il mio dolore, ma lo ingnorerai per paura, consapevolezza di una bomba a mano che sta per essere sganciata.
Le mie mani fredde avvolgeranno le tue e sentirai il buio che da dentro di me, ti invade, ti sopraffà.
Cosa vedo nei tuoi occhi?
La mia stessa paura?
Shh, tranquillo, non è ancora il tempo, non farebbe ancora abbastanza male, non sentiresti il mio stesso dolore, ed ora dormi con la testa poggiata sul mio ventre mentre ti accarezzo i cappelli lunghi sparsi sul volto e su di me.
Sarò dolce, delicata come una piuma, ma mi sentirai, sarai consapevole delle mie dita che stringono la tua gola impedendo al ossigeno a farsi strada.
Gli occhi spalancati, i miei chiusi, la bocca aperta, la mia sorridente, io sono in pace, terrorista atice e tu teorizzato.
Nel orecchio dirò d'amarti mentre vedrò la delusione dipinta sul tuo volto.
Non sai gestirmi, trattarmi con le mie armi. Le tue pistole vere, fucili e pugnali, le mie solo sguardi, mani e sentimenti.
Ti spogli sul mio letto mentre sopra di te appoggio il mio corpo, tu speri, brami,ma qua decido io, il mio campo di battaglia.
Combatti, siamo soldati in guerra, fino all'ultimo sangue, ultimo respiro e t'amo, più di eri e meno di domani.
Amore.
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Ah… ora ci divertiamo!
Il giovedì alle sette e mezzo, dopo una bella cenetta rapida, non esiste nulla di meglio che sentire la chiave che ti ho dato infilarsi nella toppa della porta del mio monolocale di divorziato e vedere te, bella come un’attrice, che vieni a farmi passare un'ora o due con la mia micia preferita.
Vieni qui: ora datti da fare come sai che mi piace e divertiti anche tu. Sei una donna molto raffinata nei gusti. So che adori vestirti di tutto punto, adornarti, profumarti ed essere ammirata, corteggiata. E succede puntualmente: al lavoro quando vai in un ufficio, a far la spesa o passeggiando con un'amica per fare compere.
Tutti gli uomini che incroci ti osservano e ti desiderano. Non potrebbero fare altrimenti. Non passi inosservata e se indossi una gonna corta, le tue gambe fanno quasi venire un infarto a chi non è preparato a tale visione. Non parliamo poi di quando ti gira e indossi un paio di leggins leggerissimi, semi-trasparenti con perizoma: il tuo culo diventa un’arma letale.
E so anche che ti piace iniziare a flirtare a tua volta: il pensiero che un uomo si ecciti pensando a te ti fa impazzire di piacere. Sei crudele. Ma generosa: regali un sorriso e dieci secondi di pura gioia. Ma quello che piace a me invece è sapere che mentre gli altri apprezzano la donna gentile, bella, educata, colta e discreta che sai essere, tu riservi al mio corpo la tua parte più porca, oscena, assolutamente disdicevole e lasciva.
Con me sei una persona assolutamente immorale! E ti adoro per questo. Arrivi qui. Togli il soprabito e mi guardi come se fossi venuta per divorarmi, sei una tigre dopo una settimana di astinenza dal cibo. Ti piace spogliarmi lentamente, vedere che mi eccito sempre più mentre lo fai, capire che il tuo profumo fa effetto sulla mia libidine e quindi ti metti a giocare con il mio uccello.
Ci passi i migliori minuti della nostra unione segreta. Adori mettertelo pian piano tutto in bocca e giocarci con la lingua, inumidirlo ben bene. Per poi stantuffare lungo l'asta con le labbra, accarezzarmi i coglioni e alte cose meravigliose. Concentratissima, inizi a succhiarmelo per darmi piacere e poi al momento giusto decidi e ti ci infili sopra.
Di culo o di fica, per me è uguale. Adoro sentirti godere, essere felice mentre scopi e amo chiamarti troia, puttana o succhiacazzi, mentre ti do sonore pacche sul culo. Perché la tua parte migliore non è il tuo quoziente intellettivo, il tuo impiego come dirigente o la tua grande cultura umanistica: il top della tua persona è il tuo sodo, tondo, stupendo culo da zoccola, tesoro che curi andando quattro volte a settimana in palestra.
Che poi in effetti sono tre, perché il giovedì ti serve solo da copertura per venire a fartelo infilare e prendere a sberle qui da me. Ti piace, lo so. Ami sentirti posseduta, presa con rudezza e maltrattata. Vuoi l'uomo forte, quello che ti usa e ti mette al tuo posto. Pretendi dalla vita il maschio che t'ha negato, facendoti sposare per convenienza di famiglia un “bravo ragazzo.”
Così ti sei trovata tuo malgrado legata a lui. A quel marito che hai scoperto essere progressivamente sempre più disinteressato al sesso e alle tue esigenze di femmina, al tuo bisogno di essere adorata ma anche domata, cavalcata, soddisfatta. Alla tua sana voglia di cazzo, legittima, abbastanza normale ed evidente in un matrimonio. Idiota e villano. Per fortuna che hai incontrato me.
Gli hai dato dei figli, poi tuttora lo curi, servi e coccoli a puntino. A letto te lo sbaciucchi cercando di eccitarlo, però anche per tenertelo tranquillo e non farlo sospettare. Magari gli fai fare una sveltina rapida. Lui s’accontenta. Purtroppo per lui, nulla lo risveglia dal suo torpore, dal suo mondo fatto di libri, articoli, studio e convegni. Non ti porta mai al cinema o a cena fuori.
Non ti gratifica mai con un complimento, non ti dice mai che sei bella, che lo fai arrapare. In compenso, ti lascia tutta la libertà di questo mondo. Non ti chiede mai dove sei stata o come spendi i soldi. Non fa caso a quando rientri tutta scomposta e ancora accaldata dopo essere stata riempita a dovere, usata e abusata dal sottoscritto. Il tuo culo rosso e rovente non lo incuriosisce né lo eccita.
Stupido: non ha idea di che perfetta macchina del piacere tu sia né di quanti orgasmi mi fai fare dentro di te. Non sa che hai bisogno di scopare regolarmente, che vai farcita a dovere di seme e soddisfatta almeno ogni settimana, che sei esigente e vuoi tanto cazzo, dentro di te. E non immagina che la frase che ti fa venire all'istante è: “pensa a cosa starà facendo ora quel gran cornuto di tuo marito adesso!”
Al solo sentirla, ti inarchi, ti allarghi perché ne vuoi di più e me lo dici. Subito inizi a godere come una troia gemendo. Poi ti muovi a ritmo più forte, pretendendo sempre più cazzo dentro di te. Al culmine urli forte e infine vieni, allagandomi il ventre con un temporale di tuo nettare. Quanto ti adoro, mia stupenda femmina. Quanto godo nello sborrare restandoti dentro a lungo.
"ok: è arrivato il momento che… basta così! Fatti una doccia, rivestiti e vattene, puttana. A giovedì prossimo. Puntuale, mi raccomando…"
"ti amo stronzo, lo sai? Dimmi che mi ami anche tu…" "si, si: ti amo anch'io. Però adesso vai fuori dalle palle e… ma che cazzo fai? Suuu… dai, ora smetti di succhiarmelo… oooooh… be’, magari un'ultimo scarico nella tua gola te lo sei comunque meritato… aaaah, adoro la tua lingua, maledetta puttana… siiii!"
