#Esperienze umane
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"Come ti spiego l'animo di un poeta" di Marco Fabio: Un viaggio nel cuore della poesia
La potenza espressiva di Marco Fabio in un'opera che rivela l'anima del poeta attraverso parole profonde e immagini evocative
La potenza espressiva di Marco Fabio in un’opera che rivela l’anima del poeta attraverso parole profonde e immagini evocative Traduzione anche in lingua rumena di Natasa Silvia Steliana Natasa Silvia Steliana Recensione dettagliata e completa: Come ti spiego l’animo di un poeta di Marco Fabio è una raccolta poetica che va oltre il semplice testo scritto: è un’esperienza sensoriale, una…
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Situazioni normali esperite oggi: zero
#ita#personal#su tutto lo spettro delle esperienze umane eh non si discrimina#mi pare che un grande uomo assai noto per la padronanza sia della lingua giapponese che quella italiana le chiamerebbe circostanze di follia
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Il matrimonio è per le donne la forma più comune di sussistenza, e la quantità totale di sesso indesiderato subito dalle donne è probabilmente maggiore nel matrimonio che nella prostituzione. [...]
L'essenza di un buon matrimonio è il rispetto delle reciproche personalità, unito a quella profonda intimità fisica, mentale e spirituale che rende il vero amore la più valida delle umane esperienze. Tale amore, come ogni cosa grande e preziosa, vuole una sua propria morale, e spesso sacrifica il meno al più. Ma questo sacrificio deve essere volontario, altrimenti verrebbe ad essere distrutto quell'amore, per amore del quale viene compiuto.
Bertrand Russell - "Matrimonio e morale"
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“the chinese dress” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Le strade lastricate di ciottoli grezzi e le facciate logore dei palazzi antichi costituivano lo sfondo mutevole per la sua passeggiata senza meta. Lei, una figura solitaria in un abito cinese bianco ornato da eleganti pavoni colorati, si muoveva con una grazia discreta, i suoi lunghi capelli lisci e neri scivolavano lungo la schiena come un fiume d'ebano.
Nessuno poteva dire chi fosse o da dove venisse. La città, con la sua atmosfera intrisa di storia e di segreti, sembrava accoglierla con un sussurro sommesso di benvenuto. Era come se fosse destinata a vagare tra le strade tortuose, un'estranea ammaliante in un mondo di sogni e illusioni.
I suoi passi erano misurati, una danza silenziosa tra i vicoli tortuosi e le piazze affollate. Non c'era fretta nei suoi movimenti, solo una calma contemplativa mentre assorbiva l'atmosfera della città che viveva e respirava intorno a lei.
Attraversò antichi vicoli lastricati, dove le pietre portavano i segni indelebili del tempo. Il profumo del pane appena sfornato si mescolava con l'odore pungente del caffè, che si alzava dalle piccole caffetterie nascoste tra gli edifici storici. La vita quotidiana pulsava nelle strade, una sinfonia di voci, odori e movimenti che creava un tappeto vivente sotto i suoi piedi.
La donna bruna si fermò di fronte a una chiesa antica, le sue guglie si stagliavano contro il cielo color turchese. Un sorriso sottile sfiorò le sue labbra mentre osservava i dettagli scolpiti nella pietra, testimoni silenziosi di secoli di storia e devozione umana.
Continuò il suo cammino, incrociando sguardi fugaci con gli abitanti della città. Ogni sguardo raccontava una storia, un frammento di vita vissuta, di speranza e di dolore. C'erano occhi luminosi pieni di gioia e occhi stanchi segnati dalla fatica, ma tutti parlavano lo stesso linguaggio universale dell'umanità.
La luce del pomeriggio si attenuava gradualmente mentre la donna bruna si avvicinava al fiume che attraversava la città. Le acque scure riflettevano timidamente i raggi del sole, creando un gioco di luci e ombre sulle sue sponde. Si sedette sul parapetto di pietra, lasciando che il suono rilassante del flusso d'acqua cullasse la sua mente.
