#KASA DEI LIBRI
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Domani, mercoledì 17 gennaio 2024, alle ore 18.00, presso la Kasa dei Libri di Milano si leverà il sipario sulla mostra "Pirandello. Lo scrittore e il suo doppio".
La mostra sarà poi visitabile dal 18 gennaio al 29 marzo 2024, tutti i giorni dalle ore 15.00 alle ore 19.00.
La mostra è stata curata da Andrea Kerbaker
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Libri
Dalle 8:30
Dalle 15:00
Passeggiata
Quadrilatero del Silenzio
https://g.co/kgs/R9mGUvv
lunedì sono a Milano. consigli su cosa vedere??
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Il “Kapannone dei libri”di Angera prende spunto dalla “Kasa dei libri” di Milano e, dopo l’inaugurazione dello scorso settembre, a marzo potrà aprire al pubblico. #Kapannonedeilibri #Kasadeilibri #angera
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FACCE DA LIBRAI
di Stefania Ciocca
a cura di Roberto Mutti
19 Maggio – 1 Giugno 2017
KASA DEI LIBRI
L.go De Benedetti, 4 Milano
QUESTA MOSTRA FA PARTE DEL CIRCUITO DI PHOTOFESTIVAL 12TH
Facce da librai è una mostra fotografica dedicata ai libri, o meglio ai librai indipendenti milanesi fotografati a partire dal 2014 da Stefania Ciocca per il progetto Facce da Librai che è ancora in divenire. Curatore della mostra è Roberto Mutti, critico fotografico, giornalista di Repubblica Milano, docente di storia della fotografia e curatore.
L’obiettivo della fotografa si concentra sulla figura del libraio indipendente visto come un “eroe moderno” perchè oggi scegliere la professione del librario è una scommessa, è un mestiere di confine che richiede intuizione, sacrificio e tanta passione che diventa una simbiosi tra spazio e persona, una corrispondenza tra il libraio e il luogo magico della libreria.
in copertina: SPAZIO BK, la libreria del fare e del guardare Via L. Porro Lambertenghi 20 (Isola)
LIBRERIA 121+, la libreria di Munari Via Savona 17 (Zona Tortona)
LIBRERIA ANTIGONE, la libreria dell’identità Via Kramer 20 (P.ta Venezia)
LIBRERIA ARCHEOBOOKS, la libreria nel museo C.so Magenta 15 (Cordusio)
LIBRERIA CLAUDIANA, la libreria del culto Via F.Sforza 12/A (Crocetta)
LIBRERIA DEL CONVEGNO, la libreria più vecchia dei librai Via Lomellina 35 (Città Studi)
LIBRERIA GOGOL&Co, la libreria che è casa dolce casa Via Savona 101 (Savona/Giambellino)
IL DOMANI, la libreria degli anfratti P.zza Cadorna 9 (Cadorna)
IL LIBRO, la libreria-Babele Via Ozanam 11 (Lima)
LA SCATOLA LILLA, la Libreria delle Storie Sospese Via Sannio 18 (Lodi)
LIBRERIA CORTECCIA, la libreria scavata nel legno Via Lanino 11 (Solari)
LIBRERIA ISOLA LIBRI, la libreria di comunità Via Pollaiuolo 5 (Isola)
_LIBRERIA LIBET, la libreria delle vite passate Via Terraggio 21 (Cadorna)
LIBRI SOTTO CASA, la libreria itinerante anti-Amazon Itinerante
_LIBRERIA LINEA D’OMBRA, la libreria della musica jazz e della letteratura balcanica Via S.Calocero 29 (S.Agostino)
LIBRERIA MILITARE, la libreria del rievocatore e della moda Via Morigi 15 (tra Duomo e Magenta)
LIBRERIA DEL MONDO OFFESO, la libreria del cappello a cilindro P.zza S. Simpliciano 7 (Lanza)
LIBROTECA LIBELLULA, la librerie dei piccoli pensieri in libertà Via Marco d’Oggiono 1 (P.ta Genova/Darsena)
