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Subacquea Zero Barriere: un grande evento inclusivo ad Alessandria. Domenica 24 novembre: la magia dell’acqua per tutti
Ad Alessandria, presso la piscina della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato, si terrà domenica 24 novembre 2024 l’evento gratuito e inclusivo Subacquea Zero Barriere HSA, organizzato da HSA Italia.
Ad Alessandria, presso la piscina della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato, si terrà domenica 24 novembre 2024 l’evento gratuito e inclusivo Subacquea Zero Barriere HSA, organizzato da HSA Italia. Saranno oltre 25 le persone con disabilità che si tufferanno per sperimentare nuoto, snorkeling e subacquea. Questo appuntamento straordinario mira a rendere accessibile a tutti la bellezza…
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31 dic 2020 12:06
DIO È MORTO E NON INTERESSA A NESSUNO - SOLO 75 ITALIANI SU 100 CREDONO IN UN "ESSERE SUPERIORE" (PRIMA ERANO 82) - IL SOCIOLOGO FRANCO GARELLI: "NEGLI ULTIMI 25 ANNI I NON CREDENTI SONO CRESCIUTI DEL 30%, MENTRE LE ALTRE FEDI SONO PASSATE DAL 2 ALL'8%. È UN CATTOLICESIMO STANCO. PREVALE UNA RELIGIOSITÀ FAI DA TE E SI RICORRE ALLA CHIESA NEI MOMENTI CLOU DELL'ESISTENZA. INFATTI CON LA PANDEMIA IL 20% HA DICHIARATO DI PREGARE DI PIÙ"
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Stefano Lorenzetto per il "Corriere della Sera"
Nell'ultimo quarto di secolo l'Italia si è allontanata da Dio. Solo 75 cittadini su 100 credono nell' esistenza di un «Essere superiore», prima erano 82; solo 65 pensano che la religione aiuti a trovare il senso profondo della vita, prima erano 80; solo 22 non mancano mai alla messa domenicale, prima erano 30. E poi 38 sono dubbiosi, prima erano 30; 23 ritengono che la fede riguardi le persone più ingenue e sprovvedute, prima erano 5; 76 si dichiarano cattolici, prima erano 88; 30 si ritengono attivi nell' apostolato, prima erano 41.
Il sociologo Franco Garelli ha l'hobby della fotografia. Ama immortalare i volti. «Se andassi allo stadio, guarderei più i tifosi che i gol», dice. Il ritratto uscito dalla sua indagine Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell'Italia incerta di Dio (Il Mulino) è talmente dettagliato che la Cei ha deciso di contribuirvi con 100.000 euro, un parziale rimborso ai ricercatori coinvolti.
Anche se molte immagini restano nel cassetto. Per esempio, durante la messa nella chiesa della Gran Madre di Dio, a Torino, Garelli si è accorto che uno dei presenti registrava l' omelia di don Paolo Fini, parroco di frontiera applaudito anche per gli strali lanciati contro il sindaco Chiara Appendino. «Alla fine una signora s' è avvicinata al fedele e gli ha chiesto: "Scusi, ma perché usa il magnetofono?". L'altro ha risposto: "Così poi a casa riascolto e medito". E l'anziana: "Ah, non lo fa per cambiare vita!"».
Una condizione che riguarda il Paese.
«Negli ultimi 25 anni i non credenti sono cresciuti del 30%, mentre le altre fedi sono passate dal 2 all' 8%. È un cattolicesimo stanco. Già nel 1998 il cardinale Carlo Maria Martini distingueva i cristiani in quattro gruppi: della linfa, del tronco, della corteccia, del muschio. I primi, convinti e attivi, rappresentano il 22%; i secondi, non sempre attivi, il 30%; i terzi, attaccati all' albero per tradizione e cultura, sono la maggioranza, il 44%. Infine vi è un 4% di critici che si riconoscono soltanto in alcune idee del cattolicesimo».
Comunque c'è l'avanzata degli atei.
«Ma non come in altri Paesi, dove ormai costituiscono la metà della popolazione. Da noi prevale una religiosità fai da te e si ricorre alla Chiesa nei momenti clou dell' esistenza. Fatto curioso, perché non viviamo più in un mondo di destino bensì in un mondo di scelte».
Che cos' è accaduto negli ultimi cinque lustri per giustificare questa situazione?
«È diminuita la pratica religiosa. I riti sono ritenuti facoltativi. La preghiera assidua, che un tempo coinvolgeva il 60% della popolazione, oggi riguarda il 40%».
Lei è cattolico, giusto?
«Da bambino servivo messa. Fui ricevuto in udienza a Castel Gandolfo da Giovanni Paolo II nel 1996. Trascinava i piedi con una tenacia incredibile. E quei due occhi... Folgoranti. Il sacro fragile».
Lo chiedo al cattolico: si può essere credenti senza messa e senza preghiera?
«Come nutri la fede? C'è un cammino di ricerca o non c'è nulla? Oggi il bisogno religioso è più un'intenzione che un' esperienza, questo ci dice l'indagine».
Però non mi ha risposto.
«Un cristiano va a messa e prega, certo. Ma le persone danno molta più rilevanza alla condizione soggettiva».
Per loro la messa è un rito ripetitivo.
«È il limite della religione di maggioranza. Basterebbe cercare la temperatura alta nelle parrocchie di elezione, nei luoghi di riflessione, carità, volontariato».
Avete interpellato più di 3.200 persone tra i 18 e gli 80 anni. Gli italiani in questa fascia di età sono 42 milioni. Un campione dello 0,0076% è rappresentativo?
«Dal punto di vista statistico è un valore elevatissimo. Potevamo sceglierne appena 500, come fanno altri. Con l'Ipsos ho deciso di tenere i numeri molto alti per identificare meglio i sottogruppi».
