#Istat turismo
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pier-carlo-universe · 11 days ago
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Turismo 2025: Boom di Arrivi e Presenze in Italia – Ecco le Stime Regione per Regione. Vamonos Vacanze prevede un anno record per il turismo grazie all'Anno Santo e alla crescita dei flussi
Il 2025 si preannuncia come un anno da record per il turismo in Italia. Secondo l’analisi condotta da Vamonos-Vacanze.it, la piattaforma specializzata in vacanze per single, il nostro Paese accoglierà 182,5 milioni di turisti, generando 658,9 milioni di p
Il 2025 si preannuncia come un anno da record per il turismo in Italia. Secondo l’analisi condotta da Vamonos-Vacanze.it, la piattaforma specializzata in vacanze per single, il nostro Paese accoglierà 182,5 milioni di turisti, generando 658,9 milioni di pernottamenti. Un dato che segna il più alto valore registrato dal 2010 e che conferma la ripresa del settore. Il boom turistico grazie all’Anno…
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roma-sera-giornale · 6 months ago
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Italia: Destinazione Turistica Leader in Europa secondo Eurostat
De Ficchy Giovanni Parlare di “record” potrebbe sembrare esagerato, ma i dati di ISTAT per il 2023 confermano un picco senza precedenti nel turismo, con una crescita ininterrotta dall’anno 2015, bloccata, solo brevemente, dalla pandemia. Per il 2024, con la stagione turistica ancora al suo apice, i dati dei primi mesi e le previsioni basate sulle prenotazioni alberghiere anticipano risultati…
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Disturbo dello spettro autistico: ciclo d'incontri alla Federico II
Disturbo dello spettro autistico: alla Federico II si inaugura un ciclo di incontri per promuovere un progetto di inclusione e l’istituzione di una task force e per stimolare una riflessione soprattutto in tema di inclusione lavorativa. Disturbo dello spettro autistico: gli incontri La realizzazione di incontri incentrati su tale tematica non è una novità per l’Ateneo federiciano, soprattutto dal punto di vista medico. La novità è che, in questo caso, l’iniziativa è di un gruppo di docenti di varia estrazione e formazione che hanno deciso di mettere in comune diverse competenze, sensibilità ed esperienze, personali e professionali, per promuovere sul territorio e verso i propri studenti una rinnovata comprensione di una neurodivergenza sempre più presente nella nostra società, ma assolutamente poco conosciuta o conosciuta male, sulla quale l’informazione è spesso approssimativa quando non è addirittura fuorviante. ‘Spettro autistico, neurodivergenze e possibili prospettive di inclusione' è il tema del primo dei quattro incontri in programma e si terrà lunedì 17 giugno 2024, alle 15, nell’aula Pessina del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. L’iniziativa intende soprattutto stimolare una riflessione sulla normativa vigente in tema di inclusione lavorativa delle persone affette da disturbo dello spettro autistico. Obiettivi del progetto Il gruppo di lavoro interdisciplinare promotore dell’iniziativa, composto dai docenti federiciani Roberta Alfano, Erminia Attaianese, Carmela Bravaccio, Massimiliano Delfino e Francesca Scamardella, ‘vuole avviare un dialogo che coinvolga i molteplici attori istituzionali, competenti in materia, e gli esperti per aprire una discussione che permetta di mettere in luce quanto ancora deficitaria sia l'informazione sullo spettro autistico, oltre ad analizzare lo stato dei fatti, le buone e le cattive pratiche e comprendere le possibili prospettive d’inclusione’, sottolinea la professoressa Attaianese. Tra gli obiettivi principali del progetto c’è l’istituzione di una task force finalizzata all‘analisi della normativa. Il gruppo di lavoro sarà costituito da esperti federiciani che, al termine dell’analisi, produrranno un documento di proposta per un’eventuale modifica della normativa attuale allo scopo di migliorare l’inclusione lavorativa. L'autismo è una condizione sempre più presente nella nostra società ma poco