#Il Gesuita
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queerographies · 1 year ago
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[Il Gesuita][Franco Buffoni]
Il Gesuita di Franco Buffoni A diciassette anni un esplicito coming out con mio padre mi avrebbe fatto fare la fine di Giovanni Sanfratello, il giovane compagno di Aldo Braibanti: rapito dai famigliari a Roma nel 1964 e internato dapprima in una clinica privata per malattie nervose a Modena, quindi in manicomio a Verona. ‘Curato’ con elettroshock e coma insulinici, Giovanni venne ridotto allo…
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abr · 7 months ago
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Si dicono ambientalisti ma sono cacciatori di streghe. Si credono “Ultima Generazione” ma sono il ritorno a un oscuro passato di fanatismo e violenza. Lo scopro grazie a “Il manifesto di un eretico. Saggi sull’indicibile” (Liberilibri) di Brendan O’Neill, giornalista anticonformista britannico.
Vi leggo, fra l’altro, di un orrendo processo alle streghe celebrato in Scozia, conclusosi nel 1591 con strangolamenti e roghi. “Le donne di North Berwick possono essere considerate tra le prime vittime dell’isteria da cambiamento climatico, di quella voglia di attribuire la colpa di un tempo anomalo a esseri umani malvagi”. Secondo i carnefici le disgraziate avevano, in combutta col diavolo, scatenato una serie di tempeste, insomma una “emergenza climatica”. A condurre personalmente il processo fu re Giacomo VI, così come oggi a processare i proprietari di auto con motori endotermici e case di classe energetica F o G sono il presidente della Commissione Europea, i capi delle multinazionali, il Papa gesuita...
Allora il problema era il freddo, adesso il problema è il caldo, ma la soluzione escogitata dal potere è molto simile: fornire capri espiatori alle masse superstiziose. Al climatismo come demente ortodossia, scrive O’Neill, si opponga una sana eresia.
Camillo Langone, un Boni di fascia alta, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/06/06/news/al-climatismo-come-demente-ortodossia-si-opponga-una-sana-eresia-6616161/
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raffaeleitlodeo · 3 months ago
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Ora poi dice che bisogna stare calmi. Quando un ospedale religioso* ha acquisito tanto potere da essere centro di riferimento per le infezioni in gravidanza per una città di poco meno di tre milioni di abitanti pensate che potrete capire se è il caso di interrompere una gravidanza? Certo che no perché in nome del signore dovrete abbozzare e pregare, e l'amniocentesi per capire se l’infezione è nel liquido amniotico ve la fanno in modo che usciate dai tempi possibili per l'aborto. Non aver fatto percorsi laici per la diagnostica prenatale lasciando che i preti si prendessero tutto ciò che è ostetricia in questa città è una delle carognate maggiori che ci ha fatto il centro sinistra. In dieci anni Zingaretti gli ha consegnato le nostre vite. Ma maledetti proprio. (Ah mi raccomando eh tutti quei bei convegni in cui si parla di donne, di genere, di violenza, in cui i/le/u rappresentanti del PD, variamente eletti/e/u in liste sedicenti rivoluzionarie prima di trasmigrare magari a coordinare la segreteria della Schlein appunto parlano, parlano, parlano. Ve li raccomando proprio. E questa non è forse violenza ? Ah ma questa la fanno i preti quindi è benedetta da quel simpaticone del gesuita del cupolone, tanto buono, tanto caro. Ma veramente io non lo so come si deve fare a stare calmi). Elisabetta Canitano, Facebook
*Parla del Policlinico Agostino Gemelli, di Roma [Nota di Itlodeo]
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autolesionistra · 1 year ago
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Breve cronistoria dei viaggi nel tempo
[Ho scritto questo raccontino agostano vagamente sci-fi per la (bella) newsletter dello scartafaccio, facendo un giretto fuori dalla mia comfort zone. Lo incollo pure qui.]
A differenza dei princìpi che li regolano, per scalfire superficialmente i quali è stato - letteralmente - necessario un Einstein, la meccanica empirica dei viaggi nel tempo è incredibilmente rozza; realizzare strumenti per sfruttarla è di relativa semplicità ed è un traguardo raggiunto cinque volte nella storia dell’umanità (se dopo la stesura di questo testo se ne aggiungessero altre il lettore tenga conto che questo numero potrebbe sia aumentare che diminuire).
