#La bottega delle maschere
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Cagliari: A Castello la quinta edizione di “arteXarte”
Cagliari: A Castello la quinta edizione di “arteXarte”. Per la quinta edizione della rassegna di arti visive “arteXarte” è protagonista il quartiere di Castello all'interno del quale sono stati accolti alcuni artisti sardi che hanno esposto le loro opere negli esercizi commerciali che hanno aderito all'iniziativa. “Un progetto – ha spiegato l'Assessora alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari, Maria Dolores Picciau – non solo per consentire ai giovani artisti sardi di farsi conoscere ma anche di dare voce e risalto alle attività commerciali”. Nata da un'idea dell'Assessorato alla Cultura e Spettacolo con la partecipazione dell'Assessorato alle Attività Produttive e Turismo, la rassegna fa tappa a Castello coinvolgendo sette artisti e altrettante attività commerciali che hanno messo a disposizione le loro vetrine per esporre le opere. Produzioni artistiche che poi verranno, dopo un mese a disposizione dei visitatori, messe in mostra alla MEM – Mediateca del Mediterraneo di via Mameli 164 a Cagliari. Quattro le attività in Via Alberto Lamarmora: Majola - artigianato tipico, ospita l’opera in grafite e colorazione digitale “Guardian of the night” di Fabio Sanna Sorresu, un soggetto ispirato all’ immaginario arcaico di maschere e costumi della Sardegna. All’ Osteria di Castello è presente invece “Love pills, altered states of shopping”, olio su carta di Gianluca Sanna, un’opera legata al tema del feticismo delle merci nella società contemporanea. La Plazuela accoglie l’olio su tela “Notturno in vela” di Silvana Marongiu e infine La Bottega delle meraviglie con la scultura poetica in tecnica mista ispirata allo Zibaldone del poeta recanatese “La Macchina per scrivere di Giacomo Leopardi”, dell’artista Paul Sark. Si prosegue in via Santa Croce con: Pani e Casu, che ospita Giulia Atzeri e la sua opera in acrilico e tecnica mista, tratta dalla serie “Prove di resistenza”, il Libarium Nostrum con la scultura in fil di ferro “Avatar-suicide” di Giacomo Spada, una riflessione sul rapporto nevrotico con la tecnologia algoritmica. Infine conclude il percorso la Bottega Comus, nella quale è allestita l’opera in china, acquerello e markers su carta “Il Portale di sant’Antonio Abate”, di Giancarlo Sanna, una rappresentazione contemplativa di una bellezza architettonica della nostra città. “Una buona occasione – la conclusione di Maria Dolores Picciau – di dare visibilità agli artisti che stanno emergendo ma allo stesso tempo di valorizzare il quartiere che ci ospita”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Archeomusicando 2023
Il rapporto quasi mistico tra l'uomo e la maschera, tra l'umano e il divino, è al centro della dodicesima edizione di Archeomusicando, l'evento promosso dall'associazione Ventu Pintau in programma dal 16 al 18 giugno a Mamoiada, nel cuore della Sardegna. Per un weekend il paese delle maschere si immerge nella storia dei mamuthones e issohadores, nota come le due maschere tradizionali sarde che mettono in scena il rito antico per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare il raccolto. Ci sarà un gran numero di laboratori e incontri con un focus sui numerosi siti archeologici del paese, ma anche concerti con il cantautore di scuola genovese Francesco Baccini che chiuderà la manifestazione domenica 18. Tutto comincerà venerdì 16 alle 17.30 nella sala convegni della cantina Sedilesu con una tavola rotonda sul mondo delle maschere coordinata dalla direttrice scientifica dell"evento, l’archeologa Viviana Pinna, e i contributi di esperti del mondo sardo come Marcello Madau, Anna Depalmas e Alfonso Stiglitz. Sarà un incontro che esplorerà il mondo del mascheramento attraverso le testimonianze degli avi dei sardi di oggi, ma nello stesso incontro si parlerà anche del patrimonio archeologico sardo attraverso i linguaggi della contaminazione artistica. Sabato 17 alle 9.30, con ritrovo in piazza Santa Croce, è prevista una visita guidata ai siti archeologici del territorio e alle 17 la giornata procederà a Sa‘e Matzotzo con un'altra visita guidata, questa volta alla bottega del mascheraio, con un laboratorio pratico di ceramica per la realizzazione delle maschere, partendo dai ritrovamenti archeologici dedicato ai bambini, a cura dell'archeologa Viviana Pinna. Alle 21.30, sempre a Sa ‘e Matzotzo, la serata si concluderà con il concerto di Francesco Piu Trio. Domenica 18 alle 9.30 ci saranno i laboratori e le dimostrazioni di archeologia sperimentale a cura dell'associazione Sicvt Erat di Filatura e tessitura nella preistoria e protostoria e alle 16 , con ritrovo in piazza Santa Croce, la visita guidata al Museo dell'archeologia e del territorio. La manifestazione si concluderà alle 21.30 a Sa’e Matzotzo con il concerto di Francesco Baccini. Read the full article
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Stenterello, la maschera carnevalesca fiorentina.
Giovanni Nannini in Stenterello Oggi è 28 Febbraio (data di pubblicazione) è martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, e ci sembra giusto un omaggio. Miste alle risate erano le esclamazioni del pubblico e sono quelle esclamazioni che hanno dato vita a Stenterello. Forse il soprannome dato dal pubblico ad un signore che calcava le scene, un signore fiorentino, nato a Rifredi, di nome Luigi Del Buono (1751-1832); un attore magro, gracile, stentato appunto, tanto da meritarsi il soprannome Stenterello. Un attore arguto però che sulla scia del soprannome creò il personaggio teatrale e lo rappresentò. Stenterello è la maschera fiorentina nata dalle maschere della commedia dell'arte antica di cui Del Buono era magistrale interprete. In origine orologiaio con bottega in Piazza del Duomo all'angolo con Via de' Pecori smaniava per la recitazione tanto da vendersi la bottega e dedicarsi solo al teatro. Prima nella compagnia di Giorgio Frilli poi direttore degli Accademici Fiorentini al teatro Ognissanti per poi passare nella compagnia di Pietro Andolfati fino a fondare una propria compagnie nel 1791. Sono molte le commedie create da Luigi Del buono, famose come "Ginevra degli Almieri sepolta viva in Firenze" o "Sempronio spaventato dagli spiriti" o ancora "I Malaccorti". Poi le commedie dedicate a Stenterello come "Fiorinda e Ferrante, principi di Gaeta, con Stenterello buffone di corte" o "Il diavolo maltrattato a Parigi" o ancora "Stenterello al Gran Cairo". Non era solo il suo aspetto fisico stentato a farlo apprezzare dai fiorenti quanto la fiorentinità intrinseca al personaggio Stenterello, le stesse caratteristiche che si ritrovavano nel fiorentino medio. Una maschera chiaccherona, paurosa, polemica, rapida nella decisione ma allo stesso tempo disordinato nell'applicarla, malmesso nel vestire, scanzonato, sempre senza soldi ma contemporaneamente un inguaribile ottimista, saggio nel pensiero e sempre schierato con il più debole. La straordinaria somiglianza fiorentina gli viene però dalla battuta sempre pronta, dalla chiaccherata colorita e pungente, ma che non scade nel volgare, intercalata da modi di dire popolari e divertenti, una risposta sempre pronta in un classico vernacolo fiorentino. Lo stesso Pellegrino Artusi diceva: « ...dal palcoscenico Stenterello lanciava frizzi e motti scevri però di volgarità, tanto che famiglie intere assistevano al suo spettacolo.» In queste caratteristiche il personaggio diventa divertente e si pone perfettamente come maschera carnevalesca. Certo non tutti possono interpretarlo, chi ha pancia e gote rubiconde è difficile che si cali nella maschera, chi è alto e dinoccolato ha più speranza di una buona interpretazione. Bisogna essere un poco brindelloni.
Stenterello Magro con la faccia bianca e malnutrita, un bel nasone pronunciato, vestito con una giacca o un giubbetto di colore azzurro chiaro con le falde a scacchi rossi e bianchi il tutto sopra un panciotto giallo e dei calzoni neri e corti che mettono in evidenza le calze scombinate nei colori e nei disegni. Una calza rossa e una a righe multicolore oppure una a strisce bianche e blu e una arancione. A completare l'immagine un cappello a tricorno nero con sotto una parrucca bianca con codino all'insù e delle scarpe con fibbia. Ecco questa l'immagine di Stenterello. Dopo la morte di Del Buono altri hanno dato vita a Stenterello in teatro. Attori come Amato Ricci prima della guerra o Vasco Salvini a cavallo delle due guerre o ancora dopo la II guerra attori come Mario Fanfulla. Molto più recente, ai giorni nostri, Sauro Artini e soprattutto Giovanni Nannini che resta nella memoria di tutti per la sua interpretazione di Stenterello e del vernacolo fiorentino. Giovanni Nannini è stato fra l'altro interprete in molti film dopo il suo esordio in Totò cerca pace. Tutti grandi interpreti anche se il vero Stenterello resta Del Buono e tutti i ragazzini che nel periodo di carnevale ne hanno vestiti i panni. Purtroppo al passato dato che oggi i giovani si vestono da uomo ragno sempre che festeggino ancora il carnevale e non halloween.
