#LARGA TRA LETTERE
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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Senza inoltrarci in quelle che sono le informazioni biografiche del grande e unico Thomas Sankara, partiamo subito a razzo sottolineando che costui, la prima cosa che fece una volta al potere nel 1983 fu disfarsi del nome “Alto Volta”. Prese due parole, una della lingua Moré e una della lingua Dioula, e le mise insieme: Burkina Faso. Tradotto in italiano più o meno è come dire “la terra degli uomini integri”. Questo fu il principio, il seguito è la parte più bella. Cos’è che fece Sankara per il suo popolo?
Avviò una campagna di alfabetizzazione a livello nazionale, aumentando il tasso di alfabetizzazione dal 13% nel 1983 al 73% nel 1987;
Fece piantare oltre dieci milioni di alberi per prevenire la desertificazione;
Diede il via ad una serie di costruzioni di strade e una ferrovia per unire la nazione, senza l’ausilio di aiuti stranieri;
Aprì la strada alle donne all’interno delle sfere governative e rese effettivo il congedo di gravidanza durante l’istruzione;
Bandì le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e la poligamia a sostegno dei diritti delle donne (in maniera sana, niente femminismo e altri derivati della Scuola di Francoforte);
Ridistribuì la terra dai feudatari e la diede direttamente ai contadini, (esattamente come fece Pëtr Arkad’evič Stolypin il più grande uomo politico russo prima di essere assassinato e di cui abbiamo parlato in un articolo a lui dedicato e a cui Putin non è degno di lucidare nemmeno le scarpe). Con Sankara, la produzione di grano del Burkina Faso è passata in tre anni da 1700 kg per ettaro a 3800 kg per ettaro.
Ma questo non è tutto, c’è ancora una questione da affrontare, la più importante: il debito. Quello che Sankara voleva più di ogni altra cosa era eliminare gli aiuti internazionali dal quale il paese (così come tutta l’Africa) dipendeva, fonti di assistenzialismo e impedimento per uno sviluppo interno. Egli gridò al mondo la verità, ossia che i prestiti finanziari servissero solo a produrre il debito tramite il quale gli usurai ai vertici delle banche centrali e private potevano controllare e indirizzare l’azione governativa in tutta l’Africa, esattamente come continuano e continueranno a fare. Egli aveva predetto ciò che sta accadendo proprio in questo momento, ossia una guerra su larga scala ai popoli della terra e non tra i paesi. Egli lo disse a chiare lettere che gli stati operano tutti sotto la stessa unica regia. Proprio ora, come abbiamo sottolineato altre volte, stiamo vivendo questa guerra che è incentrata sulla popolazione europea, in particolare sul piano economico, al fine di farla farla cadere e aderire al grande reset, attraverso il suo inserimento nel blocco euroasiatico, epicentro della Sinarchia Universale, conosciuta più comunemente come Nuovo Ordine Mondiale.
Ciò che decretò la condanna a morte di Sankara fu il discorso sul debito del 29 luglio del 1987 pronunciato ad Addis Abeba in occasione del vertice dell’Organizzazione dell’unità africana dove erano presenti i leader di tutti i paesi del continente. Sankara evidenziò come l’eliminazione del debito fosse di vitale importanza per lo sviluppo dell’Africa e che dovesse essere affrontato con una strategia comune a tutti gli stati africani. Corre voce a tal proposito che il Burkina Faso dipendeva (e tutt’ora dipenda) dalla Francia. Corre voce che Parigi era (ed è) di gran lunga il suo principale donatore di aiuti, fornendo circa 60 milioni di dollari ogni anno, i quali costituivano il 40% del bilancio del Burkina Faso già negli anni ’80. E corre voce che il Paese già a quel tempo dovesse alla Francia circa 155 milioni di dollari e che il debito pubblico consumava un quarto delle entrate statali. Ebbene, l’unica cosa vera di tutte queste voci è l’ultima. I debiti non erano e non sono con la Francia, bensì con la Banca centrale degli Stati dell’Africa Occidentale (BCEAO) di cui abbiamo parlato prima, governata dalla Banca per i Regolamenti Internazionali che abbiamo analizzato prima, il cui governatore, come detto, è membro del WEF. La BCEAO nasce nel 1959 ed è l’unica autorizzata ad emettere moneta (il Franco CFA che nei programmi futuri dovrebbe trasformarsi nella Eco) nei paesi che abbiamo visto prima: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea – Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo. La banca risponde direttamente alla Lazard Frères e alla famiglia Concordia, rami francesi del gruppo Rothschild, ecco perché erroneamente si attribuisce alla Francia un dominio che in realtà di francese ha poco o nulla. Certo questo lo si comprende solo se si conosce la vera storia dei potentati dietro alle colonie prima e del neocolonialismo tutt’ora in atto poi; quindi, chi è che muove i paesi gli uni contro gli altri? Chi è che finanzia guerre, rivoluzioni,, colpi di stato e tutte quelle altre cose che conosciamo bene? La risposta è davanti ai nostri occhi.
In tutta onestà, credo che la realtà parli da sola, non penso che ci sia bisogno né di un mio personale punto di vista né chissà che altro. Si può scegliere di guardarla in faccia, oppure credere alle peggiori sciocchezze che vengono propagandate da una parte e dall’altra. Una cosa però la posso dire, ossia che sono sicuro che in questo momento, Sankara a vedere quel pagliaccio di Ibrahim Traoré, si stia rivoltando nella tomba. Dal Sud Africa al Burkina Faso, passando per il Niger e via via tutti gli altri, attraverso questo fil rouge, in Africa si sta preparando il territorio adatto per il Grande Reset. Come abbiamo visto l’Africa è stata sfruttata e martoriata, ma ha ancora tantissimo da offrire e lo spostamento dell’ago della bilancia di cui abbiamo parlato in precedenza è la prova che il peggio per questa bellissima e meravigliosa terra deve ancora arrivare. Vi lascio con tre estratti significativi di quel famoso discorso di Thomas Sankara pronunciato ad Addis Abeba poco prima di essere ucciso da Blaise Compaoré, servo dell’usurocrazia che gli succedette al potere per ben ventisei anni. No, non c’entra la CIA, non c’entra la Francia, queste sono mere storielle di facciata per far sì che le persone guardino il dito e non la luna. La morte di Sankara fu opera degli USURAI.
Estratto 1
«Riteniamo che il debito debba essere visto dalla prospettiva delle sue origini. Le origini del debito vengono dalle origini del colonialismo. Quelli che ci prestano denaro sono quelli che ci hanno colonizzato. Sono gli stessi che gestiscono i nostri stati e le nostre economie. Questi sono i colonizzatori che hanno indebitato l’Africa attraverso i loro fratelli e cugini. Noi non avevamo collegamenti con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è il neocolonialismo, in cui i colonizzatori si sono trasformati in “assistenti tecnici”. Dovremmo piuttosto dire “assassini tecnici”. Ci presentano denaro, come se il sostegno di qualcuno potesse creare sviluppo. Ci è stato consigliato di rivolgerci a questi istituti di credito. Ci sono stati offerti dei buoni accordi finanziari. Siamo indebitati per 50, 60 anni e anche di più. Ciò significa che siamo stati costretti a compromettere la nostra gente per oltre 50 anni. Nella sua forma attuale il debito è una riconquista dell’Africa abilmente gestita, intesa a soggiogarne la crescita e lo sviluppo attraverso regole straniere. Così, ognuno di noi diventa lo schiavo finanziario, vale a dire un vero schiavo, di coloro che erano stati abbastanza traditori da immettere denaro nei nostri Paesi con l’obbligo di ripagarlo. Ci viene detto di ripagare, ma non è una questione morale. Non si tratta di questo cosiddetto onore di ripagare o meno. Signor Presidente, abbiamo ascoltato e applaudito il primo ministro norvegese quando ha parlato proprio qui. Lei è europea ma ha detto che l’intero debito non può essere ripagato. Il debito non può essere rimborsato, innanzitutto perché se non lo rimborsiamo, i prestatori non moriranno. Questo è certo. Ma se ripaghiamo, saremo noi a morire. Anche questo è certo. Chi ci ha portato all’indebitamento ha giocato d’azzardo come in un casinò. Finché hanno avuto guadagni, non c’è stato dibattito. No, signor presidente, hanno giocato, hanno perso, questa è la regola del gioco e la vita continua. Non possiamo rimborsare il debito perché non abbiamo i mezzi per farlo. Non possiamo pagare perché non siamo responsabili di questo debito. Non possiamo ripagare ma gli altri ci devono quello che la più grande ricchezza non potrebbe mai ripagare, cioè il debito di sangue. Il nostro sangue è stato sparso.»
Estratto 2
«Non possiamo essere complici. No! Non possiamo andare a braccetto con coloro che succhiano il sangue della nostra gente e vivono del sudore della nostra gente. Non possiamo seguirli nei loro modi omicidi. Signor Presidente, abbiamo sentito parlare di club: il Club di Roma, il Club di Parigi, il club la qualunque. Sentiamo parlare del Gruppo dei Cinque, del Gruppo dei Sette, del Gruppo dei Dieci e forse del Gruppo dei Cento. E che altro? È normale che anche noi abbiamo il nostro club e il nostro gruppo. Facciamo in modo che Addis Abeba diventi ora il centro da cui emergerà un nuovo inizio. Un Club di Addis Abeba. È nostro dovere creare un fronte unito di Addis Abeba contro il debito. Questo è l’unico modo per affermare che il rifiuto di rimborsare non è una mossa aggressiva da parte nostra, ma una mossa fraterna per dire la verità. Inoltre, le masse popolari europee non sono nemiche delle masse popolari africane. Ma coloro che vogliono sfruttare l’Africa sono anche quelli che sfruttano l’Europa. Abbiamo un nemico comune! Quindi il nostro Club di Addis Abeba dovrà spiegare a tutti che quel debito non sarà ripagato!”
Estratto 3
«Vorrei che la nostra conferenza si assumesse l’urgente necessità di dire chiaramente che non possiamo ripagare il debito. Non con spirito bellicoso, ma per impedirci di essere assassinati individualmente. Se il Burkina Faso è il solo a rifiutarsi di pagare, io non sarò più qui per la prossima conferenza! Ma con il sostegno di tutti, di cui ho bisogno, con il sostegno di tutti non dovremmo pagare. In tal modo, dedicheremo le nostre risorse al nostro sviluppo. E vorrei concludere dicendo che ogni volta che un paese africano acquista un’arma, è contro un Paese africano. Non è contro un paese europeo, non è contro un paese asiatico, ma è contro un paese africano. Di conseguenza, dovremmo approfittare della questione del debito per risolvere anche il problema delle armi. Sono un soldato e porto una pistola. Ma signor presidente, vorrei che ci disarmassimo. Quindi miei cari fratelli, con il sostegno di tutti, faremo la pace in casa nostra. Utilizzeremo anche le nostre immense potenzialità per sviluppare l’Africa, perché il nostro suolo e il nostro sottosuolo sono ricchi. Abbiamo abbastanza uomini e un vasto mercato – da nord a sud, da est a ovest. Abbiamo capacità intellettuali sufficienti per creare o per lo meno utilizzare la tecnologia e la scienza ovunque le troviamo. Signor Presidente, formiamo questo fronte unito di Addis Abeba contro il debito. Prendiamo l’impegno di limitare gli armamenti tra i Paesi deboli e poveri. Pistole, mazze e coltelli che compriamo sono inutili. Facciamo anche del mercato africano il mercato degli africani: produciamo in Africa, trasformiamo in Africa, consumiamo in Africa. Produciamo ciò di cui abbiamo bisogno e consumiamo ciò che produciamo invece di importare. Il Burkina Faso è venuto qui mostrando il tessuto di cotone prodotto in Burkina Faso, tessuto in Burkina Faso, seminato in Burkina Faso, per vestire i cittadini del Burkina Faso. La nostra delegazione ed io siamo vestiti dai nostri tessitori e mangiamo i prodotti dei nostri contadini. Non c’è un solo filo proveniente dall’Europa o dall’America o altrove. Non farei una sfilata di moda, ma direi semplicemente che dobbiamo accettare di vivere come africani: questo è l’unico modo per vivere liberi e dignitosi. La ringrazio, signor presidente.”
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thelio123yt · 2 years ago
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Theliotale AU - Characters (Agate Lightvale)
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Nombre Real = Agate Lightvale Edad = 19 años (Tiempos de Guerra), 29 años (Edad de Muerte y Revivida) Alias = Maga de La Valentía Parientes = Betty Noire (Creación), Amber Lightvale e Intell Lightvale (Hermanos Menores), Cooper Lightvale (Hermano Gemelo). Rasgo = MIEDO (Antes), Valentía (Antes y Ahora). Afiliación = Malvada (Antes), Aliada (Ahora). --------------------------------------------------------------------------
ORIGEN e RESURRECCIÓN
Agate Lightvale, la Maga de la Valentía, fue una de los siete magos que sellaron a los monstruos del Subsuelo en el Año 110 D.C, y también fue la Principal Villana de la T4 (Temporada), ya que fue la Causante de la Creación de Betty Noire (Bête Noire).
Ella ignoró las reglas de la magia y experimentó con hechizos prohibidos, como invertir el rasgo de tu alma y el hechizo "Bête Noire". Se dice que un alma de valentía invertida no es el único requisito para realizar el hechizo, pero se desconoce qué más se requería para él, como otro cuerpo.
Consecuentemente, ella uso de esta magia prohibida la hizo experimentar una muerte muy lenta y dolorosa. Afortunadamente en el Presente, ella fue Resucitada junto a los Otros 6 Magos y a Ariana, La Maga de la Esperanza. --------------------------------------------------------------------------
PERSONALIDAD
Ella es una joven amable y desinteresada que valoraba mucho a su familia y parecía actuar como una figura materna alrededor de Amber. También se sabe que tiene un deseo constante de superar sus límites y estará a la altura de cualquier desafío si sabe que mejorará en el proceso. Esta se arrepiente de lo que le hizo a Amber y a su Hermano Copper, pero al final se terminó redimiendo y al final fue perdonada por Betty Noire y Letter Noire (Hermano de Betty). Actualmente ronda los 29 años tras ser Revivida. --------------------------------------------------------------------------
APARIENCIA
Antes Agate llevaba una camiseta naranja de manga larga, una falda naranja claro que cubría la mayoría de sus piernas y un lazo naranja en la espalda que a veces parecía amarillo. Tenía un cabello anaranjado muy ondulado y largo que se volvió naranja oscuro después de invertir su rasgo, y rosado después de ganar un alma de MIEDO.
Al ser Revivida, esta lleva una Camisa Naranja con Mangas Largas, una Falta Corta Anaranjada, Pantalones Marrones y Botas como las de Chara, Sarah, Frisk, etc. --------------------------------------------------------------------------
PODERES
Esta posee sus mismos Poderes que cuando estaba en la Guerra o antes de Perder su Magia.
LANZA DE VALENTÍA
Agate puede usar su lanza para causar daños graves a sus oponentes, el daño es suficiente para matarlos. Incluso si pierde su Lanza, usando su Magia puede crearse otra para seguir luchando.
EXPLOSIONES MÁGICAS
Agate posee la capacidad de crear poderosas explosiones, capaces de destruir cualquier cosa en su camino, aunque Usuarios de Amabilidad son capaces de Aguantarlas, como Rila Mutrow o Ruth Aye, o el mismo Wakámono.
MAGIA OSCURA Actualmente ya no lo demuestra, pero Agate era conocida en la Historia Humana por experimentar con hechizos prohibidos, como invertir su rasgo para hacerse más fuerte. --------------------------------------------------------------------------- Original = Camila Cuevas
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agrpress-blog · 1 year ago
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Come direbbe la scrittrice statunitense Jacqueline, «Il dolore riscatta tutto». Un dolore che rappresenta la consapevolezza della vita, ma al tempo stesso anche un monito di morte. Federico Bianca al suo esordio narrativo con i racconti di Riscatto (alcuni erano già apparsi su antologie e concorsi nazionali), editi da Felici Editore, lo scorso 20 settembre ha vinto il primo premio della sezione Narrativa Saggio di Etnabook. Federico Bianca appare destinato a far parlare gli ambienti letterari per potenza di racconti proposti al lettore/lettrice e forte stile identitario del suo autore. Nel mondo che immagina e crea in questa prima prova, alberga una sofferenza che preannuncia il pareggio dei conti. Il riscatto finale, nella sua penna, si realizza con il compimento del proprio destino. Tutti coloro che abitano le storie raccontate nel volume sono dei falliti, che non cercano redenzione attraverso soluzioni vitali e vie di speranza. Sono personaggi sopraffatti, che vogliono semplicemente farla finita. Sembra che si dica: «Sono un perdente. Qualcuno deve pur farlo», come Fausto Gianfranceschi nella sua Lode della torre d'avorio. La giuria ha premiato la scrittura ironico-tragica di F. Bianca, che dimostra ampiamente al lettore/lettrice, nei racconti pubblicati, una larga conoscenza dei generi e sottogeneri pop cinematografici e fumettistici. Sono storie che permettono di scendere, come nelle pieghe ambivalenti del titolo della raccolta, nelle improvvise svolte dell’esistenza. E Bianca non è deus exmachina che interviene in nessuna trama narrata. Né giudica alcunché di ciò che racconta. Tuttavia, è talmente abile nel descrivere i demoni delle vite altrui - ambientate nelle situazioni storiche più disparate, sempre puntigliosamente e “realisticamente” descritte - che sorge il dubbio di quanti demoni atavici abitino silenziosamente nelle pieghe della sua grande cultura di letterato. Federico Bianca (classe 1982), si avvicina al mondo della letteratura, dei fumetti e del cinema fin da bambino. Studi ineccepibili: diploma di Maturità classica, e poi Laurea triennale in Lettere moderne. A seguire, la Laurea specialistica in Filologia moderna e un Dottorato di ricerca in Italianistica. È un professionista siciliano, che continua a vivere nella sua terra, specializzato nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Tutor esterno alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, nonché docente di ruolo di materie letterarie negli istituti secondari di secondo grado. Finora ha pubblicato tre monografie per Convivio Editore, dimostrando il suo spiccato interesse per un’ottica europea e internazionale e per la multidisciplinarietà: Lolita, un mito euramericano tra romanzo e sceneggiatura; Carlo Alianello nella cultura italiana e europea; Giovanni Papini: la vita, le opere, la poetica. Un autore di cui sentiremo ancora parlare.
