#L'umiltà del male
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“ L'eliminazione fisica dei migliori è l'inevitabile contrappasso della «perfezione» del Lager, la conseguenza necessaria di un potere veramente assoluto, ab-solutus, sciolto da ogni limite. Ma uccidere i migliori, i più coraggiosi non significa soltanto ferire a morte anche la dignità dei sopravvissuti, ogni impulso a ribellarsi, bruciare ogni residuo di resistenza al sistema del Lager. Essa produce un altro effetto perverso: la resistenza non verrà più esercitata contro il sistema, ma la sua spinta viene canalizzata in una direzione diversa, assumerà soprattutto la forma della lotta tra i prigionieri. La rottura, sistematica e preventiva, della fraternità tra i deportati fa sì che la difesa della propria dignità si rovesci nel suo contrario, nel tradimento degli altri. I rituali d'ingresso hanno anche questa funzione, quella di distruggere gli schemi della vita quotidiana e del senso comune: il mondo che il nuovo arrivato trovava era indecifrabile, completamente diverso da quello che si era atteso, ancora incentrato intorno ad una nitida linea di demarcazione e contrapposizione tra «noi» e «loro», tra i perseguitati e i persecutori. Invece ci si accorgeva subito che: «il nemico era intorno ma anche dentro, il 'noi' perdeva i suoi confini, i contendenti non erano due, non si distingueva una frontiera ma molte e confuse» [Nota: P. Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986, p. 25]. E dopo poco diventava evidente che nel campo ognuno è «il Caino di suo fratello».“
Franco Cassano, L'umiltà del male, Laterza, Roma-Bari, 2011. [Libro elettronico]
#Franco Cassano#L'umiltà del male#letture#leggere#saggi#intellettuali italiani#saggistica#scritti saggistici#totalitarismo#Storia del XX secolo#citazioni#Primo Levi#assolutismo#libri#I sommersi e i salvati#lager#sociologia#sociologi#dittature#sistema concentrazario#shoah#olocausto#genocidi#odio#Storia d'Europa del '900#persecuzioni#fanatismo#resistenza#fraternità#fratellanza
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Cosa si può imparare dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 26 luglio 2024?
Sono sempre stato riluttante a criticare l'Occidente "da fuori".
Credevo, e lo credo, che la maggioranza delle critiche all'Occidente, o all'Europa, provengano da criteri o valori di natura occidentale.
L'Occidente è cioè per sua natura autocritica, e messa in discussione.
Tuttavia, credo che negli ultimi dieci anni qualcosa in più sia accaduto.
Vedo la dissoluzione di una intera civiltà come neve al sole.
Vedo il dominio del brutto, dell'osceno, del cattivo gusto.
Vedo la tracotanza estetica del male.
E la vedo esprimersi senza pudore, senza vergogna, a cielo aperto, dinanzi a capi di stato - che non dicono nulla - a vescovi - che in pochi dicono qualcosa - a giornalisti - che dicono tutto per il potere.
In confronto alla presentazione di ieri, Hunger games sembra un'esibizione di misura e di umanità.
Una società che profana il bello, che educa all'osceno, non può che essere una civiltà di guerra, di nichilismo, di ingiustizia.
Una civiltà di odio.
Quanto odio c'era ieri sera?
Quanto odio si voleva diffondere ai miliardi di persone che guardavano quella "cerimonia".
Ci sarebbero molte domande da fare.
Se una civiltà crolla in così poco tempo, significa che aveva dei problemi strutturali.
E poi ci sarebbe da interrogare la storia e il destino della Francia.
Sul piano culturale, il loro continuo voler scandalizzare, essere originali, spararla grossa, decostruire e poi post-decostruire, ha fatto danni immensi, non tanto alla cultura tradizionalista ma al filone critico.
Lo ha sottratto dalla realtà.
Un continuo "Épater la bourgeoisie", che oramai non scandalizza se non gli ultimi, i poveri, i bambini.
Cosa è che oggi realmente scandalizza? Lucio Dalla scriveva che oggi è difficile essere normali.
A me non piace il termine normale. Diciamo che oggi scandalizza la potente realtà dell'umano, il suo mistero abissale e semplice, l'umiltà di un fiore, l'esistenza di una donna e di un uomo, la verità ferita della nostra anima.
Insomma, scandalizza la bellezza, che non è che lo sprigionarsi della verità. Ecco, questo realmente scandalizza il potere, non quella buffonata oscena.
Quella di ieri è una cerimonia reazionaria, un rito di difesa dello status quo.
L'anticonformismo delle oligarchie, questo è stato. Il vero anticonformismo siamo noi.
Ecco, verrà un tempo, in cui si stabiliranno nuovi criteri di giudizio, severissimi, in cui ci sarà un esercito della bellezza, totalmente non violento, ma che manifesterà civilmente contro episodi del genere.
Perché non c'è nulla di più antidemocratico che la bruttezza diffusa come strumento pedagogico. Non c'è niente di più antisociale, e antirepubblicano di quella "cosa" che abbiamo visto ieri.
Non è una questione di estetismo ma di difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino.
Ma in quella patria se ne sono dimenticati, sommersi da un cumulo di pseudoprogressismo e laicismo instupidito.
Gabriele Guzzi
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Mi sono sempre schierato fin da ragazzino, non ho mai seguito la massa, nè mai ho frequentato il branco, ho sempre scelto e forse è proprio per tale motivo che ho sempre avuto molti nemici e tante antipatie. Ed ecco, sto per farmene altre.
#cilasciamoguidaredachicisfrutta#
La politica, mi ha sempre dato la nausea, senso di schifo, che se me ne fossi occupato, è sicuro che sarei stato un rivoltoso e ho sempre odiato la parola diplomazia (per me, sinonimo di piede in due staffe). Chissà quanti mi darebbero torto specialmente oggi guardando i politici attuali la maggior parte dei quali, come è ormai noto già da molto tempo, hanno come alleati o sponsor, molti di quei giornalisti che per uno scoop sono disposti a prostituirsi e si venderebbero moglie e figli. Io questi l'ho sempre chiamati "bertucce".
#laportalargaèpiùfacileecomoda#
Lo stesso per la religione che non ho mai amato e nei confronti del quale, io sono un protestante laico, difensore e sostenitore della sana verità e della parola di Dio un fuorilegge insomma come lo era Gesù. Durante i miei ventennali cammini, mi è capitato delle volte di sostare in tante città note come luoghi di fede e assai impregnate di religiosità prettamente cattoliche e disponendo di tempo ho voluto percorrere la via dolorosa, la via della passione di Cristo, cosidetta via Crucis. Mentre a Lourdes, le stazioni con le varie scene sono rapprentate da statue tutte dorate, quindi non certo di buon gusto, in netta contradizione con l'umiltà e la scelta di povertà del Signore, a Gerusalemme sono riuscito a seguire solo parte della Crucis che dalla Basilica della flagellazione arriva sino al Santo Sepolcro e, udite udite, tutti la seguono recitando il rosario... incredibile! Una interminabile sfilza di ave Maria, su quell'infame strada che Gesù ha percorso tra insulti, frustate e sputi, con il peso della croce e insultato anche da quelli che prima avevano ricevuto miracoli da lui, grondande di sangue per la flagellazione che aveva già subìto e la testa e la fronte perlate del suo sangue, per la ignobile corona di spine che i soldati romani le avevano conficcato nella carne e quindi dicevo, la gente, guidata da alcuni frati, percorre tutto il tragitto recitando la sonnolenta cantilena del rosario anzichè l'eventuale e unica preghiera che Gesù stesso ci ha lasciato ovvero: "Il Padre Nostro". Ho resistito, ma è stata dura.
SELA...
Sela... Rifletti... Discerni...
Io sono figlio di Dio e solo Lui è mio Padre. Gesù è mio fratello maggiore lo seguo costantemente nei suoi insegnamenti. Abiterò una meravigliosa casa, mio Padre mi sta già preparando il posto e io sono grato a entrambi per il grande privilegio. Dunque non mi occorre nessun'altra scuola e nè egida da frequentare, io sono già all'Università e non necessito di altro, seguo già il corso dei due più grandi Insegnanti, che si possano mai avere su questa terra ed in questa vita, per mezzo del terzo che è lo Spirito Santo, il mio educatore, la mia grande Guida che mi consiglia, mi corregge e mi edifica ma soprattutto mi da discernimento per distinguere sempre il bene dal male e non a caso si chiama il Consolatore. Mi convertii solo quel giorno, in cui mi venne assicurato prima, e constatato dopo che potevo avere una relazione diretta con Gesù senza intermediari e credere in Lui mi avrebbe assicurato il perdono dei peccati e la salvezza. Peccati passati, i presenti e anche quelli futuri. Futuri?! Si e lo capii solo nel tempo come potesse accadere, rendendomi conto del mio cambiamento: io sono sempre lo stesso ma se prima qualche peccato lo pianificavo, ora no, seppure sia sempre lo stesso peccatore, adesso semplicemente cado, cedo alla tentazione si ma non pianifico più e non c'è più programmazione. Concludendo e ribadendo una volta ancora, che non sono cattolico e nè appartenente ad alcuna altra denominazione o egida, non frequento nè chiese fatte da mani d'uomo ma solo quelle che si riuniscono in spirito, noi dunque, come pietre viventi che come dice la Parola di Dio, poggiano su Cristo chè è la pietra angolare. Io e Dio uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. E quando ho bisogno di alimentarmi, apro le Sacre Scritture, magari insieme agli altri fratelli e sorelle o faccio il numero 33.3 dove Geremia dice di rivolgersi in caso di necessità: "Invocami e io ti risponderò, e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci". Amèn e Amèn!!! Ecco, relazione e non religione. Salvezza e amore, non precetti.
lan ✍️
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L'arroganza del potere è un tema che, quest'anno più che mai, ha toccato profondamente la mia vita. Mai come ora ho sentito il peso di persone che, ritenendosi potenti, esercitano il loro comando senza scrupoli e senza considerare l'aspetto umano degli altri. Sono stata trattata come una schiava sul posto di lavoro: sottopagata, derisa, esclusa e presa in giro da persone che si considerano superiori, superbe e boriose. Questi individui mi hanno minacciata, pretendendo che facessi ciò che volevano a tutti i costi, e spesso mi è stato detto "non sai con chi stai parlando", a riprova del loro senso di superiorità. Ho visto in loro una piaga della nostra società: il narcisismo patologico, la superbia, la boria e la totale mancanza di empatia.
