#Identità locale
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Cento Immagini per Gelindo: Celebrando un’Icona della Tradizione alessandrina
La mostra fotografica “Cento Immagini per Gelindo” inaugura il 15 novembre 2024 al Palazzo del Monferrato di Alessandria
La mostra fotografica “Cento Immagini per Gelindo” inaugura il 15 novembre 2024 al Palazzo del Monferrato di Alessandria. Alessandria si prepara a rendere omaggio a una delle figure più amate e rappresentative della sua tradizione popolare, Gelindo, con una mostra fotografica intitolata “Cento Immagini per Gelindo 100”. L’evento, organizzato dall’Associazione San Francesco, si terrà presso la…
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Il maturo e il bamboccione social si rendono ambedue conto dell'evidenza (è già un passo avanti rispetto al sinistro che con la realtà confligge): siamo colonizzati, culturalmente e tecnologicamente, dagli Stati Uniti.
Il bamboccione sociale frigna offeso (reagisce da socialista, lotta contro gli stessi nemici dei socialisti: è un socialista, a sua insaputa) e pretende di mandar a casa i 'Mericani senza distinzioni, senza poterselo permettere; né ammette di dover pagare un conto salatissimo per farlo, sia pure in prospettiva lontana (assieme a chi? Da soli che manco Mussolini?! O coi francotedeschi?!!). 'Sti qui credono davvero che barconi e sbarchi e terroristi e Putain si fermino dicendogli "basta là".
Il maturo invece accetta il dato di fatto sopra detto, dopo essersi guardato attorno e compreso in trenta microsecondi che trattasi del menopeggio in assoluto: é il sistema socioculturale economico più avanzato e civilizzato disponibile oggi, diretto erede della NOSTRA tradizione grecoromana giudaicocristiana. Poteva andar molto peggio, a guardare cos'altro c'è in giro.
Il maturo s'impegna comunque per sradicare ed aggiustare gli eccessi di detto colonialismo, dall'interno, senza ansie vivoluzzionavie, affermando la propria identità locale ma godendo dei suoi aspetti positivi innovativi: cultura del lavoro, libertà individuale, innovazione tecnologica senza paure da provinciali, dinamismo sociale no "figli di", liberismo non quello dei "veriliberali" ma scevro da socialismi pelosi etc..
Tali aspetti positivi li usa inoltre per tagliar le unghie ad altri colonialismi culturali precedenti spacciati come parte dell'identità: tipo il borbonismo magnogreco social statalista assistenzialista, l'europismo crucco nordico statal puritano o l'anglofranconismo coi sensi di colpa coloniali.
Eh si, la cultura come le persone ha costante bisogno di MODELLI e MENTORI cui ispirarsi, non copincollare, per evolversi. Il passato è passato come il successo è già successo: si celebrano e ricordano ma senza mai fermarsi. Per fortuna i modelli di riferimento li sceglie il mercato, la cosa più democratica che c'è, mentre ogni forzatura dall'alto distorce, fa sbandare e produce solo costosi ritardi.
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'Mc Cafferty's' è l'essenza del pub, per tanti motivi. Per atmosfera, identità, tradizione. Per quello che riesce a trasmettere a chi varca quella porta. Non mancano di certo gli ingredienti per considerarlo ormai un vero punto di riferimento per la comunità di Donegal Town, per la gente a nordovest dell'isola. Interni accattivanti, clientela rumorosa ma accogliente, musica dal vivo 7 giorni su 7, divertimento a non finire. Local e turisti riempiono, soprattutto nel weekend, questo bellissimo pub, riuscendo ad assaporarne a pieno l'autenticità e l'animo profondamente irish. Dal 1997 'Mc Cafferty's' è una sosta quasi obbligatoria per chi passa dalle parti di Donegal Town. 🇮🇪 🍻 🥃 🎻 © Irish tales from Rome
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Festa de Lo Pan Ner – I pani delle Alpi: appuntamenti nelle province di Brescia, Sondrio, Varese e Bergamo
Festa de Lo Pan Ner – I pani delle Alpi: appuntamenti nelle province di Brescia, Sondrio, Varese e Bergamo. La Festa de Lo Pan Ner fa parte di un evento diffuso e transfrontaliero, giunto alla ottava edizione, condiviso con le Regioni Valle d’Aosta e Piemonte (Val d’Ossola e Comune di Lozzolo) e i Paesi confinanti, Svizzera (Valposchiavo in Canton Grigioni e Canton Vallese), Francia (Parc des Bauges) e Slovenia (Alta Val Sava). Brescia, Bergamo, Varese e Sondrio sono le province lombarde che sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 offrono una serie di appuntamenti dedicati alla Festa de “Lo Pan Ner - I Pani delle Alpi”. Oltre 40 comunità, con 42 forni e antichi mulini, in particolare della Valtellina e della Valle Camonica, accomunate, nei secoli, dalla coltura della segale, che ha svolto un ruolo fondamentale nella tradizione gastronomica alpina e nella gestione del territorio, preparano il pane utilizzando segale e frumento, macinati in loco negli antichi mulini rimessi in funzione, e riattivando per le giornate di festa i forni privati e comunitari. Laboratori didattico-sensoriali per bambini e scuole sono pensati per avvicinare le nuove generazioni all’arte della panificazione, perché non vada perso un patrimonio di saperi, a salvaguardia delle identità territoriali, ma anche dell’ambiente e della economia locale. In alcune località, si può assistere alla semina della segale e al taglio del grano saraceno, fare visite ai musei etnografici ed ecomusei, per scoprire gli strumenti più antichi d’uso nella panificazione. In particolare, aderiscono alla festa: Ecomuseo di Valfurva, Ecomuseo della Resistenza del Mortirolo (organizza iniziative nelle due province di Sondrio e Brescia), Ecomuseo dell’Alta Via dell’Oglio, Ecomuseo Concarena – Montagna di luce ed infine Ecomuseo del Vaso Re. In provincia di Brescia, a Bienno tra ‘I borghi più belli d’Italia’, si può visitare il Mulino Museo del 1400 di via Glere, funzionante grazie all’energia e alla forza dell’acqua portata nel borgo dal canale artificiale Vaso Re. Il 14 ottobre, alle ore 19:00, aperitivo a Casa degli Artisti con prodotti locali e pane di segale. A Cormignano e Davena di Vezza d’Oglio, merenda e colazione al forno con un fine settimana ricco di eventi dedicati alle tradizioni; a Doverio di Corteno Gorgi è ancora attiva un’antica Vicinia proprietaria di un caseificio turnario visitabile, esibizione dei norcini, una cerimonia di panificazione negli antichi forni, laboratori, visita a cantine, mercatini. Molte altre attività si svolgono a Malegno, Ossimo, Cerveno, Saviore dell’Adamello, Garda di Sonico, Vezza d’Oglio, Monno. Nel territorio di Sondrio, a Grosio, Grosotto e Mazzo, in Valtellina, i visitatori possono percorrere la via del pane. Si parte la mattina con una colazione nei campi di saraceno di Grosio, si cammina in un castagneto secolare per arrivare a Grosotto e visitare un antico mulino. A Mazzo si panifica nell’antico forno del Palazzo Lavizzari. Altri appuntamenti a Pila Boscarini di Teglio, Ponte Valtellina, Mello, Traona, Valfurva, Aprica e Castione Andevenno. A Cedrasco una mattinata dedicata ai ragazzi per riscoprire l’antica arte del mugnaio presso l’ex Mulino Oberti e un laboratorio per la preparazione dei biscotti. Dopo una breve escursione sul sentiero della “civetta”, che porta alla comunità di Fusine, i biscotti tradizionali vengono cotti al panificio Viganò. Si festeggia nell’area di Varese: a Cuirone ed Albizzate si può gustare la Brusela cotta negli antichi forni, un dolce tipico della zona preparato per l’occasione con farina di segale, farina di mais e uva americana. In provincia di Bergamo: a Vilminore, festa dell’antico forno di Pianezza. La farina distribuita nelle comunità (circa 400 kg) è tutta locale. Permette di riscoprire i piccoli produttori che, con grande passione, conservano le colture tradizionali e mantengono il paesaggio agricolo di montagna. Il programma completo e dettagliato delle feste si trova sul sito www.comunitadellasegale.it Per chi non può attivamente partecipare in loco, sabato 14 ottobre si può seguire in anteprima quello che succede in alcune comunità sulla pagina Facebook Intangible Search e sul sito www.comunitadellasegale.it. Durante la diretta, incontri con esperti, agricoltori, cuochi e fornai per scoprire insieme l’affascinante mondo della panificazione. La Festa de Lo Pan Ner di Lombardia è un evento organizzato da Regione Lombardia – Direzione Generale Cultura (Archivio di Etnografia e Storia Sociale) in collaborazione con ERSAF, Enti locali e Associazioni del territorio. L’elenco di tutti gli appuntamenti è disponibile su: www.comunitadellasegale.it www.lopanner.com/main Segui la festa de Lo Pan Ner su Facebook: @comunitadellasegale @intangiblesearch #LoPanNerLombardia #LoPanNerLombardia23... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Eletto il Presidente di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese
Nella mattinata del 17 dicembre, nelle diverse Zone della Provincia di Torino, si sono tenuti i congressi di Italia Viva per l'elezione dei Presidenti.
