#Giuseppe Pasini
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zaerq-news · 8 years ago
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Soldi neri: la lista di chi è andato offshore
Tante aziende, piccoli imprenditori e persone note. Ecco chi sono i clienti di Alessandro Jelmoni che hanno portato all'estero i loro capitali
Nomi noti, piccoli imprenditori, decine ?di aziende. Secondo la Procura di Milano, Alessandro Jelmoni li aiutava a evadere ?il fisco. La lista dei clienti (solo alcuni ?di loro sono indagati) spunta dalle carte dell’inchiesta giudiziaria su Jelmoni.
Con lui sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri, anche Paolo Perino e Gianenrico Buso della Reno, società di consulenza di Segrate, accusati di ricettazione e riciclaggio, per una somma di centomila euro. Briciole, rispetto ai 3,5 milioni che Michele e Maurilio Carasi, anche loro indagati, hanno spostato dalla San Martino srl su conti esteri. Di Michele Carasi, Jelmoni ricorda poco: «Mi sembra fosse un gestore di fondi inglesi», dice, nonostante i pm durante l’interrogatorio gli avessero sottoposto gli appunti dei 37 comparti di Titris. Era suo cliente anche Andrea Bucalossi, manager esperto di private equity, patron dell’atelier Jonofu. Stando alle ricostruzioni della Procura sfruttava false fatture emesse dalla lussemburghese J&Be per farsi pagare all’estero «prestazioni effettuate in Italia» ?per le società Opera Sgr e Arthur D. Little.
Dicono le carte dell’inchiesta che tra il 2004 e il 2011 alcuni imprenditori hanno usato le cartolarizzazioni di Titris per portare all’estero i ricavi da operazioni di compravendita. È il caso di Luca Pasini, figlio dell’immobiliarista Giuseppe. A quell’operazione partecipa anche Nicola Squillace, avvocato, ex consigliere ?di Finmeccanica. Domenico Bellomi, manager di Acciaierie Valbruna, compare in un affare immobiliare, sempre via Titris, che ruota attorno alla società Pival.
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Fra i clienti di Jelmoni compaiono i comaschi Mario Giovanni Secchi e Felice Cappellini che hanno ceduto immobili alla Addinvest di Giosuè Addamiano, costruttore incappato nel disastro ambientale delle acque del Lambro nel 2010.
Gli imprenditori di Potenza Giuseppe e Pasquale Di Leo della Astor Immobiliare, anche loro clienti Titris, possiedono lotti di terreni a Melfi. Stando alle indagini della Procura, anche altri industriali hanno sfruttato le cartolarizzazioni di Titris per spostare capitali. Per esempio, la Finanziaria Modenese, società di Enrico Campari, figlio del fondatore dell’industria alimentare Le Conserve della Nonna. Nella lista troviamo mobilifici come la ditta veneta L’Elite di Renato Nichele e la comasca Meritalia della famiglia Meroni.
E nelle carte ?di Titris viene citata anche l’azienda di Perugia Sitrex: fa macchine agricole ed è controllata dalla famiglia Signorelli. E poi ancora le succursali statunitensi e giapponesi della bresciana Flos, leader dell’illuminazione di design. E anche la Bdf Boscato & Della Fontana di Vicenza, leader nella produzione di macchine per l’industria vetraria, che tramite Titris ha fatto affari in Algeria. Indagini anche sui baresi Vito Lucatorto, Giuseppe Lacarra ?e Annamaria Lacarra della Giem, società che possiede i terreni di Punta Perrotti.
Sono accusati di aver evaso le tasse, spostando grazie a Jelmoni 10 milioni su una società offshore panamense. Si è rivolta al broker di Titris anche la Electa Financial Engineering di Simone Strocchi, vice presidente del gruppo vitivinicolo Italian Wine Brands quotato in Borsa. Stesso discorso per la Koflach Properties di Vittorio Ciccaglioni, imprenditore di Orvieto. E per la Mefim, azienda romana ?di gestione d’immobili.
Oltre alla Brovedani di Pordenone presieduta da Benito Zollia, tra i clienti Titris troviamo PM, proprietario del residence delle Olgettine. Un comparto Titris è intestato a Fabio Balbinot, «un gestore di fondi», come ?lo definisce Jelmoni. In effetti un Fabio Balbinot è il numero uno di Italfondiario, ?del gruppo americano Fortress.
A partire dalle carte di Titris, la Procura di Milano ha avviato anche indagini separate, come quella che ha coinvolto i vertici di Renco, azienda di ingegneria nel settore energetico. Davide Ripesi, ex direttore finanziario di Renco, e Pier Luigi Tomassi manager di Unicredit Lussemburgo, a febbraio sono usciti dal processo patteggiando una pena (16 mesi ripesi, 14 mesi Tommasi) per aver corrotto il figlio del presidente di Zanzibar, per allargare il resort controllato da Renco sull’isola africana.
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vorticimagazine · 4 months ago
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Il Policlinico Gemelli festeggia 60 anni
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Una delegazione della Fondazione Policlinico Gemelli, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e dell'Istituto Giuseppe Toniolo è stata ricevuta il 10 Luglio scorso al Quirinale, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per la celebrazione di un Anniversario importante: i 60 anni dalla nascita del Policlinico Gemelli, un grande polo della salute, un punto di riferimento per la Sanità Regionale e Nazionale, nonché uno dei più grandi ospedali privati non profit d’Europa, dove ogni anno vengono ricoverati circa 100 mila pazienti provenienti da tutta Italia (1 su 5 da fuori regione) e dove vengono assistite circa 58 mila persone con tumori. A guidare la folta delegazione in visita al Quirinale, ricevuta nella Sala di Rappresentanza, sono stati Carlo Fratta Pasini, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Elena Beccalli, Rettrice dell’Università Cattolica, e Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Presenti all’udienza Paolo Nusiner, Direttore Generale dell’Università Cattolica, S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’ateneo, Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Università Cattolica, Giuseppe Fioroni, Vicepresidente dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, Enrico Fusi, Segretario generale dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, Michele Lenoci, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, insieme a una rappresentanza di medici, ricercatori, operatori sanitari, dipendenti amministrativi, pazienti, associazioni di volontariato, donatori, studenti e specializzandi.
