#Internati Militari Italiani
Explore tagged Tumblr posts
Text
M.L. Daniele e M. Toffanin -"LA GRANDE STORIA IN MINUTE LETTERE" in una bella recensione di Giovanni Lugaresi
Nel nostro tempo, per molti versi travagliato, di Amore, non se ne vede tanto in giro. Di Amore – diciamo. Perché di “amori”, invece ce n’è tanti, forse troppi. Di tutti i… generi, per così dire, mentre di spazio per l’Amore ce n’è ben poco. Almeno, a sensazione, vedendo, leggendo, ascoltando qua e là. Eppure… Eppure, a volte ci si imbatte in pagine che all’Amore sono un inno: amore che è…
View On WordPress
#Giovanni Lugaresi#Internati Militari Italiani#Maria Luisa Daniele Toffanin#Massimo Toffanin#Repubblica di Salò#SecondaGuerra Mondiale
0 notes
Text
Ceccano, internati militari in Germania, il comune prende l'iniziativa per la medaglia d'onore
Una medaglia d’onore per gli Internati Militari Italiani (IMI): dopo il convegno del 16 settembre scorso a Santa Maria a fiume, a Ceccano, primo di una lunga serie di eventi organizzati dalla Rete delle Associazioni coordinate dalla Proloco, e dedicato appunto alla sorte dei ceccanesi deportati in Germania, Palazzo Antonelli sposa la causa della medaglia d’onore a quanti dopo l’8 settembre…
View On WordPress
0 notes
Text
Gli ultimi mesi di guerra videro le condizioni di vita materiali e morali degli IMI raggiungere il limite estremo della brutalità
Tra gli IMI [Internati Militari Italiani] che pagarono il prezzo più alto vanno inclusi quelli che, alla vigilia della liberazione, furono assassinati da tedeschi, civili e in uniforme (analogamente a quanto successe nelle settimane successive all’armistizio) <228. Gli esecutori materiali delle uccisioni sostenevano di essersi comportati in modo legittimo in quanto stavano eseguendo ordini…
View On WordPress
#1945#brutalità#campi#civili#concentramento#Gabriel Francesco Gabrielli di Quercita#Gestapo#guardie#Guerra#IMI#Internati Militari#italiani#militari#nazisti#omicidi#polizia#prigionieri#Reich#SS#Stammlager#tedeschi
0 notes
Text
Gli ultimi mesi di guerra videro le condizioni di vita materiali e morali degli IMI raggiungere il limite estremo della brutalità
Tra gli IMI [Internati Militari Italiani] che pagarono il prezzo più alto vanno inclusi quelli che, alla vigilia della liberazione, furono assassinati da tedeschi, civili e in uniforme (analogamente a quanto successe nelle settimane successive all’armistizio) <228. Gli esecutori materiali delle uccisioni sostenevano di essersi comportati in modo legittimo in quanto stavano eseguendo ordini…
View On WordPress
#1945#brutalità#campi#civili#concentramento#Gabriel Francesco Gabrielli di Quercita#Gestapo#guardie#Guerra#IMI#Internati Militari#italiani#militari#nazisti#omicidi#polizia#prigionieri#Reich#SS#Stammlager#tedeschi
0 notes
Text
Gli ultimi mesi di guerra videro le condizioni di vita materiali e morali degli IMI raggiungere il limite estremo della brutalità
Tra gli IMI [Internati Militari Italiani] che pagarono il prezzo più alto vanno inclusi quelli che, alla vigilia della liberazione, furono assassinati da tedeschi, civili e in uniforme (analogamente a quanto successe nelle settimane successive all’armistizio) <228. Gli esecutori materiali delle uccisioni sostenevano di essersi comportati in modo legittimo in quanto stavano eseguendo ordini…
View On WordPress
#1945#brutalità#campi#civili#concentramento#Gabriel Francesco Gabrielli di Quercita#Gestapo#guardie#Guerra#IMI#Internati Militari#italiani#militari#nazisti#omicidi#polizia#prigionieri#Reich#SS#Stammlager#tedeschi
0 notes
Text
(SONO MOLTO CONTENTO)
Ci siamo! MIO NONNO DICEVA SEMPRE DI NO è uscito ufficialmente e da oggi può essere ordinato sul catalogo di Cronache Ribelli (cliccando nel link qui sopra).
