#Fondo di Garanzia Prima Casa
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pier-carlo-universe · 26 days ago
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Mutui prima casa: le novità della Legge di Bilancio 2025
Scopri le nuove disposizioni della Legge di Bilancio 2025 sui mutui per l'acquisto della prima casa, con agevolazioni e sostegni per giovani e famiglie.
Scopri le nuove disposizioni della Legge di Bilancio 2025 sui mutui per l’acquisto della prima casa, con agevolazioni e sostegni per giovani e famiglie. Le novità della Legge di Bilancio 2025.La Legge di Bilancio 2025 introduce significative novità per chi intende acquistare la prima casa, ponendo particolare attenzione ai giovani e alle famiglie a basso reddito. Tra le principali disposizioni,…
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raccontidialiantis · 1 month ago
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Il fondo, in fondo…
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Si: te lo dicono tutti. Tutti quelli pieni di buonsenso. Ma intanto adesso senti un chiodo al costato. Però alla fine, quando pure questa sarà passata avrai avuto l'ennesima conferma che la vita non è altro che una serie lunghissima di dune: arrivato in cima alla prossima a costo di duri sacrifici, ti senti padrone del mondo. Quello è proprio il momento in cui tutto viene rimesso in discussione e inizi a precipitare. Nuovamente. A volte di colpo, altre lentamente. Sino a toccare il fondo.
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E lì il luogo comune direbbe che c'è ancora dinamica per… scavare. Non è così: toccare il fondo è ciò che ti fa riscoprire quello che vale davvero. Ciò che ti mantiene umile e discrimina le persone e i valori davvero importanti per te. Toccare il fondo vuol dire fare un bagno nell’umiltà e piegare le gambe per darti una bella spinta, in modo da tornare a galla. Non esiste nessuno che veramente viva quella che comunemente si definisce una bella vita. Esistono solo prove differenti per ciascuna anima.
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È un percorso di crescita diverso per ciascuno e tutti studiamo con impegno, all'Università della Terra. Non c'è una durata standard del piano di studi a cui fare riferimento, né una qualche garanzia di risultato. Non puoi comprarti un esame né scegliere l'appello. O le materie, i professori. Ti arriva la prossima prova davanti ai piedi come un pacco che devi scartare e ne sei sempre spiazzato.
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Te lo fanno apposta: per vedere come reagisci. Se fossi preparato infatti, significherebbe che già ci sei passato, già coosci il risultato del test e quindi avrebbe valore zero, per il punteggio dell'anima. A volte ti fanno arrivare un regalo: che serve a non farti scoraggiare, a vederti sorridere. A rilassare il tuo percorso per un po'.
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Ma non è così che cresci; non è così che provi sensazioni, emozioni. Odio, amore, paura, desiderio, passione, attrazione, disperazione, resurrezione. E poi lacrime, sorrisi, risate e grida di dolore soffocate o urlate: tutti veri e propri tesori, racchiusi nella dinamica e nei battiti del tuo cuore.
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Perché forse l'hai scordato, o forse nessuno qui te l'ha ancora detto: tu sei una fonte di luce. Un diamante inscalfibile, un pezzetto di un'energia senza tempo né spazio. Un umile fante dell'esercito della luce che qui sulla Terra cerca gli elementi utili per tornare a casa, prima o poi.
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L'avrai letto, da qualche parte: non sei un corpo che ha un'anima, ma un'anima a cui è dato un corpo per una breve gita su questo mondo. E poi ancora e ancora. Goditela. Sii presente a te stesso e compi le scelte che ti sembreranno più giuste, in buona fede. Nel bene e nel male. E soprattutto non dimenticarti dell'amore, che nei momenti bui ti salva.
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Amore dichiarato, amore contrastato, amore impossibile, amore segreto, amore indecente, amore per i figli, amore per la vita che infine ti sfugge di mano: non esiste amore che non valga la pena vivere. E rispettare. Facci caso: anche dopo una storia finita male, non esiste nessuno che comunque non ringrazi Iddio. Tu non farai certo eccezione, col tuo bellissimo sorriso amaro di oggi. Me lo fai un sorriso, si?
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RDA
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oraultima · 2 months ago
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🆘 Forza Italia vuole legare l’accesso ai mutui agevolati per i giovani under 30 al progetto di matrimonio. Un emendamento alla Manovra rischia di stravolgere le regole del Fondo di garanzia sui mutui, limitando l’accesso a chi intende sposarsi. Questa proposta solleva un dibattito acceso: è giusto legare la possibilità di diventare proprietari alla scelta di sposarsi? Visita oraultima.com per leggere l’articolo completo e scoprire le implicazioni di questa decisione. Cosa ne pensi di questa proposta? Condividi la tua opinione nei commenti!
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m-comparini · 1 year ago
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FLASH NEWS - Mutui agevolati prima casa
☞ FLASH NEWS – Mutui agevolati prima casa ☜ L’Abi ha pubblicato una guida sul Fondo di garanzia per i mutui agevolati prima casa, il cui intervento a favore di under 36, giovani coppie e genitori soli, la legge di Bilancio 2024 sembra prorogare dal 31.12.2023 fino al 31.12.2024. Il documento specifica che, nel caso di finanziamento cointestato per l’acquisto di immobile ad uso abitativo,…
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Manovra 2024, dal canone Rai al taglio del cuneo fiscale: la bozza
(Adnkronos) - Dal canone Rai al taglio del cuneo fiscale passando e al bonus elettriche. Queste alcune delle misure presenti nella bozza dell’articolato della legge di Bilancio visionato dall’Adnkronos.  Il canone Rai viene ridotto a 70 euro per il 2024. La bozza della manovra 2024 “Per il miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale, nell’ambito delle iniziative previste dal contratto di servizio nazionale tra la Rai-Radiotelevisione italiana e il ministero delle Imprese e del made in Italy di ammodernamento, sviluppo e gestione infrastrutturale delle reti e delle piattaforme distributive, nonché di realizzazione delle produzione interne, radiotelevisive e multimediali, è riconosciuto alla società un contributo pari a 430 milioni di euro per l’anno 2024”, si aggiunge nel testo della bozza della manovra.  Taglio del cuneo fiscale rifinanziato solo per il 2024 “In via eccezionale, - si legge nel provvedimento - per i periodi di paga dal primo gennaio al 31 dicembre 2024, per i rapporti di lavoro dipendente, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto, un esonero, senza effetti sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di 6 punti percentuali a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l'importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima. L’esonero è incrementato, senza effetti sul rateo di tredicesima, di un ulteriore punto percentuale con retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non superiore all'importo mensile di 1.923 euro, maggiorato del rateo di tredicesima”.  La spesa minima Via libera in manovra a una spesa massima di 400 milioni di euro per l’anno 2024 per il contributo straordinario per il bonus elettrico al momento riconosciuto anche per il trimestre gennaio-marzo del prossimo anno.  Ammontano a 615 mln gli stanziamenti in manovra per il 2024 per la carta ‘Dedicata a te’ (600 milioni) ed il Fondo indigenti (15 milioni). È quanto si legge in una bozza dell’ articolato della Legge di Bilancio visionato dall’Adnkronos. Al Fondo di garanzia per la prima casa sono assegnati ulteriori 282 milioni di euro per l'anno 2024 emerge da una bozza dell’articolato. [email protected] (Web Info) Read the full article
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weirdesplinder · 4 years ago
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Piccola lista di Romance con scambi epistolari
Cosa c’è di più romantico di una lettera d’amore? Nulla secondo me. E trovo comunque che le lettere in generale siano tremendamente romantiche, per questo ho pensato di proporvi una piccola lista di romanzi che contengono lettere d’amore o corrispondenze epistolari.
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Pomeriggio d’amore (Love in the afternoon) di Lisa Kleypas
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Trama: Beatrix Hathaway si trova più a suo agio in mezzo alla natura che non nelle sale da ballo. Nonostante le Stagioni trascorse a Londra, non è mai stata seriamente corteggiata né conquistata, e si è rassegnata a un futuro senza amore. Quando l’amica Prudence le rivela il proprio disappunto per le noiose lettere che riceve dal suo papabile fidanzato, il capitano Christopher Phelan impegnato nella guerra di Crimea, Beatrix si offre di rispondere al suo posto. Ciò che inizia come un innocente inganno, tuttavia, si trasforma inaspettatamente in qualcosa di profondo e passionale per entrambi, e Beatrix si scopre innamorata. Al suo ritorno, Christopher sarà più che mai determinato a fare sua la donna che attraverso quelle lettere lo ha definitivamente conquistato…
A Sir Philip con amore (To Sir Philip with love) di Julia Quinn
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Trama: Eloise Bridgerton ha ormai ventotto anni compiuti ed è ancora senza marito. A spezzare il grigiore delle sue giornate arrivano le lettere di sir Phillip Crane, un botanico rimasto vedovo con due gemelli da crescere.
Dopo un anno di corrispondenza lui le chiede di sposarlo, ma quando finalmente si incontrano, Eloise scopre che Phillip, più che una compagna, cerca una madre per i suoi figli. Riuscirà il suo amore a fare breccia nel cuore apparentemente insensibile di Phillip?
La mia opinione: mi piace rileggere molti dei romanzi della serie Bridgerton, in particolare il secondo, il quarto, il settimo, ma probabilmente quello che rileggo più spesso è il quinto, questo. Eloise a volte come personaggio è troppo, lo ammetto, ma mi fa sempre ridere tanto.
Amare un libertino (When He Was Wicked) di  Julia Quinn
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Quando Michael Stirling, il più audace libertino di Londra, incontra Francesca Bridgerton è amore a prima vista. Un amore non ricambiato: Francesca sta per sposare suo cugino John.E anche se un evento improvviso libera Francesca da qualunque vincolo, Michael non osa confessarle il proprio amore e per dimenticarla parte per l’India. Ma al suo rientro, inaspettatamente, Francesca gli chiede consiglio per trovare un buon marito: potrà Michael sopportare di gettarla tra le braccia di un altro?
La mia opinione: non il mio preferito della serie #Bridgerton, ma sicuramente tra i miei preferiti, e sicuramente per me il più romantico, perchè lui la ama in silenzio da anni, e c’è un lungo e duraturo scambio epistolare, e come vi dicevo, io trovo le letttere terribilmente romantiche. Qui lo struggimento c’è, ma a livelli normali e poi alla fine ripaga.