MONTI IN CITTA’, la libreria del vino di montagna Viale Montenero 15 (P.ta Romana)
LIBRERIA DELLO SPETTACOLO, la libreria del Trovarobe Via Terraggio 11 (Cadorna)
LIBRERIA POPOLARE DI VIA TADINO , la libreria che serve la cultura Via Tadino 18 (P.ta Venezia)
LIBRERIA TARANTOLA La libreria delle Bancarelle e dei librai Pontremolesi P.zza Martiri di via Fani 1, Sesto S, (Rondò)
LIBRERIA TIRITERA, la libreria della magia circense Via Giuseppe Govone 30 (Cenisio)
LIBRERIA 6ROSSO, la libreria dello scambio culturale Via Albertini 6, Milano (Chinatown)
FACCE DA LIBRAI FACCE DA LIBRAI di Stefania Ciocca a cura di Roberto Mutti 19 Maggio - 1 Giugno 2017…
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La forma in -te di un verbo può essere seguita dai verbi ageru, kureru o morau e dai corrispettivi super-cortesi, sashiageru, kudasaru, itadaku (e da quello più scortese di ageru: yaru). Invece di dare/ricevere un qualche cosa, l’effetto è quello di dare/ricevere una azione (quella alla forma in -te).
Come abbiamo detto nel precedente articolo sull’agemorai (che dovete leggere prima di questo) l’oggetto che viene dato/ricevuto è percepito come qualcosa di positivo quando uso i verbi elencati. Allo stesso modo se uso la forma in -te di un verbo (che indicheremo come V-te) seguita da un verbo che indica dare/ricevere, l’azione in questione viene percepita come qualcosa di positivo!
Anche l’articolo di oggi è lungo, ma penso sia inevitabile se volete capire davvero di che si tratta. Non dovete ricordare tutto a memoria, ma sicuramente vi sarà utile avere un posto dove c’è scritto ogni possibile caso e dove potete tornare se vi serve rinfrescarvi la memoria o capire meglio certi aspetti.
Oggi vedremo:
La forma in -te seguita da ageru e kureru
Parlare di “favore” a volte è eccessivo (…sbagliato!)
La forma in -te con il verbo morau (…ma allora che differenza c’è con -te kureru?)
Ringraziare qualcuno per un’azione fatta
A che serve la strana idea di dare/ricevere un’azione?
Le richieste nel linguaggio cortese
La forma in -te seguita da ageru e kureru
In generale (1) se dico V-te ageru, significa che io o qualcuno “vicino a me” (cioè “nell’uchi”) fa un favore a qualcuno “lontano da me” (cioè “nel soto”). Il favore in questione è l’azione messa alla forma in -te.
弟に英語を教えてあげます。 otouto ni eigo wo oshiete agemasu. Insegno inglese a mio fratello.
しょうがないなぁ。そんなに知りたいなら、教えてあげる。 Shou ga nai naa. Sonna ni shiritai nara, oshiete ageru. C’è poco da fare eh… (E va bene) se lo vuoi sapere a tal punto, te lo dico.
Attenzione, a differenza della frase sopra con 英語を eigo wo se c’è un complemento oggetto (l’elemento indicato da を) e si tratta di qualcosa che appartiene alla persona a cui faccio il favore, il complemento oggetto e la persona in questione sono legati da の no.
弟に傘を貸してあげました。(l’ombrello non è suo, uso に) otouto ni kasa wo kashite agemashita. Ho prestato l’ombrello a mio fratello.
弟の宿題を見てあげました。(i compiti sono suoi, uso の) otouto no shukudai wo mite agemashita. (NB miru, vedere, qui significa correggere) Ho guardato i compiti di mio fratello. (NB Ho guardato i compiti a mio fratello …è bruttina anche in italiano).