conosciuta: è una neurodivergenza che comporta disagi relazionali e sociali e che ancora oggi è ‘catalogata’ come un disturbo psichico. Secondo i dati Istat, in Italia solo il 20 per cento delle persone autistiche o neurodivergenti ha una professione e la maggior parte ha tale opportunità grazie ad enti e associazioni private che hanno avviato e realizzato iniziative per la formazione e l’orientamento. Le parole degli organizzatori “Da alcuni anni con il Dipartimento di Scienze mediche traslazionali e l'Ateneo Federico II coordiniamo progetti d’inclusione e d’inserimento lavorativo per giovani con disturbo dello spettro autistico - spiega Carmela Bravaccio, neuropsichiatra infantile - che hanno conseguito ottimi risultati ma che sono sempre stati segnati da un inizio e da una fine. Abbiamo formato tanto personale che lavora nel mondo sportivo, nell'agricoltura e nel turismo ma ci siamo resi conto delle difficoltà affinché tali esperienze siano messe a regime e di quanto sia complicato collocare lavorativamente una persona con disabilità nonostante le normative esistenti. Queste giornate di incontro, confronto e studio promesse dal nostro Ateneo hanno proprio l’obiettivo di ricominciare a parlare di queste difficoltà e stimolare l'opinione pubblica”. “La Federico II scende in campo per l’inclusione dei soggetti affetti dal disturbo dello spettro autistico - evidenzia Roberta Alfano, giurista - con una serie di incontri preliminari che vedono riuniti esperti federiciani per competenza o per esperienza. Il nostro Ateneo intende così costruire le fondamenta per coltivare idee e sogni sulla possibile e concreta inclusione”.   La prima giornata Ad aprire la giornata saranno i saluti istituzionali del rettore della Federico II, Matteo Lorito, del vicepresidente della Camera, Sergio Costa, del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, del vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, Loredana Raia. A seguire le docenti Carmela Bravaccio e Roberta Alfano presenteranno il progetto e mentre il professore Massimiliano Delfino del Dipartimento di Giurisprudenza della Federico II, coordinerà il dibattito ‘Costruire sinergie per l'autismo', che vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini, dell’assessore comunale all’Istruzione, Maura Striano, della coordinatrice dell’Osservatorio nazionale Autismo, Maria Luisa Scattoni, della direttrice della filiale metropolitana Inps di Napoli, Sandra Sarno. L'incontro si chiuderà con ‘Proposte per il futuro' di Erminia Attaianese, del Dipartimento di Architettura, e Francesca Scamardella, del Dipartimento di Giurisprudenza e referente Commissione Terza Missione dipartimentale. Foto di Mimzy da Pixabay (Generata da AI) Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Il Piemonte non è tra le regioni più visitate d'Italia: ecco la lista delle top 7
Nel 2023, l’Italia ha rafforzato la sua reputazione come una delle mete più desiderate dai viaggiatori di tutto il mondo. L’ultimo report ISTAT ha messo in luce non solo le preferenze dei viaggiatori ma anche l’impatto significativo del turismo sull’economia locale e sul Prodotto Interno Lordo (PIL) del Paese.  Il Nord Italia continua a brillare come la zona più attrattiva del Paese. Le regioni…
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minimoimpatto · 2 years ago
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In vista dell'estate, ecco le buone pratiche dei Comuni per un turismo (più) sostenibile
Dopo un maggio “novembrino”, l’estate comincia a farsi sentire e i Comuni, specie quelli ad alta vocazione turistica, si preparano ad accogliere i viaggiatori italiani e stranieri. L’anno scorso, nel trimestre estivo luglio-settembre, in Italia si sono registrati circa 196 milioni di presenze turistiche (Fonte: Istat). Gli effetti di questo flusso – che è quasi tornato ai livelli pre-Covid – sono…
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ultimaedizione · 2 years ago
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La crisi dell'Italia che viene da lontano - di Guido Puccio
