#Gian Antonio Stella
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Gian Antonio Stella contro il revisionismo
Gian Antonio Stella nel suo saggio “Negri froci giudei & co. L’eterna guerra contro l’altro” non dà alcuna definizione precisa del termine, ma racconta la storia del razzismo dalle origini. Il testo è un compendio dalla prosa vivace, al contempo ironico, feroce e doloroso che riporta tutte le ingiustizie, gli odi, i pregiudizi e ogni insopportabile nefandezza nei confronti dei diversi di ogni…
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Gian Antonio Stella nel suo saggio “Negri froci giudei & co. L’eterna guerra contro l’altro” non dà alcuna definizione precisa del termine, ma racconta la storia del razzismo dalle origini. Il testo è un compendio dalla prosa vivace, al contempo ironico, feroce e doloroso che riporta tutte le ingiustizie, gli odi, i pregiudizi e ogni insopportabile nefandezza nei confronti dei diversi di ogni…
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Gian Antonio Stella nel suo saggio “Negri froci giudei & co. L’eterna guerra contro l’altro” non dà alcuna definizione precisa del termine, ma racconta la storia del razzismo dalle origini. Il testo è un compendio dalla prosa vivace, al contempo ironico, feroce e doloroso che riporta tutte le ingiustizie, gli odi, i pregiudizi e ogni insopportabile nefandezza nei confronti dei diversi di ogni…
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Una volta tanto sono parzialmente d'accordo con Grillo.
Il Movimento 5 Neuroni è già morto. Solo che, a differenza sua, ritengo che sia NATO MORTO. Il M5S nasce sull'onda dell'antipolitica sobillata anche dal libro più nefasto della storia dopo "Il Capitale" di Marx : "La Casta" , scritto da quei due emeriti COGLIONI di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, che ha dipinto la classe politica come un cancro. Tra i suoi scopi fondativi c'era infatti l' abolizione dei cosiddetti "privilegi" della "Ca$ta" (lo scrivevano così , agli albori), tra cui il finanziamento pubblico ai partiti. Bersaglio principale di quel ributtante tomo. Un'onda (quella dell'antipolitica, scaturita in origine dalla NEFASTA "Mani Pulite" e ancora prima dal CONCETTO FASCISTA della "questione morale" enunciato da Berlinguer) che il Movimento ha cavalcato con successo diventando uno dei principali partiti italiani per più di un decennio. Che risultati ha raggiunto il Movimento sulla base di quei successi elettorali?
I principali : -Scandalo dei Banchini a rotelle durante il COVID -Introduzione incentivi ai monopattini elettrici -Reddito di cittadinanza -Introduzione del SuperBonus 110 % Piccolo particolare: il finanziamento pubblico ai partiti e i cosiddetti vitalizi agli Ex Parlamentari NON SONO STATI ABOLITI DA GOVERNI CON DENTRO IL M5S! Il Finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito dal Governo Letta nel 2013, secondo una pessima tradizione seguita dal PD volta a togliere l' "acqua del consenso" al mulino degli avversari. Nel 2000 la applicarono contro la Lega varando le SCIAGURATISSIME norme costituzionali sulle Autonomie regionali (il PEGGIOR danno fatto alla Costituzione dal 1948 ad oggi) , nel 2013 la applicarono contro il M5S con l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. (Atti che, a mio avviso, fanno del PD il partito più nefasto della storia repubblicana, immediatamente prima del suo antenato PCI) Quindi, l'abolizione dei cosiddetti "privilegi della Ca$ta" non possono nemmeno essere annoverati tra i "successi" del M5S. Tra i danni causati, d'altra parte, spiccano il Reddito di cittadinanza, costato 35 miliardi di euro in 5 anni e, ancor di più, il Superbonus costato (insieme ai bonus fratelli Ecobonus e Sismabonus) la cifra MONSTRE di 170 miliardi di euro in 3 anni e mezzo. Combinati, i due provvedimenti bandiera del M5S hanno prodotto il PEGGIOR DANNO MAI REGISTRATO alla finanza pubblica: un buco da oltre 200 miliardi di euro che ha avuto insignificanti effetti sulla produzione di Ricchezza del paese. Immaginatevi cosa avremmo potuto fare con tutti quei soldi. Altro che PNRR (che è DEBITO, quindi MALE). IMMAGINATE! Quanti ospedali, scuole, equipaggiamenti per FFOO e FFAA, quante strade, quante centrali elettriche SERIE (Nucleari), quanto decoro urbano avremmo potuto realizzare con quei soldi? A titolo di raffronto, il finanziamento pubblico ai partiti non è mai andato oltre ai 500-600 milioni di euro l'anno. Se contiamo 600 milioni di euro come spesa media dal 1976 (anno di istituzione) al 2012 (ultimo anno di erogazione), abbiamo una cifra di circa 20-22 miliardi di euro in TRENTASEI ANNI. Ossia : Anche volendo attribuire al M5S la spinta ideale per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti , occorreranno 342 ANNI per ammortizzare il danno da essi fatto con Superbonus e Reddito di cittadinanza.
