#Fatalismo
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Libbro muto
Ner mobbiletto antico, che comprai tant’anni fa da un antiquario in Ghetto, c’era, sott’a la tavola, un cassetto che tira tira nun s’apriva mai: finché scoprii er segreto e fu una sera che nun volenno spinsi una cerniera.
Subbito, da la parte de l’intacco, la tavoletta fece un mezzo giro e er cassetto s’aprì con un sospiro ch’odorava de pepe e de tabbacco. Guardai ner fonno e viddi in un incastro un libbro intorcinato con un nastro.
Un libbro rosso rilegato in pelle dove spiccava, tra li freggi d’oro, un’arma gentilizzia con un toro e un mago che giocava co’ tre stelle: e, sott’all’arma, er titolo in cornice: «La Regola per vivere felice».
— Dati li tempi, — dissi — è una fortuna! — Ma in tutt’er libbro nun trovai nemmanco una parola scritta. Tutto bianco. Riguardai le facciate, una per una: zero via zero. E chi sarà er sapiente che fece un libbro senza scrive gnente?
L’avrà lasciato in bianco co’ l’idea de minchionà la gente che lo sfoja, o avrà capito che la vera gioja finisce ner momento che se crea? Era un matto o un filosofo? Chissà come sognava la felicità?
(Versi di Trilussa tratti dalla raccolta Libro muto, prima edizione: A. Mondadori, Milano, 1935)
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This world is a cruel place, and we're here only to lose.
Join Me in Death (HIM)
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Non ho il fatalismo dei vecchi ma un altro genere di fatalismo: aspettare che tutto vada in malora e poi rimpiangerlo.
Veronica Raimo, La vita è breve eccetera (La scossa)
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«Ahora bien, a esta interpretación de Spinoza que no implica un quiebre con la tradición antiespinozista que triunfaba en el territorio alemán desde la publicación del Tratado teológico político, Jacobi añade un elemento que le permite utilizarlo en su provecho. Jacobi afirma que Spinoza ha sido el filósofo más consecuente de la historia, que ha seguido los principios de la razón hasta sus últimas consecuencias y ha aceptado los resultados a los que el camino de la explicación causal de la naturaleza le habían conducido. Así pues, tal como Lessing mismo lo admite en el transcurso de la conversación en Wolfenbüttel, hay que que concluir que “no hay otra filosofía que la filosofía de Spinoza”. No es, pues Spinoza quien ha realizado la negación de la libertad, de Dios, de la Providencia, sino la razón humana misma en su pretensión de explicarlo y demostrarlo todo. Fatalismo, ateísmo, nihilismo y anarquía son, según Jacobi, los resultados necesarios hacia los que avanza todo aquel que adopte principios racionalistas.»
María Jimena Solé: Estudio preliminar, en El ocaso de la Ilustración: la polémica del spinozismo. Universidad Nacional de Quilmes, págs. 58-59. Bernal, 2013
TGO
@bocadosdefilosofia
@dias-de-la-ira-1
#maría jimena#solé#el ocaso de la ilustración#la polémica del spinozismo#spinozismo#spinoza#jacobi#lessing#tratado teológico político#racionalismo#explicación causal#naturaleza#fatalismo#ateísmo#nihilismo#libertad#dios#providencia#wolfenbüttel#conversación en wolfenbüttel#la principios racionalistas#antispinozismo#razón#razón humana#teo gómez otero
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Try fosco qi content hippocampus - Entity N° 16046
Mixed media on A4 paper (29,7 x 21 cm , 350 gr.)
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Si habernos encontrado es obra del fatalismo, puedo decir con certeza que su existencia es preciosa.
- Celys
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Per i medioman più boccaloni fedeli alla linea, gli assassini possono essere di due sole tipologie: maschi bianchi autoctoni oppure "a nessuno dovrebbe importare delle origini".
Così come per gli stessi fenomeni esistono due tipologie situazionali di vittime femminili: per femminicidio oppure (se l'autore non è maschio bianco autoctono) "si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato". Fatalismo.
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Donna sola
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"Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare." (Da “The perks of being a wallflower” di S. Chbosky)
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Come il seme che riposa per mesi o anni e a volte anche decenni, prima di essere piantato e germogliare, anche l'amore ha i suoi tempi e aspetta il momento più opportuno, per sbocciare nei cuori. A volte ti sembra di riconoscerlo, ma invece il più delle volte t'accorgi che è solo la tua volontà a dipingere qualcuno con i colori del desiderio.
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E puntuale ritorna nella mente la solita melodia, quella che t'accompagna da sempre. E ti sembra di non poter mai sfuggire da quelle sbarre invisibili. Vorresti uscire in strada e gridare:
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“Ehi: un cuore ce l'ho anch'io, sapete? Qualcuno si accorga di me… sono qui e so accontentarmi. Guardatemi: forse sono anche un po’ carina. Posso dare molto, in cambio chiedo solo un po’ d'amore.”
