#Inchiostro su carta
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MERMAID
Ink. on smooth paper 21x29,5 cm
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angelap3 · 2 months ago
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C'era una volta....
il fascino delle lettere di un tempo , quelle scritte a penna su carta è che ci dovevi pensare
mille volte prima di scrivere , perché
se sbagliavi,anche se cancellavi ,
le parole rimanevano impresse
sulla carta .. così eri costretto a riflettere di più ... a pesare il senso delle parole ...ad avere cura dei pensieri ...
E soprattutto nn avevi nessuna fretta. Perché la lettera partiva e chissà quando sarebbe arrivata a destinazione ...
Nessun invio. Nessun visualizzato
e nn risposto. Il tempo era alleato.
L' attesa era complice. La carta si
macchiava di inchiostro e spesso di lacrime
, a volte ne rimaneva
impigliato il profumo ...
Sulla carta le parole avevano corpo.
Erano Dense, prendevano VITA ...
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iosognatore · 4 months ago
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◇ il fascino delle LETTERE di un tempo , quelle scritte a penna su carta è che ci dovevi pensare mille volte prima di scrivere , perché se sbagliavi,L , anche se cancellavi , le parole rimanevano impresse sulla carta .. così eri costretto a riflettere di più ... a pesare il senso delle parole ...ad avere cura dei pensieri ... E soprattutto non avevi nessuna fretta. Perché la lettera partiva e chissà quando sarebbe arrivata a destinazione ...
Nessun invio. Nessun visualizzato e non risposto. Il tempo era alleato. L' attesa era complice. La carta si macchiava di INCHIOSTRO e LACRIME ! da qualche parte , a volte rimaneva impigliato il profumo ...
Sulla CARTA le PAROLE avevano CORPO !
Erano DENSE ! Prendevano VITA ! ◇
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tizianacerralovetrainer · 2 months ago
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L’avevano fermata, le avevano detto che il suo velo era fuori posto, che doveva sistemarlo meglio, che coprisse come si deve. Uno sguardo di ammonizione, una regola ripetuta, e un comando che pesava come catene invisibili.
Ma invece di abbassare lo sguardo, di tirare quel velo come le avevano detto, si toglie il velo. Poi la giacca, la camicia. Strato dopo strato, libera la pelle, si scrolla di dosso le catene.
Nel cuore pulsante di Teheran, nel cortile dell’università, rimane in biancheria intima, ma rivestita di un coraggio e una dignità che superano ogni stoffa.
Gli sguardi si accalcano su di lei: alcuni pesanti, di giudizio; altri increduli, come se stessero respirando libertà per la prima volta. Lei è una nota stonata in un coro di silenzi, un punto esclamativo in un libro di regole immutabili.
La terra sotto i suoi piedi è sempre la stessa, ma il cielo sembra abbassarsi per accoglierla. Si domanda se il vento senta il peso di tutte le parole che non si sono mai osate.
Gli occhi degli altri si posano come pietre sul suo corpo, mentre le voci si sussurrano contro di lei, tempeste di giudizi. Ma nel suo silenzio c’è un grido che sfida il mondo.
Arrivano per spegnere la sua fiamma, ricoperti di divise che trasudano conformità. La afferrano con forza, la trascinano via, mentre lei resta muta, forte come una roccia. La portano in un luogo dove sperano di spezzarla, di soffocare quel fuoco indomabile. La trasferiscono in un ospedale psichiatrico, dove tentano di etichettare come “follia” il suo desiderio di libertà. Ma non capiscono che le idee non si possono ammanettare, né chiudere in una stanza bianca.
Donna. Libera. Rivoluzione che cammina a piedi nudi sul selciato della storia.
Il suo corpo è un manifesto, la sua pelle è inchiostro vivo, e oggi ha scritto una nuova pagina di libertà.
Nel dipartimento rimane il suo ricordo, un’ombra luminosa, un’equazione irrisolta sul muro. Perché spogliarsi dei simboli imposti è l’unico modo per rivestirsi di infinito.
PS: La ragazza si chiama AhouDaryaei, studia letteratura francese all’Università di Oloom Tahghighat, in Iran.