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todosobreballenas · 1 year ago
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La ballena gris rompió récord con la migración más extensa
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Según registros, ningún otro mamífero habría realizado una migración tan extensa. Aunque las ballenas grises que atraviesan la costa de California son bien conocidas por la ciencia, existe otro grupo de mamíferos similares, pero cerca de la costa de Rusia.
Se trata de un grupo de ballenas grises que pertenecen al pacífico noroeste y de apoco se le ha ido siguiendo la pista. Durante mucho tiempo, investigadores creían que este grupo en peligro de extinción permanecía alejado de sus contrapartes del pacífico oriental.
Un nuevo estudio hizo que cambiasen la perspectiva cuando registraron que una hembra de esa población logró completar la migración más larga que se haya registrado en un mamífero.
Varvara: la ballena gris
Es una ballena de 9 años que se llama Varvara. Nadó desde la isla de Sakhalin (Rusia) hasta Cabo San Lucas (Bajo California). Luego, emprendió su regreso en noviembre de 2011. Se registraron 22.511 km durante todo su viaje en 172 días.
El reporte que evidenció este récord lo manifestaron los investigadores en línea, el 14 de abril por medio de la revista Biology Letters. Tras un gran esfuerzo por comprender este patrón migratorio, desde el Instituto de Mamíferos Marinos de la Universidad Estatal de Oregon, tanto el director Bruce Mate como sus colegas, utilizaron etiquetas satelitales para rastrear 7 ballenas grises del pacífico occidental.
Tan solo 3 de ellas duraron lo suficiente para dar seguimientos a estos animales migrantes. Se dirigieron hacia el este de Sakhalin con otras 2 que se unieron hacia Baja California. La etiqueta de una de ellas dejó de funcionar en el camino.
Sin embargo, de manera sorprendente, la presencia de una ballena gris occidental en el Pacífico oriental confirmaría que estas ballenas tienen origen en esa región.
Panorama incierto
Esta investigación desmintió la idea de una población de ballenas grises occidentales aisladas, pero la pregunta es si realmente existe un grupo pequeño entre las orientales y occidentales o, si las occidentales son simplemente una extensión de la población oriental y no un grupo separado.
Hasta ahora, según Mate, todo indicaría que ambos grupos están separados. No obstante, otros investigadores analizaron la posibilidad de que se trate de una serie de información genética mucho más amplia. De esta manera, habría que esperar a ver qué encuentran.
Urgencia
Entre los años 2016 y 2020 se estima que la población de las ballenas grises del pacifico se desplomó en casi un 25%. Los orígenes de esta situación son un misterio, aunque gran parte de los investigadores apuntan al cambio climático.
Asimismo, no descartan otros factores y lo más sorprendente es que cabe la posibilidad de que este grupo haya crecido tanto que simplemente se haya divido para autocorregirse.
Con urgencia, tanto al norte como al sur, especialistas siguen investigando por qué estos mamíferos con sus increíbles migraciones son barómetros esenciales de la salud marina.
Según Sue Moore, investigadora de la Universidad de Washington que participa en las indagaciones de la NOAA: “Son centinelas de lo que ocurre en el ecosistema del Pacífico norte en general”.
Actualmente, sigue siendo una cuestión de suma urgencia de que algo está pasando y no saben bien por qué las ballenas no vuelven.
En los últimos años, se ha detectado que estas ballenas grises se han desviado 160 km de su ruta migratoria. Según investigadores, se trata de que tienen hambre, aunque también los asocia a su resiliencia.
Originally published at http://todosobreballenas.com/ on May 15, 2023.
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nefkyo · 2 years ago
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DSMP ma sono tutti ragazzi in un paesino italiano in mezzo al nulla (in Molise probabilmente)
Un AU montato da tre pensionati sulle loro sedie di plastica ( @nefkyo @moomoorare @werenotacoupleyesyouare )
L'MANBERG ["Il Borgo"], LA BABY GANG
Tommyinnit = Tommaso Nevvero; 16 anni, sempre il capitano quando gioca a calcetto in piazza. Liceo tecnico-industriale. Urla e strepita e fa più danni di tutti.
Tubbo_ = Tobia Cancelletto; 17 anni, il co-capitano di Tommaso e sempre al suo fianco. Liceo scientifico. Sembra tranquillo ma fa parecchio casino con i petardi.
Ranboo = Raul "Rambo" Benvoluto; 17 anni, lo spilungone che viene trascinato ovunque. Liceo classico. Sembra costantemente nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Wilbur Soot = Guglielmo Oro; 23 anni, Tommaso dice che è il "capobranco" ma lui si autoproclama l'autista, perché li porta in giro con un pandino verde scassato a cui tutti danno un nome diverso. Sono tutti convinti che abbia finito l'università ma in realtà fa Ingegneria, deve ancora fare gli esami. L'unica cosa che studia sono i suoi testi musicali.
Jack Manifold = Giacomino Manifolde; 18 anni, odia tutti ma soprattutto nessuno (e Nicoletta). Liceo scientifico, si rasa i capelli da solo nel bagno della scuola.
Eret = ??? Re; 21 anni, si tiene alla larga delle cazzate ma istiga da lontano quando necessario. Frequenta corsi di moda all'università. Una volta ha fatto la spia ma è stato perdonato.
Niki Nihachu = Nicoletta Nauta; 18 anni, lavora nella panetteria dei genitori. Liceo alberghiero. La più tranquilla e pacifica ma segretamente piromane.
Fundy = Fabio Fonduta; 14 anni. Condannato ad essere il roscio del paese. Inizierà lo scientifico a Settembre. Tutti lo trattano come un bambino ma è anche più maturo di Tommaso.
Sally The Salmon = Sara Salmone; ??? anni. Lavora part time nel negozio di animali. La sua famiglia si trasferisce tra poco, ma va molto d'accordo con tutti. Piace a Guglielmo.
GLI UNIVERSITARI DELLA PALAZZINA (Dream)
Dream = ???? "i' Coccio"; 21 anni, vive nel piano più alto della palazzina. Ingegneria Informatica. Detesta Il Borgo e quanto fanno casino proprio sotto il condominio la notte.
Georgenotfound = Giorgio Davidoni; 23 anni, non si vede mai in giro. Scienze Naturali (Micologia) ma non si ricorda quando ha mollato Ingegneria Informatica. Niente può svegliarlo, neanche Il Borgo.
Sapnap = Nicolò Fiammetta; 20 anni, si incazza più velocemente del suo migliore amico. Ingegneria informatica ma non studia mai. Quello che tirava forte la palla a motoria. Molto piromane.
Karl Jacobs = Carlo Spirali; 21 anni, va su è giù per la palazzina tutto il giorno. Nessuno ha capito se studia qualcosa o no, dice di "essere nel mezzo".
Quackity = Alessandro "Quaquero" Papera; 19 anni, fa più caciara del dovuto e si mette nei casini in fretta. Ironicamente, studia Legge. Ha avuto una storia sentimentale con troppa gente, sembra una puntata di Uomini & Donne.
Schlatt = Gianni "Gi" Moneta; 21 anni, nessuno sa da dove tira fuori i soldi che ha. Ha studiato Economia e poi mollato. Sulla strada di diventare l'ubriacone del paese.
GLI ALTRI ABITANTI
Philza = Filippo Blocco; ??? anni, viene sempre a recuperare Tommaso e Guglielmo perché dava ripetizioni a tutti e due e si è affezionato (a sua discolpa). Professore liceale di matematica e informatica, ma anche programmatore di videogiochi.
Technoblade = Alessio "Coltellaccio" Maiale; 19 anni, non si sono mai visti i suoi genitori in giro. Studiava Lettere e molto meticolosamente, ma ha mollato. Ora fa a botte con chiunque lo sfidi o lo provochi.
Foolish Gamers = Noé Stolti; 20 anni, il forzuto del paese. Studia Architettura. Va dove servono braccia.
Punz = Luca Battute; 20 anni, il mecenate del paese. Non studia. Va dove ci sono soldi, ma in realtà Coccio non lo paga per stargli dietro.
Awesamdude = Samuele Fantasia; 21 anni, ha sempre un nuovo progetto in testa. Studia Architettura. Ricostruirebbe il mondo daccapo.
Charlie Slimecicle = Carlo "Melma" Ghiacciolo; 20 anni, quello che collezionava Skifidol alle elementari. Studia Chimica. Non è chiaro come sia finito qui.
Purpled = Valerio Viola; 17 anni, solo Tommaso può confermare che abbia una lingua perché non parla con nessuno senza motivo. Liceo scientifico.
LA LORE
- Gli universitari (eccetto Giorgio che ha dormito) hanno fatto a botte con Il Borgo durante l'estate; per segnare una tregua, Tommaso ha dato a Coccio - che l'ha gonfiato, per precisare - i due cd che metteva sempre nello stereo che portavano sotto il condominio. Li rivuole.
- Guglielmo e Sara si sono visti da soli alla piscina comunale. Non se n'è saputo più niente perché poi si è trasferita, ma è circolata voce fosse rimasta incinta da qualcuno. Guglielmo dice di no.
- Alla festicciola di compleanno di Nicoletta, Quaquero ci ha provato con Guglielmo. Erano tutti a disagio. Tranne loro due.
- Guglielmo ha avuto una crisi potente a Novembre ed è salito su al Nord per un po' senza avvisare nessuno. È tornato dopo un anno, fumatore. Quaquero ci è rimasto malissimo.
- Tommaso e Rambo hanno tirato "un paio" di miniciccioli nella finestra di Giorgio per vedere se si svegliava; Giorgio ha ingigantito la cosa, dicendo a Coccio che avevano bruciato il suo tappeto con i funghi e casa sua avrebbe potuto prendere fuoco.
- Tobia e Tommaso hanno litigato e Tommaso è andato alla casa al mare di Coccio. Rambo e Giacomino sono andati a trovarlo accompagnati da Fantasma (Ghostbur), cugino di Guglielmo, ma sono tornati senza di lui.
- Tra Quaquero e Coltellaccio non scorre buon sangue: in Ottobre Quaquero e Moneta hanno spinto Coltellaccio a tirare uno zeus a Tobia durante la festa di paese, e si è ustionato gravemente. Poco dopo Quaquero è scappato in piazza con il cane di Coltellaccio, Carletto, per provocarlo. Coltellaccio gli ha fatto uno sgaro sotto l'occhio e a separarli è dovuto venire Luca, ma solo sotto richiesta di Coccio.
- Guglielmo ha messo una griglia fuori dalla sala giochi che ha ristrutturato Quaquero. Rambo lo viene ad aiutare "per l'esperienza scuola-lavoro".
- La sala giochi si chiama La Nevicata, è uno di quei locali con le murate di donne disegnate con la bomboletta e niente finestre; ci lavorano Noé, Melma, Tobia e Valerio.
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gestografico · 8 years ago
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le capacità di giudizio nella scrittura
Giudicare è una facoltà più complessa, tipica della mente umana, che consiste nel saper confrontare, paragonare, distinguere per arrivare a definire quello che è stato percepito o appreso. Il punto di arrivo della percezione e del giudizio è, secondo il Moretti, il ragionamento. Giudicare, dunque, non è sinonimo di ragionare....
Riguardo all’apprendimento (=il processo di acquisizione di nuove conoscenze) - che è parte integrante del giudizio - rimando a quanto ho già scritto in questo stesso blog:
qui
http://gestografico.tumblr.com/post/145098182044/i-processi-di-apprendimento
e qui
http://gestografico.tumblr.com/post/145100040684/i-segni-grafologici-dellapprendimento
La capacità di valutare (un oggetto, una persona o una situazione) non è uguale per tutti gli individui, ma è una attività sicuramente collegata al rapporto che la persona ha con il mondo esterno. Moretti vede nel rapporto tra una lettera e l’altra (segno grafologico LARGA TRA LETTERE) il grado di capacità di giudizio, capacità che comunque subisce pur sempre delle interferenze a livello soggettivo (istinto, emotività, inibizioni) oltre che esterno  (ambiente, educazione, cultura, società).
Si tratta di un discorso simbolico ma significativo. Infatti, se la persona si espande verso il TU, verso l’ALTRO, anche il suo gesto grafico tende orizzontalmente  ad espandersi. Il segno principe di questa capacità di espandersi o di chiudersi in se stessi (che non è solo una questione di mente ma anche di cuore)  è proprio
la larghezza tra una lettera e quella successiva,
lo spazio che vi intercorre.
In questa valutazione grafologica Moretti è andato però ben oltre, cogliendone diverse sfumature. Egli non si è limitato a quanto appenna detto, ma ha cercato di
misurare scientificamente
questa capacità di espansione o meno, e ne ha tratto alcune regole (grafiche) di comportamento, applicabili all’essere umano che scrive, pur tenendo conto delle diversità individuali, sempre esistenti.
Ha scoperto, attraveso l’osservazione di migliaia e migliaia di scritture, che il giudizio può essere sostanzialmente di 3 tipi:
tirchio o avaro (scrittura serrata, stretta tra lettere, meno di una lettera media dello scritto tra una lettera e l’altra)
equo o equilibrato  (larghezza tra lettere pari alla larghezza di una lettera media dello scritto)
generoso (eccessiva larghezza tra una lettera e l’altra, con slanci verso il TU che possono arrivare anche alla non ragionevolezza).
Naturalmente ciascuno di questi ‘tipi’ va inteso non in modo assoluto e statico, perché le larghezze delle singole lettere variano pure da individuo a individuo, sia come ampiezza che come forma e fanno la differenza (la singola lettera può essere a sua volta ampia fino quasi ad assomigliare ad un  cerchio, come può essere stretta in sé, ovoidale o addirittura estremamente appuntita, con un tratto filiforme, o intozzato, o grosso).
Quello che conta è il rapporto tra LARGA DI LETTERE e LARGA TRA LETTERE all’interno della medesima scrittura, in quel dato contesto.
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Nel prossimo post inserirò alcuni campioni di scritture espressive di diverse ‘capacità di giudizio’. Devo cercarle e selezionarle con un po’ di attenzione, abbiate ancora un po’ di pazienza.
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dragonmartellstark · 3 years ago
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𝕍𝕒𝕖𝕘𝕠𝕟 𝕋𝕒𝕣𝕘𝕒𝕣𝕪𝕖𝕟 (𝟞𝟛 𝕒. ℂ.-𝟙𝟙𝟘 𝕒. ℂ.) 𝔸𝕣𝕔𝕙𝕚𝕞𝕒𝕖𝕤𝕥𝕣𝕖 𝕪 𝔼𝕤𝕔𝕣𝕚𝕥𝕠𝕣
Vaegon Targaryen fue el hijo mas desconocido de Jaehaerys I y Alysanne Targaryen, debido a que era un joven frío, solitario y con pocos intereses en la vida siendo considerado como un príncipe aburrido y poco amigable.
El príncipe no sentía ningún interés por la milicia y tampoco por las mujeres pese a que en un principió se pensó en comprometerlo con su hermana Daella Targaryen, pero tras Vaegon humillar a su hermana durante una cena se decidió que ambos no se casarían.
En 78 d.C., el rey Jaehaerys y la reina Alysanne preguntaron al Gran Maestre Elysar si Vaegon tenía inclinación para convertirse en maestre. Aunque el Gran Maestre contestó firmemente que "no", confesó que Vaegon podría tener lo que se necesita para convertirse en un archimaestre. Como tal, tres días después, Vaegon fue convocado por el rey Jaehaerys, donde se le dijo que tomaría el barco hacia Antigua dentro de quince días.
Se sabe que Vaegon fue recibido por su hermana Maegelle Targaryen que era Septa en Antigua y se decía que ambos mantuvieron una relación cordial, siendo la princesa septa la única que era cercana al príncipe.
En la Ciudadela de Antigua, Vaegon se convertiría en un archimaestre, portando el anillo, el báculo y la máscara de oro amarillo. Aunque en ocasiones le escribía a sus padres, sus palabras eran cordiales pero no había calidez en las cartas. El príncipe no fue bien aceptado por algunos de sus compañeros debido a su comportamiento y su poco tacto al hablar, aun que se dice que tenia una buena mano para la alquimia, la astrología y las matemáticas e incluso se dice que empezó a escribir las primeras paginas para un libro.
Al final Vaegon terminaría su primer libro llamado “La oscuridad y la alquimia�� haciendo una critica directa sobre los elementos naturales, además de hablar de las propiedades del fuego que extinguió Valyria afirmando que no se trataba de una maldición sino de un accidente. Su libro fue criticado por los maestres de su tiempo e incluso se dice que el rey Jaehaerys I quedo decepcionado con la forma de pensar tan arraigada y poco santa de su hijo. Aun que se dice que estos escritos le ganaron cierta fama entre sus compañeros que llegaron a admirar sus estudios.
En el 90 d. C., Vaegon acepto viajar junto a su hermano Baelon a Invernalia para negociar la liberación de su hermana menor, Viserra Targaryen que había quedado viuda de Theomore Manderly. Durante su estancia en el Norte el archimaestre escribió su obra maestra conocida como “El invierno de la Muerte” donde relataba las inmensas temperaturas que se vivían allí y sobre las bajas temperaturas que hacían en el Muro. Su libro fue bien apreciado y se llego a ganar cierta popularidad en Invernalia y en la Ciudadela.
Poco mas se sabe de la vida de Vaegon aun que se cree que siguió ejerciendo su trabajo como archimaestre por el resto de su vida y escribió unos cuantos libros mas, siendo uno de ellos su autobiografía conocida como “El Sindragón”. En cierto punto Vaegon fue considerado como el Padre de la Alquimia moderna gracias a sus numerosos descubrimientos sin descanso y a sus dos exitosos libros.
Debido a sus largas jornadas de trabajo y a los pocos descansos, Vaegon acabaría enfermando gravemente y padecía de varios ataques de tos. Al final quedo postrado en una cama donde lo único que podía hacer era quejarse por su gran debilidad y se llego a creer que padecía de gota. Al final Vaegon Targaryen “El Sindragón” acabaría falleciendo en el 110 d. C., a los 47 años de edad debido a su extrema debilidad y se dice que fue acompañado por su hermana Maegelle Targaryen la única compañía que le quedaba.