RDA
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L'AMICIZIA
Questo è il racconto di un fatto accaduto, per la precisione almeno 10 anni fa', uno dei fatti più eccitanti e incredibili della mia vita. Ci eravamo trovati, io e il mio gruppo, a casa di uno di noi per decidere dove andare quell'estate in vacanza al mare (alla fine abbiamo deciso per Riccione). Nel nostro gruppo di amici ci sono tre ragazze molto carine, di cui due sono fidanzate con due di noi ragazzi e l'altra è libera da legami e di divertirsi come meglio crede.
Comunque eravamo seduti intorno a questo tavolo e io stavo davanti proprio a questa ragazza. Capelli neri abbastanza lunghi, carnagione chiara, un bel visino allegro con occhi nocciola, un fisico decisamente non male con un gran bel sedere (lei dice un pò troppo grosso, ma secondo me perfetto), le gambe lunghe e intriganti, un corpo snello e armonioso, un seno poco sviluppato (a malapena una seconda) ma sicuramente ben sodo e invitante. Insomma, un bel bocconcino e non nego di averci fatto a volte pensierini erotici molto piccanti.
Parlando tranquillamente, ridendo e scherzando, ad un certo punto sento qualcosa toccarmi il pene tra le cosce. Rimango perplesso e butto lo sguardo verso la sedia, vedendo un suo piedino in un calzino bianco intento a toccare il mio pacco con le dita e la pianta. Faccio finta di niente e la guardo in faccia sconcertato. Lei aveva le mani incrociate davanti alla bocca e tra le dita affusolate vedevo un sorrisetto malizioso e la punta della lingua che passava sulle labbra.
Vi lascio immaginare come il mio cazzo si è gonfiato istantaneamente sotto il tocco delicato della fanciulla che mi stava di fronte. Gli altri, ignari di tutto, continuavano a parlare e discutere, mentre io mi accaldavo sempre di più e lasciavo fare e indagare la mia amica.
Evidentemente attratta e, credo, incuriosita dalle mie misure (leggermente sopra la media), comincia a diventare più audace massaggiando la mia asta rigonfia nei pantaloni su e giù e schiacciando di tanto in tanto per verificare la durezza.
Il tavolo era stretto e quindi lei poteva rimanere seduta in posizione normale, continuando addirittura a parlare con gli altri mentre sotto la tovaglia andava avanti ad eccitarmi.
Poi dopo un pochino ha smesso e ha ritratto il suo piedino fatato (se continuava ancora un po' venivo nelle mutande). Quando ormai credevo avesse finito il suo slancio ormonale si alzò e si fece indicare dal padrone di casa (una bella casa in campagna) il bagno.
Ricordo di averla fissata alzarsi e camminare sculettando verso i servizi dietro al corridoio del piano terra. Indossava come sempre una maglia smanicata attillatissima, in questo caso gialla, che la fasciava ben bene intorno alla vita e al seno, mettendo in evidenza le sue tettine vogliose con una discreta scollatura. Aveva un paio di pantaloni neri stretti sintetici (forse di una tuta) con dei tasconi lungo le gambe. Sparita dietro l'angolo ho cercato di scuotermi e di reinserirmi nella conversazione.
Dopo pochissimo la rivedo tornare e riprendere il suo posto. Si siede di fronte a me e mi fa un occhiolino, indicando con gli occhi la direzione del bagno. Le chiedo a gesti se dovevo andare anch'io in bagno e lei annuisce mordendosi le labbra. Allora mi sono alzato cercando di nascondere il pacco gonfio nei jeans e ho chiesto anch'io di usare i servizi.
Pensavo di farmi una bella sega e risolvere il problema ma poi ho visto una cosa che mi ha sconvolto. Sul lavandino c'erano appoggiate un paio di mutandine nere da donna con dentro un bigliettino scritto sulla carta igienica. Le ho ovviamente prese in mano e ho letto il biglietto. Se hai voglia di scopare, quando torni di là chiedi un bicchiere d'acqua e poi fai quello che ti dico. Mi sbottono i jeans e prendo il mio pisello in mano; duro come un bastone e pulsante di desiderio. Ero indeciso tra una scopata rischiosa in casa di un amico e un gesto di estrema volontà di resistere alla voglia per magari riparlarne più con calma in privato io e lei e se poi ci avesse ripensato? Mi sono chiesto quando ormai avevo deciso di rimandare. Portai le mutande al viso e annusai dove si era appoggiata la sua fighetta vogliosa. Odorava di lei. Odorava di sesso!
Ormai avevo deciso, strofino le sue mutande sul mio glande e le metto in tasca. Rimetto il cazzo a fatica nelle mutande, abbottono i pantaloni e esco dal bagno.
Arrivo al tavolo e mi siedo guardandola. Lei fa finta di niente e guarda curiosa alcune foto di campeggi e alberghi. “Scusa, posso avere un bicchiere d'acqua perfavore?" chiedo all'improvviso al mio amico a voce alta e chiara. “Certo" risponde lui un po' interdetto prima di alzarsi e prenderla. La guardo e lei mi fa appena un cenno di intesa con la mano.
Quando il padrone di casa è tornato tra noi con in mano il mio bicchiere e un paio di birre, lei gli ha chiesto se poteva andare a vedere su internet l'albergo che c'era in foto. Lui ovviamente le dice di accomodarsi in sala (la stanza a fianco) e di usare quel pc come voleva. La mia compagna di avventura si alza e se ne va. Adesso che lo sapevo si vedeva che non aveva niente sotto lo stratto leggero dei pantoloni. La seguo con la scusa dell'albergo e arrivo silenzioso alle sue spalle mentre lei stava effettivamente navigando seduta davanti al pc. Le appoggio le mani sulle spalle e lei piega la testa all'indietro, fissandomi negli occhi e passandosi la lingua avanti e indietro sulle labbra rosse. “Dove andiamo?" le ho chiesto a quel punto non sapendo che dire e portando le mani sul suo collo e sui fianchi, appoggiando appena il mio pacco in erezione sulla sua schiena. “Su in camera, diciamo che questo computer non è abbastanza veloce" detto questo gira la sedia verso di me e si piega verso la mia zip. La apre e tira fuori il mio pisello. “Come mi immaginavo," dice toccandolo con i polpastrelli "niente male"
"Grazie!" le rispondo trattenendomi a stento dal metterglielo in gola fino alle palle. Si alza e mi invita a rimetterlo nei pantaloni ancora per un paio di minuti perché lì era troppo pericoloso. Io la afferro per i fianchi e, mani sul culetto, le metto la lingua in bocca rapidamente. Lei risponde un po' e poi si divincola tornando dagli altri.
Ottenuto il permesso di salire in camera, saliamo e ci chiudiamo la porta della camera del nostro amico alle spalle. (Era tutto vero!!!)
