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[Care memorie][Marguerite Yourcenar]
In una ricostruzione tra storia e romanzo, emerge in "Care memorie" il tema della felicità, che mette in gioco il senso stesso del mondo, rispecchiato nell’immagine – cara a Marguerite Yourcenar – del Labirinto.
Dalle Fiandre al XVI secolo: il viaggio nel tempo di Marguerite Yourcenar Titolo: Care memorieScritto da: Marguerite YourcenarTitolo originale: Souvenirs pieuxTradotto da: Graziella CillarioEdito da: EinaudiAnno: 2024Pagine: 352ISBN: 9788806265526 La sinossi di Care memorie di Marguerite Yourcenar A vent’anni, Marguerite Yourcenar aveva tratteggiato un immenso romanzo storico che abbracciava,…
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Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi in cui ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.
Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato oppure ne è già uscito. E tutto l’intervallo sembra un vano tumulto, un’agitazione a vuoto, un inutile caos per il quale ci si chiede perché si è dovuto passare.
Marguerite Yourcenar, da Archivi del Nord - traduzione di Graziella Cillario
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«Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi in cui ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita. [...] Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato oppure ne è già uscito. E tutto l’intervallo sembra un vano tumulto, un’agitazione a vuoto, un inutile caos per il quale ci si chiede perché si è dovuto passare».
Marguerite Yourcenar, da “Archivi del Nord”, traduzione di Graziella Cillario , Giulio Einaudi editore, collana ET Scrittori, 2008
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[Books] Marie aspetta Marie di Madeleine Bourdouxhe
Titolo originale: A la recherche de Marie Autore: Madeleine Bourdouxhe Prima edizione: 1943 Edizione italiana: traduzione di Graziella Cillario (Adelphi, 2018)
Presentazione dell'editore: Chi ha letto La donna di Gilles sa che non c'è un'altra scrittrice capace come Madeleine Bourdouxhe di raccontare gli sbigottimenti e le lusinghe dell'amore: senza sbavature né svenevolezze, ma con un'intensità e un'evidenza che hanno qualcosa di lancinante. In questo secondo romanzo della Bourdouxhe (che Jonathan Coe ha definito «una delle più belle scoperte letterarie degli ultimi anni») non siamo più nella grigia e fuligginosa periferia di Liegi, bensì nella douceur de vivre della Parigi della fine degli anni Trenta; e se Élisa, la struggente protagonista della Donna di Gilles, viveva nell'attesa, nel dono di sé, nella devozione assoluta per un marito di cui tutto sapeva accogliere e perdonare, Marie (che pure ama profondamente il suo, di marito) scopre la violenza della passione quando, su una spiaggia della Costa Azzurra, incrocia lo sguardo di un ragazzo di vent'anni dalle spalle sottili, i fianchi stretti e le lunghe gambe abbronzate. Un pomeriggio si incontrano, come per caso, su un sentiero che costeggia il mare e, su un pezzetto di carta che lei non getterà, lui scrive un numero di telefono. Che Marie chiamerà, tornata a Parigi, dalla cabina telefonica di un caffè. In una breve Nota all'edizione Gallimard della Donna di Gilles, Madeleine Bourdouxhe aveva scritto: «L'annientamento nell'amore: un po' la storia di tutte le donne», ma qui la prospettiva è cambiata, e il suo sguardo segue con vibrante complicità il percorso di una donna che affronta, con un'audacia che quasi la stupisce, «l'intransigenza del desiderio». E che alla fine del libro, a chi le chiede il suo nome, risponde di chiamarsi Marie – «Marie e basta».
"Jean corre verso gli scogli, si ferma nello stesso punto in cui Marie aveva visto il giovane. E adesso vede Jean, in quella stessa cornice, compiere gli stessi gesti. Scena quasi identica, ma dotata di un'aura diversa.
(...)
Aura soave, fatta della dolcezza e del calore delle cose familiari, di ciò che si ama. E poco prima? Lo sconosciuto che si credeva invisibile fra le rocce. Altra realtà, altra aura... Una realtà da indovinare, da afferrare, da fare propria. Il mondo del possibile; il fascino, la vertigine di un mondo nuovo."
All'apparenza, Marie aspetta Marie potrebbe sembrare semplicemente la storia di un adulterio; in realtà, è il ritratto vivido e palpitante di una donna che abbraccia la vita e tutto quello che offre, senza esitazioni, con un unico principio: essere fedele a se stessa. Sempre.
Marie e Jean, entrambi poco più che trentenni, sono ormai sposati da anni; il loro non è certo un matrimonio in crisi, anzi: sono continuamente additati dagli amici come esempio di unione perfetta. Eppure, qualche piccola incrinatura c'è: la routine ha pian piano fatto si che il loro amore perdesse parte del suo smalto, o, forse, qualcosa è sempre mancato, qualcosa di cui solo Marie pare rendersi conto. Lei ama con tutta se stessa, ma si può dire lo stesso di Jean?
Quello che non ha, Marie lo vive in fantasie, in cui si perde languidamente, ma che non sono altro che un sogno ad occhi aperti, almeno fino a quando, durante una vacanza sulla Costa, incontra lo sguardo di un giovane uomo...
