#Enrico Isola
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Titolo:"Leuta" di Mario Falcone: Un Romanzo sul Ritorno alle Origini. L’ultimo lavoro del celebre sceneggiatore esplora il viaggio interiore di un uomo alla ricerca di sé stesso tra passato e presente
"Leuta", il nuovo romanzo di Mario Falcone, è un’opera profonda e riflessiva che esplora i temi del ritorno, del superamento del dolore e dell’imprevedibilità della vita.
“Leuta”, il nuovo romanzo di Mario Falcone, è un’opera profonda e riflessiva che esplora i temi del ritorno, del superamento del dolore e dell’imprevedibilità della vita. Pubblicato da Arkadia nella collana Eclypse, il romanzo racconta la storia di Enrico Criaco, uno scrittore che torna dopo cinquant’anni sull’isola immaginaria di Leuta, nel cuore del Mediterraneo, per fare pace con un passato…
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jacopocioni · 8 months ago
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Per chi abita in… Via delle Lame
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Un tempo, prima che la Repubblica Fiorentina facesse eseguire i lavori di arginatura e le opere difensive lungo la riva del fiume, l’Arno dilagava nella campagna, si divideva formando due rami, tra i quali restava una lingua di terra, una specie di piccola isola, che prese il nome di Bisarno, che ha il significato di doppio Arno (bis-Arno). Nel terreno paludoso, l’acqua che ristagna forma pozze che sotto il sole appaiono lucenti come lame d’acciaio, ed ecco l’origine del nome Via delle Lame, che attraversa tutto il piano del Bisarno. La strada ha una storia antica, lungo il suo corso vi sono delle ville ed un Borgo esistenti fin dal Quattrocento. Diverse illustri famiglie fiorentine avevano case e terreni in questa zona, ad esempio i Cavalcanti, i Barducci, i Bardi, gli Alberti.
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In Via delle Lame, all’angolo col Viuzzo che porta lo stesso nome, delle Lame, si trova una villa, che ho scoperto di recente, in quel poco tempo che il maltempo ha concesso ad una passeggiata. Sulla facciata si trova una targa, che riporta il nome “Villa Barberina”, ma in passato si chiamava l’Arnino o Villa Arnina. Mi ci è cascato l’occhio perché, sull’alto muro di cinta, si trovano a decorazione tre statue in terracotta, ed un busto.
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In origine sembra si chiamasse “Il Limbo”, forse in contrasto con alcune zone limitrofe, conosciute come Inferno e Paradiso. La costruzione è di inizio Quattrocento, ed apparteneva ai Del Cappa, che avevano case in Firenze nella via che prendeva il nome dall’Albergo del Guanto; in seguito passò ai Nasi, quando nel 1491 Lionarda, vedova di Ser Niccolò del Cappa decise di vendere a Battista di Giovanni Nasi, famiglia che nella pianura di Ripoli aveva importanti possedimenti. Giusto per la cronaca, alla famiglia Nasi appartenne Bartolomea, una delle amanti di Lorenzo il Magnifico, che per lei aveva una discreta passione, nonostante non si trattasse di una donna particolarmente avvenente. Ne parleremo più diffusamente in un altro momento.
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Successivamente, la proprietà della Villa passò ai Pergolini, dopo la confisca dei beni operata su un discendente della famiglia Nasi, poi ai Gherardini e, ad inizio Settecento, agli Altoviti che la ricevettero in pagamento di crediti vantati nei confronti dei Gherardini. A metà dell’Ottocento fu acquistata dallo svizzero Enrico Stupan, il titolare del Caffè Elvetico, in Mercato Vecchio, nel quale artisti di ogni genere amavano ritrovarsi: “...orefici, cesellatori, gioiellieri, gettatori di metalli, lavoratori di brillanti, scultori, modellatori, pittori sbozzatori, tutti tipi schiettamente fiorentini, tutta gente allegra, spensierata, italianissima, pronta di lingua e, capitando il bisogno, anche di mano.