Lei mi butta le braccia al collo e la lingua in bocca. Mi tolgo la maglietta e la spingo sul letto. Lei cade di schiena e rimane ferma con le gambe piegate e aperte, passandosi la mano sui pantaloni in corrispondenza della vagina. Io mi tolgo anche scarpe e pantaloni e mi corico tra le sue gambe. Le sfilo la maglietta e le lecco il petto fino al reggiseno. Poi scendo all'ombelico e arrivo al bottone dei pantaloni. Lo sbottono e li apro un po' intravvedendo il pelo bruno della sua figa. Poi mi interrompe e mi prende per il viso riportandomi davanti al suo seno. Si slaccia il reggiseno e libera le tettine chiare con i capezzoli rosa appuntiti e rigidi. Ne mordicchio uno tornando con la mano a fare conoscenza con il pube della mia amica. Lei ogni tanto inarca la schiena e si lascia scappare qualche gemito di piacere.
Ritenendo finiti i preliminari, mi inginocchio davanti ai suoi piedi e finisco di aprirle i pantaloni, rivelando la sua figa bagnata e ben curata dai pochi peli tra le gambe chiare e perfette. Mi alzo in piedi sul letto e mi tolgo le mutande liberando il mio cazzo stragonfio. Le si illuminano gli occhi e apre al massimo le gambe accogliendo me e il mio membro in un caldo abbraccio umido. La penetro profondamente adagiando il mio petto sul suo e iniziando una frenetica danza all'interno della sua vagina calda e confortevole. Dopo un po' inizio a penetrarla avanti e indietro veloce e profondo. Il mio sudore e il suo si uniscono e più lei si stringe a me con le unghie e le gambe più violentemente la penetro. Il letto cigola sotto la nostra spinta. Sento di essere sul punto di venire quando lei mi ferma e mi sposta.
Io scendo dal letto deluso e pronto a farmi una sega per finire il mio rapporto quando lei scende dal letto, si appoggia con le mani al comodino e mi da le spalle divaricando le gambe e mostrandomi a novanta gradi il suo invitante e formoso culo.
Mi inginocchio e lo lecco gustando il sapore dolce dei suoi liquidi vaginali e il fresco del suo ano. La riempio ben bene di saliva e la penetro da dietro, tenendola per i fianchi. “Sei protetta?" le chiedo prima di ricominciare. “Sì" mi risponde sottovoce. Allora inizio prima lentamente e poi sempre più forte a entrarle e uscirle dal sedere candido. Lei gode davvero tanto e si morde le labbra e la lingua per non urlare, io cerco di tappare la bocca ma la sua testa si divincola, sento i suoi orgasmi nelle mie palle gonfie pronte ad esplodere, e lei che continua a venire dalla figa e gocciolare a terra il suo liquido. Anche io godevo come mai prima stringendola per i fianchi, accompagnando il movimento del mio bacino tirandola ritmicamente verso di me. Raggiunge l'ennesimo orgasmo e allora decido di fermarmi di nuovo per non esploderle lo sperma nell'ano. La faccio girare e le metto tutta la mia lingua in bocca, toccandola e palpandola su tutto il corpo bagnato di sudore, umori e occasionali schizzi di sperma. Senza dirle niente, si inginocchia danti a me e prende il mio cazzo in bocca cercando di arrivare fino alla base, accogliendolo con caldi fiumi di saliva e massaggiandolo con la lingua lunga e veloce. La sua mano delicata lavora con vigore segando il mio uccello, mentre succhia golosa il nettare che sto per spararle in gola.
Sente che sto per venire e allora se lo toglie dalla bocca e finisce segandomi a due mani, facendomi sparare la sborra sul suo volto e sul suo petto bianco. (Non sono mai venuto così tanto! È stato qualcosa di davvero meraviglioso).
Quando ormai avevo finito e lei era stata soddisfatta, siamo rimasti per qualche minuto a rifiatare seduti sul pavimento, guardandoci e tenendo lei una mano sui miei genitali e io una mano sul suo basso ventre.
Poi mi sono alzato e mi sono rivestito. Mi sono rinfrescato nel bagno di sopra e sono sceso dagli altri dicendo che le cose per lei sarebbero andate per le lunghe.
Mi aveva detto di andare sotto a coprirla mentre lei si ripuliva, toglieva le nostre tracce dalla stanza e, alla fine, si rivestiva.
Da quel pomeriggio l'ho sentita tantissime volte e forse tra noi stava nascendo qualcosa di più di un'amicizia! Non l'ho più vista ma spero che quando questo accadrà, credo l'estate prossima, le cose possano chiarirsi e possiamo ritornare a percorrere insieme le sensazioni dei ricordi di quel fantastico pomeriggio.
FRIENDSHIP
This is the story of an event that happened, at least 10 years ago to be precise, one of the most exciting and incredible events of my life. My group and i had met at one of our house to decide where to go that summer on holiday by the sea (in the end we decided on Riccione). In our group of friends there are three very pretty girls, two of whom are engaged to two of us guys and the other is free from ties and to have fun as shee sees fit.
Anyway we were standing in front of this very girl. Quite long black hair, light complexion, a nice cheerful face with hazel eyes, a decidedly not bad physique with a great butt (she says a little too big, but in my opinion perfect), long and intriguing legs, a slim and harmonious, an underdeveloped breast (barely a second one) but certainly very firm and inviting. In short, a nice tidbit and i don't deny that i sometimes had very spicy erotic thoughts.
Talking quietly, laughing and joking, at one point i feel something touch my penis between my thighs. I remain perplexed and throw my gaze towards the chair, seeing one of his feet in a white sock intent on touching my package with his fingers and sole. I ignore it and look at her baffled. She had her hands crossed in front of her mouth and between her slender fingers i could see a mischievous smile and the tip of her tongue passing over her lips. I let you imagine how my cock instantly swelled under the delicate touch of the girl standing in front of me. The others, unaware of everything, kept talking and arguing, while i got hotter and hotter and let my friend do and investigate. Evidently attracted to and, i think, intrigued by my measurements (slightly above average), she begins to get bolder by massaging my swollen shaft in my pants up and down and squeezing from time to time to check for hardness.
The table was narrow and therefore she could remain seated in a normal position, even continuing to talk with the others while under the tablecloth she went on to excite me.Then after a while he stopped and withdrew his fairy foot (if he continued a little longer I would cum in my underwear). When I thought by now he had finished his hormonal surge he got up and had the landlord (a beautiful house in the country) show him the bathroom.
I remember staring at her getting up and waddling towards the toilets behind the ground floor corridor. As always, she wore a very tight sleeveless top, in this case yellow, which wrapped her around her waist and breasts, highlighting her eager little tits with a discreet neckline. He was wearing a pair of tight black synthetic trousers (perhaps from overalls) with large pockets along the legs. Disappearing around the corner, i tried to shake myself off and rejoin the conversation.
After a very short time i see her come back and take her place again. He sits across from me and winks at me, glancing in the direction of the bathroom. I gesture to her if i should have gone to the bathroom too and she nods biting her lip. So I got up trying to hide the swollen package in my jeans and i too asked to use the toilets.I thought i'd jerk off and fix the problem but then i saw something that shocked me. A pair of women's black panties sat on the sink with a note written on the toilet paper inside. Of course I took them in hand and read the note. If you feel like having sex, when you get back there ask for a glass of water and then do as I tell you. They unbutton my jeans and take my dick in my hand; hard as a stick and throbbing with desire. I was undecided between a risky fuck at a friend's house and a gesture of extreme will to resist the urge to maybe talk about it more calmly in private, me and her, and what if she then had second thoughts? I wondered when I had already decided to postpone. I brought the panties up to my face and sniffed where her eager little pussy was leaning. He smelled like her. It smelled like sex!