Ossia altri 330 anni.
Con un'altra piccola nota negativa: l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ha fatto PRECIPITARE la qualità media del personale politico (allineandola alla pessima qualità media proprio del M5S, composto da illustri signori Nessuno diventati politici con qualche click raccattato sulla piattaforma online del Movimento). È un meccanismo facile da capire: se io dirigente di partito dispongo di un Budget, dato che quel budget garantisce lustro e importanza alla figura di partito che poi lo impiegherà, avrò diversi pretendenti a quella carica e potrò operare una SELEZIONE AL MEGLIO per competenze. Se invece posso offrire a chi deve ricoprire cariche di partito solo sacrifici, zero budget (il che significa che CHIEDERÒ a quelle cariche di spendere del LORO) e un' importanza solo di simbolo, mi troverò a dover cercare di CONVINCERE gente ad accettare quella carica , sorvolando DEL TUTTO su competenze, abilità, inclinazione, capacità. Di più: se posso garantire un budget , ho anche poteri EFFETTIVI di controllo "qualità" dell' operato della persona in carica, e posso rimuoverla senza troppi problemi (avendo altri pretendenti al ruolo). Se non posso farlo, pur di non avere vuoti organici sarò costretto a sopportare e ignorare qualsiasi scemenza la carica commetta.
È ESATTAMENTE PER QUESTO che (ormai anche in ruoli apicali nazionali) vedete alcuni personaggi del tutto IMBARAZZANTI e TOTALMENTE INADATTI alle cariche politiche che ricoprono. I Bonafede, i Toninelli, le Azzolina, i Sangiuliano, le Moretti, le Fedeli li avete avuti ESATTAMENTE per questo motivo. Concludendo, il M5S non è morto perché " ha perso la sua natura " come sottintende Grillo.
No!
È morto per il motivo diametralmente opposto : perché ha RISPETTATO LA SUA NATURA! Perché è di SINISTRA. Perché è stato, e lo certificano i NUMERI (che rappresentano quattrini di debito pubblico che dovremo pagare tutti noi), una cura PEGGIORE del male contro cui era nato . Una caratteristica INTRINSECA di quasi ogni tipologia di sinistra esistente : sono una proposta di risposta (sbagliata) a un problema di cui sono contemporaneamente LA CAUSA. Perché non sono il rimedio, MAI. Sono IL PROBLEMA, IL GUAIO. Un guaio che ci riguarda, purtroppo, tutti. Per questo dico, con estremo livore: Sei morto M5S ? EVVIVA! E VA ALL'INFERNO, di tutto cuore. Non ti rimpiangeremo MAI. Confidando che tu sia presto raggiunto dai tuoi simili nel cimitero virtuale della politica .
Con astio.
Davide Galeotti.