Sono passati anni da quando trovai il diario di prigionia di Balilla Gardini e iniziai a ricostruire la storia di una categoria di prigionieri di cui non avevo mai sentito parlare: gli Internati Militari Italiani. Dov’era finita la loro memoria e la loro opposizione al fascismo? Perché i sopravvissuti non avevano raccontato le sofferenze del lager? Perché non si parlava mai degli IMI? Qui dentro, finalmente, c'è tutto quanto.
(sono molto contento)
3 notes
·
View notes
Text
Latina, Giorno della Memoria in ricordo di Gina Piazza. Al Museo Piana delle Orme la Medaglia d'Onore a Giuseppe Giorgio Cannizzaro
Latina, Giorno della Memoria in ricordo di Gina Piazza. Al Museo Piana delle Orme la Medaglia d'Onore a Giuseppe Giorgio Cannizzaro La drammatica storia di Gina Piazza, ebrea arrestata alla stazione di Littoria Scalo il 24 novembre 1943, deportata prima ad Auschwitz e poi Dacau, è stata restituita alla memoria dei cittadini di Latina con la volontà di installare una pietra d'inciampo, o una targa, in suo ricordo. Un'attenzione che l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Matilde Celentano, riserverà a tutti i cittadini di Latina che hanno vissuto lo stesso dramma della Shoah. Questa mattina, in occasione delle celebrazioni del XXIV Giorno della Memoria, il vice sindaco Massimiliano Carnevale e una delegazione di consiglieri comunali hanno incontrato i nipoti di Gina Piazza, Paola e Sergio Piazza, alla stazione di Latina Scalo per ricordare la tragedia delle deportazioni e per effettuare un primo sopralluogo per il futuro posizionamento della pietra d'inciampo, o targa, all'interno del sottopasso ferroviario, previa autorizzazione delle Ferrovie dello Stato. L'iniziativa ha avuto origine dalla mozione, proposta dal Pd e sottoscritta da tutti i partiti, approvata all'unanimità del Consiglio comunale, nella seduta di lunedì scorso. "In queste ore – ha affermato il vice sindaco Carnevale – stiamo ricevendo numerose segnalazioni di altre famiglie di Latina all'interno delle quali ci sono stati componenti deportati e/o morti nei campi di concentramento. Per questa ragione, ricordando anche una mozione del 2019, presentata dall'allora consigliere Enrico Forte, sarà nostra cura effettuare un 'censimento' ed estendere iniziative, come quella dedicata alla memoria di Gina Piazza, in ricordo delle vittime pontine dell'Olocausto". Nel corso della breve cerimonia a Latina Scalo, la signora Paola ha ricostruito la vicenda di sua zia Gina, arrestata alla stazione mentre tentava di raggiungere il fratello sfollato a Sermoneta da Latina. Gina fu liberata il 29 aprile 1945 e quando tornò a casa a Roma "fu un miracolo – ha detto la nipote – ma non fu più lei". Dopo aver donato un mazzo di fiori alla signora Paola, il vice sindaco Carnevale ha lasciato la stazione per recarsi al museo Piana delle Orme per partecipare all'evento organizzato dalla Provincia e dalla Prefettura di Latina, con il coinvolgimento attivo dei ragazzi dell'istituto "Alessandro Volta" di Latina e "Teodosio Rossi" di Priverno che si sono esibiti con una rappresentazione teatrale e musicale dedicata al tema della Shoah. "Le testimonianze dirette e indirette della Shoah, le visite ai musei che ricordano l'immane tragedia della discriminazione razziale, le Giornate della Memoria, istituite perché nessuno dimentichi le deportazioni, i campi di sterminio nazisti e gli altri crimini contro l'umanità, sono fondamentali per la consapevolezza delle giovani generazioni" ha detto il vice sindaco Carnevale, citando poi Primo Levi "L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria". La manifestazione a Piana delle Orme si è conclusa con la consegna delle Medaglie d'Onore conferite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai cittadini italiani, militari e civili, o ai familiari dei deceduti, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra. Tra i tanti pontini a ricevere la medaglia dalle mani del Prefetto Maurizio Falco sono stati i figli di Giuseppe Giorgio Cannizzaro. "La famiglia Cannizzaro risiede a Latina – ha spiegato il vice sindaco Carnevale - Giuseppe Giorgio era un paracadutista della Folgore. Fu catturato dalle truppe tedesche nel 1943 e deportato in Germania fino al 1945". "Le manifestazioni di oggi ci consegnano un pezzo di storia anche della nostra comunità che non possiamo e dobbiamo dimenticare", ha concluso il vice sindaco Carnevale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Consegnate ad Assisi le medaglie del Giorno della Memoria
Commozione ed emozione ad Assisi dove nel palazzo vescovile-Santuario della Spogliazione la Prefettura di Perugia ha consegnato le medaglie d’onore “ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti”. Appuntamento che so è tenuto in occasione del Giorno della memoria. A ricevere le medaglie d’onore i familiari di Massimo Angeli, nato a Collazzone, Mariano…
View On WordPress
0 notes
Text
TUTTI I NOSTRI NO - L' eredità degli Internati Militari Italiani (I.M.I.) ALLE UNSERE NEIN - Das Vermächtnis der italienischen Militärinternierten. ALL OUR NOS - The Legacy of the Italian Military Internees.