Ho vissuto in prima persona la cattiveria nascosta dietro volti apparentemente buoni e benvoluti, rendendomi conto, a mie spese, che si trattava solo di una maschera ben costruita. Questo periodo mi ha insegnato l'importanza di non diventare mai una di queste persone e di mantenere l'umiltà come un valore fondamentale nella mia vita.
Ho resistito per quasi un anno e ne sono uscita a pezzi, sia fisicamente che emotivamente. Ho così capito che nessun contatto, nessuno stipendio vale più della mia salute fisica e mentale. Arrivare all'esasperazione per il lavoro fa solo male... e non ne vale la pena.
Questi atteggiamenti arroganti e sprezzanti hanno un impatto devastante sulla performance lavorativa e sulla qualità di vita delle persone che li subiscono. Essere costantemente umiliati e minacciati crea un ambiente di lavoro tossico, dove la paura e l'ansia diventano compagni quotidiani. Questa atmosfera negativa mina la motivazione e il morale, portando a un calo significativo della produttività.
Le persone sottoposte a questi comportamenti si sentono svalutate e demoralizzate, perdendo gradualmente fiducia nelle proprie capacità. La creatività e l'innovazione ne risentono, poiché chi vive sotto la minaccia del potere non osa esprimere idee nuove o proporre soluzioni innovative per paura di ulteriori ritorsioni. La mancanza di rispetto e di riconoscimento da parte di chi detiene il potere fa sì che i lavoratori si sentano solo ingranaggi di una macchina, piuttosto che individui con un contributo unico e prezioso da offrire. Inoltre, lo stress accumulato in un ambiente di lavoro ostile ha gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale. L'ansia cronica e la depressione sono comuni tra chi subisce abusi di potere. Le persone iniziano a vivere in uno stato di continua preoccupazione, il che si riflette negativamente anche nelle loro relazioni personali e nella vita familiare.
Il clima di sfiducia e paura che si instaura in un ambiente di lavoro dominato dall'arroganza del potere è controproducente non solo per i singoli individui, ma per l'intera organizzazione. La mancanza di coesione e collaborazione tra i colleghi, insieme a un turnover elevato, sono solo alcune delle conseguenze di un tale ambiente.
Per tutte queste ragioni, è fondamentale promuovere un cambiamento culturale nelle aziende e nelle organizzazioni, valorizzando l'umiltà, l'empatia e il rispetto reciproco. Solo creando un ambiente di lavoro sano e rispettoso si possono ottenere risultati eccellenti e garantire il benessere di tutti i collaboratori.
#frasi#riflessioni#scrivere#pensieri#lavoro#arroganza#potere#relazioni#cambiamento#lavorare#cultura#io
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🚦👁️👁️🚦GIOVANNI 2:5 LA MADRE DICE AI SERVI: <<FATE QUELLO CHE VI DIRÀ ». 🗣️ NO! VI DICO !!!
👂 Giovanni 9:25 Egli dunque rispose: «Se egli sia un peccatore, non lo so; una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo».
🚦NON ESISTONO NELLA BIBBIA ! IN NESSUN VERSETTO , IN NESSUN LIBRO !!!
👂LE SEGUENTI PAROLE : 👁️👁️
🗣️1) DI SANTIFICARE LE FESTE PAGANE! (Solo nella bibbia cattolica!)
🗣️2) CHE UNA DONNA CHE HA PARTORITO SIA ANCORA VERGINE! (LA MADONNA, MARIA PAGANA! )
🗣️3) DI INGINOCCHIARSI DAVANTI ALLE STATUE! Leggi Esodo 20:3-5!
🗣️4) CHE IL SIGNORE SIA NATO IL 25 DICEMBRE! (Perché Non Era Inverno!)
🗣️5) ATTO DI DOLORE E TUTTE LE CANZONCINE DEDICATE AI SANTINI VARI!
🗣️6) CHE NON I PUÒ SPOSARE SENZA I COSÌ DETTI FALSI SACRAMENTI!
🗣️7) FARE MESSA DI DOMENICA! ( Matteo 12:8 !)
🗣️8) NOZZE D'ARGENTO/ ORO! (Perché sì è già Sposati!)
🗣️9) LA PAROLA ( AUGURI! (Ma Benedica!)
🗣️10) ESALTARE MARIA! Leggi Giovanni 2:5 La madre dice ai servi: <<Fate quello che vi dirà»
🗣️11) NATALE! 🗣️12) CRESIMA!
🗣️13) ROSARIO! 🗣️15) OSTIA!
👁️👁️ TUTTE LE FESTE PAGANE SONO SOLO A SCOPRO DI LUCRO!
🚦GIOVANNI 2:5 La madre dice ai servi: <<Fate quello che vi dirà». 🗣️ COME MAI, disubbidite, Alla Vostra Madonna! LA QUALE VI DICE IN MODO MOLTO CHIARO DI FARE TUTTO CIÒ CHE VI DICE IL SIGNORE?
🚦COMUNQUE VI RICORDO CHE LA PAROLA Madonna NON È SCRITTA, DA NESSUNA PARTE! IN NESSUNA PAGINA! O' VERSETTO DELLA BIBBIA!!!
🙌 LA MADRE (MARIA) DEL NOSTRO SIGNORE. LEI STESSA, UBBIDISCE AL NOSTRO DIO YAHSHUA! ALLELUIA
🌹 Luca 1:46 Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore
🌻 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
🚦48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
🗣️ 49 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
🙌 YAHSHUA HA MASHIACH IL SIGNORE DEL SABATO!
🚦GIOVANNI 8:32 Conoscerete La Verità e La Verità vi Farà Liberi».
🗣️ SÌ LIBERI DALLA MENZOGNA! INCULCATA IN NOI FIN DA PICCOLI! QUINDI LEGGETE LA VOSTRA BIBBIA! PENSATECI BENE SE BRAMATE LE MERAVIGLIOSE BENEDIZIONI CHE IL SIGNORE, DIO YAHWEH' HA IN SERBO PER I SUOI FIGLI ALLELUIA
🗣️ LEGGI LA TUA BIBBIA! SCOPRIRAI LA VERITÀ!
🚦Geremia 10:1 Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa di Israele.
👂2 Così dice il Signore: «Non imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi.
🚦3 Poiché ciò che è il terrore dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di chi lavora con l'ascia.
🚦4 È ornato di argento e di oro, è fissato con chiodi e con martelli, perché non si muova.
👂5 Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cocòmeri, non sanno parlare, bisogna portarli, perché non camminano. Non temeteli, perché non fanno alcun male, come non è loro potere fare il bene».
🚦6 Non sono come te, Signore; tu sei grande e grande la potenza del tuo nome.
🗣️ISAIA 43:11 lo, io sono il Signore,fuori di me non v'è salvatore.
👂ESODO 20:3 Non Avrai altri dèi di fronte a Me.
👂4 Non ti farai idolo né Immagine alcuna di ciò che è Lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla Terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
👂5 Non ti Prostrerai davanti a Loro e non li servirai.
🗣️ Sulla Croce C'è Scritto: YHWH Il Re Dei Giudei! YAHWEH' Colui Che È!
🚦L'unico Nome Che Salva" Nella Scrittura Originale È Yahshua Ha Mashiach!🙌
👂 Deuteronomio 4:39 Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il SIGNORE è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n'è alcun altro.
🗣️ Isaia 42:8 lo sono l'Eterno, questo è il mio nome; non darò la mia gloria ad alcun altro, né la mia lode alle immagini scolpite.
🙌 YHWH IL RE DEI GIUDEI!
🚦 YAHWEH' COLUI CHE È!
👂Atti 17:29 Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana.
🚦 30 Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano,
🚦31 perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti risuscitandolo dai morti». GIOVANNI 2:5 La madre dice ai servi: <<Fate quello che vi dirà». 🚦ATTI 4:12 In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati».
🙌 Giovanni 14:6 Gli disse Yahshua: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
���YAHSHUA HA MASHIACH!
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Parola 19/05/2024
*ANDARE OLTRE LE OFFESE*
Autor: Apolonio Carvalho Nascimento
La misericordia e l'umiltà ci fanno andare oltre le offese e rispondere con amore a chi ci offende.
La mitezza ci aiuta a mantenere la pace interiore e quindi le offese non turbano il nostro spirito.
Ogni offesa superata è una virtù acquisita. Le virtù creano uno scudo che ci protegge e impedisce al rancore di insediarsi nel nostro cuore.
Superare le offese non significa tanto dimenticare il male che qualcuno ci ha fatto, ma ricordare i momenti belli che abbiamo passato con quella stessa persona. E se non ci sono stati momenti piacevoli, possiamo crearli.
L'amore diluisce le offese in un mare di misericordia.
Niente è più liberatorio del perdono offerto e del perdono ricevuto.
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Quando non sei collegata con te stessa, tutto ti può ferire, sei sempre sul chi va là.
Qualunque cosa venga detta o fatta, può essere interpretata da te come contro di te, a tuo danno o a tua umiliazione.
Qualunque cosa ti può irritare, infastidire, far male, ma è perché sei già irritata, infastidita, sofferente.
Quando non hai centratura su di te, sei molto suscettibile, tutto ti sembra contro i tuoi piani, le tue convinzioni, contro quello che per te dovrebbe essere detto o fatto.
Sei molto reattiva perché vuoi giustizia, vuoi farti le tue ragioni, vuoi far andare le cose come dici tu.
Quando sei sconnessa da te, tutto o quasi ti sembra sbagliato, ingiusto, inadeguato rispetto a ciò che ti aspetti.
Vivi male, vivi di tensione e di delusione.
Ma tutto perché vivi ancora nei tuoi primi dodici anni, replichi le vecchie ferite dentro e fuori.
Le tue aspettative sono ancora quelle vecchie, le ferite ancora vive dentro si riaccendono ad ogni occasione ma sono vecchie: ti senti incompresa, sola, non vista perché replichi nel tuo campo morfico le dinamiche della tua infanzia.