Per l'occhio moderno Marie potrebbe sembrare nient'altro che una donna imprigionata nel ruolo di moglie, così come imposto dalla società del tempo, la cui giornata è scandita dall'accudire il marito e dal curare la casa; ma Marie non è in gabbia, nulla le è davvero imposto, ma è sempre frutto di una scelta consapevole; Marie è libera perché dentro di sé è riuscita a trovare la vera libertà, qualcosa di cui nessuno potrà mai privarla.
Marie ama intensamente suo marito, e per lui è disposta a tutto; con il passare del tempo, però, il suo amore si è tinto delle sfumature di quello di una madre per un figlio o di una sorella per un fratello. Questo non ne ha minato l'intensità, ma l'ha trasformato in qualcosa di diverso.
Con lo studente che un nome non ha, è pura passione, appagante e rinvigorente; incontri fugaci, ma straripanti di vita.
Marie non lascerebbe mai il marito per l'amante, e non per mero senso del dovere o paura del giudizio altrui; semplicemente, questo significherebbe rinunciare ad una parte di sé, ma Marie non è per le rinunce, bensì per un vivere la propria vita in pieno, senza rimpianti.
Marie ama, ed è questa la cifra che la distingue: ama i momenti che si ritaglia per sé, vagando per l'adorata Parigi, fermandosi per un caffè o una sigaretta; ama gli sconosciuti con cui scambiare delle parole o vivere piccole avventure; ama tornare a casa, e occuparsi delle faccende domestiche, anche stavolta non per un obbligo, ma perché la fanno stare bene, le danno serenità; ama abbandonarsi ai ricordi dell'infanzia e del periodo degli studi (il titolo originale A la recherche de Marie ha un che di proustiano volutamente non casuale...) con lieve nostalgia e non con rammarico; in altre parole, Marie ama la vita, e non può che provare rabbia di fronte a chi la vita la abbandona, invece che combattere, invece che trovare una ragione per andare avanti.
È sempre così che agiscono le donne: veleno, gas o annegamento. Poche hanno il coraggio di usare una pistola. Soprattutto, poche hanno il coraggio di vivere...(...).
Rifiuto della lotta, della solitudine, della sofferenza... rifiuto su tutta la linea! (...)
Fuga vigliacca verso la quiete, verso il nulla... Possibile che in loro non ci sia nulla che le trattiene! Qualcosa che non dipenda da tutto il resto, che le faccia essere se stesse. E che dovrebbe sempre impedire di uccidersi... Quella cosa preziosa che bisogna protendere avanti, come un ostensorio... (...)
E poi siamo impegnati, fino all'ultimo istante, a lottare contro il nemico: la morte. Lottare finché non ci prende di forza, la puttana! Mai arrendersi... è questa la colpa. Non si può disertare. Siamo dalla parte della vita.
Ecco cosa fa Marie: va avanti, giorno dopo giorno "toccata dalla grazia di vivere sulla terra".
"La vita non è una storia che si racconta. Tutt'al più, potrebbe essere una storia che si rappresenta..."
In queste pagine, caratterizzate da una prosa estremamente lirica, dove le parole si fanno carezze, ma dove è presente anche un deciso approfondimento psicologico e filosofico, Madeleine Bourdouxhe ci regala piccoli frammenti del mondo di Marie, un mondo in cui i semplici gesti quotidiani non sono che la superficie, e celano all'occhio altrui la vasta profondità squisitamente interiore di un segreto da custodire gelosamente, che non può e non deve essere condiviso, perché è solo a Marie che appartiene.
Tu sei lontano da me. E io accetto questa distanza dolorosa. E non so come tu mi ami. Non dirmelo. Difendi da me la tua vita, conservala per te. Ne hai il diritto. E se non l'avessi, questo diritto, dovresti conquistartelo. Ma io ti amo. Non te lo dirò: Lo dico a me stessa: Perché dovrei porre un freno a ciò che è così potente dentro di me? Ti amo. Forse per un tempo brevissimo, forse per sempre. Nessuno lo sa. Nell'amore non ci sono né perfezione né eternità prestabilite. L'amore batte secondo le pulsazioni del tempo, come battono tutte le cose viventi. Si rafforza o si sgretola, declina e si risolleva. Se è vivo può morire. Ed è questo il suo bello. Una cosa è grande e commovente solo quando contiene una possibilità di morte.
La sensibilità di Marie è antica e moderna al tempo stesso: è la consapevolezza di chi da sempre è riuscito a costruirsi una sua intimità in cui trovare appagamento, ma è anche portavoce di istanze estremamente attuali di ricerca del sé per una completa pienezza.
Un libro (e un'attrice) sicuramente da riscoprire.
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[Educazione non sentimentale][Sybille Bedford]
Finalista al Booker Prize del 1989, "Educazione non sentimentale" di Sybille Bedford è uno di quei rari libri in cui, come ha scritto il Times, si assiste alla «perfetta traduzione dell’esperienza vissuta nell’arte».
«I Kisling e gli Huxley sono i veri Kisling e Huxley… Mia madre e io siamo in parte noi stesse»: così scrive Sybille Bedford nell’avvertenza a queste pagine in cui ripercorre la sua «educazione non sentimentale». Poiché ciò che preme a ogni grande scrittore non è semplicemente la vita reale, ma quella narrata e reinventata dalla parola, la vita solo «in parte» realmente vissuta, quest’avvertenza…
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