La Germania è in recessione tecnica (due trimestri con segno negativo) mentre noi, come si dice in gergo, ”tiriamo”. Lo ha confermato il governatore Visco la scorsa settimana e soprattutto l’ultima rilevazione Istat. In effetti il boom è dovuto largamente al turismo tornato alle condizioni pre-covid.Meglio così, anche se non dobbiamo mai dimenticare il famoso detto di Shakespeare: “Attenti, non è…
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infosannio · 2 years ago
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Turismo nei borghi: se il boom ha il fiato corto
(di ANGELA ARENA – lidentita.it) – L’attuale spirale inflazionistica nelle cui maglie è imbrigliato gran parte del sistema produttivo italiano, non sembra coinvolgere l’ascesa del comparto turistico che, invece, sin dal primo bimestre dell’anno in corso, appare inarrestabile. Secondo un provvisorio bilancio dell’ ISTAT, infatti, i dati riferiti a gennaio e febbraio 2023 documenterebbero una…
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gazeta24br · 2 years ago
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Além de ser um excelente país para o turismo, a Itália também atrai olhares pelo mundo quando o assunto é residência. Para isso acontecer, o primeiro passo está na aquisição da cidadania italiana que vem ganhando destaque em seus serviços e benefícios. Segundo dados do Istat, foram contabilizadas cerca de 50.973 cidadanias com o objetivo de moradia na Itália em 2021. No território italiano, o total de cidadanias naquele ano foi aproximadamente de 121.457, com dados ainda de aquisições por meio de matrimônio (14.587) e na modalidade outros - não especificado (55.897). Se colocado no papel, é possível ter uma ideia de que foram realizadas aproximadamente mais de 300 cidadanias todos os dias naquele ano.  De acordo com o CEO da Trastevere, uma das maiores empresas de consultoria de imigração italiana do Brasil, Eduardo Velloso, a procura pelo reconhecimento da dupla cidadania tem se tornado frequente pelos benefícios que ele traz ao morador, como por exemplo, a facilidade de moradia na União Europeia.  “O passaporte italiano é um dos mais poderosos do mundo e com ele em mãos é possível morar em qualquer um dos 27 países da União Europeia. Se o sonho é elevar a qualidade de vida na Europa, é possível tornar realidade por meio da Espanha, Portugal, França, entre outros países de primeiro mundo”, pontua Velloso ao lembrar que o levantamento do VisaGuide.World classificou o passaporte italiano no ‘Top 3’ mundial, ficando atrás apenas do Japão e de Cingapura. A cidadania italiana também disponibiliza a facilidade de conhecer os Estados Unidos ou Canadá, por exemplo, por 3 meses, sem precisar do visto para turista, já que atualmente as filas de espera nos consulados estão enormes. Para se ter uma ideia, o tempo para agendar a entrevista chegou ao maior patamar da história para aqueles que nunca estiveram em território americano. O período de espera em São Paulo é em média de 556 dias - dezoito meses. Já no Rio de Janeiro, são 442 dias, quinze meses, e 438 dias, em Brasília.  “Outra questão que surge muitas dúvidas está na segurança financeira no futuro, com relação a aposentadoria. Não se preocupe em questão de aposentadoria, se terá que trabalhar ainda mais ou de não ter a aposentadoria devido a trabalhar na Itália. A cidadania italiana assegura a soma do tempo que você trabalhou no Brasil com o tempo em que já trabalhou ou ainda vai trabalhar na Itália”, destaca Eduardo, assim, a pessoa recebe a aposentadoria em euros após 66 anos de idade ou também 20 anos de contribuição. Sobre a Trastevere Site: https://trasteverecidadania.com/ Instagram: @trasteverecidadania
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blogsdaseguire · 2 years ago
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Viaggi e vacanze in Italia e all'estero: le statistiche ISTAT del 2022
L'#ISTAT ha pubblicato il #report annuale sui #viaggi degli Italiani nel 2022. Ancora non c'è una netta ripresa rispetto al periodo pre-covid, ma aumentano sia il numero dei viaggi che la spesa individuale dei #turisti. Leggi il riassunto del report .