Chissà cosa avesse portato quella donna bruna nelle strade di quella città? Forse era alla ricerca di qualcosa o forse semplicemente seguiva il flusso della vita, senza sapere cosa il destino avesse in serbo per lei. Ma in quel momento, sotto il cielo che si tingeva di arancione e rosso, accanto al fiume che scorreva placido, era semplicemente una presenza, un'anima in viaggio nel labirinto delle esperienze umane.
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COSA SIGNIFICA ESSERE FIGLI ANZIANI DI GENITORI ANZIANI?
Uno degli aspetti più affascinanti del viaggiare da soli è la maggiore facilità con cui si fanno incontri e addirittura la possibilità di entrare in poco tempo in relazioni anche profonde.
Con questi amici abbiamo condiviso tanti bei momenti e mi ha colpito quanto fosse ricorrente parlare del rapporto con i genitori, in particolare mamme anche ultra centenarie.
La cosa è nata dalla curiosità che avevano nel vedere una donna ultracinquantenne, sola e con tanto di ricrescita senza tinta, dormire in macchina.
La mia battuta sul fatto che vacanza per me significa ridurre al minimo le cose e le persone di cui occuparmi, solleva sempre un certo sconcerto.
Credo perché da una donna non ci si aspetti uno sdoganamento così sfacciato di un tabù di genere: sola - o meglio non in coppia con un uomo -, autonoma negli spostamenti, indipendente, apparentemente felice della sua situazione, incurante delle apparenze e soprattutto che non si sente in colpa nell'esprimere il desiderio e la necessità di stare unicamente in rapporto con sé stessa.
Certamente attraggo tante curiosità, specie dalle donne over cinquanta che vengono confrontate indirettamente con il proprio rapporto con la libertà all'età a cui sono arrivate.
Così le persone si avvicinano, mi chiedono del perché di questa scelta, che pensavano fossi straniera perché non è da italiane girare da sole, men che meno " ad una certa età ".
E allora iniziano a parlare, specie le donne, di quanto ancora si sentono incastrate nelle loro vite famigliari, in particolare nei loro ruoli di accudimento in quanto mamme, nonne e figlie.
È un tema questo che ricorre sovente in quest'ultimo anno.
Le persone con cui ne ho parlato finora mi hanno tutte confermato una certa fatica e irritazione nell'essere trattati ancora come figli piccoli, nonostante si abbiano abbondantemente superato gli "anta".
Persone che a settant'anni si sentono ancora di dover giustificare delle scelte oppure che debbono fare ciò che il genitore si aspetta per non sentirsi cattivi.
Le figlie femmine - ovviamente - sono le più vessate.
Genitori da mantenere, conflitti famigliari tra fratelli, donne eternamente impegnate sul fronte dell'accudimento dei nipoti e dei genitori e magari invischiate in eterni conflitti con fratelli, in particolare maschi, che si sentono più liberi di stare distanti.
Di questo genere di esperienze, specie in un paese come il nostro ad alto tasso di invecchiamento, se ne parla pochissimo eppure credo incida nella vita delle persone statisticamente di più delle problematiche adolescenziali o giovani adulte.
Perché non se ne parla secondo voi? perché non esistono esperti che danno indicazioni come si vede di sovente in altri campi delle relazioni umane?
Esistono testi che si occupano della relazione genitori-figli in tarda età?
Qual'è la vostra esperienza? Ditemi cosa ne pensate.