Tanto poi, come mi raccontò Antonio Golini, docente di demografia, «serve sempre "una manaccia" che combini i dati e dia loro robustezza», così sosteneva il suo maestro, Giuseppe Pompilj, che insegnava calcolo delle probabilità.
«Il compianto cardinale Anastasio Ballestrero, arcivescovo di Torino, veniva alle mie conferenze. Ero fortunato a non annoiarlo: altrove a metà relazione si metteva a sfogliare un giornale. Alla fine si complimentava con me: "Bravo! Solo che per voi sociologi è tutto facile. Quando un dato non vi piace, lo correggete". C'è chi sostiene che la Chiesa non teme le statistiche, ma fa di tutto per cambiarle».
Quanto è durata l'indagine?
«Un anno e mezzo, lavorandoci in tre».
Non desta sospetto che a finanziarla sia stata la Conferenza episcopale?
«Capisco l'obiezione, ma l' aiuto di enti o fondazioni è prassi comune. Il vescovo Nunzio Galantino, all'epoca segretario della Cei, l'ha vista come una sfida. Alla fine non era affatto meravigliato dai dati. I preti stessi mi descrivono una situazione persino peggiore di quella emersa».
Tre quarti degli italiani credono. Allora perché quel titolo, «Gente di poca fede», che riecheggia un'ammonizione di Gesù nel Vangelo di Luca?
«Non è uno stigma. Segnala semplicemente che nelle religioni oggi prevale più un'attenzione culturale che spirituale. C'è un dato significativo: il 69% ritiene che non sia anacronistico credere in Dio. Non esiste un muro a separarci dalla fede. La chiamerei accettazione della biodiversità religiosa. Difficile scorgere in giro non credenti granitici».
È ciò che mi disse 15 anni fa monsignor Gianfranco Ravasi: «Mancano gli atei autentici, per i quali non credere, alla Nietzsche, o anche seguire la via del male, alla Sartre, era pur sempre una scelta lacerante, sofferta».
«Chi crede sa che è faticoso credere. Chi non crede sa che è faticoso non credere. Un riconoscimento reciproco».
Fin dalla seconda riga del suo saggio lei pone l'accento sulla crescita dell' ateismo e dell' agnosticismo tra i giovani.
«Fra i 18 e i 34 anni si riscontra la quota più alta, dal 35 al 40%, di coloro che si dichiarano senza Dio, senza preghiera, senza culto, senza vita spirituale».
Non credono in Dio, però fra di loro le bestemmie sono diventate interiezioni.
«Un modo per far colpo, accentuare le differenze, dichiararsi al di sopra delle regole. Sono esasperazioni della generazione "senza", in larga parte anche senza lavoro e senza prospettive di futuro».
Questo, secondo lei, «getta una luce sinistra sulle sorti del cristianesimo».
«Si guardi attorno: è una Chiesa stanca, composta più da corpi lenti che da corpi freschi e tatuati, più da teste bianche o calve che da teste folte o rasate. Le liturgie del clero anziano sono in sintonia con gli adagi della vita anziché con gli allegri. Ma se i preti inventano proposte vivaci, i giovani impegnati arrivano».
I matrimoni con rito religioso a partire dal 2018 risultano meno di quelli celebrati in Comune. Sono circa il 50%, mentre negli anni Novanta erano l' 80%.
«È la crisi del matrimonio tout court, aggravata dal prurito verso qualsivoglia impegno pubblico. Si pensa che sia sufficiente suggellare il vincolo in privato».
Il 46% degli intervistati è contrario all'8 per mille alla Chiesa cattolica.
«Un dato inedito, acuito dalla crisi del welfare. Si accusa la Chiesa di essere ricca e si vorrebbe che lo Stato destinasse questo miliardo di gettito ad altri bisogni. In compenso 50 su 100 sono favorevoli all' ora di religione a scuola e 70 su 100 al crocifisso negli uffici pubblici».
E 40 su 100 sono «cattolici culturali».
«Il gruppo cresciuto di più negli ultimi 20 anni. Anziché tagliare il cordone ombelicale, si mettono in stand by. Ma se individuano una figura significativa, si attivano. Sono stato preside nella facoltà che fu di Norberto Bobbio e fra i doveri di rappresentanza vi erano i funerali, ai quali talvolta arrivavo in ritardo. Finivo così tra il popolo delle colonne, in fondo alla chiesa. E lì trovavo facce non proprio da sacrestia che all' omelia mi stupivano: "Zitto, fammi ascoltare"».
Solo il 20% degli italiani nega la liceità morale dell' aborto in qualsiasi caso.
«L' 83% lo accetta se vi sono gravi rischi per la salute della madre, il 78% se sussistono probabilità di malformazioni, il 70% se la gravidanza è conseguenza di uno stupro. Il diritto all' obiezione di coscienza del personale medico, riconosciuto dal 59% dieci anni fa, ora è ammesso solo dal 36%».
Il 63% è favorevole all' eutanasia.
«Una percentuale raddoppiata e assai vistosa, considerato che 76 su 100 si dichiarano cattolici. Un segno dei tempi. Significa che la questione interpella nell' intimo le persone, le famiglie. Prevale invece la cautela su altre frontiere della bioetica, come l' utero in affitto, accettato solo dal 20% del campione».
L' eclissi del sacro non sarà uno dei tanti malesseri provocati dal benessere?
«Senz'altro. Eppure, come 25 anni fa, 60 su 100 sentono che Dio li protegge».
La secolarizzazione deriva da 75 anni di pace? Il vescovo castrense Angelo Bartolomasi pronunciò nel 1915 una frase oggi attribuita per errore a Marcello Marchesi: «In trincea non ci sono atei».