Si è conclusa la stagione dei referenti "Nominati" con l'elezione di nuovi Presidenti, di Zona, Provincia e Regione.
Per il Chierese-Carmagnolese è stato eletto per acclamazione Pier Antonio Pasquero.
Ecco il programma presentato dal Presidente al Congresso zonale:
Italia Viva del Chierese-Carmagnolese si è caratterizzata in questi anni per essere particolarmente attiva sul territorio, su diverse tematiche, due fra tutte sono state la promozione della nascita e lo sviluppo del distretto del cibo e l’intervento determinate contro l’insediamento di un enorme allevamento intensivo di maiali a Poirino.
Italia Viva del Chierese-Carmagnolese è stata molto di più di un semplice “comitato elettorale”. Non si è limitata a declinare a livello locale le iniziative nazionali. Ha fatto politica territoriale, lo ha fatto ingaggiando un dialogo e un confronto di idee con tutti i cittadini che amano approfondire le tematiche pubbliche.
Italia Viva continuerà ad esercitare la sua presenza sul territorio con impegno rinnovato. Il nostro primo obiettivo sarà quello di contribuire con tutti gli strumenti possibili a creare una identità di territorio e a consentire al territorio di mettere a frutto i suoi talenti e le sue potenzialità. Italia Viva porterà ai cittadini le posizioni dei migliori esperti sui vari temi di interesse locale e regionale:
lo sviluppo economico della Regione e le sue ricadute sul nostro territorio;
la gestione del Sistema Sanitario Regionale e l’impatto sui cittadini;
La salvaguardia dell’ambiente, le pari opportunità e altro.
Il 2024 vedrà l’organizzazione di numerosi eventi su questi e su altri temi di interesse locale e regionale. Italia Viva intende contribuire a determinare scelte strategiche utili al territorio, introducendo nel dibattito pareri autorevoli e competenze reali.
La nostra azione sarà “sovracomunale” e supporterà le amministrazioni che metteranno in atto politiche e azioni che superano i campanilismi, che creano sinergie, economie di scala e che migliorano e semplificano la vita dei cittadini.
Collaboreremo senza posizioni pregiudiziali, caso per caso, con chiunque condivida concretamente i nostri obiettivi.
Faccio politica da oltre quarant’anni, la faccio con passione, non cerco né visibilità né cariche, spero di poter continuare a farla con Italia Viva per contribuire a far crescere la nostra zona, la nostra Regione, il nostro Paese, la nostra Europa.
PIER ANTONIO PASQUERO
CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELL’AREA OMOGENEA METROPOLITANA 11 DI TORINO
#italiaviva#italia viva#italiavivadelchierese#chieresecarmagnolese#carmagnola#reneweurope#congresso#chieri#pino torinese#poirino
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Chiuso il più grande sito web di credenziali rubate del dark web
Colpo al «mercato nero» delle password rubate: chiusa la piattaforma Genesis Market. Sequestri di server e attrezzature in Europa e Usa, 37 perquisizioni in Italia. Fermato un «giro d’affari» di 2 milioni di identità virtuali sottratte. Operazione internazionale di polizia contro la piattaforma Genesis Market, uno dei più grandi mercati neri virtuali del mondo, dedicato la vendita di credenziali rubate: 16 Paesi coinvolti e 37 perquisizioni solo in Italia, dove si è mossa la Polizia postale L’operazione è stata condotta dall’Fbi e dalla polizia olandese, coordinata da Europol ed Eurojust e diretta, per il territorio italiano, dalla procura della Repubblica di Roma. Genesis Market, specializzata nella vendita di credenziali di accesso e dati rubati, con un giro di affari di oltre 2 milioni di identità virtuali sottratte, è stata disattivata, con sequestri, eseguiti in tutta Europa, dei server sui quali poggiava l’infrastruttura informatica. In Italia, risultano coinvolte migliaia di credenziali, individuate dagli specialisti del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia postale sotto la direzione della procura di Roma ed afferenti sia a spazi informatici della vita privata di comuni cittadini (email, social network, account di e-commerce, ecc.), sia password in grado di garantire l’accesso illecito a spazi informatici istituzionali della pubblica amministrazione, nonché a spazi appartenenti a banche e grandi imprese nazionali, erogatrici di servizi pubblici essenziali.
37 perquisizioni in Italia
Sul solo territorio italiano, sono stati emessi dalla procura 37 decreti di perquisizione personale, locale ed informatica, che il Cnaipic ed i Centri operativi per la sicurezza cibernetica di Campania Basilicata e Molise, Lazio, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Calabria, Veneto, Sicilia Occidentale, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Trentino-Alto Adige ed Umbria, hanno eseguito nei confronti di altrettanti clienti della piattaforma, i quali avevano acquistato nel corso del tempo migliaia di credenziali di accesso. Tra gli indagati figurano sia persone già note alle forze dell’ordine che incensurati. Le perquisizioni hanno condotto al sequestro di diversi dispositivi informatici, l’analisi dei quali consentirà ora agli investigatori di comprendere con esattezza quale sia stato l’utilizzo, da parte degli indagati delle credenziali illecite acquistate, e che tipo di informazioni riservate - ed a quale livello di segretezza - siano state compromesse. Nuova allerta cybercrime e' Wiper, spinta con guerra Read the full article
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Colore e Orgoglio: La Maglia dell'Eintracht Francoforte Come Simbolo di Appartenenza
1.Introduzione
La maglia dell'Eintracht Francoforte rappresenta molto più di un semplice indumento sportivo; è un autentico simbolo di appartenenza, orgoglio e tradizione. Per i tifosi, indossare la maglia bianca e nera significa essere parte di una comunità unita, legata da una storia ricca e affascinante. Sin dalla sua fondazione nel 1899, l'Eintracht ha costruito un'identità distintiva, e la sua maglia è diventata il veicolo attraverso il quale questa identità viene espressa e celebrata.
In questo articolo, esploreremo il significato culturale della maglia dell'Eintracht Francoforte, analizzando la sua evoluzione storica, il suo ruolo come simbolo di identità, le innovazioni nel design, e l'impatto che ha sulla vita quotidiana dei tifosi e sulla comunità locale. Attraverso questa analisi, diventa evidente come la maglia non sia solo un pezzo di stoffa, ma un potente simbolo che definisce la cultura di un intero club e dei suoi sostenitori.