Il primo essere umano a costruire una rudimentale macchina del tempo fu l’assiro Adad-Nirari, nell’810 a.C. a Tarso. Tuttavia, non ne capì il vero funzionamento e ritenne di aver creato un sistema magico per fare sparire le cose. Non avendo gli Assiri all’epoca grossi problemi di smaltimento rifiuti, fu per lo più ignorato o preso per pazzo. Nel tentativo di convincere i suoi concittadini dell’importanza della sua scoperta fece sparire un ingente quantitativo di oggetti e animali, fra cui spiccano:
- una coppetta in terracotta che si materializzò nel 1912 sotto la coltre di permafrost svedese, creando una serie di grattacapi all’archeologo Erik Sjöqvist e costandogli quasi la carriera - una pecora che fu spedita nel giurassico superiore, prontamente divorata da un allosauro che passò il resto della sua infruttuosa esistenza a cercare altre prede così gustose. La sparizione della pecora fu mal digerita (tranne che dall’allosauro): il proprietario pretese un risarcimento da Adad-Nirari che distrusse poi la sua creazione per stizza.
Per la seconda macchina del tempo toccò attendere il 1652 quando il gesuita Giuseppe Adami, di stanza al Collegio di Messina, riuscì a costrurine una nei sotterranei dell’edificio. Fu il primo a capire l’importanza del legame fra coordinate spaziali  e temporali ma per un misto di impazienza e di ostinata devozione al sistema tolemaico il suo primo esperimento finì in tragedia: tentò di mandare Agostino, il gatto del collegio, di una frazione di secondo nel futuro e se lo ritrovò materializzato nel basso ventre. I suoi confratelli attratti dalle urla lo trovarono riverso con il muso di Agostino che gli spuntava dalla schiena. Per non correre rischi lo arsero al rogo ancora agonizzante.
Quasi contemporaneamente, nel 1653, una nobile di Guangzhou di raro intelletto, Mei Zhaozhong, arrivò a scoperte analoghe. Passò dodici anni mandando di pochi istanti nel futuro sassetti del suo giardino e misurandone le apparizioni fino ad arrivare a capire con buona approssimazione la corretta correlazione fra coordinate temporali e spaziali. I suoi studi furono bruscamente interrotti da una malattia debilitante. Allo stremo delle forze decise di visitare il futuro nel poco tempo rimastole e si materializzò nel mercato del pesce di Huanan nel dicembre 2019, dove riuscì appena a guardarsi intorno prima di spirare circondata da una folla di curiosi che iniziarono ad avere sintomi febbrili qualche giorno dopo.
La quarta macchina del tempo fu costruita nel 1997 da Roberto Saluzzi, un dottorando del dipartimento di fisica e astronomia dell’università di Padova. Scoprì mentre ne stava ultimando la messa a punto che non gli sarebbe stata rinnovata la borsa di studio per l’anno successivo e considerazioni di carattere personale sopravanzarono quelle di ricerca accademica: usò la sua creazione per andare nel 1969 e gambizzare quello che sarebbe poi diventato il coordinatore dei corsi di dottorato di ricerca (evento che fu erroneamente attribuito a moventi politici); utilizzò poi la sua istruzione avvantaggiata per fare a sua volta carriera accademica. Evitò accuratamente ogni rischio di incontrare sé stesso nel timore di creare un paradosso temporale fino ad un preciso giorno del 1997, arrivato il quale tornò al suo vecchio appartamento immaginandoselo deserto con la macchina del tempo appena utilizzata. Lo trovò invece occupato da tre albanesi e si interrogò se questo andasse a conferma dell’esistenza del multiverso o del fatto che si fosse in qualche modo rintanato in un mondo di sua invenzione (dubbio per la verità che attanaglia chiunque prima o poi) e abbandonò ogni studio nel campo per darsi ai tornei di burraco.