Il Policlinico Gemelli nasce il 10 luglio 1964 per volontà dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sessant’anni di servizio per la tutela della salute, mai disgiunti dalla vocazione accademica, perché il Policlinico Gemelli è anche un teaching hospital (ospedale che insegna, prepara) e un polo di Ricerca, in dialogo costante con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, anche se la trasformazione in Fondazione privata no profit nel 2015, lo ha reso giuridicamente autonomo dall’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nel 2018, il riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) per le discipline “Medicina Personalizzata” e “Biotecnologie Innovative”, lo ha ulteriormente caratterizzato come centro di ricerca al top, a livello Nazionale e Internazionale. Il cuore pulsante del Gemelli è oggi sempre più “rosa” e “young”: su 5.607 dipendenti, ben il 63,8% è donna e l’età media è di 44,9 anni. I seguenti numeri, certamente d’impatto, raccontano solo una parte della storia del Policlinico Gemelli, costruita soprattutto sulla dedizione e la qualità delle cure. Nei suoi primi sessant’anni di storia, il Policlino Gemelli è passato dai 304 ricoveri del 1964, ai 99.564 del 2023; dai 70 i posti letto del primo anno (appannaggio esclusivo della Patologia Chirurgica e della Patologia Medica), agli attuali 1.611, all’interno dei quali sono rappresentate tutte le specialistiche. Il Policlinico è dotato di 57 sale operatorie chirurgiche, tecnologicamente avanzate, 8 robot chirurgici e centinaia di apparecchiature tecnologiche. Nel corso degli anni, il Policlinico Gemelli è cresciuto fino a diventare il più grande centro oncologico in Italia per numero di pazienti assistiti: sono quasi 58 mila quelli presi in carico e ogni anno vengono effettuati 2 mila ricoveri, oltre 17 mila interventi di chirurgia oncologica, oltre 700 mila prestazioni oncologiche ambulatoriali, 52 mila terapie infusionali antitumorali e 15 mila tra colloqui e valutazioni psico – oncologiche. Un’eccellenza riconosciuta anche a livello Internazionale. Quest’anno, per il quarto anno consecutivo, il Gemelli è stato incoronato migliore ospedale d’Italia, dal prestigioso ranking stilato dal Magazine americano Newsweek, che lo colloca al 35esimo posto del mondo e tra i primi 10 in Europa. Dal 2021, il Policlinico romano ha inoltre conseguito l’accreditamento da parte della Joint Commission International (JCI), che lo colloca tra le eccellenze mondiali della sanità. Risultati di livello, ai quali ha contribuito la stretta collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, con i suoi attuali 5.500 studenti e 2.200 specializzandi che, dalla sua fondazione (5 novembre 1961), ha contribuito a formare generazioni di medici e operatori sanitari. A oggi sono 10.838 i laureati in Medicina e Chirurgia usciti dalla Cattolica, 214 i laureati in Medicine and Surgery e oltre 16.000 i laureati nelle Professioni sanitarie (4.844 presso la Sede di Roma e 11.342 presso le sedi collegate). Importante la presenza del Policlinico Gemelli anche nel campo della ricerca, con 1.119 i progetti finanziati con bandi competitivi, per un valore complessivo di € 21.383.887, ai quali si aggiungono i quasi 23 milioni di euro delle sperimentazioni profit. Storie e numeri che fanno del Gemelli un punto di riferimento per la Sanità Nazionale, capace di far convivere l’eccellenza delle cure, con la scommessa di una sempre più complessa sostenibilità economica. Immagine di copertina: - L'ingresso principale del policlinico universitario Agostino Gemelli, parte dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. La statua di fronte è un monumento marmoreo a Giovanni Paolo II - (Wikipedia) Read the full article
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sustainable-art-magazine · 5 years ago
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Thursday 7 November 2019, 3.00 pm - 4.30 pm, the ARD&NT Institute (Brera Academy of Fine Arts and Milan Polytechnic) (www.ardent-institute.it) and the ETHICANDO Association (www.ethicando.it ), at the Church of San Carpoforo of the Academy of Fine Arts of Brera, at 14, Marco Formentini street in Milan, organize an event on the dialogue between the creative languages ​​of contemporary art in the era of new technologies, with a focus on food (especially pizza) and music. Two case histories of excellence selected for the event. The pizza Neapolitan artist, Giuseppe Maglione, owner of Daniele Gourmet in Avellino, grandson of Anna Daniele (who in 1965 inaugurated a famous pizzeria in the center of Naples), today among the best creative expressions of the culinary art. His pizzas use the best ingredients of Irpinia, becoming an instrument of territorial enhancement, as well as other products of excellence made in Italy (flour and others), acquiring an aesthetic connotation so to speak "sustainable", both for the Beauty of gastronomic artifacts in themselves, both for social messages (defense of women's rights, promotion of peace, etc.). The Molino Pasini company from Mantua, represented by Gianluca Pasini, with almost one hundred years of history, which has been able to interpret the values ​​and konw-how of the ancient millers in the age of new technologies, with a wise selection of grains and others raw materials, enhancing a multi-millennial Italian artisan heritage of the art of flour that represents one of the best expressions of made in Italy in the world. The event also includes the musical performance of a talented student of the SOUNDART master of the ARD&NT Institute, Mariusphere, who performs some pieces using a piano "set" for the occasion, with kitchen utensils inserted between the strings, producing loudness and rhythmic suggestions in creative dialogue with the art of food, the cultural leitmotiv of the initiative. During the event is presented the book "L’estro del Gusto. Giuseppe Maglione, artista della pizza sostenibile", edited by Apeiron Edizioni (Naples, 2019), curated by the sustainable art critic Marco Eugenio Di Giandomenico, in which also participate as authors Gianluca Festa (Mayor of the Municipality of Avellino), Pasquale Giuditta ( formerly Director of the Ministry of Agriculture, Responsible for relations with UNESCO), Roberto Favaro (Professor of History of Music and deputy director of the Academy of Fine Arts of Brera), Roberto Rosso (Professor of Photography at the Academy of Fine Arts di Brera), Filippo Cannata (lighting designer). The initiative is promoted by the communication platform Betting On Italy (BOI), which divulges the artistic and cultural initiatives of greater social development.
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globalhappenings · 3 years ago
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Idea Ghirelli, Serie C championship for the disabled
Idea Ghirelli, Serie C championship for the disabled
(ANSA) – ROME, NOV 13 – A Serie C football championship entirely dedicated to the disabled, which sees the involvement of all 60 teams of the Lega Pro. This is the idea launched by the president of the Lega Pro, Francesco Ghirelli, during the conference organized by the Lega Pro in collaboration with Reggiana and Feralpisalò, which was held today in the Aula Magna of the UNIMORE University of…
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paoloxl · 5 years ago
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A Verona, neofascisti uccidono Nicola Tommasoli.
Forse la sua colpa fu quella di avere il codino o forse rispose con fare seccato alla richiesta di una sigaretta ma certamente il suo omicidio maturò nell’humus fascio-alcolico che spesso la sera trabocca nelle strade e nelle piazze della “città dell’amore”. Cinque ragazzi, tutti molto giovani, in giro per i vicoli del centro, ne incontrarono altri tre, un po’ più anziani e probabilmente “non conformi”. La richiesta di una sigaretta, negata, e poi quattro urla, uno spintone, schiaffi e pugni. Una violenza che ebbe conseguenze pesantissime. Nicola Tommasoli, 29 anni, di professione grafico, uno dei tre aggrediti, morì dopo cinque giorni di coma.
I cinque, quella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2008, fuggirono tutti, lasciando Nicola a terra.
La città si svegliò attonita, interrogandosi sui propri figli ma ci fu anche chi non si stupì, perché dal 2001 quello era “soltanto” il quindicesimo episodio di violenza, contando solo i fatti più gravi, compiuto da gruppi od esponenti del mix esplosivo ultras Hellas-destra radicale.
Particolarmente originale il commento sull’accaduto del sindaco Flavio Tosi, intervistato da Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa” (3 maggio 2008): “Non fa storia, capita una volta su un milione”. Una frase evocata ancora oggi, che offende la memoria della città.Il 4 maggio Raffaele Dalle Donne, 19 anni, di San Giovanni Lupatoto, studente del liceo classico Maffei ed ex attivista di Blocco Studentesco, propaggine di CasaPound, si costituisce e finisce in carcere con l’accusa di “lesioni gravissime”. Il Dalle Donne è già noto alle forze dell’ordine, in quanto colpito dal Daspo, il provvedimento che allontana gli ultras violenti dagli stadi e implicato nelle indagini della Procura veronese su un gruppo di 17 giovani ritenuti responsabili di vari pestaggi avvenuti tra il 2006 e il 2007, per i quali si ipotizza il reato di “associazione a delinquere con l’aggravante della Legge Mancino”. La Digos comunica anche di aver individuato altri due del gruppo aggressore, che però sarebbero fuggiti in Austria.
Lo stesso giorno, il solerte sindaco Flavio Tosi, che meno di cinque mesi prima aveva sfilato con Piero Puschiavo ed altri simpatici elementi in un corteo neonazista con codazzo di pestaggio ai danni di tre militari “terroni”, dichiara che “Verona non è una città fascista né neofascista, la matrice politica non c’entra” e chiede “pene severe” per i colpevoli (L’Arena, 5 maggio 2008). Non contento, in un’intervista al Corriere della Sera, anche questa pubblicata il 5 maggio 2008, alla domanda della giornalista: “Sindaco Tosi si dice che siano suoi elettori i ragazzi che hanno aggredito Nicola. Gente dell’estrema destra …”, il primo cittadino risponde: “Mi viene da ridere. Pensi che nella nostra coalizione abbiamo bandito tutto ciò che ha a che fare con l’estrema destra, a cominciare dai simboli. Ci sono milioni di persone che ci hanno votato. Può anche darsi che qualcuno sia un criminale …” (vedi il capitolo sulla Lista Tosi). Dal canto suo l’avvocato di estrema destra Roberto Bussinello, che ha assunto la difesa di Dalle Donne, fa una sviolinata sul dramma in cui – sostiene – “ci sono solo vittime …, il giovane disegnatore in coma, i suoi genitori e i genitori di questi ragazzi” (L’Arena, 5 maggio 2008), un assaggio di quella che sarà la sua linea di difesa in tribunale al processo per l’omicidio di Nicola.