2.Storia della Maglia
La storia della maglia Eintracht Frankfurt è un racconto che si intreccia con le vicende del club stesso, riflettendo le trasformazioni del calcio e della società nel corso degli anni. Fondato nel 1899, l’Eintracht ha visto l’evoluzione della sua maglia come un viaggio attraverso le epoche, marcando ogni fase con un design e colori distintivi.
Nei primi anni, la completini calcio era semplice e priva di fronzoli, ma già rappresentava l’orgoglio dei suoi giocatori e tifosi. I colori bianco e nero, scelti per la loro simbolicità di forza e unità, sono diventati rapidamente un marchio di fabbrica del club. Con il passare del tempo, questi colori hanno assunto un significato profondo, legandosi non solo ai successi sportivi, ma anche all’identità culturale di Francoforte.
Negli anni ’60 e ’70, l’Eintracht Francoforte ha iniziato a sperimentare con design più audaci, introducendo strisce e nuove varianti di colore. Questi cambiamenti riflettevano non solo le tendenze moda del periodo, ma anche l’innovazione nel calcio, con un crescente interesse per la personalizzazione e l’estetica delle divise. Durante questo periodo, la maglia divenne un simbolo di riconoscimento per i tifosi, che la indossavano con orgoglio sia dentro che fuori dallo stadio.
La vittoria in Coppa UEFA nel 1980 ha segnato un punto culminante nella storia della maglia, conferendole un’aura di prestigio. La maglia di quella stagione, caratterizzata da un design elegante e da un’attenzione ai dettagli, è rimasta nel cuore dei tifosi come un simbolo di trionfo e unità.
Con l’avvento del nuovo millennio, la maglia ha continuato a evolversi, con l’introduzione di materiali tecnologicamente avanzati e un design sempre più ricercato. I club calcistici hanno iniziato a riconoscere l’importanza del merchandising, e la maglia è diventata un prodotto ambito, non solo tra i tifosi, ma anche tra i collezionisti.
Negli ultimi anni, l’Eintracht Francoforte ha fatto della sostenibilità un tema centrale nella produzione delle sue maglie. Utilizzando materiali riciclati e processi ecologici, il club ha dimostrato un impegno verso un futuro responsabile, senza compromettere la qualità e il design distintivo della maglia.
In sintesi, la storia della maglia dell'Eintracht Francoforte è una testimonianza dell’evoluzione del club e della sua cultura. Ogni stagione porta con sé nuovi design e significati, ma il legame con la tradizione rimane forte, rendendo la maglia un'icona che continua a unire generazioni di tifosi.
3.La Maglia come Simbolo di Identità
La maglia dell'Eintracht Francoforte non è solo un semplice capo d'abbigliamento; è un potente simbolo di identità per i tifosi e per la comunità del club. Indossare la maglia bianca e nera significa molto di più che supportare una squadra; rappresenta un forte legame emotivo e culturale che unisce i membri della tifoseria.
Per i tifosi, la maglia è un segno di appartenenza. Quando i supporter indossano i colori del club, sentono di far parte di qualcosa di più grande di loro stessi. Questa identità collettiva si esprime in numerosi modi, dalle celebrazioni nei giorni di partita alle manifestazioni di sostegno in diverse occasioni. La maglia diventa un medium attraverso il quale i tifosi possono esprimere la loro passione e il loro orgoglio, creando un senso di comunità che trascende le differenze individuali.
Il valore simbolico della maglia è amplificato dalle storie personali di coloro che la indossano. Ogni dres rappresenta un legame unico con il club: un regalo di famiglia, un premio per un successo personale, o semplicemente un ricordo di momenti condivisi con amici e familiari. Queste esperienze trasformano la maglia in un tesoro emotivo, contribuendo a costruire un’identità condivisa che si nutre di ricordi e di esperienze collettive.
Inoltre, la maglia è spesso vista come un simbolo di resistenza e perseveranza. Nel corso della sua storia, l'Eintracht ha affrontato sfide e difficoltà, ma la fedeltà dei suoi tifosi è rimasta inalterata. Indossare la maglia durante i momenti difficili, come le sconfitte o le retrocessioni, è un atto di lealtà che evidenzia la determinazione dei supporter a sostenere il club in ogni circostanza. Questo legame duraturo con la maglia riflette una cultura di resilienza che è intrinseca nell'identità dell'Eintracht.
La maglia dell'Eintracht Francoforte funge anche da simbolo di orgoglio locale. In un contesto di globalizzazione e uniformità, essa rappresenta le radici e la storia di Francoforte. Durante le partite, gli stadi si riempiono di tifosi che indossano la maglia con orgoglio, creando un'atmosfera di unità e celebrazione che risuona in tutta la città. I colori del club diventano un segno di riconoscimento e di appartenenza che promuove un forte senso di comunità tra i cittadini.
In conclusione, la maglia dell'Eintracht Francoforte è un potente simbolo di identità che rappresenta l'appartenenza, la resilienza e l'orgoglio locale. Essa non è solo un semplice indumento, ma un elemento essenziale della cultura del club che continua a unire e ispirare i tifosi, rendendoli parte di una storia che va ben oltre il campo di gioco.
4.Design e Innovazione
Il design della maglia dell'Eintracht Francoforte ha sempre rappresentato un equilibrio tra tradizione e innovazione. Ogni nuova stagione porta con sé aggiornamenti e reinterpretazioni che riflettono le tendenze contemporanee, mantenendo però intatto il legame con la storia del club. Questo processo di evoluzione del design non è solo estetico, ma coinvolge anche un forte impegno verso l'innovazione tecnologica.
Tradizionalmente, le maglie dell'Eintracht si caratterizzano per il loro classico schema bianco e nero, ma nel corso degli anni, i designer hanno sperimentato con forme, grafiche e dettagli che rendono ogni versione unica. Le strisce, i pattern e le variazioni di colore hanno aggiunto un tocco di freschezza e creatività, mantenendo sempre al centro l'identità del club. Questi cambiamenti non solo attraggono nuovi tifosi, ma rinnovano anche l'interesse tra quelli storici, creando un dialogo continuo tra passato e presente.
Dal punto di vista tecnologico, l'Eintracht Francoforte ha abbracciato l'innovazione per migliorare le prestazioni sul campo. Le maglie sono realizzate con materiali avanzati che garantiscono leggerezza, traspirabilità e comfort, contribuendo al benessere dei giocatori durante le partite. Questa attenzione alla funzionalità si riflette anche nella progettazione delle maglie, che spesso incorporano tecnologie anti-umidità e di regolazione della temperatura, permettendo agli atleti di esprimere al meglio il proprio potenziale.
Inoltre, la sostenibilità è diventata una componente cruciale del design moderno. Negli ultimi anni, l’Eintracht ha fatto passi significativi verso pratiche di produzione più responsabili, utilizzando materiali riciclati e processi a basso impatto ambientale. Questa scelta non solo riflette un impegno verso la salvaguardia del pianeta, ma risuona profondamente con una generazione di tifosi sempre più consapevoli e attenti all’ambiente. La maglia, quindi, diventa un simbolo non solo di identità sportiva, ma anche di responsabilità sociale.
L'Eintracht Francoforte, attraverso il suo design innovativo, riesce a rimanere al passo con i tempi, senza mai dimenticare le proprie radici. Le collaborazioni con designer e artisti locali hanno portato a creazioni uniche che celebrano non solo il club, ma anche la cultura di Francoforte. Questi progetti speciali, spesso in edizione limitata, rappresentano un modo per connettere il club con la comunità, trasformando la maglia in un vero e proprio oggetto di culto.