La quinta e ultima vicenda vide come protagonista Aidana Komi, un’anziana professoressa dell’università di Tirana che dopo aver realizzato il suo dispositivo nel 2023 venne assalita da sensati timori di alterazione del continuum. Decise quindi di alimentare un’intelligenza artificiale dandole in pasto un quantitativo ingente di libri di storia e quotidiani interrogandola su quale sarebbe stato il viaggio temporale più utile per il benessere dell’umanità e imponendosi di seguire alla lettera la risposta, qualunque sarebbe stata. Il verdetto fu di recarsi a Padova nel 1996 e convincere il dottorando Roberto Saluzzi a cambiare appartamento. Aidana con qualche perplessità portò a termine il compito, approfittandone per collocare nell’appartamento rimasto sfitto un paio di cugini desiderosi di trasferirsi in Italia.
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francescosatanassi · 1 year ago
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L'ORSO CHE COMBATTEVA I NAZISTI
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A Forlì, lungo viale dell’Appennino, tra Ca’Ossi e San Martino in Strada, c’è ancora oggi un edificio noto come Villa Gesuita. Alla fine dell’800 il palazzo era stato acquistato dal tenore Angelo Masini, ai tempi già famoso e ricchissimo. Durante gli anni ’40, il custode della villa era Enea Barzanti che assieme alla moglie e alle figlie, Isotta e Ivana, vide diversi schieramenti occupare la villa: i tedeschi, i polacchi, i gurkha, di nuovo i polacchi e infine gli inglesi. Ivana, intervistata nel 2019, raccontò una cosa che molti hanno dimenticato: “Una mattina arrivarono i polacchi e montarono le tende nel cortile, con loro c’era un orso enorme che legarono a un albero con una catena.” Ma quell'orso non era un orso qualunque, il suo nome era Wojtek ed era a tutti gli effetti un soldato. Nel marzo del '43, mentre l’armata polacca si stava addestrando nel nord dell’Iraq per poi essere impiegata in Italia a fianco degli inglesi, due soldati incontrarono un ragazzo curdo che aveva con sé un cucciolo d’orso. Wojtek fu subito adottato dalla Compagnia diventando una specie di mascotte. I soldati gli insegnano la lotta e anche il saluto militare. Il giorno della partenza, però, ci si accorse che Wojtek non poteva salpare. Le regole di reclutamento britanniche erano chiare: soltanto i soldati potevano salire a bordo di una nave militare. Così, l’orso fu ufficialmente arruolato come soldato semplice e assegnato alla 22ª Compagnia Rifornimenti di Artiglieria. Alto ormai due metri e pesante 250 kg, Wojtek aiutò a trasportare le casse di munizioni durante diversi combattimenti, tra i quali la battaglia di Cassino, e per il suo coraggio fu promosso a caporale. Per celebrarlo, la 22° Compagnia adottò un distintivo che lo ritrae mentre trasporta un grosso proiettile. Lo stemma fu dipinto anche sui veicoli militari. Wojtek viveva con i suoi commilitoni, mangiava e dormiva con loro, masticava il tabacco e si dice amasse la birra. Assieme a lui, l’esercito polacco entrò a Predappio, a Forlì, a Brisighella e a Faenza. Dopo il conflitto, il 15 novembre 1947, il suo reparto fu smobilitato e Wojtek fu trasferito allo zoo di Edimburgo. Morì il 2 dicembre 1963, all’età di 21 anni.
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veritanascoste · 1 year ago
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ROMA
LE PORTE DEL VATICANO SONO CHIUSE AI POVERI E DEBOLI
FRANCESCO BERGOGLIO,FALSO PAPA E GESUITA , NON AMA I BISOGNOSI E LI LASCIA CREPARE A PIAZZA SAN PIETRO
IL MONDO DEVE VEDERE IL VERO VOLTO DEL VATICANO, UNA CORPORAZIONE CHE NON RISPETTA LA BIBBIA E NEMMENO I COMANDAMENTI, PRIVA DI EMPATIA E SENTIMENTI UMANI
QUESTE IMMAGINI DEVONO FARTI RIFLETTERE O CRISTIANO
GUARDA QUANTO LUSSO E RICCHEZZA DA UN LATO E QUANTA POVERTÀ A POCHI METRI DI DISTANZA
“AMA IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO” VERO FRANCESCO???