Jacopo Cioni Read the full article
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August was... well, it was. And some things came out of it! And they were mostly romantic things!
Phantom Swayze e la Bottega delle Maschere Magiche by Laura Costarella is a really neat one: a steampunk fantasy novel set in a world where masks are worn by many people and have magical properties, and the main character, Phantom, is a mask-maker and magician worried about a recent murder that seems to have been committed by someone wearing one of his masks...
Phantom Shadows by Dianne Duvall is a paranormal romance and part of a larger series; this entry features a scarred and cranky hero with a bad attitude who nevertheless can’t let anything happen to his beautiful love interest.
Phantom of the Water Park by B.A. Gule is a children’s mystery, and its premise - kid almost dies at water park, becomes obsessed with visiting again years later, younger sister gets dragged along and discovers Dangerous Problems - didn’t seem too connected... but it is, with a “Phantom of the water park” on the loose who is bewilderingly wearing a half-mask and an opera cape on the cover alongside his snorkel.
Phantom Peak by Diane J. Reed is an interesting one - it’s another romance novel, but the setup is unusual, with a rancher inheriting the town opera house, obligatorily haunted, and having no idea what to do with it while also dueling a sexy antiques expert who wants into the place. We don’t usually get to see the Phantom as a sort of background/not main character situation!
Phantom of the Chapel by Julie L. Spencer is a Christian romance, and it means both parts of that label, following a scarred and traumatized army veteran who falls in love with a woman named Christine but doesn’t want her to see the scars he hides behind a mask, with a heavy dose of religious spirituality.
That’s it for this month, but we’re heading for Halloween now, and we all know what that means...
#phantom of the opera#new phantom releases#julie l spencer#laura costarella#diane j reed#ba gule#dianne duvall
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L’arte dei tableaux vivants. Luigi Ontani e il kitsch che diventa sublime.
Tenere un blog aperto in questi giorni è diventata cosa difficile. Dopo l’euforia dei primi quindici giorni, non so cosa sia successo... Probabilmente, quella che doveva essere una settimana di relax è diventato un mese di inferno. Lontani da tutto e da tutti, l’unico contatto con il mondo esterno è dato dai social network. I cari vecchi social, luogo di ingegno e di tuttologia. Tra una lite e l’altra, teorie complottiste e generi diversi di argomenti, ho notato, però una cosa molto particolare. Sono in molti quelli che si adoperano nella pratica dei tableaux vivants. Sono certo che molti si staranno chiedendo, “che diavolo fanno questi sui social? Quale pratica oscura e malsana sarà mai questa?” In realtà con il termine francese tableaux vivants si indicano i “quadri viventi”, o, in arte, descrive uno o più attori o modelli d'artista opportunamente mascherati a rappresentare una scena come in un quadro vivente.Per tutta la durata della "visione", le persone non parlano e non si muovono. L'approccio si sposa così con le forme d'arte del palcoscenico con quelli di pittura o della fotografia. Il più recente periodo di massimo splendore del tableau vivant è stato il XIX secolo. Insomma è l’arte visiva che si fa spettacolo.
Quella che oggi è diventata una sorta di moda che è esplosa sui social e che coinvolge tutti, anche solo per un momento di svago, in realtà è stata una delle massime forme espressive di uno dei più grandi artisti del ‘900, vale a dire quel mostro sacro di Luigi Ontani.
Classe 1943, Ontani è un artista assolutamente poliedrico, (viene infatti classificato come pittore, scultore e fotografo), nonché uno dei massimi esponenti della body art italiana.
Dopo aver studiato all'Accademia di belle arti di Bologna inizia la carriera artistica negli anni settanta, cominciando a farsi notare per i suoi "tableaux vivants". In pratica delle performance filmate e fotografate, in cui Ontani si presenta mascherato in vari modi: da Pinocchio a Dante, da San Sebastiano a Bacco. È una pratica di azionismo che sfiora il kitsch, e mette il narcisismo personale ad un livello superiore. Nel corso della sua lunga attività Ontani ha espresso la sua creatività e poetica attraverso l'uso di molte tecniche assai eterogenee tra loro: dagli oggetti pleonastici (1965-69) elementi in scagliola alla "stanza delle similitudini" costituita da elementi ritagliati in cartone ondulato. Ha spesso anticipato l'uso di tecniche in seguito adottate da altri artisti, i primi video super 8 in bianco e nero sono stati girati dal 1969 al 1972. Con l'opera "Ange Infidele" del 1968 Ontani inizia il suo approccio con la fotografia. Fin dall'inizio le opere fotografiche si contraddistinguono per alcuni elementi caratteristici: il soggetto è sempre l'artista che ricorre al proprio corpo e al proprio volto per impersonificare temi storici, mitologici, letterari e popolari; il formato scelto solitamente è quello della miniatura o della gigantografia, e ogni opera è considerata unica. dalla fine degli anni sessanta si susseguono "Teofania" 1969, "Fantome", "San Sebastiano nel bosco di calvenzano, d'apres Guido Reni", "Tentazione", "Meditazione, d'apres de la Tour", "Bacchino" (1970) tell il giovane, "Raffaello" "Dante" "Pinocchio" (1972), Lapsus Lupus e il dittico "EvAdamo" (1973) "Leda e il Cigno" (1974), i grilli e i tappeti volanti cui seguiranno altri apres, il primo ciclo indiano "En route vers l'Inde, d'apres Pierre Loti". Le prime opere fotografiche anticipano un fenomeno che vedrà diffusione a partire dagli anni ottanta. Contemporaneamente alle prime opere fotografiche Ontani comincia ad eseguire i primi "Tableaux vivant"; al 1969 al 1989 l'artista ha realizzato circa 30 tableaux vivant anche in questo caso anticipando le cosiddette installazioni multimediali, molto diffuse a partire dagli anni novanta, che si basano sulla commistione di varie tecnologie.
Con lo stesso atteggiamento ha realizzato opere di cartapesta, vetro, il legno (numerosissime le maschere realizzate soprattutto a Bali in legno di Pule), più raramente è ricorso al bronzo, al marmo e alla stoffa mentre molto cospicua è la sua opera in ceramica frutto del sodalizio soprattutto con la Bottega Gatti di Faenza e con Venera Finocchiaro a Roma e il laboratorio terraviva di Vietri, particolarmente rinomate le maschere pineali, le "Ermestetiche" e le ultime grandi opere quali "GaneshaMusa", "NapoleonCentaurOntano". Molto interessante la sperimentazione con la tecnica del mosaico elaborata con il mosaicista Costantino Buccolieri nell'esecuzione del grande pannello musivo presso la Stazione Materdei della Metropolitana di Napoli. In tutte queste circostanze Ontani ricorre alla tecnica non come un fine in sé, ma in quanto occasione per sperimentare nuove possibilità e formulare nuove variazioni sui temi e i soggetti che più gli interessano: il proprio viaggio "transtorico" attraverso il mito, la maschera, il simbolo e la rappresentazione iconografica. Ha esposto nei principali musei e gallerie del mondo dal Guggenheim al Centre Pompidou, dal Frankfurt Kustverein al Reina Sofia,ha partecipato ad un numero impressionante di biennali da Venezia a Sidney a Lione. Recentemente ha avuto due retrospettive al Ps1/MoMA di New York (2001) e allo SMAK di Ghent (2003-2004). Numerosissimi i libri d'artista e le monografie tra cui "Luigi Ontani. OntanElegia" Allemandi 2004 a cura di Alessandra Galasso e Giulio di Gropello. Nel 2018, la Galleria Giovanni Bonelli di Pietrasanta, in Toscana, presenta una retrospettiva di 30 opere dell’artista di Vergato.
Ontani ha prestato un volto e un corpo (i suoi) a personaggi che spesso appartengono al mito, alle favole, al folklore. Sono figure senza tempo, senza luogo e senza fisionomia e a volte anche senza sesso. Ontani ne ha indossato la maschera, ne ha ripercorso la storia, ha conferito loro sostanza e, quando è stato necessario, ha dato unità agli opposti sovrapponendoli o compenetrandoli.