Se tu ti fossi ricollegata con te stessa, se tu avessi curato le disarmonie del tuo mondo sottile, la realtà esterna non la soffriresti così, non la vedresti così deludente ma la guarderesti con occhi più distaccati, meno bisognosi, perché i tuoi bisogni te li prenderesti in carico tu e non chiederesti (inconsciamente) agli altri di soddisfarli.
Se tu ti vuoi bene, se sei in armonia e centrata su di te, l'esterno non ti può più attaccare né ferire, sia perché non lo crei uguale al passato, sia perché sei protetta da te.
Lo guardi scorrere, ne cerchi il senso, magari lo trovi positivo, contrariamente a quello che ti dice l'ego, e lasci fare, il tuo animo è calmo, non è offeso o risentito, e ti dà le azioni e reazioni giuste.
Abbiamo tanti filtri negativi che ci impediscono di vedere il vero e più profondo senso delle cose ma non abbiamo l'umiltà di ammetterlo e scattiamo subito come se tutto fosse contro di noi, come se gli altri fossero cattivi, insensibili, ingiusti.
Ma siamo noi che, essendo staccati dalla nostra essenza, vediamo tutto con gli occhi del nostro lato oscuro.
Il collegamento con il cuore elimina l'aspettativa e la delusione, che sono un gioco karmico della mente, non la verità delle situazioni.
Vivere è un risveglio continuo su di sé, per modificare l’interno in modo che anche l’esterno poi si modifichi o comunque sappiamo utilizzarlo al meglio.
Canale Telegram: Metodo Studiamo. Link: https://t.me/metodostudiamo
#metodostudiamoleenergiesottili #campomorfico #luciagoldoni #quintadimensione #risvegliodellacoscienza #spiritualità #latooscuro #anima #consapevolezza #amore #genova
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Ciao!🦹🏻♀️
Leggendo il tuo blog ho intuito che ti piacciono i film horror. Piacciono molto anche a me ma ormai si ha come la sensazione che quel genere abbia perso qualcosa, come se sia solo una questione di effetti grafici ma con poca trama e nulla più ci spaventa. Pensi che sia una questione che siano finite le idee o che ormai la gente è diventata difficile da impressionare?
Piú che altro è cambiato il gusto delle persone. Ce ne sono di horror belli qua fuori (anche se pochi arrivano in italia), ma il pubblico medio è abituato a Marvel e Starwars, prodotti commerciali scritti per vendere. Il pubblico non vuole piú subire l'arte, la vuole scrivere lei. Non ha piú voglia di sopportare, se qualcosa non le piace fa casini su twitter, i produttori si spaventano, e obbligano il regista a riscrivere le cose che non piacciono...questo tipo di persone sono ahimè la maggioranza, governano loro il mondo cinematografico, e le grosse aziende che ci investono soldi vogliono sfornare film "sicuri" dal punto di vista dell'incasso. Quest'anno ne abbiamo avuto un esempio enorme: Matrix Resurrection è un film meraviglioso, fa meta-cinema, e prende per il culo il concetto di "Fan", di spettatore che vuole a tutti i costi la sua minestra riscaldata. È provocatorio e tagliente, fatto per chi ama il cinema, ma non la saga. Risultato: flop al botteghino. Spiderman NoWayHome o come si chiama: un filmetto senza capo ne coda, sceneggiatura inesistente, fatto esclusivamente per vendere. Spegni il cervello, tanto la trama è ridicola, unisci tutti i tre uomoragni con tutti i cattivi, ti fanno fare "ooooh" come al luna park: quasi il miglior incasso di sempre.
Ora prendi questa concezione e uniscila all'horror, il genere probabilmente piú artistico del cinema. Quel genere che dovrebbe farti male, dovrebbe lasciarti una sensazione di disagio...e invece oggi gli horror che abbiamo sono delle montagne russe, piene di salti a sorpresa, zero storia, e alla fine devi comunque andare via con il sorriso. Come quando vai su una giostra.
E ed ecco che filmoni come Midsommar o Martyrs diventano "brutti, noiosi, catalogati ora torture porn, ora senza senso.."
La maggioranza non vede il cinema come arte. Non capisce che deve stare zitta e subire cosa il regista ha da dire, e dopo dare un suo giudizio. E soprattutto non ha l'umiltà di voler apprendere, di voler mettersi lí e capire un film. La maggioranza vede i film come un sacchetto di patatine: se al gusto non sono buone, non vanno bene.
Il problema è che la maggioranza vende...
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NOA o OA
Il NOA Nuovo Ospedale Apuano precisamente si chiama OA Ospedale delle Apuane è una truffa.... nata per accordi economici in cui determinati politici del Partito Democratico Italiano ci hanno mangiato insieme a degli impenditori moltissimi soldi. La provincia aveva già quattro ospedali. Anche se erano da modernizzare e restaurare tutti e quattro non sarebbero mai stati spesi tanti soldi come per costruire quello nuovo.Tra l'altro dato che ha solo trecentocinquanta posti letto per una provincia di 190.000 persone non hanno mai potuto ne restaurare ne chiudere completamente gli altri ospedali (quelli di Massa Centro, Carrara, Fivizzano, Pontremoli) Ripeto dovevano rubare tanti soldi e quindi l'idea del nuovo ospedale era la scusa per rubare quasi legalmente. Nella Provincia mai un inchiesta vera farà uscire fuori la verità perchè gli imprenditori e i politici che hanno rubato sono dei Massoni. Nella provincia mai si dice la verità, anche dopo delle inchieste tutto finisce a tarallucci e vino, come il buco di miliardi alla sanità degli anni precedenti ( https://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2016/10/12/news/buco-da-400-milioni-all-asl-chiesta-l-archiviazione-per-il-governatore-rossi-1.14238884 ), inoltre è un popolo di pecoroni , malfamati, invidiosi, rozzi, opportunisti, infami.... certo ci sono anche in questa provincia le persone buone e oneste, poche, tra la gente umile e non inserita. Il Nuovo ospedale è tanto pubblicizzato comme eccellenza tanto quanto funziona male. Sono state fatte inchieste su morte sospette, su casi trattati indecentemente, su errori grossolani dei medici, su furti alla comunità eseguiti in modo magistrale dagli stessi medici ....ma..... mai esce la verità o qualcuno paga.... ammazzano e i medici si coprono l'uno con l'altro. Tutto nella sanità di Massa è una vergogna. L'Ospedale funziona malissimo, il personale è scorbutico, i medici non sanno cosa sia l'umiltà, anche quelli che vengono da fuori si adeguano, anzi danno il peggio perchè sanno di essere finiti in uno dei peggiori ospedali del nord italia.
#NOA#OA#Nuovo Ospedale Apuano#Ospedale delle Apuane#Sanità Massese#malsanità#vergogna italiana#massoneria#truffa
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Sapete, l'autostima non è poi così male.
Essere consapevoli delle proprie capacità, penso sia qualcosa di fondamentale.
Alla gente non piace chi crede in se stesso, perché alla gente piace la persona influenzabile, quando provano ad abbatterti ma non ci riescono iniziano a temerti, a dire che non sei umile, che te la tiri. Lasciate che parlino, il più delle volte non conoscono nemmeno il significato del termine "umiltà", molte persone confondono l'umiltà con la modestia, la quale, a mio avviso è negativa.
Se credere in voi stessi vi permette di raggiungere i vostri obiettivi a discapito della gente che non crede in voi, beh, crediate in voi stessi.
Dimostrate al mondo che valete.
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Take this waltz - my lilies of snow
Mia madre mi ha avuta che aveva trent'anni, io custodisco da che ho memoria un diario di quando lei ne aveva solo venti. Il mio mondo, un decennio prima che io nascessi. È da sempre il terzo segreto più oscuro che ho, e a lei nemmeno l'ho taciuto. È che non so nascondere, davvero.
Mio fratello ha compiuto diciotto anni e per la prima vera volta nella nostra vita mi sono sentita imbarazzata dalla sua presenza. Nessuna rabbia, non più, soltanto vuoto. Vuoto di una promessa sfumata, credo, e di una impotenza finalmente accettata, legittimata dall'istituzione che ci contiene e ci governa. Mio fratello poteva essere meglio di tutti noi, invece è meglio soltanto di me. Credo sia felice, in qualche senso, ma perlopiù è ottenebrato, vittima di se stesso. Vittima di una vita troppo facile, e della nostra droga, nelle sue mani collose, senza aria. Esiste ancora qualcosa di prezioso dentro ai suoi occhi, soltanto io non me ne occuperò più. Sono stanca, sono mia madre, ma non ho ancora trent'anni.
A volte penso a Valerio come padre di un qualche figlio - suo figlio, suo figlio soltanto. Siamo quasi vecchi, adesso, anche se nessuno dei due ha già trent'anni. Ho fatto un sogno, ieri, e tutto passava via disinvolto. Mettevo da parte un qualcosa per un futuro noi - un noi suo quanto mio - e non gli chiedevo il consenso, non ponevo la cosa come un argomento da trattare. Mi sentivo in colpa, poi. Una colpa anch'essa disinvolta. Come avessimo trent'anni.
Non credo mi si possa definire una persona realmente fredda, eppure c'è quella tensione scientifica in me che sa essere adulta e spietata. Come quando guardo i nei sulla mia pelle e penso alla carnagione di mio padre, poi al cancro di mio nonno, e qualcuno dal fondo dei ricordi mi sussurra che quello non conta, che lui faceva il chimico in un mondo impreparato al grande male. Come se ne esistesse uno preparato, di mondo, o come se esistessero tempi esenti da un proprio grande male. Reparto oncologia, è così che recita la targa affissa al corridoio dove stabilmente controllano i corpuscoli nel sangue di Valerio. Sembra strano, ma è così. Lo so anche se non l'ho ancora visto: l'hanno visto i suoi occhi per me, ed in questi casi tanto basta.
L'ultimo medico che ho ascoltato rivolgerci la parola era un mostro, un grumo rancido in un sistema putrefatto. Ci ha insultati, col gesto più gratuito che gli riesco ad immaginare. Eppure la fierezza e l'umiltà del minuscolo mio immenso spicchio d'uomo ha sorvolato con occhi lucidi di rabbia anche questa guerra, e ha detto io vivo grazie ai medici, non sono la persona giusta da accusare di svalutarvi. Non l'ho sentito con le mie orecchie, ma le mie orecchie l'hanno ascoltato da lui, dal tremore malcelato della sua voce - mi basta. Ho pianto, pianto di odio e di disgusto, più di tutto pensando che la mazzarella di legno che quell'essere indegno voleva utilizzare per pungolare il cadavere del nostro destino disastrato erano i soldi - quello ed il suo gioco di frustrazioni circolari, tristemente viziose. Valerio ha vinto questa volta, io ho perso, e lo accetto volentieri mentre ricordo a me stessa che posso sempre permettermelo, che non ho ancora trent'anni.