Gloria Volpato
#donnelibere #equità #ruolidigenere #esserevecchicongenitorianziani
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– La vita è una bella, magnifica cosa. Anche per una medusa! Parole sante. In quel frangente ho avuto occasione di ripensarci e mi sono ripetuto che anche le meduse avevano la loro ragione d’essere. Non solo le meduse, era assai probabile che ogni cosa avesse la sua ragione d’essere. Anche i film, la musica e il caffè. Ma, se le cose stavano così, allora anche tutte le cose in apparenza superflue erano in realtà preziose per il mondo. Insieme, plasmavano i contorni delle figure umane. Siamo fatti di cose superflue. Io stesso sono l’insieme degli innumerevoli film che ho visto e dei ricordi che hanno evocato. Un insieme di sequenze in cui si vive, si piange, si grida, si ama. Si commettono follie e si fanno esperienze terribili, si provano gioie e si avvertono dispiaceri. Si ride. In cui si susseguono le belle canzoni, i paesaggi commoventi, le immagini nauseanti. Le persone che cantano, gli aerei che volano alto nel cielo, i cavalli che corrono a briglia sciolta, i pancake che si sciolgono in bocca, l’universo oscuro, i cowboy muniti di pistole. Immagini che albergavano nel mio animo assieme alle persone che mi avevano accompagnato in quelle stesse avventure, la mia ex ragazza, gli amici e i famigliari. Io sono i miei ricordi, i mille e piú film visti fino a questo momento. Ogni singolo frammento di memoria era meraviglioso e commovente. Uno dopo l’altro, ho cominciato a disporli in sequenza e a sgranarli al pari di un rosario. Stavo costruendo la mia corona di preghiera, dove speranza e disperazione erano tenute insieme da un filo. Non mi ci è voluto molto per comprendere che tutte le coincidenze della vita costituivano una sola, grande inevitabilità.
#Se i gatti scomparissero dal mondo#se i gatti scomparissero dal mondo#Genki Kawamura#genki kawamura#genki kawamura citazione#genki kawamura citazioni#genki kawamura libri#Genki Kawamura citazione#Genki Kawamura citazioni#Genki Kawamura libri#letteratura giapponese#narrativa giapponese#libri giapponesi#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#libri letti#libro letto#narrativa#frasi#libri#vita#pensieri#pensiero
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Quante volte diamo per scontato che le parole abbiano lo stesso peso per tutti? Amore, rabbia, dolore... Sembrano concetti universali, eppure ognuno di noi li vive in un modo così personale. Quando diciamo "ti amo" non stiamo pronunciando una formula magica univoca. Stiamo eseguendo un complesso rituale, fatto di intenzioni, ricordi, sensazioni, paure e speranze. Un rituale specifico e personale che è diverso per ciascuno di noi.
Quanti fraintendimenti nascono da questa illusione di una comunicazione perfetta? Quanti muri invisibili si alzano tra le persone perché diamo per scontato di capirci, senza fermarci ad ascoltare davvero.
Spesso tendiamo a proiettare le nostre esperienze sugli altri, a interpretare le loro emozioni attraverso la lente della nostra vita. Vediamo un sorriso e pensiamo subito a felicità, una lacrima e associamo automaticamente dolore. Ma dietro quel sorriso potrebbe nascondersi una stanchezza infinita, e dietro quella lacrima una liberazione. La comprensione profonda non è una semplice deduzione, è un'immersione delicata nel mondo dell'altro.
Ricordo quando credevo che condividere le canzoni fosse un modo infallibile per creare un legame con gli altri. Se a entrambi piaceva la stessa canzone, pensavo che automaticamente condividessimo anche le stesse emozioni, le stesse esperienze. Come se quella melodia fosse una sorta di codice segreto che solo noi due conoscevamo. Ma poi ho capito che non è così semplice. La stessa canzone può risuonare in modo profondamente diverso in ognuno di noi, evocando ricordi, sensazioni e interpretazioni personali che spesso non hanno nulla in comune.
E allora ho iniziato a chiedermi: come facciamo a conoscerci veramente, se non scavando oltre le apparenze? Se non ci mettiamo a nudo, senza paura di mostrare le nostre fragilità? Se non impariamo ad ascoltare con il cuore, oltre le parole?