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Da questo caffè uscivano per il solito quei motti arguti, quegli epigrammi a due tagli e quelle satire corte e affilate, come rasoi, che passando di bocca in bocca, facevano il giro di tutte le case, di tutti i crocchi o di tutte le brigate, senza che nessuno arrivasse mai a poterne indicare con precisione il nome dell’autore: lampi spontanei e collettivi dell’antico spirito fiorentino.” (Carlo Collodi, Occhi e nasi). Il cortile della villa è rinascimentale, una volta con un portico a tre arcate, su un solo lato, che oggi risulta murato. L’alto muro su cui si trovano le statue in terracotta, delimita un giardino pensile, che mi sarebbe proprio piaciuto riuscire a vedere, ma… era troppo in alto! Bisogna accontentarsi di una veduta satellitare, anche se certo non rende l’idea… Purtroppo, l’addensarsi di nere nuvole promettenti un’altra bomba d’acqua, mi ha impedito di continuare la mia passeggiata, per ora… ma non può piovere sempre!
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Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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djs-party-edm-italia · 1 year ago
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Lynora feat. Fat Dad, è la volta del singolo  "1000 Spine"
Dal 22 settembre 2023 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale "1000 SPINE", il nuovo singolo di LYNORA feat. Fat Dad, estratto dall'album "ENEA".
"1000 spine" è un brano composto a quattro mani con Marco Canigiula, prodotto da Korma per Cantieri Sonori e distribuito da Ada Music Italy (Warner). La canzone dal ritmo vivace e contagioso con sonorità funky esprime la personalità complessa, passionale e vivace dell'artista. Le immagini e le metafore utilizzate nel testo contribuiscono a creare un'atmosfera di euforia e intensità.
Le liriche sono un viaggio attraverso l'anima della protagonista, che si descrive come "crazy ma original" e vive la vita con una passione intensa. La metafora delle rose con mille spine velenose rappresenta un'immagine potente e contraddittoria, suggerendo la bellezza e la pericolosità della personalità del protagonista. Inoltre, il pezzo evoca un'atmosfera urbana e contemporanea, con riferimenti a Londra e a un taxi blu, creando un contesto visuale interessante per l'ascoltatore. Il brano è un'esperienza sonora coinvolgente che cattura l'essenza di una personalità vibrante e complessa, mentre la presenza del featuring dell'artista italo-francese Fat Dad aggiunge un elemento di sorpresa e mistero che rende la canzone ancora più intrigante.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Questo brano è un viaggio attraverso la mia anima e la mia personalità. Racconto di come vivo la vita con intensità, tra momenti di pura gioia e sfide emotive. Le liriche sono una mescolanza di passione, complessità e mistero, con un tocco funky e pop che vi farà ballare fin dalla prima nota. Oltre al mio fidato producer Korma, ho avuto l'occasione di collaborare con il misterioso artista francese Fat Dad, che ha aggiunto un elemento di sorpresa e intrigo alla canzone".
"ENEA" è il nuovo album di Lynora in uscita il 22 settembre su tutte le piattaforme di streaming digitale e rappresenta un capitolo fondamentale nella carriera dell'artista. Scritto e prodotto da Marco Canigiula, il disco è composto da otto tracce che catturano l'essenza della personalità vibrante e complessa di Lynora. L'album è una fusione di suoni pop, latin, trap e indie, ogni traccia è un viaggio emozionale che invita gli ascoltatori ad esplorare il mondo dell'artista. L'uscita del disco coincide con un momento speciale nella vita di Lynora, la nascita del suo primo figlio, a cui è stato dato il nome "Enea". Questo rende il lavoro discografico non solo una creazione artistica, ma anche un testimone tangibile dell'amore e della gioia che accompagnano una nuova vita.
"Il 22 settembre verrà pubblicato il mio primo album, su cui ho lavorato intensamente con il mio produttore e compagno Marco Canigiula, sin dal marzo 2022. Abbiamo scelto settembre come data d'uscita perché coinciderà con la nascita del nostro bambino. All'interno dell'album ci sarà una canzone dedicata proprio al piccolo Enea", commenta Lynora.