Nonostante le vittorie, la stanchezza di mia madre e la fierezza di Valerio, la mia cattiveria non trova il giusto argine. Allora accanto ai nei ed ai trenta e diciotto anni di mia madre e di mio fratello non riesco a trattenere osservazioni decadenti e fantasiose sui cromosomi di Valerio, sul suo sangue che non è cattivo come quello che mi ha regalato mio padre, sul fatto che sarebbe comunque e purtroppo cattivo lasciare che lui lo regalasse a qualcuno. Lui si nasconde dietro la statistica, e i trent'anni che prima o poi avrò vorrebbero corrergli dietro in quella sua più dolce tana; nonostante ciò la mia scienza spietata ha troppo timore e rispetto della sua teoria di farmaci, aghi e terapie serrate per accettare di pensarsi complice di un tale crimine, un crimine contro il futuro.
Tanto per continuare ad affogare, c'è da dire che è un crimine anche toglierselo, il futuro, e lasciarsi amare dall'imperfezione delle sue gambe venose, non è un crimine anche quello? Sono un mostro ad amare lui più dei miei trent'anni, o sono una santa candida a infilarmi tra i suoi capelli e attorno al suo corpo, la notte, con la consapevolezza che il mondo ha avuto già troppi trentenni da ferire e sfamare?
Il mondo è soltanto una palla, la parabola può sembrare infinita, ma i lunghi anni di accorata presenza alle partite di basket di mio fratello mi hanno insegnato che il tiro potrà pure essere da tre, ma oltre il canestro c'è ancora e soltanto il suolo, e a furia di voli di mano in mano prima o poi i grandi neon si spegneranno e la scintilla - il senso di tutti quei lanci - non basterà a tenere ancora vivo il calore della platea.
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30.06.2019
Sono la persona più forte che io conosca. Continuo a ripetermelo guardandomi allo specchio quando situazioni come queste succedono, sono la mia roccia. Devo esserlo. Mi guardo e vedo riflessa la me bambina a cui è stata insegnata l'umiltà e l'arte del nascondere, e mi chiedo come abbia fatto il tempo a passare così in fretta. Ho iniziato a scrivere questo post due giorni fa, quando lui mi ha minacciato. Mi sono bloccata due frasi dopo, non avevo tempo di piangermi addosso. Lo continuo oggi perchè oggi è stata lei a minacciarmi, lui con il braccio contro, lei con il bastone della scopa e tirandomi oggetti contro, per il semplice fatto di averle detto di non urlare, e di risolversi i suoi problemi con la persona in questione. Sono così forte da resistere a tutto, e non mi tiro indietro davanti a nulla. Che sia un muscolo puntato contro la mia faccia o un bastone a colpirmi, che lo facciano, che lo facciano pure. Ormai ho un’elasticità mentale per queste cose che va oltre, ho imparato a controllare le lacrime per non farle scendere quando succede, ho imparato a mostrarmi sempre pronta e con le spalle larghe, pronte a prenderne di ogni. La verità è che sono stanca, stanca di vivere fra questa violenza e quest’odio che continua e continua e non cessa mai fra queste quattro mura, quattro persone diverse che vivono nella stessa casa solo perchè altro posto per andare non c’è. Non mi interessa se mi chiamano “grassa” o il suo preferito “pall’e nzogn” (palla di lardo). Ormai ci sono abituata, non mi fa effetto, lo so già di mio di essere grassa. Le sue parole che derivano dall’odio verso di me e verso questa terra, alla quale è incatenata secondo lei per colpa mia. Non ho chiesto io di nascere, non ho chiesto di essere riportata qui a 8 anni e non ho mai chiesto a nessuno dei due di fare i genitori, mi sono sempre bastata. L’educazione e l’umiltà che credo di avere me li ha insegnati la mia nonna, ed è solo lei che devo ringraziare per questo petto di ferro che mi ritrovo. Posso ringraziare solo lei perchè mi ha insegnato che posso superare tutto, che devo stare tranquilla qualsiasi cosa accada. In fondo cosa puoi dire a una bambina di quattro anni che vede portaceneri di cristallo volare sopra la sua testa? O che le vengono tirati i capelli per essere andata a salutare? O a una bambina di sette anni che trascina il fratello in terra perche ha le mani intorno al collo della madre? Che finirà tutto. Solo quello puoi dirle, mentre la guardi crescere impegnata a nascondere, a non raccontare, a fingere, a fare silenzio. Le insegni che se vuole farsi degli amici l’apparenza è la cosa più importante là fuori, cosa che all’ora non capivo, mi sembrava superficiale, mi ricordo che le chiesi se davvero preferisse andare dal parrucchiere anzichè comprare il pane, e mi rispose che in queste situazioni era la cosa più importante. E lo capisco solo ora che aveva davvero ragione. Se l’avessi capito prima forse ora un po’ di forza in più l’avrei avuta (non è abbastanza?). Non so cosa darei per darti un’altro abbraccio nonna, tornare piccola piccola e sedermi sulla mia mattonella, che poi era solo un mattoncino del camino, di sedermi di nuovo sulla sedia che mi aveva costruito nonno o di rientrare dentro la casetta che aveva costruito tutta per me. Vorrei tornare a quando mi stavi aiutando a studiare la tabellina del due davanti al camino, o a quando giocavamo con la rana di plastica. Mi hai insegnato che ci vuole davvero poco per essere felice nonna, ma sento di non riuscirci più veramente. Ho paura di continuare a crescere e ritrovarmi senza tutto quello in cui credevi tu. Ho paura del mondo senza di te nonna, mi ha spaventato 11 anni e mi spaventa ora, il giorno prima del quinto anniversario della tua morte. Quanto tempo è passato e quanto sono cresciuta. Sono sicura che saresti fiera della persona che sono diventata, ti assomiglio in tante cose. Mi manca giocare a carte con te che mi lasciavi vincere sempre, mi manca bere il thè con te nelle serate fredde. Lo sai nonna, lo prendo ancora il thè. Ho iniziato ad avere una piccola collezione e so che ti piacerebbe un sacco vederla, ma il tuo thè col limone saprà sempre di te e di infanzia. Era bello aspettare e vedere se qualcuno veniva a casa a prendere il thè con noi, mi piaceva ogni giorno non sapere se dovesse arrivare qualcuno, zii e amici, alle 5 puntuali. Mi manca stare in cucina davanti al fuoco, mi manca vedere nonno aggiustarlo. Mi manca stare nel loggiato d’estate al fresco a guardare reazione a catena, mi faceva ridere provare a indovinare le parole con te. Mi mancano i natali tutti insieme, fare l’albero grande grande e cenare tutti insieme, tanto da dover unire due tavoli e uno più piccolo per farci stare tutti. Mi manca sentire lo spirito natalizio, adesso non è niente di più di una tovaglia rossa con piatti di plastica, mentre mangio cose che non mi vanno con persone che mi mettono di mal umore. Mi manca fare i disegni con te, mi manca andare dal dottore e poi tornare a flumini quando era già buio, mi piaceva un sacco stare in macchina con voi. Mi è rimasto anche questo, lo sai? Mi piace ancora tanto stare su strada, fare viaggi lunghi in macchina o in pullman, mi rilassa ancora. Mi manca quando mi cantavi “carissimo chicocchio”, perchè pinocchio non mi piaceva. Mi manca quando prima di dormire mi cantavi la nostra canzoncina un po’ stupida che mi faceva ridere, non so cosa darei per sentirla ancora una volta. Mi manca quando mi prendevi in braccio anche se ti faceva male la schiena e mi cantavi tutte queste canzoni e quando cantavi “amore mio non piangere, che non ti lascio sola. Ti lascio alla tua mamma, che tanto ti consola...” mi veniva sempre da piangere e ti dicevo che non volevo che me la cantassi, e ora ho capito perchè mi faceva piangere, lo stesso motivo per cui piango ora. Perchè non ci sei più. Mi faceva così male all’ora l’idea che tu potessi lasciarmi in quella situazione da sola che mi veniva già da piangere. Ora ci sono immersa in questa situazione da 5 anni nonnina, e me la cavo come meglio posso. Penso alle passeggiate al mare che facevamo di mattina con zio Lino e zia Elena, al mio pozzo alla fine della spiaggia dove trovavo i granchietti. Penso a quando mi facevi ascoltare da tutti mentre cantavo “o mare nero” da piccolissima quando attraversavamo quel pezzetto con le alghe. Mi ricordo che avevo sempre sonno quando andavamo al mare, mi svegliavi sempre alle 7 per arrivare presto e tornare a casa all’ora di pranzo. Adesso sono io quella sempre di fretta, lo sai nonna? Non sono più ritardataria come una volta, adesso sono sempre puntuale. Adesso esco sempre presto, sono io quella che vuole fare le cose da prestissimo. Credo che anche questo me l’abbia passato tu. Mi torna in mente quando per carnevale mi avevi cucito interamente tu il vestito da strega che tanto volevo. Eri una sarta ed eri bravissima, avevi preso le misure e comprato la stoffa, avevi cucito uno spettacolo con pazienza e dedizione. Mi dispiace che negli ultimi anni mi abbia sentito più distante nonna, vorrei poterti dire che non era colpa mia, che ho dovuto, nonna ti giuro ho dovuto diventare fredda da quando sono tornata qui, altrimenti non sarei riuscita a sopravvivere come la persona sensibile che ero e che cerco ancora di nascondere. Ci sono un milione di cose che vorrei dirti e che vorrei farti vedere. Quando mi hanno dato la scatola con le tue cose sono scoppiata a piangere, ho