Summer Breeze, di Catherine Anderson  (inedito in italiano)
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1889. Rachel Hollister non ha messo piede fuori di casa, un ranch in mezzo alle prateria, da ben 5 anni. Vive tra l’altro non nell’intera casa ma solo in una stanza e mezza e tiene barricato tutto il resto. Il terrore l’attanaglia al solo pensiero di uscire. Ma non è sempre stata così, tutto ebbe inizio cinque anni prima quando tutti i suoi famigliari durante un pic nic furono uccisi a colpi di pistola da un misterioso omicida posto su un rilievo. Uno ad uno caddero davanti ai suoi occhi ma la pallottola destinata a lei si limitò a sfiorarla e farla svenire. Il colpevole dovette crederla morta e Rachel sopravvisse, ma da allora non è più uscita di casa. Sopravvive grazie ad un anziano ranchero che lavorava con i suoi e che le porta cibo e vende i suoi dolci, tramite una fessura tra le assi che barrano le porte. Poi però un giorno lui non viene al loro solito appuntamento settimanale. E’ stato ferito e al suo posto si presenta il giovane ranchero, un forestiero, che lo ha trovato e curato. Rachel dovrà superare le sue paure e fidarsi di lui se viole sopravvivere…. anche perchè chi ha ucciso la sua famiglia la tiene d’occhio e aspetta solo che lei esca per finire la partita.
La mia opinione: questo in realtà è uno dei romance che preferisco, ma in effetti ha una trama piuttosto pesante, perchè avere una storia d’amore con un’agorafobica è senza dubbio problematico. Il protaginosta maschile impiega quasi mezzo libro solo a convincerla a fidarsi di lui e farlo entrare nel suo regno e ci riesce in gran parte grazie al suo cane. Ho veramente ammirato la sua pazienza, il coraggio di Rachel e anche i suoi limiti che in fondo sono credibili. Un romanzo interessante, romantico ma anche pieno d’azione e introspezione, molto intimo con i due nostri eroi chiusi in casa all’oscuro di chi voglia uccidere Rachel. E soprattutto contiene una stupenda lettera d’amore.
Caro nemico (My Dearest Enemy) di  Connie Brockway
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Tra di loro c'erano troppe cose: una proprietà che entrambi volevano ed un destino che non potevano condividere.Avery Thorne ha un unico desiderio: ereditare al più presto Mill House, la proprietà dello zio Horatio. Ma i suoi sogni vengono infranti dalla lettura del testamento: per cinque anni la tenuta sarà affidata a Lilian Bede, un'intraprendente suffragetta, che la erediterà definitivamente se saprà dimostrare di essere una buona amministratrice.La prima reazione di Avery è di rancore e di folle vendetta, ma qualcosa gli farà cambiare idea…
La mia opinione: anche questo è un gran bel libro in generale e molto divertente anche, forse non andrebbe in questa lista poichè non è certo romanticissimo di per sè, ma io trovo terribilmente romantici gli scambi epistolari, in generali, e questo libro si basa proprio su uno scambio epistolare tra due cosiddtti nemici. Perciò per me è molto romantico.
My sweet folly, di Laura Kinsale
Inedito in italiano
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Trama: La moglie di un uomo anziano inizia quasi per caso una corrispondenza col giovane cugino del marito, militare in India. Le lettere diventano presto un vero e priprio flirt a cui però lui pone fine confessandole un giorno di essere sposato. Anni dopo. rimasta vedova, Folly si ritrova convocata nella dimora inglese dello stesso, ora diventato responsbile della sua figliastra. Ma l’uomo che incontra non sembra poter essere quello che le scriveva quelle stupende lettere, sembra solo un povero pazzo. 
La mia opinione: l’ho voluto mettere in lista perchè qui le lettere hanno molta importanza all’inizio del libro, ma...non lo consiglio, già dal secondo capitolo il libro diventa confuso e sconclusionato.
When a Scot Ties the Knot di Tessa Dare
Inedito in italiano
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Trama: Una ragazza che odia le folle pur di evitare il suo debutto in società e di non presenziare alla Stagione londinese si inventa un finto fidanzato al fronte (siamo nel periodo delle guerre napoleoniche). Per renderlo più realistico gli da un nome scozzese, un grado, e gli scrive pure delle lettere che invia sul serio, convinta giaceranno in qualche ufficio postale all’estero per sempre. Ma in verità nelle truppe la fronte c’è un soldato omonimo del suo immaginario amore che riceve tutte le sue lettere e che, finita la guerra, bussa alla sua porta.
La mia opinione: la premessa è stupenda, le lettere di cui possiamo leggere qulche pezzo, davvero divertenti, ma quando il soldato bussa alla porta di lei, bello come il sole e lei lo respinge....(e lo respinge per quasi tutto il libro) ci chiediamo perchè? Va bene non fidarsi subito di uno sconosciuto, ma già dopo poche poche pagine si capisce che lui è un uomo d’onore...e ho già detto che è molto bello? Quindi tutta questa mania di respigerlo mi ha dato proprio fastidio.
Un’irresistibile furfante (A Rogue by Any Other Name) di Sarah MacLean
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Trama: Sono passati dieci anni da quando il giovane marchese di Bourne ha perso tutto al gioco. Ora, divenuto comproprietario della bisca più famosa di Londra, è determinato a riprendersi l’eredità e vendicarsi. Per questo deve sposare lady Penelope Marbury, il cui padre possiede non solo le terre che gli appartenevano ma anche le informazioni necessarie a distruggere l’uomo che lo ha rovinato. Per Penelope, che ci ha rimesso la reputazione quando il fidanzato l’ha respinta, Bourne rappresenta l’accesso a un mondo di piaceri inesplorati. Per Bourne, lei è solo una pedina del suo piano, non aspettandosi certo di ritrovarsene poi innamorato….
La mia opinione: non il mio preferito della MacLean (quello è Nine Rules to Break When Romancing a Rake), ma comunque carino e scritto molto bene. L’unica cosa che non mi ha convinto a pieno è che sembra l’insieme di trame e personaggi simili che ho già letto in romanzi di altre autrici, ma se voi non avete letto tantissimi romance, non avrete questa impressione di già visto che ho avuto io. L’ho messo in questa lista perchè all’inizio di ogni capitolo l’autrice riporta un pezzettino di alcune lettere che i protagonisti si sono scambiati da giovani.
Saprò ritrovarti (Till Next We Meet)  di Karen Ranney
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Trama: Il capitano Harry Dunnan, dei Fucilieri scozzesi di stanza in Nordamerica, si è sposato per convenienza. Quando la moglie Catherine inizia a scrivergli, il colonnello Adam Moncrief, suo superiore, accetta di rispondere al suo posto. Ne nasce un’intima corrispondenza in cui due anime si rivelano, finché Dunnan muore. Divenuto duca di Lymond, Adam è incapace di dimenticare Catherine e si reca da lei. Scopre allora che non si tratta della creatura che gli ha aperto il cuore, bensì di una donna distrutta per la morte dell’uomo che ha amato attraverso le lettere, e drogata al punto di rischiare la vita. Per ritrovare colei di cui si è innamorato, Adam dovrà combattere contro un fantasma e il segreto che egli stesso ha nel cuore…
La mia opinione: Karen Ranney è sempre una garanzia di trame ricche di pathos.A me piace quindi non esito a consigliarla.
Nobile satiro (Noble Satyr) di Lucinda Brant  (libro dichiaratamente ispirato al libro La pedina scambiata di Georgette Heyer)
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Trama: Abbandonata alla Corte di Versailles, Antonia Moran attira le attenzioni lascive del predatorio Comte de Salvan. Lei orchestra la sua fuga sfruttando i legami familiari con l’onnipotente Duca di Roxton, un nobiluomo che le hanno consigliato di evitare. Ma Roxton è un nobile soccorritore, o il più spregevole dei satiri? La fiducia incondizionata di Antonia in lui potrebbe salvarlo, e distruggere lei.
Vi chiederete certamente perchè l’abbia messo in questa lista visto che dalla trama sembra non contenga lettere... Ebbene ha diritto a stare in questa lista perchè l’autrice ha scritto a compendio di questo romanzo ( e dei successivi due della serie Roxton) un volume intero di lettere che i protagonisti si sono scambiati durante la loro vita.  Il libro in questione si intitola Eternamente vostro e se amate i romanzi epistolari è certamente imperdibile, a patto però che leggiate i romanzi a cui si accompagna, altrimenti non lo potrete capire  e apprezzare a pieno.
Lettere d’amore (Bandera’s bride) di Mary McBride
Per anni John Bandera ha scritto lettere a una ragazza del Sud del Mississipi Emily Russell, spacciandosi per un suo amico bianco, poichè lui come mezzo sangue temeva di venire respinto. Ma quando lei gli ha proposto il matrimonio lui sempre per timore di un rifiuto quando lei l’avesse visto ha smesso di scriverle. Emily però ora è in grossi guai e ha deciso di raggiungerlo in cerca di aiuto nonostante lui l’abbia respinto....
When the Earl Met His Match  by Stacy Reid 
inedito in italiano
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Trama: Quando Hugh Winthrop, il futuro conte di Albury, decide di pubblicare un annuncio per trovare una moglie su un giornale londinese, non si aspetta che una sconosciuta gli risponda per dirgli solamente che sbaglia a cercare un’unione di convenienza invece che d’amore. Scambia diverse missive con lei sulla vera natura dell'amore, e ne rimane incuriosito. Finchè un giorno riceve una sua lettera in cui all’improvviso gli da ragione, poichè anche lei non crede più all’amore e pochi minuti dopo l’arrivo della missiva la misteriosa sconosciuta bussa alla sua porta bellissima e incinta offrendogli un matrimonio di convenienza.
La mia opinione: libro molto carino. Il conte è muto e non crede nell’amore ma si innamora come una pera cotta della protagonista fin da subito. Mi ha fatto sorridere vederlo ripetere che lui non l’amava quando accetta un figlio non suo, le da qualsiasi cosa lei chieda, la bacia, la corteggia, le massaggia i piedi gonfi....solo la protagonista non si rende conto che è cotto. Peccato per alcune scene inverosimili e coincidenze forzate e inutili che lo rendono meno realistico di quanto avrebbe potuto essere.