Alle 18 del 5 maggio 2008 Nicola Tommasoli viene dichiarato morto. L’accusa di “lesioni gravissime” si trasforma per Raffaele Dalle Donne in quella di omicidio. E non solo per lui. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio la Digos preleva dalle loro abitazioni altri due giovani implicati nell’aggressione, ambedue di Illasi: Gugliemo Corsi, 19 anni, operaio, tifoso dell’Hellas e fondatore di un gruppo di supporter, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario, del tutto sconosciuto sia nell’ambiente calcistico che politico. Il dirigente della Digos Luciano Iaccarino comunica che i due giovani fuggiti all’estero sono stati individuati, volti e nomi noti per la loro militanza in gruppi di estrema destra e nella tifoseria ultras, i loro soprannomi sono “Peri” e “Tarabuio”. Uno dei due, come Dalle Donne, è nella lista dei 17 indagati e perquisiti dalla Procura per le violenze 2006/2007. Iniziano le prime ricostruzioni dell’accaduto, la serata al bar Malta e poi in giro per il centro fino all’incontro con Nicola e i suoi amici a Porta Leoni: “Codino, dame na sigareta”, il rifiuto, le parole, gli spintoni, l’intervento degli altri, Nicola a terra, la fuga. E le reazioni dei cinque, il silenzio di Vesentini e Corsi, apparsi “strani” ai genitori, il tentativo di fuga di Dalle Donne, fermato dal padre e convinto a presentarsi in questura, gli altri due che spariscono. Notti insonni per la polizia e per il magistrato Francesco Rombaldoni. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio i due ricercati, che erano fuggiti a Londra, tornano in Italia. Sono Federico Perini, “Peri”, 20 anni, di Boscochiesanuova, e Nicolò Veneri, “Tarabuio”, 19 anni, già indagato nella lista dei 17; ambedue sono ultras dell’Hellas, colpiti da Daspo. Perini è stato candidato di Forza Nuova alle ultime amministrative per la seconda e l’ottava Circoscrizione.
Sui media locali i commenti si sprecano, dai paesani dei giovani in carcere, compresi sindaci e parroci, a sacerdoti, capi scout, psicologi, pedagogisti, educatori, scolastici e non, e, ovviamente, politici di ogni ordine e grado. L’emergenza “educativa” e la “crisi dei valori” diventano pane quotidiano, qualcuno si azzarda anche a nominare gli ultras e a criticare l’ex ministro Castelli (Lega Nord) che, in una trasmissione radiofonica andata in onda il 5 maggio ha stigmatizzato l’accaduto come “statisticamente irrilevante”. Ma il più divertente, seppur nella tragedia, resta il presidente della Provincia ed ex rettore della locale università Elio Mosele, il quale afferma (L’Arena, 6 maggio 2008) che quanto successo dipende dal venir meno della “figura materna, intesa come principio di organizzazione familiare e certezza relazionale”. Intanto, sul luogo dell’aggressione, uomini e donne, giovani e anziani, portano fiori, lasciano biglietti e poesie, si fermano in raccoglimento. La città è presa d’assalto dai media nazionali e non, al presidio antifascista che si svolge nel pomeriggio del 6 maggio partecipano centinaia di persone come centinaia sono le lettere di cittadini e cittadine alla rubrica del quotidiano locale “L’Arena di Verona”. L’assedio dei media, in particolare l’attenzione sulle frequentazioni e alleanze politiche del primo cittadino, produce strani effetti persino sul quotidiano storico dei veronesi, da sempre schierato dalla parte dei “potentati” cittadini. Stavolta neanche “L’Arena” può esimersi dal pubblicare notizie e interviste che smentiscono le dichiarazioni di chi intende minimizzare l’accaduto o escludere la matrice politica.
Il 7 maggio il quotidiano dedica nove pagine al delitto Tommasoli, dieci con quella delle “Lettere”. A p. 7 troviamo la notizia della seduta straordinaria del Consiglio comunale e della manifestazione silenziosa previste per il giorno successivo, con la richiesta al sindaco del presidente dell’assemblea Pieralfonso Fratta Pasini (Fi) di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Nicola Tommasoli. Il Fratta Pasini, collega di partito delll’ex sindaca Michela Sironi (2 mandati, 1994-1998 e 1998-2002), la prima a sdoganare i fascisti nelle istituzioni comunali, ci tiene a far sapere di voler mantenere “il profilo istituzionale di questo Consiglio straordinario, non entrando nel merito delle polemiche politiche …”. Polemiche peraltro già in atto, visto che il capogruppo dei Comunisti italiani, Graziano Perini, si è rifiutato di sottoscrivere il documento comune contro la violenza firmato da tutti i consiglieri comunali. Non bastasse, a p. 10 c’è un’intervista con un ragazzo massacrato dai fascistelli un anno prima in centro storico, che denuncia come i suoi aggressori siano ancora in giro “da un bar all’altro in cerca di risse”, tanto che lo stesso giornalista è costretto a rintuzzare il commento del sindaco Tosi sull’aggressione a Tommasoli “è un caso isolato”, ricordando le decine di pestaggi avvenuti in città nell’ultimo anno e mezzo e l’allarmante rapporto del Viminale (marzo 2007) sull’estremismo politico a Verona, in cui veniva scritto chiaro e tondo che i gruppi dell’ultradestra avevano intensificato le iniziative di impronta razzista.
Il procuratore Guido Papalìa, che aveva già parlato di una “nuova area dell’estrema destra disomogenea che si è aggregata spontaneamente” (L’Arena, 5 maggio 2008), rincara la dose parlando di “matrice nazifascista” del delitto; secondo il magistrato, passato alla storia della città non solo per aver condotto tante scomode inchieste ma anche per essere stato prematuramente “sepolto” in una aiuola di piazza Bra durante la manifestazione che la Lega organizzò nel 2005 proprio per “difendere” i suoi militanti accusati di violazione della legge Mancino in relazione alla campagna del 2001 “contro gli zingari”, dall’ideologia nazifascista questi ragazzi hanno preso “la caratteristica razzista, nel senso che si è voluto colpire il diverso. Ma non solo il diverso per razza, bensì il diverso perché si comporta in modo diverso, la pensa diversamente, perché ha un atteggiamento diverso, si veste in modo diverso e secondo questa ideologia non può convivere nel centro storico della mia città. Sono scuse per colpire chi non è omologabile a me”. Chi ha orecchie per intendere intenda. Non è il caso di un certo numero di esponenti politici, dai prudentissimi Pd che fanno sapere di non voler strumentalizzare politicamente la vicenda ma invitano il sindaco Tosi a “smarcarsi definitivamente da certe forze” (Stefania Sartori, capogruppo Pd in consiglio comunale) allo stesso Tosi, che, oltre a prendersela con Perini, reo di “strumentalizzazione politica”, si produce a p. 15 in un’imbarazzante intervista. Prima invoca per le persone coinvolte nel pestaggio “una condanna durissima e pesantissima”, poi, quando gli viene ricordato (durante la trasmissione radio “Unomattina”) che i giovani fermati sono indicati come vicini alla destra più estrema, ricorda che lo stesso procuratore capo (!) ha detto che non facevano parte di un partito organizzato, sono dei disgraziati, tra l’altro non sono neanche di Verona, ma della provincia”. Dopo essersela presa con Paolo Ferrero (Prc, ministro uscente) per “l’uso fatto del tragico e brutale assassinio di Nicola Tommasoli” dichiara che tale uso “assomiglia molto alla richiesta della sigaretta fatta dal branco alla povera vittima: un puro pretesto per massacrare mediaticamente la città”. E poi avanti tutta con il “caso Marsiglia”, il professore di origine ebraica che denunciò falsamente di essere stato picchiato, mettendo la città sotto una luce ingiustamente negativa, il “disagio giovanile e l’emergenza educativa” e, infine, la replica al consigliere regionale Franco Bonfante (Pd), reo di ricordare la visita fatta da Tosi nel 2005, insieme ad Andrea Miglioranzi e Federico Bricolo, ad altri cinque giovani di estrema destra, in carcere in attesa di giudizio per il pestaggio e l’accoltellamento di Volto san Luca (2005, vedi Cronologia). Da questo momento in poi la posizione del sindaco Tosi e dei suoi sodali resterà inalterata. Verona e la sua fama di “città dell’amore” va difesa a tutti i costi e nonostante qualsiasi evidenza. Quindi nonostante la costituzione di parte civile del Comune di Verona al processo Tommasoli e la richiesta di 150mila euro di risarcimento per i danni patiti dall’immagine della città (il tribunale fisserà la cifra a 50mila euro), nonostante il successivo pestaggio di Francesca Ambrosi da parte dei soliti “disgraziati” della Curva, nonostante i raid in Veronetta di Marcello Ruffo (CasaPound e Lista Tosi) , nonostante l’approvazione in consiglio comunale di ordini del giorno ributtanti come quello proposto da Zelger sul “numero verde” per denunciare chi parla di “gender” nelle scuole.