visto il tuo anello e i buoni fruttiferi che mi hai lasciato. La tua scrittura e la scritta dove hai compilato “Miriam Orrù, in qualità di: nonna” mi ha fatto scoppiare a piangere. So già che quei soldi mi serviranno per scappare da qui, ma come posso nonna? Come posso col peso di altre tre persone che se non ci fossi io in casa non saprebbero come andare avanti se non a suon di urla e schiaffi, più di quanto lo facciano già? Ho paura di non riuscire mai ad andarmene da qua, ho troppa troppa responsabilità che non mi spetta. Mi manchi davvero tanto, mi manca vedere nonno normale. Da quando non ci sei tu si è ammalato, non ricorda le cose e si perde sempre. A volte esce in pigiama e quando vado a trovarlo mi scalda il cuore quando non si ricorda dei nomi delle altre persone e quando glielo chiedo io mi risponde sempre “tu sei Mirietta”. Il mio nonnino adorato. Mi manca quando mi chiamavi “sa sposa” o quando per svegliarmi appoggiavo la testa sulle tue gambe quando ti sedevi nel letto e mi facevi le “carezzine” nei capelli dietro l’orecchio, come piacevano a me. Mi manca pranzare con te in giardino quando nonno faceva il pt e gli altri esami e io non potevo avvicinarmi a lui per 24 ore perchè ero troppo piccola. Mi manca giocare con i gatti in giardino, con musetto. Mi manca la capannina dove tenevamo in legno per il camino d’inverno, mi manca vedere nonno legare le fascine. Mi manca vederti seduta a vedere le mie recite, non sai a quante non è venuto nessuno a vedermi e alla fine quando tutti andavano dai genitori io rimanevo con le maestre. Mi ricordo quando in terza elementare forse era venuta la psicologa per i bambini, la chiamavamo “follettina”. Dovevamo scriverle dei bigliettini e metterli in quella casella attaccata al muro della scuola, mi ricordo che scrissi “sono triste perchè non riesco più a sorridere”, non pensavo che qualcuno l’avesse letto veramente. Poi arrivarono i turni per decidere chi far andare a parlare con questa ragazza vestita da elfo, e mi fecero andare per prima. Quando mi chiese il motivo le risposi “perchè nonno sta facendo un sacco di visite e anche quando ci provo non ho mai voglia di sorridere” o comunque una cosa del genere. Era una bugia ovviamente, lo sapevo qual era il vero motivo, ma come mi hai insegnato tu non si può mai parlare di queste cose, e uscii da lì soddisfatta che nessuno aveva scoperto il motivo. Vorrei che ci fossi tu qua ancora una volta per consolarmi come facevi sempre, senza stancarti. Vorrei ancora chiacchierare con te e tornare a casa da scuola e andare a salutare nonno in garage. Vorrei preparare ancora una volta la pasta al forno fatta in casa con te. Vorrei fare ancora la teglia più piccolina a parte per me, perchè non mi piaceva il formaggio. Vorrei tornare nel capannone a fare le pardule e a mangiare l’impasto quando ti giri. Vorrei tornare a bere il thè freddo con te nel loggiato. Vorrei andare ancora in bicicletta e sui pattini mentre mi guardi, mi ricordo che la prima volta che li misi mi dicesti “guarda che brava, hai già preso l’equilibrio!”. Mi lodavi in tutti i modi, e nonostante ciò sono sempre stata la bambina più umile ed educata che esistesse. Ero davvero brava, mi piaceva esserlo. Mi ricordo quando andavamo al parco a sant’andrea e mi piaceva giocare da sola, mi infastidivo quando venivano le altre bambine (e in questo non sono cambiata), mi piaceva giocare con te che mi guardavi da lontano. Mi ricordo il tuo sguardo fiero alla mia prima comunione quando ti avevano scelto per portare il cesto con i viveri sull’altare, lo sapevo che ti avrebbe fatto piacere. O quando feci la cerimonia per diventare chiricchetta, c’eri tu a mettermi il vestito davanti all’altare. Ora non credo di avere tanta fede nonna, mi dispiace. Ma ti prometto che proverò a riavvicinarmi alla chiesa, mai come ora ho bisogno di credere davvero in qualcosa di bello, e per ora è molto difficile farlo. Canto ancora nonnina, sono sicura che mi senti. Non sono più sicura di me stessa e della mia voce come una volta, ma ti prometto anche qui che proverò a fare del mio meglio per migliorare e per migliorarmi. è la tua luce che mi sprona ad andare avanti e sempre lo farà. Ciao nonnina, mi manchi tanto. Sempre tua, Mirietta.
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La nostra esperienza umana sembra a volte un'oscillazione vertiginosa tra stati emotivi estremi e contrastanti.
Passiamo molto velocemente infatti da umori pesanti, e cupi, e dolorosi, fino alla disperazione, a rapide schiarite, fino a godere di luci meridiane e mediterranee, piene di gioia, leggerezza, e fiducia.
Renderci conto di questa oscillazione paradossale è un primo momento di consapevolezza molto importante.
Nella nostra coscienza ordinaria però tendiamo a pensare che questa condizione dipenda da fattori esterni, o comunque da stati casuali del nostro "umore": oggi mi gira male, diciamo, oppure: c'ho la luna storta, e così via.
Ma un attento studio di noi stessi ci insegna gradualmente che in realtà questi stati emotivi posseggono le loro ragioni, e anche le loro cause, magari molto lontane, sulle quali però possiamo lavorare, anche ora, con pazienza, e molta umiltà.
La conoscenza di noi stessi, di cui tutte le tradizioni parlano, è innanzi tutto la comprensione di quanta materia buia, e pesante, di quanta distruttività, di quanta paura, di quanta aggressività e rabbia e avidità e superbia e ignoranza, di quanta disperazione e sfiducia e malevolenza ci abiti.
Questa consapevolezza, che all'inizio può essere anche un po' amara, è in realtà l'unica forma di smaltimento dei rifiuti tossici che possiamo utilizzare.
Ecco perché l'umiltà, e cioè il desiderio di riconoscere tutto lo spessore della nostra materia oscura, è la via principale di ogni processo di liberazione.
Scoprire, piano piano, e sempre di nuovo, che possiamo lavorare sul nostro Cuore, e potenziare il nostro sguardo limpido, anche quando le fonti infette tornano ad aggredirci, e ad avvelenarlo, è uno stadio davvero decisivo nel cammino spirituale.
Ci dona un nuovo senso di sicurezza, e di fiducia, è come se mettessimo per la prima volta i piedi su un terreno solido, stabile, e finalmente sicuro.
Abbiamo infatti iniziato a sperimentare che in ciascuno di noi, al di sotto, e al di là di ogni nostra oscillazione umorale, sussiste una Sfera non condizionata, e beata, nella quale possiamo in ogni momento rifugiarci, ristorarci, e riprendere fiato.
Io credo che queste dinamiche conoscitive siano le porte che ci aprono a forme inedite di umanità, e quindi anche ad una civiltà nuova, che si fondi proprio sulla ricerca costante dell'unificazione interiore, e cosmica, e cioè sulla pace.
Marco Guzzi
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🚦 ISAIA 45:20 Radunatevi e venite, avvicinatevi tutti insieme,
superstiti delle nazioni! Non hanno intelligenza coloro che portano un loro legno scolpito e pregano un dio che non può salvare.
🚦21 Manifestate e portate le prove, consigliatevi pure insieme!
Chi ha fatto sentire quelle cose da molto tempo e predetto ciò fin da allora? Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c'è altro Dio; Dio giusto e salvatore non c'è fuori di me.
🚦22 Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della terra,
perché io sono Dio; non ce n'è altri.
👉LA FEDE NON È UNA RELIGONE!
🙌 MA È AVERE UNA RELAZIONE DIRETTA CON DIO!!!
🚦GIOVANNI 2:5 LA MADRE DICE AI SERVI: <<FATE QUELLO CHE VI DIRÀ ».
🗣️ NO! VI DICO !!!
👂 Giovanni 9:25 Egli dunque rispose: «Se egli sia un peccatore, non lo so; una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo».
🚦NON ESISTONO NELLA BIBBIA ! IN NESSUN VERSETTO , IN NESSUN LIBRO !!!
👂LE SEGUENTI PAROLE : 👁️👁️
🗣️1) DI SANTIFICARE LE FESTE PAGANE! (Solo nella bibbia cattolica!)
🗣️2) CHE UNA DONNA CHE HA PARTORITO SIA ANCORA VERGINE! (LA MADONNA, MARIA PAGANA! )
🗣️3) DI INGINOCCHIARSI DAVANTI ALLE STATUE! Leggi Esodo 20:3-5!
🗣️4) CHE IL SIGNORE SIA NATO IL 25 DICEMBRE! (Perché Non Era Inverno!)
🗣️5) ATTO DI DOLORE E TUTTE LE CANZONCINE DEDICATE AI SANTINI VARI!
🗣️6) CHE NON I PUÒ SPOSARE SENZA I COSÌ DETTI FALSI SACRAMENTI!
🗣️7) FARE MESSA DI DOMENICA! ( Matteo 12:8 !)
🗣️8) NOZZE D'ARGENTO/ ORO! (Perché sì è già Sposati!)
🗣️9) LA PAROLA ( AUGURI!
(Ma Benedica!)
🗣️10) ESALTARE MARIA! Leggi Giovanni 2:5 La madre dice ai servi: <<Fate quello che vi dirà»
🗣️11) NATALE! 🗣️12) CRESIMA!
🗣️13) ROSARIO! 🗣️15) OSTIA!
👁️👁️ TUTTE LE FESTE PAGANE SONO SOLO A SCOPRO DI LUCRO!
🚦GIOVANNI 2:5 La madre dice ai servi: <<Fate quello che vi dirà».
🗣️ COME MAI, disubbidite, Alla Vostra Madonna! LA QUALE VI DICE IN MODO MOLTO CHIARO DI FARE TUTTO CIÒ CHE VI DICE IL SIGNORE?
🚦COMUNQUE VI RICORDO CHE LA PAROLA Madonna NON È SCRITTA, DA NESSUNA PARTE! IN NESSUNA PAGINA! O' VERSETTO DELLA BIBBIA!!!
🙌 LA MADRE (MARIA) DEL NOSTRO SIGNORE. LEI STESSA, UBBIDISCE AL NOSTRO DIO YAHSHUA! ALLELUIA
🌹 Luca 1:46 Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
🌻 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
🚦48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
🗣️ 49 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
🙌 YAHSHUA HA MASHIACH
IL SIGNORE DEL SABATO!