Aggiungo in calce altri due romance inediti in italiano che dalle trame sembrano incentrati proprio su delle lettere, ma su cui non ho ancora potuto indagare a fondo. Quando li leggerò ve ne potrò parlare più approfonditamente:
A Delicate Deception  by Cat Sebastian
The Lost Letter di Mimi Matthews
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inbiancamagliadortiche · 4 years ago
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“È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre fin qui sperimentate”. Così, letteralmente, Winston Churchill fissava un principio fondamentale di supremazia storica del regime democratico nel discorso rivolto alla Camera dei comuni alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1947. A questa concezione relativistica della democrazia come “male minore” si richiamano un po’ tutte le analisi e le teorie moderne, di scienza politica o persino di filosofia, ispirate alla metodologia del “realismo”: da Machiavelli a Sartori, passando per Weber e Schumpeter, si cerca di capire cosa effettivamente sia la democrazia, come funzionino concretamente i suoi processi e i suoi attori, inevitabilmente controllati e influenzati da élite e gruppi di potere in competizione fra loro.
Ma persino ai tempi della sua fondazione concettuale e pratica, “democrazia” era una parola ambigua. In quanto forma “virtuosa” di governo era chiamata piuttosto politia, qualcosa che si avvicina molto al sistema di democrazia liberale fondata sul patto costituzionale e sul principio di rappresentanza. Quando ci si voleva riferire alla forma “deviata” di democrazia, la si definiva invece olocrazia, il governo delle masse senza distinzione alcuna, secondo gli schemi più vieti del populismo.
Prima ancora di Aristotele, Platone aveva fermato un criterio inderogabile per molti altri pensatori e teorici dei sistemi di governo: la politica è un affare troppo serio e complicato perché possa essere lasciato alla cura della gente comune; il potere politico deve essere gestito dai “sapienti”, da coloro che “sanno” e hanno le necessarie competenze. Questo modo di vedere le cose è chiamato comunemente “sofocrazia” o “noocrazia” (governo dei sapienti o dei capaci) e ha ispirato numerose scuole di pensiero politico in epoca moderna. Secondo Platone, una moltitudine non è mai in grado di amministrare uno Stato, a meno che non ci si trovi  in un contesto di estrema corruzione.
Per molto tempo a seguire, e ancora oggi, il modello della Repubblica di Platone, basato sul governo degli “esperti”, è stato considerato l’antitesi del modello democratico. Popper contrappone il “totalitarismo” platonico, prototipo dell’assolutismo moderno, all’idea di “società aperta”, fondata sui principi di libertà e pluralismo e praticata nella democrazia ateniese all’età di Pericle. In fondo, questa antinomia anticipa e radica il contrasto dei nostri giorni fra democrazia e tecnocrazia.
Ci sono poi le correnti dell’elitismo vecchio e nuovo: si tratta di variegate correnti di pensiero tutte nettamente contrarie alla democrazia parlamentare, e che concordano sulla tesi che il governo di una società debba essere retto da una classe “scelta” e necessariamente ristretta di individui.
Nel concetto moderno di democrazia confluiscono in sintesi due accezioni rilevanti della sua stessa storia: un’accezione “procedurale” (il rispetto delle regole del gioco) e l’altra “sostanziale” (la garanzia dei diritti di libertà e uguaglianza). Nella scienza politica contemporanea si guarda ormai a questa sintesi come al concentrato delle caratteristiche delle “qualità” democratiche ovvero delle caratteristiche che devono avere le democrazie “di buona qualità”, esprimibili in altrettante categorie osservative almeno in parte empiricamente controllabili.
Dovremmo chiederci a questo punto se esistono alternative praticabili e migliori rispetto alla democrazia rappresentativa. Secondo Norberto Bobbio, la risposta era negativa. La recente tesi “epistocratica” lanciata nel libro Contro la democrazia (LUISS University Press 2018) da Jason Brennan, filosofo della Georgetown University, non sembra affatto mettere in discussione il modello della democrazia rappresentativa quanto piuttosto le modalità del suo funzionamento: il problema e la crisi della democrazia non sono legati al principio della rappresentanza ma piuttosto alla indiscriminata estensione dei diritti di voto, attivo e passivo, promossa dal suffragio universale, che consente a una massa di elettori che non si interessano o non sanno nulla di politica di conferire il potere di legiferare e governare a una minoranza di eletti per lo più incompetenti e corrotti.
Brennan sostiene che vi siano almeno due versioni di populismo, una positiva (dare voce e risorse ai più deboli) e una negativa, quando tendiamo a considerare come populisti quei movimenti e individui che si ribellano contro i politici corrotti o incompetenti. Ma così facendo diamo loro più credito di quanto non meritino, perché tralasciamo il fatto che i loro elettori sono poco informati e molto inconsapevoli. Una ricerca dell’ANES – American National Election Studies – ha rivelato che gli elettori americani sanno a mala pena chi è il presidente in carica, non hanno nemmeno un’idea vaga di quale sia la percentuale di disoccupazione nel paese, né di quanto spenda il governo all’anno: un terzo di questa popolazione pensa che il versetto degli Atti degli Apostoli “da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”, reso celebre da Marx, faccia parte della Costituzione degli Stati Uniti. La stessa percentuale non sa citare i tre poteri dello Stato, e non conosce nemmeno il nome dei propri rappresentanti a Washington.
Come funzionerebbe l’epistocrazia
Brennan tiene a sottolineare che gli elettori disinformati e privi di cultura politica non siano affatto stupidi: semplicemente sono disinteressati agli affari politici e di governo e sanno di poter persistere in questo atteggiamento di rifiuto e ignoranza, o indulgere a convinzioni politiche false e irrazionali senza che tutto ciò si ripercuota sul loro diritto di voto. Ma secondo il nostro autore, per essere ammessi a scegliere con il voto se confermare o mandare a casa questo o quel rappresentante in Parlamento o in Comune, l’uno o l’altro candidato alla Presidenza, occorrerebbe dimostrare di sapere almeno chi abbia ricoperto ruoli elettivi di potere nel precedente mandato, quali fossero i mezzi reali a sua disposizione, quali le possibili opzioni politiche e di governo, a quali risultati avrebbero portato scelte diverse. Ed è questa, in sostanza, la proposta contenuta nel suo modello di epistocrazia.
Come lo stesso Brennan riconosce, montagne di prove dimostrano che la democrazia generalmente opera meglio di una dittatura o di un’oligarchia. Ma egli sostiene che queste non sono le sole possibili alternative alla democrazia. C’è anche l’”epistocrazia” – il “governo di coloro che conoscono”. L’elettorato potrebbe prendere decisioni migliori se fosse limitato per renderlo più consapevole e meno prevenuto. Per la maggior parte delle persone, le idee come quella di epistocrazia suonano come difesa del governo di una piccola élite, che potrebbe facilmente abusare dei suoi poteri. Ma Brennan presenta una varietà di strategie che potrebbero migliorare la qualità dell’elettorato, come limitare il diritto di voto a coloro che sono in grado di passare un test elementare di conoscenza politica. A quelli dotati di maggiori conoscenze potrebbero invece essere concessi voti supplementari (idea già di John Stuart Mill nel XIX secolo). Se il risultato di questo elettorato più esperto è disrappresentativo (ad esempio, relativamente a specie, genere, età o ricchezza), ai voti dei membri più informati di questi gruppi “sottorappresentati” potrebbe essere dato un peso maggiore. In alternativa, potremmo rendere l’elettorato potenzialmente più esperto e più rappresentativo di quanto lo sia ora, persino ricorrendo una specie di “lotteria per il diritto di voto”, cioè estraendo a sorte gli elettori legittimati a esprimere le scelte politiche.
I precedenti dei minorenni e degli immigrati
Tali idee possono sembrare, e in un certo senso sono, molto radicali. Ma per molti aspetti, si tratta solo di modeste estensioni dello status quo. Sostiene Brennan che escludiamo già oltre il 20% della nostra popolazione dal diritto di voto, perché pensiamo che siano ignoranti e hanno scarsa capacità di giudizio: chiamiamo quelle persone “minorenni”, e non sentiamo alcun senso di colpa per la loro esclusione sistematica dai circuiti del potere politico. La cosa colpisce la maggior parte di noi in termini di semplice buon senso. L’idea di lasciare che alcuni di loro votino se possono dimostrare che sono più informati di un adulto medio è considerata radicale e pericolosa. Non consentiamo che gli immigrati legali ottengano il diritto di voto a meno che non superino un test di educazione civica che la maggior parte dei nativi americani probabilmente fallirebbero. Parecchi Stati escludono inoltre dal diritto di voto molti dei malati mentali e dei condannati. Sta bene escludere i diciasettenni dal voto, ma perché non anche un diciannovenne o un quarantenne, la cui la comprensione dei problemi è scarsa o peggiore di quella di un minorenne medio? Se possiamo escludere gli immigrati ignoranti, perché non possiamo farlo per gli autoctoni ignoranti?
Chi deve comandare – e come deve essere designato chi comanda – è la domanda che si pose Platone, e in fondo si pone anche Brennan sulla scia di una lunghissima tradizione di teoria politica. Con risposte sempre storicamente mutevoli. I filosofi ovvero i sapienti, era stata la risposta di Platone, alla quale è in qualche modo riconducibile la proposta di “epistocrazia” avanzata da Brennan, anche se la “sapienza” da lui invocata è una conoscenza basica di cultura politica che non ha la pretesa di accostarsi al modello platonico di “sofocrazia”. Altri hanno dato risposte diverse: devono comandare i sacerdoti, i militari, i tecnici, i “migliori” del popolo. Per altri, invece, è bene che comandi una persona sola: un re di stirpe divina, un tiranno o un principe armato.  Altre risposte indicano invece il popolo per volontà della nazione, questa o quella classe, questa o quella razza. Ma la domanda di Platone – commenta Popper – “è sviante, irrazionale. […] Razionale è piuttosto quest’altra domanda: come possiamo organizzare le istituzioni politiche in modo da impedire che governanti cattivi o incompetenti facciano troppo danno?”
