#Il Merlo
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Recensione di "Il Merlo" di Kristy McCaffrey: Amore, Vendetta e Redenzione nel Selvaggio West. A cura di Alessandria today
Un’avventura ricca di emozioni e di passione tra le montagne dell’Arizona, dove un cacciatore di taglie e una narratrice messicana affrontano il proprio passato e il destino.
Un’avventura ricca di emozioni e di passione tra le montagne dell’Arizona, dove un cacciatore di taglie e una narratrice messicana affrontano il proprio passato e il destino. “Il Merlo”, quarto libro della serie Ali del West di Kristy McCaffrey, è un romanzo western intriso di passione, riscatto e avventura, ambientato tra le selvagge montagne dell’Arizona. Il protagonista, Cale Walker, è un…
#Alessandria today#Ali del West#amore e redenzione#amore e sacrificio#Arizona#avventura western#cacciatore di taglie#Cale Walker#cowboy seducente#cuentista#Cultura messicana#Dragoon Mountains#Eredità Culturale#Google News#Hank Carlisle#Il Merlo#intrecci e colpi di scena#italianewsmedia.com#Kristy McCaffrey#lettura avvincente#lettura consigliata#narrativa ambientata nel west#narrativa americana#narrativa contemporanea#narrativa di frontiera#narrativa di genere#Narrativa storica#passione nel west#Pier Carlo Lava#protagonista femminile forte
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Yes! 💚🖤 B e a u t i f u l~*
Blackbird /The Beatles
Paul McCartney wrote this song /1968
The Story Behind The Beatles' Delicate Song.
One of the first songs recorded for ‘The White Album,’ 'Blackbird' found Paul McCartney responding to the civil-rights movement of the 60s.
youtube
Blackbird (adult male) top that one,
second (female) and (juvenile) last one. ♫ ◠‿◠ (photos)
Blackbird/koltrast. Värmland, Sweden (May 28, 2023).
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Il merlo maschio (1971) Pasquale Festa Campanile
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Il merlo maschio (1971)
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Vorrei un pappagallino a cui insegnare a parlare, mi capitano mille mila video di uccellini che ripetono "ti amo", il rumore dei baci e altre cose carine. Poi ricordo che da bambina a casa di mia nonna c'era un merlo indiano che sapeva dire il nome di mia nonna e qualche altra parola. Solo che se ne prendessi davvero uno, so già che le prime parole sarebbero delle bestemmie
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Mancano uomini
L’Ucraina ha perso 10 milioni di persone dall’inizio della guerra, un quarto. Colpa di rifugiati, caduti al fronte e un tasso di natalità in picchiata. Cifre impressionanti. La guerra non la stanno perdendo per carenza di armi, ma di uomini. Anche perché i pochi abili, non la vogliono fare. Mentre l’Occidente invia armi, a Kiev imperversa lo scandalo dei disertori falsi invalidi. Carenza di uomini in prima linea ma anche nei palazzi del potere. In Ucraina come in Europa dove i politicanti cavalcano le paure e l’ignoranza dei cittadini invece di gestire la realtà in maniera intelligente. Perché la propaganda rende di più della verità. In Europa crepano più persone di quelle che nascono. Molte di più. Un problema epocale con paesi come l’Italia che si stanno letteralmente spopolando. Una cittadinanza giurassica man mano si congeda senza che nessun la rimpiazzi. Solo da noi servono almeno 120.000 immigrati all’anno. A dirlo sono gli industriali, i datori di lavoro che confermano come l’immigrazione non sia affatto un problema, ma addirittura una necessità. E sempre più urgente. Perché senza lavoratori si abbassano le saracinesche e si chiudono i cancelli d’interi comparti condannando l’intero paese al declino economico e quindi sociale. Ma nonostante attività e paesi interi chiudano i battenti per carenza di uomini, la politica rigetta quelli che sbarcano aprendo centri di detenzione, organizzando deportazioni e rimpatri e lasciando che orde di baldanzosi giovani girino a zonzo. Davvero assurdo. Noi del mondo ricco non facciamo più figli mentre nel mondo povero ne fanno fin troppi e quei figli della miseria per sopravvivere son disposti ad emigrare fin da noi. Ottimo. Una fortuna, altro che disgrazia. Due piccioni con una fava. Eppure niente. Prevale l’ignoranza e la propaganda. Prevale la paura. Tutta colpa della mancanza di uomini nei