By now i had decided, i rub his underpants on my glans and put them in my pocket. I shove my cock back into my underpants, buttoned my pants and left the bathroom. I get to the table and sit down looking at her. She ignores it and curiously looks at some photos of campsites and hotels. "Excuse me, can i have a glass of water please?" I suddenly ask my friend in a loud and clear voice. "Sure" he replies a bit dumbfounded before standing up and taking it. I look at her and she just gives me an understanding wave. When the landlord came back to us with my glass and a couple of beers in his hand, she asked him if she could go and see the hotel in the picture on the internet. He obviously tells her to take a seat in the living room (the next room) and to use that pc as she wanted. My adventure companion gets up and walks away.
Now that I knew it, it could be seen that he had nothing under the light layer of his trousers. I follow her with the excuse of the hotel and arrive silently behind her while she was actually surfing sitting in front of the pc. I put my hands on her shoulders and she tilts her head back, staring into my eyes and running her tongue back and forth over her red lips. “Where are we going?” I asked her at that point not knowing what to say and putting my hands on her neck and hips, just resting my erected pack on her back. “Up in the room, let's say this computer isn't fast enough " having said that he turns the chair towards me and leans towards my zip. He opens it and takes out my dick. "As I imagined," he says touching it with his fingertips "not bad""Thank you!" I answer, barely refraining from shoving it down her throat up to her balls. He gets up and invites me to put it back in my pants for a couple more minutes because it was too dangerous there. I grab her by the hips and, hands on her little ass, i quickly put my tongue in her mouth. She answers a little and then struggles back to the others. Having obtained permission to go up to the room, we go up and close the door to our friend's room behind us. (It was all true!!!)
She throws her arms around my neck and her tongue in my mouth. I take off my shirt and push it onto the bed. She falls onto her back and stands with her legs bent and spread apart, rubbing her hand down her pants over her pussy. I also take off my shoes and pants and lie down between her legs. I take off her shirt and lick her chest up to the bra. Then i go down to the navel and get to the button of the pants. They unbutton it and open them a little, glimpsing the brown hair of her pussy. Then she interrupts me and takes me by the face bringing me back in front of her breasts. She unhooks her bra and releases her pale titties with stiff, pointy pink nipples. I nibble one returning with my hand to get acquainted with my friend's pubis. Every now and then she arches her back and lets out a few moans of pleasure.
Considering the preliminaries over, i kneel down in front of her feet and finish opening her pants, revealing her wet and well-groomed pussy with the few hairs between her pale and perfect legs. I stand up on the bed and take off my underwear releasing my swollen cock. Her eyes light up and she opens her legs wide, welcoming me and my member in a warm, humid embrace. I penetrate her deeply placing my chest on hers and starting a frantic dance inside her warm and comfortable vagina. After a while i start penetrating her back and forth fast and deep. My sweat and hers join and the more she hugs me with her nails and legs the more violently i penetrate her. The bed creaks under our push. I feel like i'm about to cum when she stops me and moves me.
I get out of bed disappointed and ready to jerk off to finish my report when she gets out of bed, leans her hands on the bedside table and gives me her back, spreading her legs and showing me her inviting and shapely ass at ninety degrees.I kneel down and lick him enjoying the sweet taste of her vaginal fluids and the coolness of her anus. I fill her well with saliva and penetrate her from behind, holding her hips. “Are you protected?" I ask her before starting again. "Yes" she replies in a low voice. So i start slowly first and then stronger and stronger to get in and out of her white bottom. She really enjoys it and bites her lips and tongue to keep from screaming, i try to shut my mouth but her head writhes, i feel her orgasms in my swollen balls ready to explode, and she continues to cum from her pussy and drip its liquid on the ground. I too enjoyed as never before squeezing her hips, accompanying the movement of my pelvis pulling her rhythmically towards me.
She reaches yet another orgasm and then I decide to stop again so as not to explode the sperm in her anus. I spin her around and put my entire tongue in her mouth, touching and groping her entire body wet with sweat, juices and the occasional squirt of cum. Without saying anything to her, she kneels in front of me and takes my cock in her mouth trying to get to the base, welcoming it with warm rivers of saliva and massaging it with her long, fast tongue. Her delicate hand works vigorously sawing my cock, while greedily sucking the nectar i'm about to shoot down her throat.He feels I'm about to cum so he takes it out of his mouth and finishes by jerking me off with both hands, making me shoot his cum all over his face and white chest. (I've never come so much! It was something really wonderful).
When i was done and she was satisfied, we sat on the floor for a few minutes breathing, looking at each other and holding her hand on my genitals and i one hand on her lower abdomen.
Then I got up and dressed. I freshened up in the upstairs bathroom and went downstairs to the others saying things were going to be long for her.
She had told me to go underneath and cover for her while she cleaned up, wiped our tracks from the room, and finally got dressed again.
Since that afternoon i've heard from her many times and perhaps something more than a friendship was being born between us! I haven't seen her since but i hope that when this happens, i think next summer, things can clear up and we can go back to retracing the sensations of the memories of that fantastic afternoon together.
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Mystic Pop - Up Bar & Midnight Museum
Due drama che avevo il lista... tolti di mezzo in una botta sola! yeah! Mi sento un fenomeno!
Poi guardo l'elenco delle serie ancora da guardare e mi ripiglia male. Ma non ci pensiamo...
Prima di lasciarmi alle spalle queste due serie, necessito di buttar giù due righe. Una sorta di commiato.
Mystic Pop - Up Bar
Family
Mystic vegetava tra i miei drama da vedere da un sacco di tempo ma ne avevo sempre rimandato la visione: dovevo essere nel mood giusto per vedermi una serie che parla di problematiche così vicine alla realtà. Gente che affronta lutti, drammi, dolori e tragedie.
La trama su Mydramalist poi, non mi aveva mai incuriosito tantissimo:
"Mystic Pop-Up Bar" racconta la storia di un misterioso pojangmacha (locale per bere all'aperto) gestito da una donna pungente ed un innocente part-time che visitano i clienti nei loro sogni per aiutarli a risolvere i loro problemi. (Fonte: Soompi)
Capisci bene che con queste quattro righe è difficile attirare la mia attenzione.
Fortunatamente non mi sono fermata a questa trama e ho visionato la serie e... merita assolutamente. Queste poche frasi qua sopra non riescono a concentrare tutta la carineria e la complessità di questa storia.
Perché sì, effettivamente Mystic parla di persone con problemi irrisolti, rancori da aggiustare e questioni legate alla nostra quotidianità: il non riuscire a far figli, l'accettare un lutto o superare il senso di colpa per la morte di un amica... ma le preoccupazioni dei clienti del bar sono solo una parte della serie.
Esattamente come Tomorrow - altra perla da vedere - Mystic si destreggia tra le richieste dei suoi frequentatori e la trama orizzontale che pur essendo abbastanza telefonata, l' ho trovata molto carina. Soprattutto nella parte finale riguardante Han Kang Bae.
Tramite le vicende degli avventori del Mystic Pop Up Bar, i protagonisti affrontano anche la loro vita, i loro errori o rimpianti, legandosi così tutti assieme: non importa che tu sia spirito, morto, vivo ecc ecc... nel dolore, nelle emozioni, siamo tutti uguali. Esseri sovrannaturali compresi.
