#LIBERATO III
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ross-nekochan · 25 days ago
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Nun me sent assaje buon, nu poco accussì
Comm facc o' saje, mo me 'nserro e sto sule je
E' diebbete ca' vocca so facile a 'pparà
Na voce dint'ê chiocche ca me rice:
"Fuje 'a ccà"
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eliophilia · 1 month ago
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La fissa del momento.
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cataldodarker · 1 day ago
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LIBERATO
LIBERATO
Data di rilascio: 09-05-2019
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LIBERATO II
Data di rilascio: 09-05-2022
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LIBERATO III
Data di rilascio: 01-01-2025
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caraitalia · 5 days ago
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queersforliberato · 1 month ago
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stills dal video di TURNÀ
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timetravelstudies · 26 days ago
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LIBERATO III review: overproduced, SLOPPILY produced and forgettable. sounds like the rejects of that mid 2010s era EDM like cold cold water and wtf else
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bowdre · 1 year ago
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Fury OC
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Character used in Fury Fanfic, posted on Wattpad.
ꜰᴜʀʏ - Sam - Wattpad
i. Basics
•Name•
Natalia Jordie Travis
•Nickname•
Dove
•Age•
During African Campaign> 19. In 1945> 22
•Birthday•
June 19th, 1923
•Gender•
Female
•Sexuality•
Straight
•Zodiac•
Gemini
•Height•
5'4"
•Occupation•
M6 Heavy Tank Assistant Gunner
ii.Relationship Status
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Courtship with Don since 1943.
At first, Don wasn't too thrilled about having a young female in his crew. His standards were low, though Natalia proved herself, just like she always does. Their friendship soon turned into a relationship when they become increasingly physical, and eventually became wordlessly committed to each other. The man is significantly older than Natalia, but neither of them never cared about that. Grady never paid any mind to his sergeant being soft on his sister. Before Don's death, he promised to go back to America with Natalia and make her his wife.
iii. Appearance
(Liana Liberato)
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•Hair colour•
Light brunette
•Hair length•
Midback
•Eye colour•
Golden brown
•Skin tone•
Honey
iv. Personality
•Good traits•
Ambitious, persistent, loyal, athletic, protective
•Bad traits•
Impatient, greedy
•Strengths•
 Brave, charismatic
•Weaknesses•
Lacks empathy
•Like•
Hot meals, clean clothes, black coffee 
•Dislikes•
Nazis
•Habits•
Picking at scabs when anxious
•Talents/skills•
Use of a firearm/military equipment, reading people's emotions
v. Relationships
•Mother•
Morgan Travis
•Father•
Ray Travis
•Siblings•
Gary (Grady) Travis
•Friends•
Don (War Daddy) Collier, Boyd (Bible) Swan, Trini (Gordo) Garcia, Red, Norman (Machine) Ellison, Roy Davis, Warren Peterson
•Close friends•
Pete Binkowski
vi. Backstory
Natalia was born into a family with a work-a-holic father and depressive mother. The girl, along with her older brother, were borderline neglected during their childhood. Natalia herself was never physically harmed, though she was a witness to her father abusing her brother on the daily. The siblings always had a close bond, so much so, Natalia followed Gary into war like a lost puppy.
 Natalia adored her brother, she wanted to be just like him. He was her protector, her best friend, not a day went by when they weren't together. There was no way in hell she was allowing her brother to go off to war without her. Now, it was both their duties to protect each other.
•Military Rank•
Private First Class
•Medals•
Africa Star, Silver Star, Bronze Star, World War II Victory Medal, Purple Heart
•Wounded•
Natalia was wounded by a Nazi soldier at the crossroads. She emerged from the tank into the smoky atmosphere and failed to see the Nazi directly in front of her. She was shot in the right shoulder, and probably would have died if Norman didn't stop the bleeding.
•Death of the Crew•
Grady- Natalia's brother's death was sudden, and brutal. Almost instinctively her hands found their way to his face, cradling him in her arms. It took all of Gordo's might to pull her away.