La risposta che ne dà Popper, come è noto, è quella di una “società aperta” garantita dal regime della democrazia liberale. Come spiega Yascha Mounk, viviamo tempi “straordinari” nei quali regna il caos diffuso, e si moltiplicano le crudeltà in uno scenario di progressiva consunzione dei sistemi liberal-democratici, mentre fioriscono per contro democrazie illiberali (o al contrario liberalismo senza democrazia), strette dall’alternativa esiziale fra populismo e tecnocrazia [Mounk 2017].  Tuttavia, in attesa che l’Autore spieghi meglio i dettagli del suo progetto “epistemocratico”, non possiamo non dirci d’accordo sulle sue critiche al funzionamento delle attuali democrazie. Ed è persino difficile dissentire dall’idea portante delle sue argomentazioni che la democrazia non sia una forma di “intelligenza o saggezza collettiva”, come sostiene una lunga serie di autori sulla scorta di Aristotele. Primo, perché questi attributi possono essere predicati di individui e non di masse indifferenziate di elettori, fra i quali sono davvero pochi coloro che si impegnano e sono un minimo informati per concorrere consapevolmente alla formazione di scelte collettive. E secondo perché, proprio per questo, la democrazia “aritmetica”, nella quale i voti si contano, non coincide con la democrazia “epistemica” nella quale i voti pesano.
In conclusione, si può essere più o meno d’accordo con le diagnosi di crisi della democrazia avanzate da Brennan e con le terapie proposte, peraltro non compiutamente indicate né tanto meno realizzabili nei sistemi contemporanei (come riconosce lo stesso Autore). Ma è certo che questo libro sembra come una roccia precipitata in un immenso specchio d’acqua che, complice la presunta “fine della storia” che postula la perennità e insostituibilità del modello di democrazia liberale [Fukuyama 2003], correrebbe il rischio di diventare una palude stagnante.
Fonte: Contro la democrazia (LUISS University Press) .
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love-nessuno · 5 years ago
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L’ITALIA STA PER CAPITOLARE. CI PRENDERANNO PER FAME E IL “CONTE TSIPRAS” CI CONSEGNERÀ AL MES.
Avete capito quello che sta accadendo?
State a casa, mi raccomando, suonate e cantate sui balconi, ma qui sono passate tre settimane e dei 25 miliardi nemmeno l’odore. Per di più, la UE ci ha messi spalle al muro imponendoci sostanzialmente di accettare il MES (il vecchio Fondo Salva-Stati) con le condizionalità capestro che non sto a ripetervi.
Di eurobond che chiediamo da 25 anni per avere tassi del debito pubblico uguali in tutta Europa (e non solo una moneta unica) neanche a parlarne. Figuriamoci poi i Coronabond - che sono sostanzialmente una condivisione del debito per sostenere gli stati danneggiati dall’emergenza sanitaria - Germania, Austria e Olanda non ne vogliono neppure sentir parlare.
A Pasqua l’Italia sarà stremata, con la piccola-media impresa e le partite Iva distrutte, e Conte sarà costretto (in realtà forse lo sa già) ad accettare il MES la trappola mortale che ci mette sotto il controllo della Troika. Chiederà piccole modifiche - non rilevanti - che gli verranno concesse, e farà passare la cosa come una grande vittoria. Ma in realtà le condizionalità più importanti resteranno, soprattutto quella della ristrutturazione del debito (alias consolidamento fiscale e tagli selvaggi alla spesa pubblica).
PD e ItaliaViva sono già uscite allo scoperto: Zanda ha addirittura proposto di dare in garanzia Palazzo Chigi e Montecitorio, mentre Marattin ha detto esplicitamente che non vi sono alternative al Fondo Salva-Stati. Gentiloni idem.
A resistere è solo la “parte buona” del M5S, che capitolerà per non rendersi responsabile di far restare, tra 10-15 giorni, gli italiani senza soldi. In Parlamento, ma anche prima, il MoVimento darà il suo assenso al Meccanismo Europeo di Stabilità per non lasciare il Paese senza soldi. Giunti allo stremo sarà più facile farci accettare il MES portando a casa piccole modifiche non rilevanti (un MES mascherato), ma cantando vittoria! Il resto lo faranno i media di regime, esattamente come fecero con Mario Monti nel 2012 quando non solo ci portò nel baratro economico ma sottoscrisse anche il MES (“il salvatore” e “super-Mario” lo definirono).
Il Presidente del Consiglio a meno che non inizi ad imporsi fermamente sui coronabond (e opporsi quindi al mortale MES) consentirà alla UE di prenderci per fame esattamente come hanno già fatto con la Grecia. Nella maniera più assoluta No al MES.
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toscanoirriverente · 5 years ago
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Giancarlo Pittelli, perseguitato e annientato dall’inchiesta simbolo di Gratteri Rinascita-Scott
Giancarlo Pittelli è un avvocato calabrese e anche un ex assessore, ex deputato, ex senatore. Ha iniziato a far politica con la Dc, poi è passato in Forza Italia, poi si è staccato ed è restato in Parlamento come indipendente. Ha 68 anni e se ho capito bene non sta benissimo in salute. Oggi è in fondo a una cella in una prigione sarda. Ora vi racconto la storia della sua persecuzione da parte dello Stato. Uso la parola persecuzione non con finalità polemiche ma semplicemente descrittive. Se le cose stanno come ora scriverò, e mi pare che non sia possibile smentirle, i termini della persecuzione ci sono tutti. Il problema, adesso, è come porre fine a questa persecuzione. Il racconto inizia il 19 dicembre dell’anno scorso. Giorni di Natale. Alle 3 e mezza del mattino alcuni agenti bussano a casa di Pittelli, a Catanzaro. Lo tirano giù dal letto, c’è un ordine di arresto. Lo portano nel suo studio di avvocato e inizia una perquisizione che dura fino alle 17,30. Alle 21 Pittelli entra in carcere, non ha mai mangiato né bevuto in queste circa 18 ore.
Viene sistemato in una cella dove c’è solo una branda. Il giorno seguente, alle 9, 30, senza conoscere gli atti (circa 30 volumi) che contengono le accuse contro di lui, viene chiamato a rispondere all’interrogatorio di garanzia. In condizioni fisiche e psicologiche da film dell’orrore. L’avvocato Pittelli si avvale della facoltà di non rispondere, perché non è informato su nulla. Non sa cosa vogliono da lui. Alle ore 15 dello stesso giorno con un volo militare è portato a Nuoro, più possibile lontano da Catanzaro e in un luogo difficilmente raggiungibile, il carcere di Badu ‘e Carros. È un carcere famoso soprattutto perché furono chiusi lì, in regime speciale, negli anni ottanta, molti terroristi. Pittelli si augura comunque di poter essere al più presto interrogato e poi scarcerato. Ma il tempo passa, non succede niente. Propone istanza al tribunale del riesame. Viene portato a Sassari alle 9 del mattino e resta in attesa di essere interrogato fino circa alle 21 della sera. A quel punto il Presidente lo fa entrare nell’ufficio e lo informa che se ha qualcosa da dire a sua difesa ha dieci minuti di tempo per dirla. Pittelli riesce a dire pochissime cose che peraltro non saranno prese in considerazione.
L’interrogatorio al riesame è del 9 gennaio. Ora siamo a fine luglio. Pittelli aspetta ancora di essere interrogato dal Pm che lo accusa. Non è mai stato ascoltato. Avete capito bene: mai ascoltato. Chiede ripetutamente di essere interrogato. Giorni fa viene convocato da un Pm di Nuoro che non conosce nulla dell’inchiesta che ha portato Pittelli in carcere. Si tratta dell’inchiesta famosa di Nicola Gratteri (forse il Pm più famoso d’Italia per via della permanenza in Tv, e anche il candidato ministro della giustizia), la Rinascita Scott celebrata da tutti i giornali e presentata dallo stesso Gratteri come la più grande inchiesta antimafia dopo quelle di Falcone. Pittelli si rifiuta di rispondere al Pm di Sassari e insiste per essere interrogato dai Pm che hanno chiesto il suo arresto. Niente.
Intanto della vicenda che lo riguarda si occupa la Cassazione. Pittelli al momento dell’arresto è accusato del reato gravissimo di associazione mafiosa e di altri due reati specifici (i cosiddetti reati-fine) commessi, secondo l’accusa, in concorso con il colonnello dei carabinieri Naselli. Abuso d’ufficio e violazione di segreti d’ufficio. C’è un ricorso al tribunale della libertà che ottiene un primo risultato: l’accusa di partecipazione ad associazione mafiosa viene derubricata in concorso esterno, però con una specifica: concorso esterno come “capo promotore”. E’ un nuovo reato. Però dura poco. Qualche mese. Poi il 25 giugno si pronuncia la Cassazione. Annulla senza rinvio, cioè in modo assoluto e definitivo, le accuse contro il colonnello Naselli e di conseguenza anche quelle di concorso con Naselli rivolte a Pittelli. Cioè nega che esistono i due reati-fine, come li abbiamo definiti. Naselli è immediatamente scarcerato.
Ha scontato inutilmente sei mesi di prigione dura, la sua figura pubblica è stata annientata, sono state fatte a pezzi le sue relazioni, i suoi affetti, la sua dignità di uomo e anche di militare. Ora respira: è innocente. Le accuse di Gratteri non stavano né in cielo né in terra. Però l’errore di Gratteri lo ha pagato tutto lui. Caro, molto caro. la legge è così: se un Pm commette degli errori clamorosi il conto lo salda l’imputato. Per Pittelli anche i due reati scompaiono, non scompare però il concorso esterno (viene cancellato solo il reato accessorio di capo-promotore perché nel codice penale non si trova nulla di nulla che giustifichi questa formula). Gli avvocati di Pittelli hanno presentato un nuovo ricorso, tra qualche riga vedremo come e perché.
Proviamo intanto a capire quali erano le accuse specifiche. Primo reato, violazione del segreto. Pittelli avrebbe avuto (da Naselli) la notizia segreta di una interdittiva antimafia in arrivo ai danni di un certo Rocco Delfino, e avrebbe dato la notizia a Rocco Delfino. Si è però saputo che la notizia era pubblica. Piccola distrazione degli inquirenti. Secondo reato, abuso d’ufficio. Sarebbe stato commesso in un momento successivo al primo. E nel frattempo Pittelli era diventato avvocato di Delfino. In quanto avvocato di Delfino, avrebbe chiesto un favore di nuovo a Naselli. C’è una intercettazione che lo accusa. Il colonnello Naselli risponde a una domanda di Pittelli sulla situazione di Delfino. Spiega che è complicata e poi dice: “Eventualmente lasciamo decantare la pratica”. Da questo si deduce che Naselli promette a Pittelli un rinvio sine die del provvedimento. E quindi il reato. Nessuno però verifica se poi effettivamente il provvedimento fu rinviato. Beh, fu eseguito esattamente sei giorni dopo la telefonata. La Cassazione, di conseguenza, in mancanza evidentissima di reati e di verifiche sulle accuse da parte della Procura, annulla tutto e scarcera il colonnello.
