#I benefici del latte materno
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L’allattamento al seno o il latte artificiale? Una scelta comune per i neo-genitori. Esaminiamo le differenze tra latte materno e artificiale, tenendo conto anche delle mamme che devono optare per il secondo. Questo articolo ti fornirà una panoramica completa delle caratteristiche, benefici e considerazioni chiave, aiutandoti a prendere la decisione migliore per te e il benessere del tuo bambino Nel …
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Latte materno, benefici per i neonati grazie a grassi 'buoni'
Un nuovo studio sulla composizione del latte materno mette in luce i suoi notevoli benefici per il bebè, a confronto con latte animale o di formula. Si apre, così, la strada allo sviluppo di supplementi per migliorare la salute di lungo termine dei neonati, sia allattati al seno sia con il biberon. Un team di studiosi australiani, la cui ricerca è pubblicata sulla rivista Nutrition, ha…
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Uno dei primi fondamentali contatti tra mamma e bebè è rappresentato dall’allattamento al seno: si tratta senza ombra di dubbio della pratica più naturale per prendersi cura del proprio bambino fin dai suoi primi momenti di vita. Fermo restando che il latte materno rappresenti l’alimento più completo e benefico per il bebè, i vantaggi legati allattamento al seno, compresi quelli di un allattamento prolungato, vanno ben oltre il mero aspetto nutrizionale. Il latte materno, infatti, oltre ad assicurare al piccolo tutti i nutrienti di cui ha bisogno nelle giuste proporzioni, gli fornisce anche gli anticorpi che contribuiscono a rafforzare le difese immunitarie del suo organismo, salvaguardando quindi anche la sua salute futura e difendendolo da tutta una serie di problematiche e malattie. Il latte materno, dunque, contribuisce in maniera significativa al benessere del bambino e riduce la possibilità di insorgenza di patologie e disturbi di vario tipo, come le malattie di tipo allergico, il diabete infantile, i disturbi dentali e i problemi di sovrappeso e obesità. Anche da un punto di vista emotivo l’allattamento è una pratica essenziale per il benessere di mamma e piccolo: rafforza il loro legame e, in particolare, rappresenta per il piccolo un momento di coccole, di conforto e di pace. Perché non tutte le mamme allattano al seno Malgrado tutti i numerosi benefici elencati, non tutte le mamme allattano al seno. Questa circostanza è determinata dalla cattiva informazione da una parte e, dall’altra, dalla mancanza di sostegno di cui le neomamme avrebbero bisogno in uno dei momenti più delicati della propria esistenza. Ogni neomamma dovrebbe essere resa consapevole del fatto che l’allattamento al seno rappresenta la base di una crescita sana ed equilibrata e che contribuisce non solo alla salute fisica del bebè, ma anche al suo corretto sviluppo cognitivo, emotivo ed affettivo. Dal punto di vista emozionale e psicologico, infatti, l’allattamento naturale ha una notevole influenza sul percorso di crescita di un bambino. Da non dimenticare, inoltre, che per la mamma l’allattamento al seno è senz’altro il modo più naturale e spontaneo per prendersi cura del proprio piccolo fin dai suoi primi momenti di vita. Ma non solo: questa, pratica, infatti è un vero e proprio toccasana anche per la mamma: è stato accertato, ad esempio, che l’allattamento al seno stimola la contrazione dell’utero, limitando l’emorragia dopo il parto, che riduce il rischio di osteoporosi dopo la menopausa e il rischio di insorgenza di gravi patologie neoplastiche quali il cancro al seno e all’ovaio. Cosa sostiene l’Oms in merito all’allattamento al seno La questione legata ai benefici relativi all’allattamento al seno ha oggi ampia diffusione e benché vi siano ancora problemi di scarsa informazione, è considerata argomento di notevole importanza, tant’è vero che l’Oms – Organizzazione Mondiale della Sanità - ha dedicato a questo argomento delle specifiche linee guida. In particolare si sostiene che il piccolo dovrebbe essere allattato al seno in maniera esclusiva fino al sesto mese di vita; si raccomanda, inoltre, che l'allattamento materno prosegua, integrato con alimenti solidi, almeno fino ai 24 mesi e finché mamma e piccolo lo desiderano. Sarebbe dunque ora di smentire tutte le false credenze che rappresentano un ostacolo a questa esperienza dagli innumerevoli vantaggi così importanti per mamma e bambino. Allattamento e fonti autorevoli Attingere informazioni attendibili non sempre è facile, soprattutto in un momento di così ampia reperibilità di notizie come quello che stiamo vivendo oggi. Avendo a disposizione una scelta molto vasta di fonti, è facile infatti che vengano veicolate notizie non veritiere o cattive informazioni. Anche per questo motivo, come ad esempio indicato nelle pagine di https://www.mammawriter.it/allattamento/, purtroppo permangono tuttora una serie di pregiudizi che influiscono negativamente su un’adeguata informazione riguardo l’allattamento al seno e alla sua durata.
Come detto in precedenza, L’Oms, l’Unicef, il Ministero della Salute e le società scientifiche pediatriche, raccomandano l’allattamento al seno per sei mesi e, una volta introdotti nella dieta del bambino alimenti diversi dal latte materno, fino al secondo anno di vita e oltre. Varie le iniziative messe in atto negli ultimi anni perché questa pratica venga promossa, cercando di indicare nel modo più adeguato e completo i vantaggi dell’allattamento al seno. Per quanto riguarda la durata dell’allattamento al seno, viene indicato che questo può essere protratto fino a quando mamma e bambino lo desiderano, considerando che un allattamento prolungato ha comunque dei benefici di vario tipo sia per la mamma sia per il bambino. Segnaliamo, inoltre, l’attuazione da parte del Ministero della Salute di un “Tavolo tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno” che approfondisce tutte le questioni relative all’allattamento al seno oltre il primo anno di vita, considerando tutti i benefici per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino e sottolineando che l’allattamento prolungato al seno, contrariamente a come alcuni credono, non interferisce negativamente sull’autonomia del piccolo e sul benessere psicologico e/o psichiatrico della mamma. Alla luce di ciò è senz’altro fondamentale che tutti i professionisti della salute sostengano in maniera adeguata tutte le neomamme che scelgono questa pratica di salute. Ciò che ci si augura è che sempre meno si tenga conto di false credenze sull’allattamento prolungato e che ci si basi sui reali vantaggi in termini di benessere fisico e psicologico che esso apporta. Non bisogna più supporre, in altri termini, che l’allattamento renda il bambino scarsamente autonomo ed eccessivamente dipendente dalla madre; è stato infatti ampiamente appurato che questa pratica, al contrario, contribuisca in modo determinante a una serena crescita fisica ed emotiva del bambino.