«Siamo in guerra contro la pandemia. Ho svolto un' altra indagine a fine marzo: il 20% ha dichiarato che prega di più».
La sua fede non ha mai vacillato?
«Peter Berger avrebbe detto che è ricca di dubbi. Però mi apre vasti orizzonti».
All' Università di Torino era rispettato?
«Sono allievo di un grande laico, Luciano Gallino, che dopo la tesi di laurea su giovani e religione m' invitò a rimanere al suo fianco. Gli obiettai: ma qui si studia la lotta di classe. E lui mi rispose: "Vedrà che fra qualche anno i suoi temi diventeranno di stretta attualità"».
Dove si sente d' essere più vicino a Dio?
«In montagna, a Mandriou, sopra Champoluc. Lì il tempo è scandito da una meridiana del Settecento che reca questa scritta: "Je decline vers l' éternité"».
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Non sono stato all'altezza di molte cose in vita mia. Quando l'Angelica (la mia mamma) mi portò al campo di pallacanestro (una volta il “basket"era la "pallacanestro”), ma l'allenatore mi disse che ero troppo piccolo per la pallacanestro, insomma “non ero all'altezza”. Ma successe molte altre volte, per esempio quando mi sfuggì per un soffio la nomina a “chirichetto capo” da parte di Don Armando. Niente da fare, non suonavo il campanello al momento esatto, sempre un secondo prima o un secondo dopo il fatidico “…Fate questo in memoria di me��” A scuola non andava tanto diversamente: il Maestro Gianfranco Maini da Cameri, decise di non nominarmi capocalsse perché “non ero all'altezza”. Pazienza. Arrivò il tempo delle scuole medie dove dimostravo un certo talento per il disegno. Ci pensò il professor Scarenzi guardando con disgusto la mia pozzanghera di acquarello sul foglio da disegno per dirmi che “non ero all'altezza”. Anche al liceo artistico, quando il Professor Sebastiano Vassalli mi chiedeva se avessi voluto una domanda da quattro da cinque o da sei, ed io rispondevo timidamente “da sei”, lui mi guardava attraverso le spesse lenti degli occhiali e mi rispondeva : “lei non ne è all'altezza”. Anche all'università il professor Ernesto Bernareggi, dopo avermi chiesto quali re monetarono l'elettro (una strana lega di oro e argento), alla mia esauriente risposta “monetarono l'elettro i re del Bosforo Cimmerèo”, spiattelò davanti a me una microscopica cartina muta dell'Eurasia e mi chiese di indicare dove fosse il Bosforo; io indicai un punto sulla diafana cartina. Lui mi guardò e dopo avermi detto che era circa venti chilometri più a sud, aggiunse il fatidico: “lei non è all'altezza”. Non si contano le volte che non fui all'altezza di qualcosa durante il servizio militare, lì poi non ero mai all'altezza di niente (per fortuna). Anche in ufficio molto spesso, non mi sento all'altezza. Persino qui su Facebook, quando capita di scrivere qualche commento nelle pagine di qualche cervellone, ti fanno capire che “non sei all'altezza”. Adesso ci si mette anche Whatsapp. Basta aver letto male per non essere all'altezza, allora meglio ammetterlo.
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“Ma io non so morire”. L’ingiustificato oblio di Massimo Ferretti, un grande poeta senza padrini e senza patria
Massimo Ferretti (Chiaravalle 1935-Roma 1974) è stato uno scrittore laterale e lo rimane anche oggi, tanto che sulla sua opera è caduto un incredibile oblio, se si si eccettua l’encomiabile impegno critico di Massimo Raffaeli e un bel libro di Elisabetta Pigliapoco nato da una tesi di laurea. Questa rimozione è tanto più ingiustificabile se si pensa che si è verificata nelle stesse Marche, dove Ferretti è vissuto (specialmente a Jesi) e nonostante sia da considerare a tutti gli effetti un autore rilevante in ambito nazionale per ben tre opere che riscossero il successo della critica: la raccolta poetica Allergia (Garzanti 1963, che ebbe una prima stesura non definitiva data alle stampe per la tipografia Civerchia di Jesi nel 1955); i romanzi Rodrigo (Garzanti 1963) e Il Gazzarra (Feltrinelli 1965). Ora, grazie all’editore Giometti & Antonello di Macerata, torna in libreria Allergia, con una nota critica degli editori e la prefazione che Massimo Raffaeli fece nel 1994 quando fu ripubblicato per i tipi della Marcos y Marcos. In più, in questa bella edizione, sono contenute delle lettere che Massimo Ferretti scrisse a Pier Paolo Pasolini, Antonio Porta, Carlo Antognini, Gianfranco Canestrari, tratte dal volume Lettere a Pier Paolo Pasolini e altri inediti, che si deve sempre a Massimo Raffaeli e al Centro culturale polivalente del Comune di Chiaravalle (1986).
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Ferretti ebbe rapporti epistolari con Nanni Balestrini e Alfredo Giuliani, pur non abbracciando idealmente il Gruppo 63. Frequentò, a Roma, Pasolini, Attilio Bertolucci ed Enzo Siciliano. Allergia vinse il Premio Viareggio, opera prima, nel 1963. Questi testi ci consegnano un poeta di una “originalità prepotente”, come ebbe a dire Pasolini (ma Ferretti non aveva padrini ed è difficilmente collocabile in una corrente letteraria, stretto nella morsa della tradizione e dello sperimentalismo), con un temperamento deciso, che si serve di una lirica impressionista più che melodica, che guarda al mondo attraverso gli occhi, i propri e quelli degli altri, come nei fulminanti versi In trattoria, dove si notano accostamenti categorici: “la commedia del mio viso”, “il sentimento della morte” (Massimo Ferretti soffriva di endocardite reumatica), “il furore e la timidezza”. “Il mio complesso è una tragedia antica: / devo scrivere e vorrei ballare”.