Tornando al motivo del perché io abbia atteso così tanto per vederlo, un altra cosa che mi preoccupava era la personalità del personaggi: in Tomorrow - drama per certi versi simile a questo - molti dei characters avevano un atteggiamento triste, malinconico e sofferente. E per quel tipo di serie andava benissimo così.
Ma è proprio per questo motivo che di vedermi un altro drama simile, dove si soffre sia con le vicende umane sia con le personalità dei personaggi principali, non era proprio nelle mie corde.
Fortunatamente i personaggi di Mystic tutto sono, meno che seri e sofferenti. Wol Joo - la lead di questa storia - fa pisciare sotto dalle risate. E' divertente, sfrontata, aggressiva. Certe volte ha degli atteggiamenti da scaricatrice di porto che ti fanno dubitare seriamente che sia vissuta nell'epoca Joseon. Ma al contempo è molto dolce, onesta e premurosa. Soprattutto con i due uomini che gravitano attorno a lei: la sua relazione con Gwi, fatta di baccagliamenti da vecchia coppia sposata, è adorabile e davvero li ho shippati tantissimo.
Ma la vera attenzione Wol Joo la mostra con Kang Bae: all'inizio fredda e brontolona ma poi tira fuori una gentilezza da mamma, tenera e protettiva.
Ma chi ha davvero preso il mio cuore è stato Kang Bae. Orfano e schifato da tutti per via del suo potere, Bae trova In Wol Joo e Gwi dei genitori attenti e disponibili. L'affetto e l'amore che piano piano il ragazzo dona ai due è palpabile in ogni scena, tanto che ho trovato straziante come il suo sogno finale fosse che Wol Joo e Gwi fossero davvero la sua famiglia. Quella scena mi ha prosciugato i condotti lacrimali. T_T
Insomma si ride e si piange con Mystic Pop Up Bar. Ma si riflette e ci si gode anche la storia che ripeto, pur essendo abbastanza prevedibile, è stata ben fatta e da me gradita. Me la sono goduta.
Nota a margine per il cattivo, villain del drama. Io ormai mi metto l'anima in pace: nelle serie coreane se non ci mettono in mezzo un omicida, agli sceneggiatori prende male!
In questo caso almeno, il cattivo di turno aveva delle motivazioni - blande ma tant'è... meglio che niente - anche se la sensazione che ho avuto è che tutta la sua vicenda fosse forzata. Giusto per avere un cattivo da sconfiggere.
Bellissima invece la parte più "fantasy": l'aldilà e la magia viene rappresentata in modo strutturato ed anche divertente: non ci sono cose a cazzo o inspiegabili. Poche cose ma fatte bene. vero, Midnight museum?!
Concludendo: drama da vedere. Divertente ma non scemo, con tematiche importanti e delle storie interessanti. Ottimi i personaggi e le relazioni tra essi sono ben strutturate, tanto che ti trovi facilmente ad empatizzare per loro. Se Tomorrow per voi è stato troppo pesante, Mystic Pop Un Bar può essere un buon "sostituto".
Voto: 8,3
questo è la Morte che ci saluta
Midnight Museum
Ma siamo sicuri che non sia un BL?!
Non è un caso che io abbia iniziato con Mystic Pop Up Bar. Il commento di Midnight necessitava di molto più impegno.
Sulla "carta", Midnight poteva andar bene: una trama a genere Mistery, Horror, Fantasy, Supernatural e ottimo voto su Mydramalist.
Cosa poteva andare storto?
Beh, partiamo dalla trama:
Dome, lavora in una caffetteria sull'orlo della chiusura e riceve un'offerta di lavoro inaspettata. L'offerta arriva da un cliente abituale, Khatha, che ordina un caffè che non beve mai. vergogna!
Il lavoro che gli viene offerto, è in uno strano museo aperto solo dopo il tramonto. [ il museo per i vampiri ] Senza altre scelte, Dome accetta l'offerta di Khatha ma il primo giorno di lavoro, un impiegato gli dice che il museo è infestato. Gli viene inoltre vietato di entrare nella Zona 16 del museo. Ma Dome viene tentato ad entrare nella zona proibita e si scatena un macello. Khatha tenta di contenere il danno ma Dome ha involontariamente risvegliato qualcosa.
In breve, quasi tutto all'interno della Zona 16 è perduto.
Dome si assume la responsabilità di ciò che è successo al museo e tenta di dare la caccia a ciò che è scomparso per riportarle gli oggetti spariti al loro posto.
Non è figo?!
Un museo aperto solo di notte, manufatti magici, zone dove non puoi entrare, malefici... misteri e una bella caccia agli oggetti smarriti. Il paradiso!
Se solo la serie avesse davvero parlato di questo fino alla fine. Midnight infatti, inizia con il recupero dei reperti scomparsi per buona parte della sua storia... salvo poi concludersi - gli ultimi 3/4 episodi - con una trama totalmente differente, tanto che ti chiedi se ti stai vedendo la stessa serie di prima o hai cambiato inconsciamente canale.
Verso il finale - accantonati gli oggetti da recuperare - vengono tirati in ballo, nell'ordine: viaggi del tempo, multiversi, Dio, meteoriti, Cavalieri dell'apocalisse, libero arbitrio, lo spazio... un calderone di roba messa a mescolare tutta assieme nel giro di pochi episodi. Senza che ti venga spiegata mezza .
La parte migliore - e che merita la visione di questa serie - è il Cavaliere dell'Apocalisse, la Morte per essere precisi, interpretato da un fenomenale Nanon, che ci fa una bella lezione di Religione: dalla cattedra, Nanon ci interroga su Dio, sul libero arbitrio, su chi oserebbe mettere alla prova Dio, visto che Lui testa sempre gli essere umani.... e poi se ne va.
Peccato, la sua recitazione era stupenda. La lezione meno.
Ma non dovevamo recuperare oggetti maledetti? come ci siamo trovati ad ascoltare la Morte discernere su Dio?!
Poi cose inspiegabili: Dome che viene mandato in un altro mondo e tempo, dio solo sa perché. Dio che sta morendo ma non è il Dio cristiano è un altro Dio. Che ha una Bibbia come quella cristiana ma non esattamente la stessa perché è scritta dal punto di vista di Satana, praticamente. Nanon che dice di aver ucciso Dio - quello che sta morendo - e Khatha che tecnicamente è stato liberato dalla maledizione di Chan e quindi dovrebbe essere tornato un umano normale ma che ha ancora i poteri... e potrei continuare per ore.
L'inspiegabile era già partito con Dome, il lead di questa serie:
Dome infatti cade dal cielo tipo meteora e prende il corpo di una persona insediandoglisi dentro. Dome non ha memoria o ricordi prima della sua discesa sulla Terra e sappiamo che ha dei poteri incredibili.
Ma Dome è anche identico a Chan, vecchio "fratello" di Khatha che nel passato arrivò su una barca e si mise a compiere miracoli con i suoi poteri. E che per questo venne ucciso con la complicità inconsapevole di Khatha.
Ma Dome è anche uguale a The One, che poi si è rivelato essere il Nanon di cui sopra, il Cavaliere dell'Apocalisse...