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Lattoferrina contro il Covid: cos'è e come agisce
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/lattoferrina-contro-il-covid-cose-e-come-agisce/110596?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=110596
Lattoferrina contro il Covid: cos'è e come agisce
Nel corso degli ultimi si sta parlando molto della lattoferrina come possibile rimedio contro il Covid.
In parole povere, si tratta di una proteina globulare situata in particolar modo nel latte, sia quello animale che materno. Ma non è tutto: la lattoferrina risulta essere contenuta anche in una serie di mucose dell’uomo, come ad esempio la saliva e le lacrime.
La funzione principale che essa svolge è di protezione. Proprio per tale motivo, quando agisce funge da barriera nei confronti di infiammazioni (specialmente per il tratto gastrointestinale) e si rivela utile per i più piccoli.
In commercio, la lattoferrina si può trovare tranquillamente sotto forma di integratori ed ha dei costi del tutto accessibili (il prezzo si aggira in media sulle 10 euro a scatolo). Ma cosa c’entrerebbe la lattoferrina con il Coronavirus?
Secondo la prof.ssa Valenti della facoltà di microbiologia di Roma, questa proteina si sta dimostrando valida nel contrastare la sintomatologia. Pertanto, si consiglia in tutti coloro che sono asintomatici o che comunque hanno scoperto da poco la loro positività al virus.
Ecco alcune sue parole in merito:
“I risultati ottenuti dimostrano che la lattoferrina blocca le fasi precoci e, a detta di colleghi dell’Università del Michigan, blocca anche quando la cellula è già infetta”.
Lattoferrina come agisce
Lo studio inerente ai benefici della lattoferrina nei confronti del Covid, è merito dell’ospedale Tor Vergata di Roma.
Pensate che tale scoperta risale a maggio 2020, periodo in cui ci si trovava agli esordi della fase 2. Il tutto è rimasto “segreto” fino a qualche giorno fa, proprio perché si voleva constatarne al meglio l’efficacia. Anche se dando uno sguardo all’International Journal of Molecular Sciences, la teoria fu formulata sin da luglio.
Ma come ben sappiamo, con l’arrivo della stagione estiva, tutte le notizie riguardanti il Coronavirus hanno avuto minor importanza. Forse si pensava che con la diminuzione dei contagi, il virus fosse soltanto un lontano ricordo. Eppure oggi, ci ritroviamo a fronteggiare una seconda ondata.
La notizia riguardante la lattoferrina ha fatto già il giro del web. Di conseguenza, tantissime persone hanno pensato di recarsi in farmacia e richiedere questo integratore che a detta di vari esperti, sembrerebbe fare miracoli.
Ovviamente, non si può parlare di componente miracolosa, altrimenti risulterebbe per alcuni un ottimo compromesso al vaccino. Anche l’Università di Michigan sta effettuando studi approfonditi a riguardo ed è tutto in fase di revisione.
Pertanto, non si sta assolutamente affermando che la lattoferrina possa essere la soluzione definitiva ai sintomi da Coronavirus. Anche perché ogni persona reagisce a modo suo, a seconda del proprio sistema immunitario e di tanti altri fattori.
Lattoferrina come antivirale
A spiegare nel dettaglio le proprietà della lattoferrina ci ha pensato il dottor Cassetta.
Secondo quanto riportato dal sito TPI.it, avrebbe detto così:
“La lattoferrina è una glicoproteina dalle note proprietà antibatteriche e antivirali, come riportato da numerosi studi scientifici. Le sue proprietà antivirali risiedono principalmente nella sua abilità di legarsi ai recettori usati dal virus per entrare nella cellula ospite e impedirne l’infezione” (Fonte TPI.it).
Il fatto che questa proteina globulare risulti essere valida per i sintomi da Covid è soltanto un’ipotesi. Ciò significa che per saperne di più a riguardo, dovremo attendere ancora un po’. A tal proposito, sempre secondo quanto riportato dal sito tpi, il dottor Cassetta ha aggiunto:
“Lo studio delle università di Tor Vergata e La Sapienza suggerisce che la lattoferrina possa esercitare un’azione antivirale legandosi alla proteina Spike S del virus Sars-Cov-2. Tra l’altro, la notizia è stata riportata dai telegiornali con un clamore mediatico a mio avviso eccessivo e prematuro. Seppur promettenti infatti, tali dati necessitano di una rigorosa verifica in un trial clinico randomizzato per poter verificare l’effettiva efficacia di questo trattamento”. (Fonte TPI)
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Settimana mondiale dell’allattamento: eventi e incontri a Livorno con la 7a edizione di “Allattando passeggiando”
Livorno, 1 ottobre 2022. La prima settimana di ottobre si svolgerà in tutta Italia la Settimana mondiale dell’allattamento (SAM 2022), per sensibilizzare tutti all’importanza dell’allattamento. Il latte materno possiede infatti le caratteristiche nutrizionali perfette per la crescita sana e regolare del bambino. Tra i numerosi benefici dell’allattamento materno, i più importanti per il neonato…
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Chi pagherà?? ..
Regno Unito vaccino donne incinte
Non solo antinfiammatori, le istituzioni sanitarie invertono la rotta anche sui vaccini anti-Covid. Perlomeno questo è quello che sta accadendo nel Regno Unito, dove il ministero della Salute ha recentemente aggiornato le linee guida della campagna vaccinale per il preparato di Pfizer. In un documento diffuso sul sito governativo inglese il 16 agosto 2022, spicca un passaggio sulla vaccinazione delle donne incinte che lascia a dir poco perplessi: “si considera che sufficienti rassicurazioni sulla sicurezza del vaccini per donne incinte non possano essere al momento fornite”.