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Il poeta non nasconde la sua propensione all’attesa del tempo, ad una preghiera non sacerdotale, all’allergia per qualcosa di definitivo, optando per un rapporto di distanza, distonia e divaricazione, come nota Raffaeli, a partire dal pometto introduttivo Deoso. Qui traspira tutta l’inquietudine dell’uomo isolato (“squassato e malandato”), il fondamento di un��ottica mai doma, polemica, sensibile, coerente. “Guardate genti: tolgo dagli occhi miei / le oscure lenti della paura, / mia fatale, maledetta matrigna”. Deoso è lo spirito anarchico, mortifero, un pellegrino addolorato che si solleva dalla cripta e corre tra le colline e i boschi delle Marche, della valle dell’Esino, tra terre malsane, visionarie pianure, fantastici deserti, ghiacciai, foreste. Un fiero lottatore, coraggioso come Ulisse che circumnaviga la sua Itaca e non l’abbandona, né di giorno, né di notte, pur non facendovi ritorno.
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Pasolini riconobbe uno sperimentare attaccato alla vita, ma nella stessa lettera che Ferretti gli scrive di getto, replicando ad un appunto del suo mentore, sottolinea: “il desiderio di morire appartiene alla tua psicologia, alla mia è del tutto estraneo”. Ferretti è il portavoce di una vitalità contrapposta all’afflizione per le condizioni fisiche che si riversano inevitabilmente sulla poesia confessionale e consolatoria: “È inutile, ragazzo, pensare di correre se il cuore ha le valvole bruciate”; oppure: “Il male è che il sabato continua a fare il padrone e la domenica la serva avvilita”. Con un senso di ribellione per nulla contenuta il poeta erompe in questo modo: “Il mondo si scopre nel mondo: la vostra angoscia è la mia felicità”. Appaiono versi più rasserenanti, specie nella seconda sezione di Allergia dal titolo La croce copiativa, un poemetto sugli anni del secondo conflitto mondiale e i successivi, dal sapore agrodolce, tipico del cantastorie. Si fa strada il ricordo spezzettato, l’immagine come impressa sulla pellicola cinematografica dei viali, dei tigli, della brezza, così come degli aerei che scendevano bassi, di una suora pazza che abbracciava i conigli, dei calzoni a tubo e delle camicie americane. E ancora il cuore, centro motore del pensare e dell’agire, paragonato ad un tappeto verde, ad un metropolita, ad un vincitore, nonostante quel resistente, commovente “ma io non so morire”. La poesia di Massimo Ferretti, preludio al romanzo al quale approderà immediatamente dopo la pubblicazione di Allergia, ha una componente strutturale che vira spesso verso il racconto, ma mantiene la vocazione nitida del suono musicale, del ritmo orale. Ed è un vero e proprio canto fuori dal coro.
Alessandro Moscè
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JESI, 9 ottobre 2018 – Il volontariato e i giovani protagonisti dell’evento Volontarja, le strade del dono, in programma sabato 13 e domenica 14 ottobre in tre location diverse: il PalaTriccoli di via Tabano, il Palazzo dei Convegni di corso Matteotti e il Teatro Pergolesi di piazza della Repubblica.
“Se si sogna da soli è un sogno, ma se si sogna insieme è la realtà che comincia” è il proverbio africano che racchiude il senso di tutto questo impegno profuso e che imprime della sua forza evocativa il depliant di presentazione dell’appuntamento che «è un percorso di incontro avviato ormai da anni tra le associazioni di volontariato e il comune di Jesi» in collaborazione con Asp Ambito 9 e Fondazione Pergolesi Spontini.
«La figura del volontario è al centro – spiega l’assessore all’associazionismo e partecipazione, Paola Lenti – persone che si mettono al servizio degli altri in qualunque forma, in difesa dei valori fondamentali e della qualità della vita».
«Stavolta il nostro intento è anche quello di unire e farsi conoscere, lavorare insieme per cercare di rispondere ai bisogni della società arricchendoci nella condivisione. E spalancando una finestra ai giovani sul mondo del volontariato, far capire che ciascuno di noi può farsi dono mettendo a disposizione non solo le sue abilità, il suo tempo, le sue idee ma anche testimoniando con la propria presenza».
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Con lei, alla presentazione svoltasi stamattina nell’aula consiliare del Comune, anche Silvano Sbarbati, Simonetta Sbarbati del Csv, Centro servizi per il volontariato, Bruno Dottori, presidente Avis, Nunzia Toti, responsabile comunale dello sportello associazioni.
Apertura sabato alle 8 al palasport dove studenti delle quarte degli istituti superiori cittadini, circa 400, incontreranno i giovani delle associazioni di volontariato ognuno nei propri stand informativi.
Contemporaneamente – dalle 9.30 – a Palazzo dei Convegni, l’incontro – al quale saranno presenti anche alcuni studenti delle classi quinte superiori – La comunità che cura, moderato da un esperto, Alessando Fedeli, con gli interventi del senatore Edoardo Patriarca – in video -, che si sta occupando proprio della riforma del terzo settore ed è presidente del Cnv, Massimiliano Colombi, docente di sociologia dell’Istituto teologico marchigiano, Luigi Alici, professore ordinario di filosofia morale all’Unimc.
Volontarja Storie, domenica alle 17 al Teatro Pergolesi (ingresso gratuito sino a esaurimento dei posti disponibili), sarà il momento dove il volontario, il suo vissuto, le esperienze, saranno raccontati dal vivo in un confronto con la giornalista Beatrice Testadiferro e occasione per presentare alcuni video realizzati nell’ambito di Progetto giovani e istituzioni.