(09/2023) 23' docu-film A.N.E.I (Associazione Nazionale Ex-Internati) prodotto da: Superfly Lab, Padova / regia: Matteo Menapace
con il contributo dell'Ambasciata della Repubblica Federale della Germania con mezzi del "Fondo Italo-Tedesco per il Futuro"
v.o. EN/DE: Edwin Alexander Francis / REC: StudioColoseo
(IT) ABSTRACT: Per essersi rifiutati di entrare nelle fila della Repubblica di Salò fascista e continuare la guerra accanto ai tedeschi, con il loro NO al Nazismo e NO al Fascismo, circa 650.000 IMI scelsero la prigionia nei Lager sparsi sul territorio del Terzo Reich, ben consapevoli delle conseguenze, anche le più terribili. Costretti al lavoro coatto, alla fame, al freddo, vittime di maltrattamenti e di eccidi, dopo circa venti mesi di internamento, vennero liberati dagli Alleati che arrivavano da ovest e dall’Armata Rossa che arrivava da est. Cinquantamila di loro però rimasero nei cimiteri tedeschi.
(DE) Weil sie sich geweigert haben in die Reihen der neugegründeten faschistischen Republik von Salò einzutreten oder den Krieg an der Seite der Deutschen fortzusetzen haben, mit ihrem NEIN zum Nationalsozialismus und ihrem NEIN zum Faschismus, rund 650.000 IMIs lieber die Gefangenschaft in den Internierungslagern, die über das ganze Gebiet des Dritten Reichs verstreut waren gewählt und sich dabei der schrecklichen Folgen sehr wohl bewusst waren. Zu Zwangsarbeit gezwungen, Hunger und Kälte ausgesetzt, sowie Opfer von Misshandlungen und Massakern, wurden sie nach etwa zwanzig Monaten Internierung von den Alliierten, die aus dem Westen kamen und von der Roten Armee, die aus dem Osten kam, befreit. 50.000 von ihnen mussten jedoch in deutschen Friedhöfen zurückbleiben.
(EN) Rather than join the ranks of the newly founded fascist Republic of Salò or to continue the war alongside the Germans, with their NO to Nazism and NO to Fascism, about 650,000 IMIs rather chose imprisonment in the Lagers scattered all over the territory of the Third Reich, though well aware of the consequences, even the most terrible. Compelled to forced labour, suffering starvation, the cold, victims of mistreatment and murder, after about twenty months of internment, they were freed by the Allies who arrived from the west and the Red Army who arrived from the east. Fifty thousand of them, however, were left behind in German cemeteries.