Regno Unito: “Donne che allattano non dovrebbero essere vaccinate”
Lo stesso paragrafo recita che “donne che stanno allattando non dovrebbero essere vaccinate”. L’aggiornamento ministeriale cozza con un documento ancora reperibile dell’11 aprile 2022, in cui le autorità sanitarie britanniche raccomandavano “fortemente la vaccinazione per donne incinte e in fase di allattamento”. Insomma, l’esatto contrario di quanto affermato nelle nuove linee guida. Il ministro della Salute del Regno Unito, Sajid Javid, il 14 gennaio invitava su Twitter le donne incinte a farsi somministrare il siero. “Vaccinandoti proteggerai te stessa e il tuo bebè”, affermava Javid.
L’ISS raccomanda la vaccinazione di donne incinte
Le indicazioni sono state analoghe in buona parte dei paesi europei. Nell’aggiornamento risalente al 13 dicembre 2021, l’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) e l’Istituto Superiore di Sanità raccomandavano il completamento del ciclo vaccinale per donne incinte in base a una valutazione dei “rischi e benefici” eseguita insieme a un sanitario. “Per le donne che allattano si segnala che la vaccinazione non espone il lattante a rischi e gli permette di assumere tramite il latte anticorpi contro il Sars-Cov-2”, si legge nel documento.
Niente test di tossicità dei vaccini a mRNA
Viene inoltre confermato che non sono stati eseguiti test di tossicità dei vaccini a mRNA, né di genotossicità, e tantomeno di carcinogenesi. Poiché non sono “considerati necessari per ottenere la licenza di sviluppo di vaccini contro malattie infettive”. È utile ricordare che i vaccini anti-Covid sono stati autorizzati in via emergenziale, con trial clinici snelliti e burocrazia ridotta per portare questi farmaci il prima possibile sul mercato.
I rischi erano già evidenti nel 2021
Agli inizi di dicembre del 2021 erano stati pubblicati i primi documenti interni dei trial clinici di Pfizer, che abbiamo più volte trattato su Byoblu. All’epoca destava non poche preoccupazioni l’utilizzo sconsiderato dei vaccini su donne incinte. Su 270 casi, sono stati riportati 23 “aborti spontanei” e altri 5 casi di neonati morti prima e dopo il parto. Effetti avversi sono inoltre stati causati dal latte materno di donne vaccinate, i cui bambini hanno manifestato, tra gli altri, insonnia, ansia, reazioni allergiche al vaccino e malnutrizione. Insomma, la scienza di governo cambia le carte in tavola, e lo fa nel silenzio più assordante.
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Da Ofmom SynterActTM BIMBI il primo integratore alimentare per bambini inodore, incolore adatto anche a intolleranti o allergici a lattosio e glutine
In gocce o in stick SynterActTM BIMBI è a base di fermenti lattici in grado di aiutare il benessere dei più piccoli supportandoli nelle giornate estive favorendo l’equilibrio della flora intestinale.
SynterActTM BIMBI nasce dal concetto di Synteraction che sta per sinergia e interazione un neologismo registrato da Ofmom come marchio per la propria linea di prodotti. L’interazione tra probiotici e la matrice alimentare consente ai primi di esprimere al meglio le proprie caratteristiche donando benessere al corpo e alla mente. ��
La sinergia tra ceppi probiotici promuove la loro relazione all’interno del prodotto, favorendo quindi la loro interazione e riducendo i rischi di antagonismo. Inoltre, si deve ricordare che quando si parla di probiotici l’interazione è doppia: la prima si ha con l’alimento con cui vengono ingeriti, la seconda invece con l’intestino umano.
I prodotti Ofmom si basano proprio su questo binomio: sinergia tra probiotici e loro interazione con il cibo e la flora intestinale. SynterActTM BIMBI è una composizione sinergica di tre ceppi probiotici (Bfidobacterium lactis, Bifidobactrium breve e Lactobacillus rhamnosus) che, assunti quotidianamente insieme alla pappa favorisce l’equilibrio della flora intestinale, con conseguenti riflessi positivi sul funzionamento del sistema digestivo.
La ricerca scientifica da tempo infatti ha confermato che l’intestino è il nostro secondo cervello e che il suo equilibrio porta benefici e benessere a tutto il corpo già dai primi giorni di vita. Una sua alterazione dovuta alla disbiosi del microbiota intestinale, sin dalla prima età, può essere associata al rischio di sviluppo di allergie o patologie a breve e lungo termine. I probiotici risultano così elementi alleati per riequilibrare la flora batterica.
utilizzati comunemente in ambito pediatrico i probiotici appartengono ai generi dei Lactobacillus e Bifidobacterium. Presente nell’intestino dei bambini il Bifidobacterium svolge un ruolo fondamentale per il corretto sviluppo delle funzioni immunitarie e fisiologiche. Alcune specie sono considerate residenti nell’intestino del neonato quali ad esempio il B. infantis, il B. longum, il B. bifidum e particolarmente adattate al latte materno. Per questo possono essere utilizzati come probiotici ad uso pediatrico.
I fermenti lattici vivi di Ofmom sono incolore e inodore e questo fa sì che possano essere uniti agli alimenti senza alterare il gusto dei cibi ma sviluppando le proprietà sinergiche dei fermenti. La miscela sinterattiva, infatti, contenuta negli integratori agisce e si attiva con le pietanze quali ad esempio latte, liquidi come succhi, frullati o pappe in base all’età.
Da sempre attenta alla cura e all’attenzione del benessere di mamma e bambino SynterActTM BIMBI può essere assunto anche da intolleranti o allergici in quanto prodotto senza glutine e senza lattosio.
* * **
Ofmom
Ofmom è un’azienda del gruppo Hanmi Science, prima azienda farmaceutica da prescrizione per farmaci e per farmaci pediatrici in Corea. Grazie al continuo lavoro con medici e scienziati in tutto il mondo, Hanmi Science sta realizzando da oltre 45 anni investimenti in R&D nel settore farmaceutico e nello specifico nello studio del benessere della madre e del bambino. Hanmi Science condivide con Ofmom il suo know-how e la rete di professionisti che comprende tra le realtà italiane AAT (Advanced Analytical Technologies), Università Cattolica del Sacro Cuore e Policlinico Universitario Agostino Gemelli. I centri ricerca Ofmom hanno come obiettivo quello di migliorare costantemente i processi produttivi per ogni linea di prodotto quali latti formulati, prodotti nutrizionali, probiotici e cosmetici.