𝕍𝕒𝕖𝕘𝕠𝕟 𝕋𝕒𝕣𝕘𝕒𝕣𝕪𝕖𝕟 (𝟞𝟛 𝕒. ℂ-𝟙𝟙𝟘 𝕒. ℂ) 𝔸𝕣𝕔𝕙𝕞𝕒𝕖𝕤𝕥𝕖𝕣 𝕒𝕟𝕕 𝕎𝕣𝕚𝕥𝕖𝕣
Vaegon Targaryen was the most unknown son of Jaehaerys I and Alysanne Targaryen, because he was a cold, lonely young man with few interests in life being considered a boring and unfriendly prince.
The prince did not feel any interest in the militia and neither in women, although at first it was thought of engaging him with his sister Daella Targaryen, but after Vaegon humiliated his sister during a dinner it was decided that both would not be would marry.
In 78 a. C., King Jaehaerys and Queen Alysanne asked Grand Master Elysar if Vaegon was inclined to become a master. Although the Grand Master firmly answered "no", he confessed that Vaegon might have what it takes to become an Archmaster. As such, three days later, Vaegon was summoned by King Jaehaerys, where he was told that he would take the ship to Oldtown within fifteen days.
It is known that Vaegon was greeted by his sister Maegelle Targaryen who was a Septa in Oldtown and the two were said to have a cordial relationship, the Septa princess being the only one who was close to the prince.
In the Citadel of Oldtown, Vaegon would become an archmasters, wearing the yellow gold ring, staff, and mask. Although he sometimes wrote to his parents, his words were cordial but there was no warmth in the letters. The prince was not well accepted by some of his companions due to his behavior and his little tact when speaking, although it is said that he had a good hand for alchemy, astrology and mathematics and it is even said that he began to write the first pages for a book.
In the end Vaegon would finish his first book called "Darkness and Alchemy" by making a direct criticism of the natural elements, in addition to talking about the properties of the fire that extinguished Valyria, stating that it was not a curse but an accident. His book was criticized by the masters of his time and it is even said that King Jaehaerys I was disappointed with the deeply ingrained and unholy way of thinking of his son. Although it is said that these writings earned him a certain fame among his colleagues who came to admire his studies.
In 90 a. C., Vaegon agreed to travel with his brother Baelon to Winterfell to negotiate the release of his younger sister, Viserra Targaryen, who had become Theomore Manderly's widow. During his stay in the North, the archimaestre wrote his masterpiece known as "The Winter of Death" where he recounted the immense temperatures that were lived there and about the low temperatures that were in the Wall. His book was well appreciated and gained some popularity in Winterfell and the Citadel.
Little else is known about Vaegon's life, although it is believed that he continued to do his job as Archmaester for the rest of his life and wrote a few more books, one of them being his autobiography known as "The dragonless" . At one point Vaegon was regarded as the Father of modern Alchemy thanks to his many relentless discoveries and his two successful books.
Due to the long working hours and the few breaks from him, Vaegon would end up becoming seriously ill and suffering from several coughing fits. In the end he was bedridden where the only thing he could do was complain about his great weakness and he came to believe that he suffered from gout. In the end Vaegon Targaryen "The dragonless" would end up dying in 110 a. C., at 47 years of age due to his extreme weakness and it is said that he was accompanied by his sister Maegelle Targaryen the only company he had left.
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jedivoodoochile · 3 years ago
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El 2 de octubre de 1895 nace en la ciudad de Nueva York, Julius Henry Marx, conocido artísticamente como GROUCHO MARX, fue un actor, humorista y escritor estadounidense, popular principalmente por ser miembros de los hermanos Marx.
Es considerado uno de los cómicos más influyente de todos los tiempos, siendo sus frases, a pesar del paso del tiempo, destacadas en la cultura pop por generaciones, incluso en la época actual.
Creció en el seno de una modesta familia de inmigrantes alemanes judíos, pero de larga tradición en espectáculos de variedades y en el mundo de la farándula; fue el cuarto de seis hermanos después de Manfred, Harpo y Chico y antes que Zeppo y Gummo.
Su madre era Miene (Minnie) Schoenberg y emigró a Estados Unidos desde Alemania junto a sus padres (que habían dirigido una compañía ambulante de teatro en Alemania; él era mago y ventrilocuo y ella una arpista tirolesa)​.
Se preocuparon en educar a sus hijos en la música (canto Groucho, piano Chico, arpa Harpo).
Su padre fue Simon (Samuel) Marx (nacido como Marrix), un sastre alemán igualmente emigrado y nacido en Alsacia cuando esta formaba parte de Francia.
Dedicó toda su vida al mundo del espectáculo humorístico, no en vano, fue su propia madre quien le animó a empezar a actuar en distintos cabarets desde muy joven.
Julius, por sobrenombre Groucho, de grouch, "gruñón" en inglés, se ponía un mostacho postizo muy incómodo y un día decidió quitárselo y pintarse uno con betún, con lo que configuró parte de la iconografía de su personaje; igualmente añadió unos característicos andares gachos que suscitaron la risa cuando los ensayó en el espectáculo y completó su personaje con cejas pobladas, un habano y gafas de metal.
Interpretó habitualmente a un abogado cazadotes de verbo fácil, pícaro, ingenioso y dispuesto a todo por dinero, especialmente a dar un "braguetazo" o boda de conveniencia con una vieja rica (por lo general interpretada por Margaret Dumont).
Su humor era especialmente corrosivo, imaginativo, alocado y anarquista, potenciado por las travesuras del mimo Harpo y la picaresca y slang italianizante del jugador compulsivo Chico.
Junto con sus hermanos Chico, Harpo, Gummo y Zeppo recorrió casi todos los escenarios de Norteamérica durante más de 25 años, y en 1920 actuó en su primera película, titulada Humor risk.
A este film le siguieron otros títulos que hicieron mundialmente famosos a los Hermanos Marx, como Sopa de ganso (Duck soup, 1933), Una noche en la ópera (A night at the opera, 1935), Un día en las carreras (A day at the races, 1937), Los hermanos Marx en el Oeste (Go West, 1940) y Una noche en Casablanca (A night in Casablanca, de 1946); su última película, Amor en conserva (1949), contó con una casi debutante Marilyn Monroe en el reparto.
Entre sus múltiples colaboraciones, Groucho Marx trabajó como comentarista cómico en un programa de radio llamado "You Bet Your Life".
Con motivo de sus apariciones en dicha emisión, recibió el Premio al Mejor Humorista del Año en 1949.
Intentó abrirse paso en la radio, pero tampoco tuvo demasiado éxito pese a su incontinencia verbal, "Flywheel, Shyster and Flywheel" en 1934, pero al regresar a su personaje característico en un ciclo de películas producidas por la Metro adquirió fama universal.
Otros programas de radio fueron "El Pabst Show" (1943) y "Apueste su vida" (1947-1949), premio Peabody en 1949, y posterior programa de televisión.
Disuelto el trío, trabajó en algunas películas de menor aceptación, exitosos programas de televisión, actuaciones personales, discos, hasta su fallecimiento.
Dos años antes había conseguido un Oscar especial por su larga trayectoria artística.
Trabajó en 18 películas, 14 de ellas junto a sus hermanos, y tuvo millones de admiradores.
También fue guionista de "The King and the Chorus Girl" (1937) de Mervyn Le Roy y autor de una obra de teatro "Time for Elizabeth" (1948).
Durante la antiizquierdista Caza de brujas, apoyó al Comité pro Primera enmienda para proteger la libertad de expresión junto a otras figuras del espectáculo como Frank Sinatra, Humphrey Bogart, Gene Kelly y Rita Hayworth.
Eso le supuso ser investigado por el FBI.
La producción literaria de Groucho Marx siguió encuadrada en la misma tónica que caracterizaba sus actuaciones en la gran pantalla. En 1933 publicó Camas (Beds), su primer libro.
Otros ensayos conocidos del autor son Many Happy Returns (1942), Groucho y yo (Groucho and Me), de 1959, Memorias de un amante sarnoso (Memoirs of a Mangy Lover), de 1963, The Groucho letters (Las cartas de Groucho), de 1967, y el libro de memorias The Groucho phile; an illustrated life (La figura de Groucho; una biografía ilustrada), de 1976.
Un humor disparatado, mordaz e incluso cínico marcó la vida del cómico estadounidense.
La particular "filosofía marxiana", basada en el porte descarado y en la visión hipercrítica de los convencionalismos sociales, ha influido en generaciones de intelectuales del mundo entero.
Poco antes de morir, la Academia de Hollywood le concedió un Oscar honorífico, en reconocimiento a toda su carrera cinematográfica.
Buscaba la risa de los demás y se hizo tan adicto a las carcajadas que a menudo despertaban sus comentarios agudos y no siempre amables que las impertinencias se convirtieron en parte importante de su manera de ser y le trajeron problemas en su vida: su familia y sus amigos que se cansaban de sus bromas pesadas y de sus ‘zascas’ mordaces.
Groucho habla de ello en sus memorias, le dedica un capítulo entero titulado Meteduras de pata.
Reconoce que lo que él denomina "un impulso nervioso, un reflejo automático o únicamente una perversidad básica" le ha traído muchos problemas, "Tal vez un psicólogo lo describiría como enfermedad de la Metedura de Pata", afirmó.
Fue muy mujeriego, en la realidad y en la pantalla. En varias de sus cintas perseguía a una señora millonaria, personaje interpretado por Margaret Dumont, a quien soltaba en la vida real las mismas frescas poco caballerosas que en las películas.
Le decía cosas menos amables que su famoso " quiere casarse conmigo? Es usted rica? Conteste primero a la segunda pregunta".
La última mujer en su vida fue Erin Fleming, que fue su joven secretaria y su pareja, a sus hijos les pareció que se aprovechaba de él y la cosa acabó en los tribunales: su hijo Arthur lo inhabilitó y logró que un juez apartara a la chica, 51 años más joven que Groucho, de las finanzas del cómico.
El 19 de agosto de 1977 muere en Los Ángeles, California a causa de una neumonía.
Pese a su fallecimiento hace cuatro décadas, la figura de Groucho ha seguido estando muy presente en la cultura popular, y sus características gafas, nariz, puro y bigote se han convertido en un icono de la comedia.
En los últimos días, miles de personas han rendido homenaje al actor en la red social Twitter, donde se repiten una y otra vez decenas de sus frases más conocidas, como "Disculpen si les llamo caballeros, pero no les conozco muy bien" o "¿A quién va a creer usted? ¿A mí o a sus propios ojos?".
Dejó atrás tres exesposas, Ruth, Kay y Eden, tres hijos (Arthur, que fue exitoso guionista y escritor de biografías; Miriam y Melinda), 18 películas, 14 de ellas junto a sus hermanos y millones de admiradores.
Una de sus célebres frases fue: "No deseo pertenecer a ningún club que acepte como socio a alguien como yo".
Groucho Marx fue incinerado; sus cenizas, tras ser robadas en 1982 y devueltas la misma noche a las puertas del cercano Mount Sinai Memorial Park,​ siguen en el Eden Memorial Park (Mission Hills, California), siendo falso que su lápida contenga el epitafio "Disculpe que no me levante", como popularmente se repite, aunque sí parece cierto que en una entrevista poco antes de su muerte formuló esa frase como un deseo, lo que pudo dar lugar a la confusión posterior.
Arthur Marx contó muchas cosas de su padre en el libro Mi vida con Groucho; por ejemplo, que cuando iba a un restaurante caro de Hollywood aparcaba lejos para ahorrar unos dólares en parquímetro. Pero también el hijo de Groucho dijo que su padre era mucho más tierno de lo que aparentaba: "Era un sentimental, pero preferiría morirse antes de que nadie lo supiera", explicó.
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merrowloghain · 4 years ago
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16.07.76
La nonna invece li invita tutti cordialmente ad accomodarsi in salotto dicendo loro qualcosa su Cadel, che sta bene, ma che impiegherà un po’ a scendere e che non dorme bene. Al nome di Merr si illumina stringendole la mano e ringraziandola più volte per quella penna miracolosa che le permette di leggere così facilmente le lettere del nipote. Le chiede infine se i guanti le siano piaciuti o se avrebbe preferito qualcos’altro prima di salutare anche tutti gli altri uno ad uno. Sorride al fatto che tutti salutino Poldo e rassicura Becks prima di lanciare un urlo dalle scale “CADEEEEEEEL” e come se niente fosse concludere in tono serafico che porterà loro una merenda.
_______________________________
C: Prima una botta, poi un’altra più trascinata; due per ogni gradino. E alla fine sulla soglia del salotto, con aria stupita e incredula vedrebbero Cadel. Le occhiaie sono ai tempi di gloria, i capelli arruffati, ha addosso una maglietta con le sagome di due cavalieri medievali che si stanno fronteggiando e un paio di pantaloncini. La parte più sconvolgente però è sicuramente che, accanto alla gamba sinistra, bianca e striminzita e senza scarpe, c’è la gamba destra stretta nel gesso babbano fin sopra il ginocchio. Le mani ovviamente stringono le stampelle, grigie, che lo aiutano ad avanzare verso il salotto con movimento ondulatorio «Che cosa… ci fate …» gli occhi nocciola finiscono la carrellata dei presenti su Merr «qui?» ciao vvb.
M: Prima di sentire dei tonfi minacciosissimi (?) provenire dalle scale. Resta a fissarle con aspettativa, e finalmente quando sulla soglia compare Wallace con l`aria di morte e quel gesso vistosissimo, la Loghain lancerebbe il regalo sul divano morbido per poi mezzo corricchiare incontro al Grifondoro, nel tentativo di abbrancarlo li dov`è, in un abbraccio fatto di slancio, pepe nero e cannella, ed un sorriso grosso come un Erumpent «Cadel!» esclama lei tutta felice «Siamo venuti a trovarti per il tuo compleanno! Tanti auguri, Wallace! Abbiamo portato degli Gnomi in gabbia da catturare, per l`occasione!» ciancia lei, nella speranza di stringerlo, impattando contro di lui ma sostenendolo se dovesse sbilanciarsi troppo a causa del gesso.
Lo vede bene solo ora con tutto quel trabiccolo tra aste a sostenerlo e quella gamba mummificata dentro un carapace duro «Ma che...schiopodo...» mormora piano, mentre Wallace si muove nel salotto, parlando in maniera così pacata e sicura, tant`è che lei resterebbe perplessa in centro stanza con le braccia lungo i fianchi, la testa inclinata verso sinistra, lo sguardo dubbioso e le labbra increspate in una sorta di smorfietta confusa. Continua a rimirare il Grifondoro, con le sopracciglia che si crucciano «Ma perchè non ti sei fatto aiutare dalla magia?» lei proprio non capisce quella scelta «E si può disegnare su questo "cesso"?» forse voleva dire gesso, ma lei pare avere le stesse difficoltà di Wallace a capire i nomi di cose che non conosce. Uno sguardo dal basso verso l`alto e poi un nocchino su quel bianco candido, in un unico bussare «Ti fa male?» lei e la delicatezza: due rette parallele.
R: «Nessun disturbo, davvero!» rassicura Wallace, prima di concentrarsi su Miss delicatezza 2076. «Merrow, fai piano, potresti fargli male!» dice allarmata all`amica, prima di scuotere la testa sconsolata nel vederla battere sul gesso. Si alza nuovamente dalla sedia, per avvicinarsi a Cadel e porgergli il sacchetto contenente un pacchetto rosso rettangolare, con una grande coccarda dorata. Un biglietto vergato nella grafia elegante e piccola della Corvonero accompagna il regalo. Su di esso c`è scritto: "Merrow mi ha detto che le racconti spesso delle storie. Questo potrà farlo al posto tuo quando non ne avrai voglia. Buon compleanno! Rebecca" «Ti ho portato un pensierino. Spero sia di tuo gusto!» Se il ragazzo prendesse il sacchetto, si fermerebbe lì davanti solo per il tempo di vedere la sua reazione e tornerebbe poi a sedere composta.
L: Porge quindi anche lui il suo regalo con un energico «tanti auguri!». Aprendo il pacchetto potra’ trovare al suo interno una maglietta con dei piccoli gnomi animati che cercando di nascondersi dallo sguardo dei presenti. Qualora non dovessero riuscirvi uno di loro si finge panchina con altri due gnomi seduti sopra, mentre un altro si finge un cartello con mappa con altri due gnomi che puntano il dito sopra come ad indicare un percorso. In tutto questo lancerebbero occhiate nervose verso l’esterno come a voler verificare se il loro travestimento stia reggendo. Se Cadel fosse troppo spaventato/infastidito dagli gnomi tossicchierebbe prendendo la maglietta «ehm l’idea è che cosi’ potresti iniziare a prendere confidenza con loro. Normalmente…» ed eccolo srotolare la maglia verso di lui scatenando il panico tra gli gnomi che corrono nel di dietro, incontrando pero’ Lance che li costringe a fermarsi nella loro posa mimetica «… sono nascosti ma puoi andarli a cercare se ti senti in vena» ed eccolo rigirare la maglia causando nuovo scompiglio con gli gnomi che corrono ora da tutti le parti strattonandosi tra loro nel panico più totale.
C: «Grazie davvero, siete stati troppo gentili» e la felicità si mescola ancora a una sorta di incredulità «Non serviva che veniste fino a qui…» anche se non sa bene di dove siano…. Will di Londra, Merr Irlanda e Rebecca e Lance? In realtà non ricorda nemmeno chiaramente il come di Lance, ma andiamo oltre. Legge il biglietto spostando gli occhi nocciola sulla Terzina, incuriosito, e poi spacchetta anche quella coccarda dorata. Apre per ultimo il regalo di Lance e quando vede la maglietta scoppia a ridere «Ma è bellissima!» e comincerebbe a scuoterla cercando di far scappare gli gnomi o fissandoli all’improvviso per farli fermare in posizione panchina. «Grazie!» e dato che non si può alzare gli porge la mano. Gli gnomi vanno bene solo in rappresentazione grafica animata.