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E quando gli eventi si incastrano, il miracolo antico si ripete: semplicemente e inevitabilmente accade. È pura magia. Non ci sono ostacoli alla forza delle sue foglie, che con ostinazione e tenacia si alzano cercando il sole della corresponsione.
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Regalagli la carità dell'acqua cristallina: innaffialo abbondantemente con la speranza e prima che esca di casa mettigli in tasca la carta di credito illimitato della tua assoluta fede. Amati. Semplicemente amati molto e curati, vizia te stessa.
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Sii cosciente del diamante puro che sei, della stella preziosa che è la tua anima. Non sminuirti mai: non accettare con fatalismo la sofferenza di essere messa in secondo piano. Non permettere a te stessa di farti del male.
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Perché tu non sei inferiore a nessuno: non pensarlo neppure per un momento. Pretendi per te - e a ragione - il massimo. Non accontentarti di niente di meno. Non conoscere nella tua vita soltanto il piacere solitario della tua stessa, seppur ottima, compagnia.
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Solo facendo così, capirai che meriti di essere amata per l'oro che sei veramente, non per quel che credi di valere. Apriti senza timore. Quando verrà il momento lo capirai da sola. E sorriderai di gioia. Illimitatamente. Dormi serena, ora.
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RDA
“Lonely woman” (Horace Silver) Pat Metheny trio, dal vivo a Lugano 2004: Pat Metheny - guitar (Linda Manzer guitar), Christian McBride - upright, Antonio Sanchez - drums
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Nel nostro Paese, come in tutta Europa, ogni tipo di politica green e' stata bocciata. Alle elezioni europee, chi parlava di clima e ambiente e' stato bocciato sonoramente. Per molti: "una casta benestante, i soliti radical-chic da salotto che vogliono imporrere regole a tutto il popolo. Auto elettriche? Nemmeno a parlarne. Riduzioni di allevamenti intensivi o di coltivazioni? Roba buona per la fantascienza. Economia circolare? Brrrrr.. Decrescita? Una parolaccia. Case green? Ma vaff...... Addirittura e' troppo anche una piccola tassa sulla plastica. I cittadini italiani (ed europei) sono stati chiari: seguitare a fare quello che si e' fatto negli ultimi 50anni e anche di piu', senza briglie e senza lacci. Chi tocca fili diversi, muore. Quello che non capisco e' vedere quelle stesse persone cosi contrarie ad ogni cambiamento, strapparsi le vesti o imprecare quando le proprie auto vengono martellate da grandine grossa come pesche o portate a valle da acque spaventose o quando l'acqua di qualche temporale arriva al primo piano delle loro case o quando i loro raccolti vengono dimezzati dalla siccita'. Chi preferisce affidarsi al fatalismo, almeno metta pala e stivaloni dietro la porta di casa e stia sempre pronta alla guerra con la natura (e, possibilmente, a sostenerne i danni).
@ilpianistasultetto
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“ I giornalisti di passaggio a Palermo hanno più volte cercato di scoprire come viveva, qual era l'intensità della sua paura quotidiana, se la vicinanza del pericolo gli procurava angoscia. Falcone ha sempre risposto con serenità: «Il pensiero della morte mi accompagna ovunque. Ma, come dice Montaigne, diventa presto una seconda natura. Certo, si sta sul chi vive, si calcola, si osserva, ci si organizza, si evitano le abitudini ripetitive, si sta lontano dagli assembramenti e da qualsiasi situazione che non possa essere tenuta sotto controllo. Ma si acquista anche una buona dose di fatalismo; in fondo si muore per tanti motivi, un incidente stradale, un aereo che esplode in volo, una overdose, il cancro e anche per nessuna ragione particolare». L'ironia sulla morte fa parte del retaggio culturale siciliano. Leonardo Sciascia ne era maestro. Falcone da parte sua racconta con un certo divertito compiacimento le battute del tempo del maxiprocesso. «Mi viene a trovare a casa il collega Paolo Borsellino. "Giovanni," mi dice devi darmi immediatamente la combinazione della cassaforte del tuo ufficio. E perché? Sennò quando ti ammazzano come l'apriamo?». “
Giovanni Falcone in collaborazione con Marcelle Padovani, Cose Di Cosa Nostra, Collana Saggi italiani, Milano, Rizzoli. Prima edizione: 13 novembre 1991.