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vaccinazioni in gravidanza
Buongiorno Dottore, prima di tutto La ringrazio per gli ultimi post a tema Vaccini. In generale perché ritengo sia il modo migliore di usare un tumblr da me mai visto e in particolare perché personalmente mi sono stati molto utili.
Se ritiene possa essere di interesse anche per altri la metta pure pubblica se possibile in anonimo. Scrivo qui perché non ho il dono della sintesi e in ask non ci stava.
Sono incinta di 27 settimane e volevo la sua opinione sulle vaccinazioni in gravidanza.
Nel Piano Nazionale Vaccinale viene consigliato di fare nel 3 trimestre di gravidanza il vaccino per difterite, tetano, pertosse. e quello influenzale, per passarli al bambino e dargli copertura nei primi mesi di vita. Io voglio farli ma il mio ginecologo ha ammesso candidamente che non ne sa nulla perché sono “novità” e mi ha liquidata dicendo solo che se volevo farli di farli senza preoccupazioni. E ok che anche io penso che vaccinarsi sia da fare senza “preoccupazioni” ma resto comunque una donna incinta e ansia è il mio secondo nome. Quindi, posto che andrò sta sera dal mio medico di base a vedere se ne sa di più, saprebbe darmi qualche info più pratica?
Ho letto che invece viene sconsigliato il vaccino per morbillo-parotite-rosolia e della varicella perché va fatto PRIMA di programmare una gravidanza e non durante (questo treno purtroppo l’ho perso, immagino che seguirò il calendario vaccinale del bimbo dandomi della pirla e stando in apnea fino a che non sarà protetto e potrò tirare il fiato) ma ho letto anche che si può richiedere di essere vaccinate prima delle dimissioni dall'ospedale senza effetti sull'allattamento, me lo può confermare?
Sperando di non aver scritto troppe cavolate, La ringrazio.
Intanto considera che gli unici tuoi interlocutori ufficiali sono due: il ginecologo e il medico di base, anzi... tre, con il pediatra del futuro nascituro.
Io sono qua per chiacchierare e delucidare (ma grazie comunque dei complimenti e della fiducia).
In sintesi, della trivalente DTP sarebbe solo l’antipertussica ad essere raccomandata dalla fine del secondo o nel terzo trimestre di gravidanza (e almeno 15 giorni prima del parto) o in alternativa la strategia cocoon (bozzolo), cioè vaccinazione della madre e dei parenti stretti subito dopo il parto e prima della dimissione per evitare la trasmissione al neonato, fino all’immunizzazione diretta del vaccino al 3°mese di vita. La difterite o il tetano neonatale sono eventi veramente rarissimi ma dal momento che c’è una trivalente non guasta essere coperte (e coprirli) anche per quelli.
L’antiinfluenzale l’avresti dovuta fare prima... anzi, il bambino l’avresti dovuto fare prima! Non che il periodo non sia giusto (si fa il 2°-3° trimestre) ma considera che se il tuo bimbo nascerà a Luglio, i primi contatti col virus si avranno a fine Novembre con picco a fine Dicembre e le eventuali rimanenze del vaccino 2017-2018 che faresti ora non coprirebbero per i ceppi mutati dell’influenza 2018-2019. Prova a sentire se farla ora, comunque, conferisce una certa qual copertura minima.
L’MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella) è vaccino da virus vivi attenuati e sebbene non sia mai stata registrata infezioni di passaggio madre-feto, vale il principio di massima precauzione e dell’inoculazione solo se si è certi di un grande rischio di infezione neonatale. Idem, anche se non sono da virus vivi attenuati, il vaccino per Epatite B e per la poliomielite.
Per la vaccinazione MPR dopo il parto, è stato visto che nelle donne vaccinate con vaccini composti da virus vivo attenuato di rosolia durante l’allattamento, il virus può passare nel latte materno ed essere trasmesso ai neonati allattati al seno. Dei lattanti con evidenza sierologica di infezione da rosolia, nessuno ha presentato la malattia sintomatica.
Nel caso in cui si confermi o si sospetti che il bambino sia affetto da immunodeficienza, i rischi e i benefici di vaccinare la madre devono essere valutati.
Purtroppo non è noto se i virus vaccinici del morbillo, della parotite e della varicella siano secreti nel latte umano, quindi chiedi info nel reparto di neonatologia.
Ciao!
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È accaduto di nuovo: una giovane mamma è stata allontanata da un luogo pubblico mentre allattava il suo bambino di soli due mesi e mezzo perché considerata una pratica irrispettosa dell’altrui sensibilità. La donna era andata all’Università di Parma a prendere il compagno, che studiava in biblioteca. Si trovava nel porticato esterno all’ateneo, quando, colta dalla necessità di allattare il piccolo, si sedeva e si copriva con una sciarpa, procedendo poi con la poppata. Dopo pochi minuti, una vigilante le intimava di andarsene, non essendo quello il luogo idoneo per allattare.
Non è la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima. La stigmatizzazione sociale dell’allattamento al seno è una delle bizzarrie moderne più incomprensibili. Anche se nel frattempo sono arrivate le scuse ufficiali dell’Università, il pensiero della vigilante non è certo isolato. Sono in molti a pensare che chi allatta in pubblico lo faccia per esibizionismo e non per necessità. Viviamo circondati da scene di nudo usate per pubblicizzare qualsiasi cosa, possiamo vedere natiche fasciate in mutandine di pizzo occupare l’intero lato di un autobus mentre siamo in coda al semaforo, ma guai a permettersi di rispondere al bisogno di un neonato di fronte ad altre persone. Del resto non si può certo dire che l’allattamento al seno sia adeguatamente promosso e supportato.
OMS e allattamento al seno
Sono ormai quasi vent’anni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato che l’allattamento al seno è il primo, più importante e preferibile metodo per nutrire un neonato. Vent’anni in cui l’OMS ha lavorato per la promozione di questo principio. Lo ha fatto attraverso l’elaborazione di linee guida, il finanziamento di ricerche e il lancio di campagne che hanno riguardato tutti i Paesi. Hanno riguardato sia quelli poveri del Terzo Mondo, dove la malnutrizione mette ancora in pericolo la vita dei bambini, sia i ricchi Paesi occidentali. Proprio questi ultimi sono stati il terreno fertile per la reclamizzazione del latte in formula, spacciato per anni come migliore dalle interessate aziende produttrici. Nonostante questo vasto impegno, ancora oggi le linee guida dell’OMS sull’allattamento al seno sono ben lungi dall’essere rispettate, anche in Italia.