Per Pittelli resta il concorso esterno. La prova sarebbe sempre in una intercettazione telefonica. Dalla quale risulterebbe che Pittelli sarebbe la talpa che fornì i verbali dell’interrogatorio di un pentito – segretissimi – a un esponente della mafia di Vibo. Li avrebbe ottenuti attraverso la confidenza di un agente segreto. L’intercettazione prova che Pittelli disse a un suo amico che il pentito – si tratta di Andrea Mantella – ha scritto alla madre: “Vi vergognerete di me”. Se ha detto questo al suo amico vuol dire che conosce il verbale delle dichiarazioni di Mantella e dunque è lui la talpa. C’è poi però una seconda intercettazione, della quale gli inquirenti non tengono conto. È sempre di una telefonata tra Pittelli e quello stesso amico, e Pittelli dice: «È inutile che mi chiedete i verbali di Mantella perché io non ne so niente».
Questa intercettazione dovrebbe scagionarlo, no? Ma si può obiettare: e allora come sapeva della lettera alla madre? Semplice: la notizia della lettera alla mamma era uscita su tutti i giornali calabresi e sul Fatto Quotidiano un mese prima della prima intercettazione. L’on. Pittelli è sempre lì in cella. Solo. Lontanissimo dalla sua città. Abbandonato. I Pm non lo interrogano. I giornali seguono la corrente: Gratteri, Gratteri, Gratteri. Vi pare che ho esagerato nel parlare di persecuzione? Vi pare che mi intrometto in cose che non mi riguardano se chiedo ai partiti politici che siedono in Parlamento di intervenire, di chiedere spiegazioni, di fare qualcosa per restituite a un cittadino della Repubblica i suoi diritti di essere umano? State attenti, cari amici. Non alzate le spalle. Non fingete che la cosa non vi riguardi. State attenti: quello che è successo all’onorevole Pittelli può succedere a chiunque di noi. Se lasciamo che la magistratura resti l’unico potere incontrastato, se lasciamo che un Pm o un Gip possa sbattere in prigione chi vuole lui, senza doverne mai rispondere a nessuno, a nessuno, a nessuno, se…
Fonte
via coalemo
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abr · 5 years ago
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George Soros ha pubblicato un intervento su Project syndicate , una syndication appunto che pubblica interventi di politici, intellettuali, scienziati, economisti (...) e che si autoproclama nientemeno che la World’s opinion page, dal titolo che si presta a poche interpretazioni: The EU Should Issue Perpetual Bonds. Ovvero, l’Ue dovrebbe emettere perpetual bonds. Come foto di copertina, i quattro principali referenti dell’oligarchia comunitaria, fra cui David Sassoli. I contenuti? Partendo dalla proposta di Ursula Von der Leyen di un Recovery fund da un triliardo di euro di controvalore, George Soros propone che il finanziamento dello stesso avvenga appunto attraverso l’emissione di bond perpetui, il cui costo per l’Unione – garantendo un coupon fisso dello 0,5% – sarebbe a suo dire di soli 5 miliardi di euro l’anno, meno del 3% del Pil comunitario. (...). Poi, la perla, ciò che mi ha davvero fatto drizzare le antenne. Per il filantropo, infatti, uno strumento simile sarebbe enormemente attrattivo (...) visto che un perpetual bond – per sua stessa definizione – ha sempre medesima scadenza, quindi non richiederebbe alla Bce un ribilanciamento temporale del portfolio di investimento (...).  (I) perpetual bonds (...) ha(nno) rischi superiori a quello di altri debiti, perché la legislazione l(i) considera un debito subordinato, stabilendo che sia rimborsato solo dopo che sono stati soddisfatti tutti gli altri creditori. Insomma, George Soros vorrebbe che l’Ue emettesse quello che di fatto (...)  è un’obbligazione secondaria ad alto rendimento (ricordate i casi delle banche locali italiche implose? Ndr), (...) (cui) la Bce offrirebbe de facto una garanzia implicita come prestatore di ultima istanza, pronta a sobbarcarsi i rischi – ad esempio, un’implosione tutt’altro che impossibile dell’eurozona stessa – contabilizzandoli a bilancio e a fondo perduto. Gli piace vincere facile! (Per) George Soros (sarebbe) lanciarsi come ai vecchi tempi (della speculazione anti lira e sterlina del settembre 1992, ndr) nel prossimo big short, la grande scommessa di un’Ue che salta in aria del tutto. Attenzione a cosa accadrà domani a Bruxelles, perché in gioco c”è molto. Moltissimo.
https://www.ilsussidiario.net/news/spy-finanza-il-sorprendente-piano-di-soros-sul-futuro-dellue-e-della-bce/2012808/
Tranqui Bottarelli, la Cermania ha già messo le mani avanti, di Recovery Funds non se ne parla, tantomeno di “perpetual bonds” per finanziarli, figurarsi!  
E Bottarelli, lasciatelo dire, giù le zampe, non accomunare gli interessi di Soros il Globalista che tiene a libro paga tutte le Ong a quelli dei Sovranisti: o’ vedi che si rivolge alle Istituzioni Europee, mica al suo concittadino Orban! 
Btw,  il sogno di mutualizzare i debiti che tu addebiti, calembour, ai Sovranisti, è IL sogno perenne e bagnato de tuc i terùn socialdemocratici da quando, crollato il Muro, non han più trovato chi li mantenesse in nome della Geopolitica. Solo allora i Compagni prima freddi si son detti, siamo Europei !  
Lascia che ti spieghi, a te e a chi finge di non capirlo, è  un discorso brutale, scorrettissimo ma reale e gestibile per un maschietto: i Sovranisti sono saltati nel bandwagon socialista statalista “condividiamo i debiti a livello europeo per continuare a spendere alla cazzo in casa nostra”, in contraddizione palese col loro principio fondante “padroni in casa nostra” - quindi Responsabili di casa nostra e delle sue spese -  per avere una risposta indiretta da dare al NORD tradito dal no secessione e neanche federalismo, che non vuole - non può più - mantenere il Sud. La risposta indiretta, che non mi pare affatto peregrina per gli interessi del Nord ma neanche per quelli del Sud: che ce lo mantenesse l’Europa. Se non si fa carico lei delle “bad bank” territoriali (stile Grecia o qualcosa di più efficace, è altro discorso), che ce stamo a fà? 
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greatestate · 8 years ago
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Legge di Stabilità 2017: proroga delle agevolazioni fiscali per la casa
La legge di Bilancio 2017, ha disposto la proroga delle agevolazioni fiscali per la casa già previste per il trascorso 2016; ha prolungato infatti i termini per usufruire delle detrazioni d’imposta previste per la riqualificazione energetica degli edifici, il recupero del patrimonio edilizio e l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’ arredo dell’immobile oggetto di…
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chouncazzodicasino · 7 years ago
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Bene.
Devo dire che negli ultimi due giorni ho ricevuto alcune parole che non mi aspettavo. Fondamentalmente perché non ci avevo pensato, forse. Non avevo pensato bene a quello che stavo facendo? No, credo più che altro che è perché ero troppo concentrata su quello che stavo facendo e avevo rimosso l’idea che questo può generare negli altri. Tutta sta filippica senza senso per dire che da due giorni diverse persone, vicine e non, mi hanno detto che sono brava, che la perseveranza paga, che in un mondo di vorrei io l’ho fatto. Effettivamente io l’ho fatto. E’ qui, ci sono dentro e ha il mio nome. Forse avevo perso di vista questa cosa, ci sto dentro mentalmente e fisicamente da così tanti mesi che vedere lo stupore e i complimenti un po’ mi fa strano. Mi imbarazzo. Mi viene da dire “Ma sì, ragazzi ma è da 14 mesi che ci sto dietro... tranquilli.”.
Non sono abituata.
“La perseveranza che hai avuto”, e io penso “oddio perseveranza che parolone mo me pare esagerato”, poi però penso che forse è perseveranza davvero:
- il 28 dicembre 2016 passando davanti uno stabile ormai in disuso ho pensato che sarebbe stato bellissimo creare lì un negozio come quello dove lavoravo, ho chiamato mamma e Barba e ho detto loro “Sto pensando che voglio aprire un negozio”.
- il 1 febbraio 2017 ho cominciato un corso di circa 5 mesi alla regione, gratuito, per la gestione e la creazione delle micro imprese. Consiglio a tutti questo genere di corsi gratuiti che le regioni mettono a disposizione. Lo consiglio come la cotoletta di Martino a Milano.
- intorno a giugno ho cominciato a sentire i vari fornitori, assillandoli, cosa che ho capito di riuscire a fare molto bene. Cercando sempre con costanza bandi nazionali regionali europei mondiali.
- a luglio ho cominciato a cercare il locale da prendere in affitto, ne ho trovato uno, ho quasi firmato ma il tipo ha rinunciato. Ero troppo giovane (?a trent’anni?), volevo “giocare”, ero “poco seria” e “poco avviata”.
Uh quanto ho pianto.
- a settembre ho ricominciato a cercare il locale e ho ricontattato i fornitori.
- ad ottobre ho visto 8 locali. L’ottavo, con le pareti stuccate ad cazzum in bronzo e argento metallico, è stato quello giusto. L’ho preso in affitto da novembre.
- a novembre, carta alla mano, scopro dal catastale che i vecchi affittuari hanno cambiato tutto internamente e faccio autodenunciare il padrone di casa. Lui perde 1800 euro, io perdo un mese di tempo per la tempistica catastale. Mi affido al bando fondo futuro e corro dietro tutto e tutti per avere i preventivi. Risulto la perfetta candidata, tutto fatto. Tutto perfetto.
- dicembre il mese nero. Firmo il mio perfetto bando per il microcredito. Il giorno dopo mi arriva la mail che dice che i soldi li danno solo ai terremotati. Partecipazione al bando costo di circa 400 euro. Mese inutile a preparare la partecipazione. Mese inutile viste le feste per fare i lavori. Ansie tante.
Uh quanto ho pianto.
- gennaio il mese di dov’è l’acqua? 4 settimane a cercare il rubinetto. Gli operai lavorano con le casse di acqua portate a spalla. I vecchi inquilini mi mentono. Io pago i loro danni moralmente ed economicamente. Acea viene due volte. Mi fa il favore di risolvere la cosa aumaum. Intanto mi sfonda un muro appena fatto dall’operaio.