Un’eroina di cui avevamo bisogno!
Fonte: Simone Carta, scrittore ❤️
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ideeperscrittori · 1 month ago
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SCRIVERE SUL WEB SENZA GUADAGNARE
Ho notato una specie di stigma verso la scrittura sui social network, soprattutto quando tale attività non è legata a un guadagno monetario.
E una cosa che mi fa pensare.
Tutti (o quasi) hanno una passione che coltivano senza guadagnarci nulla.
Sì può avere la passione delle scalate in montagna. Non ci guadagni nulla. Spendi per le attrezzature. Ma la gente non trova niente da ridire.
La scrittura sul web invece genera perplessità. In diverse occasioni mi hanno detto, più o meno esplicitamente, che scrivere sui social network senza guadagnare, per il solo gusto di far conoscere un punto di vista, è una perdita di tempo. E non di rado, quando ne parlo, spunta la persona che si vanta di non seguire il mio esempio, aggiungendo un elenco di social network evitati con cura, quasi per marcare le distanze rispetto a chi (come me) ha questa strana abitudine. Tanto che un giorno risponderò: "Hai ragione, tu sì che sai vivere, mica io. Contento?".
Forse succede perché l'elemento "social" viene considerato prevalente rispetto all'elemento "scrivere". E in effetti scrivere su carta per hobby in una cameretta è qualcosa che non genera le stesse perplessità. La vera scrittura, a quanto pare, ha bisogno di inchiostro: non può essere fatta di pixel e byte.
Forse l'idea prevalente è la seguente: chi scrive sui social network non ha una vita e vuole relazioni virtuali. (Per inciso: e anche se fosse? Sei meglio tu col tuo ditino puntato?)
Il guadagno monetario, da questa prospettiva, diventa il collegamento con la realtà che può rendere "lecito" il tuo hobby.
La scrittura sul web non evoca l'idea della passione per un'attività creativa che può essere portata a conoscenza di una platea più o meno vasta. Evoca il concetto di "virtuale", con tutti i suoi corollari deplorati dalla società.
PS Ovviamente faccio quello che voglio, ma da un punto di vista sociologico certe dinamiche mi sembrano interessanti.
[L'Ideota]
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schizografia · 5 months ago
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Scusi la matita ma stasera sono abbastanza stanco e scoraggiato dalla vita e privo dell'energia necessaria per impiegare l'inchiostro - inchiostro, ineffabile distruttore del pensiero, in grado di far appassire un'emozione trasformandola in qualcosa di sciatto, in un'escrezione mentale su carta. Che marciume mal scritto!
F. Scott Fitzgerald al suo editor Maxwell Perkins, in una lettera del febbraio 1920 firmata come "l'individuo più seccante di qua dal paradiso"…
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galleria-artistica · 1 year ago
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Baldassarre Tommaso Peruzzi (🇮🇹 Italia, 1481 - 1536)
“Crouching Figure of Atlas”
Inchiostro bruno e grafite su carta, 28 x 21 cm
Metropolitan Museum of Art (New York)
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Atlante è uno dei personaggi della mitologia greca definiti “titani”. Essi erano le forze primordiali del cosmo, che imperversavano sul mondo prima che gli dèi dell’Olimpo lo regolassero. Dopo l’intervento di questi dèi, Atlante, insieme a Crono, guidò la ribellione di tutti i titani contro l’Olimpo, ma furono sconfitti. Come punizione, Zeus lo costrinse a tenere sulle spalle l'intera volta celeste.
Una leggenda narra che il titano fu pietrificato per aver guardato la testa di Medusa, mostrata da Perseo per punirlo di non averlo ospitato. Così Atlante si trasformò nell'omonima catena montuosa del Nord Africa.
Oggi il suo nome viene portato anche dalla prima vertebra della colonna vertebrale, Atlante appunto, che sostiene il cranio proprio come il titano regge la sfera celeste.
Nella cultura popolare attualmente questo personaggio rappresenta il peso di portare il mondo sulle spalle, facendo riferimento alla fatica di sostenere tutti i propri problemi, responsabilità e condanne eterne.