🚦GIOVANNI 8:32 Conoscerete La Verità e La Verità vi Farà Liberi».
🗣️ SÌ LIBERI DALLA MENZOGNA! INCULCATA IN NOI FIN DA PICCOLI! QUINDI LEGGETE LA VOSTRA BIBBIA! PENSATECI BENE SE BRAMATE LE MERAVIGLIOSE BENEDIZIONI CHE IL SIGNORE, DIO YAHWEH' HA IN SERBO PER I SUOI FIGLI ALLELUIA
🗣️ LEGGI LA TUA BIBBIA! SCOPRIRAI LA VERITÀ!
🚦Geremia 10:1 Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa di Israele.
👂2 Così dice il Signore: «Non imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi.
🚦3 Poiché ciò che è il terrore dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di chi lavora con l'ascia.
🚦4 È ornato di argento e di oro, è fissato con chiodi e con martelli, perché non si muova.
👂5 Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cocòmeri, non sanno parlare, bisogna portarli, perché non camminano. Non temeteli, perché non fanno alcun male, come non è loro potere fare il bene».
🚦6 Non sono come te, Signore; tu sei grande e grande la potenza del tuo nome.
🗣️ISAIA 43:11 lo, io sono il Signore,fuori di me non v'è salvatore.
👂ESODO 20:3 Non Avrai altri dèi di fronte a Me.
👂4 Non ti farai idolo né Immagine alcuna di ciò che è Lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla Terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
👂5 Non ti Prostrerai davanti a Loro e non li servirai.
🗣️ Sulla Croce C'è Scritto: YHWH Il Re Dei Giudei! YAHWEH' Colui Che È!
🚦L'unico Nome Che Salva" Nella Scrittura Originale È Yahshua Ha Mashiach!🙌
👂 Deuteronomio 4:39 Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il SIGNORE è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n'è alcun altro.
🗣️ Isaia 42:8 lo sono l'Eterno, questo è il mio nome; non darò la mia gloria ad alcun altro, né la mia lode alle immagini scolpite.
🙌 YHWH IL RE DEI GIUDEI!
🚦 YAHWEH' COLUI CHE È!
👂Atti 17:29 Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana.
🚦 30 Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano,
🚦31 perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti risuscitandolo dai morti». GIOVANNI 2:5 La madre dice ai servi: <<Fate quello che vi dirà».
🚦ATTI 4:12 In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati».
🙌 Giovanni 14:6 Gli disse Yahshua: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
🚦Isaia 45:16 Saranno confusi e svergognati quanti s'infuriano contro di lui; se ne andranno con ignominia i fabbricanti di idoli.
☝️Isaia 46:8 Ricordatevelo e agite da uomini; rifletteteci, o prevaricatori.
🔥9 Ricordatevi i fatti del tempo antico, perché io sono Dio e non ce n'è altri. Sono Dio, nulla è uguale a me.
🚦YAHSHUA HA MASHIACH!
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Parola 07/01/2024
*NON DAR PESO ALLE OFFESE*
Autor: Apolonio Carvalho Nascimento
Per non dare peso alle offese, dobbiamo sviluppare nel nostro cuore il senso più sublime e vero del perdono.
Non dare peso alle offese non significa rimanere indifferenti al male che ci è stato fatto, ma ripagare con amore, eliminando il risentimento e distruggendo l'odio.
Non aspettare che l'altro venga a chiedere perdono, ma perdonarlo in anticipo.
Non aspettare che l'altro riconosca il suo errore, ma perdonarlo comunque.
Il perdono è un'espressione d'amore che non elimina la correzione, ma la rende un gesto d'amore che guarisce le ferite causate dal risentimento.
Cosa succede a chi perdona in questo modo? Diventa uno "zerbino"? Un "cencio"? Uno stolto?
No. Diventa superiore alle offese ricevute. Guarda tutto dall'alto di una montagna di virtù dove il fondamento è l'amore misericordioso e l'umiltà.
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«Satana colpirà al cuore la società...». Del tutto sconosciute, le straordinarie profezie di Papa Pio XII
L'avverarsi di alcune rivelazioni di papa Pacelli (1876-1958), come il crollo dell'Unione Sovietica e l'elezione di un pontefice polacco, rende credibili e talora allarmanti le "ispirazioni profetiche" che riguardano il nostro futuro.
La liberazione del popolo cinese, il crollo del capitalismo, l'ingovernabilità dell'Italia, l'invasione dei popoli provenienti dall'est e dai Paesi africani diverranno realtà?
ALCUNE DELLE PIÙ RILEVANTI PROFEZIE DEL "PASTOR ANGELICUS"
1. IL GRANDE PROBLEMA SARÀ LA CINA
«La Cina è una bomba demografica e quando finirà per esplodere, metterà in crisi il mondo intero».
«Quando cadranno gli idoli di Mosca, inizieranno a scricchiolare anche gli idoli di Pechino… All'esaltazione subentrerà l'anarchia e milioni di cinesi cercheranno rifugio in tutto il mondo, aggravando spesso la situazione già precaria di altri Paesi…».
«Il primo, grave pericolo del terzo Millennio sarà la Cina… E sarà coinvolta anche l'Europa, anche l'Italia…».
«Quando si presenterà il problema cinese, non ci sarà più al mondo una potenza in grado di fronteggiarlo; e non ci sarà un Paese in grado di costituire una catena di solidarietà… Sarà un quadro estremamente preoccupante».
«Un numero sempre maggiore di asiatici, soprattutto di cinesi, premerà alle frontiere dei Paesi industrializzati, soprattutto europei, mettendo in crisi economie che un tempo erano fiorenti».
«Le grandi emigrazioni della fine del Millennio turberanno il mondo. La maggior parte dei Paesi non sarà preparata ad ospitare un numero sempre maggiore di persone… La civiltà orientale conviverà con la civiltà occidentale».
«Sarà la fine di un tempo, sarà la fine degli isolamenti tradizionali della civiltà occidentale…».
Sono frasi che Pio XII ha pronunciato tra il 1946 e il 1952. Sono visioni profetiche, sulla Cina e sull'emigrazione dei popoli poveri verso i Paesi industrializzati. Questa preveggenza si sta già avverando, seppur in modo lento. Quando crollerà anche il regime cinese – come profetizzato dal Pontefice – emergerà il problema, in tutta la sua drammaticità.
2. LE DIFFICOLTÀ DELLA NUOVA GENERAZIONE SARANNO MOLTE
«Il pericolo che corre la prossima generazione sarà quello di crescere senza i due supporti fondamentali: la fede e l'umiltà… Se mancano questi due cardini, la vita sarà difficile; e alle prime difficoltà, l'uomo si fletterà su se stesso, rinunciando a lottare…».
Sono parole pronunciate da Pio XII nel 1950. Si tratta di una visione profetica. E la conferma la troviamo nelle recenti dichiarazioni di un noto educatore che, analizzando «il problema droga», arriva a questa preoccupante conclusione: «… abbiamo una generazione fragile; una generazione con poche speranze, perché priva di fede… Una generazione con mille problemi, coinvolta in una competizione frenetica, devastante, nella quale non ha alcun posto l'umiltà…».
Parlando a un gruppo di madri cattoliche, nel 1950, il Pontefice ricordava anche: «… che i giovani vanno educati a vivere una vita interiore; vanno educati alla preghiera e alla meditazione, perché l'uomo che nei momenti difficili non riesce a rifugiarsi nella preghiera, vive male e non riesce a donare la pace alle persone che gli sono vicine…».
Anche qui Pio XII aveva «visto» giusto. La conferma ci viene data anche da Giovanni Paolo II, che rivolgendosi soprattutto ai giovani, ha ripetutamente dichiarato che: «… oggi si vive male, perché non si è più capaci di vivere una vita interiore». Tutto è all'insegna dell'esteriorità. Nel mondo serpeggia una specie di culto blasfemo per le cose materiali, per i piaceri della carne. Manca la fede, manca la spiritualità, manca l'umiltà: ecco la tragedia della nuova generazione. Una tragedia che Pio XII aveva profetizzato. Una tragedia che coinvolgerà, purtroppo, un numero sempre maggiore di giovani, spingendoli spesso sulla strada disperata della droga.
3. LA SCIENZA NON PUÒ SOSTITUIRSI A DIO
«Ci sono dei limiti che la scienza non può valicare… Alcune premesse lasciano scorgere inquietanti ricerche scientifiche… Si cercherà di sostituire Dio con le equazioni matematiche».
Pio XII sapeva vedere lontano, difatti in queste parole profetiche, pronunciate all’inizio degli anni Cinquanta, si riflettono le ricerche scientifiche, soprattutto nel campo della biologia e della fisica, dei nostri giorni.
Oggi, con la Theory of Everything, «la teoria del tutto», si ha la presunzione di svelare il mistero dell’universo, per arrivare a sostituire Dio con una formula matematica.
In altre parole, non più «Dio Redentore», ma «Massimo Matematico». Questa ricerca scientifica, priva di etica, la troviamo anche in altri vaticini. Un messaggio della fine Ottocento, attribuito a una suora di clausura, dice che:
«Alla fine del Millennio, l’uomo si sentirà potente, al punto tale da violare i grandi misteri dell’Eterno… Ma l’uomo che si sentirà potente sarà più fragile di sempre perché questo sarà il tempo in cui le forze della natura si scateneranno per riportare il Creato alla sua bellezza originale… Perché alla fine del Millennio… la terra sarà avvelenata e l’uomo si dibatterà in una ragnatela di difficoltà e di dolori. Alla fine, risorgerà l’umiltà. E l’uomo, nella disperazione dei cieli fumosi, ritornerà a rivolgersi a Dio… Perché i disastri provocati dall’uomo potranno essere sanati solamente con un intervento divino…».
4. A PROPOSITO DI COSTITUZIONE ITALIANA: "DI CRISTIANO HA SOLO L'INVOLUCRO"
«È una Costituzione che non diventerà longeva. Di cristiano ha solamente l'involucro… ».
Nel 1943 un gruppo di laureati cattolici elaborava a Camaldoli un codice di etica sociale ispirato al messaggio evangelico che, in un secondo tempo, verrà considerato dai «padri della Costituzione».