(2) Se il “favore” va nella direzione opposta (dal soto all’uchi, da una cerchia più esterna a una più interna), allora si usa V-te kureru.
竹田さんは兄に傘を貸してくれました。 Takeda-san wa ani ni kasa wo kashite kuremashita. Il signor Takeda ha prestato l’ombrello a mio fratello (maggiore).
兄は宿題を見てくれました。 ani wa shukudai wo mite kuremashita. Mio fratello maggiore mi ha guardato i compiti.
教えてくれてありがとう。 oshiete kurete arigatou. Grazie di avermelo detto/insegnato (la traduzione dipende dal contesto)
Come si vede, quando il favore è diretto a me non devo aggiungere 私に watashi ni, a me, per dire a chi è diretto il favore, è chiaro dal contesto, grazie a -te kureru.
Il discorso su に e の vale anche in questo caso:
ジョンさんは妹の英語の宿題を見てくれました。(妹の invece di 妹に) Jon-san wa imouto no eigo no shukudai wo mite kuremashita. John ha guardato i compiti di inglese di mia sorella.
Come nel caso di kureru usato senza forma in -te, anche con -te kureru non c’è bisogno di aggiungere 私に watashi ni (o espressioni simili) se il favore è diretto a me; quindi non c’è bisogno nemmeno di specificare 私の watashi no in frasi come quella frase sopra quando a riceve il favore sono io.
ジョンさんは英語の宿題を見てくれました。 Jon-san wa eigo no shukudai wo mite kuremashita. John mi ha guardato i compiti di inglese.
Parlare di “favore” a volte è eccessivo (…sbagliato!)
ATTENZIONE! L’idea che dietro queste espressioni ci sia un “favore” spesso spiega bene la situazione, ma a volte è davvero eccessiva, fuori luogo. Capita che qualcuno faccia un’azione non come un favore a me (o a qualcuno vicino a me), ma la cosa mi fa comunque piacere e questo basta per spingermi a creare una frase usando V-te kureru.
子供がやっと寝てくれたから、ゆっくりコーヒーでも飲みましょうか。 kodomo ga yatto nete kureta kara, yukkuri koohii demo nomimashou ka. (Dato che) finalmente mio figlio si è addormentato, ci prendiamo con calma un caffè (o qualcosa del genere)?
…può essere che sarcasticamente dica “mi ha fatto il favore di dormire”? Mi sembra eccessivo, ma si possono trovare frasi in cui il nostro discorso si fa ancora più evidente.
おばあさんに手紙を書いたら、とても喜んでくれた。 Obaasan ni tegami wo kaitara, totemo yorokonde kureta. Quando ho scritto una lettera a mia nonna, ne è stata molto felice.
Non è che mia nonna “mi ha fatto il favore di gioire” (yorokonde kureta) …altro che favore, che scortesia sarebbe se mia nonna mi dicesse una cosa del genere^^ No, semplicemente mia nonna ha gioito nel ricevere la lettera e questo suo gioire mi ha fatto piacere.
La forma in -te con il verbo morau
Come per il verbo morau anche nel caso della costruzione V-te morau io (o qualcuno vicino a me) ricevo qualcosa. In questo caso si tratta di “un’azione positiva”, in gen. vista come un favore. Insomma, qualcuno agisce e la cosa va a mio vantaggio (o a vantaggio di qualcuno che sento vicino), mi fa quindi piacere e sono riconoscente a chi ha agito.
Se però ci pensi, da un punto di vista logico questo stesso discorso vale per -te kureru!
…ma allora che differenza c’è con -te kureru?
La prima differenza è grammaticale: chi agisce da un punto di vista logico è la stessa persona, difatti chi svolge l’azione alla forma in -te è la stessa persona, ma l’uso delle particelle è diverso!
Il verbo principale in un caso è kureru e nell’altro morau. Dallo scorso articolo ci ricordiamo che il soggetto di kureru è chi dà, mentre morau vuol dire ricevere, quindi ha come soggetto la persona che riceve!