#VATICANO #POVERI #BERGOGLIO
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anocturnalanimal · 1 year ago
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Lei è paziente, io sono collerico; lei è silenziosa e pallida, io abbronzato e focoso; lei è una rigida protestante e io una specie di gesuita laico....ma ci rassomigliamo....c'è affinità tra di noi. Se ne rende conto??? credo che lei sia nata sotto la mia stella! Sì, è nata sotto la mia stella!
Tremi!
Perché quando questo accade ai mortali, è difficile separare i fili dei loro destini; si formano nodi e intrecci...lacerazioni improvvise che danneggiano il tessuto.
Charlotte Bronte, da Villette
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valentina-lauricella · 2 years ago
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G. Leopardi e la filologia
Fu anche filologo di valore. Nel senso formale, nella raggiunta convinzione che la filologia critico-testuale ha un proprio stile scientifico: difatti gli abbozzi di lavori filologici posteriori al soggiorno romano sono tutti redatti in uno stile volutamente impersonale e stringato; così quando discuterà col De Sinner sulla forma da dare al proprio volume di scritti filologici, Leopardi sosterrà che l'unica forma adatta è quella di note critiche. Un lavorio tanto più difficile, se si pensa che non ebbe a disposizione la tradizione manoscritta per operare una compiuta recensio, ma rifece per conto suo congetture che erano state già proposte da filologi precedenti, o indovinò la lezione di codici a lui ignoti, sicché una sua congettura, rimasta ignota, è stata poi riproposta da studiosi del secondo ottocento e del novecento. È un fatto che le sue congetture vengono riproposte in sede di apparato nelle moderne edizioni critiche di riferimento (bibliotheca teubneriana, corpus paravianum, solo per citarne alcune), congetture condotte solo sulla base di criteri interni (lectio difficilior, usus scribendi dell’autore), tenuto conto delle edizioni che almeno nel periodo recanatese aveva a disposizione, spesso non sorvegliatissime sul piano testuale. Solo a Roma nel 1823, grazie all'iniziativa di Francesco Cancellieri, ebbe a disposizione i codici Barberiniani, consultati nonostante le difficoltà frapposte dal bibliotecario gesuita Luigi Maria Rezzi, il che gli permise di scoprire ”quell'operetta greca sconosciutissima” da identificare con la pseudo-libaniana Pro templis, mancante nelle edizioni sin allora esistenti che integrò rispetto alla lacuna dell’apografo. Colpisce anche la minuta descrizione dei codici Barberiniani, sino a quel momento incompiuta. Ogni nuova esplorazione portava in luce lezioni nuove: va quindi rivendicata al Leopardi la priorità di moltissimi contributi, poi apparsi, come detto, nelle più accreditate edizioni critiche moderne. Maestro insuperato di questi studi fu Sebastiano Timpanaro la cui opera introduttiva risale al 1955 nella sua prima edizione.
Può apparire eccentrico l'approfondimento del Leopardi filologo, tuttavia, come sanno i leopardisti, grande fu il debito che il Leopardi artista contrasse con il Leopardi dotto.
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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Possiamo dire che l'autoconsapevolezza critica della scienza storica nasca, più o meno, col sorgere della scienza moderna. Fu in quel periodo, infatti, che vennero elaborate progressivamente le regole destinate al vaglio tra asserti rispondenti ai fatti e la menzogna. Il gesuita Paperbroch, al quale - dice Bloch - la letteratura delle vite dei Santi aveva suscitato "una incoercibile diffidenza" verso l'eredità dell'intero Alto Medioevo, considerò falsi tutti i diplomi merovingi conservati nei monasteri. Dinanzi a questa decisione - all'apparenza oggettiva, ma in realtà meccanica - Mabillon fece presente che, se è vero che ci sono diplomi interamente falsi, è altrettanto vero che ne esistono anche di autentici. E noi abbiamo, in linea generale, i mezzi per distinguere quelli buoni da quelli cattivi. Ebbene, "in quell'anno -il 1681 - l'anno della pubblicazione del De re diplomatica, una grande data nella storia dello spirito umano - fu definitivamente fondata la critica dei documenti d'archivio". La nascita della critica storica è contemporanea al dubbio metodico di Cartesio e alla scienza di Galileo.