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Doveroso aggiungere che sono stati l'anti-scienza per eccellenza, lo stesso per le opere pubbliche strategiche (cancellare la costruzione di opere pubbliche, ovvero investimenti, quindi salari, tasse, PIL che alimenta uno Stato) per finanziare la contraddizione del reddito di cittadinanza. Anziché sbloccare i concorsi ove fondamentale, come nei comparti della Sanità, della Pubblica Istruzione, della Sicurezza. Sarebbero stati stipendi, quindi persone che producevano e pagavano le tasse, che avrebbero alimentato le loro spese con redditi sicuri e contribuito al benessere di tutti. Vorrei ricordare che la famosa "borsa della spesa che cammina" derisa da grillo a più riprese, fu invece osannata quando resa popolare da obama (il minuscolo è voluto per entrambi...). Il Movimento a 5 Decrescite è venuto al mondo per fare danni e danni ci ha lasciato.
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Prevenzione, decenni di errori: potevamo tutti fare di più
(Gian Antonio Stella – corriere.it) – La natura, certo, con la pioggia improvvisa e abbondante dopo mesi siccità: ma anche gli essere umani hanno le loro non piccole colpe. Ecco dove abbiamo sbagliato Da Arquà Polesine, isolata e impossibilitata a chiedere aiuti, partì per chiedere soccorsi un ragazzo coraggioso e pazzo, Paride Fabbris, che entrò nel mito nuotando per chilometri nel buio fino a…
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Il 12 febbraio 1980, l'Università La Sapienza di Roma divenne teatro di un tragico evento che sconvolse l'opinione pubblica italiana: l'assassinio del professor Vittorio Bachelet, giurista e vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura. L'agguato L'aggressione, orchestrata da due militanti delle Brigate Rosse, e dettagliatamente descritta da Gian Antonio Stella e Bruno Tucci nelle pagine del Corriere della Sera, avvenne sulle scale della facoltà di Scienze politiche, dove Vittorio Bachelet, docente di Diritto amministrativo, fu colpito mortalmente. La tragedia sconvolse il Paese e sollevò interrogativi sulla violenza politica dell'epoca. I terroristi, identificati come membri delle Brigate Rosse, rivendicarono l'omicidio, accusando Vittorio Bachelet di favorire la trasformazione del Consiglio superiore della Magistratura in un organo politico. Chi era Bachelet La storia di Vittorio Bachelet è intrecciata con la sua militanza nell'Azione Cattolica e la sua carriera accademica. Nato a Roma nel 1926, si iscrisse giovanissimo all'Azione Cattolica a Bologna e intraprese gli studi di giurisprudenza. La sua amicizia con Aldo Moro risale a quegli anni, segnando un legame che si consolidò nel tempo. Vittorio Bachelet, nominato vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica da Papa Giovanni XXIII e successivamente presidente da Paolo VI, ebbe il compito di rinnovare l'organizzazione secondo i principi del Concilio Vaticano II. La sua attività politica lo vide iscritto alla Democrazia Cristiana, e nel 1976 fu eletto consigliere comunale a Roma. Nello stesso anno, divenne vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, un incarico che mantenne fino alla sua tragica morte. L'assassinio di Vittorio Bachelet, avvenuto nel contesto dell'escalation della violenza politica dell'epoca, suscitò forte indignazione. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini definì l'atto come il "più grave delitto consumato in Italia", sottolineando l'attacco alle istituzioni democratiche. Il perdono del figlio Il figlio di Vittorio Bachelet, Giovanni, pronunciò parole di perdono al funerale del padre, sottolineando la volontà di non cedere all'odio e alla vendetta. La memoria di Vittorio Bachelet vive attraverso il ricordo di un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa dei valori democratici e dello Stato di diritto. Le indagini sull'omicidio portarono all'arresto di Bruno Seghetti e Anna Laura Braghetti nel maggio del 1980. Entrambi erano già coinvolti nel sequestro di Aldo Moro due anni prima, furono condannati all'ergastolo. La storia di Vittorio Bachelet rappresenta un capitolo oscuro della storia italiana, ma il suo spirito di impegno civile continua a ispirare coloro che lottano per la democrazia e la giustizia. GUARDA LE FOTO DI VITTORIO BACHELET SUL SITO ARCHIVIORICCARDI.IT
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"Legge Fornero", proclami e realtà, di Gian Antonio Stella, in Corriere della Sera, 3 gennaio 2024, pag. 25
letto in edizione cartacea cerca in: https://www.corriere.it/opinioni/24_gennaio_02/legge-fornero-proclami-realta-efb8fef0-a987-11ee-a408-f95cc646ef40.shtml … Dice ora Alberto Brambilla, massimo esperto di pensioni già vicino alla Lega, che la destra «voleva distruggere la legge Fornero, invece l’ha resa più dura. Mi chiedo come farà Salvini a spiegarlo ai suoi elettori» …
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Ci furono funzionari, cassieri e impiegati che come in Cento domeniche (dove spicca la figura tragica di un giovane travet oppresso dai sensi di colpa, Federico) furono presi dallo scrupolo e cercarono di mettere in guardia i risparmiatori più ingenui se non sprovveduti. «Non mi perdonerò mai di aver tradito chi credeva in me», avrebbe confidato ad esempio Marcello Benedetti, già impiegato della Banca Etruria a Civitavecchia, scosso dal suicidio di un pensionato, Luigino D’Angelo, che si era ucciso per aver perso tutto, 110mila euro, in obbligazioni subordinate «a rischio minimo» che poi «nelle successive carte che il cliente firmava» saliva ad «alto rischio, ma quasi nessuno ci faceva caso. Era scritto in un carteggio di 60 fogli». Perché mai leggerli per ore, codicilli compresi, se il funzionario incoraggiava a fidarsi?
Dall'articolo "Albanese e i crac bancari: film-denuncia sui risparmiatori che hanno perso tutto" di Gian Antonio Stella
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31 mag 2023 17:06
BASTA LAGNE SULLA DESTRA CHE SI PRENDE LA RAI: LA LOTTIZZAZIONE È SEMPRE ESISTITA – GIAN ANTONIO STELLA: “PER QUANTO FACCIA SCHIFO, L’ANDAZZO È STATO VOLTA PER VOLTA USATO DAI PARTITI SENZA CHE L’UNO O L’ALTRO SI SIA POSTO IL PROBLEMA DI RISPETTARE NON IL MANUALE CENCELLI, MA IL PLURALISMO VERO” – “QUELLO CHE COLPISCE È CHE GLI STESSI GIORNALISTI SI LASCINO ATTRIBUIRE ETICHETTE SENZA CHE UNO SI RIBELLI” – QUANDO NEL 2001 L'ALLORA PRESIDENTE (IN QUOTA SINISTRA) ROBERTO ZACCARIA DISSE: “PER FARMI FELICE, SONO PRONTI A DIRE CHE...” -
Estratto dell'articolo di Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”
«In Rai, per farmi felice, sono pronti a dire che ho fatto coppia d’attacco con Maradona, ho battuto Pantani in salita e ho incontrato Dio».
Chi l’ha detto: il neo amministratore delegato della Rai Roberto Sergio sotto il cui regno la destra ha fatto la recente ondata di nomine scandalizzando («vergogna!») mezza Italia?
No, lo disse nel 2001 l’allora presidente della Rai Roberto Zaccaria, scandalizzando («vergogna!») l’altra mezza, quella di destra, che urlava allora alla lottizzazione più immonda.