- febbraio il mese dell’umiliazione. Perché per lo stato sono garanzia di niente e per tutto devo avere garanti. I miei genitori mi fanno da garanti. Ma in un modo brutto, brutto. Che per la prima volta penso di lasciare alcune cose e girare verso altro. Ma non lo faccio. Loro mi dicono che è solo il primo stronzo che incontro e io lo odio ma ci passo sopra. Sfortunatamente non nel senso fisico con una piallatrice. Questa cosa mi ferisce molto. Non per l’umiliazione a me, ma per l’umiliazione ai miei genitori. Mi puoi trattare come una nulla tenente che deve stare sotto la gonnella di mammà, ma non osare mettere in dubbio la persona di mia madre o di mio padre. Lui lo intuisce, credo, e da quel giorno fingiamo che non sia successo niente per lavoro. Passa una settimana. I lavori al negozio sono quasi finiti ma ci sono ritardi con i contratti, ritardi con le forniture, spese che non sto nemmeno a dire. Ma se aspetto che ci sia tutto e sia tutto pronto... io apro nel 2019 cazzo. Non può essere. Non ce la faccio più. Io apro. Chi c’è c’è chi non c’è non c’è. Venerdì scorso mi vengono a mettere l’allarme e dopo due ore mi chiamano “c’è un problema”. E’ esploso un tubo, così, zan zan. Io ormai rido e dico di stare tranquilli che si risolve, tanto io apro con o senza tubo rotto nel muro. Si risolve. Mi chiamano e mi dicono quelli delle altre forniture che non riescono a passare. Ma io apro lo stesso, pure senza niente. Parto per due giorni a Londra per amore. Domenica torno, piango, piango sempre. Piango tanto che gli amici, GRAZIE DIO PER I MIEI AMICI, mi vengono dietro, mi vengono a fare sorprese, mi vengono a casa, mi controllano gli orari dell’aereo mentre non li vedo perché sanno che sto fusa. Ah quanto mi hanno salvato di amici. Torno domenica e comincia a nevicare. Lunedì mi sveglio sotto 30 cm di neve. Non posso uscire di casa. Piango. “Ma io devo andare” dico circa40 volte. Ma non posso andare. Il pomeriggio spalo la neve. Due ore. La mattina in tre ci armiamo per far uscire la mia macchina. Esco. E’ martedì “di Venere e di Marte” senti se sto a dare retta a ste cose io veramente tanto vale che non apro. OH. E invece ho aperto.
Ho aperto.
Con la neve, senza niente o quasi e senza un cliente.
Ma è bellino ed è mio, mi sembra sia così da una vita anche se mi sono dimenticata di comprarmi una sedia comoda.
Viva il lupo a me.
NB. compra una sedia ergonomica e un bollitore per le bustine di ginseng in polvere.
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unfilodaria · 3 years ago
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Non è successo niente
- Partita a Monopoly? - Volentieri. - Io piglio il funghetto, tu? - Il fiasco. - Ecco a te. - Che fai? - Prendo Parco della Vittoria. - Ma scusa, ma non dovrebbero essere distribuite a caso le proprietà? - Eh ma Parco della Vittoria è della mia famiglia da generazioni. - In che senso? - Vedi, mio padre quando giocava a Monopoly aveva sempre Parco della Vittoria, e così suo padre e il padre di suo padre. Quindi adesso è mio. - Non mi sembra corretto. - Guarda che non è mica tutto rosa e fiori, vengo mangiato vivo dalle tasse di successione. E comunque se non ti fidi, puoi controllare sul libro delle regole. - Sembra la tua calligrafia. - Infatti l’ho scritto io. - Questo non è conflitto d'interessi? - No è autoregolazione. - Ah. Va be’, mi dai i soldi? - Certo. Eccoli. - Tutto qua? Ma la somma non dovrebbe essere uguale per tutti? - Eeh, è arrivato Trotsky. Ma tu lo sai che costi ha mantenere Parco della Vittoria? Solo di tassa sui rifiuti mi parte via un patrimonio. Te invece con… cos’hai te? - Vicolo Corto. - Ecco, Vicolo Corto. Quanto paghi di tassa rifiuti? - Niente, non li vengono manco a pigliare i rifiuti a Vicolo Corto. - Visto? Risparmi. Meno spese, meno soldi. No? - Non son convinto. - Dai, dai giochiamo. Comincio io. - Perché? - Perché ho fatto 8 coi dadi. - Sì, ma io ho fatto 11. - Ma io ho pagato la banca per avere diritto a tirare un dado aggiuntivo. Tié, ho fatto 13. Comincio io. Per prima cosa uso parte dei miei soldi per scommettere che finirò su Via Accademia. - Cioè, si può scommettere adesso? - Si chiama trading. È alla base del gioco. - Ma che versione è? - Dai, basta piagnucolare. Ho scommesso. Poi compro una carta Probabilità. - Si possono comprare? - Se hai i soldi sì. Guarda, dice che devo andare in Via Accademia. Ho vinto la scommessa, quindi piglio i soldi. - Che culo. - No, è che conosco l’ordine dei cartoncini. - E com’è che lo conosci? - Gioco a squash col direttore della banca. - E chi è? - Sono io. - Ma tutto questo è illegale. - Tecnicamente sì, ma vedi, prima di cominciare ho anche comprato tutte le uscite gratis di prigione disponibili e un team di avvocati con le madri puttane. Poi, avendo io un portafoglio di proprietà molto rilevanti, la banca è ben lieta di prestarmi dei soldi a interesse bassissimo. - Anche io avrei bisogno di un prestito. - Eh, ma tu come garanzia hai solo quella fogna a cielo aperto di Vicolo Corto. - Scusa, ma a ben vedere io ho molto più bisogno del prestito di quanto ne hai bisogno tu. - Vero anche questo, ma la banca deve avere la sicurezza che venga pagato e questa sicurezza tu non la riesci a dare con quell’angolo lercio e miserabile di tabellone e la sua fauna di eroinomani e papponi. - Ma non dovremmo poter usare solo i soldi che abbiamo? - Sentilo il piccolo Bernie Sanders. Come pensi di far crescere un’economia in queste condizioni? A ogni modo inizio a comprare proprietà. Quelle verdi, che rendono parecchio. - Sì, però non ci devi capitare sopra? - Non nel libero mercato. - Va be’, almeno ce li hai i soldi? - Non mi servono, perché attraverso un leveraged buyout posso acquistare senza pagare. - Un che? - Un leveraged buyout. Fondo una nuova società con un intermediario, con la società chiedo un prestito a medio-lungo termine e con i soldi del prestito acquisto la società che mi interessa. Non avendo io a che fare direttamente col debito esso non intacca la mia reputazione. Però se non le sai le cose, non giocarci a Monopoly. - D’accordo, ma 'sti soldi glieli dovrai ridare a un certo punto, o no? - Eh no, perché adesso il debito è della società che ho acquistato, mica mio. - Ma è legale questa cosa? - Per ora sì. - E posso farlo anche io sto magheggio? - No. - Perché? - Non hai abbastanza… - … credibilità finanziaria. - Vedi che dai e dai le cose a un certo punto ti entrano in quella testolina da classe media. Tira 'sti dadi va. - Ho fatto 12, fantastico! - No. - Come no? Doppio 6 a casa mia fa… - Puoi tirare solo un singolo dado. - Perché? - Si chiama flat tax. Un sorta di aliquota fissa ai dadi che puoi tirare. Non fare quella faccia, guarda che vale
anche per me. Volevi l’uguaglianza, non sei contento? - Sì, ma tu hai un dado a venti facce. - È colpa mia se ho ereditato un dado da venti dal povero nonno? Tu datti da fare e vedrai che anche col tuo dadino riuscirai a fare strada. D’altra parte, il sistema vuole che tu vinca. - Davvero? - Certo, altrimenti perché ti farebbe giocare? Tira su. - Ehi, ho guadagnato 100 euro perché sono arrivato secondo a un concorso di bellezza. - Complimenti, sei quasi bello. - Aspetta, com’è che tu hai tutti quei soldi? Non sono manco mai passato sulle tue proprietà. - Perché mentre perdevi tempo in passerella, io ci davo dentro di fondi speculativi, mutui subprime, cdo tossici resi appetibili dalla collusione di importanti enti finanziari e agenzie di rating, inoltre mi sono dedicato al naked short selling, cioè ho venduto azioni che neppure ancora possedevo contando di pagarle con i guadagni di un mercato pilotato. Te sei ancora fermo alle proprietà, alle cedole che maturano, ai soldi del dentista, alla preistoria! - Va be’, ma te li tasseranno almeno 'sti soldi o no? - No, perché ho spostato Parco della Vittoria in Lussemburgo. - In Lussemburgo. - Sì, mo si chiama Schlossallee e la tassazione sulle rendite finanziarie è praticamente nulla. - Senti, io c’ho due soldi, ma proprio due, che dici: provo a investire? - Certo, è un mercato libero. - Allora, visto che controlli più di metà del tabellone, io quasi quasi scommetterei sul fatto che tu possa guadagnare nel breve periodo. - Eh no. - Perché no? - Perché così piloti il mercato, è embedded leverage, è approfittarsi del tasso d'interesse a breve termine, è una vergogna, un’indecenza. Ti rendi conto di quello che hai fatto? È gravissimo. Lo dicono pure i giornali. - Ma è quello che fai tu dall’inizio del gioco. - Mi appello allo stato e agli organi di sicurezza perché mi tutelino da questa grottesca aggressione. E infatti… - Cosa? - Ti hanno bloccato la possibilità di investire. - Ma perché? - Perché il mercato non è il tuo Parco della Vittoria. È il mio. - Scusami eh, ma riassumendo: se gioco, perdo. - Sì. - Se non gioco, perdo. - Sì. - Se provo a seguire le regole, tu te ne approfitti. - Sì. - Se non seguo le regole, finisco in galera. - Sì. - Posso almeno cambiare pedina? - Non ti piace più il fiasco? - No. - Va bene. Cosa vuoi? - La molotov.
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gloss-shit · 3 years ago
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Solo per assicurarmi di non perdere la oneshot Yoonmin che ho salvato nelle note (rompendo il telefono vecchio ne avrò perse una decina)
Jimin non aveva più diciannove anni.