Bible- Natalia turned to ask the preacher man for a new can, and what she got horrified her. His body lay lifeless, and all she could do was scream his name in agony as tears fell from her eyes.
Gordo- Natalia blamed herself for Trini's death. If she had been fast enough, if her reaction time was quicker, he may have had a chance at survival.
War Daddy- Natalia found herself trying to fix Don's bullet wounds before her own. She was prepared to sit with him until his last breath, but when he convinced her and Norman to escape, she kissed him goodbye before slipping down the hatch.
•TW:SUICIDE•
Dove- Natalia was rescued, alongside her friend Norman. She was pronounced a hero, and sent back home to America. She didn't manage much though, only 5 months after the fate of the Fury Crew, she committed suicide by the use of her own firearm. She left her dog tags on the kitchen table of her parents house as something to remember her by.
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pollicinor · 19 days ago
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youtube
Magno gaudio per il nuovo album Liberato III, ma il singolo scelto è probabilmente la canzone peggiore dell'album e questo video fatto con Sora non lo aiuta di certo
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stranotizie · 1 month ago
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Nel 2025, Liberato continua a mantenere il mistero che lo circonda. L'anno inizia con l'uscita inattesa del suo terzo album, “Liberato III”, un altro capitolo della sua carriera musicale. La sorpresa con cui vengono lanciati i dischi evidenzia l'importanza del contenuto musicale piuttosto che delle aspettative promozionali. Liberato opta per un'assenza di marketing convenzionale, dimostrando che la musica può ancora attrarre un vasto pubblico senza clamore. “Liberato III” fonde contemporaneità ed elettronica, mantenendo il cantato in napoletano caratteristico dell’artista. Il disco appare come una rivisitazione stilistica dei Daft Punk, trasportata in un contesto napoletano. Il brano di apertura, “Turnà”, è un tributo a Teresa De Sio e alla città di Napoli, reinterpretato in chiave elettronica con elementi french touch. L’album si compone di nove tracce che variano tra generi come l’electro-pop, la trap e l’EDM, creando un mosaico sonoro che rappresenta una Napoli cosmopolita ma ancorata alle sue tradizioni. Tra i brani, spicca la collaborazione con Maria Nazionale in “Essa” e “Lucia (Stay with me)”, già nota per essere parte della colonna sonora del film d’animazione “Il segreto di Liberato”. Il disco culmina con “‘O diario”, una canzone più essenziale in cui Liberato abbandona effetti e autotune per un approccio più diretto e intimo, riaffermando la genesi autentica del suo lavoro. Questo brano funge da manifesto della sua visione artistica. Liberato emerge nuovamente come narratore di storie universali attraverso un linguaggio che mescola napoletano, inglese, spagnolo, francese e italiano. “Liberato III” non si limita a essere un semplice album, ma un vero e proprio viaggio sonoro che celebra l'ibridazione culturale e l’essenza di Napoli nel contesto moderno. La tracklist suggerisce brani da ascoltare immediatamente, come “Turnà” e “‘O diario”, mentre si consiglia di evitare di saltare. Con una rating complessivo di 7,50 per “Turnà” e voti simili per le altre tracce, “Liberato III” si conferma come una visione artistica distintiva, confermando la continua evoluzione di Liberato nel panorama musicale contemporaneo.