Eleonora Salesi, in arte Lynora, è un'interprete nata ad Aprilia il 29 Agosto 2000. Ha iniziato a studiare canto moderno a 11 anni con Federica Bracchetti e canto lirico a 14 anni presso il Chris Cappell College. Dal 2016 al 2017 frequenta il corso di recitazione "Teatro Nuovo Academy" di Enrico Brignano. Dal 2016 al 2018 studia le discipline del musical (canto, ballo e recitazione) presso l'"Accademia Dei Giovani" del Teatro Sistina di Roma sotto la direzione di Massimo Romeo Piparo, esperienza che le dà l'opportunità di comparire in: "The Bodyguard" (2017) con Ettore Bassi e "È cosa buona e giusta" (2018) con Michele la Ginestra. Dal 2019 fino 2021 perfeziona i propri studi presso "Accademia Internazionale del Musical" di Roma sotto la direzione di Enrico Sortino. Dal 2021 frequenta l'accademia "Isola degli Artisti" di Carlo Avarello. Lo stesso anno inizia una collaborazione con l'autore e produttore Marco Canigiula di Cantieri Sonori. Nel Dicembre 2022 pubblica il primo singolo "Dal Tramonto All'Alba" per Cantieri Sonori, distribuito da Artist First. Nel Marzo 2023 pubblica il secondo singolo "Anche Meno" per Cantieri Sonori, distribuito da Ada (Warner Music). Il brano è entrato a far parte della compilation "Hit Mania Champions Dance 2023" disponibile in tutti i negozi di dischi. Nel Maggio 2023 pubblica "Randagi" feat. Korma & Aso Rock General, distribuito da Ada (Warner Music).
"1000 spine" è il nuovo singolo di Lynora feat. Fat Dad estratto dall'album "Enea" disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica da venerdì 22 settembre 2023.
https://www.instagram.com/soy_lynora/
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sounds-right · 1 year ago
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Lynora feat. Fat Dad, è la volta del singolo  "1000 Spine"
Dal 22 settembre 2023 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale "1000 SPINE", il nuovo singolo di LYNORA feat. Fat Dad, estratto dall'album "ENEA".
"1000 spine" è un brano composto a quattro mani con Marco Canigiula, prodotto da Korma per Cantieri Sonori e distribuito da Ada Music Italy (Warner). La canzone dal ritmo vivace e contagioso con sonorità funky esprime la personalità complessa, passionale e vivace dell'artista. Le immagini e le metafore utilizzate nel testo contribuiscono a creare un'atmosfera di euforia e intensità.
Le liriche sono un viaggio attraverso l'anima della protagonista, che si descrive come "crazy ma original" e vive la vita con una passione intensa. La metafora delle rose con mille spine velenose rappresenta un'immagine potente e contraddittoria, suggerendo la bellezza e la pericolosità della personalità del protagonista. Inoltre, il pezzo evoca un'atmosfera urbana e contemporanea, con riferimenti a Londra e a un taxi blu, creando un contesto visuale interessante per l'ascoltatore. Il brano è un'esperienza sonora coinvolgente che cattura l'essenza di una personalità vibrante e complessa, mentre la presenza del featuring dell'artista italo-francese Fat Dad aggiunge un elemento di sorpresa e mistero che rende la canzone ancora più intrigante.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Questo brano è un viaggio attraverso la mia anima e la mia personalità. Racconto di come vivo la vita con intensità, tra momenti di pura gioia e sfide emotive. Le liriche sono una mescolanza di passione, complessità e mistero, con un tocco funky e pop che vi farà ballare fin dalla prima nota. Oltre al mio fidato producer Korma, ho avuto l'occasione di collaborare con il misterioso artista francese Fat Dad, che ha aggiunto un elemento di sorpresa e intrigo alla canzone".