W: Comunque, a proposito di regali di compleanno, dalla busta terribilmente larga emergono quattro pacchetti, ciascuno accuratamente incartato in una carta da regalo rossa con dei piccoli leoni dorati a decorarla. Ed una busta. Il biglietto in essa contenuto recita, nella grafia stretta e maniacalmente ordinata di William "Nella speranza che tu possa passare un bellissimo compleanno, i miei migliori auguri. William" Il contenuto dei quattro pacchi è presto detto: il più largo e sottile è un album da disegno di formato molto grande, dalla carta spessa e pregiata, ideale per i disegni in grande stile, ed in grado di tollerare anche pittura ad olio ed acquerelli. Il secondo, un blocco da disegno più spesso in un più semplice formato A4. Il terzo, è un set da disegno: ci sono due matite da disegno di cinque tipi diversi, dalla B2 alla H2, e quattro sottili pastelli di carboncino. Completa il set una gomma pane. «Merrow mi ha accennato che sei piuttosto bravo nel disegno» la pacata quanto timida spiegazione di William. Quanto all`ultimo pacco, di dimensioni più standard, si tratta di una selezione Deluxe di fuochi forsennati Weasley. «Quelli dovrai aspettare di essere a scuola o in un centro magico per accenderli, ma spero ti piaceranno lo stesso» altra spiegazione disagiata.
M:In realtà gli occhi sono tutti per Cadel, che continua a scrutare dal basso verso l`alto con un crescente sospetto. Non ci pensa nemmeno ad alzarsi quando Cadel le indica il divano, concentrandosi piuttosto a muovere la sinistra in aria come se scacciasse una mosca «Andrà bene per forza, o ti rompo l`altra gamba e così ti portano al San Mungo per forza.» la logica Loghain colpisce ancora. Sta li, accoccolata ai piedi di Wallace con Lance che ispeziona il "cesso", ahem, "gesso" tanto quanto ha fatto lei, che viene distratta dal dire sui pennarelli di Cadel «Uh!» e scappa in uno scatto verso la madia, acchiappando tutta la tazza e riportandola in direzione di Cadel, tornando ad inginocchiarsi li «Fammi spazio» gli intima senza troppa grazia, praticamente infilandosi tra le sue gambe con la schiena che cerca di mettersi a spingere via il polpaccio sinistro, mentre si posiziona a fronteggiare il gesso lateralmente. Acchiappa un pennarello arancione e gli leva il tappo con un piccolo *pop* accompagnato da un mordere di labbro inferiore «Bene.» eppure il tono non lascia presagire niente di buono : "Tanto tempo fa, nella contea di Wallace, viveva un giovane, sempre triste perchè non riusciva a vivere la vita tranquilla che facevano i ragazzi come lui nel villaggio. Gli amici parlavano di grano che matura, del raccolto di mele e della pesca più o meno abbondante, mentre lui sognava solo di poter affrontare anche solo un nemico, per poter dimostrare a loro, ma soprattutto a se stesso, di non esser nato per fare il contadino". Wallace scarta il proprio regalo, con quei boccini che schizzano qui e lì con velocità, fuggendo ai suoi gesti, per rivelare quello che è un grosso libro rilegato a mano in pelle di Drago, marrone, dagli angoli rinforzati da lamelle in ottone, e chiuso con un gancetto in ottone a sua volta. Pergamena con fili dorati, è ciò che compone le pagine, simile alla carta da lettere che solitamene invia lei stessa «Spero ti piaccia...» si ferma a mezz`aria con il pennarello, guardandolo da sotto in su leggermente imbarazzata «E` per scriverci le tue storie, così non le dimentichi e poi magari posso rileggerle anche io. Così non ti scordi del fratello della giornalista morta, quello che faceva il prete.» e se qualcuno, oltre a lei ed a Cadel, fosse riuscito a capirci qualcosa, sarebbe un dannatissimo genio. Chiude il pennarello arancione, afferrandone un blu ed aprendolo, pronta a continuare le sue scritte sul gesso, dopo aver guardato estasiata i regali altrui «Questa maglietta è un bombàrda, Lance!» esclamerebbe, sbirciando poi il regalo di Rebecca e quello di William. Il fatto che siano tutti così azzeccati, non hanno assolutamente niente a che vedere con lei. Nonnò.
C: Non si è accorto della Divina Commedia che sta prendendo forma sul suo gesso «Ehi ma…» si piega, ma vede solo lettere quindi si raddrizza sperando non siano oscenità. In ogni caso è troppo tardi. Scarta anche il regalo di Merrow e questa volta lo apre con ancora più attenzione sfogliando le pagine bianche prima di farsi sfuggire un «E’ troppo bello per le mie storie…» che lo fa tornare il ragazzino insicuro di sempre. Poi torna la nonna e offre la merenda a tutti e i ragazzi potranno rimanere a loro piacimento quanto desiderano prima che Cadel li saluti dalla porta su una zampa come le gru e Poldo si compiaccia di come finalmente non ci sia più odore di gatto in giro.
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merlock7 · 5 years ago
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La stecca colpisce decisa e con precisione la sfera bianca, che schizza veloce verso la sua gemella rossa. La palla rossa con il numero 3 corre verso la buca nell'angolo sinistro.
Spigolo destro. Spigolo sinistro. E torna indietro.
Forse il colpo non era poi così preciso.
Riprovo. Mi sposto sull’altro lato del tavolo e mi chino quanto basta per prendere la mira. Respiro lento, porto indietro la mano che tiene ferma la stecca. Un secondo di attesa e poi colpisco la palla bianca.
Questa volta una palla entra in buca. Peccato sia proprio la bianca. Scuoto la testa e sospiro sconsolato. Oggi non ne entra una neanche a pagare.
Finisco in un sorso l'ultimo goccio di birra che era rimasta nel boccale e mi avvicino al bancone.
Il bar ha due sale. Quella principale, sulla sinistra, dove sono seduti praticamente tutti. Credo che ci sia una partita o qualche evento particolare in televisione. L'altra saletta, più piccola e intima dove si trova il tavolo da biliardo, appena girato il bancone sulla destra. La luce è leggermente soffusa, tendente al rosso. Le pareti sarebbero di un arancione acceso, ma le luci le fanno sembrare rosso vivo. Poi ci sono appese tutta una serie di locandine di film cult. Il cinema: la seconda passione del barista. Dopo le rosse.
La saletta ha una buona insonorizzazione, quindi le voci e il volume della televisione arriva ovattato. Giusto qualche grido di esultanza o di disperazione durante le azioni più concitate. Il resto è coperto da una tenue musica di sottofondo.
Mi appoggio al bancone e ordino un'altra birra. Doppio malto, come la precedente: squadra che vince….
Ritorno al tavolo. Nella stanza ci siamo solo io e una giovane coppietta nell’angolo, persa nel loro mondo. Li guardo. Lei, dai lunghi capelli ricci castani. Lui, completamente perso nei suoi occhi. Le accarezza dolcemente la mano, mentre lei gli parla con entusiasmo. Lui è perso. Completamente. Sorrido e riporto la mia attenzione al tavolo, lasciandoli al loro mondo incantato.
Provo ancora un paio di tiri, ma oggi non è decisamente la mia serata. E pensare che ero venuto proprio per rilassarmi dopo una giornata nera! Beh, almeno sta arrivando Guido, il barista, con la mia birra.
«Fa' fare un tiro» mi dice, allungando la mano verso di me. Gli allungo la stecca. Primo colpo: palla 12 in buca ad angolo. Secondo colpo: palla 15 in una delle buche laterali. Terzo colpo: palle 13 e 6. Gli strappo la stecca dalle mani: «Ma tu non devi lavorare?». Guido si allontana ridendo e un mio vaffanculo lo segue.
Bevo un sorso di birra e poi prendo nuovamente la mira. Concentrato. Questa volta è quella buona. Colpisco la palla bianca. Liscio la numero 6. La palla bianca rimbalza delusa su due sponde, prima di fermarsi al centro del tavolo. Abbasso le spalle e sospiro sconfortato.
La coppietta si alza. Dopo essersi messi le giacche si prendono per mano e si avviano verso l'uscita, lasciandomi solo in compagnia della mia birra. Non che la cosa mi dispiaccia.
Mi riposiziono per tirare quando qualcuno entra nella sala. Si avvicina verso il tavolo da biliardo, poi si accorge di me e abbassa le spalle, delusa. «Speravo fosse libero» le esce dalla bocca, senza neanche pensarci.
Mi rimetto in posizione eretta e mentre lei si sta girando per andarsene le propongo: «Possiamo fare un tiro a testa, se vuoi»
Lei si ferma, gira indietro lo sguardo, rimanendo però di spalle: «No, guarda, non sono molto dell'umore e non sono di compagnia».
Io mi guardo attorno, con fare un po’ teatrale: «Beh, perché io, da solo con una birra, a giocare a biliardo in una stanzetta in penombra, sicuramente sono in cerca di compagnia!»
Lei non risponde, rimane ferma a guardarmi, quasi impassibile. Sembra quasi che mi stia studiando. Io le sorrido, rilassato. mentre le porgo la stecca. «Dai, un tiro» le dico, con la mano verso di lei. Lei aspetta un minuto, poi si decide. Abbozza un sorriso e afferra la stecca. Con ancora il cappotto bianco indosso si china leggermente e con un colpo deciso manda in buca la palla 7 facendo sponda su entrambi i lati. Faccio un breve applauso, mentre prendo la stecca che mi sta porgendo.
Mi fermo, miro, trattengo il fiato prima di colpire la palla bianca. Di striscio colpisce la palla blu, la numero 2, che rotola lenta verso la buca.
Piano piano, arriva a un pelo dalla buca. Si sta quasi fermando. È sull'orlo.
E finalmente, buca!
Lei sorride, dopo essersi accorta della mia soddisfazione. «Giornata no» mi giustifico. Lei sorride e annuisce. Si è tolta il cappotto, appendendolo al muro, vicino al poster di Blade Runner. Indossa una camicia a righe bianche e azzurre, con le maniche leggermente ripiegate, fino alla metà dell’avambraccio. La camicia è infilata dentro a un paio di jeans a vita alta. Una cintura larga, nera, le fascia la vita. Dello stesso colore della cintura, i suoi stivaletti.
Sta per fare un tiro, si piega per prendere la mira e la lunga coda che tiene insieme i suoi capelli biondi le cade sulla spalla destra. Insieme ai capelli, anche una collana è venuta allo scoperto, fuoriuscendo dalla scollatura creata dalla camicia appena sbottonata. Un ciondolo le pende dal collo, un cigno stilizzato, chiuso a formare un cuore. Subito sotto una piccola perla bianca e poi delle lettere, immagino le sue iniziali.
E guardando il ciondolo, dalla mia angolazione, si riesce a vedere bene la scollatura. Un reggiseno azzurro, appena più chiaro delle righe della camicia si intravede da essa.
«I miei occhi sono più in alto» mi rimprovera, senza distogliere lo sguardo dalla pallina bianca e dalla stecca. Io imbarazzato guardo altrove, arrossendo leggermente. Lei sorride appena scuotendo leggermente la testa, prima di colpire la palla.
«Scusa» mi giustifico, in imbarazzo. «Fallo di nuovo e le prossime palle che colpisco non saranno numerate!» mi intima, ma sorride.
«Gradisci qualcosa da bere?» le chiedo, quando mi accorgo che la mia birra è finita. Lei annuisce. «Va bene. Per me una birra rossa, grazie.». Mi avvio verso il bancone, per tornare qualche minuto dopo. Le porgo la sua rossa e brindiamo. «Alla salute, Milady» alzando il boccale. «Milady?» chiede lei, perplessa. «Beh, non sapendo il tuo nome, in qualche modo dovrò pur chiamarti». «Uhm… Chiamami… M!». «Emme?» la guardo un po’ perplesso, poi mi accorgo del poster davanti a lei: “Licenza di uccidere”.
«Davvero?» le chiedo, molto perplesso. Lei ridacchia. «E va bene M…». Poi aggiungo: «E prometto di non fare battute su Ursula Andress». «Ecco bravo» la sua risposta, sempre ridacchiando. E il film con Sean ci da il primo argomento di cui parlare. Iniziamo a parlare. Dapprima brevi frasi, quasi più domanda e risposta. Poi l'atmosfera si rilassa, le si scioglie leggermente e iniziamo ad avere una conversazione più rilassata. Dalla spia britannica, ci spostiamo all’investigatore londinese. Probabilmente la colpa e mia che ho il pallino di Sherlock Holmes. Parliamo dei libri di Doyle, delle trasposizioni e dei vari arrangiamenti.
L’atmosfera e sempre più serena e tranquilla, e anche lei sembra sentirsi sempre più a suo agio. Chiacchieriamo tranquillamente, senza un vero e proprio filo conduttore, semplicemente in base a dove ci porta la discussione. E non importa come siamo arrivati a parlare di noci o di supereroi.
«Inizia a farsi un po’ tardi, tra non molto dovrò andare» dice, guardando l’orologio. Probabilmente è un'illusione mia, ma giurerei di aver sentito un velo di malinconia mentre lo diceva. «Facciamo l’ultima?» le propongo. Lei annuisce sorridendo: «Dai, vai a prendere un altro giro. Io nel frattempo sistemo e chi perde paga da bere!». È divertita mentre mi lancia la sfida. Io sorrido. Quando torno, la trovo appoggiata al tavolo che mi guarda. E mi sorride.
Lascio che sia lei a spaccare. Prima di alzare il triangolo, faccio ruotare la sfera centrale, la nera. Lei scuote la testa divertita: «Buffone». Io le sorrido e lei spacca. Palla 3 in buca. A lei le piene, a me quelle a metà. Peccato
La partita è abbastanza equilibrata, giungiamo alla fine che a lei manca solo la nera, la numero 8. A me anche la 13. La nera si trova vicino al bordo, un tiro non troppo difficile, se fosse mancina. Mi guarda e sorride. Poi si siede sul bordo del tavolo. Accavalla con molta eleganza le gambe. E con la stessa eleganza porta la stecca dietro la sua schiena. Il gesto le porta ad avere la schiena perfettamente dritta e il petto spinto in avanti. Proprio di fronte a me. È sensuale nei movimenti, senza risultare volgare. Mi guarda e sorride, con un velo di malizia. Con eleganza colpisce la palla, che va a colpire la numero 8. Lenta, rotola verso la buca. Ha vinto lei. Sorride contenta, soddisfatta. E anche se ho perso, vederla sorridere mi rasserena. E d’istinto sorrido anche io.
Un ultimo brindisi per finire le nostre birre. «Ora però devo proprio andare». Le prendo il cappotto e l’aiuto a indossarlo. Lei mi ringrazia sorridente. La accompagno verso l’uscita. «Grazie per la serata, davvero» mi ringrazia con dolcezza. «Beh, grazie a te… M». Lei mi sorride e mi fa l’occhiolino. Io le sorrido in risposta. Poi, si avvia verso l’uscita. Poco prima di uscire, si gira verso di me. Io sono ancora lì, imbambolato, che la guardo. Lei mi sorride e muovendo dolcemente le dita mi saluta. Poi si allontana e la porta si richiude dietro di lei.
Io sospiro. Mi riavvio verso il tavolo, rimetto a posto le stecche e le palle e prendo la mia giacca. Metto una mano in tasca per prendere il portafogli e mi accorgo che c’è qualcosa di strano. Estraggo la mano dalla tasca ed estraggo un biglietto. E mi avvio sorridendo verso il bancone.
Guido mi guarda perplesso: «Beh, che c’hai da ridere, manco sai come si chiama».
Tiro fuori dalla tasca il biglietto, che è il biglietto da visita di non mi è ben chiaro quale società. Sul retro, scritto a penna:
“Vediamo se sei bravo così bravo
Trovami
M.”
E un piccolo cuore in basso a destra.
Guido scoppia in una fragorosa risata. Poi prende due bottiglie, fa qualche intruglio strano e mi passa un calice: «Questo te lo offro io»
«Vodka Martini?»
«Agitato non mescolato»
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hotelroma1-blog · 5 years ago
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La città eterna e I suoi b&b
Queste sono le poche cose che potrai visitare a Roma, però bisogna sapere anche che se il tuo bed and breakfast Roma , non si trova simile al centro storico, ci sono i mezzi pubblici che funzionano benissimo e vengono usati con regolarità ogni giorno sia dai cittadini che abitano lì che dai turisti. Perciò muoversi a Roma, sarà sicuramente facile. La metropolitana di Roma è costituita da tre linee che sono identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 59, 4 km e 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee. Il primo tronco metropolitano è stato inaugurato il 9 febbraio 1955 ed oggi fa parte della linea B-B1, identificata dal colore blu. Il 16 febbraio 1980 è stata inaugurata rasgo, ovvero la linea C è stata aperta il 9 novembre 2014 ed è caratterizzata dal colore verde. Esistono inoltre il progetto di realizzazione di una Linea D e progetti di prolungamento delle linee A e B-B1, nonché progetti di trasformazione delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo rispettivamente in Linea E e Linea F. La rete autobus di Roma è il servizio di trasporto pubblico locale composto da 348 linee autobus. Ciò che non sapevi è che nel passato, un primo servizio di trasporto pubblico nacque tra gli anni ’40 e gli anni ’50 dell’800 con l’istituzione di alcune linee indipendenti dall’autorità papale, servite principalmente da carrozze e omnibus, gestite da piccole imprese familiari (che normalmente non possedevano più di due o tre veicoli). Queste linee servivano il centro storico e le principali piazze romane, tuttavia non avevano orari fissi e si attivavano solo quando veniva raggiunto un congruo numero di passeggeri.