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mchiti · 1 month ago
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Okay ci sono, Liberato III ascoltazione
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naples081 · 8 months ago
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❤️❤️❤️
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Lavori al Colosseo: arriva l'ascensore panoramico
Nuovi lavori per il Colosseo. L'anfiteatro Flavio, simbolo della città di Roma, è stato recentemente dotato di un ascensore panoramico. Una struttura che, oltre a rispettare il paesaggio, renderà il monumento accessibile a tutti, anche a coloro che hanno difficoltà motorie. La struttura è stata inaugurata alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e già dal mese di giugno sarà utilizzabile anche dai visitatori. Lavori al Colosseo: l'ascensore Nato dalla sinergia tra PArCo e l'Orchestra Italiana del Cinema, l'ascensore è situato in corrispondenza del Fornice XXVII del monumento. La sua struttura alta 22 metri è autoportante e totalmente reversibile. Vale a dire che si regge da sola (è solo accostata alla parete del monumento) e può essere smontata in qualunque momento. Il telaio è realizzato in Corten, un materiale che si armonizza perfettamente con il monumento che la ospita, con schermature in metallo, mentre la cabina è interamente in vetro lasciando godere a ogni piano della sua splendida vista. L'ascensore parte dal I ordine per accedere al II ordine, che rappresenta uno sbarco di servizio e del personale, e raggiungere infine la galleria intermedia tra il II e il III ordine. Il punto di vista più alto da cui si può ammirare l'intero anfiteatro nella sua maestosità. Turismo inclusivo La realizzazione dell'ascensore renderà l'accesso al Colosseo possibile a tutti, anche a coloro che hanno difficoltà motorie. L'elevatore, infatti, permetterà di bypassare i 100 ripidi scalini che occorre salire per arrivare al punto più alto del Colosseo, al terzo livello di vista, ovvero la galleria tra il II e il III ordine. Galleria che è stata opportunamente restaurata per accogliere anche i turisti a mobilità ridotta. L'intero itinerario, infatti, sarà corredato di apposita segnaletica, mappe tattili, guide easy to read e percorsi che superano dislivelli. https://www.youtube.com/watch?v=G6uMIfSkLeQ&t=110s Video ufficiale dal canale Youtube del PArCo, Parco Archeologico del Colosseo Galeotto fu "Il Gladiatore" Realizzato tra il 70 e l'80 d.C., l'Anfiteatro Flavio era utilizzato come arena per spettacoli tra cui le lotte tra gladiatori. Nel Cinquecento fu utilizzato come area di sepoltura e poi come castello. Nel Settecento fu consacrato come luogo di culto cristiano. Nell'Ottocento, quando fu "liberato" dalla consacrazione, iniziò una lunga serie di interventi volti al ripristino del Colosseo. Oggi è il secondo monumento più visitato d'Italia (dopo il pantheon) e cornice di suggestivi concerti. Nel 2018, in occasione di un evento per l'eradicazione della poliomielite nel mondo, nell'arena del Colosseo fu proiettato il film "Il Gladiatore" di Ridley Scott, alla presenza dell'attore protagonista, Russel Crowe, e le celebri musiche di Hans Zimmer furono eseguite dal vivo dall'Orchestra del Cinema Italiano. In quell'occasione il Presidente dell'Orchestra, Marco Patrignani, si impegnò a sponsorizzare la realizzazione dell'ascensore che oggi vediamo ultimato. In copertina foto di Severin Herrmann da Pixabay Read the full article
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bestkeptsecretreferences · 3 years ago
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BEST KEPT SECRET References
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Digital reproduction of Melanasian children. "The Fascinating History Of Black People With Naturally Blonde Hair" by Yewande, 12 Feb. https://historyofyesterday.com/the-fascinating-history-of-black-people-with-naturally-blonde-hair-c36b0b58d99e 
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Map of both intercontinental and transatlantic slave trade in Africa. "Map 1 from Atlas of the Transatlantic Slave Trade (New Haven 2010)" by KuroNekoNiyah, 15 Feb. 2021. https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:African_Slave_Trade.png 
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Digital copy of a 1769 advertisement of the sale of 94 African-Americans in Charleston, SC. "South Carolina Slavery - Buying And Selling Human Beings" by SCIWAY. https://www.sciway.net/afam/slavery/flesh.html 
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Digital copy of An Intriguing Narragansett & Wampanoag Image from 1925 by Laurie Coleman (HISTORIC PICRURES), 14 March. 2015. https://www.pinterest.com/pin/312085449155397027/ 
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Digital reproduction of the Ohlone Indians of California. "Legends of America" by Kathy Weiser-Alexander, 12 Nov. https://www.legendsofamerica.com/ohlone-indians/ 
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Digital reproduction of Indigenous South Americans. "history" by Anael Raawban. https://www.pinterest.com/pin/501307002273388237/ 
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 Ivan Van Sertima, The African Presence in Early Europe, 1985. 