Ogni esperienza della nostra vita è come una grande foresta, piena di sentieri nascosti e di pericoli da superare. Ognuno di noi la percorre, inciampa, si perde, trova la via. Ma anche se due persone escono dalla stessa foresta, è impossibile affermare con certezza che abbiano attraversato gli stessi sentieri, visto gli stessi panorami, provato le stesse emozioni, imparato le stesse lezioni.
Eppure, tendiamo a semplificare tutto, a cercare punti in comune, a creare delle scorciatoie affettive, basandoci spesso su supposizioni, su un'idea precostituita di ciò che gli altri provano o pensano. Ci accontentiamo di sfiorare la superficie, di riconoscere i punti in comune più evidenti. Ma è proprio lì che perdiamo l'opportunità di scoprire qualcosa di veramente profondo. Perché la vera connessione non nasce dalle somiglianze, ma dalla curiosità di esplorare le differenze.
Quando impariamo ad ascoltare davvero, senza giudicare né paragonare, apriamo una porta su un mondo nuovo. Un mondo in cui le differenze non sono un ostacolo, ma una ricchezza. Un mondo in cui possiamo scoprire aspetti di noi stessi che non sospettavamo nemmeno di avere.
È come se ognuno di noi fosse un diamante grezzo, con mille sfaccettature ancora da scoprire. E ogni relazione è un'opportunità per far brillare una nuova luce su quelle sfaccettature, per rivelare la nostra complessità e la nostra unicità.
Forse è proprio questa la vera bellezza delle relazioni umane: la possibilità di crescere insieme, di scoprire nuove profondità in noi stessi e negli altri.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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penso costantemente alla morte, ne analizzo ogni aspetto, morbosamente
mi affascina, ma ne odio le sovrastrutture, i riti, le celebrazioni, i manifesti, i fiori, le messe
è tutto così spersonalizzante, così tecnico e materico
è la più comune delle esperienze umane, eppure vorrei che fosse speciale, intima, personale
preferirei morire solo in mezzo ad un bosco, evitarmi tutti i post sui facebook, l'articoletto sul giornale, le condiglianze di rito e persone mezze sconosciute a ripetere frasi vuote ad un rosario
si nasce in un abbraccio e si dovrebbe morire soli, godersene il terrore in santa pace
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LOUISE BOURGEOIS. Do not abandon me
Per la prima volta a Firenze le opere di Louise Bourgeois dialogano con un contesto espositivo molto vicino alle esperienze umane e personali dell’artista
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Evoluzione degli Incontri Online: Il Boom delle Relazioni Senza Vincoli
La ricerca di esperienze senza impegno domina il mondo del dating online, riflettendo un cambiamento sociale e culturale profondo.
La ricerca di esperienze senza impegno domina il mondo del dating online, riflettendo un cambiamento sociale e culturale profondo. Articolo Completo: Il mondo degli incontri online è in continua evoluzione, e negli ultimi anni si sta assistendo a una trasformazione significativa nelle preferenze degli utenti. Sempre più persone scelgono di iscriversi alle piattaforme di dating non per cercare…
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Per noi socialisti - per quelli almeno, e sono i più, che non hanno ubbie statolatriche e non pensano affatto che in regime socialista l'educazione dei figli debba essere affidata a istituti di Stato, impersonali, operanti meccanicamente e burocraticamente - la famiglia deve essere reintegrata nella sola sua funzione morale, di preparazione umana, di educazione civile. La famiglia attuale non può adempiere questo compito. La preoccupazione maggiore dei genitori non è ora quella di educare, di arricchire la prole del tesoro di esperienze umane che il passato ci ha lasciato e che il presente continua ad accumulare. È invece quella di tutelare lo sviluppo fisiologico della prole, di assicurarle i mezzi di sussistenza, di assicurarle questi mezzi anche per l'avvenire.