"ENEA" è il nuovo album di Lynora in uscita il 22 settembre su tutte le piattaforme di streaming digitale e rappresenta un capitolo fondamentale nella carriera dell'artista. Scritto e prodotto da Marco Canigiula, il disco è composto da otto tracce che catturano l'essenza della personalità vibrante e complessa di Lynora. L'album è una fusione di suoni pop, latin, trap e indie, ogni traccia è un viaggio emozionale che invita gli ascoltatori ad esplorare il mondo dell'artista. L'uscita del disco coincide con un momento speciale nella vita di Lynora, la nascita del suo primo figlio, a cui è stato dato il nome "Enea". Questo rende il lavoro discografico non solo una creazione artistica, ma anche un testimone tangibile dell'amore e della gioia che accompagnano una nuova vita.
"Il 22 settembre verrà pubblicato il mio primo album, su cui ho lavorato intensamente con il mio produttore e compagno Marco Canigiula, sin dal marzo 2022. Abbiamo scelto settembre come data d'uscita perché coinciderà con la nascita del nostro bambino. All'interno dell'album ci sarà una canzone dedicata proprio al piccolo Enea", commenta Lynora.
Eleonora Salesi, in arte Lynora, è un'interprete nata ad Aprilia il 29 Agosto 2000. Ha iniziato a studiare canto moderno a 11 anni con Federica Bracchetti e canto lirico a 14 anni presso il Chris Cappell College. Dal 2016 al 2017 frequenta il corso di recitazione "Teatro Nuovo Academy" di Enrico Brignano. Dal 2016 al 2018 studia le discipline del musical (canto, ballo e recitazione) presso l'"Accademia Dei Giovani" del Teatro Sistina di Roma sotto la direzione di Massimo Romeo Piparo, esperienza che le dà l'opportunità di comparire in: "The Bodyguard" (2017) con Ettore Bassi e "È cosa buona e giusta" (2018) con Michele la Ginestra. Dal 2019 fino 2021 perfeziona i propri studi presso "Accademia Internazionale del Musical" di Roma sotto la direzione di Enrico Sortino. Dal 2021 frequenta l'accademia "Isola degli Artisti" di Carlo Avarello. Lo stesso anno inizia una collaborazione con l'autore e produttore Marco Canigiula di Cantieri Sonori. Nel Dicembre 2022 pubblica il primo singolo "Dal Tramonto All'Alba" per Cantieri Sonori, distribuito da Artist First. Nel Marzo 2023 pubblica il secondo singolo "Anche Meno" per Cantieri Sonori, distribuito da Ada (Warner Music). Il brano è entrato a far parte della compilation "Hit Mania Champions Dance 2023" disponibile in tutti i negozi di dischi. Nel Maggio 2023 pubblica "Randagi" feat. Korma & Aso Rock General, distribuito da Ada (Warner Music).
"1000 spine" è il nuovo singolo di Lynora feat. Fat Dad estratto dall'album "Enea" disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica da venerdì 22 settembre 2023.
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uominiedonneblog · 2 years ago
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Isola dei Famosi, stasera la finalissima, chi volete che vinca?
E veniamo adesso a parlarvi dell’Isola dei Famosi , infatti stasera a partire dalle 21:30 su Canale 5 Ilary Blasi con opinionisti Vladimir Luxuria ed Enrico Papi condurranno la finalissima di questa edizione. E ovviamente fra Pamela Camassa, Andrea lo Cicero, Cristina Scuccia , Alessandra Drusian , Luca Ventrorne , verrà decretato il vincitore di questa edizione. Per il momento secondo le…
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isoleminori · 2 years ago
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Isola del Giglio, Capitano Enrico D'Albertis, 1907/1915
Torre del Campese
Per gentile concessione dell'Archivio famiglia D'Albertis e con la collaborazione del Circolo Culturale Gigliese.