-Dario Antiseri
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jacopocioni · 19 days ago
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Carriera di Galileo Galilei 5° parte
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1° parte 2° parte 3° parte 4° parte Primi contrasti con il Papa e il Sacro Collegio
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La chiesa iniziava a sentire odore di eresia e si preparava alla difesa della teoria Geocentrica. Passava all’attacco incaricando il frate predicatore domenicano Tommaso Caccini di difendere le Sacre Scritture, dalle “concezioni copernicane dei matematici moderni e in particolare Galileo”, Nel marzo 1615 il Caccini giunse a Roma e denunciò al Sacro Collegio lo scienziato pisano quale sostenitore del sistema Eliocentrico con la terra girante intorno al sole. Il Cardinale Roberto Bellarmino, già giudice nel processo contro Giordano Bruno frate domenicano eretico, scrisse una risposta alla lettera inviata dal teologo carmelitano Paolo Antonio Foscarini, il quale voleva mettere a confronto i Pitagorici, Copernico, Galileo Keplero e gli accademici dei Lincei con le sacre scritture, cercando di far coincidere quello he affermava la Bibbia con la teoria copernicana in modo tale che non contraddiceva affatto tutto quello che fino allora era stato messo in discussione. Il Cardinale diceva che sarebbe stato possibile reinterpretare i passi contraddicenti l’Eliocentrismo solamente con una dimostrazione di quanto asserito non accettando gli argomenti portati da Galileo. Sosteneva di non aver ricevuto nessuna spiegazione in merito, in caso di dubbio faceva testo quanto era affermato dalle scritture, dove si parla di Giosuè che abbia ordinato al sole di fermarsi, per completare l’inseguimento dei nemici Amorrei esclamando “Sole fermati in Gàbaon e tu Luna, sulla valle di Aialon”, difendendo la teoria della terra al centro dell’universo con tutti i pianeti giranti intorno. Ma Galileo rifiutò l’invito di Bellarmino di sostituire la teoria tolemaica con quella copernicana, definendola una pura ipotesi matematica per salvare le apparenze.
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Nel febbraio 1616 il Papa Paolo V ordinò al Cardinale Bellarmino di far arrivare a Roma il Galilei per ammonirlo e convincendolo ad abbandonare le sue opinioni sul sistema eliocentrico, in caso di mancata obbedienza “Il Padre Commissario davanti a un Notaio e testimoni , di fargli il precetto di abbandonare quella dottrina e non insegnarla non difenderla”. Nello stesso anno venne messo all’indice il “De Revolutionibus” di Copernico. Bellarmino volle dare una mano a Galileo con una dichiarazione in cui non c’erano abiure, confermando il divieto a sostenere le tesi copernicane. Questa dichiarazione, gli onori e la buona accoglienza, diedero a Galileo la falsa illusione che a lui fosse consentito quello che agli altri era vietato.
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Nell’autunno del 1618 apparvero nel cielo tre comete, questo evento attirò l’attenzione degli astronomi di tutta l’Europa. Il gesuita Piero Grassi matematico del Collegio Romano, tenne una lezione con il titolo “Disputatio astronomica de tribus cometis anni MDCXVIII”, derivata dalle sue osservazioni, dichiarando che le comete fossero corpi situati “Oltre il cielo della luna”, sostenendo il modello di Tyco Brahe per il quale la terra è il centro dell’universo. Galileo rispose per difendere il modello Copernicano, con uno scritto del suo discepolo Mario Guiducci astronomo amico e confidente con “Il discorso sulle comete”. In questo scritto il relatore sosteneva erroneamente che le comete non erano oggetti celesti, ma ma effetti ottici della luce solare su vapori provenienti dalla terra. A queste argomentazioni il Grassi rispondeva con il falso nome di Lotario Sarsi, attaccando il Galilei e il copernicanesimo. Lo scienziato non rispose a questa lettera, lasciò passare del tempo preparando il trattato “Il Saggiatore”, approvato e pubblicato a Roma dalla Accademia dei Lincei. Fine 5° parte
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Alberto Chiarugi Read the full article
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gesau-it · 20 days ago
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🌹🌹 NOVENA DELLE ROSE in onore di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona di questo gruppo, dal 9 al 17 dicembre
              NOVENA DELLE ROSE In onore di santa Teresa di Gesù Bambino Dottore della Chiesa Il 3 dicembre 1925, il gesuita Padre Putigan cominciò una novena chiedendo una grazia importante. Desiderava ricevere una rosa in dono quale garanzia di aver ottenuto la grazia. Non fece parola con nessuno della novena che stava facendo. Al terzo giorno, ricevette la rosa richiesta ed attenne la…
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abr · 1 year ago
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Mattarella non è un woke. E' un provinciale pre-woke, portatore di un set valoriale tradizionale, incentrato sul parassitismo burocratico dirigista centralista assistenzialista in cui lo Stato sono le Istituzioni e i cittadini che ad esse si allineano.