I primi appunti di questo codice etico d'ispirazione evangelica vennero sottoposti al Pontefice, il quale fece un commento molto significativo: «L'amore per il prossimo e la giustizia devono essere i cardini di una Costituzione degna di essere ispirata ai principi cristiani…».
E quando, quattro anni dopo, la Costituzione venne approvata, alcuni giornali attribuirono a Pio XII un giudizio che provocò alcune polemiche: «Di cristiano ha solamente l'involucro…».
Sull'onda di questo giudizio, scaturì un vaticinio, sempre attribuito a Pio XII: «È una Carta Costituzionale che non diventerà longeva… cinquant'anni, un po' meno o un po' più».
Quarantanove anni dopo — la Costituzione è stata approvata il 27 dicembre 1947 — s'inizia a parlare di un nuova Costituente, perché la Costituzione «non corrisponde più alle esigenze politiche del nostro tempo».
Sono parole che farebbero rabbrividire l'onorevole Terracini, già presidente dell'Assemblea Costituente, il quale, in una intervista del 1947 dichiarava che: «La nuova Costituzione è quanto di meglio possa essere dato a un popolo civile, moderno e democratico… È una Costituzione che coinvolgerà certamente più generazioni». Pio XII non era dello stesso parere, perché sentiva che, nella migliore delle ipotesi, la Costituzione del 1947 avrebbe coinvolto una generazione.
5. LA MINACCIA DELLE ACQUE
«La catastrofe del Polesine dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Nel novembre 1951 il Po ruppe gli argini allagando oltre centomila ettari di terreno. Molte furono le vittime, mentre i danni vennero valutati intorno a ventisette miliardi, che per quel tempo era una cifra da capogiro.
Pio XII volle che la Chiesa si applicasse in ogni modo per aiutare le persone che erano rimaste senza casa, senza mezzi. E soprattutto per la ricostruzione.
In quelle giornate di dolore, Pio XII invitò più volte a pregare, «… affinchè il flagello delle acque non ritorni a minacciare l’uomo».
Sempre in quel periodo, Pio XII dichiarò che: «La catastrofe del Polesine dovrebbe essere un insegnamento… dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Sono parole dal contenuto profetico, che vennero ricordate dodici anni dopo, quando nel 1963, si registrò la tragedia del Vajont. Un paese intero – Longarone – venne cancellato dalle acque. Duemilacinquecento furono i morti. E anche questa volta la Chiesa si mise al servizio delle persone maggiormente colpite dalla tragedia.
La minaccia delle acque, in seguito anche all’irresponsabile abbandono delle campagne e al disboscamento, continuò negli anni futuri. Alcuni ecologisti sostengono, a questo proposito, che il vero «flagello delle acque» deve ancora venire. E, forse, si tratta di quel «flagello» per il quale Pio XII aveva invitato a pregare già nel 1951.
6. QUANDO IL PONTEFICE SARÀ ITINERANTE
«Arriverà un giorno in cui il Pontefice sarà itinerante… raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate…».
La tradizione esigeva che il Segretario di Stato rimanesse costantemente a fianco del Pontefice. Ma quando il cardinale Pacelli divenne Segretario di Stato, questa tradizione radicata nel tempo cambiò completamente.
Il cardinale Pacelli, dopo le sue esperienze di Nunzio Apostolico in Germania, era fermamente convinto dell’efficacia del «contatto diretto» con le persone che affrontavano i grandi problemi della politica e con il popolo, con la gente, con i fedeli sparsi nel mondo, che mai avrebbero avuto la possibilità d’incontrare il Pontefice.
Così, il cardinale Pacelli, avviò quella che negli ambienti vaticani veniva chiamata «la rivoluzione itinerante».
Quale Delegato Pontificio, rappresentò il Pontefice in Francia, in Brasile, negli Stati Uniti d’America. E in tante altre parti del mondo. Pio XI aveva ben accolto «questo nuovo modo di gestire i rapporti con l’estero», anche alla luce degli ottimi risultati che si raccoglievano ovunque.
Rientrando dal Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires il cardinale Pacelli, che Pio XI chiamava bonariamente «l’oratore di Pentecoste», nell’entusiasmo del momento, disse che: «… arriverà un giorno nel quale il Pontefice sarà itinerante, raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate, incontrerà i fedeli e i capi di Stato… e questa semina finirà per dare frutti abbondanti e preziosi».
E così è avvenuto, soprattutto per il pontificato di Giovanni Paolo II, durante il quale il Pontefice ha visitato, come aveva profetizzato Pio XII, «le terre più lontane e più abbandonate».
7. LA DISOCCUPAZIONE ESPLODERÀ ALLA FINE DEL MILLENNIO
«II grave problema della disoccupazione ricomparirà in tutta la sua drammaticità, alla fine del Millennio…».
In tutti i discorsi elettorali del dopoguerra, il complicato, grave problema della disoccupazione veniva posto al primo piano. I sindacati parlavano di «mina vagante», i politici parlavano di «problema centrale». Ma gli indici della disoccupazione, soprattutto giovanile, continuavano a crescere, soprattutto al sud, dove si considerava che almeno la metà dei giovani si trovasse senza un lavoro.
Le cose migliorarono sensibilmente al nord, con l'opera di ricostruzione. E si iniziò a parlare di benessere. Alcuni politici, con una visione limitata della realtà italiana, iniziarono allora a parlare della disoccupazione come di «un problema che ci si sta lasciando alle spalle… un problema superato».
Ma Pio XII non era dello stesso parere. Il Pontefice «era capace di vedere molto lontano», e dichiarava: «La disoccupazione è un problema tutt'altro che risolto… anzi riemergerà drammaticamente alla fine del Millennio, quando le macchine sempre più sofisticate sostituiranno l'uomo e il benessere sarà all'ultima frontiera…».
Questa preveggenza si sta avverando ai nostri giorni. I dati statistici presentano difatti percentuali di disoccupati in continuo aumento. Un terzo dei giovani è senza lavoro. Mentre il lavoro nero è una piaga che sta dilagando. In alcune località del Meridione, si supera abbondantemente la percentuale del 50 per cento dei disoccupati. II benessere, come aveva profetizzato il Santo Padre, non ha sconfitto la disoccupazione, che riemerge «in tutta la sua drammaticità».
8. IL TEMPO DEI FALSI PROFETI
«II tempo dei falsi profeti è vicino… Saranno vestiti da politici o da scienziati… e lasceranno alle spalle la desolazione».
Anche nel Vangelo di Matteo si profetizza l'evento dei «falsi profeti». «Guardatevi… perché verranno a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci». C'è quindi l'inganno, perché gli uomini «saranno presi con false parole di amore e di giustizia, per poi essere condannati a vivere nell'odio e nell'ingiustizia».
Pio XII, analizzando i tempi in cui sta vivendo l'umanità, «vede» i falsi profeti nei politici corrotti o negli scienziati che stravolgono le leggi naturali. C'è in proposito una frase significativa, pronunciata da Pio XII nel 1952: «Si sta avvicinando il tempo dei falsi profeti… inganneranno facilmente i puri di cuore, perché si presenteranno nella veste di uomini di grandi capacità e di grande cuore, invece saranno politici corrotti e scienziati senza scrupoli…».
Nel giorno dei falsi profeti siamo già entrati. Arriverà un momento in cui tutti coloro che si avvicinano alla politica saranno dei ««falsi profeti», in quanto il loro scopo non sarà quello di servire la società, ma di utilizzare la società, per scopi più o meno leciti. Ai politici corrotti e corruttori si aggiungono gli scienziati che mirano unicamente a strabiliare il mondo con le loro ricerche. E qui troviamo al primo posto i ricercatori nel campo della genetica, con gli uteri in affitto e le inseminazioni ibride. E le ricerche sono appena iniziate.
9. L'ISLAM SARÀ SEMPRE PIÙ PRESENTE IN EUROPA
«Sarà costruito un grande tempio islamico nella culla del cattolicesimo…».
C’è una profezia del XVII secolo che prevede «La grande moschea, nel cuore del cattolicesimo». «… L’ombra dell’Islam», dice il messaggio «segnerà le gradinate di San Pietro… nel tempo in cui sarà prossimo un grande evento».
Anche Pio XII aveva previsto la costruzione del «grande tempio islamico, nella culla del cattolicesimo». E, se analizziamo alcune sue parole, riportate dai biografi del Pontefice, dobbiamo dire che si può scorgere un vaticinio «sul rinnovarsi delle guerre di religione». Perché sarà soprattutto «l’islamismo che cercherà d’invadere l’Europa, per genuflettere la civiltà cristiana».
La prima parte di questi vaticini si è già avverata. Mercoledì 21 giugno 1995 è stata difatti inaugurata la grande moschea di Roma. E, com’era profetizzato, si tratta di «un grande tempio». Vennero impiegati difatti quasi vent’anni per costruirla. E oggi, con la sua possibilità di contenere oltre duemila persone, è considerata la più grande moschea d’Europa. Va messo poi in risalto il fatto che non si tratta della prima moschea in Italia, perché ne esistono già una cinquantina, con oltre duecento posti di aggregazione.
È il primo passo verso la conquista islamica dell’Europa? I messaggi profetici sembrano rispondere positivamente. Anche se una parte del mondo cattolico è convinta della pacifica convivenza tra cristianesimo e islamismo. L’infiltrazione islamica sarà, forse, facilitata da questa spaccatura tra coloro che considerano possibile la convivenza tra cristiani e islamici e coloro che la rigettano completamente.
10. L'UOMO SARÀ RIDOTTO A PURO OGGETTO DELLA SOCIETÀ
«I pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno cresceranno inevitabilmente nel tempo…».
Nel radiomessaggio natalizio del 1952, Pio XII esternava le sue preoccupazioni per la spersonalizzazione dell'uomo moderno «che la società riduce a puro oggetto; vittima di una meccanizzazione delle coscienze». Su questa strada, proseguiva il messaggio, «… non troveranno posto che l'ingiustizia e il disagio, con tutte le immaginabili sciagure provocate dalla fame e dalla disoccupazione».
Questo grave problema era motivo di costante preoccupazione, da parte del Pontefice. Un giorno, parlando con un gruppo di collaboratori dichiarò: «… i pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno sono ancora allo stato embrionale… ma cresceranno inevitabilmente nel tempo. E, quando l'uomo sarà spersonalizzato, sarà considerato come un oggetto… E sarà acquistato e usato, come si usa un oggetto».