Non ne era mai stato più conscio di quando sentì le sue ginocchia scricchiolare dolorosamente all'umidità della notte quando scivolò fuori dal letto.
Yoongi dormiva beatamente, gli dava le spalle.
Bah, per lui era diverso.
Era sempre stato così.
Uscì cercando di non fare rumore, pur consapevole che il suo compagno non si sarebbe svegliato neanche se una mandria di paparazzi gli fosse piombata in casa.
Sorrise orgoglioso di sé stesso a quel pensiero.
L'aveva sfinito.
Si erano sfiniti a vicenda.
Jimin sentiva la stanchezza annidata dietro le ginocchia, sulle spalle, sulle palpebre ormai pesanti.
Camminò scalzo sul parquet del loro appartamento.
Dieci anni.
Stava con Yoongi da dieci anni.
Quel pensiero lo stordì al punto che dovette appoggiarsi allo stipite della porta del corridoio per non cadere.
Raggiunse il salotto ancora barcollante, si posizionò davanti al balcone.
Merda, avrebbe fatto un casino infernale aprendo quel coso.
La pesante persiana era calata fino a terra per garantire un minimo di privacy a chi abitava quel tutt'altro che modesto appartamento vicino alla periferia di Seoul.
Nonostante i tre piani che li separavano da terra, non si sa mai.
Si rassegnò alla prospettiva di svegliare il suo hyung e impiegò la poca forza che gli rimaneva nelle braccia per alzare la persiana.
In fondo aveva desiderato parlargli dal momento in cui si era svegliato accanto a lui nel cuore della notte, circa quindici minuti prima.
Prima di uscire tornò in cucina, prese due bottiglie di birra.
Aveva davvero bisogno di schiarirsi la mente e no, la birra non avrebbe aiutato, ma era troppo assonnato per realizzarlo.
Si sedette sulle mattonelle fresche ignorando le comode sdraio a soli due metri da lui, poggiò la schiena contro il muro di casa.
Il silenzio rendeva la notte innaturale.
Il buio sembrava condensarsi nella totale assenza di suono, si accumulava in grumi, si faceva viscoso.
E Jimin aveva freddo.
Era il diciannove luglio.
Dieci anni.
Non poteva pensarci.
Una piccola parte di sé si chiese perché la cosa lo sconvolgesse tanto. Non aveva mica reagito così al loro ultimo anniversario, e nove non è molto meno di dieci.
Non era un segreto che lui e il suo hyung stavano insieme da davvero tanto tanto tempo.
Si decise ad aprire la birra.
Si leccò le labbra, bevve un sorso.
Poi un altro.
Chiuse gli occhi.
Eppure cazzo, dieci anni sono dieci anni.
Non sono nove e non sono otto e non sono undici, sono dieci.
Due cifre.
Prese un altro sorso.
Si lasciò sfuggire un sorriso bonario al pensiero che probabilmente Yoongi problemi del genere non se li faceva mica.
Nel senso, anche per lui dieci anni erano tanti.
Era stato felice di averli raggiunti e di aver festeggiato con lui, ma lo aveva fatto con uno spensierato sorriso sulle labbra.
Li aveva festeggiati come aveva festeggiato gli otto anni, o i nove.
E Jimin non sapeva neanche perché fosse tanto importante per lui, davvero.
Non ne aveva neanche parlato con Yoongi, non perché convinto che non avrebbe capito ma perché lui stesso non si spiegava il motivo di quel suo stato d'animo, e quindi parlarne sarebbe stato semplicemente stupido.
Invece il suo hyung, che non era mica scemo, ronfava beatamente tra le lenzuola.
Mentre si riportava la bottiglia alle labbra Jimin pensò quasi meccanicamente a Yoongi addormentato, al suo respiro delicato, le palpebre che tremolavano di tanto in tanto, l'espressione serena che raramente gli vedeva da sveglio.
Non perché fosse particolarmente nervoso, semplicemente perché quando dormiva era sereno in un modo _diverso_.
Non sapeva spiegarlo, così come non avrebbe saputo spiegare come conosceva altri lati di lui.
Non avrebbe saputo spiegare l'espressione che faceva quando stava per fare una battuta stupida, leggermente diversa da quella che precedeva una battuta davvero bella.
Non avrebbe saputo spiegare la sua espressione felice, quella fintamente felice, quella assorta, quella annoiata.
Non avrebbe saputo spiegare tutte le piccole cose che conosceva, quelle che aveva notato da solo vivendo con lui, così come non avrebbe saputo spiegare perché sapere di conoscere questi piccolissimi dettagli di lui ed essere uno dei pochissimi a godere di questo privilegio lo riempisse d'orgoglio al punto di non riuscire a non sorridere quando ci pensava.
Era come una garanzia.
Yoongi era tutto suo.
Un altro sorso di birra.
Il pensiero di lui lo stava scaldando, così come la bevanda ghiacciata che teneva in mano.
Non aveva più tanto freddo.
Nel momento in cui si rese conto di come la densità del buio stesse andando scemando sentì dei passi felpati provenienti da dentro l'appartamento.
"Ah Jimin, mi sono girato e non c'eri. Hai idea di che brutta sensazione?"
Rimase ad guardare mentre Yoongi si avvicinava, si sedeva accanto a lui e apriva la birra.
"Che fai qui?"
"Non lo so, nulla, credo. Scusa per averti spaventato, hyung"
"Mh non importa. Ma che fai, tremi? Hai la febbre?"
"Non lo so. Muoio di freddo"
Ma era un tipo di freddo diverso da quello legato alla temperatura corporea.
Era il freddo che una delle notti più lunghe di sempre gli aveva lasciato addosso, era l'oscurità viscosa che si era andata a poggiare sulle palpebre per appesantirle e tra le labbra per impastare la lingua.
Era un freddo che gli risaliva la schiena.
Dieci anni.
Era così bello che faceva una paura tremenda.
Ma Yoongi era caldo.
La sua presenza lo riscaldava, così come la birra fredda e le sue braccia che ora gli stringevano il corpo.
Mentre lo abbracciava da dietro gli poggiò la fronte sulla spalla.
"Stai male, Jiminie?"
Le stelle si spensero una ad una mentre i grumi di oscurità si scioglievano, il nero era adesso un blu opaco.
"Mi stai spegnendo le stelle"
Gli rispose.
"Mh?"
Rispose lui.
Si stava già riaddormentando, ma alzò piano la testa.
"Oh... L'alba. In effetti fa un po' di freddo, ma tremare così mi sembra un po' troppo. Sicuro di stare bene Jimin?"
"Sto bene. Mi abbracci più forte?"
"Si... si"
Le braccia di Yoongi si infilarono tra il suo busto e le sue braccia e lo tirarono a sé, facendo scontrare il suo petto con la schiena del piccolo.
Gli lasciò un bacio sul collo prima di riappoggiargli la testa sulla spalla.
Lo sentì inspirare profondamente.
Sperò che non si addormentasse.
"E ha fatto ancora mattina"
Disse invece.
Erano solo cinque parole, ma a Jimin sembrò che Yoongi fosse davvero tanto tanto stanco.
Si sentì in colpa per averlo svegliato.
"Vuoi tornare a letto?"
"No. Jimin, sei qui"
"Si, sono qui"
Rispose dopo un attimo di esitazione.
"Sono qui. Siamo qui. Dieci anni, Jiminie..."
"Ci stai pensando anche tu"
"Come potrei non pensarci?"
Fu la secca risposta.
Yoongi lo strinse più forte.
"Sei qui da così tanto che è strano pensare che potresti andare via. Ho due braccia da sempre, ma potrebbero tranciarmene uno. Ho sempre avuto dei polmoni, ma potrebbe venirmi il cancro"
"Come sei apocalittico"
"Sto cercando di chiederti di non andare via senza sembrare che ti stia implorando.
So che abbiamo avuto problemi. Abbiamo problemi. Da tanto. So che probabilmente anche tu hai sentito almeno per un secondo che questo anniversario era tutto una farsa, il ristorante, la passeggiata, i regali, poi a casa...
Lo so, Jimin.
So che non siamo mai stati peggio di così e che sono dieci anni e dieci è un numero da non prendere alla leggera.
Ma tu.."
"Io non me ne vado finché non mi cacci via, Yoongi"
Lo interruppe.
Lo sentì trattenere il fiato per un secondo o due prima di rilasciarlo lentamente.
La presa attorno alla sua vita si rilassò dopo essersi stretta fino a fargli male.
"Okay"
Disse lui.
"Okay"
"Okay"
Gli rispose Jimin.
Poi guardò di nuovo su.
Il cielo era ormai indaco, mancavano pochi minuti al momento in cui il primo raggio di sole avrebbe fatto capolino dalla linea dell'orizzonte.
Le luci della città iniziarono a spegnersi pian piano mentre Yoongi si rilassava sulla sua spalla.
Non si era nemmeno accorto che fosse così teso.
"Dormi già?"
"No"
"Puoi stare sveglio un altro po' per me?"
"Si"
Lo sentì alzare la testa per guardare quello che guarda lui.
"E ha fatto ancora mattina"
Ripetè le sue stesse parole di qualche minuto prima.
"Speriamo succeda ancora per tanto tempo"
"Altri dieci anni"
"Molto di più"
E giusto per dimostrare agli uccellini che iniziavano a cantare dai rami degli alberi vicini, unici spettatori di quella scena, che a quelle parole ci credevano sul serio, Min Yoongi e Park Jimin si concessero il lusso di non baciarsi.
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circolotennisparabiago · 4 years ago
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Ancora grandi successi !!!
Prosegue il buon momento delle nostre squadre seniores, impegnate anche Domenica 23 in difficili incontri intersociali.
Iniziamo per cavalleria dalle bravissime e bellissime ragazze delle Serie B2, che nel girone 1 hanno affrontato e battuto le forti atlete dello Stampa Sporting Torino, in un match di vitale importanza per il prosieguo del Campionato.
Il risultato dei singoli, 2 a 1 per le nostre,  derivava delle belle vittorie di Sonia Cassani (62 63 perentorio sulla giovane 2.6 Camerano Alessia con un livello al servizio che promette solo per il meglio) e di Valentina Urelli (freddissima nel portare a casa un incontro al cardiopalma contro la forte 2.5 Gardella Federica per 16 62 76, 9 punti a 7 il tie-break ! sul campo ormai definito Vale court dal momento che la nostra non ha MAI perso sul 4 !) ed infine della sconfitta indolore di Cavelli Carola per mano della loro numero 1 avversaria, la 2.5 Tagliente Alessia (un 62 63 frutto di una prestazione certo da non incorniciare ma giocare sempre prima in formazione non certo aiuta).