Una mattina presso il bed e breakfast Roma
Inoltre per
muoversi a Roma
potrai usare anche il Taxi, perché avvolte è molto più facile come ad esempio andare dall’aeroporto fino al tuo b&b. Il centro storico di Roma, racchiuso all’interno delle e delle mura gianicolensi, è stato riconosciuto, nel 1980, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Esso è, cioè la somma della superficie dei 22 rioni che lo compongono, e conta ad oggi 186. 802 abitanti. Nell’intera città storica si riconosce il valore di oltre 25.000 punti di interesse ambientale e archeologico censiti dalla Carta della Qualità: in virtù di ciò Roma risulta la città con più monumenti al mondo. Quello che non sapevi è che la scrittrice Elsa Morante ha ambientato nella città eterna il suo romanzo La storia. Fra le macerie del quartiere di San Lorenzo, devastato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, lungo le borgate periferiche affollate di nuovi poveri, fra miserie antiche e recenti si muove un piccolo universo di persone che delineano in maniera poetica con i loro affanni il preciso momento storico attraversato dalla città. Quindi il centro storico di Roma è molto importante, grazie alle sue bellezze e la storia piena di ricordi. Per compiere la prima delle passeggiate al centro storico, ti suggerisco che dal tuo b&b prendere la linea A della metropolitana e di scendere alla fermata Flaminio. Uscendo dalla metro vedrà la Piazza del Popolo, una delle più grandi e suggestive di Roma, dove potrai entrare nella chiesa subito a sinistra S. Maria del Popolo contenente dipinti del Caravaggio e del Pinturicchioo in una delle due chiese gemelle che troverai nella piazza, S. Maria in Montesanto e S. Maria dei Miracoli. Da queste due chiese importanti si possono vedere tre grandi strade che formano il cosiddetto tridente: prendete quella a sinistra, Via del Babuino, in modo da giungere in Piazza di Spagna. Da qui potrai scattare foto alla famosa scalinata e alla fontana della Barcaccia del Bernini e, poi, prendere Via dei Condotti e concederti una passeggiata tra le vetrine dei negozi più lussuosi della città.
La piazza di Santa Maria della Pace (poco conosciuta sia dai romani che dai turisti) è solamente uno spazio nella vastità di Roma, ma essa è anche uno dei più rari esempi di uno spazio urbano progettato ed eseguito da un architetto: si tratta di uno dei più grandi successi dell’architettura barocca in Roma; Facciata della Basilica di San Pietro: l’architetto Carlo Maderno si trovò vincolato a quanto già esisteva nelle fiancate michelangiolesche, la cui altezza doveva trovare corrispondenza anche nella facciata. Egli non poté nemmeno far sormontare l’ordine inferiore con un secondo ordine di altezza proporzionata, poiché avrebbe offuscato eccessivamente la cupola. Si limitò quindi ad impostare sopra l’ordine inferiore lo stesso attico cinquecentesco che gira tutt’intorno al tempio, come del resto intendeva fare nel suo piano lo stesso Michelangelo. Più che appoggiata al corpo della basilica, la Facciata si eleva autonomamente su fondamenta proprie iniziate ce 5 novembre 1607. Ce 10 febbraio 1608 fu posta la prima pietra e il 21 luglio 1612 parte dell’immensa mole era compiuta. Larga m 118. 6 e alta m 48 escluse votre statue, marcata da colonne e paraste giganti con capitelli corinzi, si divide in due ordini. Queste sono le poche cose che potrai visitare nella città eterna, perché tutti sanno che Roma è un museo all’aperto. Le persone che abitano lì dicono che non basta una vita per conoscere tutta la città. Però per essere sicuro che avrai tempo di fare più visite, dovrai prendere un bed and breakfast o Hotel a Roma vicino al centro storico. Però quando si pensa a Roma vengono subito in mente solo monumenti e palazzi storici, vie dello shopping e botteghe di artisti. La Capitale offre anche una cultura culinaria, con piatti tradizionali che vi faranno leccare i baffi! Tra i piatti conosciuto che potrai gustare dopo una giornata piena sono: rigatoni con la pajata: la pajata è l’intestino tenue del vitello da latte cotto in umido e con pomodoro per un tempo piuttosto lungo.
Il caput mundi dei b&b
Arrivato all’incrocio con Via del Corso gira a sinistra e prosegui dritto fino a Piazza del Parlamento dove vedrai, alla tua destra, il palazzo in stile barocco di Montecitorio, sede del Parlamento Italiano. Tornando su Via del Corso girate a destra e arrivi alla Galleria Colonna, dove puoi fermarti per una sosta compresa tra negozi, bar e ristoranti. Visitare la città eterna sicuramente sarà un’esperienza indimenticabile, però non solo essa con le sue bellezze, ma anche la qualità dei bed and breakfast che sono considerati compresa tra i migliori da tutte le città famose. Una giornata nella città eterna inizierà sempre presso il tuo bed and breakfast con la famosa colazione italiana. La tipica colazione all’Italiana è una delle poche nel mondo ad essere composta da alimenti dolci, in contrasto con la classica colazione continentale, caratterizzata invece da alimenti prevalentemente salati. Infatti, se in Italia la colazione tradizionale è composta da caffè e cappuccino, nel resto d’Europa si usa invece mangiare prosciutto, uova, pane, latte e una spremuta d’arancia. La colazione italiana è solitamente composta da vari alimenti: il latte, il caffè, la spremuta d’arancia e lo yogurt per quanto riguarda le bevande, mentre tra gli alimenti solidi ci sono i cereali, le fette biscottate, le merendine, il pane, i biscotti e la frutta fresca. Il latte viene solitamente abbinato al caffè dagli adulti, creando una sorta di caffelatte, mentre i bambini invece lo bevono aromatizzato al cacao o con del miele. Ora che abbiamo detto tutto questo, e il tempo che parti nell’avventura della tua vita nella la capitale dell’Italia. Però dovresti sapere che per visitare avrai bisogno di spostarti. Il programa usato dai turisti ma anche dai cittadini della città sono i mezzi pubblici.
La Roma dei bed and breakfast
Roma Caput Mundi, città eterna, culla della civiltà occidentale e capitale del Cristianesimo. Sono solo alcuni degli appellativi per descrivere questa magica città che si rivela agli occhi dei turisti, un concentrato di arte, storia, architettura e che da tre secoli continua a non possedere rivali tra le mete preferite del turismo internazionale. Roma chiamata anche la città eterna è un vero e proprio museo all’aperto dove, ovunque cuando guardi, è possibile ammirare le tracce di una storia e di una cultura millenaria. Per vederla bisogna prendere un b&b a Roma, di solito è consigliabile di sceglierne uno al centro storico per essere più vicino ai posti importanti, perché solo così avrà la possibilità di visitare tutto. Sicuramente hai sentito della celebre Fontana di Trevi. Esso che non sapevi è che essa ha anche un percorso sotterraneo che si estende sotto ce rione Trevi. Da qui fa parte anche l’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius la Città dell’Acqua: le strutture di una domus d’epoca imperiale, il castellum aquae dell’Acquedotto Vergine ed i suggestivi reperti (tra cui ce celebre volto di Alessandro helios) venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi. In un viaggio nel tempo passato sarà possibile toccare con mano la millenaria stratificazione di Roma ed osservare le testimonianze archeologiche, che hanno contraddistinto la storia della città, dalla realizzazione dell’Aqua Virgo all’incendio di Nerone, dal sacco di Alarico all’assedio dei Goti. Inoltre vicino a questa famosa fontana potrai trovare tanti b&b o hotel Roma, molto belli perché lì ci sono tanti palazzi antichi.
Tutte le strade hanno un
hotel Roma
Muoversi a Roma di solito si fa con la metropolitana che è composta da tre linee, identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee; oppure con gli autobus: in totale 348 linee autobus. Alcuni scelgono il Taxi di più per l’aeroporto perché solo in questo modo non si rischia di perdersi sulle meravigliose strade antiche di questa città. Oppure potrai noleggiare un’auto, se chiedi presso il tuo hotel o bed and breakfast di Roma, sicuramente sapranno metterti in contatto con qualche azienda che noleggia le macchine. Ma c’è la possibilità di prendere anche le biciclette che a maggior parte dei b&b li offrono. Ora che sai come arrivarci sei pronto per visitare: il Colosseo: il più famoso e grande amfiteatro romano situato nel centro di Roma; la Basilica di San Pietro: il centro religioso della Città del Vaticano e anche la più grande delle quattro basiliche papali di Roma, il centro del cattolicesimo; Fontana di Trevi: è una tra le più grandi e note fontane di Roma; Il museo Capitolini: il principale museo civico di Roma; Piazza Barberini: al centro della piazza sorge la Fontana del Tritone celebre opera del Bernini; Piazza del Campidoglio: La trapezoidale Piazza del Campidoglio sul colle omonimo, delimitata sul fondo dal Palazzo Senatorio sede ufficiale del comune; Piazza della Rotonda: è il suggestivo spazio davanti al Pantheon; Piazza San Pietro: è una delle piazze più famose del mondo; Piazza Campo de Fiori: è una della piazze più note della città, anche per la presenzadal 1869 del celebre mercato, ma nel corso della storia è stata utilizzata per corse ed esecuzioni capitali. Lo spazio che occupa fu anticamente quello della platea del tempio di Venere Vincitrice, a ridosso del teatro di Pompeo e il nome de’ Fiori, deriverebbe proprio da una donna amata dal triumviro romano Flora appunto, o più semplicemente dal prato che nel XV secolo vi era cresciuto per lo stato di abbandono; Campanili e Cupola del Borromini: Nel 1653 il pontefice sollevò i Rainaldi dall’incarico dei lavori, già in avanzata fase di esecuzione, affidandoli a Francesco Borromini, il quale progettò l’eliminazione del vestibolo e la costruzione ai lati della facciata di due bassi campanili tali da non ostacolare la vista della cupola, sostenuta da un alto tamburo, culminante con una lanterna contornata da sedici colonne; Facciata di Santa Maria Della Pace: Vicino al lato occidentale di piazza Navona si trova una piazza in miniatura che è direttamente l’opposto di essa per quanto riguarda le sue dimensioni.
La digestione di un tale primo richiede parecchie ore, per questo è preferibile mangiarlo a pranzo, mail gusto è reale e caratteristico; bucatini alla Gricia: unici ingredienti per il condimento: guanciale di origine abruzzese e pecorino romano. Quando ad Amatrice decisero di aggiungere il pomodoro, nacque la più conosciuta pasta all’amatriciana; Trippa alla romana: un piatto non di facilissima digestione. La trippa è composta da diverse parti di stomaco bovino e nella ricetta romana viene cucinata al sugo con l’aggiunta di qualche foglia di menta; spaghetti cacia e pepe: potrebbe sembrare la pasta più facile del mondo da preparare, ma non è così: ottenere una buona mantecatura usando solo pecorino e pepe è davvero un’arte; maritozzo: Si tratta di un tipico dolcetto laziale di pasta cotta in forno, guarnito con panna montata fresca. I fidanzati usavano regalarlo alle loro promesse durante la quaresima; Saltimbocca alla romana: fettine di vitello ben battute, farcite con prosciutto cotto e salvia e tenute chiuse con uno stuzzicadenti. Da friggere rigorosamente nel burro; Coda alla vaccinara: Coda di vitello cotta nel sugo lentamente, in modo da renderla talmente morbida che la carne deve staccarsi dall’osso senza bisogno di utilizzare il coltello. Sicuramente il piatto meno turistico e più verace della cucina romana! Sicuramente vicino al tuo bed and breakfast troverai tanti ristoranti ottimi per provare tutti questi piatti romani deliziosi! Mi stavo dimenticando di dire che La Cattedrale di Roma’ è tra le più importanti (nome completo: Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano) perché è la prima delle quattro basiliche papali maggiori e la più antica e importante basilica d’Occidente e anche la cattedrale della diocesi di Roma. Messa sul colle del Celio, la basilica e il vasto complesso circostante (comprendente il Palazzo Pontifico del Laterano, il Palazzo dei Canonici, il Pontifico Seminario Romano Maggiore e la Pontifica Università Lateranense). Quando sarai in vacanza a Roma, non avrai mai tempo da perdere perché questa città eterna nasconde tanti segreti, e sarai sempre curioso per scoprirla meglio. Sono sicura che dopo una visita, tornerai sempre a rivederla, come fanno a maggior parte delle persone, anzi alcuni se hanno possibilità si spostano lì per abitare! booking.best
Altre cose da vedere sono: I Musei Capitolini - ospitati nel palazzo dei Conservatori e nel Palazzo Nuovo, i Musei Capitolini costituiscono il più antico museo pubblico del mondo, grazie alla donazione del 1471 da parte di Sisto scelta di marmi antichi della collezione Albani, che il museo si ingrandì decisamente. Con Roma capitale evidentemente arrivò a occupare anche il palazzo dei Conservatori e a creare il Museo Nuovo (1925) e il Braccio Nuovo (1952). I musei sono costituiti da una collezione di marmi e bronzi classici, dalla pinacoteca e dal medagliere; Piazza del Popolo-Ultima grande sistemazione urbanistica dell’età papale, realizzata da Giuseppe Valadier all’inizio dell’800. L’obelisco centrale è quello di Ramses II, che Augusto pose nel Circo Massimo e che fu sistemato qui all’epoca di Sisto V da Domenico Fontana (1589), mentre le vasche e i leoni in stile egizio sono aggiunte di Valadier (1823). Prima della salita al Pincio è la splendida chiesa di Santa Maria del Popolo; Carcere mamertino uno dei monumenti più importanti della storia di Roma, dove l’agiografia cristiana vuole reclusi in epoca neroniana gli apostoli Pietro e Paolo. La sua apertura vuole restituire il naturale rapporto di corrente monumento con la Piazza del Foro Romano (Comizio) e l’area del Campidoglio. Intorno al VII periodo d. C. diviene affermazione di culto legato alle figure degli apostoli Pietro e Paolo. I dipinti di IX-XIV secolo rimessi in luce durante i restauri nel Carcere sono il primo documento storico-artistico da riferire alla Chiesa di San Pietro in Carcere. clicca qui
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bedandbreakfast1-blog1 · 5 years ago
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Il caput mundi dei b&b
Roma Caput Mundi, città eterna, culla della civiltà occidentale e capitale del Cristianesimo. Sono solo alcuni degli appellativi per descrivere questa magica città che evidentemente rivela agli occhi dei turisti, un concentrato di arte, storia, architettura e che da tre secoli continua a non avere rivali tra le mete preferite del turismo internazionale. Roma chiamata anche la città eterna è un vero e proprio galeria all’aperto dove, ovunque si guardi, è possibile ammirare le tracce di una storia e di una cultura millenaria. Per vederla bisogna prendere un b&b a Roma, di solito è consigliabile di sceglierne uno al centro storico per essere più vicino ai posti importanti, perché solo così avrà la possibilità di visitare tutto. Sicuramente hai sentito della celebre Fontana di Trevi. Ciò che non sapevi è che essa ha anche un percorso sotterraneo che si estende sotto il rione Trevi. Da qui fa parte anche l’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius la Città dell’Acqua: le strutture di una domus d’epoca imperiale, il castellum aquae dell’Acquedotto Vergine ed i suggestivi reperti (tra cui il celebre volto di Alessandro helios) venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi. In un viaggio nel tempo passato sarà possibile toccare con mano la millenaria stratificazione di Roma ed osservare le testimonianze archeologiche, che hanno contraddistinto la storia della città, dalla realizzazione dell’Aqua Virgo all’incendio di Nerone, dal sacco di Alarico all’assedio dei Goti. Inoltre simile a questa famosa fontana potrai trovare tanti b&b o hotel Roma, molto belli perché lì ci sono tanti palazzi antichi.
Bed and breakfast nel centro storico di Roma
Muoversi a Roma di solito si fa con la metropolitana che è composta da tre linee, identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee; oppure con gli autobus: in totale 348 linee autobus. Alcuni scelgono il Taxi di più per l’aeroporto perché solo in questo modo non si rischia di perdersi sulle meravigliose strade antiche di questa città. Oppure potrai noleggiare un’auto, se chiedi presso il tuo hotel o bed and breakfast di Roma, sicuramente sapranno metterti in contatto con qualche azienda che noleggia le macchine. Ma c’è la possibilità di prendere anche le biciclette che a maggior parte dei bed&breakfast li offrono. Ora che sai come arrivarci sei pronto per visitare: il Colosseo: il più famoso e grande amfiteatro romano situato nel centro di Roma; la Basilica di San Pietro: il centro religioso della Città del Vaticano e anche la più grande delle quattro basiliche papali di Roma, il centro del cattolicesimo; Fontana di Trevi: è una tra le più grandi e note fontane di Roma; Il museo Capitolini: il principale museo civico di Roma; Piazza Barberini: al centro della piazza sorge la Fontana del Tritone celebre opera del Bernini; Piazza del Campidoglio: La trapezoidale Piazza del Campidoglio sul colle omonimo, delimitata sul fondo dal Palazzo Senatorio sede ufficiale del comune; Piazza della Rotonda: è il suggestivo spazio davanti al Pantheon; Piazza San Pietro: è una delle piazze più famose del mondo; Piazza Campo de Fiori: è una della piazze più note della città, anche per la presenzadal 1869 del celebre mercato, ma nel corso della storia è stata utilizzata per corse ed esecuzioni capitali. Lo spazio che occupa fu anticamente quello della platea del tempio di Venere Vincitrice, a ridosso del teatro di Pompeo e il nome de’ Fiori, deriverebbe proprio da una donna amata dal triumviro romano Flora appunto, o più semplicemente dal prato che nel XV secolo vi era cresciuto per lo stato di abbandono; Campanili e Cupola del Borromini: Nel 1653 il pontefice sollevò i Rainaldi dall’incarico dei lavori, già in avanzata fase di esecuzione, affidandoli a Francesco Borromini, il quale progettò l’eliminazione del vestibolo e la costruzione ai lati della facciata di due bassi campanili tali da non ostacolare la vista della cupola, sostenuta da un alto tamburo, culminante con una lanterna contornata da sedici colonne; Facciata di Santa Maria Della Pace: Vicino al lato occidentale di piazza Navona si trova una piazza in miniatura che è direttamente l’opposto di essa per quanto riguarda le sue dimensioni.