Gladioli tentazioni (1972) è uno dei primi tableau vivant realizzato dall’artista, una stampa fotografica a colori a grandezza naturale. Sono gli anni in cui Ontani inizia il suo viaggio metaforico all’interno di tutte le identità possibili, confrontandosi principalmente con una serie di referenti cari alla mitologia e alla storia dell’arte, come i famosi d’après da Guido Reni (San Sebastiano, Ippomeneo, San Giovannino). Il titolo dell’opera, gioca con la simbologia legata al gladiolo, fiore il cui nome deriva dal latino gladiolum, “piccola spada”, per la morfologia delle sue foglie, sottili e allungate, somigliante all’arma utilizzata dai legionari romani: il “gladio”. È probabilmente per assonanza con l’etimologia, che regalare fiori di gladiolo equivale a dichiarare di essere stati colpiti, sebbene in maniera ambivalente: feriti oppure trafitti al cuore da un’insopprimibile infatuazione. Ed è a quest’ultima accezione che l’artista sembra voler ironicamente alludere, emergendo dall’oscurità, bloccato in una posizione di contrappunto, le pudenda occultate da un fascio di gladioli, pronto ad essere brandito, per mostrare l’artista, finalmente, in tutta la sua eroica nudità. L’opera è la prima di Ontani con cui sono entrato in contatto ed è presente nella collezione del museo MADRE di Napoli.
Altra opera che ho avuto modo di vedere più volte al MUSMA di Matera, che però non fa parte dei tableaux vivants ma di fortissimo impatto, ovvero IndiSiam OrientAle, del 2007. L’opera rientra nel ciclo degli oggetti pleonastici. Un paio di scarpette in ceramica policroma con oro zecchino tipico della produzione artistica di Luigi Ontani. Come si evince dal titolo si tratta di un paio di scarpette di foggia orientale abbondantemente dorate e con riportato il volto di Ontani sul gambetto.
Il genio di Luigi Ontani, in conclusione, si è rivelato utilissimo come passatempo per questa quarantena. Credo sia doveroso affermare, anche in questo caso, che siamo tutti un po ontani, e nello stesso tempo tutti in debito con lui.
Valerio Vitale
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Maschere senza tempo / Pirandelliana
Maschere senza tempo / Pirandelliana
La compagnia teatrale La bottega delle maschere con a capo Marcello Amici è protagonista ancora una volta della Pirandelliana, con due grandi testi del noto scrittore siciliano all’interno di una cornice spettacolare. In scena fino a domenica 12 agosto. (more…)
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#Anna Varlese#Barbara Pizzuco#Elisa Josefina Fattori#Elisa Licciardi#Estate Romana#Francesca Ciccanti#Giulia Crescente#La bottega delle maschere#Luca Guido#Lucilla Di Pasquale#Marcello Amici#Marco Sicari#Marco Tonetti#Marco Vincenzetti#Mario Ive#Maurizio Sparano#Michele Carnevale#Pirandello#Recensione I Giganti della Montagna#Recensione Il berretto a sonagli#Tiziana Narciso
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Natale: 5 regali beauty da non perdere
Indecise su cosa regalare a Natale? Ecco una pratica mini guida delle migliori novità natalizie a tema beauty!
Photo Credits: Pinterest
L’atmosfera di Natale è ormai nell’aria: tra luci, decorazioni e primi pranzi natalizi manca ormai davvero poco alla festa più attesa dell’anno, e come al solito impazza già la corsa ai regali. Ridursi all’ultimo momento – si sa – non è mai una buona idea, quindi perché non giocare d’anticipo e puntare sulle ultime novità beauty da regalare alle vostre amiche, mamme e sorelle? Ecco dunque la top five dei prodotti a tema Natale che faranno la gioia di ogni beauty addicted.
1. Lasting Gel Effect di Astra. Tra Natale e Capodanno assistiamo ad un vero e proprio tripudio di feste, pranzi e cene, che richiedono naturalmente un certo tipo di look. E quale occasione migliore se non questa per aggiungere un tocco brillante ai nostri outfit? Astra Make-up ha lanciato in occasione delle festività due nuove colorazioni del suo iconico smalto Lasting Gel Effect, pronte a rendervi extra sparkly: la n.100, ispirata all’oro colato con perle iridescenti e glitter, e la n.24, l’intenso nero Noir Foncé, un classico intramontabile capace di rendere immediatamente più chic qualsiasi look. E non è finita qui: le due nuove nuances possono essere mixate tra di loro, per creare una manicure curata e scintillante.
Photo Credits: astramakeup.com
2) Confezione Sweet Christmas di Lush. Se siete amanti dei cofanetti regalo, quest’anno Lush è il brand che fa al caso vostro. Sbizzarritevi tra le tante proposte in edizione limitata per il Natale, come la confezione Sweet Christmas, una profumatissima box alle note di bergamotto e ribes nero. Al suo interno la Luxury Lush Pud, frizzante bomba da bagno, e la Magic Wand, una speciale bacchetta magica dal profumo vanigliato, pronta a rendere questo Natale ancora più dolce.
Photo Credits: lush.com
3) Bagno doccia natalizi di Bottega Verde. Le feste natalizie sono il momento perfetto per ritagliarsi un po’ di tempo per sé, magari concedendosi qualche attenzione beauty in più. Perché non regalare un momento di benessere anche alle persone a noi care? Bottega Verde ha lanciato per questo Natale tre bagno doccia in edizione limitata che garantiscono relax assicurato. Emozione dei Sogni sprigiona una deliziosa fragranza di agrumi, vaniglia e muschio bianco, regalando morbidezza e un tocco glitter alla pelle; Magia delle Stelle è invece perfetto per gli amanti del bergamotto e dei fiori bianchi, mentre Stupore della Neve avvolge delicatamente grazie alle note di ambra bianca e cannella.
Photo Credits: bottegaverde.it
4) Cofanetto maschere di Sephora. Tra un pranzo e l’altro, Natale è il momento perfetto per sperimentare con la nostra skincare, testando nuovi prodotti e introducendo piccoli cambiamenti per il benessere quotidiano della nostra pelle. Sephora ha pensato ad un cofanetto esclusivo per queste feste, contenente ben 8 maschere per viso, corpo e capelli. La Where is the penguin? box offre un trattamento completo dalla testa ai piedi, con la possibilità di applicare anche più maschere contemporaneamente, in un divertentissimo multimasking perfetto per le nostre amiche più impegnate.
Photo Credits: sephora.it
5) Dreamy 2 palette di Nabla. Parola d’ordine: glitter! Nabla Cosmetics sa cosa vuol dire brillare, e ce lo dimostra in grande stile con la sua Dreamy 2, una preziosa palette con 12 tonalità inedite perfette per le feste. Tutte le nuances possono essere mixate tra di loro, per creare look sempre nuovi e all’insegna della luminosità. Le formule sono pigmentate e cremose, ideali per chi durante le feste non vuole passare inosservata. Da regalare a chi proprio non può fare a meno di un look ultra sfavillante.
Photo Credits: sephora.it
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Oggi vi voglio parlare dei prodotti che sono assolutamente da buttare perchè sia con il tempo e con l’uso li ho finiti e uno l’ho fatto scadere .
Assolutamente finite sono le due maschere detox all’argilla pura della L’Oreal di cui ho già parlato e che in questi giorni ho avuto modo di finire . Come ho già detto per la maschera purificante , io mi sono trovata bene con tutte e tre però per il prezzo che hanno non le ricomprerei perchè ci ho messo veramente quasi un anno a finirle e secondo me è eccessivo il loro prezzo .
Un secondo prodotto finito che io uso praticamente tutti i giorni sono le lenti a contatto e ho finito insieme a quelle anche il liquido delle lenti di cui io non posso fare veramente a meno . Come liquido io ho sempre usato quella della Pemag 2 plus che per me è ottimo . Fortunatamente ogni liquido nella confezione ha il porta lenti e quindi avendolo già ricomprato ho approfittato per cambiare anche il porta lenti . Io sono tornata un’altra volta alla lenti mensili perchè avendo due gradazioni differenti non mi conveniva prendere le lenti giornaliere e come lenti sto utilizzando quelle della Bioinfinity con cui mi sto trovando benissimo . L’unica pecca secondo me è che nella confezione sono presenti solo 3 contenitori di lenti e sono veramente poche .
Finalmente ho finito la crema sebo equilibrante di Bottega Verde che ho comprato questa estate e sapete benissimo che io quella crema la odio e non la ricomprerò mai più . Per me personalmente è un prodotto bocciato .
Invece,per i capelli ho finito lo shampoo all’argan di Dermomed che non è tra i miei shampoo preferiti perchè con l’ultimo utilizzo fatto ieri sera mi ha seccato un’altra volta i capelli e così proprio non ci siamo . Non lo ricomprerei come shampoo .
Oltre alla crema viso, ho finito anche il sapone viso di Aveneè che mi ha sorpresa perchè anche se non l’ho usato come struccante perchè non mi sono trovata bene ad usarlo e alla fine l’ho usato per togliere le maschere dal viso e ha fatto sinceramente un ottimo lavoro . Sicuramente lo ricomprerei , ma voglio provare i prodotti della Clinique . Sicuramente butterò la spugnetta della Calypso che uso per togliere le maschere perchè ormai penso che ha fatto il suo tempo e soprattutto anche se non è spaccata comincia a diventare anti igienica usarla .