Se siete appassionati di viaggi e volete scoprire le ultime tendenze e i dati più interessanti sul turismo in Italia e nel mondo, questo articolo fa per voi. In questo post, infatti, vi presentiamo un riassunto delle statistiche ISTAT relative a viaggi e vacanze in Italia e all’estero nell’anno 2022, basate sul report ufficiale pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica . La fonte…
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corallorosso · 5 years ago
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Perché le donne saranno decisive per tornare a crescere «Se volessimo davvero elaborare strategie d’innovazione a seguito della più importante crisi globale dopo la Seconda guerra mondiale,la questione femminile dovrebbe costituire il motore più importante per il cambiamento»...icordando che il Covid ha dimostrato una maggiore resistenza delle donne alle conseguenze estreme dell’epidemia: il tasso di letalità dovuta al virus (decessi su positivi) per le persone fra 20 e 59 anni risulta, infatti, del 2,4 per cento per gli uomini e dello 0,7 per cento per le donne. «Per questo», scrivono i ricercatori, «nel ripensare ai cambiamenti necessari per ridare slancio alla nostra economia, un ruolo decisivo dovrà ricoprire il sostegno all’occupazione e all’ imprenditorialità femminile. Eppure, con il progressivo ritorno alla normalità, l’occupazione femminile corre i maggiori rischi, oltre che per la crisi produttiva,per la dipendenza da fattori extra-economici, in particolare dai servizi per l’infanzia e dalla scuola e per elementi strutturali». Le fotografie Istat e Eurostat certificano che l’Italia è il paese fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione femminile: il 50 per cento, un dato lontanissimo dalla media europea, che è del 67,3 per cento. Le donne italiane sono al primo posto nella classifica europea per tasso di rinuncia al lavoro per la cura dei figli, perché non trovano aiuto nell’organizzazione scolastica, né in quella del lavoro e familiare. È anche evidente la strutturale ridotta partecipazione delle donne al mercato del lavoro. ... «Per portare l’Italia al valore medio europeo sarebbero necessari 1.617.000 nuovi posti di lavoro esclusivamente destinati alle donne, se si volesse almeno dimezzare il divario con l’Europa bisognerebbe porsi l’obiettivo di almeno 250 mila nuove occupate l’anno per il prossimo triennio», calcolano i ricercatori della Rur. Le diseguaglianze di genere sono amplificate dalle differenze territoriali: il divario che esiste tra il tasso d’occupazione femminile della Provincia di Bolzano (67,9 per cento) o dell’Emilia Romagna (64,1 per cento) e quello della Sicilia (29,8 per cento). Le circa dieci milioni di lavoratrici si distribuiscono così: il 25,5 per cento nel settore della sanità e dell’istruzione, il 13,8 per cento nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 13,4 per cento nei servizi all’impresa, il 12,5 per cento nei servizi alla persona e collettivi. Significativa è la presenza anche nell’industria manifatturiera (12,2 per cento) e nel turismo (7,6 per cento). La presenza di professionalità femminili raggiunge il 72,4 per cento nei comparti della sanità e dell’istruzione e il 69,1 per cento nei servizi destinati alla persona. Nei settori chiave del nuovo sociale lavorano in complesso circa 3,8 milioni di donne rispetto a 1,5 milioni di uomini. Nella sanità, in particolare, le donne rappresentano il 56 per cento dei medici iscritti all’albo e sono quasi il doppio degli uomini tra i medici con meno di 40 anni. Il 77 per cento degli infermieri è donna. Nel mercato del lavoro, dunque, le donne appartengono più all’economia “smaterializzata” del futuro che a quella tecnologica che viene dalla tradizione. Decisive per la ripartenza. (L'Espresso)
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telodogratis · 2 years ago