Arrivate al doppio e potendo schierare il vivaio di garanzia chiamato Cassani, ecco la prova tutta grinta e quasi rabbia (per non aver giocato il singolo forse) di Colombo Asya. Il 62 63 finale racconta di un match senza storia che ci permette di primeggiare nel girone insieme allo Sporting Club Nuova Casale che per ora sta ricalcando il nostro percorso vincente.
Brave le nostre ragazze e bravi i due capitani Cristiano e Mauro, guide perfette in panchina. Da sottolineare anche il tifo di Ilaria Semplici e Aurora Urso che, nonostante la certezza di non dover scendere in campo, hanno partecipato attivamente alla vittoria, a testimonianza di un gruppo molto affiatato.
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Sempre belle da vedere e non solo efficaci in campo !
I ragazzi erano invece impegnati nella impegnativa (anche per via della levataccia) trasferta di Guidizzolo (MN), una squadra che potendo contare su quattro singolaristi di pari classifica (tutti 2.4) poteva giostrare a piacimento la formazione.
Il primo match a concludersi era in effetti il maggiormente insidioso, con il nostro giovane e vivaista Leo Cassago che non riusciva quasi mai a trovare il proprio ritmo contro il solido Lorenzo Corioni. Alla fine il 62 62 non lascia scampo al bel Leo che solo nella parte centrale del secondo set avrebbe potuto in qualche modo mettere in discussione il risultato, cercando di minare la sicurezza del bravo Corioni. Qualche errore di troppo soprattutto al servizio finiva ahinoi per direzionare il primo punto verso la squadra di casa.
Toccava quindi al solito Gio Rizzuti mettere le cose a posto, con una prova perentoria e di altissimo livello, tanto che in tribuna fioccavano apprezzamenti anche dal folto pubblico locale, per un giocatore in piena fiducia e che definire devastante ci sembra quasi riduttivo. Un vero leader il nostro Giovanni, con la sua carica che contagiava anche i compagni in tribuna e che durava anche per tutto il resto della giornata. Dalla parte opposta della rete un buonissimo 2.4 (Pasini Daniele) che nonostante un ottimo livello di gioco e una notevole fiducia nei propri mezzi, nulla ha potuto contro le perfette variazioni di ritmo di un Rizzuti a dir poco perfetto, 62 63 alla fine. Grande Gio !
Gli altri due singolari sono onestamente stati meno critici per i nostri alfieri.
Da sottolineare la prova ancora molto solida e in fiducia di Christian Migliorini, reduce dalla vittoria del suo quinto Open in stagione e che confermava il suo ottimo momento di forma, frutto di una dedizione e di un grande lavoro in allenamento, non solo tecnico ma anche e soprattutto atletico. I frutti si vedono Chri, e ne sa qualcosa anche il malcapitato 2.4 Dall Asta Andrea, capace di raccogliere solo tre game con il 62 61 finale.
Ultimo ma non ultimo, il nostro numero 1 che nonostante sia appena entrato in squadra sembra essere parte della nostra grande famiglia da tantissimi anni: Marco Brugnerotto (2.2) ci conosce da una vita, noi lo conosciamo da molto prima e il suo attaccamento ai colori del CTP ne e la prova lampante. Perfetto nelle sue accelerazioni, preciso nel giocare a pochi centimetri dalla riga di fondo, sempre praticamente in controllo e in comando dello scambio. Mai in discussione la sua vittoria per 61 61 contro il bravo ma domenica impotente 2.4 Enrico Berta.
Arrivati con un rassicurante 3 a 1 dopo i singoli, ci bastava un punto per portare i tre punti in via dello Sport. Il capitano Mattia decideva quindi di non spezzare i nostri migliori giocatori, schierando la coppia Brugnerotto/Rizzuti, opposti a Dall Asta e Berta per il punto della vittoria, arrivato puntuale per 63 61. Anche qui dalle tribune solo apprezzamenti e applausi anche dai tifosi mantovani, a prova di una superiorita mai in discussione.
Chiudiamo con la lietissima nota del secondo doppio, formato dalla coppia Cassago/Nick Carlone, belli e vincenti contro la coppia migliore del TC Guidizzolo (Pasini-Corioni) per 64 63. Davvero bravi i nostri ragazzi a rintuzzare i tentativi di ritorno degli avversari, applicando al meglio una delle regole non scritte del tennis, vale a dire che non tutti i punti hanno lo stesso peso ma che si deve giocare bene, aggressivi e incisivi i punti chiave. Pensate che la coppia CTP ha perso uno solo dei NO AD point che ha affrontato nel corso della partita.
Grandi esempi anche per i nostri giovani Ceruti Andrea e Brianza Moris, presenti in tribuna insieme al grande tifoso Gianluca Fusarpoli, che ringraziamo con tutto il cuore per la dimostrazione di vicinanza che lo ha portato a raggiungerci cosi lontano da casa. Grazie Gianluca ! e grazie anche a Francesca, Giulia e Vanessa per la vostra elegante, discreta ma preziosissima presenza.
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Stanchi, cotti dal sole ma felici !
5 a 1 alla fine, uno score che porta i nostri atleti in testa al girone 1, in bellissima solitudine davanti al Selva Alta ed in previsione della successiva e delicata trasferta di Domenica 30 in quel del TC Crema. Forza ragazzi !
Non possiamo non segnalare infine il risultato della Serie D1 maschile, capace di sconfiggere sui campi di via dello sport il TC Milano B per 4 a 2.
Vittoriosi in singolo Turconi Emanuele, Legnani Andrea e il nuovo acquisto Bogni Andrea. Sconfitta invece per il bravo Lorenzo Baldoni.
Doppio vinto da Panaro Paolo e Turconi, perso invece da Capitan Volante in coppia con Andrea Legnani per il 4 a 2 finale che fa da ben viatico per il resto del girone.
Il CTP non si ferma nemmeno Domenica 30 Maggio, con anche i primi incontri di Serie D3 e D4, per una stagione che vuole essere da ricordare. Stay tuned !
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purpleavenuecupcake · 4 years ago
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Abi. Credito e liquidità per famiglie e imprese
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Credito e liquidità per famiglie e imprese: ancora attive moratorie su prestiti del valore di 157 miliardi, oltre 161 miliardi il valore delle richieste al Fondo di Garanzia PMI; raggiungono i 23,3 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti garantiti da SACE Le moratorie tuttora attive riguardano prestiti del valore di circa 157 miliardi, a fronte di 1,4 milioni di sospensioni accordate; superano quota 161 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI. Attraverso 'Garanzia Italia' di SACE i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 23,3 miliardi di euro, su 1.950 richieste ricevute.  Sono questi i principali risultati della rilevazione effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace . La Banca d’Italia continua a rilevare presso le banche, con cadenza settimanale, dati riguardanti l’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, le iniziative di categoria e quelle offerte bilateralmente dalle singole banche alla propria clientela. Sulla base di dati preliminari, riferiti al 23 aprile, sono ancora attive moratorie su prestiti del valore complessivo di circa 157 miliardi, pari a circa il 56% di tutte le moratorie accordate da marzo 2020 (circa 280 miliardi) . Si stima che tale importo faccia capo a circa 1,4 milioni di richiedenti, tra famiglie e imprese. L’importo delle moratorie in essere differisce da quello delle moratorie concesse per vari motivi, tra cui il venire a scadenza di una parte di esse. Le moratorie attive a favore di società non finanziarie riguardano prestiti per circa 121 miliardi. Per quanto riguarda le PMI, sono ancora attive sospensioni ai sensi dell’art. 56 del DL ‘Cura Italia’ per 120 miliardi. La moratoria promossa dall’ABI riguarda al momento 5 miliardi di finanziamenti alle imprese. Sono attive moratorie a favore delle famiglie  a fronte di prestiti per 29 miliardi di euro, di cui 5 per la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini). Le moratorie dell’ABI e dell’Assofin rivolte alle famiglie riguardano circa 6 miliardi di prestiti. Sulla base della rilevazione settimanale della Banca d'Italia, si stima che le richieste di finanziamento pervenute agli intermediari ai sensi dell’art. 13 del DL Liquidità (Fondo di Garanzia per le PMI) abbiano continuato a crescere fino al 23 aprile, a 1,71 milioni, per un importo di finanziamenti di circa 147 miliardi. Sono stati erogati prestiti a fronte di oltre il 92% delle domande, e a fronte di circa il 94% nel caso delle domande per prestiti interamente garantiti dal Fondo (art. 13, lettera m)). Il Ministero dello Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono complessivamente 1.973.972 le richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia nel periodo dal 17 marzo 2020 al 4 maggio 2021 per richiedere le garanzie ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre 161,2 miliardi di euro. In particolare, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono 1.964.052 pari ad un importo di circa 160,2 miliardi di euro. Di queste, 1.133.108 sono riferite a finanziamenti fino a 30.000 euro, con percentuale di copertura al 100%, per un importo finanziato di circa 22,1 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore e 366.745 garanzie per moratorie di cui all’art. 56 del DL Cura Italia per un importo finanziato di circa 9,0 miliardi. Al 5 maggio sono state accolte 1.956.820 operazioni, di cui 1.947.196 ai sensi dei Dl ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’. Salgono a circa 23,3 miliardi di euro, per un totale di 1.950 operazioni, i volumi complessivi dei prestiti garantiti nell'ambito di "Garanzia Italia", lo strumento di SACE per sostenere le imprese italiane colpite dall'emergenza Covid-19. Di questi, oltre 8,8 miliardi di euro riguardano le prime nove operazioni garantite attraverso la procedura ordinaria prevista dal Decreto Liquidità, relativa ai finanziamenti in favore di imprese di grandi dimensioni, con oltre 5000 dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro. Crescono inoltre a 14,4 miliardi di euro circa i volumi complessivi dei prestiti garantiti in procedura semplificata, a fronte di 1.941 richieste di Garanzia gestite ed emesse tutte entro 48 ore dalla ricezione attraverso la piattaforma digitale dedicata a cui sono accreditate oltre 250 banche, istituti finanziari e società di factoring e leasing. Read the full article
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