E ancora: «La società dei consumi non accetta l'uomo con una sua idea… l'uomo capace di difendere le sue convinzioni; perché l'uomo dev'essere solamente uno strumento di lavoro, di produzione, di profitto…».
In alcuni discorsi, pronunciati dal Pontefice nel 1954 e 1955, emerge ancora questa sua preoccupazione per «l'uomo spersonalizzato», per «l'uomo oggetto»: «Il costo che l'uomo dovrà pagare per un illusorio benessere materiale è troppo alto, perché dovrà spesso sacrificare la sua personalità e la sua dignità… Il consumismo farà dell'uomo un oggetto. Ma le conseguenze non si vedranno a breve distanza di tempo… Sarà necessario almeno mezzo secolo prima che l'uomo si renda conto dell'inganno… O meglio, che alcuni uomini si rendano conto dell'inganno, perché la massa, formata dall'uomo-oggetto, non si renderà conto di questa tragica realtà».
E c'è una frase ancora più significativa, pronunciata dal pontefice in occasione del radiomessaggio natalizio del 1955: «La politica consumistica è un mezzo per ridurre in schiavitù l'uomo».
11. LA FAMIGLIA IN CRISI
«Satana colpirà nel cuore la società, distruggendo la famiglia… E quando si distrugge la famiglia, si distrugge l'uomo…».
Queste parole vennero pronunciate dal Pontefice nel 1951. Pio XII aveva esternato in più occasioni le sue preoccupazioni «per i pericoli ai quali andava incontro la famiglia».
Un giorno, parlando a un gruppo di genitori disse: «Diffidate di coloro che parlano molto della famiglia e del tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia, perché sarà questo il tempo in cui la cellula della società entrerà in crisi… in agonia».
E qui è significativo ricordare un recente «Studio sulla famiglia italiana», condotto dal CSS (Centro Studi Sociali): «La parola famiglia entra con sempre maggiore frequenza nelle pagine dei giornali. I progetti di legge a sostegno della famiglia sono stati triplicati nel giro di cinque anni, mentre il numero delle famiglie che si sciolgono continua ad aumentare…».
Pio XII «vedeva» pertanto bene. E «vedeva» bene anche quando dichiarava che: «… Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano la famiglia fondata su leggi naturali, cristiane… Perché si cercherà un surrogato della famiglia tradizionale, tanto da trasformare il focolare domestico in una comunità d'interessi, priva d'amore…».
Ed è proprio la famiglia tradizionale che si sta disgregando. Al suo posto si cercano di legittimare «fantasiose unioni di persone», che possono anche avere interessi comuni, ma non sono vincolate dall'amore. Tutto questo Pio XII lo aveva profetizzato. E le amare conseguenze si vedranno nei prossimi anni.
12. E NON AVRETE PIÙ LA DEMOCRAZIA MA LA CORRUZIONE
«Quando il Millennio sarà alla fine, l'uomo onesto diventerà sempre più raro, perché la corruzione finirà per abbracciare il mondo intero…».
Nei messaggi di Pio XII, come in questo caso, si scorge la preoccupazione maggiore per i tempi che riguardano «la prossima generazione», cioè per un tempo che va collocato appunto tra la fine e l'inizio del Millennio. «Anche l'Italia», disse un giorno il Pontefice «sarà presa nel vortice della corruzione… La democrazia finirà per diventare un paravento… per nascondere malefatte di ogni genere. Uomini disonesti, guidati da Satana, saliranno nei posti più alti della politica. Inganneranno il popolo e rovineranno l'economia…».
E ancora: «Arriverà un tempo in cui non esisterà Paese senza scandali; senza una storia vergognosa… Il decadimento politico porterà inevitabilmente al decadimento morale… Arriverà un tempo in cui la corruzione sarà legge di vita».
Questa preoccupante, tragica premonizione, la troviamo anche in altri messaggi profetici. Si potrebbe parlare di un mosaico che si sta componendo. E ormai mancano poche tesserine per avere il quadro completo. Nei vaticini del Monaco Olivetano si dice a questo proposito che: «… Il Millennio finirà nella corruzione e nell'odio, ladri e impostori occuperanno i posti di comando… E gli ordini saranno impartiti da Satana; perché questo sarà il tempo di Satana».
In altri vaticini del XVII secolo si dice ancora che: «Quando morirà il Millennio, moriranno l'onestà e la giustizia… E sarà necessaria almeno una generazione prima che le piante velenose possano essere completamente sradicate».
13. IN ITALIA ASSISTERETE AL DISFACIMENTO DI UNA CLASSE POLITICA
«La classe politica di domani farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini al ritorno di una dittatura. .. ».
Alla fine degli anni Quaranta, iniziarono a delinearsi delle «incomprensioni» tra la Democrazia Cristiana e la Chiesa. Mentre De Gasperi, nei suoi discorsi, continuava a ribadire che la Democrazia Cristiana non costituiva una emanazione dell'autorità ecclesiastica, Pio XII sosteneva che la Chiesa aveva il diritto-dovere d'intervenire «per garantire il giusto equilibrio tra dovere e obbligo, da una parte, tra diritto e libertà dall'altra».
Con la morte di De Gasperi, avvenuta nel 1954, le preoccupazioni di Pio XII aumentarono. «Finisce un tempo…», esclamò un giorno Pio XII «e non vediamo un futuro roseo… soprattutto la classe politica di domani avrà molti problemi. Porterà il Paese alla rovina… E farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini per il ritorno di una dittatura…».
Sono parole profetiche che si riferiscono al nostro tempo. La Democrazia Cristiana, a quarant'anni dalla morte di De Gasperi, si è «sciolta come neve al sole». Il Partito Socialista è finito proprio miseramente. E parecchi parlamentari sono passati dal banco di Montecitorio al banco degli accusati. L'Italia, con i suoi debiti che superano il milione di miliardi, è sull'orlo della bancarotta.
Questo quadro estremamente preoccupante, così profeticamente descritto da Pio XII, lascia ampi margini per il ritorno di una dittatura. E sarà la dittatura «di chi sciupa il pane… che finirà per razionare il pane a chi ne ha sempre avuto poco».
Ma anche questo è necessario che avvenga, per preparare le coscienze al grande rinnovamento.
14. DALLA CIVILTÀ DEL MATERIALISMO ALLA CIVILTA’ DELLO SPIRITO
«Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione di pace…».
«La politica del grande consumismo finirà per disorientare l’uomo, che si aggrapperà ancora di più ai beni materiali e ai piaceri della vita, trascurando i contenuti profondi della vita stessa… Assistiamo all’attuazione di un progetto inquietante, perché si tende a condizionare l’uomo a un tipo di vita superficiale, rivolta esclusivamente all’esterno».
Sono parole pronunciate dal Pontefice nel 1952. Parole che meritano una riflessione. E la stessa cosa si può dire per altre «considerazioni», questa volta dal contenuto profetico, che risalgono allo stesso periodo: «Si vuole orientare l’uomo a vivere un’esistenza materialistica… dove contano solamente i beni materiali. Su questa strada, la vita finirà per diventare un’angoscia senza fine».
Nelle «visioni» del Santo Padre c’è però, probabilmente, «qualcosa» che invita alla speranza. E questo traspare in alcune «considerazioni»: «Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione diversa… Sarà in quel tempo che nuovi valori saranno considerati… Sarà in quel tempo che s’impareranno ad apprezzare le cose che non si vedono, perché sono eterne».
Ma prima di approdare «alla spiaggia dello spirito» dovranno certamente passare alcune generazioni. Questo si può capire, leggendo altri messaggi profetici. Nelle lettere profetiche della Monaca di Dresda si dice, a questo proposito, che: «…Giungerà un tempo in cui lo spirito guiderà il mondo… E grandi saranno gli uomini, se sapranno vivere di umiltà e di fede». Per arrivare alla civiltà dello spirito sarà necessario però distruggere la civiltà della materia: la civiltà che ha prodotto l’angoscia collettiva.
15. GLI UOMINI PARLERANNO CON GLI ANGELI
«Arriverà un giorno in cui l’uomo parlerà con gli angeli… E in quel giorno proverà una gioia tale che nessuna parola al mondo può descriverla».
Nel 1956, dopo il soggiorno estivo a Castelgandolfo, Pio XII parlò a un gruppo di seminaristi francesi: «I tempi», disse il Pontefice «tendono ad allontanare l’uomo dalla spiritualità, per renderlo schiavo delle cose terrene… Il vostro compito sarà pertanto quello di riavvicinare l’uomo alle cose eterne, alle cose che non si vedono, ma che esistono, ed esisteranno in eterno… Bisogna allargare gli orizzonti dell’uomo… Bisogna far capire all’uomo che non è solo, perché legioni di angeli sono sulla terra. E verrà giorno in cui gli uomini parleranno con gli angeli…».
Era il tempo in cui il Pontefice aveva avuto «visioni celesti». E, probabilmente, si sentiva avvolto in un’atmosfera soprannaturale: «Gli angeli», disse un giorno «sono così vicini a noi che, nei momenti di pace profonda, riusciamo a sentire la loro presenza…».
Il Pontefice viveva in una dimensione mistica, che solamente i grandi spiriti riescono a «sentire». Molti vaticini parlano delle «presenze angeliche sulla terra», soprattutto nel tempo in cui «la terra sarà aperta per essere lavata e purificata». In un vaticinio del XVI secolo, ritrovato in una chiesa della Lorena dopo la rivoluzione francese, si dice che «alla fine del Millennio, legioni di angeli scenderanno sulla terra, per contrastare la strada ai demoni…».
E gli uomini «sentiranno» la battaglia tra le forze del bene e le forze del male. «Sentiranno», ma non «vedranno» la battaglia finale. Saranno gli angeli a vincere. E, da quel momento in poi, l’uomo imparerà a parlare con gli angeli. Perché le distanze tra il cielo e la terra saranno accorciate.
PS_Consulta questo indirizzo web escatologia.biz dove potrai trovare il libro integrale di Renzo Baschera dal titolo: Le profezie di Pio XII. Le rivelazioni di Gesù al Pontefice sul futuro dell'umanità.
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