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Istat, Pil III trimestre +0,5%, la crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,9%
Istat, Pil III trimestre +0,5%, la crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,9%
<img src="” title=”Istat, Pil III trimestre +0,5%, la crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,9%” />Read MoreTirano i consumi e il turismo, giù l’industriaTirano i consumi e il turismo, giù l’industriaRSS di – ANSA.it
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Ammortizzatori sociali: cosa prevede la circolare Inps per il 2024
Gli ammortizzatori sociali, come si legge nella circolare dell'Inps, sono un capitolo importante della manovra economica del 2024. Per l'anno in corso sono previste, infatti, diverse misure in costanza di rapporto di lavoro, a sostegno del reddito e delle famiglie. Facciamo un veloce recap delle principali misure approvate. Ammortizzatori sociali 2024: la circolare Inps su ISCRO e Congedo parentale La prima novità prevista dalla legge di Bilancio 2024 riguarda l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO) che, introdotta in via sperimentale nel triennio 2021-2023, dal 2024 diventa strutturale. L'ISCRO riguarda i liberi professioni iscritti alla Gestione separata che esercitano un lavoro autonomo nel campo di arti e professioni. Sono inclusi anche coloro che lavorano nell'ambito di studi associati e società semplici. La misura prevede la corresponsione di un contributo pari al 25% della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati nei due anni precedenti l'anno di presentazione della domanda. L'importo è compreso tra i 250 e gli 800 euro mensili erogato per sei mensilità a partire dal primo giorno successivo alla presentazione della domanda. La cifra è soggetta a rivalutazione in base alla variazione dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo. Altra novità importante è prevista per il congedo parentale. Per il 2024 è previsto un ulteriore mese di congedo retribuito all'80% che può essere richiesto da entrambi i genitori, alternativamente, di bambini di età non superiore ai 6 anni. Il periodo di congedo, inoltre, deve terminare oltre il 31 dicembre 2023. Cassa Integrazione Guadagni: come funziona nel 2024 La Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria potrà essere richiesta, anche per il 2024, dalle aziende che hanno dovuto ridurre o sospendere la retribuzione ai dipendenti per cause non imputabili all'azienda stessa o ai dipendenti o per situazioni temporanee generate dal mercato. La CIGO può essere richiesta anche in seguito a eventi climatici eccezionali. Possono fare domanda per la CIGO, tra le altre, le imprese industriali manifatturiere, di distribuzione di acqua, gas ed energia, le imprese operanti nel settore boschivo, le imprese agricole e zootecniche, le imprese operanti nei settori dell'edilizia e affini. Al lavoratore spetterà un contributo pari all'80% della retribuzione relativo alle ore non lavorate per un massimo di 13 settimane continuative che possono essere prorogate fino a 52. Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e in Deroga Secondo quanto illustrato nella circolare dell'Inps, le aziende che hanno usufruito della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) e che non hanno portato a termine il loro piano di ristrutturazione per motivi che esulano dalla responsabilità del datore di lavoro possono accedere a un nuovo periodo di erogazione. La CIGS, infatti, può essere richiesta dalle aziende che stanno affrontando eventi strutturali quali riorganizzazioni e ristrutturazioni. I settori interessati sono quelli industriali, i servizi mensa e pulizie, vigilanza, (con più di 15 dipendenti), logistica, turismo, movimenti politici (con più di 50 dipendenti). Confermata, anche per il 2024, la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (CIGD), la misura alla quale possono accedere le cooperative sociali e i piccoli imprenditori. La CIGD può essere richiesta nei casi di ristrutturazione e riorganizzazione, crisi aziendali come anche per situazioni aziendali di difficoltà dovute a cause non dipendenti dalla volontà dell'imprenditore o da situazioni di mercato. In copertina foto da Depositphotos Read the full article