palazzi del potere. Alla politica non interessasse la realtà ma accontentare i propri tifosi in modo da allungarsi la carriera. I politicanti sanno che a molti l’immigrazione fa paura perchè temono di perdere presunte identità e certezze. E i politicanti sanno soprattutto che la paura rende nelle urne mentre le verità sgradite molto meno. E quindi la sfruttano. Invece di spiegare ai cittadini il quadro generale, invece di coinvolgerli nelle sfide della nostra era, invece di costruire insieme a loro alternative intelligenti, assecondano i loro istinti. Perché conveniente, perché più facile, perché oltre alle prossime elezioni il politicante non vede. Negli ultimi anni la politica non ha potuto negare il dramma dello spopolamento, ma ha tentato di porvi rimedio infilandosi nel letto dei cittadini per fargli sfornare più figli. Pie illusioni. L’univa vera soluzione a portata di mano è smetterla di criminalizzare l’immigrazione e gestirla piuttosto in maniera intelligente. Servono corridoi umanitari ufficiali e sicuri che rimpiazzino quelli clandestini e procedure semplici e rapide di formazione e integrazione professionale e sociale dei nuovi arrivi in modo che siano operativi nel più breve tempo possibile. Servono poi servizi che aiutino uno sviluppo sanno della nuova società multietnica prevenendo ghettizzazioni e derive razziste. Ma per riuscirci servono uomini di potere capaci di lungimiranza, onestà intellettuale, disinteresse, apertura mentale e forza morale. Uomini che mancano nei palazzi del potere ma anche per strada. Dove prevale il tifo e si abbocca a pifferai propagandistici invece d’informarsi e dare una mano. Dove si punta sempre il dito scagliandosi contro gli altri invece di guardarsi allo specchio, dove prevale l’egoismo e le ricette semplicistiche, dove prevale la paura invece che il coraggio che insieme ce la possiamo fare. Soffriamo una drammatica carenza di uomini. E la vera soluzione è riscoprirsi tali.
Tommaso Merlo
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È un brutto giorno per Bella Baxter gelatinatremolante dopo aver visto un merlo andare a schiantarsi contro una finestra e cadere di colpo a terra, un signore raccogliere il corpicino e una signora provare a fargli un massaggio cardiaco ma senza riuscire a ottenere nessun risultato.
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Sapete che succede quando calpestate le attenzioni che ricevete?
Che vi vengono tolte, ad ogni azione ve ne viene tolta una, ogni volta, finché un giorno non vi troverete davanti una persona vuota, che manco vi ascolta più, ai vostri sfoghi risponderà sempre le stesse frasi, "hai ragione", "che vuoi farci", "ci vuole pazienza".
A questo punto perché non prendersi un bel merlo indiano da ammaestrare? Sono più bravi, ci mettono più impegno e lo fanno per il cibo.
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Tetta, dal lat. tĭtta, capezzolo, al plur. spec. per indicare i seni femminili. "Di origine onomatopeica (riproduce il suono che si fa quando si succhia)." tit, tit, tit (?). Pop, pop, pop (?). Póppa, dal lat. pŭppa, forma pop. per pūpa, bimba, bambola. "puppe a pera, tu c'ha' le puppe a pera" (Francesco Nuti). Poppa è anche la parte posteriore delle navi: indagare su questa curiosa inversione di posizione.
Seno, il termine corretto e per questo noioso, dal lat. sĭnus, propr. la piega concava formata dalla veste, nella quale le donne portavano i loro figlioletti; quindi, per estens., «petto, anima, cavità, insenatura, ecc. L''anima (?). "Spazio o solco mediano, verticalmente disposto." Cleavage. Mammella, dal lat. mammilla, diminutivo di mamma. "Dai ricordi di giovinezza di Francesco De Sanctis: «La mattina, la mamma mi fece mille tenerezze. Si staccava il bambino dal petto, e mi avvicinava, ridendo, la mammella, con l’aria di chi dice: “Ti ricordi?”». Ci si domanda che cosa gli mostrava il padre." (Alberto Savinio, Nuova Enciclopedia, Famiglie). Zinna, molto usato al sud ma di prob. origine longobarda: «merlo di muraglia» e, per similitudine scherz., «prominenza». "Er vino è la zinna dei vecchi", proverbio romano. Zinna Nilli, la cantante.
Zizza, se prosperosa; idem boccia; pircoca se piccola. Il gaddiano poponi, tosc. per meloni. Sisa. Ciascuno degli organi ghiandolari che nella donna secernono il latte: latteria. ecc. ecc.