Nonostante tutto Flavio Tosi, convenientemente aggiustato dal suo addetto stampa, partecipa a miriadi di talk-show sulle tv nazionali, dove fa la parte del gigione di famiglia, tanto amante del calcio ma in fondo dotato del tipico buonsenso della casalinga veneta. Del resto, non è il solo. La città ha dimenticato, la città dimentica in fretta.
Ma c’è ancora chi la memoria la coltiva, e sono gli estremisti tanto invisi a Tosi e ai suoi, quelli che Vittorio Di Dio vorrebbe fossero “sistemati” per la strada, gli unici che tutti gli anni, da quel 30 aprile 2008, organizzano manifestazioni, presidi, spettacoli teatrali (tra i tanti ricordiamo “Verona caput fasci” scritto e interpretato da Elio Germano ed Elena Vanni), reading, invitano madri di altri ragazzi uccisi dalla violenza di destra, intellettuali, esponenti politici, musicisti per ricordare Nicola.
Nicola, poteva essere qualsiasi di noi.
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gardanotizie · 5 years ago
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Obiettivo raggiunto: la concreta collaborazione tra pubblico e privato ha portato la comunità di Lonato del Garda a inaugurare il nuovo sistema di teleriscaldamento, grazie al calore fornito dall’acciaieria del Gruppo Feralpi, tra i più importanti gruppi siderurgici in Europa, con sede nel comprensorio lonatese, e con la partecipazione ENGIE, player mondiale dell’energia e servizi, protagonista nel settore del teleriscaldamento con oltre dodici reti attive in Italia.
L’investimento, sostenuto pariteticamente tra Feralpi ed ENGIE è stato di complessivi quattro milioni di euro.  L’intero processo è sviluppato tecnicamente in partnership tra la società di ingegneria Energard ed ENGIE, quest’ultima ha realizzato la rete e ha in carico la sua gestione, per l’erogazione dell’energia termica agli utenti. Mentre il Comune di Lonato del Garda, con il proprio Ufficio Tecnico Lavori pubblici, ha svolto un ruolo centrale di coordinamento, seguendo l’iter burocratico e autorizzativo affinché il processo si svolgesse secondo i tempi previsti.
«Una sinergia virtuosa tra pubblico e private – dichiara il sindaco Roberto Tardani – che ha trasformato la visione condivisa in un progetto concreto, sostenibile e a beneficio dell’intera comunità. Un modello unico di economia circolare per dare valore al nostro territorio. Per questo risultato desidero ringraziare le aziende coinvolte e il nostro Ufficio Tecnico comunale per tutto il lavoro svolto, con il coordinamento del consigliere incaricato per i Lavori pubblici, l’ingegnere Oscar Papa».
«Se veramente vogliamo che l’Europa diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 come previsto dal Green New Deal europeo – commenta Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi –, allora è necessario il contributo attivo delle imprese che responsabilmente sono chiamate a fare ancora di più nella lotta ai cambiamenti climatici. Come Feralpi, investiamo costantemente per attivare nuovi modelli di economia circolare. Ciò significa non solo innalzare la propria competitività con sistemi sempre più efficienti, ma anche creare valore partendo dal territorio. Il progetto del teleriscaldamento va in questa direzione perché sottolinea proprio come ogni singolo territorio può mettere in rete tutti gli attori che lo compongono per sviluppare progetti capaci di abbattere consumi e emissioni. Qui, pubblico (il Comune) e privato (il Gruppo Feralpi ed Engie) hanno condiviso la stessa visione sul futuro sostenibile, per poi mettere a terra un progetto reale».
«Oggi siamo testimoni di un importante momento nella storia della produzione energetica –  afferma Matthieu Bonvoisin, direttore Business line InfraEnergy ENGIE Italia –. Per anni si è mirato unicamente a produrre energia senza curarsi molto del suo impatto sull’ambiente. Dagli anni ‘70 in poi si è cominciato a pensare ai costi dell’energia e all’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Oggi, finalmente, l’obiettivo principale è rispondere ai fabbisogni dei cittadini con il minimo impatto ambientale, per una transizione del sistema energetico verso una completa decarbonizzazione. Lonato del Garda rappresenta un esempio concreto dell’ultima fase della rivoluzione energetica in atto – continua Matthieu Bonvoisin –. Questo progetto, annunciato un anno fa, oggi è una realtà. Grazie all’impegno di due aziende del territorio e alla lungimiranza dell’Amministrazione comunale, un’intera città potrà essere riscaldata da un’energia 100% decarbonizzata. Alla rete di teleriscaldamento saranno collegate utenze comunali e private, fornendo 5 GWh di energia termica e servendo fino al 65% del territorio comunale connettibile. Tale sistema virtuoso permette un notevole beneficio alla qualità dell’aria di Lonato, poiché comporta una riduzione dell’85% della CO2 emessa in atmosfera rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, come se fossero stati piantumati 40.000 alberi nella città».
Già con l’avvio della stagione termica 2019/2020, dallo scorso ottobre, è operativo il nuovo sistema di teleriscaldamento di Lonato del Garda, iniziativa che porta sempre più il Comune a essere una vera “smart city”, la città del futuro.
Da tempo, Feralpi recupera calore per riscaldare gli edifici interni allo stabilimento, ora anche gli edifici pubblici e alcuni privati del territorio comunale (zona capoluogo) saranno interessati dal teleriscaldamento, permettendo al Comune di Lonato del Garda di essere all’avanguardia per l’utilizzo di fonti alternative. Nello specifico, l’iniziativa permette che il calore recuperato dai circuiti di raffreddamento dell’acciaieria scaldi edifici pubblici, privati e commerciali del Comune, portando nei prossimi anni non solo cospicui risparmi in termini economici, ma contribuendo in modo sostanziale alla tutela dell’ambiente.
Sono di duplice natura i vantaggi che l’impianto di teleriscaldamento offrirà a Lonato, benefici che iniziano già all’interno dello stabilimento Feralpi, dove il recupero del calore, non più disperso in atmosfera, risponde alla necessità di impostare i cicli produttivi secondo logiche circolari con l’abbattimento dei consumi e del relativo impatto ambientale. E tutto ciò si realizza senza fermi di produzione del processo siderurgico.
La mattinata inaugurale si è aperta con la realizzazione di un originale “murales antismog”, realizzato con una speciale vernice in grado di “assorbire anidride carbonica” e dedicato al teleriscaldamento. L’opera, realizzata dagli alunni lonatesi di quinta elementare e terza media, che si sono alternati al vecchio palazzetto dello sport per completare la pittura murale, ha poi fatto da sfondo all’inaugurazione con le autorità del Comune, di Feralpi ed ENGIE e gli assessori di Regione Lombardia Alessandro Mattinzoli (Sviluppo economico) e Raffaele Cattaneo (Ambiente e clima).