兄は宿題を見てくれた。 Ani wa shukudai wo mite kureta. Mio fratello mi ha controllato i compiti.
兄に宿題を見てもらった。 Ani ni shukudai wo mite moratta. Mio fratello mi ha controllato i compiti. (trad. “quasi letterale”) Ho ottenuto da mio fratello che mi controllasse i compiti.
La seconda differenza sta nel fatto che nella maggior parte dei casi -te morau lascia a intendere che chi riceve il favore in effetti ha chiesto di ottenerlo, mentre con -te kureru questa sfumatura non può esserci. In certe situazioni posso quindi usare una qualsiasi di queste costruzioni, ma usare -te morau dà un’informazione in più (vedi la traduzione “quasi-letterale” della frase sopra, che cerca in qualche modo di rendere il senso di -te morau).
Non sempre è così però!
Si possono creare frasi con -te morau in cui si capisce che comunque non c’è stata richiesta da parte del parlante. In certi casi lo si deduce dal contesto (come nel caso della prima frase qui sotto), in altri è addirittura impossibile che ci sia stata una richiesta (vd. la seconda frase).
今年の冬、ホストファミリーにスキーに連れて行ってもらった。 Kotoshi no fuyu, hosuto famirii ni sukii ni tsurete itte moratta. Quest’inverno, la famiglia che mi ospitava (in Giappone?) mi ha portato a sciare. (difficile che l’ospite abbia suggerito “andiamo a sciare”, no?)
Immaginiamo invece di prendere un regalo per un amica. Sappiamo che a lei piacciono quel tipo di oggetti (p.e. un carillon), potremo dire…
まり子はオルゴールが好きなので、きっと喜んでもらえると思う。(NB もらえる è potenziale) Mariko wa orugooru ga suki na node, kitto yorokonde moraeru to omou. Dato che a Mariko i carillon piacciono, penso che di sicuro ne sarà felice. (lett: …penso che di sicuro “riuscirò a ricevere il suo gioire”)
Piccola nota a margine. Ho incontrato dei madrelingua che non si rendevano conto che viceversa molto spesso -te morau porta con sé questa sfumatura di “chiedo e ottengo un favore”. Questo forse perché comunque il suo ruolo principale è quello di implicare che quell’azione è positiva e chi parla è riconoscente, ma non ci sono dubbi che questa sfumatura sia in effetti presente (molti libri la citano molto chiaramente, per cui se un madrelingua vi dice che non è vero, ditegli pure che si sbaglia!).
Ringraziare qualcuno per un’azione fatta
Quando si ringrazia qualcuno per un’azione (un’azione che ha fatto per noi o che semplicemente ci ha fatto piacere) si usa l’espressione V-te kurete arigatou (dove V-te è l’azione svolta dalla persona, messa alla forma in -te) o una versione più cortese di questa forma.
Dunque, attenzione!
È sempre necessario inserire un’espressione come -te kurete prima di arigatou (gozaimasu)!
Molti studenti scordando il kurete (o le alternative che vedremo fra poco) usando solo V-te + arigatou, forse perché per scusarci di qualcosa che abbiamo fatto possiamo dire qualcosa di molto simile: V-te sumimasen (es. okurete sumimasen, mi scusi per aver tardato). Fate attenzione a non fare lo stesso errore.
Le espressioni più cortesi equivalenti a questa sono: -te kudasatte, arigatou gozaimasu o -te itadaite, arigatou gozaimasu o, più formali, -te kudasari, arigatou gozaimasu o -te itadaki, arigatou gozaimasu. NB L’uso di itadaku è un po’ meno logico, ma siccome suona più cortese è ormai più diffuso rispetto alla stessa espressione con kudasaru.