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Rivelazione
Il sogno da bambino di essere magici, diversi svegliarsi un giorno e rivelarsi a sé stessi, al mondo con talenti, miracoli celati e lasciare tutti incantati mostrando di saper volare, anche solo levitando di una spanna, un palmo sopra la buccia del suolo in un istante cristallino e calmo.
Chiamare a sé un merlo dal becco giallo o un pettirosso, una rana verde con un semplice gesto uno sguardo, un fischio un canto nella loro lingua e lasciare tutti incantati mentre la creatura salta in braccio «Visto!», dirsi, «Posso farlo!» e anche solo per un attimo ammutolire la buriana.
Una figura non terrena d’oltre tempo, d’oltremare avrebbe allora attraversato i ghiacci e il tempo e la sua rena per vedere il mio raggio di luce e dirmi, «lo sola t’ho visto», dirmi, «Siamo al mondo per volerci bene». Io l’avrei chiamata, senza fiatare e prima di prenderla in petto, nella sua lingua, le avrei detto: «Su, vieni, ché andiamo».
Era possibile, era possibile mentre passeggiavo da piccolo con una mamma, sotto i platani in quella via paesana in discesa larga ai miei occhi bambini come una Prospettiva russa e accanto a noi quel muro che indossava un mosaico celeste e bianco e marrone di cui mille tessere, ho perduto nella dimenticanza.
Stasera, nella via cittadina tornavo, con una cena da passeggio e pensavo, nel chiarore della sera che è possibile, ancora, immaginarlo con la musica e nella musica nelle parole dei buoni scrittori o degli scrittori buoni, posso ancora incantare i presenti mentre ricompongo il mosaico e torno piccolo e vado, volando a salvare una tristezza.
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Cade il governo Sanchez. Accidenti, proprio ora che il Pd aveva trovato il suo modello!
Occasione unica: ora si può anche far venire qualche idea in proprio. Ma quella di inventare qualcosa di nuovo, e magari di diventare un modello per i fatti propri, è una necessità dalla quale il politico italiano (e il Pd) non sembra essere mai tormentato.
S. Merlo la tocca piano. Mission impossibbole per chi ha sempre puntato solo al potere per il potere (di poter edukare le masse incolte). Anche ai tempi del cd. (n)eurocomunismo berlingueriano.
via https://www.ilfoglio.it/politica/2023/05/30/news/cade-il-governo-sanchez-accidenti-proprio-ora-che-il-pd-aveva-trovato-il-suo-modello--5326891/
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Perché la mucca fa muuu e il merlo non fa meee
BUONANOTTE…
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dato che @anonpeggioredelmondo ha detto che potevamo sentirci liberi di autotaggarci, io lo faccio, tze
1. Are you named after anyone?
Il mio nome è la classica "pezza a colori" come si suol dire dalle mie parti. Nessuno in particolare a cui riferirsi ma in famiglia tra zii, bisnonni e cugini ce ne sono almeno tre o quattro. Il Maria poi ha dato un tocco esotico, che mi ha creato non pochi problemi ma mi ha salvato da un inverecondo Annino, perchè nato il giorno di Sant'Anna
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Non mi vergogno a dire che di tanto in tanto piango. E' liberatorio. Ed il fine 2022, inizi 2023 mi ha dato tanti spunti seri per farlo
3. Hai figli?
Una. Il mio "tesssoroooo"
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Sarcasmo, ironia conditi da espressioni dialettali a me care ma che non tutti afferrano
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
A livello agonistico? divano estremo. Nella mia mente, sarei un ottimo runner e da ragazzino avrei voluto eccellere nel baseball (mai giocato) e nella palla a mano (praticata ai giochi della gioventù delle medie)
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Gli occhi e mani e soprattutto espressioni. Poi se è donna, anche il resto ma solo dopo, giuro. Gli occhi e le mani dicono tutto
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Castano scuro
8. Scary movies o happy endings?
Tragedia greca ehehe... No, Commedy romantiche... in fondo, ma molto in fondo, sono zuccheroso a rischio diabete
9. Qualche talento particolare?
Avere il dono di non essere capito... sicuramente ho difficoltà a trasmettere cosa voglio dire o penso realmente. Grosso limite e grandi fraintendimenti e incazzature