In sintesi, il design e l'innovazione della maglia dell'Eintracht Francoforte sono testimoni di un club che sa adattarsi ai cambiamenti, pur mantenendo salde le proprie tradizioni. Ogni maglia non è solo un pezzo di stoffa, ma un manifesto della cultura del club, unendo funzionalità, estetica e impegno verso un futuro sostenibile. Questo approccio fa sì che la maglia non solo rappresenti i colori e l’identità dell’Eintracht, ma diventi anche un simbolo di innovazione nel mondo del calcio.
5.La Maglia nel Quotidiano
La maglia dell'Eintracht Francoforte trascende il confine del campo da calcio, diventando un elemento integrante della vita quotidiana dei suoi tifosi. Indossare la maglia non è limitato solo ai giorni di partita; è un'affermazione di identità e appartenenza che si manifesta in diverse situazioni sociali, contribuendo a creare un legame profondo tra il club e la comunità.
Per molti tifosi, la maglia è parte integrante del loro guardaroba. Viene indossata con orgoglio non solo durante le partite, ma anche in contesti informali come incontri tra amici, eventi sociali e persino al lavoro. Questo fenomeno trasforma la maglia in un simbolo di riconoscimento che permette ai tifosi di esprimere la propria passione in ogni momento della giornata. La visibilità della maglia nell'ambiente urbano serve a consolidare l'identità del club e a rafforzare i legami tra i membri della tifoseria.
Inoltre, le maglie dell'Eintracht Francoforte sono spesso utilizzate come strumenti di socializzazione. Tifosi di tutte le età si uniscono in occasione di eventi speciali, come raduni o feste di comunità, dove la maglia diventa un segno di unione e di amicizia. Questi incontri non solo celebrano l'appartenenza al club, ma offrono anche un'opportunità per instaurare relazioni interpersonali e costruire una rete di sostegno reciproco tra i tifosi.
La maglia trova spazio anche in iniziative di beneficenza e progetti sociali. L'Eintracht Francoforte ha collaborato con diverse organizzazioni per promuovere campagne di sensibilizzazione e raccolte fondi, dove la maglia diventa un simbolo di impegno verso cause più ampie. Indossarla in queste circostanze sottolinea l'importanza del club non solo come entità sportiva, ma anche come attore sociale attivo nella comunità.
In ambito familiare, la maglia viene spesso tramandata di generazione in generazione. Per molti, possedere la maglia dell'Eintracht non è solo un acquisto, ma un rito che rappresenta la continuità di una tradizione familiare. I genitori che vestono i propri figli con la maglia del club non solo instillano un senso di appartenenza, ma creano ricordi duraturi legati al tifo e agli eventi sportivi.
Infine, la maglia dell'Eintracht Francoforte è diventata un oggetto di culto nel panorama della moda sportiva. La sua estetica distintiva ha attirato l'attenzione di designer e influencer, portando a collaborazioni che hanno elevato la maglia a un simbolo di stile urbano. Questo trend ha reso la maglia non solo un simbolo di tifo, ma anche un accessorio di moda, amplificando la sua presenza nella cultura pop.
In sintesi, la maglia dell'Eintracht Francoforte occupa un ruolo centrale nella vita quotidiana dei suoi tifosi. Non è solo un simbolo di appartenenza a un club, ma diventa un mezzo di socializzazione, un veicolo di tradizioni familiari e un emblema di impegno sociale. La sua influenza si estende oltre il campo di gioco, riflettendo la profondità della cultura del club e il forte legame con la comunità.
6.Impatto sulla Comunità
La maglia dell'Eintracht Francoforte ha un impatto significativo non solo sul campo, ma anche all'interno della comunità locale. Essa funge da catalizzatore per la coesione sociale, unendo i tifosi e creando un senso di appartenenza che va oltre il semplice tifo. Questo legame profondo si manifesta in vari modi, riflettendo l'importanza del club nella vita quotidiana della città.
In primo luogo, la maglia rappresenta un simbolo di orgoglio locale. Indossarla è un'affermazione di identità che risuona nel cuore di Francoforte. I tifosi, indossando i colori bianco e nero, esprimono la loro connessione con la città e le sue tradizioni. Questo orgoglio si traduce in un forte sostegno al club, creando un'atmosfera di unità e collaborazione tra i cittadini.
Inoltre, l'Eintracht Francoforte è attivamente coinvolta in iniziative comunitarie che mirano a migliorare la vita dei residenti. Attraverso programmi di responsabilità sociale, il club utilizza la sua visibilità e influenza per affrontare questioni importanti come l'inclusione sociale, l'educazione e il sostegno ai giovani. La maglia diventa così un simbolo di questo impegno, rappresentando un ponte tra il club e la comunità.
Le iniziative di beneficenza, come le raccolte fondi e le campagne di sensibilizzazione, sono spesso associate alla maglia. Tifosi e giocatori partecipano insieme a eventi che non solo raccolgono fondi, ma promuovono anche valori come la solidarietà e l'unità. Queste azioni dimostrano come il club e i suoi supporter possano lavorare insieme per creare un impatto positivo nella comunità.
Inoltre, la maglia funge da strumento di integrazione. L'Eintracht Francoforte è conosciuto per la sua apertura e inclusività, accogliendo tifosi di tutte le origini e culture. La maglia diventa un simbolo di questa diversità, creando un ambiente in cui tutti si sentono benvenuti. Gli eventi in cui i tifosi si riuniscono per indossare la maglia, come i giorni di partita, diventano occasioni per celebrare l'unità nella diversità.
Infine, l'Eintracht Francoforte utilizza la sua piattaforma per affrontare temi sociali rilevanti, come il razzismo e la discriminazione. Attraverso campagne e iniziative di sensibilizzazione, il club incoraggia i tifosi a combattere contro l'intolleranza, facendo della maglia un simbolo di lotta per l'uguaglianza e il rispetto reciproco. Questo messaggio di inclusione e giustizia sociale risuona fortemente all'interno della comunità, rafforzando ulteriormente il legame tra il club e i suoi sostenitori.
In conclusione, l'impatto della maglia dell'Eintracht Francoforte sulla comunità è profondo e multifaccettato. Essa non solo rappresenta l'identità e l'orgoglio dei tifosi, ma serve anche come strumento di coesione sociale, integrazione e responsabilità. La maglia diventa quindi un simbolo di speranza e cambiamento, dimostrando che il calcio può essere una forza potente per il bene comune.
7.Conclusione
In conclusione, la maglia dell'Eintracht Francoforte è molto più di un semplice indumento sportivo; è un simbolo che incarna l'identità, la storia e la cultura di un club profondamente radicato nella sua comunità. Attraverso il suo design distintivo e le innovazioni tecnologiche, la maglia riesce a coniugare tradizione e modernità, riflettendo le aspirazioni e i valori di un'intera tifoseria.
La maglia, indossata con orgoglio dai tifosi, si fa portavoce di un sentimento di appartenenza che supera il confine del campo di gioco. Essa si integra nella vita quotidiana, diventando un elemento di socializzazione e un segno di unità tra i sostenitori. Inoltre, l'impatto positivo che la maglia ha sulla comunità è innegabile: attraverso iniziative di responsabilità sociale e campagne di sensibilizzazione, il club dimostra il suo impegno a favore del bene comune, utilizzando la propria visibilità per affrontare questioni cruciali.
L'Eintracht Francoforte, attraverso la sua maglia, riesce a promuovere valori fondamentali come l'inclusione, la solidarietà e il rispetto. Questi principi non solo rafforzano il legame tra il club e i suoi tifosi, ma contribuiscono anche a creare una comunità più coesa e resiliente.
In un'epoca in cui il calcio e le sue tradizioni sono spesso messi alla prova, la maglia dell'Eintracht rappresenta un faro di autenticità e passione. Essa continua a ispirare e unire generazioni di tifosi, trasformandosi in un emblema di speranza e cambiamento. Con ogni partita, ogni gol e ogni celebrazione, la maglia dell'Eintracht Francoforte si riconferma come un'icona culturale, riflettendo la storia e le aspirazioni di un club che guarda al futuro con determinazione.