La piazza di Santa Maria della Pace (poco conosciuta sia dai romani che dai turisti) è solamente uno spazio nella vastità di Roma, ma essa è anche uno dei più rari esempi di uno spazio urbano progettato ed eseguito da un architetto: si tratta di uno dei più grandi successi dell’architettura barocca in Roma; Facciata della Basilica di San Pietro: l’architetto Carlo Maderno si trovò vincolato a quanto già esisteva nelle fiancate michelangiolesche, la cui altezza doveva trovare corrispondenza anche nella facciata. Egli non poté nemmeno far sormontare l’ordine inferiore con un secondo ordine di altezza proporzionata, poiché avrebbe nascosto eccessivamente la cupola. Si limitò quindi ad cominciare sopra l’ordine inferiore lo stesso attico cinquecentesco che gira tutt’intorno al tempio, come del resto intendeva fare nel suo piano lo stesso Michelangelo. Più che appoggiata al corpo della basilica, la Facciata si eleva autonomamente su fondamenta proprie iniziate il 5 novembre 1607. Il 10 febbraio 1608 fu posta la prima pietra e il 21 luglio 1612 parte dell’immensa mole era compiuta. Larga m 118. 6 e alta m 48 escluse votre statue, marcata da colonne e paraste giganti con capitelli corinzi, si divide in due ordini. Queste sono le poche cose che potrai visitare nella città eterna, perché tutti sanno che Roma è un museo all’aperto. Le persone che abitano lì dicono che non basta una vita per frequentare tutta la città. Però per essere sicuro che avrai tempo di fare più visite, dovrai rubare un bed and breakfast o Hotel a Roma vicino al centro storico. Però quando si pensa a Roma vengono subito in mente solo monumenti e palazzi storici, vie dello shopping e botteghe di artisti. La Capitale offre anche una cultura culinaria, con piatti tradizionali che vi faranno leccare i baffi! Tra i piatti conosciuto che potrai gustare dopo una giornata piena sono: rigatoni con la pajata: la pajata è l’intestino tenue del vitello da latte cotto in umido e con pomodoro per un tempo piuttosto lungo.
La Roma dei bed and breakfast
Queste sono le poche cose che potrai visitare a Roma, però bisogna sapere anche che se il tuo bed and breakfast Roma , non si trova simile al centro storico, ci sono i mezzi pubblici che funzionano benissimo e vengono usati con regolarità ogni giorno sia dai cittadini che abitano lì che dai turisti. Conseguentemente muoversi a Roma, sarà sicuramente facile. La metropolitana di Roma è costituita da tre linee che sono identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 59, 4 km e 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee. Il primo tronco metropolitano è stato inaugurato il 9 febbraio 1955 ed oggi fa parte della linea B-B1, identificata dal colore blu. Il 16 febbraio 80 è stata inaugurata lista, ovvero la linea C è stata aperta ce 9 novembre 2014 ed è caratterizzata dal colore verde. Esistono inoltre ce progetto di realizzazione di una Linea D e progetti di prolungamento delle linee A e B-B1, nonché progetti di trasformazione delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo rispettivamente in Linea E e Linea F. La rete autobus di Roma è il servizio di trasporto pubblico locale composto da 348 linee autobus. Ciò che non sapevi è che nel passato, un primo servizio di trasporto pubblico nacque tra gli anni ’40 e gli anni ’50 dell’800 con l’istituzione di alcune linee indipendenti dall’autorità papale, servite principalmente da carrozze e omnibus, gestite da piccole imprese familiari (che geralmente non possedevano più di due o tre veicoli). Queste linee servivano ce centro storico e le principali piazze romane, tuttavia non avevano orari fissi e si attivavano solo quando veniva raggiunto un congruo numero di passeggeri.
I miglior
bed and breakfast Roma
Arrivato all’incrocio con Via del Corso gira a sinistra e prosegui dritto fino a Piazza del Parlamento dove vedrai, alla tua destra, il palazzo in stile barocco di Montecitorio, sede del Parlamento Italiano. Tornando su Via del Corso girate a destra e arrivi alla Galleria Colonna, dove puoi fermarti per una sosta compresa tra negozi, bar e ristoranti. Visitare la città eterna sicuramente sarà un’esperienza splendido, però non solo essa con le sue bellezze, ma anche la qualità dei bed and breakfast che sono considerati compresa tra i migliori da tutte le città famose. Una giornata nella città eterna inizierà sempre presso ce tuo bed and breakfast con la famosa colazione italiana. La tipica colazione all’Italiana è una delle poche nel mondo ad essere composta da alimenti dolci, in contrasto con la classica colazione continentale, caratterizzata invece da alimenti prevalentemente salati. Infatti, se in Italia la colazione tradizionale è composta da caffè e cappuccino, nel resto d’Europa si usa invece mangiare prosciutto, uova, pane, latte e una spremuta d’arancia. La colazione italiana è solitamente composta da vari alimenti: il latte, ce caffè, la spremuta d’arancia e lo yogurt per quanto riguarda le bevande, mentre tra gli alimenti solidi ci sono i cereali, le fette biscottate, le merendine, il pane, i biscotti e la frutta fresca. Il latte viene solitamente abbinato al caffè dagli adulti, creando una sorta di caffelatte, mentre i bambini invece lo bevono aromatizzato al cacao o con del miele. Ora che abbiamo detto tutto questo, e il tempo che parti nell’avventura della tua vita nella la capitale dell’Italia. Però dovresti sapere che per visitare avrai bisogno di spostarti. Il programa usato dai turisti ma anche dai cittadini della città sono i mezzi pubblici.
La città eterna e I suoi b&b
Inoltre per muoversi a Roma potrai usare anche il Taxi, perché avvolte è molto più facile come ad esempio andare dall’aeroporto fino al tuo b&b. Il centro storico di Roma, racchiuso all’interno delle e delle mura gianicolensi, è stato riconosciuto, nel 1980, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Esso è, cioè la somma della superficie dei 22 rioni che lo compongono, e conta ad oggi 186. 802 abitanti. Nell’intera città storica si riconosce il valore di oltre 25.000 punti di interesse ambientale e archeologico censiti dalla Carta della Qualità: in virtù di ciò Roma risulta la città con più monumenti al mondo. Quello che non sapevi è che la scrittrice Elsa Morante ha ambientato nella città eterna il suo romanzo La storia. Fra le macerie del quartiere di San Lorenzo, devastato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, lungo le borgate periferiche affollate di nuovi poveri, fra miserie antiche e recenti si muove un piccolo universo di persone che delineano in maniera poetica con i loro affanni ce preciso momento storico attraversato dalla città. Quindi ce centro storico di Roma è molto importante, grazie alle sue bellezze e la storia piena di ricordi. Per compiere la prima delle passeggiate al centro storico, ti suggerisco che dal tuo bed and breakfast prendere la linea A della metropolitana e di scendere alla fermata Flaminio. Uscendo dalla metro vedrà la Piazza del Popolo, una delle più grandi e suggestive di Roma, dove potrai entrare nella chiesa subito a sinistra S. Maria del Popolo contenente dipinti del Caravaggio e del Pinturicchioo in una delle due chiese gemelle che troverai nella piazza, S. Maria in Montesanto e S. Maria dei Miracoli. Da queste due chiese importanti si possono vedere tre grandi strade che formano ce cosiddetto tridente: prendete il fatto a sinistra, Via del Babuino, in modo da giungere in Piazza di Spagna. Da qui potrai scattare foto alla famosa scalinata e alla fontana della Barcaccia del Bernini e, poi, prendere Via dei Condotti e concederti una passeggiata tra le vetrine dei negozi più lussuosi della città.
Altre cose da vedere sono: I Musei Capitolini - ospitati nel palazzo dei Conservatori e nel Palazzo Nuovo, i Musei Capitolini costituiscono ce più antico museo pubblico del mondo, grazie alla donazione del 1471 da parte di Sisto IVdi alcune opere d’arte bellissime precedentemente conservate in Laterano. Nel ‘500 Leone X e Pio V implementarono la collezione, ma fu soprattutto nel 1734 con l’acquisizione della =-collezione di marmi antichi della collezione Albani, che ce museo si ingrandì assai. Con Roma capitale evidentemente arrivò a occupare anche il palazzo dei Conservatori e a creare ce Museo Nuovo (1925) e il Braccio Nuovo (1952). I musei sono costituiti da una collezione di marmi e bronzi classici, dalla pinacoteca e dal medagliere; Piazza del Popolo-Ultima grande sistemazione urbanistica dell’età papale, realizzata da Giuseppe Valadier all’inizio dell’800. L’obelisco centrale è quello di Ramses II, che Augusto pose nel Circo Optimum e che fu sistemato qui all’epoca di Sisto V da Domenico Fontana (1589), mentre le vasche e i leoni in stile egizio sono aggiunte di Valadier (1823). Prima della salita al Pincio è la splendida chiesa di Santa Maria del Popolo; Carcere mamertino uno dei monumenti più importanti della storia di Roma, dove l’agiografia cristiana vuole reclusi in tiempo neroniana gli apostoli Pietro e Paolo. La propria apertura vuole restituire ce naturale rapporto di attuale monumento con la Piazza del Foro Romano (Comizio) e l’area del Campidoglio. Intorno al VII periodo d. C. diviene luogo di culto legato alle figure degli apostoli Pietro e Paolo. I dipinti di IX-XIV secolo rimessi in luce durante i restauri nel Carcere sono il primo documento storico-artistico da riferire alla Chiesa di San Pietro in Carcere. clicca qui
La digestione di un tale primo richiede parecchie ore, per questo è preferibile mangiarlo a pranzo, mail gusto è reale e caratteristico; bucatini alla Gricia: unici ingredienti per il condimento: guanciale di origine abruzzese e pecorino romano. Quando ad Amatrice decisero di aggiungere ce pomodoro, nacque la più conosciuta pasta all’amatriciana; Trippa alla romana: un piatto non di facilissima digestione. La trippa è composta da diverse parti di stomaco bovino e nella ricetta romana viene cucinata al sugo con l’aggiunta di qualche foglia di menta; spaghetti cacia e pepe: potrebbe sembrare la pasta più facile del mondo da preparare, ma non è così: conquistare una buona mantecatura usando solo pecorino e pepe è davvero un’arte; maritozzo: Si tratta di un tipico dolcetto laziale di pasta cotta in forno, guarnito con panna montata fresca. I fidanzati usavano regalarlo alle loro promesse durante la quaresima; Saltimbocca alla romana: fettine di vitello ben battute, farcite con prosciutto cotto e salvia e tenute chiuse con uno stuzzicadenti. Da friggere rigorosamente nel burro; Coda alla vaccinara: Coda di vitello cotta nel sugo lentamente, in modo da renderla talmente morbida che la carne deve staccarsi dall’osso senza bisogno di utilizzare il coltello. Sicuramente il piatto meno turistico e più verace della cucina romana! Sicuramente vicino al tuo b&b troverai tanti ristoranti ottimi per provare tutti questi piatti romani deliziosi! Mi stavo dimenticando di dire che La Cattedrale di Roma’ è tra le più importanti (nome completo: Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano) perché è la prima delle 4 basiliche papali maggiori e la più antica e importante basilica d’Occidente e anche la cattedrale della diocesi di Roma. Messa sul colle del Celio, la basilica e ce vasto complesso circostante (comprendente il Palazzo Pontifico del Laterano, il Palazzo dei Canonici, il Pontifico Seminario Romano Maggiore e la Pontifica Università Lateranense). Quando sarai in vacanza a Roma, non avrai mai tempo da perdere perché questa città eterna nasconde tanti segreti, e sarai sempre curioso per scoprirla meglio. Sono sicura che dopo una visita, tornerai sempre a rivederla, come fanno a maggior parte delle persone, anzi alcuni se hanno possibilità si spostano lì per abitare! booking.best
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dilebe06 · 6 years ago
Note
Intanto fai post pro fake Novella ma poi critichi solo Clarice e Lore con falsità tipo che lei muore e lui se ne frega, o che mentre lei era via lui pensava alla Donati quando non c'era nessuna relazione. Se lui non visitava moglie e figli a volte non è xché si stava divertendo, c'erano peste e attentati infatti Clarice nelle lettere è preoccupata che lui non dica la verità. Lei aveva influenza eccome: molti andavano da lei per chiedere favori al marito. Leggi lettera "per amore di clarice"
“Intanto fai post pro fake Novella ma poi critichi solo Clarice e Lore con falsità tipo che lei muore e lui se ne frega“
Innanzitutto ti prego di leggere , come ti ho già scritto, altri miei post sui Medici tipo QUESTO. Di nuovo, ho criticato TUTTE le storie d’amore della serie tv, da questa a quella di Giuliano e Simonetta. Quindi, ti pregherei prima di accusarmi, di leggere.  
Inoltre, ho scritto e riscritto che Lorenzo provava affetto per Clarice, la rispettava e le voleva bene. non capisco davvero di cosa tu ti stia lamentando. Quello che poi io ho aggiunto, è che la realtà della loro storia, era meno romanzata di cosi:
Lorenzo abitava a Firenze e Clarice a Carafaggiolo? Si. 
Lorenzo componeva sonetti PURAMENTE PLATONICI per Lucrezia? Si
Clarice aspettava Lorenzo per cena e lui non si presentava? Si.
“Avrei tanto caro fussi venuto a goderle qui con essi noi, che v’abbiamo aspettato già son tre sere infino alle tre ore”.  ( Clarice a Lorenzo)
per inciso, sperando di chiudere la questione, qui c’è un pensiero riassunto di come penso sia stata la relazione tra i due.
Nella dimora di via Larga – opificio del pensiero neoplatonico, cantiere delle arti – Clarice vive poco. Nei vent’anni passati accanto al marito, la Orsini si trova quasi confinata con i figli nella villa di Cafaggiolo, dove Lorenzo – non amando la caccia – si fa vedere di rado. E tuttavia lei lo aspetta.
Estratto
per essere ancora più precisi, Wikipedia scrive:
Clarice aveva un carattere religioso che mal si adattava alla mentalità aperta degli umanisti, dei quali suo marito era il perno. La musa ispiratrice di Lorenzo era stata infatti la fiorentina Lucrezia Donati, alla quale dedicò le sue poesie, mentre non ne dedicò alcuna alla consorte. Tuttavia, se si considera il contesto del tempo, non stupisce che la Orsini non fosse oggetto di quel tipo di attenzione: la lirica di Lorenzo seguiva la scuola trobadorica e le teorie di Andrea Cappellano secondo cui l'Amor Cortese può essere soltanto adulterino, escludendo quindi un rapporto matrimoniale. Secondo la mentalità di quel tempo, dedicare quel tipo di poesia alla propria moglie, quindi la compagna ufficiale e legittima, poteva essere visto come inconsueto e perfino di poco gusto. Nonostante le differenze fra loro ed il fatto che il matrimonio fu combinato, la corrispondenza fra i due mostrava toni di affetto e rispetto reciproco. A differenza di suo padre e suo nonno, Lorenzo non ebbe figli illegittimi ed ebbe la numerosa prole solo da Clarice. [2]
Per poi continuare:
il marito espresse tutto il suo dolore e difficoltà nell'accettare la perdita della consorte...
Quindi, come puoi vedere, mentre come sostengo da sempre Lorenzo provasse stima, affetto, rispetto, e gratitudine verso questa donna, la serie tv ha romanzato questa relazione.
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fondazioneterradotranto · 4 years ago
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Gesuiti salentini in America (II parte)
di Francesco Frisullo e Paolo Vincenti
  Le vicende risorgimentali costrinsero a più riprese i gesuiti alla fuga dall’Italia. In particolare, i gesuiti salentini, che interessano da vicino la nostra disamina, dopo aver vagato tra i collegi di Malta, Spagna, Francia, presero la via dell’America.
Occorre dire che l’ordine dei gesuiti risulta ab imis vocato ai viaggi e alle esplorazioni delle terre lontane. I figli di Ignazio più degli altri confratelli si rivelano cittadini del mondo, essi fin dal Cinquecento si disperdono per i cinque continenti e si spingono verso le terre selvagge con l’obiettivo di evangelizzare i popoli.
Tra i primi gesuiti italiani che dovettero lasciare l’Italia alla volta degli Stati Uniti troviamo Giuseppe Bixio (1819-1889) fratello del più noto Nino Bixio, luogotenente di Garibaldi. Nel 1844 giunse negli Stati Uniti, nei territori delle Montagne Rocciose, il gesuita Michele Gil Accolti (1807-1878) che molte voci dicono erroneamente nato a Copertino, Lecce, ma che è in realtà originario di Conversano[1]. Gil Accolti nel 1851 a Santa Clara (California) fonda l’omonima Università che oggi si presenta come “The Jesuit University in Silicon Valley”, nel cui cimitero riposano anche i resti di Vito Carrozzini, missionario originario di Soleto. Una storia lunga e proficua, dunque, quella delle missioni gesuitiche italiane nel Nuovo Continente[2].
  Vito Carrozzini
Nasce a Soleto (Lecce), il 15 agosto 1838. Entra nel collegio dei Gesuiti a Napoli il 22 dicembre 1857[3], all’età di 20 anni. Il suo esempio viene seguito un anno dopo da uno dei suoi fratelli, Vincenzo. Quando scoppiò la rivoluzione nel regno di Napoli, le case e i collegi dei gesuiti furono chiusi ed i frati dispersi in altre Province della Società.  Carrozzini fu inviato a Balaguer, in Spagna, insieme al fratello, per seguire il corso di filosofia[4]. Nell’autunno del 1863, per ordine dei Superiori, partirono in missione[5].  Tra il 1854 e il 1868, a più riprese i gesuiti vennero cacciati dalla Spagna e a parziale compensazione il governo iberico consentì l’insediamento della Compagnia nelle Antille. Nel 1852, per volere della regina Isabella II, era stato fondato il Colegio de Belén, a L’Avana.  Vito e Vincenzo Carrozzini partirono dunque da Balaguer per Porto Rico. Arrivati a L’Avana, furono costretti a sbarcare, poiché Vincenzo era gravemente ammalato e prossimo alla morte. A malincuore, Padre Vito riprese il viaggio alla volta di Porto Rico, lasciando il fratello, che morì tre o quattro giorni dopo. A Porto Rico, Carrozzini insegnò un anno grammatica e quattro anni scienze naturali.  Fu molto ligio al dovere di insegnante pur non trascurando la missione apostolica. A causa dei pochi mezzi per ventilare la stanza nella quale viveva, inalò una grande quantità di gas nocivo che gli procurò la malattia cardiaca che, qualche anno dopo, lo portò alla morte. Nel 1868 fu richiamato in Spagna per avviare lo studio di teologia, nella città di Leon. Si trasferì però subito a Laval, dove passò quattro anni nello studio di teologia.