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"Un tempo non era permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo lo considera libertà"
Oswald Spengler, “Il tramonto dell'Occidente”
"Il tramonto dell'Occidente" di Oswald Spengler è un'opera monumentale che si pone come uno dei pilastri della filosofia della storia del XX secolo. Pubblicato in due volumi tra il 1918 e il 1923, il saggio esplora la ciclicità delle civiltà umane attraverso una "morfologia della storia universale".
Spengler propone una visione pessimistica del futuro dell'Occidente, paragonando le civiltà a organismi viventi che attraversano cicli di nascita, crescita, declino e morte. Secondo lui, ogni civiltà possiede un'anima, un ethos che ne guida lo sviluppo e il destino. La civiltà occidentale, caratterizzata da un impulso "faustiano" verso l'espansione e la conquista, si troverebbe, secondo Spengler, nella fase di decadenza, o "Zivilisation", dove i valori culturali e spirituali vengono sostituiti dal dominio del denaro e della tecnica.
La profondità di Spengler sta nella sua capacità di intrecciare filosofia, storia, arte e scienza per creare un quadro complessivo delle dinamiche storiche. Egli non si limita a descrivere il declino dell'Occidente, ma fornisce anche una critica acuta della modernità, evidenziando come la perdita di valori autentici porti a una civiltà vuota e senza scopo.
L'opera di Spengler è stata oggetto di molteplici interpretazioni e controversie, soprattutto per il suo fatalismo e il suo determinismo storico. Tuttavia, non si può negare l'impatto che "Il tramonto dell'Occidente" ha avuto sul pensiero contemporaneo, stimolando riflessioni sul significato della storia e sul destino delle società umane.
La sua opera rimane un testo fondamentale per chiunque sia interessato alla filosofia della storia e alle grandi domande sul futuro dell'umanità. La sua lettura richiede un impegno non indifferente, ma offre in cambio una prospettiva unica e provocatoria sulla storia mondiale e sul nostro posto in essa.
Oswald Spengler è stato un filosofo tedesco nato il 29 maggio 1880 a Blankenburg, Germania. È noto principalmente per il suo lavoro "Der Untergang des Abendlandes" (Il tramonto dell'Occidente), pubblicato tra il 1918 e il 1922, che è considerato un importante contributo alla teoria sociale. Dopo aver conseguito il dottorato all'Università di Halle nel 1904, Spengler lavorò come insegnante fino al 1911, per poi dedicarsi alla scrittura della sua opera principale. Nonostante il successo iniziale, visse in isolamento dopo l'ascesa al potere di Hitler nel 1933 e morì a Monaco il 8 maggio 1936.
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Hoy es mi cumpleaños y todos los 13 de diciembre me pasa lo mismo, y me pongo a pensar en lo mismo.
Sucede que no me gusta cumplir años. Calculo que a la mayoría de las personas les pasa lo mismo, sobre todo a partir de cierta edad. Pero cada persona es un mundo, y cada quien tiene sus motivos para pensar lo que piensa y sentir lo que siente.
En mi caso... me provoca decepción. Eso. Decepción. No me molesta envejecer. Por ahora me lo vengo tomando con un fatalismo bastante tranquilo. Veremos qué sucede más adelante, si es que existe para mí ese “más adelante”
Pero mis cumpleaños me generan un sentimiento de desilusión. Me pasa desde hace muchos, muchos años. No creo ser una persona proclive a la nostalgia. Me parece una actitud inútil y engañosa.
Engañosa porque tendemos a embellecer el pasado. E inútil porque no hay manera, nunca, de recuperarlo. En general me resisto bien a esa tentación. Pero con mi cumpleaños no puedo. No lo consigo.
Cuando yo era chico diciembre era un tobogán de felicidad. Terminaban las clases, los tilos se llenaban de hojas y florecían y, en una seguidilla de escándalo, venían mi cumpleaños, Navidad y Reyes. El verano, la pileta del club, a veces unos días en la playa, en Villa Gesell.
Diciembre era, sobre todo, la inminencia de todo eso. Mi cumpleaños era la señal de partida, el disparo de largada para esa esa carrera de maravillas encadenadas. Y la mejor, la principal de todas las maravillas, era abrir los regalos que me hacían
Voy a ser más específico. La maravilla consistía en abrir los regalos que me hacía mi papá. Él se encargaba de pensarlos, elegirlos y conseguirlos. Y siempre, absolutamente siempre, eran geniales.
A veces eran cosas que yo deseaba. Y muchas otras veces eran cosas que yo ni siquiera conocía y, sin embargo, terminaban siendo los juguetes para jugar los mejores juegos del mundo, o los libros para leer las mejores historias del universo.
Y lo mejor de lo mejor: jugar con mi papá con esos juguetes. Hablar con él de esos libros.
A menudo me siento atravesando una tierra incógnita: hoy cumplo 57 años y hace más de 47 de su muerte. He crecido, he vivido, he formado mi familia interrogándome sobre si él aprobaría mis pasos, disfrutaría de mis logros y lamentaría mis fracasos.