E' convinto di avere un ruolo guida in un mondo preso tra due fuochi: da una parte l'odio dei woke che costi quel che costi non dev'essere fomentato, perché di loro sono il Progresso, Giustizia e Verità - equo, scientifico, solidale, sociale, ambientale, decrescista; il loro odio è mera e giustificata risposta giovanile alle provocazioni, con loro bisogna far appeasement, scendere a patti, adeguarsi, allinearsi. Resistance is futile.
Dall'altra parte c'è l'ignoranza della maggioranza silenziosa da ridurre come il carbonio, il gregge che tramuterebbe in odio ogni libertà di pensiero concessa ("che ve ne fate di tutta quella libertà?") e quindi va represso e guidato mediante paternalismo dirigista.
Una visione particolarmente provinciale arretrata, applicata dal soggetto anche alla pandemia. Si vede come il Traghettatore, visione che l'ha intimamente "forzato" ad imporsi per il secondo mandato.
Non è cambiato, non é diverso da quel che fu, un democristiano sociale del secolo scorso tra i tanti: come Moro, intimamente convinto che il socialismo e bandiera rossa la trionferà, quindi proteso a salvare il salvabile, rendendosi con essi carino e coccoloso e agendo da implacabile repressore di tutti coloro che, democristiani fratelli, invece a tale destino per nulla ineluttabile come storia poi dimostrerà, intendevano resistere ed opporsi. Un gesuita alla Francesco, un Grima il Vermilinguo, uno che contrariamente ad Ulisse serve Polifemo senza secondi fini, accettando la concessione di venir mangiato per ultimo.
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magauda · 2 months ago
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Da Vichy a Roma: Jean Henry Guignot
La costituzione del gruppo dell’ODEUM Roma a partire dal ’47 non sarebbe stato un processo rapido, ma piuttosto graduale. A questo punto è interessante notare come il collegio gesuita Germanicum si leghi ad almeno due dei tre membri dell’ODEUM Roma, reclutati da Johannes nel biennio ’47-’48. Ciò vale, come si è visto, per l’appena delineato caso di Friede, ma anche per quello del secondo uomo del…
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botallo · 2 months ago
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Da Vichy a Roma: Jean Henry Guignot
La costituzione del gruppo dell’ODEUM Roma a partire dal ’47 non sarebbe stato un processo rapido, ma piuttosto graduale. A questo punto è interessante notare come il collegio gesuita Germanicum si leghi ad almeno due dei tre membri dell’ODEUM Roma, reclutati da Johannes nel biennio ’47-’48. Ciò vale, come si è visto, per l’appena delineato caso di Friede, ma anche per quello del secondo uomo del…
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sapergo · 2 months ago
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Da Vichy a Roma: Jean Henry Guignot
La costituzione del gruppo dell’ODEUM Roma a partire dal ’47 non sarebbe stato un processo rapido, ma piuttosto graduale. A questo punto è interessante notare come il collegio gesuita Germanicum si leghi ad almeno due dei tre membri dell’ODEUM Roma, reclutati da Johannes nel biennio ’47-’48. Ciò vale, come si è visto, per l’appena delineato caso di Friede, ma anche per quello del secondo uomo del…
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bagnabraghe · 2 months ago
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Da Vichy a Roma: Jean Henry Guignot
La costituzione del gruppo dell’ODEUM Roma a partire dal ’47 non sarebbe stato un processo rapido, ma piuttosto graduale. A questo punto è interessante notare come il collegio gesuita Germanicum si leghi ad almeno due dei tre membri dell’ODEUM Roma, reclutati da Johannes nel biennio ’47-’48. Ciò vale, come si è visto, per l’appena delineato caso di Friede, ma anche per quello del secondo uomo del…
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