Ora, mi piacerebbe dire che non ci si capisce un cazzo perché io non so spiegarmi. Ma questa serie l'abbiamo vista in due e né io né la mia compagna di visioni, ci abbiamo capito una mazza. Gli ultimi episodi ci hanno lasciato turbate e al limite della perplessità: belli i tempi in cui passavamo episodi a vedere Bright versione drogato, mangiare farfalle.
Chiariamoci. La serie sin dall'inizio aveva fatto intendere che Dome fosse "speciale". La sua identità, la sua origine era una delle domande centrali della serie. E su questo non posso dire nulla perché la serie ci ha davvero lavorato.
Ma poi è sembrato che gli sceneggiatori non avessero idea di come chiuderla perché gli piacevano tutte le soluzioni e che quindi le abbiano inserite tutte e vaffanculo!
Un disastro.
Oh, se poi qualcuno ha capito gli ultimi episodi di questa serie si faccia avanti perché sono tutt'orecchi.
Veniamo poi alla storia d'amore. Una delle. Perché ce ne sono due e se quella della poliziotta e dell'autista di Khatha mi ha interessato come un cane che urina nel deserto, più intrigante è stata quella tra i due lead.
Inspiegabilmente Midnight non ha il tag BL pur essendo clamorosamente un BL. Non ho capito perché non l'abbiano messo, ma vabbè. Lui, piccolo angelo, ci prova a fare il vago parlando di "fratelli" mentre Khatha spoglia con gli occhi Dome... ma fallisce in modo eclatante. Oh, poi a me frega cazzi! Finché la storia d'amore è fatta bene e mi piace, i tag possono pure non esistere.
fratelli
La storia d'amore è molto carina, soprattutto vista dalla parte di Khatha. La colpevolezza che sente per la morte di Chan ed il senso di protezione verso Dome sono temi centrali del suo personaggio e credo che la serie abbia fatto un lavoro encomiabile sotto questo punto di vista. Si vede tutto l'amore e la paura di questo personaggio e che poi si riflette nella sia relazione con Dome.
Khatha infatti è stato uno dei miei personaggi preferiti - dopo Nanon. Che Dio lo abbia in gloria - per via del suo essere molto umano: fa errori, sbaglia, ha paura, è dubbioso e preda dei sensi di colpa... molto interessante.
Vorrei dire la stessa cosa di Dome ma ahimè, gli sceneggiatori hanno deciso di farlo svenire o cadere in coma ogni due puntate. Con il risultato che Dome si è fatto metà serie ad occhi chiusi.
Passiamo poi alla recitazione. Gun, Nanon, Tor... hanno dato tutti prova di essere attori fantastici. Al povero Gun sono stati affibbiati ben tre ruoli diversi e devi dire che ha fatto un ottimo lavoro nello strutturare Chan, Dome e The One: bastava lo sguardo o la camminata per capire chi dei tre avevi davanti.
Tor invece mi ha fatto stringere un po' il cuore. Nella scena dove abbraccia la mummia di Chan è riuscito a catturarmi come mai fino a quel momento. Bravo. Poi aveva quell'occhietto languido che parlava da solo...
Belle sono state anche le storie degli oggetti maledetti: dal sale magico al coltello maledetto. Fino ad arrivare alle farfalle della memoria e al manichino. Tutte storie ben strutturate, motivate ed anche tristi.
Ho apprezzato che Midnight si prendesse del tempo per creare una dinamica credibile dove l'oggetto magico potesse intervenire, lavorando su emozioni e sviluppi di storia che erano già in corso. Si vede insomma che gli sceneggiatori ci hanno lavorato bene sopra.
Detto questo:
Secondo me, Midnight poteva avere un ottimo potenziale. La storia degli oggetti maledetti era super interessante ma poi nel finale la trama si è incasinata molto, toccando troppi temi in modo eccessivamente superficiale. Nonostante questo, io mi sento positiva verso questa serie. Ho apprezzato la recitazione, l'impegno nelle storie degli oggetti maledetti, il personaggio di Khatha... ed anche il mistero sull'origine di Dome.
mo' tutti seduti e attenti che inizia l'ora di religione.
Voto: 7, 3
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Comincia stasera su Rai 1 la serie tv dell'avvocato Malinconico tratta dai romanzi di Diego De Silva. Malinconico (Massimiliano Gallo) non si è ancora ripreso dalla relazione finita con Alessandra, presto diventerà nonno e se la dovrà vedere con il caso di una escort ventenne. E non è finita qui: l’ex moglie Nives cerca di riconquistarlo e di farlo ingelosire con il giovane maestro di padel, mentre l’amico Benny gli presenta Clelia, una giornalista d’inchiesta che si è sposata tre volte. Gli farà battere il cuore? Vincenzo Malinconico (Gallo) assiste a una retata della polizia proprio nel suo palazzo: qualche piano sopra al suo è stata scovata una casa di appuntamenti. Durante l’arresto sfugge ai poliziotti Venere, una prostituta ventenne che bussa proprio alla porta di Vincenzo per nascondersi. L’avvocato dal cuore tenero l’accoglie. Dopo quell’incontro Venere cercherà ancora Vincenzo perché impaurita da un uomo che la minaccia con un video hot compromettente. «Se dovesse uscire in rete i servizi sociali mi toglierebbero la custodia di mia figlia Gioia», confida Venere all’avvocato. L’avvocato prende a cuore il caso della ragazza, alla quale suggerisce di trovare un posto di lavoro serio, altrimenti il giudice potrebbe comunque toglierle l’affido. Nives (Teresa Saponangelo), ex moglie di Vicenzo, è la psicologa a cui il giudice affida Venere. Sarà lei a offrirle un lavoro come segretaria. Un giorno però la ragazza non si presenta in ufficio, non si trova e non risponde al telefono. È accaduto qualcosa di grave. Vincenzo Malinconico è ancora più malinconico? Vincenzo dopo la fine della relazione con Alessandra Persiano (Denise Capezza) non si è più ripreso. «Sono in stato di convalescenza», dice alla figlia. L’amico Benny Lacalamita (Luca Gallone) cerca di spronarlo proponendogli di diventare socio del suo studio. A spronarlo a guardare in faccia di nuovo alla vita e a non darsi per vinto, è anche la figlia Alagia (Chiara Celotto), incinta. «Ti sottovaluti troppo, non ti ami abbastanza», gli dice in riva al mare di Salerno. Malinconico cerca di darsi una scossa e accetta di entrare in società con Lacolamita e di prendersi cura del caso di Venere, minacciata da un uomo. «Malinconico è più maturo (anche se non perde i suoi tic e continua a consultare il suo amico immaginario Mister Fantasy ndr) – sostiene Gallo – questa serie è più bella della precedente: i personaggi vengono raccontati in modo più profondo, c’è tanta comicità ed emotività. Malinconico mi piace viverlo». Vincenzo Malinconico 2: il cast Massimiliano Gallo interpreta l’avvocato campione di autocommiserazione. «Un uomo pieno di casini, a cui le cose vanno male – lo descrive Luca Miniero – lo adoro per questo, perché è un’anti narcisista in un’epoca in cui sono tutti narcisisti. Perché è un antieroe nella tv italiana piena di eroi». Nel cast ritroviamo ancheTeresa Saponangelo, nei panni dell’ex moglie Nives, «una donna che mantiene il controllo sull’ex marito – afferma l’attrice napoletana – è confusa, non si sa se il suo è amore, possesso o gelosia nei confronti delle donne che ruotano intorno a Vincenzo». La figlia Alagia si sposta dalla Germania a Salerno, a casa della madre, in attesa di partorire. Il suo desiderio è trasferirsi definitivamente nella terra dove è nata, è lì che vuole crescere il figlio: deve solo convincere Mattia, il compagno giramondo che Vincenzo chiama ironicamente Heidegger. Ci sono anche Alfredo (Francesco Cavallo), il figlio minore dell’avvocato d’insuccesso, aspirante regista, e Mister Fantasy (Carlo Massarini), l’amico immaginario di Vincenzo, l’unico che riesce a mettere ordine nella sua testa. Le new entry: Paola Minaccioni e Giula Bevilacqua Francesco Di Leva rimette gli abiti fluo del semi criminale Tricarico, l’amico di Vincenzo che lo aiuterà nella risoluzioni dei casi. L’amico ragioniere Esperito (Giovanni Ludeno), dopo essere stato sbattuto fuori di casa dall’ultima fidanzata,vive in macchina. Vincenzo, mosso a compassione, lo invita a stare qualche giorno a casa sua. Diventerà colf e cuoco dell’avvocato. Subentrano nella seconda stagione di Vincenzo Malinconico – avvocato d’insuccessoClelia (Giulia Bevilacqua), una giornalista d’assalto che si occupa di inchieste sui rifiuti tossici in Campania. Vincenzo la incontra durante un party organizzato da Lacalamita. È una donna reduce da tre matrimoni. «Sono un’irrequieta, mi piace illudermi che sarà per sempre, ma nello stesso tempo mi piace sentirmi precaria». Altra new entry Paola Minaccioni: è Addolorata, segretaria di Benny, che Malinconico chiama erroneamente Affranta. Lina Sastri è la suocera di Vincenzo. Read the full article
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Lunedì 1 gennaio 2024
Le cose successe in pochi giorni sono tante. Due giorni sono stati passati a fare la legna, uno di viaggio e di cordoglio, un altro di viaggio e di sepoltura e di festeggiamenti, un altro ancora di grandi pasti.