No es algo en lo que me ponga a pensar todos los días. Nada que ver. Me parece que uno no puede caminar agobiado siempre por el peso de sus muertos. Pero sí a veces. Sí de vez en cuando.
Sí una vez al año, cuando es 13 de diciembre y yo vuelvo a tener 5, 7, 9 años, y me dispongo a recibir los mejores regalos del mundo, que son fruto de la sesuda reflexión de la persona que más me conoce...
y que son promesa de un verano jugando juntos, acá en Castelar, a la sombra de los tilos, como si la vida y la magia fueran la cosa más perfecta y la cosa más perpetua.
Eduardo Sacheri
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Vivere con leggerezza, ma non sconsideratamente.. essere gioiosi senza essere chiassosi, essere coraggiosi senza essere temerari.. mostrare fiducia e allegra rassegnazione senza fatalismo.. questa è l’arte di vivere..
- Jean de La Fontaine
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"Crónica de una muerte anunciada": Entre la palabra de Gabo y el lenguaje del cine
"Crónica de una muerte anunciada" es una de las obras más icónicas de Gabriel García Márquez, publicada en 1981. En esta novela breve, el autor combina su magistral estilo narrativo con el rigor del periodismo investigativo para contar una historia que, desde el inicio, anuncia su trágico desenlace: el asesinato de Santiago Nasar.
La trama:
La historia se desarrolla en un pequeño pueblo costeño donde los gemelos Vicario asesinan a Santiago Nasar como venganza por el supuesto deshonor causado a su hermana, Ángela Vicario. Lo interesante es que, desde las primeras líneas, el lector sabe qué ocurrirá; el suspenso radica en descubrir cómo el pueblo entero, a pesar de conocer los planes de los gemelos, no logra evitar la tragedia.
García Márquez juega con la estructura narrativa no lineal, saltando en el tiempo y explorando múltiples perspectivas para construir un retrato colectivo lleno de culpa, indiferencia y fatalismo. Es una obra donde se cruzan el realismo mágico y la crítica social, destacando temas como el honor, el machismo y el peso de las tradiciones.
Su adaptación al cine:
En 1987, la novela fue llevada al cine por el director italiano Francesco Rosi, con el título Crónica de una muerte anunciada. filmada en Mompox Colombia,La película contó con un elenco internacional, entre ellos:
Rupert Everett como Santiago Nasar.
Ornella Muti como Ángela Vicario.
Gian Maria Volonté como el coronel Aponte.
Lucía Bosé como Plácida Linero, la madre de Santiago.
El guion fue escrito por Tonino Guerra, quien trabajó en colaboración con Rosi para mantener la esencia de la novela. Sin embargo, la película hace ciertos ajustes narrativos:
1. Introduce nuevos elementos visuales para complementar la narración.
2. Profundiza en los aspectos emocionales de los personajes que en la novela solo se sugieren.
Recepción de la película:
Aunque fue fiel a la obra en términos generales, la adaptación cinematográfica dividió a la crítica. Algunos elogiaron la atmósfera visual y la manera en que Rosi capturó la esencia de la obra, mientras que otros argumentaron que la película no logró transmitir la riqueza literaria y el estilo narrativo de García Márquez.
Para los lectores de Gabo, la novela permanece como un texto insuperable, ya que el lenguaje, los detalles y la estructura no lineal son difíciles de trasladar al cine. Sin embargo, la película es un homenaje a la universalidad de la historia y al poder de la obra de García Márquez de trascender fronteras culturales y artísticas.
Impacto cultural:
"Crónica de una muerte anunciada" sigue siendo leída y estudiada en todo el mundo, mientras que su adaptación cinematográfica resiste como una ventana para aquellos que buscan explorar la obra desde una perspectiva visual. Juntas, ambas versiones demuestran el poder narrativo de Gabriel García Márquez, capaz de inspirar tanto en la página escrita como en la pantalla grande.
Mary Carmen Saldivar Sillas
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Historia de la vida del Buscón, de Francisco de Quevedo.
Como ya indicamos en su momento en el breve artículo sobre El Lazarillo de Tormes, (El volumen de una sombra Nº 4. Primera Temporada. Mayo 2011), la novela picaresca es un género nacido en España como reacción y crítica a las instituciones imperiales corrompidas y degeneradas que mal gobernaban un reino desgastado, pobre, hambriento y cuyo pueblo se desangraba en mantener una hegemonía mundial de…
#Ascenso social#Barroco#Corrupción#crítica social#Fatalismo#hipocresía#Humor#identidad#Literatura española#Merginación#moralidad#Picaresca#realismo#sátira
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