All’associazione Valvolare affidato un intervento musicale e chiusura con Opera H per la regia di Gianfranco Frelli. Seguirà un momento conviviale, per restare ancora tutti insieme, sempre in teatro, organizzato dall’Orto del Sorriso.
(p.n.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
JESI / “VOLONTARJA”, CON I GIOVANI SULLE STRADE DEL DONO JESI, 9 ottobre 2018 - Il volontariato e i giovani protagonisti dell'evento Volontarja, le strade del dono…
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Se hai meno di 40 anni puoi aprire gratis un ostello in una villa dello Stato
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Se hai meno di 40 anni puoi aprire gratis un ostello in una villa dello Stato
100 immobili pubblici, tra castelli, fortini, ex caserme, case cantoniere e palazzi storici, diventeranno un albergo per i turisti in viaggio in Italia a piedi o in bicicletta, lungo vie storiche come la Francigena o la Appia. L’Agenzia del Demanio mette a disposizione 43 proprietà dello Stato, a cui se ne aggiungono dieci dell’Anas e 50 di enti territoriali, come Comuni e Province a imprese, cooperative o associazioni che abbiano in mente progetti turistici per i viaggi “lenti” o i pellegrinaggi.
Gli imprenditori under 40 potranno averli gratis: osterie, alberghi, ostelli, ciclofficine, agenzie per la promozione del territorio, spa, botteghe di prodotti a chilometro zero o centri di assistenza o ambulatori. I 103 “tetti” per turisti fanno parte della prima tranche di immobili pubblici che il Demanio intende valorizzare, all’interno del nuovo programma Cammini e percorsi. Altri 100 arriveranno l’anno prossimo e altrettanti nel 2019.
La mappa degli itinerari coinvolti dal progetto dell’Agenzia del Demanio
Il turismo “dolce”, in bici o a piedi, è un turismo ricco a dispetto della frugalità di chi viaggia. Secondo uno studio della società di consulenza The European House Ambrosetti, nel 2012 il cicloturismo in Europa ha generato un fatturato di 44 miliardi di euro, attivato da 2 milioni di viaggi e 20 milioni di euro. La Germania ha catalizzato circa un quarto del giro d’affari complessivo (9 miliardi di euro). In Italia la provincia di Trento ha calcolato che i suoi 400 chilometri di piste ciclabili valgono 100 milioni di euro ogni anno per le casse dell’industria del turismo. Da questo dato, attraverso una proiezione matematica sui 17 chilometri di piste ciclabili lungo lo Stivale, lo studio Ambrosetti ha stimato che il cicloturismo potrebbe far guadagnare all’Italia 3,2 miliardi di euro.
È in aumento anche il turismo religioso, che ha controbilanciato il calo dei viaggi tradizionali, secondo Federturismo. “Con l’incremento del turismo a piedi è cresciuto anche il livello di organizzazione di tutto quello che gli ruota attorno”, osserva il presidente dell’associazione confindustriale, Gianfranco Battisti: “Dalla pianificazione dei cammini, alla loro promozione turistica, favorendo così un’opportunità di sviluppo sostenibile per le aree rurali solitamente dimenticate”.
C’è fame, quindi, di stimolare investimenti in questa area dell’ospitalità italiana. Per questo l’operazione del Demanio, insieme ai ministeri dei Trasporti e dei Beni culturali, rientra a pieno titolo nel piano strategico del turismo 2017-2022. L’obiettivo è attrezzare strade storiche del Belpaese, come la via Appia, la via Francigena, il Cammino di Francesco, quello di San Benetto o la ciclovia che da Venezia arriva a Torino. Al contempo, il Demanio riuscirà a mettere a frutto immobili pubblici in disuso, come ha già fatto con i fari o con grandi proprietà militari.
Sul mercato arrivano piccoli gioielli della storia dell’architettura italiana. Come il castelletto di San Mauro Torinese, paese adagiato sulle sponde del Po: un maniero edificato con lo stile eclettico dell’Ottocento, ricostruito nel Novecento, che non stonerebbe sullo sfondo di una scena di Games of Thrones o di Harry Potter. Andrà all’asta la Batteria Marco Polo, fuori Venezia, una struttura di difesa costruita dagli austriaci tra il 1832 e il 1842 per controllare la laguna. A Sagrado, nei pressi di Gorizia, sarà riaperto il Castello Alimonda, destinato nell’Ottocento all’elettroterapia, mentre nel Modenese potrà essere recuperata la torre medievale del Comune di Serramazzoni. A Recanati è messa al bando la fortezza del Trecento. Anche case cantoniere, scuole, colonie, caselli ferroviari, uffici postali, complessi di trulli o semplici villette, finiti nei patrimoni di Comuni ed enti pubblici, saranno assegnate alle nuove funzioni turistiche.
Gli immobili di Stato non saranno venduti, ma assegnati. I bandi prevedono una concessione gratuita di 9 anni (rinnovabili) a imprese, cooperative e associazioni “giovani” (ossia con soci per la maggior parte under 40), come recita il decreto legge Art Bonus. In alternativa la concessione può essere a pagamento, fino a 50 anni, per operatori che presentino progetti di intervento più strutturati. I bandi arriveranno in estate.
Per la tranche 2017 sono stati scelti immobili lungo via Francigena, Cammino di Francesco, Cammino di San Benedetto, via Appia e Appia Traiana, e lungo le ciclovie VenTo (680 chilometri da Venezia a Torino), Acqua (500 chilometri tra Campania, Basilica e Puglia) e ciclopista del Sole (3mila chilometri dal Brennero a Santa Teresa di Gallura). Il bando è stato esteso anche a sette itinerari locali, come il Cammino celeste, che si snoda tra Friuli Venezia-Giulia, Austria e Slovenia, la via Micaelica, che collega Roma al Monte San Angelo in Puglia, il Regio Tratturo Magno (tra Abruzzo, Molise e Puglia) o la via Lauretana da Assisi a Loreto.