Visto che siamo arrivati in inverno ho cominciato ad utilizzare i tè e le tisane e avendone in casa alcuni da finire stranamente ho finito una confezione della Yogitea al gusto choco che è il mio preferito anche se ne ho una seconda confezione ancora aperta che sarà in procinto di essere finita quando tornerò dalle vacanze .
Adesso vi parlerò dei prodotti di cosmetica che ho finito in questo ultimo periodo e qui devo dire che sono stata stupida io a non accorgermi che due prodotti per occhi andavano buttati mesi fa .
Partendo dai prodotti che ho finito in questo periodo sono sicuramente il rossetto rosso della Smashbox che è diventato il mio preferito e in questo ultimo periodo l’ho messo parecchio nonostante per metterlo continuavo a grattargli le pareti per prendere il colore .
Anche la mia amata matita di urban decay ormai è quasi finita e la prossima che aprirò sarà quella di Marc Jecobs e capite che è un pò inutile ricomprarla . Sicuramente una volta finita quella vorrei cominciare a provare anche altre matite rispetto a questa qui che è la mia preferita .
Qui arriviamo alle note dolenti perchè è vero che io ho finito il mascara di Bottega Verde ,ma io l’ho utilizzato fino ad una settimana fa credendo che non mi desse problemi agli occhi e il risultato è stato che mi ha dato problemi di irritazione agli occhi e mi sono assolutamente pentita di non averlo buttato prima . ci ho fatto quasi un anno con questo mascara e assolutamente non si fa .
Il secondo mascara da buttare è quello della Pupa che si trova dentro alla sua palette in cui c’è dentro anche la matita che non riesco più a tirar fuori da li e la matita di quella palette non scrive . Io questo mini mascara c’è l’ho da quando mi è stata regalata la palette ai tempi del terzo o quarto liceo di cui adesso non ricordo precisamente e avrei dovuto buttarlo molto tempo prima perchè l’odore non è dei migliori . Sui mascara da buttare ammetto che ho sbagliato io perchè non sono stata attenta alla data di scadenza e poteva andare peggio .
Prodotti assolutamente finite e da buttare perchè nocivi alla pelle Oggi vi voglio parlare dei prodotti che sono assolutamente da buttare perchè sia con il tempo e con l'uso li ho finiti e uno l'ho fatto scadere .
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LOCRI ON ICE BABY Arriva Pinocchio” del “Teatro della Maruca
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/locri-on-ice-baby-arriva-pinocchio-del-teatro-della-maruca/
LOCRI ON ICE BABY Arriva Pinocchio” del “Teatro della Maruca
LOCRI ON ICE BABY Arriva Pinocchio” del “Teatro della Maruca
LOCRI ON ICE BABY Arriva Pinocchio” del “Teatro della Maruca Lente Locale
R. & P.
«Abbiamo pensato di proporre lo spettacolo di “Pinocchio” il burattino che aveva difficoltà a diventare bambino. Così come nella vita, si incontrano storie di bambini che hanno difficoltà semplicemente ad essere bambini. Sarà importante, dunque, vivere e ripercorrere insieme ai ragazzi la storia del burattino e scoprire che, nella vita di ogni fanciullo, sono le circostanze a formarti ma soprattutto le persone che ti stanno vicino possono aiutarti a crescere, scegliendo la strada giusta da percorre. Così – spiega Domenica Bumbaca- aspettando il capolavoro cinematografico “Pinocchio” con Roberto Benigni (al cinema Vittoria dal 26 dicembre), mi ha colpito anche il libro“Pinocchio nel paese dei diritti” a cura del Comitato Italiano per l’UNICEF – Onlus- e mi è venuta l’ispirazione a percorrere con il “Locri on ice baby” la Carta dei diritti dell’Infanzia».
Chi meglio di Angelo Gallo potrà inaugurare questo viaggio. Lui che i burattini li crea, li modella e dà loro un’anima e li fa vivere. Quindi per la prima di Locri on ice baby abbiamo scelto un eclettico artista di fama nazionale, quale Angelo Gallo, puppet handling actor & art director.
ANGELO GALLO: Dopo un’esperienza decennale da autodidatta in cui viene chiamato per la costruzione di scenografie da compagnie amatoriali calabresi, dedica la prima formazione alla pratica del teatro, come tecnico e scenografo. Nel 2008 fonda la compagnia e dopo qualche anno lo spazio off del Teatro della Maruca a Crotone. Classe 1982, Angelo Gallo inizia la sua carriera nel nel 1999 progettando e costruendo scenografie per produzioni minori ed amatoriali, fa esperienze lavorative con diverse compagnie. Nel 2009 firma per il Teatro Stabile di Calabria la sezione scenografica di due stagioni di teatro ragazzi al Tetro Quirino “V. Gassman” di Roma (dal 2009/2010 e 2010/2011). Dal 2010 è lo scenografo della compagnia calabrese Teatro RossoSimona. Cura la scenografia per spettacoli quali RADIO ARGO (di Igor Esposito, produzione Teatro RossoSimona, con Peppino Mazzotta) spettacolo vincitore nel 2011 del Premio Nazionale Critici Italiani; EDIPO A TERZIGNO, (testo e regia di Fortunato Cerlino) per il debutto al Napoli Teatro Festival nel 2013. Da luglio a settembre 2010 è anche direttore di scena per il festival estivo Magna Graecia Teatro Festival e responsabile tecnico del teatro al parco archeologico di Capo Colonna (KR). La formazione propriamente artistica inizia dal 2009 mettendo in scena lo spettacolo RACCONTO DI NATALE curando la costruzione di burattini, marionette, marottes e giocattoli di scena e nel 2010 porta in scena ALICE, uno spettacolo di sperimentazione di nuove tecniche del teatro di figura che trasporta in tutte le successive produzioni. Nel 2012 collabora con il Maestro Gaspare Nasuto con il quale segue un masterclass sulle guarattelle napoletane, ed inizia una ricerca sul teatro tradizionale calabrese. Nel 2013, dopo una lunga ricerca su usi e costumi tipici calabresi, inventa una ��maschera calabrese” dal nome Zampalesta che rappresenta i calabresi per spirito, carattere e bontà d’animo. Zamaplesta è un lupo della Sila, è scolpita a mano in legno di mogano, è dipinta a mano ed è l’unica maschera del teatro di figura che non parla ma riesce ad esprimersi attraverso la grande abilità che ha Angelo Gallo del manovrarlo. Nel 2013 Angelo finisce di scrivere e porta in scena lo spettacolo di burattini tradizionali calabresi ZAMPALESTA U CANE TEMPESTA (regia di Gaspare Nasuto). Nel 2014 scrive e mette in scena ZAMPALESTA E IL QUADRO DELLA MADONNA (regia di Gaspare Nasuto) spettacolo sull’antica tradizione del quadro della Madonna di Capo Colonna, rappresentato con i burattini tradizionali calabresi. Come vuole l’antica tradizione è proprio Angelo ad intagliare nel legno i burattini, iniziando una tradizione calabrese di maschere regionali oramai riconosciute a livello nazionale. A luglio 2014 il Teatro della Maruca con lo spettacolo “Zampalesta u Cane Tempesta” vince il “PREMIO OTELLO SARZI” alla XXV edizione della rassegna internazionale di teatro ragazzi “I Teatri dal Mondo” che si svolge a Porto Sant’Elpidio ed è considerata la rassegna più importante del panorama nazionale, un riconoscimento importantissimo a livello nazionale, che afferma la qualità investita nelle proprie produzioni. E’ direttore artistico della stagione teatrale 2014/2015 organizzata dal comune di Crotone. Nel 2015 produce e mette in scena lo spettacolo ”ZAMPALESTA E LO ZZICRAPU” continuando la ricerca sulle storie popolari calabresi con Zampalesta come protagonista. Nel 2016 vince il Premio Castel Fiaba per il lavoro svolto nell’ambito culturale/teatrale a favore dei bambini. Nel 2016 cura il progetto Primavera Kids – sezione dedicata ai bambini durante il Festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea Primavera dei Teatri (Castrovillari – CS). Nel dicembre del 2016 progetta ed è direttore artistico della prima edizione del Calabria Puppet Festival, dal 30 dicembre 2016 al 06 gennaio 2017. Nel 2017 scrive e produce lo spettacolo “PUPPET SHOW” uno spettacolo performativo/didattico sul teatro di figura. Nel 2018 cura il progetto Nella bottega di Geppetto – sezione dedicata ai bambini durante il Festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea Primavera dei Teatri (Castrovillari – CS). Nel 2019 riscrive e mette in scena lo spettacolo “Pinocchio” un viaggio nel tempo attraverso il teatro di figura. In questo spettacolo utilizza molteplici tecniche di teatro di figura, burattini, marionette, marottes, teatro dell’oggetto per raccontare la storia made in Italy più conosciuta in tutto il mondo. E’ l’ideatore e direttore artistico del festival di teatro di figura “IL CASTELLO DELLE MARIONETTE” 2019, all’interno del Castello Svevo di Cosenza. Dal 2012 ad oggi è direttore artistico del Teatro della Maruca che ad oggi ha programmato otto stagioni teatrali e sette stagioni di teatro ragazzi all’interno della sede legale del Teatro della Maruca a Crotone.