10. Dove sei nato?
Avellino
11. Quali sono i tuoi hobby?
Cinema, musica, letteratura e (ultimamente) concerti jazz. Prima cucinavo (ed anche bene, dicevano, ma non avendo per chi esibirmi ho smesso)
12. Hai animali domestici?
me stesso? Ho un geco che mi fa compagnia fissa da 3 anni sul mio balcone. Appare puntualmente a giugno per sparire a fine settembre. Una rondine che ha deciso di nidificare da 4 anni sul mio box auto, un merlo cacacazzo e scacazzone che viene a mettermi sottosopra i gerani e poi ogni tanto appaiono in casa dei "simpaticissimi e affettuosissimi e schifosissimi" animaletti con le antenne, che, nonostante la guerra batteriologica messa in atto da me da anni, se ne infischiano e ogni tanto mi fanno venire lo "spannico" (la paura)
13. Quanto sei alto?
176 cm... anche se il dietologo mi ha detto che mi sono accorciato di 2 cm
14. Materia preferita a scuola?
Disegno tecnico, italiano e geografia astronomica
15. Dream job?
Vincere un terno secco, sulla ruota di Napoli, una settimana si ed una no (cit.)
taggo: @finestradifronte,, @vivenda, @guelfoalexander, @2delia e @laperlla
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Otar Ioseliani : «Federico Fellini era diventato un mio amico intimo. Era affascinato dalla quantità di grappa che riuscivo a bere. Mi spingeva a bere perché era un provocatore. Mi chiedeva:” Riesci ancora a bere?” e io: “Sì”. E continuavo ancora a bere come un cretino per dimostrargli che ce la facevo. Reggevo molto bene l’alcol e continuo a reggerlo molto bene. Per lui questo era in contraddizione con il mestiere di regista. Pensava che un regista non dovesse bere. E mi diceva: “No, è sbagliato”. Ma io sono georgiano, se smetto di bere e smetto di fumare divento così serio da risultare insopportabile.»
«La Georgia è sempre stata molto pericolosa per la Russia. I russi sono diventati cristiani in un secondo momento. Hanno avuto il principe Vladimir di Kiev che ha spinto il popolo sulle rive del fiume Dnepr e li ha fatti battezzare con la forza nell’XI secolo. La Georgia era praticamente cristiana dall’inizio del II secolo. La religione di Stato era il cristianesimo che divenne religione ufficiale della Georgia dall’inizio del IV secolo. I russi si sentono inferiori ai georgiani perché i georgiani erano già cristiani e hanno difeso la loro cristianità. Non sono affatto un popolo religioso. Detestano i pope e li prendono in giro. In Georgia i pope sono considerati dei disgustosi ubriaconi dediti al vino, non importa quale. Ma bisognava difendere un principio perché a sud c’erano delle grandi potenze musulmane: l’Iran, la Turchia. E a nord c’era la Cecenia, il Daghestan, l’Azerbaigian che all’epoca era una provincia dell’Iran. Avevamo dei bei vicini. E L’Islam proibiva il vino e la Georgia è fondata sul vino. A quell’epoca, all’inizio del XVI secolo c’erano più di 450 tipi d’uva. Oggi ne sono rimasti 230. La religione cristiana è diventata un valore fondamentale perché questa religione era legata all’esistenza della grappa. La grappa è diventata il simbolo del cristianesimo in Georgia. In cima a tutte le chiese della Georgia c’è l’uva che si identifica con la Georgia stessa. »
Vittorio Giacci: «‘C’era una volta un merlo canterino’, se lo consideriamo nel panorama del cinema sovietico di quegli anni, è un miracolo. Un miracolo di autonomia e di libertà. Come hai potuto farlo? Hai trovato difficoltà?»
Otar Ioseliani: «È stato semplice. Ho usato due sceneggiature. Una per passare la censura e l’altra per girare il film. Ma in cui non c’era neanche una parola diversa.»