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Le regole per un buon allattamento: l’attacco entro un’ora dal parto
Per esempio, ogni donna che si appresta a diventare madre dovrebbe sapere che il colostro, ossia il liquido giallo e denso che si produce alla fine della gravidanza, è l’alimento perfetto per il bambino appena nato e che l’allattamento andrebbe avviato entro un’ora dal parto. Già queste prime, importanti raccomandazioni, però, non sono sempre seguita dai punti nascita, che spesso lasciano passare ore prima di riunire un piccolo alla mamma. Di frequente, inoltre, sono i sanitari stessi che nei primi giorni interferiscono, proponendo il ciuccio e, soprattutto, somministrando il latte in formula senza alcuna necessità.
L’allattamento al seno è solo a richiesta
Un altro punto fermo dell’OMS riguardo l’allattamento al seno è la sua somministrazione a richiesta del bambino, senza durata prestabilita, né orari. Nonostante questa regola provenga direttamente dalla principale agenzia per la salute del mondo, sono ancora molti i pediatri e le puericultrici che impongono alle madri rigide tabelle orarie per le poppate. Accanto a loro, si aggiunge tutta la schiera delle improvvisate esperte nonne, suocere, zie, dirimpettaie e pescivendole, ma anche il giardiniere, che tengono a precisare a ogni occasione che questi bambini vanno educati fin da piccoli ad aspettare con pazienza l’ora della pappa. È bene, però, ricordare che l’allattamento si basa sul principio secondo cui la produzione di latte è regolata dalla suzione del bambino. Limitarla in virtù delle regole orarie, significa limitare anche la capacità del seno di calibrare la produzione di latte secondo le necessità del bambino. Quindi, di fatto, significa compromettere l’allattamento.
Lo svezzamento precoce
Ancora, secondo l’OMS ogni bambino dovrebbe essere allattato esclusivamente al seno fino a sei mesi e poi, parallelamente all’introduzione dei cibi solidi complementari, fino a due anni (o oltre, se mamma e figlio lo desiderano). Anche queste indicazioni vengono spesso disattese. Questo in parte a causa delle critiche delle succitate esperte (“Ancora allatti? Non lo sai che così crescono mammoni e non diventano mai autonomi?” e l’intramontabile “Ormai il tuo latte è acqua”), ma soprattutto dietro indicazione medica. Vige, infatti, ancora la tendenza in ambito pediatrico allo svezzamento precoce e al disincentivo all’allattamento in concomitanza dell’alimentazione solida complementare. Vecchie convinzioni dure a morire, quindi, anche da parte degli operatori sanitari, alcuni dei quali preferiscono la sicura e prevedibile governabilità del latte in formula.
Il codice di autoregolamentazione
Eppure esiste, fin dal 1981, un codice di autoregolamentazione per la commercializzazione dei sostituti del latte materno, che prevede: – la presenza di etichette con informazioni estensive sui benefici dell’allattamento al seno rispetto ai sostituti; – nessuna pubblicità dei sostituti del latte materno; – divieto di distribuzione di campioni gratuiti di latte artificiale; – nessuna distribuzione di sostituti del latte materno gratis o con sussidi agli operatori, negli ospedali né in qualunque struttura sanitaria.
La famigerata “aggiunta”
Tuttavia, non è raro che le puerpere vengano dimesse con l’indicazione della marca di latte artificiale da usare in sostituzione o in aggiunta del latte materno. Oppure, è il pediatra di famiglia che, durante il primo controllo, ne prescrive una in quanto “il latte di mamma non basta”. Spesso, infatti, i frequenti pianti dei neonati vengono scambiati per fame e si conclude che quello materno non sia sufficiente. Allo stesso modo, si continua ad attenersi rigidamente alle tabelle di crescita elaborate per i bambini allattati con latte formulato. Così, non appena un bambino cresce cento grammi in meno rispetto alla tabella, scatta l’indicazione di integrare le poppate con il latte artificiale. Talvolta tali disposizioni sono accompagnate dalla richiesta non solo di rispettare durata e orari delle poppate, ma anche di pesare il bambino prima e dopo, in modo da verificare il peso acquisito. Oppure di usare un tiralatte, per misurare la quantità di latte prodotta. Addirittura, alcuni pediatri dicono alle donne che senza un sufficiente periodo di riposo tra una poppata e l’altra, il latte non ha il tempo di prodursi.
Errate convinzioni
Nulla di più infondato! La cosiddetta doppia pesata è un inutile metodo del tutto incompatibile con l’allattamento a richiesta, peraltro molto stressante per la mamma. Il segnale da tenere sotto controllo per capire se un bambino si sta nutrendo in modo adeguato è un buon numero di pannolini bagnati quotidianamente. Allo stesso modo, anche il tiralatte non rappresenta un indice di produzione attendibile, poiché non è in grado di eguagliare la suzione del bambino. Infine, il seno non è certo un serbatoio che si riempie con il passare del tempo. Anzi, più si diradano le poppate, più decresce la produzione. Così una neomamma che si reca dal pediatra con il suo piccolo per quello che dovrebbe essere un banale controllo, potrebbe uscirne con una quantità di informazioni sbagliate tale da comprometterne, di nuovo, l’allattamento.
La libertà di scelta
Posto che ogni donna dovrebbe avere tutte le informazioni corrette riguardo l’allattamento al seno, è chiaro che vi saranno situazioni in cui sarà la donna stessa a preferire il latte artificiale. Le motivazioni possono essere le più diverse e tutte legittime. L’importante è che alla base vi sia una scelta libera e consapevole, effettuata in assenza di inopportune interferenze o giudizi da parte di chicchessia e con il dovuto supporto del personale preposto, qualunque sia la decisione.
Michela Alfano
#Allattare è il gesto più naturale del mondo. A qualcuno però dà ancora fastidio. È accaduto di nuovo: una giovane mamma è stata allontanata da un luogo pubblico mentre allattava il suo bambino di soli due mesi e mezzo perché considerata una pratica irrispettosa dell’altrui sensibilità.