La proprietà privata è sorta appunto per ciò. L'individuo, diventando proprietario, ha risolto il problema angoscioso della sicurezza di vita per i suoi figli, per la sua donna. Ma la soluzione che la proprietà privata ha dato a questo problema è una soluzione antiumana; la sicurezza per la prole diventa un privilegio di pochi, e noi socialisti vogliamo che ciò non sia, che tutti i nati di madre siano tutelati nel loro sviluppo fisiologico e morale, che tutti i nati di madre si trovino a essere uguali di fronte ai pericoli, alle insidie dell'ambiente naturale, e trovino tutti in modo uguale i mezzi necessari per educare la propria intelligenza, per dare a tutta la collettività i frutti massimi del sapere, della ricerca scientifica, della fantasia che crea la bellezza nella poesia, nella scultura, in tutte le arti. L'abolizione della proprietà privata e la sua conversione in proprietà collettiva, pertanto, potrà solo far sì che la famiglia sia ciò che è destinata a essere: organo di vita morale.
Odio gli indifferenti [1917-18], A. Gramsci, 1982
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Protagora nega ogni verità oggettiva. Per lui tutte le opinioni sono vere. «Se è vero che non esistono valori morali assoluti, e quindi un bene assoluto, è tuttavia vero che esiste qualcosa che è più utile, più conveniente e perciò più opportuno. Il sapiente non è colui che conosce gli inesistenti valori assoluti, ma colui che conosce questo relativo più utile, più conveniente e più opportuno, e lo sa attuare e fare attuare» (G. Reale, op. cit., vol. 1, p. 235). Per Gorgia, di contro, tutto è falso; l'essere non esiste, è inconoscibile e incomunicabile. Egli «nega qualsiasi validità alla doxa [opinione], considerandola "la più infida di tutte le cose". Gorgia cerca dunque una terza via fra l'essere e il fallace apparire, fra Verità [alethe-ja] e doxa... Il che significa che Gorgia rinuncia al logos dell'essere incontrovertibile, ma non al logos che si limiti all'ambito delle umane esperienze, ossia al logos che si limiti a illuminare fatti, circostanze, situazioni della vita degli uomini e della città» (G. Reale, op. cit., vol. 1, p. 249). Socrate, invece, scoprendo che l'uomo è la sua anima, sostiene che «insegnare agli uomini a conoscere e a curare se stessi è il compito supremo di cui [egli] ritenne di essere stato investito dal Dio... Per lui la virtù (areté) non è e non può essere semplice adeguarsi ai costumi, alle abitudini e nemmeno alle convinzioni generalmente accolte: deve essere qualcosa di motivato razionalmente... la virtù è conoscenza... la scienza di ciò che è l'uomo e di ciò che è bene e utile per l'uomo» (G. Reale, op. cit., vol. 1, pp. 317,318).
Gian Carlo Giani, Introduzione a “L’arte di ottenere ragione” di Arthur Schopenhauer
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Nick Cave e PJ Harvey hanno avuto una breve ma intensa relazione verso la metà degli anni 90..
Le ferite causate dall' addio di Harvey (non tutto il male viene per nuocere) portarono Cave ad amplificare le sue ispirazioni creative, aiutandolo a completare "The Boatman's call" uno dei suoi lavori più belli.
Dice Cave " la rottura mi riempi' di un energia folle, energia che mi ha dato il coraggio di scrivere canzoni che parlavano di esperienze umane banali ma di farlo apertamente e con un nuovo significato, un tipo di scrittura che, fino a quel giorno, avevo evitato, dato che avevo sempre sentito il bisogno di nascondere le mie esperienze personali dentro storie basate su personaggi immaginari.