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Beatrice Campagna - Il nuovo cortometraggio “Coming Out”
La regista lascia immergere il pubblico nei ricordi di una storia d’amore e separazione
Il cortometraggio “Coming Out” della regista Beatrice Campagna, è stato proiettato alla VI Edizione dell’Aprilia Film Festival di Roma tenutosi il 21 e il 22 settembre 2024, vincendo il “Premio del pubblico Sabato” (https://cinecittanews.it/aprilia-film-festival-tutti-i-vincitori/). La produzione del corto è stata curata da Duende Film, una realtà del panorama cinematografico indipendente, che ha costruito solide collaborazioni con registi, attori e sceneggiatori di talento, arricchendo il proprio patrimonio creativo. Ogni progetto portato avanti è frutto di una combinazione unica di esperienza, innovazione e dedizione: l’obiettivo di Duende Film è quello di restituire forza comunicativa e ispirazione, partendo da un’esigenza espressiva. Le storie trattate hanno una loro identità e si propongono come esperienze uniche da ricordare per il pubblico. La distribuzione è nelle mani di Associak, una casa di distribuzione cinematografica indipendente nata nel 2012 ed impegnata nella diffusione artistica e commerciale di lungometraggi, documentari e cortometraggi nei principali festival nazionali.
“Coming Out”, oltre ad essere il titolo del corto, è anche il primo locale gay di Roma, dove sono state effettuate le riprese, situato davanti al Colosseo. In questo luogo, fervono i preparativi per uno degli eventi più importanti dell’anno: il Pride, la parata che termina la sua corsa nella stessa via del locale, San Giovanni in Laterano. Lisa, una donna di 38 anni, ha fondato e gestisce il “Coming Out” da più di vent’anni ma, quest’anno, per lei, si respira un’aria diversa. Per la prima volta, infatti, non trascorrerà questo giorno con la compagna Gaia e il loro bambino. La separazione è ancora fresca, la loro storia andava avanti sin da quando erano adolescenti e i nuovi equilibri familiari si stanno ancora formando. Lisa continua ad organizzare i preparativi, riflettendo sul passato e mischiando i propri ricordi con i suoni e i colori del Pride (in questa sequenza, si evidenziano anche le riprese ad Anguillara). La storia narrata lascia immergere il pubblico in una dimensione intima e personale, trattando tematiche di estrema attualità con una sensibilità nuova e un punto di vista originale e autentico.
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Le attrici che hanno partecipato sono Anna Malvaso e Lara Balbo, rispettivamente nei ruoli di Lisa e Gaia; Elena Giuliano e Anna Chiara Gabriele, invece, hanno interpretato le due donne da adolescenti. Giulio Loreti Scarnera ha avuto il ruolo di Giulio, mentre Giovanni Cipolletta e Alex Croitor hanno recitato nei panni di Luca e Matteo. Gli altri camerieri del locale sono stati interpretati da Luigi Nicolas Martini e Alessandro Di Felice. Il produttore esecutivo del cortometraggio è Stefano Bacchiocchi, mentre i direttori della fotografia e delle musiche sono rispettivamente Roberto Gigliotti e Lilla Fiori. Il montaggio è stato curato dalla stessa regista Beatrice Campagna.
Storia della regista
Beatrice Campagna è nata a Roma nel 1989. Da sempre appassionata di cinema e teatro, dopo il liceo classico ha frequentato il DAMS di Roma Tre, oltre a diversi corsi più specifici (sceneggiatura, montaggio, regia). Sui set di film, videoclip, spot e cortometraggi ha ricoperto con continuità, per oltre dieci anni, i ruoli di segretaria di produzione, coordinatrice di produzione, assistente casting, assistente alla regia e aiuto regia. Tra le molte, ha lavorato per la Wildside e la Lotus Production.
Per quest’ultima, ha seguito la fase di sviluppo dei progetti; ha collaborato stabilmente con la società Agidi, seguendo la produzione di film e spettacoli teatrali (principalmente del trio “Aldo Giovanni e Giacomo”). Durante gli anni di impegno sul set, ha sempre continuato a scrivere per il cinema e per il teatro, lavoro che ormai svolge a tempo pieno. Oltre a diverse regie teatrali, ha realizzato nel 2020 la co-regia con Simone Miccinilli di una serie web “Fregene 37.1”, degli Actual; nel 2023 scrive per il cinema, firmando la sceneggiatura dei film a episodi "I migliori giorni" e "I peggiori giorni", per la regia di Massimiliano Bruno e Edoardo Leo, prodotti da IIF. Contemporaneamente, scrive e dirige per diverse aziende spot per il web e videoclip per artisti emergenti.
Nel 2024 è coinvolta da Istituto Luce nella scrittura del progetto "100 anni di Luce", che verrà proiettato alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. “Il Grande Méliès” (2022) è il suo primo cortometraggio da regista, vincitore di oltre trenta premi in Italia e all'estero, acquistato poi dalla piattaforma Mediaset Infinity+. "Coming Out", distribuito nei festival dal 2024, è il secondo corto che dirige.
Beatrice Campagna
https://www.instagram.com/bea.cmpg
Duende Film
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Un Viaggio nella Storia e nella Cultura di Coimbra
Coimbra, antica capitale del Portogallo, è una città che affascina con il suo richiamo storico e culturale. Il suo legame con l'istruzione e la conoscenza è testimoniato dall'Università di Coimbra, una delle più antiche università d'Europa. Fondata nel 1290, l'università ha formato generazioni di studenti e ha contribuito notevolmente alla cultura e alla scienza portoghese. Questa rinomata istituzione ha reso Coimbra un centro di apprendimento e innovazione, attirando studenti e studiosi da tutto il mondo.
Camminando per le strade di Coimbra, i visitatori possono notare l'influenza dell'università in ogni angolo. Cafè, librerie e spazi pubblici sono animati da discussioni accademiche e da eventi culturali. La città è un luogo dove l'arte e la storia si intrecciano, con monumenti storici e musei che raccontano la ricca eredità di Coimbra. Insomma, Coimbra non è solo una città storica, ma un vero e proprio crocevia di idee e cultura.
Il Monastero di Santa Cruz
Il Monastero di Santa Cruz, situato nel cuore di Coimbra, è una delle gemme storiche più incantevoli del Portogallo. Fondato nel 1131 da monaci cistercensi, questo monastero ha servito non solo come luogo di culto, ma anche come centro culturale e educativo. Oggi, il Monastero di Santa Cruz è riconosciuto come un importante sito patrimoniale e attira visitatori da tutto il mondo. Questo blog post esplorerà la storia, l'architettura e l'importanza del monastero, offrendo uno sguardo più approfondito sulla sua eredità.
Coimbra, una delle città più antiche del Portogallo, è sede di numerosi monumenti storici, ma il Monastero di Santa Cruz si distingue per la sua bellezza architettonica e il suo significato culturale. Iniziamo a scoprire la storia di questo meraviglioso luogo, che ha visto passare secoli di vita spirituale, culturale e intellettuale. Il monastero ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della città e continua a influenzare le generazioni future. I primi anni e la fondazione
Il Monastero di Santa Cruz fu fondato nel 1131 dai monaci cistercensi, in un periodo critico per la storia portoghese. All'epoca, il Portogallo stava ancora definendo la propria identità nazionale e religiosa. I monaci cistercensi, noti per la loro vita austera e per il lavoro agricolo, contribuirono notevolmente allo sviluppo della regione, introducendo nuove tecniche agricole e pratiche di gestione del suolo. Questa innovazione non solo migliorò l'economia locale, ma creò anche un legame profondo con la comunità circostante.