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Digital reproduction of Jan Mostaert's Portrait of a Moor (1520-1530). "Jan Mostaert's Portrait of a Moor (1520-1530)" by John K. Brackett (BLACKPAST), 23 Aug. 2011 https://www.blackpast.org/global-african-history/perspectives-global-african-history/jan-mostaert-s-portrait-moor-1520-1530/ 
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Digital reproduction of the Castelo dos Mouros (Castle of the Moors) Sintra. "HD wallpaper: Castle, View, Air, Architecture, Moors, holiday, sintra, mountain"
Ivan Van Sertima, They Came Before Columbus, 1976.
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Frank Joseph, The Evidence of Africans in America before Columbus, 25 Mar. 2003.
Alex Abad-Santos (vox.com), Hollywood likes to pretend that Ancient Egypt was full of white people, 4 Aug. 2014. https://www.google.com/amp/s/www.vox.com/platform/amp/2014/8/4/5955253/Hollywood-egypt-white-people-exodus-gods-and-kings 
James O'Byrne (nola.com), Egypt whitewashed by European history, 15 Aug. 1993. https://www.nola.com/news/politics/article_3c188202-3a5c-5d8d-926b-c6f259179c32.html 
Digital picture of the head of the sphinx. "Head of the Sphinx" by Vincent Brown, 15 Apr. 2006. https://www.flickr.com/photos/pyramidtexts/39741616383/in/photostream 
Digital image of the Gizah Pyramids. "File: All Gizah Pyramids.jpg" by Ricardo Liberato, 19 Jun. 2006. https://en.m.wikipedia.org/wiki/File:All_Gizah_Pyramids.jpg 
Digitally reproducted image of Heru. "Tasting Life Twice" by Joan Lansberry, 30 Jul. 2015. Heru 
Digital image of a painting representing Jesus. "Healing of the Paralytic, Dura Europos (c.235 AD) by Fr Silouan Thompson, 26 Nov. 2008. https://silouanthompson.net/2008/11/healing-of-the-paralytic-dura-europos/ 
Digital image of a Ramesses III statue. "Ramesses III" by Ancient Egypt Wiki (Fandom), https://ancientegypt.fandom.com/wiki/Ramesses_III 
Acts 1:9, English Standard Version. (2004-2021). Bible Hub. https://biblehub.com/acts/1-9.htm 
2 Kings 2:11, New International Version. (2004-2021). Bible Hub. https://biblehub.com/2_kings/2-11.htm 
A digital picture of wheels used in Mesopotamia. "Digging into Mesopotamia" by https://pmsancientmesopotamia.weebly.com/the-wheel.html 
Digital reproduction of the asteroid belt. "The asteroid belt: Wreckage of a destroyed planet or something else?" by Joshua Rapp Learn, 9 Mar. 2021. https://astronomy.com/news/2021/03/the-asteroid-belt-wreckage-of-a-destroyed-planet-or-something-else 
Reed Business Information. "Comets tell of planet that exploded into asteroids."   NewScientist (Vol. 81 No. 1135) 4 Jan. 1979. p.22 New Scientist
Tom Van Flandern (1993). Dark Matter Missing Planets and New Comets. Berkeley California: North Atlantic books, pp 155-236.