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Celebrazione della libertà femminile solo se restiamo sulla superficie, Povere creature è una riflessione sul controllo e sul possesso come antitesi di un’umanità che ha fame di mondo e di vita. L’anatomopatologo dottor Frankenstein, che in questo film è una specie di dio dalla faccia orrenda, privo di sentimenti, almeno all’inizio, e crudele al punto di rendere le sue creazioni umane delle cavie, prima riproduce in laboratorio Bella, la bellissima protagonista, poi un’altra bella ed obbediente, quando la prima ormai è fuggita. Il suo artificio umano, che ha nel cranio il cervello del feto che aveva in sé quando aveva provato ad uccidersi nel Tamigi, impara molto in fretta: scopre il piacere sessuale, quello del cibo, del bere, quello dell’esplorazione della città e della vita, oltre le mura chiuse del padre scienziato Godwin e del rapitore Duncan. La sua anarchia non si trova tanto nel sesso quanto nella brama di esperienze e nella lingua sciolta con cui distrugge il narcisismo del suo miserabile accompagnatore, vanesio, ligio alle convenzioni, geloso del suo territorio femminile come lo sarà il personaggio maschile della fine della storia, il soldato Blessington, suo sposo nella vita prima del suicidio e dell’operazione, poi ridotto nel lieto fine a pura bestialità.
Più disinibita di Nora in Casa di bambola, divisa in due, la mente infantile ed il corpo attivo e gaudente, apprende a camminare, a desiderare, a soffrire, sempre affrontando l’onnipresenza del controllo sociale. In ogni capitolo c’è un ostacolo da cui liberarsi, una miseria da superare, un’ingiustizia da tollerare. Londra, Lisbona, Alessandria d’Egitto, Parigi e le loro nefandezze: il possesso, il galateo, l’ingiustizia sociale, il culto del denaro. Acquisisce conoscenza, apprende i mali del mondo e trova ristoro nella sua amica e collega di prostituzione e nel fedele Max, dottorino innamorato, prima collaboratore di Godwin, che accetta il suo passato di venditrice del proprio corpo ed è uno dei pochi con cui non la vediamo accoppiarsi. Un bildungsroman per le masse che hanno fatto il Liceo. Ovviamente ogni uomo eterosessuale sognerà a lungo Emma Stone dopo aver visto il film.
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Due di Denari
"I sommovimenti preparatori prima dell'Eruzione finale".
Alle pendici del Vulcano, si agitano le Menti degli stolti.
C'è chi non vede e si incammina ignaro sul sentiero di arrampicata.
C'è chi non vuole vedere e sfida l'Universo.
C'è poi chi intuisce, ma non si fida del suo istinto e si ritrova a percorrere le stesse strade dei "non vedenti".
E poi c'è il Saggio, colui che sente e osserva. Posato e di buon senso.
E realizza che il Vulcano è in procinto di una imminente Eruzione.
Avvisa gli abitanti dei luoghi limitrofi del possibile pericolo ed evita di lanciarsi in "imprese suicide e folli" in tempi di incandescente movimento tellurico.
Ma l'Umanità ha sete di gloria, di opposizione, di oltraggio.
Vuole sfidare i "genitori interiori". Ignorarli nei loro saggi consigli. Ingannare insicurezze e paure tramite la ribellione.
E, per un avventato e impellente bisogno di riconoscimento, perde lucidità. Si avventura comunque a piedi scalzi in terre di pericolo e di possibile colata lavica.
Questi non sono tempi di "follie", né di gesti dissennati. Ci viene piuttosto caldeggiato un ritiro intimo e contemplativo, una visione radicata e distaccata, attenta e presente ai movimenti interiori.
Le allucinazioni e i deliri mistici sono fuorvianti.
Non lasciamoci ingannare dal "canto delle Sirene".
Restiamo concentrati e presenti alla nostra Umanità.
Se avete ancora bisogno di "eccezionalità" per colmare le vostre lacune emotive e per tacitare l'insicurezza, allora vi ritroverete davanti al cratere del Vulcano proprio nel momento di massima Eruzione.
Non scherzate con il Fuoco.
Non ora.
Ci sarà il tempo della Connessione ed Azione "sicura". E non è oggi.