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Lonato del Garda inaugura il teleriscaldamento Obiettivo raggiunto: la concreta collaborazione tra pubblico e privato ha portato la comunità di Lonato del Garda a inaugurare il…
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momentonerd · 3 years ago
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È in uscita il nuovo Diabolik Magnum! Lo trovate nel nostro negozio online e in edicola, in alcune zone è già stato distribuito nei giorni scorsi. NEMICI, SEMPRE Cinque episodi emblematici di una lotta senza fine. La sfida tra due avversari allo stesso livello di coraggio e genialità è destinata a non aver mai fine, a non vedere un vincitore assoluto. Questa è la situazione che vede Diabolik e Ginko confrontarsi da nemici acerrimi, ma sempre rispettosi dell’avversario. Tanti sono gli episodi in cui i due si sono affrontati, e ne abbiamo scelti cinque tra i più significativi. Inoltre una nuova breve storia riproporrà le diverse versioni del “primo incontro” tra i due eterni rivali. Contiene le storie: La fine di Ginko n. 17 del 21-08-1978 Testi di Angela e Luciana Giussani Disegni di Sergio Zaniboni, Franco Paludetti e Brenno Fiumali Arma a doppio taglio n. 8 del 05-05-1980 Testi di Angela e Luciana Giussani Disegni di Sergio Zaniboni, Franco Paludetti e Brenno Fiumali Una manciata di vetri n. 6 del 01-09-1991 Testi di Luciana Giussani Disegni di Sergio Zaniboni, Franco Paludetti e Brenno Fiumali Nemici alla pari n. 6 del 01-06-1997 Testi di Giorgio Corbetta Disegni di Giancarlo Tenenti e Giorgio Montorio Due piani infallibili n. 11 del 01-11-2016 Soggetto di Mario Gomboli e Andrea Pasini Sceneggiatura di Andrea Pasini e Rosalia Finocchiaro Disegni di Giuseppe Di Bernardo Tutte le prime volte (tranne una) Testi di Andrea Pasini Disegni di Antonio Muscatiello Con estratti dalle storie: Ginko. Prima di Diabolik Diabolik e Ginko: Tempesta di ricordi Il re del terrore: il remake L’ombra della ghigliottina Nei sotterranei di Clerville Collana: Diabolik Magnum Copertina: disegno di Giuseppe Di Bernardo, colori di Claudia Ianniciello Pagine: 672 in bianco e nero Formato: 12 x 17 cm. Prezzo: 7,90 euro — view on Instagram https://ift.tt/3yckawE
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opera-ghosts · 4 years ago
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Charles Rousselière (17 January 1875 – 11 May 1950) was French operatic tenor who performed primarily at the Paris Opera, the Opéra de Monte-Carlo, and the Opéra-Comique. He sang in the world premieres of several operas, including the title role in Charpentier's Julien and Giorgio in Mascagni's Amica. Rousselière was born in Saint-Nazaire-d'Aude (village in Languedoc-Roussillon) and originally worked as a blacksmith before studying with Edmond Vergnet, Alfred Giraudet and Léon Achard at the Conservatoire de Paris. He was active in café-concert, and one of the stars of the Petit Ramponneau in Montmartre, run by Théophile Pathé, brother of Charles Pathé, through whom he recorded his first cylindres. He made his stage debut as Samson in Saint-Saëns's Samson and Delilah at the Paris Opera in 1900. He also appeared at the Metropolitan Opera in New York (where he debuted as Roméo in Roméo et Juliette in 1906) as well as in Berlin, Buenos Aires and Milan. At the 1913 Monte Carlo premiere, and the subsequent Opéra-Comique production in 1919 he sang Ulysse in Pénélope by Fauré, and in 1914 created the role of Lorenzo in Béatrice by Messager in Monte Carlo. Rousselière sang in Buenos Aires for the first time in 1907 at Teatro de la Opera in a revival of Verdi´s Don Carlo with Salomea Kruscenisky, Marie Claessens, Giuseppe De Luca and Adam Didur. He was first  BA Andreas in Theodora by Leroux (which he created in Montecarlo the same year), with Claessens and De Luca. In 1908, also at Teatro de la Opera, he sang Andreas again, Siegmund and Thesee in the B.A. première of Massenet´s Ariane. In 1910, at the Teatro Colón, he sang Licinio in a revival of Spontini La Vestale with Esther Mazzoleni, Alice Cucini, Francesco María Bonini and Giulio Cirino. He was that year the first Loge in Das Rheingold  with  Didur, De Luca and Lina Pasini Vitale. Also sang Siegmund with Pasini Vitale and Didur, Samson with Cucini and Canio with Ruffo. Returned 1914 and was the first Colón Parsifal (with Rakowska and Serafin conducting) and sang Siegfried and Samson. Rousselière always sang in Italian, except in Siegfried, where he sang in French and the rest of the cast in Italian. In Madrid, between 1910 and 1920, he sang Loge, Tristan, Siegmund, the two Siegfrieds and Parsifal. He made a number of recordings between 1903 and 1930.
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hzaidan · 8 years ago
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18 Classic Works of Art by the Old Masters, Marine Paintings - With Footnotes, #22
http://myartblogcollection.blogspot.ca/2017/01/18-classic-works-of-art-by-old-masters.html
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sustainable-art-magazine · 5 years ago
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Giovedì 7 novembre 2019, ore 15:00 – 16:30, presso l’ex Chiesa di San Carpoforo dell’Accademia di Belle Arti di Brera, in Via Marco Formentini n. 14 a Milano, avviene la presentazione del libro “L’Estro del Gusto. Giuseppe Maglione, artista della pizza sostenibile”, edito da Apeiron Edizioni (Napoli, 2019), curato dal critico dell’arte sostenibile Marco Eugenio Di Giandomenico, cui partecipano anche come autori: Gianluca Festa (Sindaco del Comune di Avellino), Pasquale Giuditta (già Dirigente del Ministero delle Politiche Agricole, Responsabile dei rapporti con l’UNESCO), Roberto Favaro (Professore di Storia della Musica e vice direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera), Roberto Rosso (Professore di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera), Filippo Cannata (lighting designer). 
La presentazione dell’opera editoriale avviene nell’ambito di un evento, organizzato dall’ ARD&NT Institute (Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) (www.ardent-institute.it) e dall’Associazione ETHICANDO (www.ethicando.it),  sul dialogo tra i linguaggi creativi dell’arte contemporanea nell’era delle nuove tecnologie, con un focus sul food (in particolare sulla pizza) e sulla musica. 
Il libro affronta l’annosa tematica del food come strumento creativo e pone il focus, come case history di eccellenza, sul percorso umano e artistico dell’artista napoletano della pizza, Giuseppe Maglione, titolare di Daniele Gourmet ad Avellino, nipote di Anna Daniele (la quale nel 1965 inaugura una famosa pizzeria in centro a Napoli), oggi tra le migliori espressioni creative dell’arte culinaria. Le sue pizze utilizzano i migliori ingredienti dell’Irpinia, diventando strumento di valorizzazione territoriale, nonché altri prodotti di eccellenza del made in Italy (farina e altri), acquisendo una connotazione estetica per così dire “sostenibile”, sia per la Bellezza dei manufatti gastronomici in se stessi, sia per i messaggi sociali (difesa dei diritti delle donne, promozione della pace, etc.) che guidano lo chef nella sua attività creativa.
L’evento prevede anche la partecipazione dell’azienda Molino Pasini del mantovano, rappresentata da Gianluca Pasini, con quasi cento anni di storia, la quale ha saputo declinare i valori e il konw-how degli antichi mugnai nell’epoca delle nuove tecnologie, con una sapiente selezione di grani e altre materie prime, valorizzando un patrimonio artigianale italiano plurimillenario dell’arte della farina che rappresenta una delle migliori espressioni del made in Italy nel mondo.
L’iniziativa è promossa dalla piattaforma comunicativa Betting On Italy (BOI), la quale divulga mediaticamente le iniziative artistiche e culturali di maggiore ricaduta di edificazione sociale.
TEMPURA
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leirazzizzariel2399 · 5 years ago
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Merry Christmas - Buon Natale da Alitia Photographia Group
Thanks to: Massimo Della Latta, Mancini Alfredo, Alessandra Leoni, Mario Palombo, Costanzo Callegaro, Maria Grazia Cicala, Marco Cappelletti, Mariacristina Bisi, Mimmo Disamistade, Giuseppe Basile, Rosita Lusignani, Francesco Congedo, Silvano Ruffini, Giacomo Maria Pivi, Michele Castellan, William Norwich, Peder Aresvik, Aitor Arana Arruti, Yasuo Hirano, Gina Bochis, Rossano Percoco, Nail Gürşener, Marta Pasini, Fabrizio Pizzolorusso, Gaetano Palella, Luigi Greco, Matteo Pappadopoli, Marca Barone, Raimondo Villano, Marco Mandolini, Alessandro Grilli.
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paoloxl · 6 years ago
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A Verona, neofascisti uccidono Nicola Tommasoli.
Forse la sua colpa fu quella di avere il codino o forse rispose con fare seccato alla richiesta di una sigaretta ma certamente il suo omicidio maturò nell’humus fascio-alcolico che spesso la sera trabocca nelle strade e nelle piazze della “città dell’amore”. Cinque ragazzi, tutti molto giovani, in giro per i vicoli del centro, ne incontrarono altri tre, un po’ più anziani e probabilmente “non conformi”. La richiesta di una sigaretta, negata, e poi quattro urla, uno spintone, schiaffi e pugni. Una violenza che ebbe conseguenze pesantissime. Nicola Tommasoli, 29 anni, di professione grafico, uno dei tre aggrediti, morì dopo cinque giorni di coma.
I cinque, quella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2008, fuggirono tutti, lasciando Nicola a terra.
La città si svegliò attonita, interrogandosi sui propri figli ma ci fu anche chi non si stupì, perché dal 2001 quello era “soltanto” il quindicesimo episodio di violenza, contando solo i fatti più gravi, compiuto da gruppi od esponenti del mix esplosivo ultras Hellas-destra radicale.