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(via @galleria-artistica)
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lapolani · 14 days ago
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“2024”
Disegno di Lapo Lani, realizzato con inchiostro nero su carta. Dimensioni: cm 21x26. Anno: dicembre 2024.  
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Vangelo di Luca, 6,29-30. Traduzione Bibbia CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
«A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo».
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turuin · 1 year ago
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da una gran bella foto di @mymind-yoursoul - grazie per il permesso di prendere la foto come reference!
solo inchiostro su carta perché in questo periodo va così.
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alsa49 · 4 months ago
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Romare Bearden (1911-1988) era un disegnatore, pittore, acquerellista e, soprattutto, un collagista. Fu fortemente influenzato dalle opere di altri artisti, tra cui musicisti. "Out Chorus" riecheggia i ritmi della fiorente scena jazz di Harlem e la forma improvvisata della musica. - "Fuori coro" - 1979-1980 - incisione, inchiostro su carta - Museo della comunità di Anacostia, Smithsonian Institution, Washington DC
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dinonfissatoaffetto · 1 year ago
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- Luigi Serafini, Pagina del Codex Seraphinianus, 1977 disegno a matita colorata e inchiostro di china su carta pubblicato nel 1981, Franco Maria Ricci Editore, Parma
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obviouswar · 2 years ago
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Ostinato I, II, III, IV e V
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Ostinato e contrario: ostinato è̲ contrario.
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Inchiostro su carta formato A2.
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ostinato /o-sti-nà-to/
agg. e s.m. (f. -a)
1 agg.
Di persona, che persiste con tenacia in un atteggiamento, in un'idea o in un proposito; caparbio, testardo (anche + in): una ragazza
o. ;essere o. nelle proprie convinzioni
• Accanito, incallito, incorreggibile: un fumatore o
• In senso positivo, che si impegna con tutte le proprie energie, tenace, costante, perseverante:
un lavoratore, uno studioso o.
2 agg.
Che denota una persistenza per lo più irragionevole, inopportuna o al limite delle possibilità: chiudersi in un o. silenzio; opporre un o. rifiuto; una resistenza o.
3 agg.
(fig.). Nell'ambito dei fenomeni fisici, di quanto (già sentito o qualificato come ostile o sfavorevole) si protrae più dell'ordinario, talvolta aggravandosi o resistendo a qualsiasi rimedio; insistente, persistente, continuo: piogge o. ;febbriciattole o. ;una tosse o.
4 agg.
In musica, di figura melodica che si ripete incessantemente, invariata e alla stessa altezza;
appare di solito nel basso, detto in tal caso basso o.
• generic. Di ritmo o effetto strumentale che persiste a lungo in una composizione (per es. il pizzicato o. della Sinfonia n. 4 di Cajkovskij).
5 s.m. (f. -a)
Persona che persiste con caparbia tenacia in un atteggiamento o in un proposito: su, non fare l'o.!
6 s.m.
In musica, figurazione melodica o ritmica che si ripete invariata nel corso di una composizione.
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imperfezione
/im·per·fe·zió·ne/
sostantivo femminile
Presenza di manchevolezze o difetti per cui qualcosa non risulta conforme al suo prototipo, ideale o materiale; com., manchevolezza, difetto.
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vaerjs · 1 year ago
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È finito agosto e questo è il posto in cui vi racconto come è stato questo mese. ✨
ho ricominciato a disegnare sulla carta, con una penna a inchiostro e una matita B che temo sia rimasta in fondo al mio astuccio dai tempi delle scuole medie (mi raccomando, ora si chiama secondaria di primo grado) inutilizzata e snobbata perché con il tratto troppo morbido e pesante per i miei gusti. ✍️
scrivere e disegnare su carta, farlo per me, mi ha permesso di ridonare gioia a qualcosa che nell’ultimo periodo stavo facendo diventare un lavoro. e con lavoro, intendo nel senso noioso è seccante del termine. quella cosa che facciamo perché ci servono cibo e un tetto sopra la testa, ma con scarsa convinzione, senza volerne trarre un arricchimento personale. ho fatto così. a luglio ho lavorato tantissimo e badate bene, è un onore ricevere le vostre commissioni, chiedervi come state, capire insieme quali alimenti aggiungere ai vostri ritratti personali. 🐝
ciononostante sono arrivata a dire “oggi non mi va proprio “. oggi non mi va proprio di fare ciò che ho iniziato a fare per riuscire a stare bene? qualcosa non andava. ho rallentato.