Fino al XVII secolo, il monastero divenne un centro di formazione per giovani religiosi, e la sua biblioteca raccolse numerosi testi preziosi. Durante il regno di San Ferdinando, il monastero si affermò come un’importante istituzione educativa, contribuendo alla crescita culturale di Coimbra. Questo periodo d'oro ha lasciato un'impronta duratura non solo sul monastero, ma anche sull’intera città. Ristrutturazioni e pacchetti architettonici
Nel corso dei secoli, il Monastero di Santa Cruz subì varie ristrutturazioni e ampliamenti, riflettendo i diversi stili architettonici e le influenze artistiche del momento. La transizione dal romanico al gotico si può osservare attraverso le magnifiche facciate e gli interni meravigliosamente decorati. Oggi, i visitatori possono ammirare le intricate decorazioni, i dettagli scolpiti e le imponenti colonne che caratterizzano il monastero. Un momento significativo nella storia architettonica del monastero si verificò nel XVII secolo, quando venne completata la ristrutturazione barocca. Questa trasformazione portò a interni splendidamente decorati, arricchiti da affreschi e stucchi. I diversi stili architettonici che si intrecciano nel monastero raccontano una storia di evoluzione che riflette non solo le tendenze artistiche del tempo, ma anche la resilienza della comunità religiosa.
L'architettura e le meraviglie visive
L'architettura del Monastero di Santa Cruz è un esempio preminente di come diversi stili possono coesistere in armonia. L’ingresso principale, con la sua facciata romanica, accoglie i visitatori con la sua imponenza. Le porte in legno massiccio e i dettagli decorativi incisi sono solo alcune delle caratteristiche che richiamano attenzione. Man mano che si entra, il chiostro offre un rifugio tranquillo, circondato da colonne eleganti e archi che incorniciano giardini ben curati. Inoltre, la chiesa del monastero è un vero gioiello. Il suo altare maggiore, riccamente decorato, è un esempio perfetto dell'arte barocca portoghese. Le opere d'arte all'interno della chiesa evidenziano la devozione dei monaci e il ricco patrimonio religioso di Coimbra. Ogni angolo del monastero racconta una storia, trasmettendo un senso di pace e contemplazione che affascina i visitatori.
Un patrimonio culturale Oltre alla bellezza architettonica, il Monastero di Santa Cruz custodisce una vasta collezione di opere d'arte e manufatti storici. La biblioteca monastica, rinomata per la sua collezione di manoscritti e libri antichi, è un tesoro per studiosi e appassionati di storia. Questa biblioteca rappresenta un pilastro fondamentale della comunità intellettuale di Coimbra, riflettendo l'importanza del sapere e della cultura nel corso dei secoli.
L'importanza del monastero va oltre l'aspetto religioso e culturale; esso racchiude il patrimonio collettivo della città di Coimbra. Ogni anno, il monastero ospita eventi culturali, mostre e concerti, dimostrando come passato e presente possano convivere in armonia. I visitatori non solo possono esplorare la storia del monastero, ma anche partecipare a una serie di attività che promuovono l'arte e la cultura locale.
L'Università di Coimbra: la Cappella di São Miguel e la Biblioteca Joanina
L'Università di Coimbra, fondata nel 1290, è una delle istituzioni accademiche più antiche e prestigiose del mondo. Situata nella storica città di Coimbra, in Portogallo, questa università non è solo un luogo di apprendimento, ma anche una testimonianza vivente della ricca storia culturale del paese. Ogni anno, migliaia di studenti e visitatori si recano a Coimbra per esplorare il suo campus, ricco di eleganti architetture, straordinarie biblioteche e importanti luoghi di culto.
In questo contesto, la Cappella di São Miguel e la Biblioteca Joanina spiccano come due gemme straordinarie. La Cappella di São Miguel, situata all'interno dell'Università, rappresenta una fusione di arte e spiritualità, mentre la Biblioteca Joanina, un autentico scrigno di conoscenza, è uno dei luoghi più iconici della vita accademica del Portogallo.
La Cappella di São Miguel: un faro di spiritualità e arte
La Cappella di São Miguel è una delle aree più significative dell'Università di Coimbra. Costruita nel XVIII secolo, questa cappella è dedicata a San Michele, l'arcangelo noto per la sua protezione e guida. La sua architettura barocca cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori. L'interno è riccamente decorato con affreschi e opere d'arte che riflettono l'importanza religiosa e culturale del luogo.
Inizialmente, la cappella serviva come luogo di culto per gli studenti e il personale dell'università. Attraverso i secoli, ha mantenuto la sua funzione religiosa, divenendo anche un importante luogo di celebrazione degli eventi accademici. La sua bellezza architettonica e i dettagli artistici la rendono un punto di riferimento non solo per gli studenti ma anche per i turisti che desiderano approfondire la storia culturale di Coimbra.
Un luogo di celebrazione e rituale La Cappella di São Miguel non è solo un luogo di bellezza, ma anche uno spazio vivo di rituali e celebrazioni. Ogni anno, gli studenti dell'Università di Coimbra partecipano a diverse cerimonie religiose all'interno della cappella. Durante l'iniziazione e altre celebrazioni importanti, la cappella diventa un centro di socializzazione e spiritualità, unendo gli studenti in un'esperienza condivisa di fede e tradizione.
Inoltre, la cappella ospita concerti e altri eventi culturali, attirando artisti e musicisti da tutto il Portogallo. Questa vivacità contribuisce a creare un'atmosfera dinamica, in cui la storia e la modernità si intrecciano, rendendo la cappella un luogo di grande significato sia per gli studenti che per i visitatori.
La Biblioteca Joanina: un tesoro di conoscenza
La Biblioteca Joanina, costruita nel XVIII secolo, è uno dei tesori più preziosi dell'Università di Coimbra. Questa biblioteca non è solo un luogo di studio, ma è anche un capolavoro architettonico che affascina i visitatori con il suo design barocco. Il grande atrio, con soffitti decorati e scaffali in legno pregiato, trasmette un senso di grandezza e sacralità. Oltre ad essere una biblioteca, è un'opera d'arte a tutti gli effetti.
Inoltre, la Biblioteca Joanina ospita una vasta collezione di libri antichi e manoscritti rari, molti dei quali risalgono al periodo della fondazione dell'Università. Non sorprende che qui si trovi una delle più importanti raccolte di testi del Portogallo, un patrimonio inestimabile per gli studiosi e gli appassionati di storia.
Un centro di studio e ricerca La Biblioteca Joanina non è solo un luogo dove si conservano libri; è anche un attivo centro di studio e ricerca. Gli studenti e i ricercatori possono accedere a questo spazio per approfondire le loro ricerche, perstudiare libri rari e per interagire con esperti di vari settori. Le numerose iniziative promosse dalla biblioteca, tra cui conferenze, mostre e laboratori, hanno reso questo spazio un punto di riferimento per la cultura e l'istruzione a Coimbra.
In un'epoca in cui la digitalizzazione sta cambiando il modo in cui accediamo alla conoscenza, la Biblioteca Joanina si impegna a mantenere viva la tradizione del libro stampato. La bellezza dei suoi volumi antichi e la loro rara fragranza attirano ogni anno numerosi visitatori, desiderosi di immergersi in un'atmosfera di scoperta e meraviglia. Read the full article
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Morte di Gaudí
Drammatiche furono le circostanze della morte di Gaudí. La sera del 7 giugno 1926, terminata la giornata lavorativa, Gaudí si stava recando presso la chiesa di San Filippo Neri per pregare: attraversando distrattamente una strada, fu travolto da un tram di passaggio e lasciato tramortito sul selciato. Nessuno fu in grado di riconoscere la sua identità, considerato anche il suo abbigliamento piuttosto trasandato: alcuni tassisti, scambiandolo per un povero uomo, si rifiutarono persino di condurlo in un ospedale (questa inosservanza venne poi punita con severe sanzioni pecuniarie). Alcuni passanti, avendo pietà del ferito, lo trasportarono presso una clinica locale, l'ospedale di Santa Creu, dove fu internato nel reparto dei poveri. L'identità del degente fu ricostruita solo quando alcuni amici, resisi conto della mancanza di Gaudí, vennero a conoscenza del tragico evento.