Particolarmente originale il commento sull’accaduto del sindaco Flavio Tosi, intervistato da Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa” (3 maggio 2008): “Non fa storia, capita una volta su un milione”. Una frase evocata ancora oggi, che offende la memoria della città.Il 4 maggio Raffaele Dalle Donne, 19 anni, di San Giovanni Lupatoto, studente del liceo classico Maffei ed ex attivista di Blocco Studentesco, propaggine di CasaPound, si costituisce e finisce in carcere con l’accusa di “lesioni gravissime”. Il Dalle Donne è già noto alle forze dell’ordine, in quanto colpito dal Daspo, il provvedimento che allontana gli ultras violenti dagli stadi e implicato nelle indagini della Procura veronese su un gruppo di 17 giovani ritenuti responsabili di vari pestaggi avvenuti tra il 2006 e il 2007, per i quali si ipotizza il reato di “associazione a delinquere con l’aggravante della Legge Mancino”. La Digos comunica anche di aver individuato altri due del gruppo aggressore, che però sarebbero fuggiti in Austria.
Lo stesso giorno, il solerte sindaco Flavio Tosi, che meno di cinque mesi prima aveva sfilato con Piero Puschiavo ed altri simpatici elementi in un corteo neonazista con codazzo di pestaggio ai danni di tre militari “terroni”, dichiara che “Verona non è una città fascista né neofascista, la matrice politica non c’entra” e chiede “pene severe” per i colpevoli (L’Arena, 5 maggio 2008). Non contento, in un’intervista al Corriere della Sera, anche questa pubblicata il 5 maggio 2008, alla domanda della giornalista: “Sindaco Tosi si dice che siano suoi elettori i ragazzi che hanno aggredito Nicola. Gente dell’estrema destra …”, il primo cittadino risponde: “Mi viene da ridere. Pensi che nella nostra coalizione abbiamo bandito tutto ciò che ha a che fare con l’estrema destra, a cominciare dai simboli. Ci sono milioni di persone che ci hanno votato. Può anche darsi che qualcuno sia un criminale …” (vedi il capitolo sulla Lista Tosi). Dal canto suo l’avvocato di estrema destra Roberto Bussinello, che ha assunto la difesa di Dalle Donne, fa una sviolinata sul dramma in cui – sostiene – “ci sono solo vittime …, il giovane disegnatore in coma, i suoi genitori e i genitori di questi ragazzi” (L’Arena, 5 maggio 2008), un assaggio di quella che sarà la sua linea di difesa in tribunale al processo per l’omicidio di Nicola.
Alle 18 del 5 maggio 2008 Nicola Tommasoli viene dichiarato morto. L’accusa di “lesioni gravissime” si trasforma per Raffaele Dalle Donne in quella di omicidio. E non solo per lui. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio la Digos preleva dalle loro abitazioni altri due giovani implicati nell’aggressione, ambedue di Illasi: Gugliemo Corsi, 19 anni, operaio, tifoso dell’Hellas e fondatore di un gruppo di supporter, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario, del tutto sconosciuto sia nell’ambiente calcistico che politico. Il dirigente della Digos Luciano Iaccarino comunica che i due giovani fuggiti all’estero sono stati individuati, volti e nomi noti per la loro militanza in gruppi di estrema destra e nella tifoseria ultras, i loro soprannomi sono “Peri” e “Tarabuio”. Uno dei due, come Dalle Donne, è nella lista dei 17 indagati e perquisiti dalla Procura per le violenze 2006/2007. Iniziano le prime ricostruzioni dell’accaduto, la serata al bar Malta e poi in giro per il centro fino all’incontro con Nicola e i suoi amici a Porta Leoni: “Codino, dame na sigareta”, il rifiuto, le parole, gli spintoni, l’intervento degli altri, Nicola a terra, la fuga. E le reazioni dei cinque, il silenzio di Vesentini e Corsi, apparsi “strani” ai genitori, il tentativo di fuga di Dalle Donne, fermato dal padre e convinto a presentarsi in questura, gli altri due che spariscono. Notti insonni per la polizia e per il magistrato Francesco Rombaldoni. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio i due ricercati, che erano fuggiti a Londra, tornano in Italia. Sono Federico Perini, “Peri”, 20 anni, di Boscochiesanuova, e Nicolò Veneri, “Tarabuio”, 19 anni, già indagato nella lista dei 17; ambedue sono ultras dell’Hellas, colpiti da Daspo. Perini è stato candidato di Forza Nuova alle ultime amministrative per la seconda e l’ottava Circoscrizione.
Sui media locali i commenti si sprecano, dai paesani dei giovani in carcere, compresi sindaci e parroci, a sacerdoti, capi scout, psicologi, pedagogisti, educatori, scolastici e non, e, ovviamente, politici di ogni ordine e grado. L’emergenza “educativa” e la “crisi dei valori” diventano pane quotidiano, qualcuno si azzarda anche a nominare gli ultras e a criticare l’ex ministro Castelli (Lega Nord) che, in una trasmissione radiofonica andata in onda il 5 maggio ha stigmatizzato l’accaduto come “statisticamente irrilevante”. Ma il più divertente, seppur nella tragedia, resta il presidente della Provincia ed ex rettore della locale università Elio Mosele, il quale afferma (L’Arena, 6 maggio 2008) che quanto successo dipende dal venir meno della “figura materna, intesa come principio di organizzazione familiare e certezza relazionale”. Intanto, sul luogo dell’aggressione, uomini e donne, giovani e anziani, portano fiori, lasciano biglietti e poesie, si fermano in raccoglimento. La città è presa d’assalto dai media nazionali e non, al presidio antifascista che si svolge nel pomeriggio del 6 maggio partecipano centinaia di persone come centinaia sono le lettere di cittadini e cittadine alla rubrica del quotidiano locale “L’Arena di Verona”. L’assedio dei media, in particolare l’attenzione sulle frequentazioni e alleanze politiche del primo cittadino, produce strani effetti persino sul quotidiano storico dei veronesi, da sempre schierato dalla parte dei “potentati” cittadini. Stavolta neanche “L’Arena” può esimersi dal pubblicare notizie e interviste che smentiscono le dichiarazioni di chi intende minimizzare l’accaduto o escludere la matrice politica.
Il 7 maggio il quotidiano dedica nove pagine al delitto Tommasoli, dieci con quella delle “Lettere”. A p. 7 troviamo la notizia della seduta straordinaria del Consiglio comunale e della manifestazione silenziosa previste per il giorno successivo, con la richiesta al sindaco del presidente dell’assemblea Pieralfonso Fratta Pasini (Fi) di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Nicola Tommasoli. Il Fratta Pasini, collega di partito delll’ex sindaca Michela Sironi (2 mandati, 1994-1998 e 1998-2002), la prima a sdoganare i fascisti nelle istituzioni comunali, ci tiene a far sapere di voler mantenere “il profilo istituzionale di questo Consiglio straordinario, non entrando nel merito delle polemiche politiche …”. Polemiche peraltro già in atto, visto che il capogruppo dei Comunisti italiani, Graziano Perini, si è rifiutato di sottoscrivere il documento comune contro la violenza firmato da tutti i consiglieri comunali. Non bastasse, a p. 10 c’è un’intervista con un ragazzo massacrato dai fascistelli un anno prima in centro storico, che denuncia come i suoi aggressori siano ancora in giro “da un bar all’altro in cerca di risse”, tanto che lo stesso giornalista è costretto a rintuzzare il commento del sindaco Tosi sull’aggressione a Tommasoli “è un caso isolato”, ricordando le decine di pestaggi avvenuti in città nell’ultimo anno e mezzo e l’allarmante rapporto del Viminale (marzo 2007) sull’estremismo politico a Verona, in cui veniva scritto chiaro e tondo che i gruppi dell’ultradestra avevano intensificato le iniziative di impronta razzista.