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Turismo, la Puglia nel 2023 supera i 16 milioni di presenze
Nel 2023 in Puglia sono stati superati 16,3 milioni di presenze: si è registrata una crescita del turismo internazionale del 22% per gli arrivi e del 16% per le presenze rispetto al 2022. Il bilancio complessivo segna un +8% per gli arrivi e un +4% delle presenze. E’ quanto emerge dal report dell’Osservatorio di Pugliapromozione su dati Istat/Spot (Sistema puglia per l’osservatorio turistico)…
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purpleavenuecupcake · 4 years ago
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La pressione fiscale è salita al 43,1%
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Nel 2020, annus horribilis dell’economia italiana, la pressione fiscale è salita attestandosi al 43,1 per cento ; la stessa soglia che avevamo toccato nel 2014, a soli 0,3 punti percentuali dal record storico che abbiamo registrato nel 2013. Pressione fiscale, ricorda l’Ufficio studi della CGIA, che è data dal rapporto tra le entrate fiscali e quelle contributive sul Pil. Ovviamente, l’incremento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2019 è ascrivibile in massima parte al crollo del Pil che l’anno scorso è sceso dell’8,9 per cento. Sebbene sia stata più contenuta di quella registrata da quest’ultimo, anche le entrate fiscali e contributive hanno comunque subito una forte contrazione del gettito (-6,3 per centro). In termini assoluti il fisco, l’Inps e le casse previdenziali hanno riscosso 711 miliardi di euro, 48,3 miliardi in meno di quanto registrato nel 2019. Nonostante queste precisazioni, fa sapere l’Ufficio studi della CGIA, è evidente che il carico fiscale complessivo che grava sulle famiglie e sulle imprese costituisce un grosso problema. Lo era prima della pandemia, figuriamoci adesso, con moltissime aziende a rischio chiusura e con tantissime persone scivolate verso la soglia di povertà. •             Zero tasse per un anno: alleggerimento da 30 miliardi Anche per queste ragioni gli artigiani mestrini tornano a ribadire che l’erogazione dei nuovi sostegni alle micro e piccole imprese che il Governo Draghi sta mettendo a punto in questi giorni deve essere accompagnata da un azzeramento del carico fiscale per l’anno in corso. Altrimenti, rischiamo che una volta incassati, questi rimborsi  vengano subito restituiti allo Stato sotto forma di imposte, tasse e contributi.  Una partita di giro già verificatasi l’anno scorso che per molti imprenditori ha rappresentato una vera e propria beffa. Questo taglio generalizzato di tasse e imposte erariali per tutto l’anno in corso costerebbe al fisco tra i 28/30 miliardi di euro. Una stima che è stata calcolata ipotizzando di consentire a tutte le attività economiche con un fatturato 2019 al di sotto del milione di euro di non versare per l’anno in corso l’Irpef, l’Ires e l’Imu sui capannoni. Queste aziende, che ammontano a circa 4,9 milioni di unità (pari all’89 per cento circa del totale nazionale), dovrebbero comunque versare le tasse locali, in modo tale da non arrecare problemi di liquidità ai Sindaci e ai Presidenti di regione. Alleggeriti dal peso di un fisco spesso ingiusto, per un anno vivrebbero con meno ansia, meno  stress e più serenità. Non solo, ma con 28/30 miliardi risparmiati metteremo le basi per far ripartire l’economia del Paese. •             Entro luglio altri 50 miliardi di contributi a fondo perduto Oltre all’azzeramento delle tasse, l’Ufficio studi della CGIA