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Vi presento la LATTOFERRINA! Ho trovato un articolo di Macrolibrarsi che parla benissimo di questa proteina! Lo condivido con voi 😃😃 Conosci i benefici della lattoferrina? La proteina naturale che blocca il Coronavirus Qualche settimane fa ha fatto notizia uno studio condotto dalle Università Sapienza e Tor Vergata di Roma sull'uso della lattoferrina, una proteina che è riuscita a bloccare la progressione del virus su alcuni malati di Covid-19. Si tratta, in realtà, di una sostanza che in erboristeria è utilizzata come nutraceutico: scoperta nel 1939 nel latte vaccino, da subito furono lampanti le sue proprietà immunostimolanti, antiossidanti e antinfettive. Questa glicoproteina è naturalmente contenuta in quantità abbondanti nel colostro materno, la secrezione di cui il neonato si nutre nei primi giorni di vita, che favorisce lo sviluppo dei batteri benefici della flora intestinale. Proprio dalla considerazione che i bambini sono meno colpiti dal Coronavirus perché, se allattati al seno, hanno naturalmente valori alti di lattoferrina, che agisce come fattore protettivo, è nata l'idea di testare la sostanza sui malati di Covid-19. La sperimentazione ha previsto la somministrazione quotidiana di lattoferrina su un gruppo di pazienti affetti da Coronavirus sia sintomatici che asintomatici, allo stadio iniziale della malattia. Lo scopo era verificare se i pazienti fossero in grado di accorciare i tempi di guarigione grazie alla lattoferrina. I risultati del trial clinico sono stati positivi, poiché la proteina si è dimostrata utile per favorire "senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici nei pazienti Covid-19 positivi sintomatici e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento". Un trial parallelo alla sperimentazione sui pazienti ha permesso di evidenziare che la lattoferrina è in grado di "inibire l'infezione da SARS-CoV-2, bloccando le fasi precoci dell'interazione virus-cellula". (1) Come agisce la lattoferrina nei confronti del virus? ...continua nei commenti... (presso San Lorenzo al Mare) https://www.instagram.com/p/CFXw8k7BEhH/?igshid=1wt7va7fv80fh
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MALVA SYLVESTRIS
Storia, miti e leggende
Il nome della malva che anticamente era anche chiamata "Omnimorbia" (cura per tutti i mali) viene fatto derivare dal latino mollire - ammorbidire - e testimonierebbe di come, fin dall'antichità, se ne conoscesse ed apprezzasse la spiccata virtù emolliente.
Essa si usa sia internamente che esternamente, in tutti i casi di irritazione ed infiammazione: le foglie e i fiori sono ricchi di mucillagini ed agiscono, infatti, da lenitivi e calmanti.
I filosofi della scuola pitagorica la ritenevano una pianta sacra, tipicamente solare,
emblema di saggezza e punto d'incontro tra il mondo celeste e quello terreno.
Per queste ragioni, si astenevano dal consumarla come verdura, convinti che questa scelta avrebbe potuto agevolare il loro processo di liberazione dal ciclo delle rinascite (credevano alla teoria della reincarnazione).
Era abitudine sotterrare rami di malva in prossimità delle stalle, con l'intento di proteggere il bestiame da incantesimi e malefici.
Un potente talismano da tenere a contatto del corpo era costituito da un pezzo di radice essiccata, avvolta in un panno di colore scuro.
Nel Medioevo un test molto in auge per verificare la fertilità femminile consisteva nell'innaffiare una pianta di malva con l'urina di una donna. Se dopo tre giorni la pianta appariva piena di vitalità, il responso era favorevole, al contrario, l'appassimento decretava la sterilità della donna.
Nel linguaggio dei fiori, la malva simboleggia l'amore materno e la mansuetudine.
Sin dall’ antichità la malva era conosciuta per le sue molteplici qualità:
i Greci la chiamavano “Malachè”, parola associata a “molle”, riferita alle qualità emollienti della pianta.
Furono gli antichi Romani a chiamarla Malva, con riferimento al verbo mollire, sempre per le qualità emollienti e calmanti proprie della pianta.
La malva si trovava spesso seminata accanto ai sepolcri, per donare pace e serenità ai defunti.
I poeti latini ne decantavano la dolcezza dell’aspetto, ma il succo della malva Marziale lo usava anche dopo una serata di orge e libagioni.
La pianta intera era considerata sacra e cara agli dei e serviva come efficace rimedio generico per le umane passioni legate alle svariate forme del vizio.
Plinio raccomandava gargarismi con latte di capra bollito assieme a delle foglie di malva, per la cura del mal di gola. Cicerone era ghiotto dei suoi germogli…
Anche Carlo Magno la fece coltivare, usando la pianta completa (radici, fiori e foglie) per molteplici e salutari preparazioni oltre all’ abbellimento delle aiuole.
Anticamente si usava anche per la cura del mal di stomaco dei cavalli ed era considerata pianta magica perché “omnimorbia” che significa curatrice di tutti i mali.
La “Tisana dei 4 fiori” composta da malva, farfara, rosolaccio, piede di gatto, verbasco, altea e viola mammola è famosa per le qualità calmanti ed antinfiammatorie, potenziate dalla sinergia delle altre piante componenti la miscela.
Curiosità
Si dice che San Biagio vescovo a Sebaste, in Armenia, venne imprigionato, e durante la sua prigionia si narra che egli avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una spina o lisca conficcata in gola, usando un preparato a base di olio d’oliva contenente malva ed altre piante. Venerato tanto in Oriente che in Occidente, il 3 febbraio, giorno della sua festa è diffuso il rito della “benedizione della gola”, fatta poggiando sulla gola stessa, fino a toccarla, due candele incrociate benedette il giorno prima (Candelora) ed anche con l’unzione mediante olio d’oliva benedetto, sempre invocando la sua intercessione.
L'acqua profumata di san Giovanni Battista
Ginestre, papaveri, fiordalisi, petali di rose canine e di rose coltivate, caprifogli, foglie profumatissime dell'erba di santa Maria, menta, iperico (chiamato anche erba di san Giovanni che ha proprietà paragonabili ad alcuni psicofarmaci), mazzi di sambuco, garofanetti, trifoglio, ranuncoli, lavanda, camomilla matricaria, timo, mentuccia, malva e foglie di noce.
La sera della vigilia della nascita di san Giovanni Battista, festeggiato il 24 giugno, nelle campagne umbre è ancora viva la tradizione di preparare un'acqua profumata con le corolle dei fiori, un'acqua a cui si riconosce il potere di preservare dalle malattie. L'acqua viene usata la mattina del ventiquattro per lavare il viso, le braccia o tutto il corpo.