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Palermo Host, Palermo Liberta’ e Palermo Leoni impegnati nel service distrettuale “Dalla prevenzione alla correzione”
Giorno 6 aprile i Lions dei Club Palermitani Host, Libertà e Leoni sono stati impegnati presso l’Istituto Professionale di Stato, Ernesto Ascione di Palermo di Borgo Nuovo per una intera giornata dedicata al Service distrettuale “DALLA PREVENZIONE ALLA CORREZIONE”.
La giornata fa seguito a quella del 7 marzo u.s. nella quale si è svolta una analoga manifestazione.
L’obiettivo del Progetto distrettuale consiste nel fornire gratuitamente lenti correttive a soggetti nel bisogno che non possono acquistarle, dopo aver effettuato visite oculistiche e ortottiche che ne determinino le caratteristiche.
La pratica realizzazione del Progetto passa attraverso la firma di un Protocollo di Intesa lo scorso 27 marzo, presso lo stesso Istituto Ascione, tra il Distretto Lions 108 Yb, rappresentato dal proprio Governatore Dottor Vincenzo Spata e la Regione Siciliana rappresentata dall’On.le Rosario Crocetta, Governatore della Regione Sicilia. Il documento rappresenta un impegno comune, cui hanno aderito l’Istituto E. Ascione – capofila della rete di Scuole professionali ad indirizzo ottico – rappresentato dalla Prof.ssa Rosaria Inguanta, l’Associazione Regionale Ottici, rappresentata dal Presidente Dott. Antonino Matranga e la Società Oftalmologica Siciliana, in rappresentanza dei medici oculisti, rappresentata dal Presidente Prof. Salvatore Cillino.
Le visite sono state eseguite con il contributo del Dr. Sergio Di Napoli, che ha partecipato personalmente e che ha anche coinvolto gli oculisti del Centro Diagnostico Oftalmico da lui diretto, e Tecnici Ortottici volontari nel grande laboratorio dell’Istituto dotato delle opportune apparecchiature e nei saloni attigui, messi a disposizione dalla Scuola. Gli Studenti optometristi – ottici, seguiti e coordinati dai professori hanno curato la scelta delle montature ed eseguito il montaggio delle lenti.
Le montature e le lenti sono state donate dalla Associazione Regionale Ottici.
Tanti i lions presenti con giacchetta gialla nelle due giornate; da Luigi Licata, organizzatore, nella qualità di Responsabile Distrettuale del Centenario coadiuvato da Marcello Vegna e Cristiano Raimondo, appartenenti al Club Lions Palermo Host di cui Marcello Vegna è Vice Presidente, Aldo Giglio e Mauro Fazio, rispettivamente Presidente e Vice Presidente del Lions Club Palermo Leoni, Giuseppe Battaglia e Rosalia Cinquemani, Presidente e Segretaria del Lions Club Palermo Libertà.
Presenti altri Officer Lions distrettuali e di club: i Past Governatori Gianfranco Amenta ed Amedeo Tullio e, in ordine alfabetico, Lillo Adamo, Francesco Bevilacqua, Stefano Carpino, Toti Cottone, Fabia Ferreri, Francesca Galletti, Fannì Gullo, Daniela Macaluso, Anna Occhino, Giusy Scaletta, Maria Pia Tajana, Enzo Traina, Marika Tutino, Luciano Valenti, Silvana Zoda, ed altri intervenuti.
Una giornata dedicata alla consegna degli occhiali è prevista, non appena gli studenti completeranno il montaggio delle lenti nella montatura scelta da ciascun soggetto bisognoso.
Aldo Giglio, Presidente L.C. Palermo Leoni
LC Palermo Host – LC Palermo Libertà – LC Palermo Leoni Palermo Host, Palermo Liberta’ e Palermo Leoni impegnati nel service distrettuale “Dalla prevenzione alla correzione” Giorno 6 aprile i Lions dei Club Palermitani Host, Libertà e Leoni sono stati impegnati presso l’Istituto Professionale di Stato, Ernesto Ascione di Palermo di Borgo Nuovo per una intera giornata dedicata al Service distrettuale “DALLA PREVENZIONE ALLA CORREZIONE”.
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Ottica Luciani - Campobasso Indirizzo Piazza Vittorio Emanuele, 51 Campobasso Telefono : 0874415249 Email: [email protected] Internet: /http://www.otticaluciani.it/ Ottica Luciani è a Campobasso Piazza cesare Battisti 18 087467398 Piazza Vittorio Emanuele 52 0874415249 Azienda fondata dal prof. Bruno Luciani, docente di Optometria presso l'istituto politecnico Keplero di Termoli, e consolidata poi dai figli Marco e Gianfranco Luciani, ottici optometristi, si è affermata presto sul mercato gia saturo di Campobasso, diventando una delle più grandi realtà del settore nel Molise. Particolarmente specializzata nella misurazione della vista e nell'applicazione delle lenti a contatto, si è dotata inoltre di un moderno e sofisticato laboratorio per il montaggio in proprio degli occhiali da vista.
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Progetto Lions per la vista : dalla prevenzione alla correzione- Protocollo d’intesa .
Nel nostro articolo del 7 marzo scorso, pubblicato su TuttoLionsSicilia, ci eravamo occupati della maratona oculistica/ortottica che, iniziata nei giorni precedenti, era continuata presso l’Istituto Professionale di Stato, Ernesto Ascione di Palermo con le visite da parte di oculisti e ortottici a giovani studenti indigenti, ai quali donare anche le lenti.