Gaudí morì la mattina del 10 giugno, dopo tre giorni di agonia. La morte del «più catalano dei catalani» fu accolta dalla popolazione locale come una terribile calamità: innumerevoli furono gli articoli che gli vennero dedicati e, al funerale, la sua salma fu vegliata da una moltitudine di ammiratori e illustri personalità statali che, addensandosi e formando una fiumana di quasi mezzo miglio, porsero l'ultimo saluto all'architetto e lo accompagnarono presso la cripta della Sagrada Família, dove fu inumato con il permesso del governo e del papa.
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Giacomo Bozzoli, dove si trova? Ipotesi fuga in nave dalla Spagna. E si indaga sulle schede sim che usava per «chiamare le escort» Giacomo Bozzoli è all'estero. Ed è caccia all'uomo. Si cercano legami con altre persone che possono aver aiutato il 39enne bresciano, condannato all'ergastolo in via definitiva nel 2015 per aver ucciso lo zio Mario, a costruirsi una latitanza iniziata oramai una settimana fa. Bozzoli è pericoloso e disposto a tutto pur di sottrarsi alla cattura. L'omicidio è stato inquietante e brutale: secondo la sentenza, l'imprenditore ha gettato lo zio nel forno di fonderia di famiglia a Marcheno. Ora è certo che Bozzoli avesse pianificato la fuga in ogni dettaglio. E, secondo le ultime ricostruzioni, sarebbe fuggito dalla Spagna a bordo di una nave. Giacomo Bozzoli, il «nuovo volto» e i documenti falsi: l'ipotesi del cambio identità. Mai ripreso dalle telecamere, scomparsa anche l'auto Le telecamere In attesa di ricevere le immagini delle telecamere a circuito chiuso degli alberghi di Cannes e Marbella dove è stato registrato il documento di Bozzoli, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire eventuali spostamenti interni in Spagna e Francia da parte dell'uomo che con la compagna e il figlio ha trascorso una decina di giorni tra Cannes, Valencia e Marbella. Fuga in nave Non si esclude che possa essersi imbarcato su una nave dopo essersi liberato della Maserati Levante usata per lasciare l'Italia. E sulla quale la compagna non ha saputo dire nulla. Bozzoli, che durante il processo iniziò con queste parole il suo esame: «vorrei dire che io dirò tutta la verità perché io sono innocente, e dirò solo la verità", è quindi ancora latitante all'estero. In Spagna la sua Maserati Levante è stata inquadrata solo una volta dalle telecamere stradali ma in un periodo in cui il 39enne era ancora con la compagna e con il figlio, rientrati in Italia e a Brescia venerdì in treno dalla Francia. Antonella Colossi, la ricostruzione Siamo stati «insieme fino al primo luglio quando abbiamo scoperto in Internet della conferma dell'ergastolo. Poi Giacomo si è allontanato ma non so dove», ha detto ai carabinieri Antonella Colossi, la compagna del 39enne. Che in sette giorni ha perso la memoria «per lo choc dopo la sentenza» ha detto, e prima ancora il cellulare. Sono stati «a Cannes la prima notte fuori dall'Italia», ha spiegato. I cellulari non sono un dettaglio in questa vicenda. Non lo sono oggi, per la latitanza, e nemmeno nove anni fa all'epoca dell'omicidio di Mario Bozzoli. Scappando dall'Italia Giacomo ha lasciato il suo a casa, quello collegato al numero che usava personalmente, e che i carabinieri hanno trovato in un cassetto della villa di Soiano del Garda (Brescia). Possibile che uno decida di andare in vacanza con compagna e figlio senza cellulare? «Ne avrà usati altri intestati a stranieri», ipotizzano gli inquirenti. Schede sim Non una novità per Giacomo Bozzoli che secondo le indagini, quando lo zio Mario svanì nel nulla, poteva contare su una batteria di una decina di sim telefoniche. «Le schede che mi hanno sequestrato i carabinieri non sapevo neanche di averle, ma l'uso di queste schede era solo per un semplice motivo, che le utilizzavo quando magari incontravo una ragazza in un locale e volevo chiamarla; e magari per chiamare delle escort per divertirmi, non era per chiamare dei delinquenti, né brutta gente, era solo per chiamare ragazze», raccontò a processo. Aveva schede intestate a cittadini albanesi, rumeni e pakistani. Chi indaga è anche convinto che la compagna sia rientrata in Italia - dopo due giorni di vuoto in cui non risulta registrata in nessun albergo in Spagna - solo quando Giacomo Bozzoli l'ha avvertita che la sua fuga stava proseguendo nel migliore dei modi.
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"Novi Ligure Notizie e Non Solo": Una Comunità Online che Raggiunge i 25.000 Iscritti e Continua a Crescere
Un traguardo che celebra lo spirito civico e la forza di unione dei cittadini di Novi Ligure attraverso il gruppo Facebook "Novi Ligure notizie e non solo".
Un traguardo che celebra lo spirito civico e la forza di unione dei cittadini di Novi Ligure attraverso il gruppo Facebook “Novi Ligure notizie e non solo”. Il gruppo Facebook “Novi Ligure notizie e non solo” ha raggiunto un importante traguardo: 25.000 iscritti! Questo risultato non è soltanto una dimostrazione di crescita numerica, ma rappresenta il valore e l’impatto che il gruppo ha avuto…
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Gli europei hanno fatto della transizione ecologica uno dei pilastri della propria politica economica e della loro stessa identità politica. La Commissione uscente ha stabilito target di decarbonizzazione e installazione delle fonti rinnovabili sempre più ambiziosi. Gli Stati membri stanno cercando di perseguirli con i due strumenti più vecchi del mondo: gli obblighi e i sussidi, cioè, in una parola, la politica industriale statalista in tutta la sua potenza.
Siamo sicuri che sia la via migliore? La risposta è no e la conferma arriva dal Texas.
Alla fine di quest’anno, secondo quanto racconta un dettagliato articolo del Financial Times, nel corso del 2024 il Texas avrà installato più pannelli fotovoltaici (rapportati alla popolazione) non solo di qualunque altro Stato Usa, ma addirittura di qualunque Paese al mondo. Anche in termini di incidenza sulla generazione di energia elettrica, il fotovoltaico texano a marzo ha scavalcato il carbone e superato altre realtà, come la California, che spesso vengono enfatizzate come esempi da seguire. Non colpisce solo il livello raggiunto dalle rinnovabili, ma anche la rapidità con cui esse si sono imposte, sostanzialmente negli ultimi quattro o cinque anni.
Eppure, il Texas non è certo un luogo ospitale per i seguaci di Greta: non ha una legislazione particolarmente favorevole per le rinnovabili, non ha incentivi generosi e tanto meno ha obblighi paragonabili ai nostri. Sono invece due gli ingredienti del successo texano, e si trovano esattamente dalla parte opposta rispetto a quella verso cui si guarda quando si dibatte di questi temi.
Il primo ingrediente è la libertà economica: in Texas le rinnovabili non godono di privilegi, ma tutte le imprese possono contare su un sistema di regole pensato per valorizzarne il contributo, non per mettere loro i bastoni tra le ruote. In Texas non ci sono i lunghi iter burocratici che, in California come in Italia, soffocano le rinnovabili assieme alle altre imprese. Quindi, il punto non è disegnare corsie preferenziali per le tecnologie alla moda, ma costruire un quadro normativo affidabile e aperto per tutti. Non è distribuire il Nimby ai nemici e le agevolazioni agli amici, ma creare un ecosistema a misura d’impresa. Il secondo ingrediente è che i pannelli fotovoltaici sono diventati sempre più competitivi, anche rispetto alle fonti energetiche tradizionali.