Ripartì per l’America nel 1873[6]. Dopo una breve permanenza a Porto Rico, venne inviato nel Nuovo Messico e nel Colorado. Tra estremi sacrifici, portò avanti con zelo la sua attività, pur afflitto da difficoltà respiratorie. Per visitare la vasta comunità cattolica presente in quel territorio doveva percorrere molte miglia nella sconfinata e selvaggia distesa che si estendeva da Las Animas a Trinidad, costretto spesso a passare la notte all’aria aperta, senza bere né mangiare. Carrozzini lavorò molto anche a San Miguel, a Las Vegas, nelle città di La Junta e Pueblo, senza risparmiare energie. Di lui ci parla, unica fonte italiana, Padre Barrella[7]. Quando le sue condizioni di salute peggiorarono, venne mandato nel clima più mite della California, per potersi ritemprare. Giunse nel mese di giugno 1876 a Santa Clara, California, sede dell’omonima università fondata nel 1851 dai gesuiti. Qui morì per complicazioni polmonari a 39 anni, dopo 19 trascorsi nella Compagnia di Gesù[8]. Oltre alle scienze naturali, egli aveva un talento particolare per la pittura. Il ritratto di Sant’Ignazio, custodito nella sala ricreativa dei Padri del Woodstock College[9], è opera sua, così come molte altre pitture presenti nelle missioni che aveva frequentato. Il profilo di Padre Carrozzini è tratto da una importante fonte gesuitica americana, le Woodstock Letters[10]. 
  Giovanni Guida
Nasce a Nola nel 1828, si trasferisce con tutta la famiglia a Lecce. Qui fu influenzato dalla presenza del collegio /convitto gesuitico lupiense, retto da Carlo Maria Turri dal 1839, e infatti ben presto maturò la vocazione di entrare nella Compagnia di Gesù e prendere i voti[11]. Il 15 giugno 1843, a quindici anni, fu ricevuto nel noviziato di Sorrento[12]. Studia teologia e filosofia a Napoli e viaggia in Italia, in Francia e in Belgio. Inizia l’insegnamento a Benevento, ma soffre problemi di salute, infatti è colpito da una infermità polmonare che lo costringe ad abbandonare la cattedra. Viene ordinato sacerdote nel settembre 1854. La professione dei voti ebbe luogo il 15 agosto 1862. Ristabilitosi in salute, ben presto si trasferisce negli Stati Uniti, a Georgetown, Washington, dove tiene lezioni di teologia presso la Georgetown University, fondata nel 1789 e diretta dalla Compagnia di Gesù dal 1851 fino ad oggi, e poi a Boston, presso il Boston College, fondato nel 1863 dai gesuiti.  Quando era a Georgetown, Padre Guida fu protagonista di un episodio davvero singolare che portò il suo nome agli onori delle cronache. Per un fortuito quanto rocambolesco scambio di persona, egli venne infatti ritenuto l’assassino del Presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln. Venne così arrestato, prima che l’equivoco fosse risolto. Le cronache locali si impadronirono di quell’episodio e intorno ad esso fiorirono delle leggende, dovute alle diverse versioni che la vulgata attribuiva all’accaduto. In particolare, l’episodio alimentò la nota leggenda nera per la quale più volte nella storia la Compagnia è stata accusata di regicidio, accusa che viene dai sentimenti anticattolici all’epoca largamente presenti nella società europea. Sta di fatto che Padre Guida passò dagli altari alla galera per una caso che oggi definiremmo di malagiustizia. Probabilmente, a determinare la sua incriminazione fu la notevolissima somiglianza con John Wilkes Booth, un famoso attore di teatro che era a capo di una larga cospirazione contro il Presidente Lincoln e che fu l’esecutore materiale dell’omicidio. Lincoln venne colpito il 14 aprile, mentre assisteva ad uno spettacolo al Ford’s Theatre di Washington durante le fasi conclusive della guerra di secessione americana, e morì la mattina successiva, 15 aprile. Guida, interrogato ed esaminato da un ufficiale non fu in grado di scagionarsi e venne quindi detenuto fino a quando non fu rintracciato il vero criminale.
Chiamato dal vescovo Machebeuf, di Denver, giunse in Colorado nell’agosto 1879, quando iniziò la sua missione. Fra mille difficoltà e ostacoli, fondò la Parrocchia del Sacro Cuore e, durante i diciannove anni del suo missionariato, eresse molte altre chiese nella diocesi. Nel 1890, costruì una scuola e una residenza per le suore. Insegnò filosofia e teologia alla Georgetown University. Cultore dei classici antichi, parlava fluentemente inglese, francese e spagnolo, oltre alla sua lingua madre. Pur ammalatosi, nel luglio del 1896, Padre Guida fu nominato Rettore del Sacred Heart College di Denver. Nell’ottobre 1898, venne richiamato a Napoli per diventare rettore del nuovo scolasticato a Posillipo.  Nel 1902, tornò a Denver, dove rimase fino alla sua morte. Il 15 giugno 1918, festeggiò il settantacinquesimo anniversario del suo ingresso nella Compagnia e il 23 maggio 1919 passò a miglior vita. La Messa funebre venne celebrata nella sua adorata Chiesa del Sacro Cuore[14].
  Alessandro Leone
Su Padre Alessandro Leone sappiamo che nasce a Scorrano, Lecce, il 28 dicembre 1838. Entra nella Compagnia di Gesù il 26 ottobre 1855[15] e nel 1870 viene inviato nella Missione del New Mexico e del Colorado. Durante gli anni del suo missionariato, fu indefesso nell’opera apostolica e spese tutto sé stesso nell’evangelizzare e convertire i messicani al Cristianesimo. Le fonti americane lo descrivono come uno di più zelanti gesuiti nell’instancabile opera a difesa della fede. Appena giunto in America, viene mandato nelle parrocchie di Albuquerque, La Junta, Trinidad e Isleta. Percorre lunghe distanze a cavallo per visitare i suoi parrocchiani, accontentandosi di pasti frugali e ricoveri di fortuna. Muore ad Albuquerque, la sera del 26 luglio 1913[16]. Di lui ci ha lasciato un  ritratto Rosa Maria Segale, ovvero Suor Blandina (1850-1894), proveniente da Cincinnati (Ohio) ma originaria di Genova, appartenente all’ordine delle Suore di Carità, missionaria a Trinidad, tra il Colorado e il Nuovo Messico, che riportò i suoi ricordi in un prezioso diario più volte ripubblicato[17].
  Salvatore Personè
Su Padre Salvatore Personè, uno dei pionieri della missione nel New Mexico-Colorado, disponiamo di molte informazioni. Nacque ad Ostuni, nel 1833, ultimo di una famiglia di otto figli, sette ragazzi e una ragazza. Dei ragazzi, tre divennero religiosi: Raffaello, teatino; Carlo e Salvatore, gesuiti. Frequentò il Regio Liceo San Giuseppe a Lecce e poi entrò nel Collegio Argento sempre a Lecce. A vent’anni decise di accompagnare suo fratello Carlo (di due anni più grande[18]) a Napoli, dove entrò nel noviziato, il 14 novembre 1853. A Napoli, Padre Personè, oltre al suo insegnamento, iniziò a predicare nelle diverse chiese, inclusa la Cattedrale. La sua naturale eloquenza attirava grandi folle di fedeli. Quando nel 1860 i gesuiti vennero espulsi dal regno, la maggior parte dei membri dispersi raggiunse la Francia e gli scolastici continuarono i loro studi a Vais, il collegio della provincia di Tolosa. Salvatore in breve tempo padroneggiò facilmente il francese; così, anche da studente, accompagnava l’eminente moralista padre Gury a svolgere le missioni nelle città circostanti. Dopo la sua ordinazione, il 14 giugno 1865, ritornò in Italia e frequentò molte residenze della Campania e della Basilicata. Intenzionato a prendere i voti, quand’era al terzo anno di prova, venne raggiunto dall’ordine di imbarcarsi per l’America in compagnia di altri fratelli. Lungo la costa occidentale della Francia (la guerra franco-prussiana imperversava), procedendo con cautela da una città all’altra, la nave raggiunse Brest, da dove salpò per gli Stati Uniti.  Giunto a Frederick, nel Maryland, dopo molto tempo e con grande fatica poté riprendere il viaggio che lo portò ad Albuquerque, nel New Mexico, allora quartier generale della missione. Fu lì, il 26 novembre 1871, che prese i suoi ultimi voti.  Si recò a Conejos, in Colorado, e fu il primo gesuita a giungere in quella città. Richiamato a Las Vegas, nel New Mexico, dove era stata avviata la Revista Catolica, divenne superiore della residenza. Da quel momento, coprì la maggior parte del Nuovo Messico nelle sue escursioni apostoliche, predicando in quasi tutti gli insediamenti del territorio. Fu spesso anche in Messico. Quando venne aperto il Collegio di Las Vegas, divenne il suo primo rettore, il 4 novembre 1878.  Poiché i mezzi di comunicazione e di trasporto erano scarsi, doveva abbastanza frequentemente prendere il posto degli insegnanti assenti e impossibilitati a raggiungere la missione, per permettere agli studenti di non perdere le lezioni. Nonostante queste difficoltà, il Collegio si sviluppò e prosperò, i ragazzi erano numerosi, si mantenevano elevati standard di studio e la città era orgogliosa della sua sede di apprendimento.
Nel 1883 Padre Personè lasciò la presidenza a Padre Pantanella mentre tornava ad Albuquerque come superiore. Questa disposizione, tuttavia, non durò a lungo. Verso la fine del 1884 a Padre Pantanella fu affidato il compito di aprire un nuovo collegio a Morrison, vicino Denver, e Padre Personè tornò a Las Vegas e vi rimase fino a quando i collegi di Las Vegas e Morrison furono fusi nel Sacred Heart College (ora Regis College) di Denver. Dal 1892 al 1902, fu superiore a Trinidad, in Colorado. Nel 1902 venne richiamato in Italia e nominato rettore del Collegio di Lecce. Fu nel Salento che subì il primo attacco di reumatismi infiammatori, un disturbo dal quale non si riprese mai più. Su consiglio dei medici tornò in America, la terra che amava. Del resto, come riferisce Barrella, a Lecce non era molto apprezzato[19] e questo fatto rafforzò il suo proposito di abbandonare l’Italia. Per qualche tempo governò a Las Vegas, fino a quando nel 1908 assunse ancora una volta la direzione della residenza di Trinidad.  Qui si adoperò per la costruzione di una nuova e più grande casa della missione, benedetta dal vescovo di Denver l’11 febbraio 1912[20].
Padre Personè, soprannominato dai nativi americani “il Nemico della tristezza”[21], era costretto a lunghi soggiorni in ospedale. La sua memoria divenne compromessa e i suoi occhi si indebolirono; aveva ormai ottant’anni. Il 20 dicembre 1922, entrò per l’ultima volta in ospedale. Morì il 30 dicembre dello stesso anno. Al suo funerale, presieduto dal reverendo vicario generale della diocesi di Denver, parteciparono non solo i cattolici, ma anche i protestanti e gli ebrei e vi fu un grandissimo concorso di popolo[22].
  Note
[1] Su Accolti si veda Voce, a cura di G. McKevitt, in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús (4 volúmenes) biográfico-temático, a cura di Charles E.O’Neill e Joaquín María Domínguez, Universidad Pontificia Comillas, Madrid, Insititutum Historicum Societatis Iesu, Roma, 2001, p. 63 (del pdf); Voce, a cura di Pietro Pirri, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 1, 1960 (on line).
[2] Per la precisione storica, i primi gesuiti arrivarono in America nel 1566. Per la storia della Compagnia di Gesù nel Nord America si rinvia a Raymond A. Schroth, S.J., The American Jesuits A History, New York, University Press, 2007. Un’opera monumentale sulla presenza dei gesuiti italiani in America con molti riferimenti anche ai missionari citati in questo contributo è: Gerard McKevitt, Brokers of Culture Italian jesuits in the American West 1848-1919, Stanford University Press, Stanford, California, 2007, passim.
[3] Catalogo Provinciae Neapolitanae, 1859, p.53.
[4] Catalogus Provinciae Hispanie, 1861, p. 36.
[5] Antonio López de Santa Anna, Los Jesuítas en Puerto Rico de 1858-1886 contribución a la historia general de la educación en Puerto Rico Santander, España : [Sal Terrae], 1958, p.161: “P. Carrozzini Vicente-Scol. . . . 1863-1865 e P. Carrozzini Vito-Scol 1863- 1868”.
[6] Catalogus Provinciae Merylandiae 1873, p.8. Precisamente, nel noviziato di Frederick Maryland risulta: “Patres Tertiae Probationis  Vitus  Carrozzini”.
[7] Giovanni Barrella, La Compagnia di Gesù nelle Puglie 1574-1767. 1835-1940, a cura dell’Istituto Argento, Lecce, Tip. Editrice Salentina, 1941, p.133.
[8] Jack Mitchell, S.J., Necrology of the California province of the Society of Jesus 1845-2008, p. 80.
[9] Il Woodstock College venne inaugurato nel 1869 e primo rettore fu il gesuita napoletano Angelo Paresce (1817-1879). Ha operato fino al 1975.
[10] Woodstock Letters, Volume VI, Number 2, 1 May 1877, pp. 124-129.
[11] Catalogus Provinciae Neapolitanae 1839, p. 18.
[12] Catalogus Provinciae Neapolitanae 1844, p. 23.
[13] https://www.jesuit.ie/news/the-assassins-lookalike/
[14] Preziosa fonte per la conoscenza di questa figura sono le Woodstock Letters, Volume XLIX, Number 1, 1 February 1920, pp. 122-126. Le pubblicazioni delle Woodstock Letters vanno dal 1872 al 1969, per un totale di 98 volumi.
[15] Catalogus Provinciae Neapolitanae 1856, p.17.
[16] Woodstock Letters, Volume XLIII, Number 1, 1 February 1914, p.99.
[17] Suor Blandina una suora italiana nel West, a cura di Valentina Fortichiari, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1996, pp.200-201.
[18] Carlo Pesonè è stato missionario in America dal 1831 al 1916:  Voce Salvatore Personè, a cura di  T. Steele, in  Diccionario, cit., p. 6404.
[19] Giovanni Barrella, La Compagnia di Gesù, cit., pp. 34-35.
[20] Father Persone 50 Years Priest to Sing Jubilee Mass at Trinidad; Founder of Sacred Heart College, in «Denver Catholic Register», Vol. IX, n.45, June 11, 1914, pp.1, 4.
[21] Suor Blandina una suora italiana nel West, cit., p.198.
[22] Woodstock Letters, Volume LIII, Number 3, 1 October 1924, pp.387-390. Inoltre si veda J. Manuel Espinosa, The Neapolitan Jesuits on the Colorado Frontier, 1868-1919, in «The Colorado Magazine», Vol. XV, Denver, Colo., March, 1938, n.2,  p. 68 (l’articolo cita anche Alessandro Leone); Voce, a cura di  T. Steele, in  Diccionario, cit. Questa fonte indica che Salvatore fu addirittura ad Albuquerque (1883-1884) presidente della prima compagnia petrolifera del New Mexico.
  Per la prima parte vedi:
Gesuiti salentini in America – Fondazione Terra D’Otranto
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lasvocesdelosotros · 4 years ago
Text
noviembre 2020
01
Dios dijo que Adán moriría el día que comiese del árbol de la ciencia. Según Dios, la consecuencia inmediata del probar del árbol de la ciencia debía ser la muerte, según la serpiente (ésta, por lo menos, podía falsear el sentido de sus palabras), la igualdad con Dios [...].
 Kafka
  02
[...]
Tanto una como otra afirmación eran inexactas de manera análoga. Los hombres no murieron pero se volvieron mortales, y no fueron iguales a Dios pero alcanzaron una facultad indispensable para serlo. Sin embargo, tanto una como otra afirmación eran también exactas de manera análoga. No murió el hombre sino el hombre paradisíaco, no se convirtió en Dios pero alcanzó la ciencia divina.
 Kafka
 03
Estamos doblemente alejados de Dios: el pecado original nos aleja de él, el árbol de la vida lo aleja a él de nosotros.
 Kafka
  04
El hecho de que nuestra misión sea tan grande como nuestra vida le da una apariencia infinita.
 Kafka
  05
Fuimos expulsados del paraíso que sin embargo no fue destruido. La expulsión del paraíso terrenal fue, en cierto modo, una suerte, porque si no hubiésemos sido expulsados, habría que haberlo destruido.
 Kafka
  06
Tres cosas: Verse a sí mismo como una cosa ajena, olvidar lo visto, conservar la mirada. O sea, dos cosas solas, dado que la tercera comprende la segunda.
 Kafka
  07
Los puntos de vista del arte y de la vida son distintos aun en el mismo artista.
 Kafka
  08
Las preocupaciones por cuyo peso los privilegiados se excusan ante los oprimidos son precisamente las preocupaciones por conservar sus privilegios.
 Kafka
  09
Quien cree no se topará nunca con un milagro. Las estrellas no se ven de día.
 Kafka
  10
El Mesías sólo llegará cuando ya no haga falta, sólo llegará un día después de su propia llegada, no llegará en el último día, sino en el ultimísimo.
 Kafka
  11
No conozco el contenido, no poseo la llave, no creo en las voces, todo comprensible, ya que soy yo mismo.
 Kafka
  12
Quien obra un milagro piensa: No puedo desligarme de la tierra.
 Kafka
  13
Conócete a ti mismo no significa: obsérvate. Obsérvate es la palabra de la serpiente. Significa: hazte señor de tus acciones. Pero ahora ya lo eres, eres señor de tus acciones. La palabra significa entonces: ¡Desconócete! ¡Destrúyete! Por consiguiente, algo malo, y sólo cuando alguien se inclina profundamente puede oír al bien, que dice: «Para hacerte el que eres».
 Kafka
  14
¿El hecho de que existan las religiones es tal vez la prueba de la imposibilidad, para el individuo, de ser permanentemente bueno? El fundador se arranca del bien absoluto y se encarna. ¿Lo hace por el bien de los otros o porque cree que sólo junto a los otros puede seguir siendo lo que era, porque debe destruir el "mundo" para no tener que amarlo?
 Kafka
  15
Presto, il vecchio scoprì ciò che non aveva capito della terra e del cielo nell'alleanza dei frutti, e ne ebbe paura. La noia, l'insondabile noia lo prese. La sua notte si svuotava di stelle... Volle comunque dubitare, ma sapeva molto bene che non avrebbe potuto credere più né al suo pensiero né al suo dubbio. Cercò di piangere, ma non ci riuscì...