Digital reproduction of an Anunnaki tablet. "File:Anunnaki-gods-on-Earth.jpg" by Wikimedia Commons, 21 Oct. 2019. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Anunnaki-gods-on-Earth.jpg 
Digital reproduction of a picture of Osiris. "Atlantis and Osiris" by Cihangir Gener (thewisemag), 2012. https://www.thewisemag.com/mystery/atlantis-and-osiris/ 
Digital image of native woman from India. "Original woman of India (Dravidian)" by Curtis Huggins (Pinterest)https://www.pinterest.com/pin/631137335258276098/ 
Digital image of Khoudia Diop. "This model is taking the world by storm with her incredibly dark skin." by indiatoday.in https://www.indiatoday.in/amp/lifestyle/photo/melanin-goddess-khoudia-diop-senegal-darkest-fashion-model-unique-beauty-lifest-20401-2016-10-03 
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caraitalia · 5 days ago
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il-gufetto · 4 years ago
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La filosofia stoica può sembrare una dottrina di semplice comprensione, ma non lo è affatto e può rivelarsi abbastanza complicata per un pubblico di non specialisti. Con l'affermarsi del Neoplatonismo, difatti, tale filosofia venne ben presto sostituita e solo alcuni testi vennero tramandati alle future generazioni.
Sono riuscita ad approfondire, parte di questa compelessa filosofia, grazie ad un libro della Laterza (che pertanto consiglio per la lettura semplice e completa sull'argomento). In "Etica stoica" sono esposti due principali punti di vista: quello di Diogene Laerzio (autore vissuto nel III secolo d. C e che abbiamo imparato a conoscere) e quella di Ario Didimo (un erudito vissuto durante l'epoca di Augusto).
Ma, tra i rappresentati dello stoicismo ritroviamo sia Epitteto (uno schiavo liberato); sia Marco Aurelio (un imperatore), a dimostrazione che, per quanto complessa, era accessibile a tutti gli uomini razionali (per lo stoico tutti erano capaci di raggiungere la virtù, indipendentemente dalla nobiltà di sangue, lo schiavo non era inteso chi era subordinato per nascita; ma lo stolto che era schiavo delle passioni). Di Epitteto mi ha profondamente colpito il pensiero, secondo il quale noi siamo responsabili solo dei nostri impulsi, delle nostre azioni e delle nostre opinioni: tutto ciò costituisce la Prohaieresis, ossia la scelta condizionata dalla retta ragione, dalla quale dipendono la virtù o il vizio. Marco Aurelio, invece, non scrive per un pubblico. Scrive per sé stesso e questo fa dei suoi scritti una serie di meditazioni, nelle quali chiunque si possa riconoscere.
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ilfalcoperegrinus · 5 years ago
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III DOMENICA DI PASQUA
anno A (2020)
At 2,14.22-33; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35
https://predicatelosuitetti.files.wordpress.com/2020/04/iii-domenica-di-pasqua-anno-a-2020.mp3
Ed ecco, in quello stesso giorno, (il primo della settimana) due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
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  Nello stesso grande giorno (Lc 24,13), il giorno fatto dal Signore (Sal 118,24), il giorno in cui tutto è cambiato, due discepoli di Gesù si allontanano da Gerusalemme, mentre parlano tra loro di quel che lì è accaduto. Mentre camminano, il Maestro si affianca a loro ma non è riconosciuto. Così accade al nostro discutere, al nostro conversare quando siamo tutti concentrati a dire la nostra su un evento, su qualcosa che è avvenuto e sta segnando la nostra vita. Come in questi tempi di pandemia, dove ci accorgiamo che qualcosa farà cambiare irrimediabilmente il nostro futuro, perché ha già cambiato il presente. Gesù cammina anche oggi con noi, al nostro fianco, riesci a riconoscerlo? O ti sembra andare ancora in incognito?