Il procuratore Guido Papalìa, che aveva già parlato di una “nuova area dell’estrema destra disomogenea che si è aggregata spontaneamente” (L’Arena, 5 maggio 2008), rincara la dose parlando di “matrice nazifascista” del delitto; secondo il magistrato, passato alla storia della città non solo per aver condotto tante scomode inchieste ma anche per essere stato prematuramente “sepolto” in una aiuola di piazza Bra durante la manifestazione che la Lega organizzò nel 2005 proprio per “difendere” i suoi militanti accusati di violazione della legge Mancino in relazione alla campagna del 2001 “contro gli zingari”, dall’ideologia nazifascista questi ragazzi hanno preso “la caratteristica razzista, nel senso che si è voluto colpire il diverso. Ma non solo il diverso per razza, bensì il diverso perché si comporta in modo diverso, la pensa diversamente, perché ha un atteggiamento diverso, si veste in modo diverso e secondo questa ideologia non può convivere nel centro storico della mia città. Sono scuse per colpire chi non è omologabile a me”. Chi ha orecchie per intendere intenda. Non è il caso di un certo numero di esponenti politici, dai prudentissimi Pd che fanno sapere di non voler strumentalizzare politicamente la vicenda ma invitano il sindaco Tosi a “smarcarsi definitivamente da certe forze” (Stefania Sartori, capogruppo Pd in consiglio comunale) allo stesso Tosi, che, oltre a prendersela con Perini, reo di “strumentalizzazione politica”, si produce a p. 15 in un’imbarazzante intervista. Prima invoca per le persone coinvolte nel pestaggio “una condanna durissima e pesantissima”, poi, quando gli viene ricordato (durante la trasmissione radio “Unomattina”) che i giovani fermati sono indicati come vicini alla destra più estrema, ricorda che lo stesso procuratore capo (!) ha detto che non facevano parte di un partito organizzato, sono dei disgraziati, tra l’altro non sono neanche di Verona, ma della provincia”. Dopo essersela presa con Paolo Ferrero (Prc, ministro uscente) per “l’uso fatto del tragico e brutale assassinio di Nicola Tommasoli” dichiara che tale uso “assomiglia molto alla richiesta della sigaretta fatta dal branco alla povera vittima: un puro pretesto per massacrare mediaticamente la città”. E poi avanti tutta con il “caso Marsiglia”, il professore di origine ebraica che denunciò falsamente di essere stato picchiato, mettendo la città sotto una luce ingiustamente negativa, il “disagio giovanile e l’emergenza educativa” e, infine, la replica al consigliere regionale Franco Bonfante (Pd), reo di ricordare la visita fatta da Tosi nel 2005, insieme ad Andrea Miglioranzi e Federico Bricolo, ad altri cinque giovani di estrema destra, in carcere in attesa di giudizio per il pestaggio e l’accoltellamento di Volto san Luca (2005, vedi Cronologia). Da questo momento in poi la posizione del sindaco Tosi e dei suoi sodali resterà inalterata. Verona e la sua fama di “città dell’amore” va difesa a tutti i costi e nonostante qualsiasi evidenza. Quindi nonostante la costituzione di parte civile del Comune di Verona al processo Tommasoli e la richiesta di 150mila euro di risarcimento per i danni patiti dall’immagine della città (il tribunale fisserà la cifra a 50mila euro), nonostante il successivo pestaggio di Francesca Ambrosi da parte dei soliti “disgraziati” della Curva, nonostante i raid in Veronetta di Marcello Ruffo (CasaPound e Lista Tosi) , nonostante l’approvazione in consiglio comunale di ordini del giorno ributtanti come quello proposto da Zelger sul “numero verde” per denunciare chi parla di “gender” nelle scuole.
Nonostante tutto Flavio Tosi, convenientemente aggiustato dal suo addetto stampa, partecipa a miriadi di talk-show sulle tv nazionali, dove fa la parte del gigione di famiglia, tanto amante del calcio ma in fondo dotato del tipico buonsenso della casalinga veneta. Del resto, non è il solo. La città ha dimenticato, la città dimentica in fretta.
Ma c’è ancora chi la memoria la coltiva, e sono gli estremisti tanto invisi a Tosi e ai suoi, quelli che Vittorio Di Dio vorrebbe fossero “sistemati” per la strada, gli unici che tutti gli anni, da quel 30 aprile 2008, organizzano manifestazioni, presidi, spettacoli teatrali (tra i tanti ricordiamo “Verona caput fasci” scritto e interpretato da Elio Germano ed Elena Vanni), reading, invitano madri di altri ragazzi uccisi dalla violenza di destra, intellettuali, esponenti politici, musicisti per ricordare Nicola.
Nicola, poteva essere qualsiasi di noi.
Il testo è tratto dal dossier “A Verona tutta l’erba è (s) fascio. Dossier sugli accadimenti veronesi dal 2001 al 2014” A cura di: Assemblea 25 Ottobre. https://kollettivoautonomoantifascista.noblogs.org/files/2015/07/Dossier-Verona-Corretto.pdf
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gardanotizie · 5 years ago
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Lonato del Garda compie un nuovo passo avanti nel futuro. È stato inaugurato questa mattina (13 dicembre 2019) il Laboratorio territoriale per l’occupabilità dell’I.I.S “L. Cerebotani”, frutto di quattro anni di lavori e di una proficua collaborazione pubblico-privata, che vede coinvolti scuole, istituzioni, aziende e associazioni di categoria.
Il laboratorio è nato grazie a un finanziamento del Miur (Ministero istruzione, università e ricerca) e di istituzioni e imprese pubbliche e private, che hanno consentito la realizzazione di una struttura aperta al territorio, dove la scuola è in stretto rapporto con la nuova filiera della formazione. Qui il futuro è di casa: si punta sulla meccatronica, la ricerca, l’elettronica digitale, l’automazione e coniugando insieme innovazione, istruzione ed inclusione.
Il nuovo laboratorio dell’Istituto “Cerebotani”, scuola capofila della rete di scuole, enti e aziende del territorio bresciano, nasce con la finalità di realizzare uno spazio all’avanguardia, dotato di attrezzature avanzate che permettano di sperimentare alcune tecnologie abilitanti dell’industria 4.0. L’investimento in macchinari e attrezzature ammonta a circa 500mila euro, su un milione di valore complessivo dell’opera.
Nei 250 mq complessivi, organizzati come un “open-space”, troviamo una zona allestita a laboratorio CAD e CAM, un’altra con un’isola di lavoro dotata di macchina CNC multifunzione a cinque assi, un nastro trasportatore a pallet dotato di sistema di controllo e di tracciamento RFID, 3 robot collaborativi dedicati a diversi compiti (asservimento CNC, operazioni di assemblaggio, controllo qualità), sistemi di visione, attrezzatura didattica per l’automazione, visori per la realtà virtuale, sensoristica per la sicurezza di tutta l’isola, sistemi di monitoraggio, interfacce uomo-macchina. Si va dalla progettazione alla produzione, allo stoccaggio. C’è anche un’aula multimediale dotata di monitor-tv-proiettore interattivo, proiettore su telo, notebook convertibili, rete cablata e wireless.
L’aula è pensata come un ambiente ricco di risorse, tecnologiche e non solo, ricomponibile in molte configurazioni in base ai bisogni del momento e dunque modulare, policentrico, nel quale la lezione frontale è solo una piccola parte dell’azione didattica, per lasciare spazio ai processi collaborativi, di brain storming, ricerca, peer-teaching, rielaborazione, presentazione.
Non sono stati sottovalutati gli aspetti del comfort e dell’accoglienza come elementi fondamentali per vivere in modo positivo l’esperienza di apprendimento, pertanto gli arredi sono di tipo flessibile con la possibilità di riorganizzare l’aula in base ai diversi approcci metodologici. Sarà un nuovo ambiente per l’apprendimento che offrirà spazi di formazione innovativi, con un metodo di insegnamento più efficace e collegato al mondo del lavoro, con sperimentazioni e un alto valore sociale. La scuola si apre ancora di più al territorio e guarda al futuro; un futuro dove l’ITS è e sarà sempre più una scelta formativa di qualità, come hanno sottolineato nei loro diversi interventi le autorità presenti alla cerimonia inaugurale: gli assessori regionali all’Istruzione Melania Rizzoli e allo Sviluppo economico Alessandro Mattinzoli, il sindaco di Lonato Roberto Tardani, il presidente di AIB e del Gruppo Feralpi Giuseppe Pasini, il dirigente di UISP Brescia Giuseppe Alfredo Bonelli, il delegato dell’Università Statale di Brescia Rodolfo Faglia, il direttore della Fondazione ITS Lombardia Meccatronica Raffaele Crippa, i dirigenti scolastici Stefania Battaglia e Vincenzo Falco, e i professori che hanno seguito il progetto Giovanni Maria Fusco e Fabrizio Facchinetti.
«Ci abbiamo creduto tanto, abbiamo collaborato e abbiamo ottenuto un risultato importante – ha dichiarato il primo cittadino Roberto Tardani –. È grazie a tutti, ai dirigenti scolastici e alle aziende, se oggi siamo qui. Oggi rafforziamo la collaborazione tra scuola, comune e territorio per il futuro dei cittadini».
Questo laboratorio è un progetto di rilevo non solo sul territorio, ma in Italia, e rappresenta, come hanno rimarcato gli assessori regionali Rizzoli e Mattinzoli, «la parte buona dell’Italia, quella che sa fare bene e funziona».