Durante la serata ci sarà il laboratorio di Storie d’inverno acura dell’associazione Labor Locride, la raccolta fondi “Cuore di cioccolato” con mamma Teresa, mamma rara di “Telethon. Partirà la raccolta giocattoli a cura del movimento Gioventù nazionale e raccolta libri per la costituenda “Nati per leggere” Locride.
LOCRI ON ICE BABY Arriva Pinocchio” del “Teatro della Maruca Lente Locale
LOCRI ON ICE BABY Arriva Pinocchio” del “Teatro della Maruca Lente Locale
R. & P. «Abbiamo pensato di proporre lo spettacolo di “Pinocchio” il burattino che aveva difficoltà a diventare bambino. Così come nella vita, si incontrano storie di bambini che hanno difficoltà semplicemente ad essere bambini. Sarà importante, dunque, vivere e ripercorrere insieme ai ragazzi la storia del burattino e scoprire che, nella vita di ogni […]
LOCRI ON ICE BABY Arriva Pinocchio” del “Teatro della Maruca Lente Locale
Francesca Cusumano
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Qualche giorno fa si è svolto a San Giorgio a Cremano il Fantasy Lab, un laboratorio creativo organizzato dal Fantasy Day, con cui Senzalinea è media partner da due anni, e la realtà editoriale de “La Bottega Delle Parole“. A parlarcene la nostra Esther Hayes, che ha già collaborato con noi diverse volte con noi.
Il 16 Febbraio 2019 il Fantasy Day (fiera del fumetto che si tiene annualmente a San Giorgio a Cremano) ha inaugurato il FantasyLab: uno spin off del Fantasy Day organizzato in collaborazione con la Bottega delle Parole. Un vero e proprio laboratorio creativo che coinvolge in prima persona i giovani dei diversi paesi, in modo da creare nuove competenze in: arti creative, video, grafica, organizzazione di eventi e tanto altro ancora!
Gli incontri del FantasyLab sono mensili e per ogni volta sarà stabilito un tema diverso e sarà presente un ospite speciale. Quello del 16 febbraio era, ovviamente, l’horror! L’evento è iniziato nel tardo pomeriggio a Villa Falanga, nella libreria all’entrata, rigorosamente arredata con foto spaventose, ragni giganti, ragnatele e tanto altro. Alessandro Paterni e Lucy Tenebræ hanno intervistato il bravissimo Roberto Giovanni Pellegrino, che ha intrattenuto il pubblico spiegando le diverse dinamiche del suo lavoro e su come crea maschere ed effetti speciali per il cinema.
Successivamente, gli organizzatori hanno dato il via ad una serie di minigames, sempre a tema horror. Tutti i partecipanti hanno poi avuto l’occasione di partecipare ad un’estrazione i cui premi erano un libro di Stephen King ed un POP di Pennywise! La serata si è conclusa proprio così: con l’estrazione dei premi, l’immancabile sorriso sui volti di chi si è divertito con noi e l’impazienza per organizzare il prossimo incontro, il cui tema sarà… MAGICO…!!!
Ringraziando Esther Hayes per il suo report vi ricordo i suoi spazi social:
Facebook
Instagram
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…e le pagine Facebook del Fantasy Day , di The Blackrabbit’s Eye e del La Bottega delle Parole.
Il Fantasylab di Esther Hayes! Qualche giorno fa si è svolto a San Giorgio a Cremano il Fantasy Lab, un laboratorio creativo organizzato dal…
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Decine di migliaia di mostri, tra creature leggendarie, esseri mitologici, animali fantastici, maschere da incubo, abitano i soffitti degli Uffizi.
Sono i protagonisti delle grottesche che ornano le volte del corridoio al primo piano della celebre galleria, decine di campate per centinaia e centinaia di metri quadrati di affreschi.
Le decorazioni del #museo “a grottesca”, effettuate nella seconda metà del ‘500 ( Il primo corridoio degli Uffizi, quello sul lato Est del primo piano, fu dipinto fra il 1579 e il 1581 da Antonio Tempesta, inizialmente, poi da Alessandro Allori e dalla sua bottega) recuperavano tratti e stilemi dall’antichità romana.
I soggetti degli affreschi sono apparentemente sfuggenti, ma ricchi di simbologie complesse e di episodi curiosi, protagonisti dei quali sono figure appunto buffe, bizzarre, mostruose, appunto grottesche. Il tutto, però, raffigurato con un grande rigore ed equilibrio compositivo e geometrico.
Per la prima volta la storia, la genesi e la tecnica di queste suggestive e misteriose pitture, molto in voga nel Rinascimento, viene raccontata in un libro, ‘Le Grottesche degli Uffizi’ (Giunti , 416 pagine).
Curato dalla studiosa Valentina Conticelli con un contributo di Francesca De Luca, il volume, ricco di dettagli e di immagini inedite a grande formato, ripercorre la storia della decorazione del complesso architettonico e rivela i segreti significati di ogni campata, conducendo il lettore in un mondo immaginario, sospeso tra realtà e mitologia.
‘Le Grottesche degli Uffizi’ verrà presentato sabato pomeriggio alle ore 16 nell’auditorium Vasari della Galleria: oltre all’autrice interverranno all’incontro il direttore del complesso Eike Schmidt, l’ex ministro dei Beni culturali ed ex direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci e la storica dell’arte Sonia Maffei.
Immagini rappresentate:
Alessandro Allori (1535-1607) e aiuti
Veduta della campata 22
Imprese Medici Cappello con divinità del cielo
1581
Corridoio di Levante, Gli Uffizi
Alessandro Allori (1535-1607) e aiuti
Veduta della campata 26
Amicizia
1581
Corridoio di Levante, Gli Uffizi
Alessandro Allori (1535-1607) e aiuti
Veduta della campata 27
Fatica con Atlante che regge il cielo e la terra
1581
Corridoio di Levante, Gli Uffizi
Alessandro Allori (1535-1607) e aiuti
Veduta della campata 29
Pecunia
1581
Corridoio di Levante, Gli Uffizi
Alessandro Allori (1535-1607) e aiuti
Veduta della campata 43
La Melanconia e la sua cura
1581
Corridoio di Levante, Gli Uffizi
Alessandro Allori (1535-1607) e aiuti
Veduta della campata 46
Armonia e Virtù, Fato e Fortuna
1581
Corridoio di Levante, Gli Uffizi
Le immagini sono state fornite dagli organizzatori dell’evento, ad esclusivo utilizzo collegato alle esigenze di Ufficio Stampa dell’iniziativa medesima. La possibilità di utilizzare queste immagini è riservata unicamente al fine di corredare con le stesse servizi, articoli, segnalazioni inerenti la mostra cui si riferiscono. Qualunque diverso utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge ad iniziativa di ogni avente diritto.