E questo dipende principalmente dalla concorrenza internazionale e dal basso costo del fotovoltaico cinese. Se c’è quindi una vera minaccia che rischia di mettere a repentaglio il modello texano, quella deriva dai dazi pretesi dal presidente più ambientalista di sempre, Joe Biden, e dai requisiti di “local content”. Se le rinnovabili prosperano in Texas è perché, in quel contesto, convengono davvero. Ma senza istituzioni favorevoli alla libera impresa, esse sarebbero al centro di quella stessa rincorsa tra sussidi e regolamentazione che le sta mettendo in difficoltà altrove, come in California (e in molti Paesi europei): It’s the economic freedom, stupid.
ambientalismo ignorante passé bovino, non (solo) per le scuregge al metano, vs. sostenibilità quella vera, quella che non ha bisogno di aiutini, via https://opinione.it/economia/2024/05/29/istituto-bruno-leoni-texas-usa-pannelli-fotovoltaici-california-biden/
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Milano è memoria, la città ricorda la strage dimenticata del Cinema Eros
Milano è memoria, la città ricorda la strage dimenticata del Cinema Eros. Morirono in sei, dopo giorni di agonia. Cinque spettatori che erano all’interno del cinema e un passante che tentò di salvare chi era rimasto dentro il locale avvolto dalle fiamme e dal fumo. Il rogo della sala cinematografica “Eros Sexi Center” di viale Monza 101 torna alla memoria e alla cronaca in occasione del suo 40esimo anniversario per essere riconosciuto da tutti e tutte, dopo anni di oblio, come la strage più grande a Milano compiuta da formazioni di estrema destra dopo piazza Fontana. Lunedì 15 maggio, proprio davanti a dove un tempo c’era il cinema, il Comune di Milano posizionerà un totem per raccontare cosa accadde. Un tributo della città e delle sue istituzioni in ricordo di un fatto tragico, di quanti morirono e di chi li uccise. Un atto di verità che l’Amministrazione compie nell’ambito del progetto Milano è Memoria, nato nel 2017 proprio per conservare, ricostituire e testimoniare la storia della città e la sua identità. Sono passati dunque 40 anni da quel 14 maggio. È un sabato come tanti altri, nella sala “a luci rosse” in viale Monza è presente una trentina di persone, tra cui anche chi avrebbe intenzionalmente appiccato l’incendio dopo aver cosparso di benzina il pavimento e le poltrone delle ultime file. Alcuni spettatori riescono a mettersi in salvo. Cinque, prigionieri delle fiamme e gravemente ustionati, muoiono nei giorni successivi. Inizialmente non si pensa ad un atto doloso, ma dopo una settimana arriva la rivendicazione all’Agenzia Ansa di Milano: dietro il rogo ci sono la mente e la mano della formazione neonazista Ludwig che aveva colpito il cinema “a luci rosse” per punire i suoi immorali avventori. Nel messaggio di rivendicazione, in cui compare il motto delle SS “Gott mit uns” (Dio è con noi), è scritto: “Una squadra della morte ha giustiziato uomini senza onore”. Le indagini della Polizia portano all’arresto e alla condanna dei due esecutori, due rampolli dell’alta borghesia veronese, rei di aver compiuto decine di omicidi con l’intento di ripulire l’umanità da esseri ritenuti inferiori. Nel tempo la strage viene dimenticata, nessuno ne chiede un ricordo evidente. L’unico momento in cui si torna a parlare delle vittime del cinema Eros è nel 1984, quando Livio Cerasoli, il passante morto nel tentativo di salvare dalle fiamme chi era rimasto dentro, viene insignito della Medaglia d’Oro alla memoria il giorno di Sant’Ambrogio. Nel maggio del 2021, il Comune riceve dall’Osservatorio democratico sulle nuove Destre costituito da i Sentinelli di Milano la richiesta di porre una targa in ricordo di quanto accadde al cinema Eros. Il 20 aprile di quest’anno la Giunta approva la collocazione di un totem in viale Monza 101, presso lo spazio pubblico antistante lo stabile un tempo sede del cinema. Alla cerimonia, che si svolgerà lunedì alle ore 11, parteciperanno l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé, la giornalista del Corriere della Sera Alessandra Coppola, autrice di un podcast sulla vicenda del Cinema Eros, Ferruccio De Bortoli, Mario Calabresi e Saverio Ferrari.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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il tuo discorso può essere condivisibile se fosse così per tutti. Invece gli stranieri in italia (siano essi marocchini, albanesi, tunisini, rumeni o di altri paesi africani e via dicendo) sono fieri delle loro origini (e se io ti dicessi che non sei marocchina come la prenderesti? o se lo dicessi a un filippino o a un cinese) ma ricciardo non può essere considerato italiano. C'è palesemente un guasto ideologico qui.
ciao e scusa il ritardo nella mia risposta. Io non trovo ci sia alcun guasto ideologico. Premesso che 1) io la cittadinanza marocchina ce l'ho per lo stesso motivo per cui ricciardo ha quella italiana, perché anche in marocco funziona lo ius sanguinis. E non sono neanche contraria perché il mio problema non è che ricciardo o chi per lui abbiano il passaporto italiano, il mio problema è ovviamente la terribile disparità con chi nasce qui e deve buttare sangue per avere un diritto che dovrebbe spettare più a me più che a uno che non sa nulla dell'italia e biascica tre parole di italiano.
Lo ius sanguinis mi tedia quando diventa un perno culturale. C'è una differenza importante tra il valorizzare parte della propria identità culturale, amarla e considerarsi al pari di chi invece nasce e vive nel paese di origine della tua famiglia. Io sono italiana figlia di marocchini e mi definisco italo-marocchina. Vivo in una vera e propria sub-comunità, che è quella della diaspora marocchina europea: i marocchini italiani, spagnoli, francesi, olandesi e in minor numero tedeschi compongono questa grande comunità che ha ognuno connotati propri ma una continuità culturale (perché ascoltiamo le stesse canzoni, parliamo delle stesse cose e c'è una vicinanza geografica) e che dialoga con il paese di origine delle proprie famiglie. Allo stesso modo in cui è una sub-comunità quella italo-americana e quella italo-australiana. Ma non posso pensarmi in egual modo a chi vive in marocco, così come ricciardo non è italiano. Il problema nasce dalla spocchia degli americani o degli australiani di pensare che l'europa in qualche modo li riguardi, una spocchia che mi infastidisce perché è 1) first world problem 2) fa passare una pericolosa narrazione su cosa significa essere europei o italiani nello specifico. Nessuno rinnega l'identità culturale di ricciardo, che per ovvie ragioni è anche italiana, ma non è italiano come io non mi posso considerare marocchina in quel senso.
Detto questo anche una precisazione ovvia, e poi chiudo e scusa la lunghezza: un conto è se lui è figlio di una madre che è praticamente nata in australia da genitori italiani e da un padre che è cresciuto lì fin da piccolo, un altro conto posso essere io che ho genitori immigrati da adulti. Le diaspore che tu hai menzionato in Italia e in europa sono molto recenti in paragone a quella italiana che va avanti dall'ottocento, ed è inevitabile che ci siano differenze. Quando e se avrà figli, come ho già detto, so che saranno già molto diversi da me. Tra tre o quattro generazioni di marocco rimarrà poco e niente: è triste ma è la vita, e sarebbe ridicolo che un branco di italiani tra 60 anni vadano in marocco con la spocchia di sentirsi parte locale di un territorio che non conoscono minimamente.
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