TRAILER(S) ->
Italiano -> https://youtu.be/X0YexkGROzc
Deutsch -> Trailer in lingua Tedesco del filmato "Tutti I Nostri No" del A.N.E.I., Associazione Nazionale Ex Internati, per ricordare gli Internati Militari Italiani (IMI) prigionieri nei campi Nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Produzione: Superfly Lab, Padova. Le versioni in lingua Tedesco ("Alle Unsere Nein") ed Inglese ("All Our Nos") sono stati adattati ed incisi nel 09/2023 a StudioColosseo, Roma da Edwin Alexander Francis VPI Voice Professionals Italy per A.N.E.I. ->
https://youtu.be/RS5rKwJ4UOI
English ->
https://youtu.be/kORWxzRHJCI
0 notes
Video
vimeo
02 Gli ex internati militari italiani, gli eventi organizzati dall'Anei Perugia from Umbria Journal TV on Vimeo.
0 notes
Text
19 novembre 1997, la Medaglia d’Oro al Valor Militare all’Internato Ignoto
19 novembre 1997, la Medaglia d’Oro al Valor Militare all’Internato Ignoto
Dopo l’invasione della Sicilia del 10 luglio 1943, la caduta di Mussolini a seguito della riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio e la conseguente occupazione dell’isola da parte delle forze anglo-americane dopo circa 40 giorni di campagna, era ormai evidente che il Regno d’Italia e il nuovo Governo Badoglio, nonostante l’impegno più volte proferito di voler continuare la guerra a…
View On WordPress
0 notes
Text
Conferenza: "La Germania e la questione degli Internati Militari Italiani (I.M.I.) fra risarcimento e riparazione morale"
Conferenza: “La Germania e la questione degli Internati Militari Italiani (I.M.I.) fra risarcimento e riparazione morale”
Martedì 22 maggio 2018, alle ore 17:30, in Sala “Paride Piasenti” del Museo Nazionale dell’Internamento, Filippo Focardi terrà la conferenza “La lunga strada del riconoscimento: La Germania e la questione degli Internati Militari Italiani (I.M.I.) fra risarcimento e riparazione morale”.
Filippo Focardi è Docente di Storia contemporanea Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi…
View On WordPress
#Filippo Focardi#Germania#Guerra#IMI#Internati Militari Italiani#Italia#Museo Nazionale dell&039;Internamento#Padova#Storia
5 notes
·
View notes
Text
Ceccano, Il barbiere dello stalag VI C, 215 storie degli internati militari ceccanesi, sabato 16 settembre, ore 18,45, Santa Maria a fiume
215, catturati quasi tutti in quelle terribili giornate del settembre del 1943, quando la speranza della pace fu travolta dalla crudele realtà dell’occupazione tedesca e dei bombardamenti alleati. 215 ceccanesi finirono nei campi di concentramento in Germania come internati militari italiani, IMI. Soltanto uno di loro aderì alla Repubblica Sociale Italiana. Gli altri preferirono la prigionia alle…
View On WordPress
0 notes
Photo
PRGIONIERI ITALIANI MORTI DOPO ESSERE STATI ABBANDONATI E CALUNNIATI DAI NOSTRI VERTICI MILITARI “Tu mi chiedi il mangiare, ma a un vigliacco come te non mando nulla; se non ti fucilano quelle canaglie d’austriaci ti fucileranno in Italia. Tu sei un farabutto, un traditore; ti dovresti ammazzare da te. Viva sempre l’Italia, morte all’Austria e a tutte le canaglie tedesche: mascalzoni. Viva l’Italia viva Trieste italiana. Non scrivere più che ci fai un piacere. A morte le canaglie.” Così un padre da L’Aquila, rispondeva alla missiva del figlio, prigioniero a Mauthausen. La lettera agghiacciante è una delle tante ritrovate negli archivi militari e purtroppo esprime bene quale fosse l’opinione che almeno una parte del paese nutriva verso gli italiani internati in Austria. Dopo la disfatta di Caporetto, i vertici militari, le autorità politiche e la monarchia non potevano certo assumersi la responsabilità del disastro. E così decisero di scaricare la colpa sulla testa dei poveri soldati. Di certo se il fronte aveva ceduto non era per ragioni tattiche o strategiche, per l’impreparazione dei comandi, per l’assenza di adeguati armamenti. Se il fronte aveva ceduto era per colpa di un complotto filo-austriaco, per la viltà dei fanti, per l’incapacità degli ufficiali subalterni. Oggi, oltre a farci inorridire, queste tesi ci lasciano sgomenti, ma