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Il ciclo di Emmaus, dipinti su tavola di J.M. Pirot, in arte Arcabas, chiesa della Resurrezione a Torre de’ Roveri (Bergamo), 1993-94
Parte da Lui la domanda: che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi? (Lc 24,17a) La domanda invita a penetrare nel nostro discorrere, non è semplicemente una richiesta di informazioni. E l’evangelista annota significativamente: si fermarono col volto triste (Lc 24,17b). Se è fondamentale fermarsi, come siamo stati costretti a fare quando ne va della nostra vita terrena, ancor più fondamentale è fermarsi per considerare attentamente cosa ci vuol dire la vita. È inevitabile. Come per i discepoli di Emmaus, ci troviamo anche noi difronte a un bivio. O si prende la strada che conduce alla vera vita, o si prende la strada che ti porta alla tristezza dell’ennesima delusione della vita. Cleopa è sorpreso dallo scoprire che il pellegrino non ne sappia niente (Lc 24,18). Se già gli sembrava un estraneo, adesso lo è ancora di più. Così ci sembra talvolta Dio di fronte alle notizie sconfortanti di questi mesi, così lo sentiamo a volte forse anche a casa. Dio lontano da noi. Dio che non può comprendere la nostra condizione.
Cleopa parte con il suo racconto e manifesta con 2 verbi precisi dove lui e il suo compagno si sono arenati. Noi speravamo (Lc 24,21) e ci hanno sconvolti (Lc 24,22). La speranza oramai appartiene al passato, la speranza non c’è più, la speranza era poggiata su qualcuno che non ha corrisposto alle attese. Eppure delle donne hanno portato loro una notizia inaudita, quella della tomba vuota con tanto di visione angelica che afferma l’incredibile: Gesù è vivo. Pure una delegazione di discepoli si è mossa, ma non hanno visto il Signore vivo, come la mettiamo? (Lc 24,24) Dunque 2 discepoli tristi perché sconvolti e senza speranza. Che ne dite? Non assomigliamo tanto a questi 2 fratelli di fronte a quanto ci sta accadendo? Forse che io in questi giorni al telefono non sto ascoltando tanti animi sconvolti, nelle cui parole ogni tanto affiora uno status border line tra un inizio di disperazione e un desiderio di credere?
Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? (Lc 24,25) Siamo alla svolta del vangelo. Ricevere queste parole, anche come cristiani, è una bella botta sui denti. Come mi accadde anni fa, quando mi trovai a un bivio fondamentale della mia vita, soffrendo in totale solitudine, senza alcun conforto umano. Era notte, avevo appena chiuso le comunicazioni, mi buttai sul letto chiedendomi ancora, per l’ennesima volta, cosa ci facessi lì dove ero. Ma proprio mentre stavo per addormentarmi con quella pena, avvertii con chiarezza queste parole di Gesù uscire da qualche buco della mia anima che nemmeno conoscevo. Il vero problema dell’uomo moderno e post-moderno è sempre quello: la sofferenza. Abbiamo preteso cancellare la sofferenza e la morte non solo dalla nostra vita, ma anche dal nostro lessico. Invece, nel lessico di Dio, la sofferenza ha uno spazio fondamentale e decifrante. È un segreto che si schiude solo a chi è disponibile a fare il percorso dei due di Emmaus.
Questa volta è Gesù a parlare. Magari lo facessimo parlare di più alla nostra vita! Invece, persino davanti a un virus che ha messo in scacco tutto il pianeta, c’è una umanità che parla in continuazione, perché importante è parlare, non ascoltare. La natura ci suggerisce di fare silenzio, ma a fatica lo reggiamo. La natura ci suggerisce di rallentare, ma noi non vediamo l’ora di riprendere a far correre l’economia, il nostro “modus vivendi” di prima con il suo benessere. Di cosa parla Gesù? Se lo si vuol veramente sapere, allora dobbiamo ritornare ad osservare attentamente la sua vita nei vangeli, il suo modo di parlare, di vivere e di morire, il suo spiegarci le Scritture. Se glielo permettiamo, ci ri-innamoreremo della vera vita, che non è questione di evitarci a tutti i costi sofferenze e imprevisti. Il segreto per noi cristiani è sempre quello: farlo parlare al nostro cuore, in tempo di abbondanza o di penuria, in tempo di serenità o di oscurità, in tempo di certezze o di incertezze.