Oggi 27 marzo, siamo ritornati , per l’ incontro conclusivo, presso questo Istituto , per sottoscrivere, con un protocollo d’intesa, un impegno comune, , con la partecipazione del Governatore Dottor Vincenzo Spata, per il Lions Club International, dell’On.le Rosario Crocetta, Governatore della Regione Sicilia, rappresentato dal Dottor Ignazio Tozzo, Direttore Generale dell’Assessorato Salute, della Prof.ssa Rosaria Inguanta, Dirigente Scolastica dell’Istituto E. Ascione, del dottor Antonino Matranga, Presidente Associazione ottici di Palermo e del Prof. Salvatore Cillino, Presidente della Società Oftalmologica Siciliana, in rappresentanza dei medici oculisti.
Presenti in sala i PDG Prof. Gianfranco Amenta , Prof. Franco Amodeo e Prof. AmedeoTullio , docenti dell’Istituto, giovani discenti, officer distrettuali e di Club e soci Lions e Leo.
Ha introdotto i lavori la dott.ssa Rosalba Agliozzo, Cerimoniera Distrettuale, che ha presentato le Autorità Lionistiche e Civili e, dopo l’ascolto degli inni, magistralmente suonati da giovani studenti, ha letto gli “scopi” del Lionismo.
Quindi, per un breve indirizzo di saluto si sono avvicendati sul palco:
– La Prof.ssa Rosaria Inguanta, Dirigente Scolastica dell’Istituto, che unendosi ai ringraziamenti degli altri partecipanti, ha detto: “ oggi è una giornata speciale, viviamola insieme, nel segno della comunione.”
-L’Ing. Luigi Licata, delegato del Governatore , responsabile Distrettuale , ha illustrato ai presenti la genesi di questa iniziativa che, promossa dal Lions Club Palermo Host, ha avuto come partner, in questo territorio, i Club Palermo Leoni , presidente l’Ing. Aldo Giglio e Palermo Libertà Presieduto dal Dottor Giuseppe Battaglia, nell’ambito del progetto del centenario, del Distretto 108yb Sicilia, Governato dal Dottor Vincenzo Spata. Nella programmazione e organizzazione, egli è stato coadiuvato da altri officer distrettuali, come il Dottor Cristiano Raimondo e di club, come l’Avv.to Marcello Vegna, Vice presidente di Palermo Host.
L’obiettivo che ci si è prefisso , è quello di aderire alla campagna sulla vista (Sharing The Vision) e nel contempo celebrare il centenario attraverso il service. Progetto distrettuale questo, che , fortemente voluto dal Dottor Vincenzo Spata, Governatore del Distretto 108yb, è stato condiviso dall’Associazione dei Medici Oculisti, presidente Prof. Salvatore Cillino, dall’Associazione Ottici-Optometristi, presieduta dal Dottor Nino Matranga, dalle scuole con indirizzo Ottici, costituite in rete e di cui l’Ascione è capofila , rappresentate dalla Prof.ssa Rosaria Inguanta e dalla Regione Sicilia, rappresentata oggi dal Dottor Ignazio Tozzo e trova applicazione tramite i Club del nostro territorio. “Questo tema – ha detto – è un elemento portante per i Lions, che ne hanno fatto un obiettivo prioritario, ricercando attraverso il coinvolgimento della Comunità, di servire nel mondo in ogni anno sociale 200 milioni di persone”-.
Si è poi soffermato, facendo un breve excursus, sulla storia che parte dal 1925, con Helen Keller, con la crociata contro le tenebre e con la conquista della definizione di “Cavalieri dei non vedenti”.
Perciò il Service “Dalla Prevenzione alla Correzione” che ha “l’ importante obiettivo di far diventare i Lions, catalizzatori di processi che vedano nella mitigazione del bisogno la finalità prioritaria affinchè, attraverso queste iniziative , si possano modificare le condizioni delle categorie più esposte , con le quali siamo in contatto e delle quali percepiamo i bisogni.” – E ha concluso:- Dove c’è un bisogno c’è un Lions”.
-Il Prof. Salvatore Cillino, figlio dell’indimenticabile Lion Ing. Giovanni e Lion anch’egli per oltre vent’anni, ha raccontato d’aver più volte partecipato a nostri service; ha condiviso questa nostra iniziativa e la raccomanderà anche ai suoi colleghi di Palermo e di altre province.
-Il Dottor Nino Matranga, Presidente degli Ottici-Optometristi della Sicilia, ha detto che “questa è una iniziativa lodevole, perché gli occhiali sono importanti in quanto il corretto uso riduce incidenti sulle strade e sul lavoro”.
-La Prof.ssa Sara Inguanta, ha spiegato l’iter del progetto, nell’ambito della scuola: I ragazzi imparano come usare gli strumenti, anche sofisticati e diventano “Ottici”, frequentando i nostri laboratori. Essi sono entusiasti, perché sanno che così potranno essere inseriti nel sociale. Però ottico e oculista sono due figure che debbono collaborare e in tal senso ha pregato il Professore Cillino di favorire una interazione tra Università e Azienda, superando anche eventuali contrasti che possano sorgere nel settore.
-Il Dottor Ignazio Tozzo, Direttore Generale dell’Assessorato Salute, in rappresentanza del Presidente On.le Crocetta, assente per motivi istituzionali, ha costatato che i ragazzi sono attori di questo progetto e perciò questa iniziativa deve andare avanti nel sociale, per aiutare i soggetti più deboli. Grazie a tutti e complimenti ai Lions.