Otar Ioseliani intervistato da Vittorio Giacci (1999)
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Oggi il più grande alleato di Israele è Hamas e tutti coloro che rispondono con la violenza alla violenza. Perché offrono a Netanyahu ed i suoi sodali scuse per compiere ogni scempio in nome della legittima difesa e del diritto di esistere che negano agli altri. Prima la provocazione, poi la reazione violenta, poi una risposta ancora più cruenta. A Gaza come ovunque, da decenni. Una spirale di violenza che con Netanyahu ed i suoi sodali sta però superando il limite trascinando Israele verso l’autodistruzione. Questo perché la situazione sta sfuggendo di mano e la vita sta diventando impossibile anche per gli stessi israeliani costretti a vivere in un bunker anche mentale divorati dalla paura mentre fuori non c’è affatto il paradiso. La guerra ha causato una pesante crisi economica, si perdono posti di lavoro mentre il costo della vita è alle stelle. Intere aree del paese come quelle del nord della Galilea o attorno a Gaza, sono evacuate da mesi ed interi comparti sono crollati. Con ingenti risorse pubbliche sprecate in armamenti sempre più sofisticati invece che per i servizi ai cittadini, l’intero paese sta diventando un insediamento accerchiato da nemici. Ma l’odio si ritorce contro chi lo prova. La società israeliana è frantumata. Mentre la stampa internazionale indossa la museruola imposta dalla lobby pro Israele, a casa sua Netanyahu è considerato il neofascista che è. La dolorosa vicenda degli ostaggi di Hamas ha fatto saltare ogni ipocrisia, a Netanyahu e al suo governo non frega nulla nemmeno dei parenti israeliani degli ostaggi che da mesi protestano chiedendo un accordo. L’obiettivo di occupare i rimasugli di Palestina viene prima di tutto. Loro stessi e i loro deliri estremisti vengono prima di tutto. In Israele vi sono poi storicamente personalità e movimenti progressisti che nulla hanno a che fare con questa deriva neofascista. Ci sono ad esempio giovani obiettori di coscienza israeliani in galera di cui nessuno parla, ci sono gruppi di pacifisti ebrei sovente presi a legnate dai coloni, ci sono personalità e perfino rabbini che sono per la convivenza pacifica e pro Palestina. La società israeliana è profondamente lacerata ed è da una di queste crepe che può generarsi l’implosione. Da anni in Israele i governi durano come le arance e prima della guerra gli israeliani hanno riempito le piazze per mesi in nome di una democrazia liberale messa a rischio del delirio di onnipotenza di Netanyahu che voleva sottomettere la Giustizia alla politica. Pur di non mollare, Netanyahu ha messo insieme un governo con l’estrema destra e fin dal primo giorno butta benzina sul fuoco per tenere unita la società israeliana in nome del sempiterno nemico comune. Ma vi sono anche altre fratture. Gli invasati religiosi col doppio passaporto ululano alla Terra Promessa ma poi sono i primi a fare le valige e tornarsene a Brooklyn quando volano i missili, ma ad andarsene sono anche molti cittadini moderati esasperati da una terra anche per loro diventata maledetta. Un conto è la propaganda, un conto la realtà. Emblematiche le pubblicità sui media israeliani per convincere ebrei in giro per il mondo a trasferirsi negli orrendi condomini vista mare. In Israele vi sono poi schiere di invasati religiosi mantenuti dai contribuenti e perfino esenti dalla leva e questo mentre gli altri devono tirare la cinghia e continuamente mollare tutto per arruolarsi. E vi sono minoranze come quella araba, in sostanza palestinesi sottomessi che abbassano la testa in pubblico e la alzano in privato. Paura ma anche ipocrisia perché in Israele hanno servizi e un tenore di vita almeno fino ad oggi migliore rispetto a quello dell’altra parte del muro. Perfino l’esercito ha mugugnato contro i politici negli ultimi mesi e gli psicologi sono sommersi di soldati traumatizzati di ritorno da Gaza. Netanyahu ed i suoi sodali sono detestati da gran parte degli israeliani, eppure per egoismo continuano a schiacciare l’acceleratore ed ignorare ogni malcontento. È questo il vero fascismo ed è questo che potrebbe portare Israele allo schianto.
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Schiarire i pensieri, ancora passi, la tranquillità della sera che solo il mio paesino possiede, che la sera è ancora luminosa e chiara ed il massimo rumore che senti è la melodia di un merlo o il frinire di grilli, forse entrambi innamorati. È sabato, i piedi li sento stanchi e per quanto non farò granché stasera, la cosa non mi rattrista, ne sono quasi indifferente, sarà che ci ho fatto il callo, che sto imparando davvero a prendere le cose diversamente, a lasciarmi scivolare almeno 1/3 delle cose che provo e che sento, che faccio mie anche quando potrei non farlo. È che forse mi importa troppo
Ed io parlerei volentieri, starei ore a chiacchierare, interessarmi, raccontarsi, che c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da imparare, su cui confrontarsi, ma comprendo anche che magari questa voglia, questa smania ed interesse non sia capita da tutti. Che I rapporti hanno sempre misure differenti e allora va bene così, inutile starci troppo a pensare, e la voce la risparmio, mi tengo a riposo
Ci pensa la natura al posto mio
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