Oggi si sta fianco a fianco con la nostra Ombra terrestre. La si accompagna dolcemente a raccontarci le nostre più intime fragilità, le ferite ancora esposte, le esperienze traumatiche più profonde che stanno emergendo dalle viscere.
Stiamo decisamente raschiando il fondo del barile.
Presto finiremo i movimenti di pulizia del trauma e potremo stabilizzare un po' la nostra dimensione Umana.
Ma il pericolo di "frattura mentale" è forte, di scambiare il canto delle Sirene per realtà e restarci intrappolati per sempre.
Di oltrepassare quel varco così pericoloso tra salute mentale e pura perdita di controllo sulla nostra struttura interiore.
C'è una sottile linea che divide la spiritualità dalla follia.
Solo i più saggi e posati conoscitori della Materia riescono a distinguerla.
E' un viaggio senza ritorno la rottura di questo delicato equilibrio mentale ed emotivo.
Siate come gli alberi. Radicati e possenti. Resistenti al Vento, ma plastici.
Lasciate che la cadute delle foglie ingiallite completi la spoliazione della chioma, mentre le radici offrono saldo ancoraggio alla Madre terra.
Tra poco cadranno le prime bombe atomiche sul piano cosciente della Realtà.
Tante persone si porteranno al limite della loro struttura interiore fino alla frattura definitiva, fino a perdere completamente il controllo sulla loro emotività, lucidità e presenza.
La rabbia e la follia dilagheranno.
Lo sapevamo sarebbe accaduto. Era ciò che si presagiva da tempo.
E non è un passaggio di "ascensione". Non per la loro struttura.
E' la spaccatura definitiva tra lo strumento Mente e la Connessione troppo dolorosa con il trauma.
Il troppo, stroppia.
Occorreva preventivamente maturare le "basi umane". E non è stato fatto.
Oggi serve Responsabilità, Lucidità e Radicamento.
Oggi serve la Spada.
Tutto il resto avverrà dopo la tempesta.
Ma oggi è oggi. E va affrontato. Non con l'azione. Ma con la piena Coscienza e Connessione con la parte Emotiva e Fisica di noi stessi.
Siate vigili e presenti.
Ed allora potrete camminare con serenità e forza, poiché il vostro "navigatore interiore" vi guiderà lontano dai pericoli e dalle paure.
Vi accompagnerà con dolcezza e calore ad affrontare ogni passaggio finale di destrutturazione e di rilascio con relativa sicurezza e tranquillità.
Vi starà accanto come un buon genitore, tenendovi la mano nel momento più deflagrante della "perdita".
Prendetevi cura della vostra psiche. In ogni modo possibile.
Fatevi aiutare se vi sentite troppo vulnerabili. Non tralasciate i sintomi di esaurimento e stanchezza.
Non aggrappatevi al fuori, alle visioni mistiche, alle soluzioni magiche e risolutive. Non ora. Perché lo strumento di Connessione Cristallino non è ancora settato. E ci vorrà del tempo.
Restate svegli e pronti a proteggere il vostro "assetto umano". Dedicatevi a lui. Alimentatelo con amore e devozione. Offritegli il meglio.
Poi ci sarà tempo per il grande evento di ricongiunzione "Cuore Cristallino" e "Mente".
Ma davvero ora non è tempo per "giocare ai maghi e alle streghe".
Qui si fa sul serio adesso.
Mirtilla Esmeralda
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Aspettando un libro...
La ringrazio infinitamente; non appena avrò ricevuto il plico, gliene darò conferma. Sarò felicissima di avere una nuova opera da leggere, la quale sicuramente, non meno di altre, soddisferà il mio desiderio di avvicinarmi ad esperienze umane affini al mio campo d'interessi. La ringrazio inoltre di non avermi negato la lettura di un'opera che, a quanto ho capito, è molto personale, in quanto narra vicende familiari. Saprò entrare con doverosa delicatezza e comprensione in questo ambito per lei prezioso e significativo. Le rinnovo i miei ringraziamenti e saluti.
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