auspica che l’esecutivo metta sul tavolo almeno altri 50 miliardi di euro entro il prossimo mese di luglio che consentano di rimborsare in misura maggiore di quanto è stato fatto sino a ora le perdite subite dalle aziende e  permettano agli imprenditori di compensare anche una buona parte dei costi fissi sostenuti. Modalità, quest’ultima,  che la Francia e la Germania hanno applicato da alcuni mesi, avendo recepito le nuove disposizioni introdotte  dall’UE in materia di aiuti di stato alle imprese. Costi, quelli fissi (come gli affitti, le assicurazioni, le utenze, etc.) che, nonostante l’obbligo di chiusura e il conseguente azzeramento dei ricavi, le attività economiche continuano purtroppo a sostenere. Questo sforzo così importante deve essere fatto entro l’estate, periodo in cui, grazie agli effetti della campagna vaccinale e alle condizioni climatiche, dovremmo esserci lasciati alle spalle la pandemia ed essere tornati ad una situazione di “normalità”. Dalle indiscrezioni apparse in questi giorni, sembra che il decreto “Sostegni bis” in fase di approvazione preveda la compensazione dei costi fissi, anche se in misura molto contenuta e del tutto insufficiente a rispondere alle istanze delle attività economiche. •             La crisi ha colpito soprattutto l’economia del Sud Secondo l’indagine Istat realizzata verso la fine dell’anno scorso, dall’incrocio dei dati relativi al numero di imprese che hanno denunciato di essere a rischio operativo Alto e Medio Alto con il corrispondente numero di addetti interessati, è possibile mappare il rischio operativo del nostro sistema economico. Dal risultato di questa operazione è emerso che il Mezzogiorno è la ripartizione geografica più colpita dalla pandemia: cinque regioni sono ad Alto rischio combinato (Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna), altre 2, invece, sono a Medio Alto rischio  (Puglia e Sicilia). Nel Sud solo il Molise si trova in una situazione di rischio combinato Medio-Basso. Al Centro, invece, preoccupa la situazione dell’Umbria (Alto-Rischio), del Lazio e della Toscana (Medio-Alto Rischio). Al Nord, infine, preoccupa la situazione emersa in Valle d’Aosta e nella provincia autonoma di Bolzano che ricadono nell’area a Medio-Alto rischio combinato. Rispetto a tutte le principali regioni settentrionali, il Veneto presenta un livello di vulnerabilità superiore; tale situazione è riconducibile alla sua forte vocazione turistica e alla crisi registrata, in particolar modo, del settore delle pelli e del tessile/abbigliamento.  Più in generale, segnala l’Istat,  la fragilità di un territorio è ascrivibile sia al grado di diffusione dei settori maggiormente colpiti dalla crisi sia dal livello di specializzazione dell’economia locale in tali attività. In particolare, soffrono più degli altri il tessile, l’abbigliamento e la lavorazione della pelle, settori duramente provati in questo ultimo anno dalla forte contrazione registrata dalla domanda interna e da quella internazionale. Altrettanto drammatica è la situazione dei comparti che ruotano attorno al turismo (alberghi, tour operator, agenzie di viaggio, trasporto pubblico locale, etc.), il commercio al dettaglio, gli ambulanti, bar e ristorazione, le attività culturali (musei, cinema e teatri), quelle sportive (piscine, palestre) e quelle legate al tempo libero (parchi divertimenti, spettacoli viaggianti, discoteche, etc.) che più degli altri hanno subito gli effetti negativi dei provvedimenti di chiusura e di distanziamento fisico imposti dal Governo.  Read the full article
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sciscianonotizie · 4 years ago
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Istat su Turismo: Arleo (Competere.eu): urgente un Piano Nazionale sul Turismo http://dlvr.it/RpcJFb
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Quanto sono sostenibili le regioni italiane?