Attenzione! Anche se si può tirare in ballo itadaku, ricorda che -te moratte arigatou non si dice! Si può però in qualche modo inserire in un’espressione simile che esprime riconoscenza: V-te morau to, arigatai/ureshii = se ricevo il tuo fare questa azione, sono felice/riconoscente (per ora però puoi evitare di preccupartene).
A che serve la strana idea di dare/ricevere un’azione?
Ricorderai il fatto che il giapponese evita il più possibile l’uso dei pronomi personali. Ma come fare allora in tutti i quei casi in cui vorremmo aggiungere “ti” o “mi”? Per esempio nel dire “TI aiuto”, “MI aiuti?”, “ME la può scaldare?”
Gli studenti inseriscono immediatamente あなたを, あなたに, わたしを ecc. (o al limite al posto del tu, anata, usano cognome-san+ni/wo) …e suona male, innaturale!
È in gran parte grazie all’esistenza di questi verbi ausiliari che ci evitiamo di usare i pronomi perché questi ausiliari, kureru, ageru, morau e i loro corrispettivi cortesi, danno immediatamente una direzione all’azione (il verbo alla forma in -te). Cioè è grazie a questi ausiliari che capiamo subito chi agisce e chi riceve i benefici di quell’azione! Tutto senza bisogno di pronomi personali!
Se devo chiedere a mio fratello se mi scalda il latte per la colazione…
ミルクを温めてくれる? miruku wo atatamete kureru? Mi scaldi il latte? (= Scaldi per me il latte?) (Più lett.: Mi dai la [tua] azione di scaldare il latte?) (Super lett.: Mi dai lo scaldare il latte?)
In giapponese il “mi” non c’è! E se mi offrivo di scaldare il latte allo stesso modo non c’è qualcosa di equivalente a “ti”!
ミルクを温めてあげる? miruku wo atatamete ageru? Ti scaldo il latte?
Le richieste nel linguaggio cortese
La versione cortese di kureru sarebbe kudasaru; inoltre le richieste nel linguaggio cortese si fanno in gen. come domande negative. Quindi per passare dalla forma cortese -te kuremasen ka al keigo (il linguaggio “super-cortese”) potremmo dire -te kudasaimasen ka …che va benissimo ma in gen. si preferisce usare la forma potenziale di ricevere, quindi -te itadakemasen ka.
Se devo chiedere al commesso del konbini se mi scalda il bentou…
お弁当を温めていただけませんか。 obentou wo atatamete itadakemasen ka. Potrebbe scaldarmi il bentou? (Più lett.: Non potrei ricevere la [sua] azione di scaldare il bento?) (Super lett.: Non potrei ricevere lo scaldare il bento?)
La forma in -te kudasaimasen ka però è senza dubbio molto più facile, perché per ottenerla si parte dalla famosa forma in -te kudasai, che in pratica è un imperativo…
お弁当を温めてください。 obentou wo atatamete kudasai. Scaldami il bentou!
…in gen. usare l’imperativo, anche se nella forma in -te kudasai (più cortese di altre), rischia di essere inappropriato o fuori luogo. Per fortuna però se a -te kudasai aggiungiamo -masen ka possiamo trasformare il tutto in una richiesta cortese ed abbiamo già risolto!
お弁当を温めてくださいませんか。 obentou wo atatamete kudasaimasen ka. Potrebbe scaldarmi il bentou?
Se vuoi ricorda questa forma all’inizio. Potrai sforzarti di ricordare anche -te itadakemansen ka dopo che avrai studiato anche le forme potenziali e il keigo.
Bene, è tutto! Complimenti per essere arrivato/a alla fine! (⌒▽⌒)
Come sempre… Buono studio!
Agemorai (2) – Dare e ricevere un’azione?! La forma in -te di un verbo può essere seguita dai verbi ageru, kureru o morau e dai corrispettivi super-cortesi, sashiageru, kudasaru, itadaku (e da quello più scortese di ageru: yaru).