#giglio #isoladelgiglio #enricodalbertis #archiviofotogori #isoleminori #isoleitaliane #mare #isole #island #sea #isola #tirreno #mediterraneo #photography #vintagephoto #vintagephotography #oldphoto #foundphoto #lostmemories #antiquephoto #oldphotos #oldphotograph #isoleminorifoto #giglioisland #isoletoscane
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enricopelos · 3 years ago
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EXPERIMENTAL JOURNEYS an Electronic music cd by Enrico Pelos for relax and meditation
EXPERIMENTAL JOURNEYS an Electronic music cd by Enrico Pelos for relax and meditation
All Music © 2022 by Enrico Pelos except“Passeggiate a Levante” which is Enrico Pelos feat. Rita Tunes on guitar.“Domina The Abandoned Discotheque (Extend. version & voices) Narrating voices: Enrico Pelos & Rita TunesCover photo: Enrico PelosArt&Graphics: Enrico PelosSound creation: Analog keyboards, Digital synth Alcuni Estratti dai brani utilizzati nei mei filmati dei luoghi abbandonati ed…
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isolaideale · 3 years ago
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donaruz · 3 years ago
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"....Siamo un' isola di coscienza inghiottita nel mare ambiguo del tempo."
Enrico Marra 🖋
💙
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corallorosso · 3 years ago
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L’Asinara, l’isola dei «dannati della terra», la «Caienna» italiana, da tempo immemore isola-carcere per antonomasia. Adibita a colonia penale nel lontano 1885, da sempre spauracchio per i detenuti riottosi, gli irriducibili, i refrattari alla disciplina, i ribelli, i rivoluzionari, i nemici del Sistema. Non si può capire la vicenda-Asinara senza parlare di Luigi Cardullo, classe ’35, siciliano di Patti (Messina), direttore del carcere tra il 1974 e il 1980. Eloquentemente ribattezzato il «viceré», Cardullo viene ricordato come un sovrano, un uomo al di là di ogni illuministica ragionevolezza: lui stesso con mirabile sprezzo della sobrietà, commentava: «Il mestiere di Dio è sottopagato». Lo ricorda così il fondatore delle Br Renato Curcio: «Una volta mi sfidò ad ucciderlo, in una di quelle sfide psicologiche che, secondo me, lo facevano sentire “uomo”. La jeep in quel momento percorreva un sentiero che sovrastava un dirupo. “Vedi Curcio”, mi disse, “se dai uno strattone allo sterzo precipitiamo e mi uccidi, ma so che non ne hai il coraggio; per questo posso permettermi di portarti con me da solo; voi parlate, parlate, ma poi…”. No guarda, gli risposi, (…) sarei anche disposto a buttarti di sotto, ma senza precipitare anche io”. Un’altra volta confidò a Curcio: “Io nella vita non ho più niente da perdere, mi rimanete voi e la mia unica soddisfazione è che da qui non riuscirete a scappare”». Una volta venne davanti alle nostre celle e tenne una specie di sermone: “La notte non dormo perché so che voi non dormite, pensate solo a fuggire. Voi non avete le donne ma io, anche se ho mia moglie con me, non scopo, perché non mi interessa più, penso solo a voi” ricorda un altro ex Br . All’occorrenza, Cardullo non difettava certo di cinismo, come emerge dal resoconto di un cronista del Corriere della Sera che lo aveva incontrato insieme ad una delegazione di giornalisti: «Hanno detto che alcuni detenuti per sfuggirle si sono conficcati aghi nel petto, cuciti le labbra, inghiottito manici di cucchiai. Cardullo soddisfatto commenta: “È un buon resoconto”». Diversi detenuti raccontarono che era solito legarli alla sua jeep con una corda, per poi trascinarli fino allo stremo in giro per l’isola, a mo’ di punizione. Proprio la denuncia effettuata da uno di loro, nel 1976, accese il dibattito pubblico sui suoi metodi poco «ortodossi». Il «viceré», per nulla intimorito, trasformò quel dibattito in uno show a mezzo stampa. Particolarmente controverse divennero le sezioni di massima sicurezza dell’isola: il «Pollaio» («la moglie di Cardullo ci aveva tenuto le galline, tanto