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Regioni Italiane: Nel 2015 venivano formalizzati i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (in inglese “Sustainable Development Goals”, abbreviato semplicemente in SDGs,  dell’Agenda 2030 dell’ONU, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi, Italia inclusa. L’agenda è formata da un insieme di 17 obiettivi e il  numero 11 è dedicato alle città e agli insediamenti umani sottolineando uno sviluppo sostenibile dei centri urbani da assumere nei prossimi decenni. L’obiettivo recita: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. Regioni italiane ed impatto ambientale L'agenda prevede di ridurre entro il 2030 l’impatto ambientale negativo delle città, considerando la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti urbani e soprattutto riducendo gli sprechi energetici e il capitale naturale.  Ad oggi tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, nessuno escluso: le associazioni ambientaliste, i cittadini, le pubbliche amministrazioni, le imprese,i  policy maker, ognuno per quella che può essere la propria parte. Tutti siamo coinvolti in questo Green Deal.  L'Italia è indietro nel percorso che mira allo sviluppo sostenibile e poiché molte politiche sono di competenza delle Regioni e delle Province autonome spetta anche a loro adottare i provvedimenti necessari per accelerare questo processo. Inoltre, l’Italia è caratterizzata da forti disuguaglianze territoriali che rendono molto complesso il percorso dell'Italia verso lo sviluppo sostenibile.  L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) ha pubblicato gli indicatori che mostrano il percorso di ogni regione e provincia autonoma verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030. Dopo il Rapporto 2018 Asvis ha pubblicato l'analisi aggiornata al 2017 dell'evoluzione dei territori italiani rispetto al raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030.  Esiste ancora il divario tra Nord e Sud riguardante la sostenibilità? Il buon posizionamento delle regioni del Nord trae origine in buona parte dai comportamenti individuali nell'ambito della vita quotidiana e all’interno delle abitazioni. In particolar modo spicca l'indicatore sulle detrazioni fiscali riguardo la riqualificazione energetica degli edifici. Le regioni del Nord ricoprono le prime otto posizioni ( il Trentino sul podio, seguito da Friuli Venezia Giulia e dal Piemonte). Anche l'indicatore sui rifiuti vede al nord ottimi posizionamenti  nell'ambito della raccolta differenziata: primo il Veneto (62,6% di raccolta), secondo il Trentino (62,3%) e il Friuli (57,5) al terzo posto. Il settentrione si rivela virtuoso più o meno per tutti gli indicatori, tranne quello dell'agricoltura biologica, che vede la Lombardia agli ultimi posti, del turismo agricolo e del trasporto pubblico. In centro Italia spiccano invece i negozi biologici (Marche 1°, Umbria 2° e Toscana 3°). Nell'agricoltura biologica sono invece le regioni meridionali (Calabria, Basilicata, Sicilia e Puglia) a fare da padrone. Ci sono inoltre alcune regioni del Sud che riescono ad avere la meglio sul nord per la produzione di energia green. Anche la connettività digitale è un elemento da non trascurare per la sostenibilità aziendale, garantendo servizi al cittadino a distanza e che non contribuiscono ad ulteriori emissioni per spostamenti. Secondo i dati Istat l’accesso a Internet o fibra è pari al: - Nord: 82,6% - Centro: 81,8% - Sud: 84,8% - Isole: 73,4% Entrando nel merito del discorso energetico, a produrre la maggior parte dell'energia rinnovabile sono Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Basilicata (rispettivamente 99,9%, 91,2% e 69,7% sulla produzione totale). Risultato positivo anche per l'Umbria (4° con il 55,5%).  Sul tema delle emissioni, invece, la regione più virtuosa è la Campania, seguita da Trentino Alto Adige, Lazio, Marche, Lombardia e Piemonte. La regione Lombardia (con oltre il 42%) e l’Emilia Romagna (con quasi il 36%) si classificano al primo e secondo posto per percentuale di rifiuti solidi urbani smaltiti in impianti che producono energia da rifiuti, seguite dalla Campania con il 28%. Le regioni che riportano le percentuali più basse sono anche quelle per cui risultano le quantità maggiori di RSU smaltite in discarica, con in testa proprio la Sicilia (con circa il 69%).  Ecco la classifica completa stilata dal Green Vesting Forum:  - Lombardia - Lazio - Campania  - Piemonte - Emilia-Romagna - Veneto - Sicilia - Toscana - Puglia - Liguria - Città Metropolitana di Roma - Sardegna - Marche - Trentino-Alto Adige - Friuli-Venezia Giulia - Abruzzo - Calabria - Umbria - Basilicata  - Molise - Valle d'Aosta Read the full article
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