Lorenzo provò grande felicità e liberazione a sollevare pezzi di tronco. L'aria aperta e umida, intorno i boschi tortora, sopra il cielo piombo, nessun orizzonte, lo sguardo resta lontano eppure in una vicinanza domestica, a portata di mano. La fatica del corpo e il corpo chee gioisce, tutta la forza che prende il corpo. Tutto va bene. Fabio parla e questa volta con senno perché non deve intrattenere nessuno. Lorenzo ha piacere a stare con lui. Alla fine gli ha offerto anche un caffè. Quanti caffè bevuti finora? uno la mattina svegliato, uno a metà mattina, un altro dopo pranzo, uno per merenda, uno da Fabio. Questo quattro giorni fa. Oggi, uno appena sveglio, uno al bar, uno dopo pranzo, uno a Sarnano. Troppi. Ma fare la legna lo ha illuminato sulla gioia che si è precluso nel corpo. La liberazione continuerà anche da lì. La liberazione che sembrava procedere senza ostacoli e reticenze, si era arenata da un po', immersa in nella ripetizione fangosa di quello previsto, la legge della settimana. Infangato, la liberazione anche fermata dal disgusto per le vie solcate per averla. Mai più farsi oggetto spudorato. Non sarà più Lorenzo un corpo da depredare per un'ora. La dignità svilita dal tempo noia appresso a certi mezzucoli.
Poi la nonna morì. Aveva novantatre anni, ma da dieci ormai non era più lei, in un lento spegnersi, finché dopo il cervello, il cuore solo è rimasto a battere, poi vinto pure lui. A Lorenzo rimase il ricordo mediato dalle parole di altri di donna lavoratrice. Lui vedeva effettivamente cosa aveva costruito. La sua conoscenza era come quella dei cristiani che non avevano visto il Cristo ma cosa da lui era nato. E quello che aveva costruito la nonna era grande. Partendo da nulla ora c'era una casa, una famiglia grande, un benessere, l'assicurazione che i suoi figli e chi dopo di loro avessero i mezzi per la dignità. L'autodeterminazione è l'eredità maggiore che lascia. Nascere nella miseria ma costruire una famiglia che non è rimasta nella grettezza della sopravvivenza.
L'hanno sepolta nel paese di nascita. E in quei giorni si è parlato tanto di persone morte da tempo e di amori e di chi sta per morire perché il dolore del tempo li mangia. Zio Armando seduto di lato alla bara, guardava il volto dove il bianco usciva da sotto la pelle, pallido non per mancanza di sole, e la bocca come una fossa nella sabbia, ricoperta da un telo. La fissava e Lorenzo gli chiese cosa stesse pensando. Ricordava di quando avevano quindici anni e in questo periodo dell'anno in cui i prati non erano ancora ricoperti di neve, la nonna era al pascolo con le pecore. Aveva un maglia rossa, questo rosso ancora lo vede negli occhi, un macchia rossa che ora gli riempie il mondo. Lorenzo non vede altro. Il rosso cremisi che copre un corpo di giovane, sodo e bello perché Zio Armando ancora lo ricordava così, perché le si vedeva tutto. Il nonno e lui erano al piano e il nonno gli disse che gli interessava. Anche a zio interessava. Si giocarono a morra chi potesse raggiungerla. Concluse «quello è stato il primo e il solo amore.» Poi anche lo zio ebbe il suo amore ma nel parlare sembrava che si dovesse giustificare, come se pensasse che quello suo per la prima moglie non fosse come l'altro; sembrava che avesse bisogno di convincere che anche quello fu un amore non meno unico e puro; il giorno dopo Bernardino disse che i genitori non erano d'accordo e che all'epoca i genitori non erano mai d'accordo.
In macchina il padre gli raccontò degli attacchi d'ira di Carlacciu, il bisnonno, e anche della nonna ora morta e della sorella di Carlacciu, e di come questa una volta gli tirò anche dei coltelli perché con il fratello, lo zio, avevano fatto qualche dispetto. E che Carlacciu era tignoso anche quando sbagliava.
Ora però Lorenzo si sente pronto per questo anno.
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*Victor Van Dort sta per prendere in moglie la sua fidanzata Victoria Everglot. Il loro è un matrimonio combinato, nato dall'esigenza della famiglia Everglot, nobili di antica stirpe ormai in decadenza, di evitare la rovina economica grazie all'unione con la famiglia Van Dort, facoltosi membri dell'alta borghesia, bramosi di elevare la propria condizione sociale. L'incontro tra le due famiglie permette ai due giovani promessi sposi di conoscersi e, contrariamente ad ogni aspettativa, i due si piacciono al punto da innamorarsi l'uno dell'altra. Le prove del matrimonio hanno così inizio, ma Victor si mostra così nervoso e impacciato da sbagliare ogni gesto e parola del giuramento, arrivando persino a bruciare il vestito dell'austera signora Everglot. Le prove vengono sospese e il matrimonio viene rimandato fino a quando Victor non avrà imparato perfettamente i voti nuziali.