Sempre andata così. E per quanto faccia schifo, l’andazzo è stato volta per volta usato dai partiti senza che l’uno o l’altro, una volta vinto, si sia posto il problema di rispettare non il manuale Cencelli, l’ipocrita finzione del pluralismo bottegaro, ma il pluralismo vero, l’equilibrio vero, la libertà vera. […]
Quello che colpisce, dopo tanti Tg di comizi riempiti di spettatori finti ripresi in occasioni diverse e notizie scomode affogate nel nulla e dibattiti costruiti su misura non per rispettare l’esortazione crociana all’equidistanza («Ogni mattina il buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno») ma per dare qualche leccatina «equivicina» un po’ a tutti è che gli stessi giornalisti volta per volta promossi a questa o quella direzione si lascino attribuire etichette («il Tg1 al meloniano Tizio, il Tg2 al forzista Caio, il Tg3 al democratico Sempronio, il Gr al leghista Mevio, i regionali al pentastellato Calpurnio») senza che uno si ribelli alla catalogazione che gli è stata appiccicata. Manco uno!
La storia, grazie al cielo, è piena di giornalisti con la schiena diritta che sono saltati su indignati a ogni etichettatura non dico partitica ma neanche politica. Piena. Anche alla lottizzatissima Rai, sia pure più di rado. Stavolta no. Tutti zitti come il palo della banda dell’Ortica cantato da Enzo Jannacci: «Nanca ona piega lù l’ha faa, nanca on plissé».
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...che danni ha fatto agli studenti l'interminabile lockdown delle nostre scuole?
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(via Gian Antonio Stella Ai funerali erano in sedici. […])
Gian Antonio Stella - Ai funerali erano in sedici. […]
Mi era molto piaciuto questo libretto di Gian Antonio Stella, pieno di umanità e di tenerezza. Ho ripescato questa breve citazione per caso, mentre sfogliavo a caso il sito. Sarà il periodo che si vive, o un momento di pensieri cupi, ma l'idea della morte mi accompagna spesso. Non come qualcosa di pauroso sicuramente, sarebbe distorcere la realtà, ma come qualcosa che tira una linea in fondo alla somma prima di mettere il risultato, il totale della vita. Una strana idea la mia forse, ma in questi giorni ho letto quasi tutti i giorni il giornale della mia città, L'Eco di Bergamo, con il terrore di vedere nomi che un tempo (prima di venire qui in Canada) mi erano familiari. Oserei dire che quel giornale era noto in casa mia, direi proprio esclusivamente per i necrologi: non era certo un giornale di informazione effettiva. Pagine intere di decessi in cui io cercavo nomi noti, non sapendo in che fascia di età guardare, ma con il fiato corto e tanta malinconia nel vedere tanti bei vecchi sparire così. Ovviamente faccio parte anche io della categoria, anche se forse ai limiti inferiori di età, e vedere quei volti così "bergamaschi", volti puliti, di gente che ha sgobbato per una vita, mi veniva fatto di chiedermi quanto ulteriore dolore poteva dare l'assenza di funerali. Personalmente ho sempre odiato ogni forma di celebrazione, matrimoni tanto quanto funerali, ma nel concetto italiano sono invece molto importanti. La citazione parla con meraviglia della presenza di SOLO sedici persone al funerale e finisce dicendo:
"Come è possibile che una vita intera lasci un segno solo in sedici persone?"