-L’intervento conclusivo è del Dottor Vincenzo Spata, Governatore Distrettuale:”Oggi è una giornata bellissima – ha detto –un anno importante, quello del centenario dell’Associazione. Affrontare questo tema , “Dalla prevenzione alla correzione”, ci riporta indietro nel tempo, al 1925, quando una sordo-cieca, Helen Keller, intervenendo ad una convention internazionale lanciò un invito ai Lions: “Diventate cavalieri dei non vedenti”. Essi fecero loro questo obiettivo e da novanta anni ci occupiamo di questo.” Ed ha concluso con una frase di Helen Keller:” Muoio dalla voglia di fare qualcosa di grande e di nobile, ma è un mio preciso dovere svolgere i piccoli compiti, che mi sono stati assegnati, come se fossero grandi e nobili ”.
La firma del protocollo d’intesa, tra i soggetti precitati, precedentemente letto dalla Cerimoniera Distrettuale ha concluso l’interessante mattinata.
Enzo Traina – Redattore Della Rivista Distrettuale Area Palermo
LC Palermo Leoni – LC Palermo Leoni – Palermo Libertà Progetto Lions per la vista : dalla prevenzione alla correzione- Protocollo d’intesa . Nel nostro articolo del 7 marzo scorso, pubblicato su TuttoLionsSicilia, ci eravamo occupati della maratona oculistica/ortottica che, iniziata nei giorni precedenti, era continuata presso l’Istituto Professionale di Stato, Ernesto Ascione di Palermo con le visite da parte di oculisti e ortottici a giovani studenti indigenti, ai quali donare anche le lenti.
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Progetto Lions per la vista : dalla prevenzione alla correzione.
Palermo 7 marzo 2017, è continuata anche oggi presso l’Istituto Professionale di Stato, Ernesto Ascione di Palermo, la maratona oculistica/ortottica iniziata nei giorni scorsi, promossa dai Lions Cub: Palermo Host, Palermo Leoni e Palermo Libertà, nell’ambito del progetto del centenario, del Distretto 108yb Sicilia, di cui è Governatore il Dottor Vincenzo Spata.
L’obiettivo è quello di aderire alla campagna sulla vista (Sharing The Vision) e nel contempo celebrare il centenario attraverso il service. Progetto distrettuale questo, che trova applicazione tramite i club del nostro territorio. Infatti, fino ad oggi, sono state eseguite in questo istituto, centoventi visite oculistiche e ortottiche, rispetto alle centosessanta programmate, a studenti indigenti, ai quali donare anche le lenti correttive.
Le visite, eseguite nel grande laboratorio dell’istituto e nei saloni attigui, messi a disposizione dalla Prof.ssa Rosaria Inguanta, vulcanica Preside dell’Ascione, che ha anche coordinato un notevole staff di professori e personale non docente, che hanno indirizzato i giovani verso gli oculisti e gli optometristi – ottici.
Insieme a loro tanti lions presenti che, con le nostre giacchette gialle, abbiamo formato una macchia di colore, che incuriosiva i giovani studenti, che ci guardavano, dapprima con curiosità e poi con simpatia, dopo avere appreso in cosa consistono l’obiettivo e l’azione dei Lions, esaustivamente spiegati da Luigi Licata, organizzatore principale, nella qualità di responsabile Distrettuale del centenario, coadiuvato da altri officer, distrettuali e di club: i Past Governatori Gianfranco Amenta ed Amedeo Tullio, Toti Cottone, Mauro Fazio, Lillo Adamo, Enzo Traina, Marika Tutino, Marcello Vegna, Aldo Giglio, Luciano Valenti, Giuseppe Battaglia, Francesca Galletti, Silvana Zoda, Anna Occhino, Daniela Macaluso, Stefano Carpino, Giusy Scaletta, Rosalia Cinquemani, Fabia Ferreri, Fannì Gullo ed altri intervenuti prima.
Domani continueranno ancora le visite e le consegne degli occhiali , mentre l’incontro conclusivo per sottoscrivere un impegno comune, è fissato per il 27 marzo p.v. , presso lo stesso Istituto Ascione e prevede la partecipazione del Governatore Dottor Vincenzo Spata, per il Lions Club International, dell’On.le Rosario Crocetta, Governatore della Regione Sicilia, della Prof.ssa Rosaria Inguanta, Dirigente Scolastica dell’Istituto E. Ascione, di Antonino Matranga, Presidente Associazione ottici di Palermo e del Prof. Salvatore Cillino, Presidente della Società Oftalmologica Siciliana, in rappresentanza dei medici oculisti.
Enzo Traina – Redattore della Rivista Distrettuale Area Palermo
LC Palermo Host, LC Palermo Leoni – Palermo Libertà Progetto Lions per la vista : dalla prevenzione alla correzione. Palermo 7 marzo 2017, è continuata anche oggi presso l’Istituto Professionale di Stato, Ernesto Ascione di Palermo, la maratona oculistica/ortottica iniziata nei giorni scorsi, promossa dai Lions Cub: Palermo Host, Palermo Leoni e Palermo Libertà, nell’ambito del progetto del centenario, del Distretto 108yb Sicilia, di cui è Governatore il Dottor Vincenzo Spata.
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Ottica Luciani - Campobasso Indirizzo Piazza Vittorio Emanuele, 51 Campobasso Telefono : 0874415249 Email: [email protected] Internet: /http://www.otticaluciani.it/ Ottica Luciani è a Campobasso Piazza cesare Battisti 18 087467398 Piazza Vittorio Emanuele 52 0874415249 Azienda fondata dal prof. Bruno Luciani, docente di Optometria presso l'istituto politecnico Keplero di Termoli, e consolidata poi dai figli Marco e Gianfranco Luciani, ottici optometristi, si è affermata presto sul mercato gia saturo di Campobasso, diventando una delle più grandi realtà del settore nel Molise. Particolarmente specializzata nella misurazione della vista e nell'applicazione delle lenti a contatto, si è dotata inoltre di un moderno e sofisticato laboratorio per il montaggio in proprio degli occhiali da vista.
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