I due discepoli hanno fatto proprio così, lasciando per strada le loro discussioni. Che ne dici di lasciare anche noi tante discussioni lanciate qua e là per i social? Che ne dici di dare più tempo al silenzio, grembo della parola di Dio e di ogni autentica parola umana? Se si prova a fare come loro, lungo il cammino che ci attende avverrà che diremo anche noi al Signore: resta con noi (Lc 24,29). E Lui non ci negherà di rimanere con noi, di essere per noi Presenza che rassicura. E lo farà prima di tutto proprio in quegli stessi gesti che fece con i suoi primi discepoli, quelli che ripetiamo insieme in ogni eucarestia (Lc 24,30). Lì, nella riscoperta di cosa sia celebrare l’Eucarestia, rivedremo con i nostri occhi e sapremo chi è il Signore Gesù e chi siamo noi per Lui. Lì, se Dio ci concederà questa grazia, sentiremo nuovamente ardere il nostro cuore nel petto, dopo aver accolto nuovamente la sua Parola. E’ quanto auguro sinceramente a tutti noi, quando ci sarà di nuovo permesso di celebrare insieme la nostra fede nella S.Messa.  
  ***************
EN LA ENCRUCIJADA CON JESUS
  En el mismo gran día (Lc 24, 13), el día hecho por el Señor (Sal 118:24), el día en el cual todo ha cambiado, dos discípulos de Jesús se alejan de Jerusalén, mientras se hablan entre ellos de lo que sucedió allí. Mientras caminan, el Maestro se acerca a ellos, pero no es reconocido. Así pasa en nuestro discutir, en nuestro conversar cuando todos estamos enfocados en decir lo que pienso sobre un evento, sobre algo que ha sucedido y está marcando nuestras vidas. Como en estos tiempos de pandemia, donde nos damos cuenta de que algo cambiará nuestro futuro irreparablemente, porque ya ha cambiado el presente. Jesús también camina con nosotros hoy, a nuestro lado, ¿puedes reconocerlo? ¿O te parece ir de incógnito aún?
Nace de Él la pregunta: ¿qué son estos discursos que están haciendo entre ustedes? (Lc 24.17a) La pregunta nos invita a penetrar en nuestro discurrir, no es simplemente un pedido de información. Y el evangelista señala significativamente: se detuvieron con sus rostros tristes (Lc 24.17b). Si es esencial parar, como hemos sido obligados a hacerlo cuando toca nuestra vida terrena, es aún más fundamental detenernos para considerar cuidadosamente lo que la vida quiere decirnos. Es inevitable. Como para los discípulos de Emaús, nosotros también estamos en una encrucijada. O se toma el camino que conduce a la verdadera vida, o se toma el camino que te lleva a la tristeza de otra decepción de la vida.  Cleofás se sorprende al descubrir que el peregrino no sabe nada de ello (Lc 24.18).   Si ya le parecía un extraño, ahora es aún más. Así nos parece a veces Dios frente a las angustiosas noticias de estos meses, así lo sentimos a veces tal vez incluso en casa. Dios lejos de nosotros. Dios que no puede entender nuestra condición.
Cleofás comienza con su historia y se manifiesta con 2 verbos precisos donde él y su compañero se han arenado. Nosotros esperábamos (Lc 24.21) y nos asombraron (Lc 24.22). La esperanza ahora pertenece al pasado, la esperanza ya no está allí, la esperanza estaba sobre alguien que no correspondió a las expectativas. Sin embargo, las mujeres les han traído noticias inauditas, la de la tumba vacía con una visión angelical que afirma lo increíble: Jesús está vivo. Una delegación de discípulos también se ha movido, pero no han visto al Señor vivo, ¿cómo lo decimos? (Lc 24.24) Así que 2 discípulos tristes porque están molestos y desesperanzados. ¿Qué les parece eso? ¿No nos parecemos tanto a estos dos hermanos frente a lo que nos está pasando? ¿Es posible que yo en estos días estoy escuchando por teléfono a tantas almas angustiadas, en cuyas palabras surge un estado border line entre un comienzo de la desesperación y el deseo de creer?