Costernato per l'accaduto, ma ora più che mai deciso a sposare la giovane nobile, Victor si ritrova a girovagare senza meta nella foresta, cercando di imparare il giuramento. Preso da un'improvvisa ispirazione, pronuncia senza esitazione la promessa matrimoniale e suggella il voto infilando l'anello a quello che sembra un ramo contorto, ma che in realtà si rivela essere lo scheletro di una mano. La terra trema ed emerge il cadavere di una giovane donna vestita da sposa. Atterrito, Victor scappa, ma viene inseguito dalla defunta fino ad essere raggiunto (sul ponte che porta alla città) e portato nel mondo dei morti.
Li viene a conoscenza di quanto gli è appena accaduto e della triste storia della Sposa Cadavere. Scopre così che il suo nome è Emily Watson e che la sua colpa è stata quella innamorarsi di un giovane forestiero che la sedusse e la spinse a fuggire con lui per sposarsi in segreto. Presentatasi in piena notte all'appuntamento convenuto con indosso l'abito da sposa, dopo averlo aspettato per ore viene aggredita e uccisa proprio dall'amato, che prima di fuggire la deruba di tutti i gioielli. Rimane così intrappolata in una sorta di limbo, nell'eterna attesa di udire quel giuramento di matrimonio che aveva tanto atteso quella notte. Così, quando sente il voto nuziale di Victor, Emily crede che sia rivolto a lei, ritenendosi da quel momento sua moglie.
Seppur dispiaciuto per il crudele destino della donna, Victor desidera tornare dalla sua amata Victoria; convince perciò Emily a trovare un modo per tornare nel mondo dei vivi (chiamato "il piano di sopra") con la scusa di volerla far conoscere ai suoi genitori. Emily gli crede ed acconsente ma, una volta tornati fra i vivi, Victor la abbandona nel bosco e si reca da Victoria per raccontarle tutto. Nonostante la stranezza del racconto, lei gli crede, soprattutto quando vede la Sposa Cadavere Sposa Cadavere trascinare il suo fidanzato via con sé. Stanca di aspettare il suo ritorno, infatti, Emily aveva deciso di seguire le tracce dello sposo fino a raggiungere l'abitazione di Victoria e, quando li vede insieme, oramai certa di essere stata ingannata, furiosa riporta Victor nel mondo dei morti. In fondo al suo cuore, però, Emily capisce benissimo il gesto di Victor e lo perdona; capisce soprattutto di non poter competere con Victoria, se non altro per un'unica cosa che a lei manca: la vita.
Intanto Victoria è ben decisa ad aiutare il suo fidanzato e, non riuscendo a convincere i suoi genitori della scena a cui aveva appena assistito (che, anzi, la credono impazzita e la barricano in camera), fugge di casa per chiedere consiglio al prevosto, ma anche lui non le crede e, accusandola di sacrilegio, la riporta dai genitori. Già angosciata per la grottesca situazione, Victoria viene a sapere che l'indomani avrebbe sposato un altro uomo: ora che Victor sembrava sparito, infatti, gli Everglot avevano deciso di darla in sposa al misterioso e pressoché sconosciuto Lord Barkis, che pare fosse in cerca di una moglie con la quale dividere il suo immenso patrimonio. Nonostante Victoria si ribelli, alla fine è costretta ad acconsentire al matrimonio, pena la disastrosa caduta in rovina dell'intera famiglia.
Nel regno dei morti Victor incontra il cadavere del cocchiere di famiglia, appena deceduto, da cui apprende la notizia delle imminenti nozze di Victoria. Non avendo più nulla per cui lottare, Victor decide di rassegnarsi al suo destino e, anche quando apprende che le sue nozze con la Sposa Cadavere sono nulle perché lui è ancora vivo, decide di rinunciare alla propria vita per rendere valido il legame. Si organizzano così nuove nozze nel mondo dei vivi, durante la cui cerimonia Victor avrebbe dovuto bere del veleno. I defunti fanno la loro apparizione fra i vivi uscendo dal camino della casa degli Everglot, dove si stanno svolgendo i "festeggiamenti" per le nozze appena celebrate tra Victoria e Lord Barkis. Nello scompiglio generale provocato dai defunti, Victoria segue la folla fino alla cappella del cimitero dove, sconvolta, assiste alle nozze del suo fidanzato con Emily. Quando la Sposa Cadavere nota il volto di Victoria, però, capisce di stare rubando la felicità di un'altra persona: decide allora di rendere la libertà a Victor e gli impedisce di bere il veleno
All'improvviso irrompe nella cappella Lord Barkis, che afferra Victoria minacciandola con un coltello alla gola e pretendendo da lei la sua dote. Si scoprono così le sue vere intenzioni, e si infuria quando viene a sapere del tracollo finanziario degli Everglot. In quel momento Emily riconosce in lui l'uomo che l'aveva uccisa e derubata, ricordando finalmente cosa accadde la notte delle sue nozze. Victor si scaglia contro Lord Barkis, che tiene ancora sotto tiro Victoria. Grazie all'aiuto di Emily, Lord Barkis decide di andarsene, ma non prima di aver fatto un ultimo brindisi in suo onore: "A Emily: sempre la damigella e mai la sposa". Beve così dal calice, ignorando la presenza del veleno contenuto, e muore pochi passi dopo, ormai alla mercé dei morti che lo trascinano via con loro.
Vendicata dell'uomo che l'aveva uccisa, Emily riconsegna a Victor il suo anello e lo ringrazia per averle reso la libertà e l'eterno riposo, si avvia verso l'uscita tramutandosi in uno sciame di farfalle (lo stesso tipo di farfalla che Victor vede all'inizio) che si dirige verso la luna*
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L’uomo voleva la donna più costosa della casa
La signora aprì la porta del bordello e vide un uomo piuttosto dignitoso, ben vestito e di bell’aspetto, tra i 40 e i 50 anni.
“Posso aiutarla?”, chiese.
“Voglio vedere Penny”, rispose l’uomo.
“Signore, Penny è una delle nostre signore più costose. Forse preferirebbe qualcun’altra?”, disse la signora.
“No. Devo vedere Penny”, fu la risposta dell’uomo.
Proprio in quel momento, Penny apparve e annunciò all’uomo che la sua tariffa era di 1.000 dollari a visita.
Senza esitare, l’uomo tirò fuori dieci banconote da cento dollari, le diede a Penny e salirono al piano di sopra.
Dopo un’ora, l’uomo se ne andò con calma.
La sera successiva, lo stesso uomo si presentò di nuovo, chiedendo di vedere Penny.
Penny spiegò che nessuno era mai tornato per due sere di seguito – troppo costoso – e che non c’erano sconti.
Il prezzo era ancora di 1.000 dollari.
Di nuovo l’uomo tirò fuori i soldi, li diede a Penny e salirono al piano di sopra.
Dopo un’ora se ne andò.
La sera seguente l’uomo era di nuovo lì.
Tutti erano stupiti che fosse venuto per la terza notte consecutiva, ma pagò Penny e salirono al piano di sopra.
Dopo aver fatto baldoria, Penny interrogò l’uomo.
“Nessuno è mai stato con me per tre notti di seguito. Di dove sei?”, chiese.
L’uomo rispose: “South Carolina”.
“Davvero?”, disse lei. “Ho una famiglia in South Carolina”.
“Lo so”, disse l’uomo.
“Tuo padre è morto e io sono l’avvocato di tua sorella”.
“Mi ha chiesto di darti la tua eredità di 3.000 dollari”.
La morale della storia è che nella vita tre cose sono certe:
la morte
le tasse
Essere fregati da un avvocato
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