Un rito misterioso, sacro, che viene tramandato di generazione in generazione come usanza familiare e a volte collettiva.
Anche i bambini vengono immersi nel bagno profumato che ha trattenuto i principi attivi delle piante lasciate a macerare, compiaciuti di riportare sulla pelle un delicato profumo e di aver partecipato all'inconsueto rituale.
Le straordinarie proprietà salutari sono attribuite dalla tradizione agli influssi benefici che l'acqua, arricchita dai petali di decine di fiori esposti all'aperto (alla serena), riceverebbe durante la notte sacra di San Giovanni Battista attraverso la rugiada (o guazza) caduta dal cielo. La notte in cui, secondo gli antichi, si celebravano le nozze tra il sole e la luna.
Malva nella tradizione celtica
Un mazzo di malva era raccolto dai Celti la vigilia di San Giovanni. Con questo mazzo poi toccavano i parenti, gli amici, le persone a loro care per trasferire su di loro l’essenza protettiva della pianta che poi veniva bruciata in un falò per aumentarne la potenza.
«Ora, prima che il sole si avanzi, col suo occhio fiammeggiante a rallegrare il giorno e ad asciugare l’umida rugiada della notte, questo paniere di vimini deve esser pieno di erbe velenose e di fiori dal succo prezioso.» (Frate Lorenzo in Romeo e Giulietta–W. Shakespeare) e anche in questo passo si parla della notte antecedente al giorno di San Giovanni…
Con la malva si preparava altresì un efficace unguento protettivo che si pensava allontanasse il demonio (da notare anche in questo caso, il potere dato alla malva come repellente di un altro modo di presentarsi del “male”…) : immergere foglie e boccioli di malva in un grasso vegetale (olio) e quindi filtrare. Strofinato sulla pelle questo unguento allontana il diavolo e protegge contro la magia nera.
Con tre parti di malva e quattro parti di burro, si preparava un efficace unguento antirughe chiamato “unguento della foglia santa”. Si faceva bollire la malva assieme al burro fino all’assorbimento di tutto il liquido. Questo unguento si spalmava alla sera, prima di dormire, sulla pelle pulita e si dice avesse un effetto molto efficace per distendere le rughe ed ammorbidire la pelle secca.
La malva anticamente era usata anche per sapere se le fanciulle erano vergini o meno: alla fanciulla veniva richiesta una minzione sulla pianta, se la pianta seccava la fanciulla non era più vergine.
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Come puoi assicurarti di scegliere il termometro "giusto"? Bene, per cominciare non esiste un termometro "giusto". Tuttavia, ecco un elenco di must-have che dovresti cercare:
FACILITÁ D'UTILIZZOPrendi in considerazione il fatto che il termometro potrebbe essere utilizzato anche da una persona anziana che potrebbe soffrire di problemi alla vista o mani tremanti. In tal caso, è necessario scegliere un termometro che sia facile da gestire e fornisca la lettura della temperatura in modo chiaro. PRECISIONEUn fattore fondamentale nella scelta di un termometro è la sua capacità di fornire letture accurate. Non si può rischiare quando si tratta di affrontare la temperatura corporea e le conseguenze potenzialmente gravi che potrebbe avere. Scegli un termometro che sia scientificamente testato e garantisca risultati accurati.
TEMPI DI RISPOSTAScegli un termometro che fornisca rapidamente la lettura della temperatura. MUNITÁ DI MISURANon tutti sono abituati ai gradi Celsius e ci potrebbero essere alcuni di voi che desiderano che la lettura sia fornita anche in gradi Fahrenheit. Sebbene ciò non sia essenziale, controlla se il termometro che ti piace offre la possibilità di fornire risultati in entrambe le unità di misura.
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[ COCCO BELLOOOO]🥥🥥🥥 L’ideale sarebbe consumarlo così perché la sua acqua aiuta a mantenere in salute il sistema #immunitario ed ha effetti benefici sul sistema #nervoso, ma difficilmente lo troviamo in questo “formato”. Il cocco è un valido alleato del #cervello, del sistema immunitario, del #fegato e dello #stomaco. E’ molto ricco di #potassio e contiene inoltre #zinco, #ferro, #rame, #fosforo, #magnesio e, in misura minore, altri #minerali. Apporta una quota di vitamine del #gruppoB e #vitaminaC, #vitaminaE, #vitaminaK e #vitaminaJ. È piuttosto ricco di #aminoacidi, #fibre e #zuccheri. Grazie alla sua composizione, pare che sia utile nel risolvere i problemi di #meteorismo gastrointestinale e nel #depurare l’organismo. Il cocco contiene #acidolaurico, una sostanza che si trova anche nel latte materno e che favorisce lo sviluppo del cervello. 🤯🤯 Il suo olio è un potente #idratante, può aiutare a struccare il viso, può essere usato come balsamo labbra, è un ottimo idratante per il contorno occhi, può essere una validissima alternativa naturale alla schiuma per rasatura, aiuta come ristrutturante nel trattamento contro le doppie punte. Circa la metà della sua composizione è acqua. Contiene però anche una buona percentuale di grassi e la polpa è piuttosto calorica. Sarebbe un meraviglioso #superfood se non fosse per le elevate calorie e grassi. Ma niente problema, qua entro io in tuo aiuto!!! Se non vuoi rinunciare ai benefici del cocco (ma rinunci invece alle sue calorie😜) e se non vuoi perderti i benefici del suo olio… …mandami un whatsapp👇👇👇 Al 👉3270381244 👈 Sarò felice di darti il mio aiuto❣ (presso Marsala) https://www.instagram.com/p/B_-3cM5IqqE/?igshid=1sdsw4sselaak
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Olio extravergine, un elisir di lunga vita.