Tutti i mostri nei dipinti sui soffitti degli Uffizi Decine di migliaia di mostri
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Le casette, spesso abitate, pur non essendo del tutto finite di costruire, si alternano ad altre inizio secolo. L'usanza di abitare in case dove non sono del tutto finiti i lavori esterni, ha fatto nascere l'espressione architettonica “il tipico non finito calabrese”. Le case sono basse e per lo più moderne perché Seminara fu distrutta dal terremoto del 1909, lo stesso che provocò il maremoto che rase al suolo Messina e Reggio Calabria.[gallery 1435224]Dietro il paese si intravedono le maestose e rigogliose montagne dell'Aspromonte. Il verde, quasi argenteo, è quello degli ulivi e dei vigneti (guarda le foto).I segreti di SeminaraSeminara nasconde tanti segreti. Nota alle cronache per la terribile e sanguinosa faida di Seminara, una guerra in stile “far west” che per decenni ha diviso la popolazione, la cittadina meriterebbe però di essere scoperta per altri motivi.Il primo segreto della cittadina è il suo passato. Il paese fu costruito nel decimo secolo, probabilmente dopo la distruzione per mano dei saraceni di Taureana. Secondo gli storici il territorio era già popolato da monaci basiliani emigrati dalla Sicilia e formava con la vicina Melicuccà uno “dei centri maggiori della cultura e della vita religiosa neogreca in Calabria”.Seminara diede i natali a Barlaam di Seminara, uno dei padri dell'Umanesimo. Di fede bizantina, divenne vescovo cattolico e fu filosofo, matematico, teologo, esperto di musica bizantina e aritmetica. Fu uno dei più convinti fautori della riunificazione fra le Chiese d'Oriente e Occidente. Fu il maestro di Leonzio Pilato e Boccaccio, insegnò il greco a Petrarca.All'epoca, in quelle terre dominate dai bizantini per secoli, vi erano ancora molti cristiani di fede ortodossa, nonostante l'unificazione con Chiesa Cattolica dei cristiani del Meridione legati a Bisanzio, proclamata dal concilio di Bari del 1098. Barlaam era uno di quei fedeli ancora legati al rito orientale. Secondo la ricostruzione degli storici nel 1339 fu inviato dall'imperatore bizantino Andronico III in missione diplomatica a Napoli, Avignone e Parigi per promuovere una crociata contro i turchi che minacciavano Bisanzio. Le relazioni che si fece in quegli anni lo aiutarono quando decise di convertirsi al cattolicesimo. Ad Avignone nel 1342, presso la corte papale, divenne l'insegnante di greco di Francesco Petrarca. Grazie all'aiuto di Petrarca fu nominato dal Papa Clemente VI vescovo di Gerace.La Magna GreciaLa costa della Calabria ha sempre avuto fortissime influenze greche. I primi coloni arrivarono nel VIII e VII a.C. Erano mercanti, contadini, allevatori e artigiani che emigravano dalle città della Grecia antica che favorivano questi processi per aumentare i flussi commerciali e per allentare le tensioni sociali dovute a un eccessivo incremento della popolazione. Le colonie nate in quel periodo nel Meridione divennero autonome, pur mantenendo profondi contatti culturali e commerciali con le città di origine in Grecia. Erano note come Magna Grecia.Per tradizione era l'oracolo di Apollo a Delfi, interrogato dal capo spedizione, che decideva il luogo in cui si sarebbe fondata la nuova colonia.È probabilmente da questa storia che nasce il secondo segreto di Seminara. Un segreto purtroppo ancora ben custodito e poco conosciuto. Però è da esso che potrebbe partire un nuovo sviluppo per il paese.La ceramicaCamminando nei boschi dell'Aspromonte è ancora possibile imbattersi in maschere di ceramica dal volto spaventoso o in comignoli dalla forma umana e non propriamente amichevole, dalla cui testa e braccia esce il fumo del camino. Queste creature in ceramica dall'aspetto spaventoso sono dei caccia spiriti. Le loro origini sono chiaramente legate al teatro greco che qui, come in tutto il mondo greco, aveva un ruolo fondamentale nella società. Le maschere servivano agli attori per poter cambiare più ruoli e avevano significati profondi sia religiosi, che culturali.Questi demoni in ceramica vengono ancora prodotti a Seminara, che vanta uno dei più interessanti e meno conosciuti distretti della ceramica.Un storia complessa, antica e che meriterebbe più attenzione. Il distretto non è di certo famoso come Vietri, Caltagirone, Palermo, Santo Stefano di Canastra e Grottaglie, campioni della ceramica popolare Meridionale. Eppure la ceramica di Seminara è una delle più apprezzate dagli antiquari e dagli artisti, nonché una delle più creative e divertenti.Oltre alle maschere si fanno i "babbaluti", “bottiglie di varia grandezza la cui produzione risale al periodo della dominazione borbonica in Calabria, un'era di forte malcontento popolare che aveva portato gli artigiani a raffigurare, in maniera caricaturale, prima la fisionomia dei gendarmi spagnoli, poi quella dei soldati borbonici o dei signorotti locale o del potente di turno”.La lotta contro il potere potrebbe avere origini nella mito greco di Prometeo, il titano amico dell'umanità e del progresso che rubò il fuoco agli dei per darlo agli uomini e che subì la punizione di Zeus che lo incatenò a una rupe ai confini del mondo e poi lo sprofondò nel Tartaro, al centro della Terra. Questo mito ha spesso simboleggiato la lotta del progresso e della libertà contro il potere.A Seminara si producono anche anfore (lancelle), boccali (cannate), talora con ornati a rilievo (cuccumi), piccole brocche con becco (bumbuleji), orci a foggia di riccio (porroni a riccio), borracce a ciambella, lanterne, bottiglie e fiasche antropomorfe (babbaluti o babbuini), maschere grottesche, vasi da balcone (graste). Per motivi votivi si producono le borracce a forma di pesce, che venivano utilizzate dai pellegrini della fiera di San Rocco a Rosarno. Altra tipologia tipica e secondo gli esperti, dalle valenze quasi "iniziatiche", è il “gabbacumpari” (bevi se puoi),una brocca da vino con una serie di fori, da dove può bere soltanto chi è particolarmente abile.Un storia che merita di essere conosciuta è quella del ceramista Paolo Condurso, il più grande artista della ceramica di Seminara. Morto nel 2014, era stimato anche da Pablo Picasso che comprò molte sue opere. Si può conoscere meglio la sua vita e la storia della ceramica calabrese guardando il bel documentario della “Cine Sud Editore” girato da Francesco Mazza. Oggi il suo laboratorio è portato avanti dal figlio Gennaro.Un altro ceramista che ha creato una bottega che ha portato avanti le tradizioni della ceramica seminarese è Domenico Ditto. Oggi il laboratorio è portato avanti dal figlio.La cultura alimentare e il turismoSeminara vanta anche molte tradizioni alimentari. Basta fermarsi nei vari forni per rendersene conto. Al vecchio Panificio Chiappina, in piazza si preparano le friselle al peperoncino, al mais, all'origano o integrali. Si fanno anche i tozzini al sesamo o le “Pitte di San Martino”. Tipico dolce della provincia di Reggio Calabria preparato con il vin cotto, una spolverata di garofano, cannella, e cacao amaro. Esistono molte varianti a seconda dei paesi e delle famiglie.Pur non essendo molto visitata, Seminara dista pochi chilometri da incantevoli località turistiche. Una di esse è Scilla, che oltre a richiamare persone per la sua storia e per i suoi richiami alle leggende greche e romane, vanta un mare e un borgo antico sensazionali.La maschere dai volti mostruosi e antichi che proteggono le case di questo paesino dell'Aspromonte possono essere la chiave della sua rinascita. Proprio come gli abitanti di qui sanno da sempre, sono protettive. Se i ceramisti e le istituzioni sapranno fare squadra, invece che dividersi inutilmente, potrebbe essere proprio grazie alla ceramica che Seminara rinascerà.
Seminara, l’Aspromonte dei miti greci animistici Le casette, spesso abitate, pur non essendo del tutto finite di costruire, si alternano ad altre inizio secolo.
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Veneza La Bottega Delle Maschere - Rialto Onde você encontra máscaras do famoso carnaval ao teatro greco-latino
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I suoi burattini sono tutti di legno, scolpiti e dipinti da lui stesso, di grandi dimensioni secondo la tradizione bergamasca. E Truciolo, garzone di bottega nato nel 2000, adottato da Cantù come burattino della città, è oggi l’interprete delle storie e delle leggende della Brianza e del lago di Como. Ivano Rota, burattinaio, scultore, pittore e scrittore, conduce martedì 8 agosto all’ex casa Collini (accanto a Palazzo dei Panni) ad Arco il laboratorio-dimostrazione per giovani e adulti «La vita del burattino», in cui ripercorre tutte le fasi della nascita di un burattino, dalla costruzione all’animazione. Dalle 9.30 alle 14.30; partecipazione libera su iscrizione (tel. 329 2119161).
Il laboratorio è aperto a tutti, pensato in particolare per insegnanti e genitori, operatori ed educatori sociali.
Ivano Rota
Nei primissimi anni Novanta la passione di Ivano Rota per il teatro e la scultura trova una prima forma concreta nel teatro di figura, in particolare nel teatro dei burattini, con la nascita della compagnia “Teatro dei burattini di Ivano Rota”, che partecipa ai maggiori festival e rassegne d’Italia. Il primo personaggio inventato da Rota, Gnocco, deve il nome al bernoccolo che porta in testa, per il quale è da tutti canzonato. Gnocco è un diverso che, in una società che tende sempre più a uniformare gli individui, vuole urlare la sua diversità, tanto che ce l’ha scolpita addirittura nel… legno. Le maschere, fin dal suo primo esordio come burattinaio, sono una presenza costante negli spettacoli di Ivano Rota, che verso la fine degli anni Novanta decide di creare un proprio personaggio più vicino ancora al suo pensiero, e soprattutto in grado di riprendere le tradizioni della propria terra: la Brianza.
È così che nel gennaio del 2000 viene alla luce Truciolo, eroe popolare, personaggio emblematico di questa terra: il falegname. È il garzone di bottega che tutti possono riconoscere, perché a Cantù come in Brianza tutti hanno avuto un papà, un fratello o uno zio falegname. L’unico sforzo che occorre fare per comprenderlo, è associare l’idea dell’eroe con quella del falegname. I falegnami della Brianza sono stati i veri eroi, quelli che hanno trasformato un mondo fatto di stenti e privazioni, quello della realtà contadina della mezzadria dell’Ottocento, in una società ricca ed efficiente. Oggi Truciolo, le cui avventure sono sempre più numerose e diverse, è conosciuto da ogni bambino della città di Cantù, per i quali non è un burattino di legno ma un personaggio vivo che parla e li fa sorridere.