all’epoca la propaganda martellante, il patriottismo esasperato e il deliro bellicista, portarono numerose persone a credere ciecamente alla teoria del tradimento. Teoria che tra i suoi nobili sostenitori annoverava il prode D’Annunzio, il quale non esitò a definire i prigionieri come “imboscati d’Oltralpe”. Le conseguenze di questa divulgazione caddero, in molti casi, sui legami di sangue che univano le famiglie. In tanti si rifiutarono di adempiere alle richieste dei propri cari. Tutti coloro che, invece, fedeli al vincolo d’amore, inviarono viveri dovettero fare i conti con i controlli governativi, che bloccarono centinaia di pacchi destinati ai nostri ragazzi. Cosa che nessuno degli altri paesi in guerra osò mai fare. Le conseguenze furono terribili. Dei 600.000 prigionieri italiani, 100.000 morirono di fame e malattie senza che il governo muovesse un dito. Molti di loro con le ultime forze scrissero lettere accorate a quei familiari che ormai li detestavano. Erano ragazzi mandati a combattere un conflitto che non gli apparteneva, che avevano assaltato trincee, versato sangue ed ucciso in nome di una Patria a cui non importava nulla di loro. Restano le lettere di ragazzi a cui i vertici militari avevano tolto tutto, compreso l’amore dei cari, grazie ad una propaganda bellicista di cui tante volte, tanti uomini sono stati vittima. Perché come diceva Eschilo già 2500 anni fa, in guerra la verità è la prima vittima. Cannibali e Re
27 notes
·
View notes
Video
tumblr
42 fucilati nel ventennio su sentenza del Tribunale Speciale. 28.000 anni di carcere e confino politico. 80.000 libici sradicati dal Gebel con le loro famiglie e condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica dal generale Graziani. 700.000 abissini barbaramente uccisi nel corso della impresa Etiopica e nelle successive "operazioni di polizia". I combattenti antifascisti caduti nella guerra di Spagna. 350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale. I combattenti degli eserciti avversari ed i civili che soffrirono e morirono per le aggressioni fasciste. 45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno. 640.000 internati militari nei lager.
Ecco la "parte giusta" della storia, Giorgia... ...mavaffanculo, vai.
24 notes
·
View notes
Photo
19.06_26.08.1945
concept and design Andrea Botto 2010
Danilo Montanari Editore, Ravenna 2014, prima edizione 250 copie, 80 pagine (183 fotografie b/n) + 24 tavole a colori (varie misure), 18×27 cm, rilegato a mano con l’autore, copertina rigida telata con inserti a colori, elastico e semìna
copia n.125 con firma dell’autore
euro 160,00
email if you want to buy :[email protected]
premi: Paris Photo – Aperture Foundation PhotoBook Awards 2014, finalista Les Rencotres d’Arles Author’s Book Award 2014, finalista Premio Ponchielli 2014 “Miglior libro dell’anno” FotoBookFestival Kassel Dummy Award 2012, terzo premio
Questo libro è stato realizzato in memoria del viaggio di ritorno dai campi di prigionia nazisti, compiuto da mio nonno dal 19 Giugno al 26 Agosto 1945, attraversando l’Europa verticalmente dal nord della Germania alla Toscana ed è dedicato a tutti i Militari Italiani Internati, che con lui hanno condiviso questa terribile esperienza.
Le immagini sono state raccolte in rete nei mesi di Luglio/Agosto 2010, digitando i nomi delle città attraversate durante il viaggio e l’anno, ad es. “Hannover 1945”, mantenendo i link dei file originari, elencati alla fine del libro. I documenti riprodotti a colori, in scala 1:1, rilegati a mano dopo un processo di invecchiamento artificiale, sono tratti da un piccolo taccuino di mio nonno, dal suo passaporto e dalle lettere spedite e ricevute dalla famiglia durante la prigionia.
Mio nonno, Primo Benedetti, è morto il 27 Gennaio 2010, Giorno della Memoria.
02/10/22
orders to: [email protected]
ordini a: [email protected]
twitter: @fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
#Andrea Borro#copia firmata#copia 125/250#Danilo Montanari Editore#ritorno campi prigionia#prima edizione#photography books#fashionbooksmilano
3 notes
·
View notes