il piano contenuti di agosto l’ho fatto scrivere a ChatGPT. ve ne siete accorti? non mi dava più Gioia neanche programmare i post da pubblicare, scegliere quale disegnino sarebbe stato meglio vicino ad un altro. certo, i disegnini sono sempre i miei, le caption sono sempre le mie. ma sono state scritte con fatica, ammucchiate spesso in un solo giorno della settimana per non doverci pensare più. 📌
nelle storie avete visto che ho cominciato ad allenarmi, ho letto tre libri, ho guardato film (io che guardò film? mi sembra strano anche scriverlo, eppure sì). ho cercato di riprendermi quello spazio di “lo faccio solo per me” che questa pagina non riusciva a darmi più. magari ora rallenterò. chi lo sa. magari ora pubblicherò solo i disegni che mi fanno sentire bene.
le commissioni riaprono. ho ritrovato il mio equilibrio. scrivimi per sapere quando potrò disegnare per te 💌
buon primo settembre.
buon weekend 🏹
#vaerjs #monthlyspread
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ortodelmondo · 9 months ago
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Hercule Florence, L’Inventeur au Brésil, ou Recherches et Découvertes d’un Européen, pendant 26 ans de résidence dans cet Empire, Voyage Fluvial, du Tiété à l’Amazone, 1856. Manoscritto a inchiostro su carta, 31,8 x 22,4 cm (Courtesy Nouveau Musée National de Monaco)
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forgottenbones · 2 years ago
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Cose che sono ormai virtualmente obsolete
• Scrivere con inchiostro su carta
• Fruire di media da un supporto fisico (cd, cassette, dvd, Blu-ray, libri)
•Parlare al telefono e mandare sms
• Scaricare dati se non nella memoria temporanea
• Usare innumerevoli servizi senza una app (chiamare un taxi, prenotare un hotel, farsi consegnare qualcosa a domicilio, amministrare le proprie finanze, lavorare in team)
• Gli orologi da polso (già da molto tempo)
• Tu ed io
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stregh · 11 months ago
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Margaretha Geertruida Zelle,
nome d’arte
Mata Hari (1876-1917).
In malese Mata Hari significa "giorno" o "occhio del sole". Foto: Robert Hunt.
Nelle prime ore del 15 ottobre 1917, Mata Hari, una delle spie più famose del 20° secolo, fu svegliata nella sua cella di prigione. Era giunta la sua ora. Su sua richiesta fu battezzata e, data una penna, inchiostro, carta e buste, Mata Hari fu autorizzata a scrivere due lettere, che la direzione del carcere non spedì mai. Scarabocchiò frettolosamente gli appunti prima di indossare le calze nere, i tacchi alti e un mantello di velluto bordato di pelliccia.
Dalla prigione di Saint-Lazare fu trasferita al castello di Vincenne, alla periferia di Parigi. Erano appena passate le 5:30 quando affrontò il plotone di esecuzione composto da 12 fucilieri. Le venne offerto una benda per gli occhi, ma lei rifiutò: la leggenda narra che mentre gli ufficiali prendevano la mira, Mata Hari mandò loro un bacio. Dei dodici colpi, solo quattro la colpirono. Nessuno reclamò il corpo, il quale fu trasportato all'Istituto di medicina legale di Parigi, sezionato e in seguito sepolto in una fossa comune.
Nata nel 1876 nei Paesi Bassi, Margaretha era stava svezzata nell'agio, ma si trovò presto a dover fare i conti con l'indigenza dopo il tracollo finanziario della sua famiglia. Nel1890 il padre l’abbandonò e la madre morì l’anno dopo. Lasciata la casa natale il padrino la mandò in un collegio per future maestre, ma le eccessive attenzioni del direttore la costrinsero ad abbandonare la scuola .