Negli anni, a Ivano Rota si sono affiancati in baracca prima la moglie Claudia, poi i figli Stefano e Maddalena, quindi anche la più piccola, Elena. Poi i progetti si sono ampliati e differenziati, e si sono aggiunti Monica Cancelier, Fabrizio Biffi e Simona Galli. Più avanti la spalla di Ivano Rota è diventato Nino Franchi, che lo ha aiutato anche nella costruzione di numerose attrezzature di scena. Le musiche di tutti i suoi spettacoli sono di Michele De Duonni. Nel 2002 è nata l’associazione culturale “Teste di legno per il mondo”, un gruppo di amici amanti del teatro e dei burattini, della quale Ivano Rota è presidente. Dal 2006 è socio Unima, l’Unione internazionale della marionetta.
L’Ora dei burattini Dai burattini alle marionette, dal teatro di strada a quello di figura, il tutto con alcune delle compagnie più importanti d’Italia e con burattinai che hanno fatto la storia e altri, molto giovani, che la stanno iniziando. In più, novità quest’anno, uno spettacolo di teatro disegnato. «L’Ora dei burattini» sostiene e valorizza un’arte antica e affascinante, fatta di sapienza e manualità, di passione poesia, lontana dall’odierna tecnologia ma ancora in grado di entusiasmare i più piccoli e i loro genitori. Ogni anno, infatti, il festival richiama un pubblico foltissimo di bambini e di genitori, in media 150 a spettacolo, con punte superiori a 300. Gli spettacoli si svolgono nelle piazze, nei parchi, nei cortili delle scuole e in riva al lago, come tradizione affiancati dai laboratori per bambini e da un laboratorio per giovani e adulti. Tutte le proposte sono a ingresso gratuito e si svolgono anche in caso di pioggia, in una sede alternativa.
La rassegna, promossa dalle Amministrazioni comunali di Arco, Riva del Garda e Nago-Torbole, è curata dall’associazione teatrale Iride e ha il patrocinio di Unima (Unione internazionale della marionetta) e di Unicef (United nations international children’s emergency fund). «L’Óra dei burattini» raccoglie fondi per l’ Unicef, destinati al progetto “Emergenza Italia”, iniziativa di sostegno ai bambini migranti, soli e in pericolo. Collaborano le associazioni Giovani Arco, Gruppo Iniziative Varone, Vivirione e Pro Sant’Alessandro.
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La vita del burattino di Ivano Rota I suoi burattini sono tutti di legno, scolpiti e dipinti da lui stesso, di grandi dimensioni secondo la tradizione bergamasca.
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sede: Studio Museo Francesco Messina (Milano).
Le notti di Tino di Bagdad è il nuovo progetto transmediale di ConiglioViola: un esperimento post-cinematografico di arte pubblica che combina l’utilizzo di nuove tecnologie, quali la Realtà Aumentata, con il recupero di tecniche tradizionali, dalle incisioni su rame al Teatro delle Ombre. A otto anni dalla retrospettiva al PAC, il duo composto da Brice Coniglio e Andrea Raviola torna a Milano, nello Studio Museo Francesco Messina e in altre dieci sedi in città, per presentare un progetto che trasforma lo spazio urbano in un “cinema diffuso” e per ingaggiare il pubblico in una caccia al tesoro il cui obiettivo non è altro che la ricostruzione del senso di una narrazione.
Il punto di partenza è un’opera letteraria, Le notti di Tino di Baghdad (1907) di Else Lasker-Schüler. Le fiabe espressioniste “orientali” della poetessa tedesca sono un piccolo caleidoscopio di contaminazioni inattese: il fascino dell’esotismo e l’esperienza della metropoli moderna, il richiamo delle radici ebraiche e il gusto per la sperimentazione avanguardistica, l’indagine pittorica e il manierismo letterario, il gioco infantile e l’erotismo. La protagonista è Tino, principessa e poetessa d’Arabia, costretta a rinunciare alla vita per rendere immortale la poesia.
Giocando sulla struttura non lineare del testo, ConiglioViola ne ha lacerato la trama per dare vita a ventisei episodi autonomi, ognuno dei quali ha ispirato una diversa tavola incisa sul rame e un diverso episodio cinematografico da fruire in realtà aumentata.
Negli spazi del museo le opere vengono presentate all’interno di piccoli lightbox realizzati in cemento a forma di finestra araba. Basta inquadrare le opere attraverso il proprio smartphone, utilizzando l’app gratuita, per osservare le immagini prendere vita sul proprio display e ammirare i video realizzati combinando animazione digitale, animazione a mano e le performance di danzatori. Gli spazi della ex-chiesa barocca vengono completamente reimmaginati dai due artisti. Al piano terreno sono esposti, oltre ai lightbox in cemento, il dittico animato di grandi dimensioni “Tino und Apollides” ispirato a una delle scene più celebri de “Il fiore delle mille e una notte” di Pier Paolo Pasolini e un cortometraggio di animazione, proiettato sui muri del museo. La cripta ospiterà invece le opere e i manufatti realizzati durante il complesso processo di produzione: le incisioni su rame, le foto realizzate durante le riprese del film, i disegni preparatori, le maschere di grandi dimensioni realizzate dagli artisti e indossate da attori e danzatori durante le riprese, infine il documentario che illustra l’intera preparazione del progetto.
L’esperimento non si conclude nel museo ma coinvolge altre dieci sedi in tutta la città di Milano ognuna delle quali ospita una diversa tappa del racconto. Lo spettatore errante sarà costretto a spostarsi tra gli spazi del museo Messina e gli altri punti in città – indicati attraverso una mappa sul sito http://www.tinobagdad.com – per ricostruire gli episodi di una narrazione che varia con il variare di ogni singolo itinerario. Il viaggio può iniziare da qualsiasi punto: si tratta di un gioco attraverso il quale bisogna ricostruire una storia e poi condividerla, perché l’ultimo invito che gli artisti rivolgono al pubblico è quello di tornare a casa e riscrivere il testo. Una ricombinazione delle tessere che permetterà di assistere a una moltiplicazione delle narrazioni, attualizzando nello spazio urbano le teorie della Letteratura Combinatoria e trasformando lo spettatore in co-autore.
ConiglioViola ConiglioViola è un duo artistico fondato nel 2000 da Brice Coniglio e Andrea Raviola. Dalla videoart al teatro multimediale, dalla musica elettronica alla performance, dalla net. art alla fotografia, non c’è quasi settore della creatività contemporanea che Coniglioviola, “bottega rinascimentale nell’era digitale”, non abbia esplorato e provato a sobillare con le armi dell’ironia, muovendosi tentacolarmente come un vero e proprio marchio. Noto per imprese spettacolari come l’Attacco Pirata alla Biennale di Venezia (2007), ConiglioViola è impegnato in un’indagine trasversale sul territorio della cultura POP-olare. Il multilinguismo e la transmedialità sono risultato di una riflessione intorno al medium digitale concepito come meta-linguaggio, a partire dalla quale è in grado di declinare ogni progetto attraverso più linguaggi. Tra i vari progetti ricordiamo il già citato l’Attacco Pirata alla Biennale di Venezia, l’opera net. art La meditazione di Yolanda (2001–2003), la produzione musicale-teatrale Recuperate Le Vostre Radici Quadrate, la copertina delle Pagine Bianche Piemonte del 2007, l’opera Ecce Trans (balzata alle cronache internazionali per via della censura all’interno della mostra Arte e Omosessualità a Milano), la mostra Nous deux a Parigi con Unicredit & Art nel 2007, la collaborazione con la cantante Loredana Bertè, con gli stilisti Etro, Vivienne Westwood e Antonio Marras, con il critico d’arte Achille Bonito Oliva e con Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (questi ultimi nell’inedita veste di attori), con la compagnia teatrale IRAA Theatre e, sempre in ambito teatrale, con Valter Malosti. Nel 2009 il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ha dedicato a Coniglioviola (i più giovani artisti ad avere avuto una personale in questa sede) una mostra antologica dal titolo “Sono un pirata / Sono un signore” visitata da oltre diecimila persone in dieci giorni. La mostra è accompagnata dalla pubblicazione del catalogo edito da Silvana Editoriale con testi critici di Antonio Arevalo, Alessandro Bergonzoni, Achille Bonito Oliva, Martina Corgnati, Maurizio Ferraris, Tommaso Labranca, Milva, Domenico Quaranta, Laura Serani, Massimiliano Finazzer Flory. Sempre nel 2009 ha debuttato nel cartellone del Teatro Stabile di Torino all’interno del Festival Prospettiva con lo spettacolo teatrale Concerto senza titolo interpretato da Antonella Ruggiero: un’investigazione sulla collisione tra il tema-tabù della morte e la cultura pop. Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia, tra gli eventi legati ai Padiglioni nazionali, con il progetto collettivo Pirate Camp – The stateless Pavillion, che coinvolge oltre trenta giovani artisti provenienti da tutto il mondo, ospitati all’interno di un campeggio pirata allestito in laguna. Dall’anno successivo fioriscono i progetti legati all’organizzazione Kaninchen-Haus, che produce, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, il programma sperimentale di residenza viadellafucina nel quartiere di Porta Palazzo a Torino, e che da vita all’artist run space K-HOLE, nello stesso quartiere. Nel 2015 viene pubblicato il disco Recuperate Le Vostre Radici Quadrate, presentato insieme al nuovo video “Non domina sum” e al riallestimento dello spettacolo, il cofanetto cd+dvd Requiem Elettronico nato dalla collaborazione con Antonella Ruggiero, e l’opera d’arte pubblica in realtà aumentata Le notti di Tino di Bagdad prodotta da Kaninchen-Haus in collaborazione con TIM, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Salone Internazionale del Libro. Nel 2016 con il progetto Ulysses Now, che verrà prodotto nel 2017 da Accademia degli Artefatti, vince il Bando ORA! della Compagnia di San Paolo.