¡Oh insensatos, y tardos de corazón para creer todo lo que los profetas han dicho! ¿No era necesario que el Cristo padeciera estas cosas, y que entrara en su gloria? (Lc 24.25). Estamos en el punto del Evangelio. Recibir estas palabras, incluso como cristianos, es un buen golpe en los dientes. Como me sucedió hace años, cuando me encontré en una encrucijada fundamental en mi vida, sufriendo en total soledad, sin ningún consuelo humano. Era noche, acababa de cerrar mis comunicaciones, me arrojé a la cama preguntándome de nuevo, por enésima vez, qué estaba haciendo allí donde estaba. Pero justo cuando estaba a punto de dormirme con ese dolor, claramente sentí estas palabras de Jesús saliendo de algún agujero de mi alma que ni siquiera conocía. El verdadero problema del hombre moderno y posmoderno es siempre eso: el sufrimiento. Hemos exigido borrar el sufrimiento y la muerte no sólo de nuestras vidas, sino también de nuestro léxico. En cambio, en el léxico de Dios, el sufrimiento tiene un espacio fundamental y descifrador. Es un secreto que sólo se abre a aquellos que están disponibles para hacer el camino de los dos de Emaús.
Esta vez es Jesús quien habla. ¡Ojalá pudiéramos hacerle hablar más a nuestras vidas! En cambio, incluso ante un virus que ha puesto en jaque a todo el planeta, hay una humanidad que habla todo el tiempo, porque es importante hablar, no escuchar.  La naturaleza nos sugiere que permanezcamos en silencio, pero difícilmente podemos sostenerla. La naturaleza sugiere que nos desaceleremos, pero no vemos la hora que la economía vuelva a la normalidad, nuestro modus vivendi primero con su bienestar. ¿De qué está hablando Jesús? Si realmente queremos saberlo, entonces debemos volver a observar cuidadosamente su vida en los Evangelios, su forma de hablar, de vivir y morir, de explicarnos las Escrituras. Si se lo permitimos, nos volveremos a enamorar de la verdadera vida, que no es cuestión de evitarnos a toda costa sufrimiento e imprevistos. El secreto para nosotros los cristianos es siempre eso: hacerlo hablar a nuestros corazones, en tiempos de abundancia o escasez, en tiempos de serenidad o de oscuridad, en tiempos de certezas o incertidumbres.
Los dos discípulos hicieron justo eso, dejando sus discusiones en la calle. ¿Qué dicen si dejamos también nosotros tantas discusiones lanzadas aquí y allá por las redes sociales? ¿Qué dices de dar más tiempo al silencio, el seno de la palabra de Dios y de toda auténtica palabra humana? Si tratamos de hacer como ellos, por el camino que nos espera sucederá que también nosotros le diremos al Señor: quédate con nosotros (Lc 24, 29). Y Él no nos negará de quedarse con nosotros, para ser para nosotros Presencia que tranquiliza. Y lo hará en primer lugar precisamente en esos mismos gestos que hizo con sus primeros discípulos, los que repetimos juntos en toda Eucaristía (Lc 24, 30). Allí, al redescubrir lo que es celebrar la Eucaristía, veremos con nuestros propios ojos y sabremos quién es el Señor Jesús y quiénes somos nosotros para Él. Allí, si Dios nos concederá esta gracia, sentiremos nuevamente arder nuestro corazón en el pecho, después de haber acogido nuevamente su Palabra. Esto es lo que sinceramente deseo a todos nosotros, cuando se nos permitirá una vez más celebrar juntos nuestra fe en la Santa Misa.
AL BIVIO CON GESÙ, un commento al vangelo della 3a domenica di Pasqua, disponibile anche in file-audio e in lingua spagnola, entrando nella sezione "Commenti al vangelo" del menu principale III DOMENICA DI PASQUA anno A (2020) At 2,14.22-33; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35 Ed ecco, in quello stesso giorno, (il primo della settimana) due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
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