Esiste un antico proverbio italiano che dice: «Dolori? Olio dentro e olio fuori», concetto saggio e sintetico che racchiude una profonda verità: l’olio extravergine d’oliva è un alimento unico e straordinario, in grado di risolvere o alleviare svariati problemi legati alla salute. Lo sapete? Fa anche dimagrire (alla faccia dei pregiudizi!) Proprio così, i nostri nonni, pur non potendo contare su un consistente bagaglio di informazioni scientifiche a supporto, la sapevano lunga. Molto prima che il cibo diventasse tematica di moda, la saggezza popolare aveva già colto l’immenso potenziale di questo alimento. Alimento indispensabile per la nostra salute, l’extravergine si rivela un alleato fondamentale per una corretta perdita di peso. Il sovrappeso rappresenta un problema rilevante sia da un punto di vista sociale che economico e malgrado siano stati effettuati diversi interventi di prevenzione, attraverso campagne di educazione alimentare, perdurano alcune credenze che bandiscono tutta una serie di alimenti, olio d’oliva compreso, i quali essendo di per sé grassi (ossia fonte di lipidi nella nostra dieta) vengono banalmente considerati responsabili dell’aumento di peso, dell’accumulo di “ciccia” e della deposizione di grasso viscerale. Ma veniamo al dunque e accendiamo i riflettori solo su ciò che è scientificamente ed epidemiologicamente accertato: l’olio extravergine di oliva, uno degli ingredienti più antichi e più amati della dieta mediterranea, può essere considerato un elisir di lunga vita. Vediamo perché. Per ottenere dall’olio extravergine di oliva i migliori benefici, però, occorre fare una scelta consapevole in direzione della qualità. Ovviamente si parla solo di oli di altissima qualità, come l’olio Zito; un olio che proviene solo da ulivi che appartengono al cultivar “Santagatese”, varietà olea molto pregiata e dall’altissima resa, da cui si ricava un olio monocultivar leggero, armonioso e molto profumato, lavorato nella maniera giusta, che conserva intatto quel patrimonio di composti che hanno effetti su vari organi del nostro corpo. Non fa ingrassare, abbassa il colesterolo, aiuta a digerire Proprietà digestive Innanzitutto, al contrario di quello che si crede, l’olio extravergine è un ottimo digestivo. Questo significa che aumenta la secrezione degli enzimi digestivi e la produzione di sali biliari: il fegato si stimola facendo partire nel modo giusto il flusso biliare, ed è esattamente quello che fa l’olio d’oliva. E siccome il colesterolo si elimina con il flusso biliare, ecco che assumere olio tutti i giorni, ormai è dimostrato scientificamente, aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo. Anche per la gastrite è un ottimo rimedio, perché ha grande effetto antinfiammatorio sulle mucose dell’apparato digerente. Agisce poi sull’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K) e del calcio. Cancro e sindrome metabolica L’olio, in sinergia con altri cibi, ad esempio alle verdure, ne potenzia le possibilità di assorbimento delle vitamine. E le verdure a loro volta amplificano nel nostro organismo gli effetti dell’olio, con un benefico scambio. Dimostrati anche da molti studi scientifici sono gli effetti anticancro dell’extravergine, dal momento che i suoi componenti inibiscono la proliferazione cellulare. Nei primi anni di vita è un alimento indispensabile, e la sua composizione è simile a quella del latte materno. L’olio è anche un grande alleato nel combattere una delle patologie più diffuse del nostro tempo: la sindrome metabolica. Un eccesso di insulina nell’organismo provoca l’insorgere di tumori, colesterolo alto, obesità, infarti, diabete. Aggiungendo olio extravergine nella dieta si riduce la quantità di insulina prodotta dall’organismo. Un aiuto nella dieta Il mio consiglio, dunque, è di consumare almeno 2-3 cucchiai al giorno, fino a 4 a seconda delle esigenze personali. In molti casi, può anche aiutare chi è a dieta: la mantecatura in olio caldo, ad esempio di un piatto di pasta, riduce l’assorbimento degli zuccheri del 30 per cento. E non è vero che l’extravergine, in cottura, sia meno stabile alle alte temperature. Anzi, se viene mantenuto sotto il “punto di fumo” che è a 180 gradi, è l’ideale per ogni tipo di frittura. Infine, è importante non trascurare l’aspetto gratificante, all’interno di un percorso nutrizionale, che dà l’olio di qualità grazie alle sue eccellenti caratteristiche organolettiche, capaci di esaltare il sapore dei cibi. Questo aspetto è fondamentale affinchè la dieta non venga considerata una “punizione”, ma un modello da adottare per tutta la vita. Dott.ssa Angela Scaffidi [email protected] cell. 345 7724313 L’olio d’oliva, sigillo della “ Diaita ” Mediterranea Read the full article
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IL COCCO 🥥 Il cocco è un valido alleato del cervello, del sistema immunitario, del fegato e dello stomaco. . È molto ricco di potassio e contiene inoltre zinco, ferro, rame, fosforo, magnesio e, in misura minore, altri minerali. Apporta una quota di vitamine del gruppo B e vitamine C, E, K e J. È piuttosto ricco di aminoacidi, fibre e zuccheri. . Circa la metà della sua composizione è acqua. Contiene anche una percentuale di grassi e la polpa è piuttosto calorica. Grazie alla sua composizione, pare che sia utile nel risolvere i problemi di meteorismo gastrointestinale e nel depurare l’organismo. . Il cocco contiene acido laurico, una sostanza che si trova anche nel latte materno e che favorisce lo sviluppo del cervello. Bere acqua di noce di cocco aiuta a mantenere in salute il sistema immunitario ed ha effetti benefici sul sistema nervoso. . Calorie e valori nutrizionali del cocco 100 g di cocco contengono 364 kcal. Inoltre, per ogni 100 g di questo prodotto, abbiamo: ● Acqua 50,9 g ● Carboidrati 9,4 g ● Zuccheri 9,4 g ● Proteine 3,5 g ● Grassi 35 g . Conoscevi queste straordinarie proprietà del cocco? Ma attenzione a non eccedere, le calorie non sono poche 😃 A.S • • • 🥥 #cocco #food #alimentazionesana #fitfood #nutrizione #sport #fitness #benefici ##consiglialimentari #cibosano #cibosalutare #mangiarecorrettamente #alimentazione #dieta #valorinutrizionali #calorie #kcal #carboidrati #proteine #grassi #lipidi #glucidi #acqua #fibre #trani #aleskyfit https://www.instagram.com/p/B_hMCbLpwAN/?igshid=1h3koiw4vwq3o
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I benefici del latte materno Parte domani, nell’ospedale di Battipaglia il corso di “Promozione e pratica dell’allattamento al seno”. Un secondo appuntamento è previsto nel nosocomio di Nocera.
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