Il progetto è prodotto da Kaninchen-Haus in collaborazione con care/of e con la galleria Montoro12 di Roma.
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ConiglioViola. Le notti di Tino di Bagdad sede: Studio Museo Francesco Messina (Milano). Le notti di Tino di Bagdad è il nuovo progetto transmediale di ConiglioViola: un esperimento post-cinematografico di arte pubblica che combina l'utilizzo di nuove tecnologie, quali la Realtà Aumentata, con il recupero di tecniche tradizionali, dalle incisioni su rame al Teatro delle Ombre.
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CARNEVALE DI ACIREALE - PROGRAMMA UFFICIALE 2017
Sabato 18 febbraio
ore 16.00 | Centro Storico Inaugurazione Mostre: Carri in miniatura, bozzetti, cartoline, storia del Carnevale (vedi indirizzi su altre iniziative)
ore 17.00 | Circuito tradizionale Presentazione ufficiale di tutti i carri allegorici, accompagnati dalla guggen band svizzera “Ringmurechutze Murten” dalla marching band ucraina “Fanfares of Lviv & Mazhoretky Feyeriya” e la partecipazione della corale americana “Saint Anthony’s High School Chorus” che creeranno la corte della Regina del Carnevale
ore 17.30 | Piazza Duomo Arriva la Regina del Carnevale, accompagnata da Re Burlone Consegna delle chiavi della Città dal Sindaco di Acireale
ore 18.00 | Lungo il circuito del Carnevale Esibizione dei carri
ore 21.00 | Piazza Duomo Musica e divertimento con l’animazione di RDS
Domenica 19 febbraio
ore 11.00 | Lungo il circuito del Carnevale Sfilata di bande musicali con esibizioni coreografiche
ore 12.00 | Carri allegorico-grotteschi in esposizione
ore 15.00 | Sfilata dei carri allegorico-grotteschi, maschere singole e testoni, accompagnati da bande musicali e folkloristiche
ore 21.00 | Piazza Duomo Camera a Sud Orchestra “Il swing che si affaccia al sud”
Giovedì 23 febbraio
ore 16.00 | Lungo il circuito tradizionale del Carnevale Scuole in maschera “I Popoli del Mediterraneo” Sfilata di gruppi mascherati scolastici con la partecipazione di maschere singole e testoni
ore 18.00 | Piazza Duomo “Pomeriggio Giovani” Festa in maschera per ragazzi con DJ, animazione, zucchero filato, popcorn e la partecipazione del gruppo musicale “Te le ricordi tu” le più belle musiche dei cartoni animati
Venerdì 24 febbraio
ore 10.00 | Piazza Duomo “Pazza Duomo” Music & Dance
ore 16.00 | Teatro Turi Ferro (parcheggio gratuito cortile San Luigi) Concorso Bambini in Maschera
ore 20.00 | Piazza Duomo Ballando a Carnevale con la partecipazione delle scuole di danza acesi
Sabato 25 febbraio
ore 10.30 | Lungo il circuito tradizionale del Carnevale Scuole in maschera “I Popoli del Mediterraneo” sfilata di gruppi mascherati scolastici
ore 12.00 | Piazza Duomo “Flash Mob” con i ragazzi delle scuole
ore 16.00 | Lungo il circuito del Carnevale Sfilata di carri allegorico-grotteschi, maschere singole e testoni con bande musicali e e folkloristiche
ore 22.00 | “Balla coi Carri” festa in maschera In diversi punti del circuito, i carri si trasformeranno in discoteche con DJ ed offriranno generi diversi di musica da ballare: Dance-commerciale, Latino-americano, Zibaldoni, anni ‘60 e ‘70, Liscio e balli di gruppo
Domenica 26 febbraio
ore 9.30 | Piazza Duomo e Piazza Indirizzo I carri in mostra
ore 11.30 | Lungo il circuito del Carnevale Parata di posizionamento dei carri allegorico-grotteschi con esibizioni
ore 13.00 | Piazza Garibaldi “Aspettando… Ballando” L’orchestra a pranzo
ore 15.00 | Lungo il circuito del Carnevale Sfilata di carri allegorico-grotteschi, maschere singole e testoni con bande musicali e folkloristiche
ore 21.00 | Piazza Duomo La Luna Rossa Orchestra cover band di Renzo Arbore
Lunedì 27 febbraio
ore 17.00 | Lungo il circuito del Carnevale “La giornata dei Fiori” (ricostruzione storica) dalle carrozze dell’800 alle auto anni ‘30 addobbate di fiori, alle macchine infiorate anni ‘70 con sbandieratori e gruppi mascherati
ore 20.30 | Piazza Duomo Archinué in Concerto “Biancaneve non vuole svegliarsi” Tour Promotion
Martedì 28 febbraio
ore 12.00 | Lungo il circuito del Carnevale Carri allegorico-grotteschi in parata
ore 15.30 | Piazza Indirizzo Sfilata finale dei carri allegorici e delle maschere singole e testoni con bande musicali e folkloristiche
ore 21.00 | Piazza Duomo Stile Italiano Orchestra Spettacolo
ore 23.00 | Premiazione dei vari concorsi e arrivederci alla Festa dei Fiori 29, 30 aprile e 1 maggio 2017
Altre iniziative
“XXI Concorso Carri in miniatura” dal 18 al 28 febbraio – presso IPAB Santonoceto – Corso Umberto 188 Esposizione a cura dell’Associazione Culturale Gruppo Liberi Artisti
Numero Unico di Carnevale – Rivista satirico umoristica a cura del Circolo Universitario
Concorso “Bambini in Maschera” iscrizioni (solo mattina) fino al 22 febbraio presso Fondazione del Carnevale via Ruggero Settimo n° 5 – tel. 095 895257
15° Campionato di Scacchi a squadre “Trofeo di Carnevale 2017 Città di Acireale” sabato 25 febbraio dalle ore 16.00 – Club Frecce Tricolore – Via A. Raffaele n° 4
Mostra dei bozzetti dei Carri del Carnevale XX mostra sul Carnevale “Maschere e mascherine… l’arte acitana” Concorso di disegno su cartolina postale a cura dell’Associazione Filatelica Numismatica Acese dal 18 al 28 febbraio – Piazza Duomo 16
Annullo postale commemorativo “II più bel Carnevale di Sicilia 2017” sabato 25 febbraio dalle ore 15.00 alle ore 21.00 – Piazza Duomo 16
Bottega della Cartapesta a cura dell’Associazione Artigianato Acese in Piazza Garibaldi
Carnevale di Acireale a Taormina – Mostra di carri in miniatura dal 10 al 28 febbraio – Palazzo Corvaia, Taormina – ingresso libero
Carnival’s Got Talent – esibizione di giovani artisti Lunedì 27 febbraio – Teatro Turi Ferro – a cura dell’Associazione Sol Granata
“Carnevalino di Quartiere” sabato 25 febbraio mattina – Piazza Dante
Concert of the Saint Anthony’s High School Chorus sabato 18 febbraio ore 11.00 – Chiesa Cattedrale – ingresso libero
Progetto Obiettivo Musica con la partecipazione straordinaria di Luca Madonia domenica 26 febbraio ore 10.30 – Villa Belvedere, ex Angolo di Paradiso
“I sapori dell’Etna” 2° Trofeo Il più bel Carnevale di Sicilia lunedì 20 febbraio dalle ore 10.00 alle 20.00 – Certosa dei Cavalieri a cura dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani (Catania)
Il Carnevale di Acireale 2017 è organizzato dalla Fondazione del Carnevale di Acireale.
Enti co-finanziatori Città di Acireale, Regione Siciliana e Credito Siciliano. La manifestazione si avvale della partnership di SAC e RDS e del contributo di sponsor privati.
INFO E CONTATTI
www.carnevaleacireale.info
www.comune.acireale.ct.it
095895249 – 095895254 – 095891999
Stampa: [email protected] 095895201
CARNEVALE DI ACIREALE – PROGRAMMA UFFICIALE 2017 was originally published on Fancity Acireale
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