A 19 anni Margaretha , quattro mesi dopo aver risposto a un annuncio di cuori solitari, si ritrovò sposata con Rudolph "John" MacLeod, un ufficiale alcolizzato dell’esercito delle indie orientali che aveva quasi il doppio della sua età. Il matrimonio non fu dei più felici. Il marito aveva pochi soldi e molti debiti e un buon numero di relazioni extraconiugali.
Nel 1897, in viaggio verso Sumatra con il figlio Norman-John e il marito, Margaretha scoprì che quest’ultimo le aveva trasmesso la sifilide.
Nel 1898, la coppia ebbe una bambina, Louise Jeanne, ma la loro relazione non migliorò.
La famiglia venne sconvolta dalla tragedia della perdita del piccolo Norman, che morì l’anno dopo, probabilmente avvelenato (forse a causa di medicinali o per vendetta). Nonostante gli sforzi per riprendersi dal grave lutto, la vita continuò a essere insopportabile per la giovane madre, che arrivò a sfiorare la follia.
Nel 1902, Margaretha e il marito si separarono definitivamente; lui ottenne la custodia della bambina, mentre lei si trasferì a Parigi per tentare la fortuna.
Consacrata, il 18 agosto 1905, dopo l'esibizione al teatro dell'Olympia, come l’«artista sublime», Mata Hari iniziò una tournée che fu un vero e proprio trionfo, venendo incontro alla fantasia, ingenua e torbida e al fascino proibito dell'erotismo. Alla fine del 1911 raggiunse il vertice del riconoscimento artistico al Teatro alla Scala di Milano.
Mata Hari era considerata la donna più affascinante e desiderabile di Parigi: frequentava uomini altolocati che la riempivano di regali costosi solo per godere della sua compagnia.
Nel 1914 si recò a Berlino per un nuovo spettacolo, ma quello spettacolo non ebbe mai luogo: con l'assassinio del principe ereditario austriaco, finì la Belle Epoque ed ebbe inizio la Prima guerra mondiale.
Mata Hari viaggiava molto e, per questo, catturò l’attenzione del mondo del controspionaggio. Nell’autunno del 1915, la danzatrice ricevette una cospicua somma di denaro dai tedeschi per svolgere attività spionistica a favore della Germania. Mata Hari accettò e così venne arruolata nelle file segrete del Kaiser; agente H21 fu il nome in codice che le venne assegnato.
Tuttavia, giunta in Francia, la danzatrice pensa di poter guadagnare ancor di più arruolandosi anche per i servizi segreti francesi.
Inizia la doppia vita dell’agente Mata Hari costretta a tenere i rapporti con due nazioni avversarie, a muoversi in due paesi lavorando per entrambi.
Su di lei sono puntati gli occhi dei servizi segreti di tre paesi: i Deuxième Bureau di Parigi, i primi a insospettirsi e a pedinarla, gli Abteilung IIIb di Berlino e infine i Secret Intelligence Service di Londra. I tedeschi sono i primi ad avere le prove del suo tradimento e vogliono che anche i francesi la scoprano per poterla così eliminare.
L'ipotesi che i tedeschi avessero deciso di disfarsi di Mata Hari - rivelandola al controspionaggio francese come spia tedesca - poggia sull'utilizzo da loro fatto in quell'occasione di un vecchio codice di trasmissione, già abbandonato perché decifrato dai francesi, nel quale Mata Hari veniva ancora identificata con la sigla H21. In tal modo, i messaggi tedeschi furono facilmente decifrati dalla centrale parigina di ascolto radio della Torre Eiffel.
Il 2 gennaio 1917 Mata Hari rientrò a Parigi e la mattina del 13 febbraio venne arrestata nella sua camera dell'albergo Elysée Palace e rinchiusa nel carcere di Saint-Lazare.
Durante il processo, i tanti ufficiali francesi dei quali fu amante, interrogati, la difesero, dichiarando di non averla mai considerata una spia.
Fu giustiziata nelle prime ore del 15 ottobre 1917. Aveva 41 anni.
Immagine: Mata Hari posa con un vestito di pizzo agli inizi del XX secolo
Fonti:
enciclopediadelledonne di Ludovica Midalizzi
Wikipedia
storicang matahari, di Pat Shipman
i
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