Partecipando nel 2015 al bando nazionale del Miur per il Laboratori territoriali dell’occupabilità, il progetto lonatese si era classificato secondo in Lombardia e rientrava nei 58 selezionati e finanziati sul territorio nazionale. Nella provincia di Brescia questo è l’unico laboratorio finanziato, con 750mila euro da parte del Miur e circa 300mila euro di fondi comunali (che si traducono in terreno, progettazione, utenze e servizi pagati per dieci anni); la scuola ha investito circa 50mila euro, per un investimento totale di oltre un milione di euro a beneficio di giovani, imprese, cittadini e territorio. Varie aziende locali hanno contribuito al progetto con donazioni e formazione. La prima pietra era stata posata il 13 dicembre 2016.
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Inaugurato il nuovo Laboratorio territoriale per l’occupabilità, un’eccellenza in provincia Lonato del Garda compie un nuovo passo avanti nel futuro. È stato inaugurato questa mattina (13 dicembre 2019) il…
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goolemnet-blog · 6 years ago
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La biblioteca Isimbardi si arricchisce ancora
La biblioteca Isimbardi si arricchisce ancora
Il Codice civile di Napoleone il grande col confronto delle leggi romane (1809), Corografia d’Italia (1854), diversi volumi del Monitore dei tribunali pubblicati negli ultimi decenni dell’800, il Vocabolario italiano-latino compilato dall’abate Giuseppe Pasini(1849), sono solo alcuni dei volumi e dei testi di notevole valore (rarissimi codici, dizionari e vocabolari dell’Ottocento, volumi…
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momentonerd · 3 years ago
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LAVORI IN CORSO Dal mese di novembre entriamo ufficialmente nel nostro sessantesimo anno di pubblicazioni e, per i prossimi 12 mesi, tutte le nostre copertine avranno uno speciale logo celebrativo realizzato da Nicoletta Gomboli. Dei festeggiamenti per questo importante traguardo vi parleremo man mano nel corso dell'anno, ora invece vediamo insieme le prossime uscite in edicola. 💀 L'inedito di novembre,“Vincitori e vinti”, è ambientato all'interno di un casinò, un luogo dove le probabilità e il loro calcolo sono fondamentali per vincere, ma anche dove il caso può scombinare in qualsiasi momento anche il piano più efficace e ribaltare del tutto la situazione, come avrà modo di scoprire Diabolik. I disegni sono di Antonio Muscatiello, mentre il soggetto è di Mario Gomboli e Andrea Pasini e la sceneggiatura di Roberto Altariva. Allegato all’inedito di novembre trovate anche il Kalendario 2022 che presenterà 13 illustrazioni inedite, realizzate ciascuna da un nostro diverso disegnatore, per iniziare in bellezza i festeggiamenti per il nostro sessantesimo. Vi consigliamo di prenotarlo subito presso la vostra edicola di fiducia, oppure potrete acquistarlo a partire dal 1° novembre anche sul nostro sito. Vi ricordiamo che l'albo sarà distribuito in edicola anche singolarmente. Del Kalendario è prevista una versione variant, ma ve ne parleremo a novembre: non perdete i nostri post, la prossima settimana sarà ricca di novità! 💀 Abbiamo da poco pubblicato l'anteprima della cover dell'albo di dicembre, “Come per magia”, e molti di voi hanno giustamente notato l'esuberante bionda nella retro. I lettori Martin Mystère avranno subito riconosciuto Angie che avrà un piccolo cameo in questa storia, ma non sarà l'unico omaggio fatto ad Alfredo Castelli. Come fa intendere il titolo, la storia ruota attorno al mondo della magia e dell'illusionismo, arte in cui Diabolik è maestro. I disegni sono di Giuseppe Di Bernardo, la sceneggiatura di Rosalia Finocchiaro e Andrea Pasini, da un soggetto firmato Pasini/Gomboli. Dicembre sarà anche il mese dell’attesissimo film “Diabolik” dei Manetti bros. in molti ci avete chiesto se sono previste delle uscite speciali collegate al film, — view on Instagram https://ift.tt/3BiCh3B
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tmnotizie · 6 years ago
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SAN BENEDETTO – Sabato 22 dicembre  2018 alle ore 21 sarà possibile assistere, presso il Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, all’Opera “La Bohème”.
Il capolavoro di Puccini è già stato in precedenza eseguito in città: nel 1933 presso il Teatro Virginia (all’epoca collocato nell’attuale complesso dei Padri Sacramentini); nel 1947 presso il Teatro Concordia; nel 1967 quando  fu messo in scena  dalla compagnia d’opera viaggiante “Carro Tespi”; infine nel 2011 sempre al il Teatro Concordia, in una versione accompagnata al pianoforte.
Un’Opera questa tra le più eseguite al mondo: nel periodo 2017/2018 risulta quarta con 120 produzioni e 596 rappresentazioni (preceduta solo da Traviata di Verdi con 197 produzioni e 861 rappresentazioni, Carmen di Bizet con 162 produzioni e 702 rappresentazioni ed il Flauto Magico di Mozart con 110 produzioni e 659 rappresentazioni – tranne l’ultima Opera tutte sono state recentemente rappresentate nella nostra città per iniziativa dell’Assessorato alla Cultura e dell’Istituzione Vivaldi).
La Bohème, che si divide in quattro quadri, fu  composta da Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica; l’autore iniziò la sua creazione a trentacinque anni, nel 1893, quando era già l’astro nascente del melodramma italiano, successore designato di Verdi, acclamato in tutta Europa per la sua Manon Lescaut. Essa è tratta dal romanzo d’appendice “Scènes de la vie de bohème” di Henri Murger.
Per completare il lavoro Puccini impiegò tre anni passati fra Milano, Torre del Lago e la Villa del Castellaccio vicino Uzzano, messa a disposizione dal conte Orsi Bertolini. Qui completò il secondo e terzo atto, come da lui annotato con una scritta rimasta sui muri della villa.  L’orchestrazione della partitura procedette invece speditamente e fu completata una sera di fine novembre del 1895.
 Meno di due mesi dopo, il 1º febbraio 1896, fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, dai cantanti Evan Gorga, Cesira Ferrani, Antonio Pini Corsi, Camilla Pasini e Michele Mazzara, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini, con buon successo di pubblico, mentre la critica ufficiale, dimostratasi all’inizio piuttosto ostile, dovette presto allinearsi ai generali consensi. La versione finale invece venne messa in opera per la prima volta al Grande di Brescia, riscuotendo tanti applausi da far tremare le pareti di scena.
Il dramma lirico racconta la vita e le storie d’amore di giovani artisti poveri che a Parigi, in una misera soffitta, conducono una vita gaia e terribile: la “bohéme”.  Siamo nel 1830 circa ed i soldi mancano quasi sempre, spesso si digiuna, ma la gioventù e la spensieratezza aiutano a superare molti ostacoli. Nell’opera si dipanano le storie d’amore fra Marcello e Musetta e fra Rodolfo e Mimi concludendosi con la morte di quest’ultima.
La rappresentazione al Concordia è proposta a prezzi popolari: 10 euro il biglietto, con prevendita presso il Caffè Florian in viale Secondo Moretti 74 (centro di San Benedetto del Tronto), l’Istituto Vivaldi (info cell. 3332640523), online su circuito Ciao Tickets (info cell. 3924450125) e nei seguenti Punti Vendita di zona:
  San Benedetto del  Tronto: Smokeshop, via Fiscaletti 16; Pasubio, via Pasubio 60; L’Isola del Tesoro, via Gabrielli 114; Mare,  via del Mare 224; Amarcord, via Ponchielli 13; Quadrifoglio, via Colleoni 5/B. Grottammare: Marchionni, via Ischia Prima 97; Nonno Lele, Piazza Carducci 10; Angel, via Bernini 62; Papa, via Rosselli 147.Cupra Marittima: Marinucci, Corso V.Emanuele 80. Acquaviva Picena: La Vespa d’Oro, via Roma 33/B.
Centobuchi: L’edicola del King, viale De Gasperi 231. Castel di Lama: Lori, zona Industriale Campolungo.Ascoli Piceno: Sogni Rock’n Roll, via del Commercio 52; Caffè del Duca, via Rozzi 13; Danese, corso Mazzini 223. Porto San Giorgio: Mascitelli, via Costa 270; Monterubbianesi. Corso Garibaldi 147; Lanciotti, via Foscolo 19; Mingus Dischi, via Buozzi 33. Martinsicuro: Cucala, lungomare Europa 70; Felice, via Roma 129.
Alba Adriatica: Erre Disco Erre, via Nazionale Adriatica 74; La Totoricevitoria, via Duca D’Aosta 44. Giulianova: Erre Disco Effe, via Nievo 21; American Bar, via Migliori 82.
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