#ageru#dare e ricevere in giapponese#forma in -te#grammatica#itadaku#JLPT N4#kureru#morau#N4 grammatica
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'A thousand Serene wishes', the Merry Christmas of culture
‘A thousand Serene wishes’, the Merry Christmas of culture
(ANSA) – MILAN, 17 NOV – The exhibition ‘Mille Sereni auguri’ will be inaugurated on December 1st, at the Kasa dei Libri in Milan, showing to the public the greetings received from one of the most important poets of our twentieth century, Vittorio Sereni , by the main representatives of culture between the 1950s and 1980s. A sui generis collection, patiently put together by his wife Maria Luisa…
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#drawing#Mario-Valeri-Way#omen#poet#sender#show#Thousand-good-wishes#Valentino-Bompiani#Vittorio-Sereni
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“Il Boccaccio di Chagall”: opere inedite alla Kasa dei Libri di Milano
“Il Boccaccio di Chagall”: opere inedite alla Kasa dei Libri di Milano
Una coppia solca i cieli bianchi di Parigi, ascolta gli echi malinconici che un violinista ebreo scandisce sopra Vitebsk, si posa accanto al gallo alato rosso che contempla le guerre degli uomini e poi s’arresta, perchè a Bella è caduto un guanto nero nella neve. Andrea Kerbaker, scrittore e collezionista, ha deciso di andare oltre questo ritratto di fiaba, con cui Chagall dipinse il mondo per…
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La lista dei libri di marketing assolutamente da leggere se lavori in questo settore.
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Apre alla Kasa dei Libri di Milano la mostra «Milano. Storie di Città», giu 2020
Apre alla Kasa dei Libri di Milano la mostra «Milano. Storie di Città», giu 2020
Apre alla Kasa dei Libri di Milano la mostra «Milano. Storie di Città» (fino al 3 luglio). Lucia Landoni su la Repubblica: «Le persone, i luoghi e la storia di Milano raccontati attraverso gli scatti pubblicati sulla rivista Città tra il 1997 e il 2002. […] L’obiettivo degli organizzatori è quello di riproporre “una Milano viva e in fermento che ci auguriamo possa essere di buon auspicio per il…
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Posted @withregram • @kasadeilibri Mercoledì 17 alle 18 si alza il sipario per la mostra "Pirandello. Lo scrittore e il suo doppio"🎟🎫
Una full immersion nello sterminato mondo pirandelliano, dove mostriamo quasi tutte le sue edizioni originali, comprese cose che non si vedono mai come la sua tesi di laurea, in tedesco, sul dialetto di Agrigento, la prima apparizione in rivista del Mattia Pascal, locandine, giornali d'epoca eccetera.
Questo, insieme a un allestimento allegro, ci consente un viaggio inedito nei temi fondamentali della sua scrittura, dalle maschere al mito.
👉Vi aspettiamo per l'inaugurazione, mercoledì 17 gennaio ore 18
📅e poi tutti i giorni (lun-dom) dalle 15 alle 19 fino al 29 marzo
📍Kasa dei Libri, Largo De Benedetti 4, Milano
✅ingresso gratuito senza prenotazione
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Fotografia: Mostra FACCE DA LIBRAI a Kasa dei Libri | Milano Photo Festival | Inaugurazione 18 maggio ore 18:30
http://dlvr.it/P3cmGW
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Exhibitions: 'A thousand Serene wishes', the Merry Christmas of culture
Exhibitions: ‘A thousand Serene wishes’, the Merry Christmas of culture
(ANSA) – MILAN, 17 NOV – The exhibition ‘Mille Sereni auguri’ will be inaugurated on December 1st, at the Kasa dei Libri in Milan, showing to the public the greetings received from one of the most important poets of our twentieth century, Vittorio Sereni , by the main representatives of culture between the 1950s and 1980s. A sui generis collection, patiently put together by his wife Maria Luisa…
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Uno dei libri intramontabili del Marketing, attuale in passato e ancora oggi.
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