 Gabrielle Althen
[Francia]
  16
Me detengo en tu vientre
como quien ha palpado
la intimidad del mundo.
 Verónica Aranda
[España]
  17
Creía que era la última noche del mundo
y que en el horizonte iban a aparecer los ángeles,
los de la luz y los de la oscuridad,
y en la contienda mortal muchos perecían.
Los hombres sería los espectadores de la batalla
entre las huestes del bien y del mal.
De las nubes caerían los oros del día desgarrado.
 Pero no era la última noche del mundo,
era una noche más que no iba a volver al mundo.
Parado frente a la ventana de un cuarto que daba
a un río desaparecido, sobre unas casas grises,
un ángel pensaba en los cuerpos de agua que habían sido,
oía en la distancia la historia de su niñez perdida.
El río corría en el ayer, que es un futuro hacia atrás.
 Homero Aridjis
[México]
  18
Entonces, desinflado, desganado,
me fui desandando los caminos,
como si el amor de los seres conocidos
se hubiese ido de las calles de la Tierra.
Entonces, al llegar a mi casa,
como el ángel de la ventana, me puse
a oír el agua del río desaparecido.
 Homero Aridjis
[México]
  19
Nel posto in cui sono nato
le case si accartocciano su sé stesse
ma gli alberi crescono altissimi.
Tutti i cavalli nati nel mio stesso anno, o prima
hanno già corso in lungo e in largo
finché sono arrivati a un altro prato.
Ma le tartarughe conservano memorie e cicatrici.
 I grandi apparecchi e i computer
della mia infanzia
oggi non sono più grandi di uno spillo.
Ma i detti zen sono ancora saldi e lucenti
com'erano, e danno alle parole il giusto
spazio tra le loro lettere.
 Tusureil Assaf
[Israele]
  20
Debo quedarme quieta mientras nace un árbol. No debo mover un ápice si el árbol procura estirar sus ramas dentro de mi cuerpo [...] me han ordenado permanecer en calma, muda como la tierra antes de convertirse en bosque.
 Ketty Blanco
[Cuba/España]
  21
Crear una forma meritoria del infierno
donde por el resto de la eternidad se invierta la etiqueta
y los comensales pasen a ocupar el centro de la mesa
el privilegiado lugar de los comidos
 He aquí la justa furia del cordero
 Rómulo Bustos Aguirre
[Colombia]
  22
Han mirado desde su propio cielo
como camina el hombre su país [...]
 Nos observan.
Bellos y desnudos,
mientras ardemos
cada uno,
al frente de nuestro propio fuego.
 Yirama Castaño Güiza
[Colombia]
  23
Sweat, may as well be blood,
streaks on rocks and bones
artifacts crushed to gravel
by the heavy-footed compression
of many generations.
 We look for a better horizon
but nothisng protects us
from the unforgiving greed
of a prolonged summering sun.
We rupture and collapse
from futile attempts
to rebuild our dried-out oasis.
 Not even the stalwart yucca
stands a chance
against quixotic winds
from that might be giants.
 Jerry García
[USA]
  24
L'infanzia, l'erba
 Privati di foreste e di laghi,
La terra scavata
Come un pozzo
Camminiamo a fianco del mondo
Al ritmo cieco dell'oblio
 Come l'acqua grave
Sorge dalla pietra
Più ampia della perdita
Una presenza di linfa
Un sapore d'uva
Apre un passaggio
 Un turbamento indeciso vagabondo
Un fremito d'aria, di fiamme
E di colline blu
La freschezza testarda dei papaveri
Un volo di rondini
 Ed ecco che arriva una freschezza
Senza età
Un puro spazio di canto
L'onda intima del vento nei nostri respiri
 Sulle nostre fronti
Come un fremito d'alba
L'elementare scossa d'erba tenera.
 Florence Giust-Desprairies
[Francia]
  25
larga ha sido la marcha hasta llegar a la soledad multitudinaria y no lo esperábamos
 Manuel García Verdecia
[Cuba]
  26
Sabemos por híkuri que la oración es silencio al silencio
Dirigido o canción que se canta en la noche para nacer;
Por híkuri, estrella en flor, sabemos que todo el conocimiento
Es súbitamente accesible, como antes, muy antes,
Cuando las estrellas respondían y hablaban por nosotros.
 Agustín Jiménez
[México]
  27
Elevar el cántico, encontrar la rosa del desierto,
Disfrutar el don de la paciencia, mirar en la noche,
El humilde destino y el resplandor de la ebriedad
De las estrellas; escuchar la respiración de la tierra
Calcinada, quemada, dura. De súbito, saber
Que híkuri ya está en ti, y que todavía estás vivo.
Danzar. Volar. Elevar el cántico. Iniciar la plegaria.
 Agustín Jiménez
[México]
 28
È bella quest'iimagine di noi
che siamo soli senza solitudine,
perché siamo molecole animate
di un organismo umano.
E non è solitudine la solitudine
dei corpi, perché sappiamo d'essere materia
esposta come creta all'intemperia
di una vita più grande, planetaria.
 Maria Grazia Calandrone
[Italia]
 29
voi interventori dei desaparecidos,
dei voli della morte,
voi che rapite, odiate, orecchie, sessi,
strappate occhi, unghie, lingue e denti,
tagliate teste, filmate, proclamate,
— meglio in nome di Dio, per dar un senso —,
 Alessandro Fo
[Italia]
 30
Le case degli uccelli non nuocciono al paesaggio
non pesano niente, hanno il colore degli alberi
e non perdono mai di vistra il cielo,
né la terra, né il tra-cielo-e-terra,
ci si entra senza chiavi, muniti solo di ali,
ci si posa, si chiudono piccoli occhi,
si piegano ali che non pesano
niente, per riposare, per domani uscire a volare.
 Vivian Lamarque
[Italia]
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bangtanitalianchannel · 7 years ago
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[ARTICOLO] La mostra ‘Love your BTS’ dimostra che è giunto il momento di prendere sul serio le fanart sul K-pop.
“C’è spazio per l’universo delle fan art all’interno delle sacre camere dell’Arte con la A maiuscola? A pensarla così sembra essere Amino, una piattaforma sociale mobile.
L’idea di fan art è uno degli aspetti centrali del concetto di fandom, all’interno del quale un determinato interesse diventa il luogo d’incontro per tutti i canali e per tutte le abilità artistiche. Questi lavori si possono spesso notare in articoli di tendenza tra cui si ritrovano locandine di film realizzate dai fan, fusioni tra Pokemon e il debole dei Foo Fighters per le fan art ‘bizzarre’. Ma i BTS, superstar del kpop, si sono ritrovati ad avere una base di supporto veramente appassionata chiamata ARMY, i quali hanno messo in guardia Amino sulle opportunità dal punto di vista artistico dei lavori realizzati da questi artisti fan.
Ora che il K-pop sta diventando sempre più rilevante agli occhi della critica – con recensioni su Spin, sul The New York Times e addirittura su Hyperallergic di artisti come i BTS, IU e i Day6 – c’è la possibilità che le fan art sul K-pop percorranno la stessa strada una volta concessa loro la propria esibizione.
Amino ha tenuto una mostra di fan art sui BTS venerdì 13 e sabato 14 ottobre a New York, in quella che era in passato conosciuta come ‘Galleria Lisa Cooley’, dove sono stati presentati circa 174 lavori artistici selezionati sui social media attraverso l’hashtag #Love_Your_BTS, un gioco di parole sul titolo dell’ultimo album dei 7 membri, ‘Love Yourself: Her’.
L'evento ha preso parte all’iniziativa di Amino di avvicinare alla piattaforma un milione di fan dei BTS (anche chiamati ARMY individualmente). Amino è paragonabile a una versione per cellulare di Reddit ma di aspetto più immediato, che consente agli utenti di fondare le proprie comunità – un terreno assai fertile per chi vuole partecipare al fandom. Fondata nel 2011, la startup è il frutto dell’ingegno di Ben Anderson e Yin Wang, suoi co-fondatori, che sono stati ispirati dagli eventi cui partecipano i fandom nella vita reale, come per esempio i Comic Con, che permettono a persone aventi gli stessi gusti di incontrarsi. Sull’applicazione, le comunità con più successo hanno come soggetti i Pokemon, le motociclette e, ovviamente, i BTS.
Alla data di giovedì 19 ottobre, ARMY’s Amino ha circa 640000 membri, mentre ci quasi 3000 comunità incentrate sui BTS – incluse quelle incentrate su argomenti più di nicchia come i meme, le ship e il gioco di ruolo – disponibili sull’applicazione in sei diverse lingue.
Questa proliferazione di attività da parte del fandom ha avuto un grande impatto su Amino. “Abbiamo tenuto una riunione la scorsa estate durante la quale abbiamo proprio stampato molte fanart da distribuire in giro e le abbiamo incorniciate. E io non ho potuto far altro che rimanere a bocca aperta vedendo quanto incredibile fosse tutto ciò fosse”, dice Tyler Penner, rappresentante marketing di Amino, durante una telefonata con Billboard. “Ci dicevamo ‘vogliamo fornire una piattaforma adeguata a questo materiale meraviglioso ed essere sicuri che abbia uno spazio che sia rispettato tanto quanto le altre forme d’arte’”.
Quindi la compagnia ha deciso di curare una galleria dedicata alle fan art realizzate dagli ARMY. Il progetto è stato coordinato da Angie Cho, strategista senior di marketing presso Amino, il cui lavoro ha incluso la preparazione del fiore ‘smeraldo’, riguardo al quale ha twittato il membro dei BTS Jin (e che si ritrova in larga misura nelle teorie dei fan riguardanti Love Yourself: Her) e l’organizzazione di un banchetto di Buon Compleanno, dove i fan avevano la possibilità di scrivere delle lettere a Jimin, lead vocalist e main dancer  (il cui compleanno era il 13 ottobre, venerdì dell’esibizione).
Sebbene l’attenzione posta sulle fan art fosse già di per sé insolita, l’evento si è allontanato ancora di più dalle prassi solitamente seguite per una mostra in una galleria. ‘Love your BTS’ non è stata così incentrata sul passivo apprezzamento per l’arte quanto si è rivelata invece un’esperienza completa per i fan. Feste di ballo sono partite all’improvviso attorno a un proiettore, la youtuber Jessica Gullash (conosciuta come The Jess Lyfe), popolare per i suoi video sul K-pop, ha realizzato dei vlog con gli ospiti e l’enorme quantità di fan ha precluso ogni possibilità di mantenere il proprio spazio personale.
Ma l’attenzione è decisamente rimasta focalizzata sui lavori artistici, che sono stati creati sfruttando tecniche diverse. Pennell ammette che il team di Amino ha impiegato ‘un punto di vista da curatore’ per assicurarsi della presenza di una diversità di contenuti tra le fan art degli ARMY.
La mostra ha attinto dalla molteplicità di fan art che pervadono le piattaforme online dei social media. “Ho visto veramente molte prospettive artistiche del contenuto offerto dai BTS – per esempio studi di anatomia tratti dalle coreografie, fumetti basati sulle ultime battute fatte durante i programmi, e addirittura illustrazioni in stile rinascimentale basate sui concept dei comeback, come quello di ‘Blood Sweat and Tears’”, dice Alison Thng, artista di fan art (@kkumrii su Twitter), il cui lavoro è stato esibito all’evento ‘Love Your BTS’. “Ci vengono continuamente mostrati aspetti fino a quel momento sconosciuti delle loro personalità e troviamo incessantemente ispirazioni visive su photobook e video musicali, poi li adattiamo per creare una fan art e li inseriamo nell’universo alternativo caratteristico di ogni comeback.”
Thng stessa ha uno stile unico che riflette il suo interesse nelle serie di anime come Haikyuu!! e Boku no Hero Academia, come si può notare tramite le sue proposte artistiche condivise su Twitter nell’ambito di ‘Love Your BTS’. Tramite il suo lavoro ha abilmente adattato i lineamenti del viso di V e di Jungkook a uno stile anime esagerato -- e ha mescolato con perizia colori caldi per rappresentare al meglio la sfumatura rossastra presente nel video musicale di ‘Not Today’ dei BTS.
Tuttavia, la tipologia più diffusa di fan art è il ritratto realistico, stando a quanto dice Gullasch, che attribuisce la popolarità di questa forma d’arte al desiderio dei fan di “immortalare l’idol così com’è”. Catarina Abrantes (il cui account Twitter è @funsizedcat), un’altra fan e artista presente alla mostra, afferma che il realismo è popolare universalmente. “Non riguarda solo le fan art”, dice, “semplicemente a chiunque piace vedere dei disegni che rispecchiano la realtà.” Questa sete di realismo è parte di ciò che rende un evento nella vita reale così speciale per i fan, in particolare per gli artisti.
Per la maggior parte, Abrantes affronta i lineamenti del viso dei membri dei BTS da una prospettiva realistica, incastrandoli in ambienti più fantasiosi. Il suo ritratto in bianco e nero di Jimin è ispirato alla fotografia che sovrappone due immagini insieme. “Ho scelto un suo profilo dove sembra piuttosto calmo perché penso sia abbastanza riservato quando non è sul palco,” dice. “Ma quando è sul palco, ordina a tutti di guardarlo. Perciò c'è il riflettore.”
La sua arte digitale si è trasformata quando Amino l'ha resa stampe incorniciate dietro il plexiglas. Come un nuovo oggetto fisico, il riflesso delle luci della galleria contro il vetro ha aggiunto una dimensione tattile che ha enfatizzato il concetto del riflettore – che è uno dei modi in cui l'aspetto reale dello spazio cambia le fan art native digitali.
“Per noi artisti digitali, quando vediamo la nostra arte stampata è un sentimento completamente diverso,” dice Abrantes. “Perché la vediamo solamente sullo schermo. Perciò quando la vediamo su carta nelle nostre mani, è fantastico... Non so perché, ma lo schermo è come – ci fa sentire più [come se fossimo] separati da essa.”
Il fan artist Xiao Zeng (ovvero @fabxiao su Twitter), le cui fan art ad acquerelli sono state esposte alla galleria, dice che i social media favoriscono una sottospecie di sovraccarico sensoriale che scoraggia gli osservatori dall'apprezzare veramente l'arte online. “Alle volte mi spavento un po' ad entrare su Twitter perché accadono un sacco di cose, mi sento sopraffatto,” dice. “Perciò alle volte, quando le persone scorrono attraverso i loro account [Instagram], tornano indietro così velocemente che non si fermano mai per indugiare e guardare al pezzo digitale.”
Thng dice che una galleria nella vita reale potrebbe aiutare a combattere l'idea che le fan art non sono “arte vera.” “Questa è una discussione che continua ancora al giorno d'oggi,” dice. “Le comunità di fan la stanno cambiando con esibizioni di fan art come 'Love Your BTS' e sono veramente grata, in quanto aiuta a rinforzare l'idea che i contenuti artistici possono essere di tutte le forme e ispirati da tutto.”
Il mondo dell'arte deride le forme artistiche guidate dai fan per alcune ragioni. Le fan art, per definizione, si riferiscono a qualcosa. Gli estranei potrebbero sentirsi fuori luogo perché non comprenderebbero delle allusioni altamente specifiche, come la rappresentazione impressionista di Zeng del video musicale di “DNA”. Ad un livello critico, le fan art potrebbero non essere viste come ricche di interpretazioni. La funzione primaria dell'arte è quella di esprimere amore per un determinato interesse, che non è molto visto come una qualità artistica dignitosa.
Abrantes dice che gli spettatori sottovalutano il soggetto nelle fan art perché è solo visto come derivativo. “Le persone online alle volte pensano 'Oh, fai fan art, è perché non hai immaginazione, perché non hai personaggi originali e cose del genere,” dice. “Le fan art per la maggior parte sono state una grande cosa solo su internet, ma, allo stesso tempo, siamo davvero separati da tutti.” L'iper-segmentazione delle comunità su internet vuol dire che le fan art dedicate ai BTS sono un fenomeno indipendente, dove l'interesse per l’arte è largamente dipendente dall'interesse per la band stessa.
Sicuramente la caratteristica principale che sembra differenziare le fan art K-pop dall'arte considerata vera e propria in questo momento è l'assenza delle persone giuste che le considerino seriamente. In un esame del New York Times di 20 anni fa su chi decide cosa conta come arte, il critico ormai deceduto Thomas McEvilley disse al giornale, “Sembra ormai abbastanza chiaro che, più o meno, qualsiasi cosa può essere designata come arte. La domanda è, E' stata definita arte dal cosiddetto 'sistema artistico'? Nel nostro secolo, quello è tutto ciò che la rende arte.”
Tuttavia, l'iper-segmentazione di internet ha, in qualche modo, decentralizzato il potere da lungo mantenuto dall'élite del mondo dell'arte. Proprio l'esibizione “Love Your BTS” ha accolto più di 2,500 fan durante il corso di due giorni. Il solo numero complessivo degli ARMY – i BTS sono gli artisti coreani più seguiti su Twitter, con più di 9 milioni di follower – potrebbe provarsi utile nel legittimare le fan art del gruppo. “Il fandom [dei BTS] in questo momento – scommetto che è il più grande fandom K-pop di sempre,” dice Zeng.
“I contenuti dei fan avvicinano le persone e i creatori sono capaci non solo di esprimere come vedono le persone che ammirano, ma anche di incorporare elementi artistici per aggiungere più magia ed emozioni all'infinita profondità che l'arte procura all'interno di una tela,” Thng rafforza. “Se il tuo pezzo è selezionato o incluso in un'esibizione, ti rende estremamente umile e ti fa realizzare che le fan art possono essere portate un passo avanti quando le comunità si uniscono per renderlo possibile.”
E i fan artist intervistati da Billboard vedono tutti lo spazio della galleria nella vita reale come portatore di un fattore capace di legittimare le fan art. “Penso che le elevi sicuramente ad un altro livello,” dice Zeng. “Perché se si pensa alle gallerie, si pensa subito al MoMa o al Met, quei musei esclusivi con grandi artisti, no? Ma le mostre si sono evolute negli anni, perciò sono certa che una galleria di fan art sia accettabile. [Se] c'è una cultura, c'è una comunità che apprezza quelle arti.””
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©cam, ©clara) | ©billboard
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