Non mi ero mai posta questa domanda e peraltro se dovessi riferirla a me stessa, le presenze sarebbero TRE, la mia famiglia. Ma allora il segno che posso avere lasciato nella mia vita si limita a quello, ai miei figli e forse mio marito? Non credo di avere mai combinato nulla nella mia vita, sicuramente nulla di successo o di importante, ma io credo che ognuno di noi lasci molto di sé lungo il suo percorso. Almeno se cerca di essere presente, di vivere, aprirsi agli altri, comunicare, darsi da fare.... Se debbo interpretare il risultato di una vita dal numero di partecipanti ad un funerale o dei necrologi messi sul giornale allora privo una persona di ogni dignità. E non lo dico riferendomi a me ovviamente, ma a tutti quelli che in questi mesi se ne sono andati senza avere avuto una funzione pubblica. Forse per questo erano ancora più numerosi del solito gli annunci sui giornali? Non riesco a ridurre una persona amata, o anche solo conosciuta ed entrata casualmente nella mia vita, ad un trafiletto, ad una partecipazione o ad un fiore. Ognuno di noi è molto di più di questo, e non è compito di cerimonie o giornali ricordarlo: siamo noi a doverlo fare, solo noi. Spero con questo di non offendere nessuno, forse ho semplicemente difeso me stessa per non annegare nella mia realtà 🤗😘
Fonte Liosite Pagina
LioSite su Facebook
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Il guaio è che (nelle guerre coloniali in Africa, ndu)furono usati davvero i gas. Anzi, spiega Angelo Del Boca, lo storico che per primo ha fatto luce sui crimini del colonialismo italiano,«siamo stati gli unici a usare i gas in maniera massiccia» con «una logica di annientamento». Gli ordini, scrive in "Italiani brava gente?", arrivavano direttamente dal duce: «È lui che concede il permesso di usare le armi proibite dalla Convenzione di Ginevra, i micidiali gas tossici. Di questi aggressivi chimici ha autorizzato lo sbarco segreto in Eritrea di 270 tonnellate per l'impiego ravvicinato, di 1000 tonnellate di bombe per l'Aeronautica (caricate a iprite), di 60.000 granate per l'Artiglieria (caricate ad arsine). Di quest'arma assoluta si è riservato l'appalto». Erano quotidiani, quei bombardamenti vietati dalle convenzioni internazionali.Ne fece le spese, come avrebbe raccontato a Del Boca, anche Hailé Selassié: «Non lanciarono bombe, ma strani fusti che si rompevano appena toccavano il suolo o l'acqua del fiume, e proiettavano intorno un liquido incolore. Prima che mi potessi rendere conto di ciò che stava accadendo, alcune centinaia fra i miei uomini erano rimasti colpiti dal misterioso liquido e urlavano per il dolore,mentre i loro piedi nudi, le loro mani, i loro volti si coprivano di vesciche. Altri, che si erano dissetati al fiume, si contorcevano a terra in un'agonia che durò ore. (...) Ci voleva un profondissimo disprezzo razziale verso quegli africani per dare ai nostri un cuore così indifferente davanti alle carneficine di vecchi, donne, bambini. Non poteva bastare la singola indifferenza alla ferocia di questo o quel fascista assassino: ci voleva intorno un'indifferenza corale, collettiva, che coinvolgesse migliaia e migliaia di volonterosi carnefici del duce. Altro che «presunta bonomia» del fascismo italiano «traviata, peraltro soltanto alla fine, dalle "cattive amicizie" del duce», scriveva venti anni fa su «l'Unità» Luciano Canfora: si trattò invece di una «vicenda criminosa che rischiava di essere rimossa per sempre dalla incoercibile tendenza nazionale all'autoassoluzione»
Gian Antonio Stella - Negri, froci, giudei e co. - L’eterna guerra contro l’altro
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Quante Storie (Rai3) - Stella presenta "Diversi" e parla di "Noi Siamo Immortali"
Quante Storie (Rai3) – Stella presenta “Diversi” e parla di “Noi Siamo Immortali”
Giorno 6 Dicembre scorso è stato ospite del programma Quante Storie il grande giornalista Gian Antonio Stella nel quale è stato presentato il suo bellissimo libro “Diversi – La lunga battaglia dei disabili per cambiare la storia“. Tra le tante storie citate si è parlato della mia e soprattutto del mio libro “Noi Siamo Immortali“! Hanno raccontato, ad esempio, la vicenda della prima volta che…
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Il turismo dei diplomifici. Pochi giorni di frequenza e «rette» fino a 10mila euro per una maturità facile
In Campania il record degli iscritti in queste paritarie: il 90% (di Gian Antonio Stella – corriere.it) – Mandereste vostro figlio a fare la maturità in una scuola tanto al chilo? Eppure così appaiono certi istituti paritari denunciati in un dossier di Tuttoscuola. Una rete di diplomifici che sfornano ogni anno migliaia di «titoli» buoni per i concorsi pubblici e si vantano online di «rilasciare…
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