erano degradati e angusti gli spazi »), “Fornelli” e il famigerato «Bunker»: una costruzione di cemento armato protetta da un muro di cinta e circondata da filo spinato. Le celle, «bugigattoli di tre metri per tre in cui stavano quattro detenuti, rinchiusi ventitré ore su ventiquattro; l’”ora d’aria” avveniva in una stanza poco più grande delle celle, praticamente al chiuso». Queste sezioni vennero scelte a metà degli anni Settanta dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per custodire, in condizioni di assoluto isolamento, gli appartenenti alle organizzazioni armate, Br in testa. Un cronista de L’Unità chiese al dottor Vindice Silvetti, da 25 anni medico del penitenziario, che cosa pensasse di quelle sezioni: «Posti infernali nei quali non vorrei mai essere rinchiuso». Non usò mezzi termini neanche il sottosegretario alla Giustizia Raffaele Costa (ma senza far niente in proposito): «Ho visto un cimitero, uomini ridotti a cadaveri viventi, con un fiore in testa». Nel 1978 un quotidiano come La Stampa, non certo sospettabile di simpatie anarco-insurrezionaliste, definì «inammissibili» i metodi della gestione-Cardullo: «Pestaggi e violenze diffuse; vitto rancido, acqua salata, fangosa, praticamente imbevibile». L’impressione degli altri cronisti? «Francamente inquietante (…). È come un’allucinante scatola in formato gigante, dentro c’è appena lo spazio per muoversi. Anche l’aria è tutt’altro che buona”. Negli anni Ottanta un’inchiesta giudiziaria scoperchiò un sistema fatto di corruzione, tangenti, gioielli e microspie. Ne 1982 infatti a Viterbo, il Viceré Cardullo, viene tratto in arresto insieme a sua moglie; i magistrati sardi, che gli contestano «gravissime irregolarità nell’assegnazione degli appalti per la ricostruzione», lo rinviano a giudizio per una lunga serie di reati: corruzione, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato. Cardullo tentò di scagionarsi dalle accuse di corruzione asserendo che le ingenti somme trovate sul suo conto non erano il provento di tangenti, ma il compenso elargitogli dai servizi segreti in cambio dell’attivazione di un centro di spionaggio dei brigatisti reclusi. Tirò allora in ballo nomi illustri: lo stesso Dalla Chiesa e il suo vice Enrico Galvaligi. Le cimici all’Asinara c’erano, questo venne appurato, ma ciò non bastò a salvarlo. Dopo la condanna inflittagli in primo grado nel 1987, infatti, il 6 giugno 1989 il Tribunale di Sassari mise la parola fine sulla sua vicenda giudiziaria, condannandolo a 5 anni e dieci mesi di carcere per corruzione, truffa ai danni dello Stato e peculato: aveva instaurato una sorta di caporalato carcerario, sfruttando la forza lavoro – gratuita – dei detenuti per poi rivendere, a privati, i generi alimentari prodotti all’Asinara. Fonte: Sebastiano Palamara da “Spazio 70” (Cheyenne Rebelde)
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bluezey · 4 years ago
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I AM SUPER EFFING PISSED THAT IM NOT GOING TO HEAR ENRICO CASAROSA GOING ON FOR AN HOUR AND A HALF ABOUT EVERYTHING ABOUT LUCA WHILE THE MOVIE IS PLAYING but hear me out because the special features they DID add still look interesting
You got your featurettes, especially the one about animating the transformations
Our Italian Inspiration – Experience the joy of discovery as Pixar artists travel to Cinque Terre, Italy, to absorb the beauty and culture of the coastal region which inspired the characters and the quintessential Italian backdrop of “Luca.”
Secretly A Sea Monster – Explore the artistry and technical innovation of Luca's transformation from sea monster to human, and how the theme of transformation is central to the emotional journey of the main characters.
Best Friends – Best friends can challenge us, inspire us, annoy us, and encourage us. The cast and crew of “Luca” share their own stories about how besties influenced their lives, and how those experiences informed the creation of screen pals Luca, Alberto and Giulia.
You got two alternate openings, well that's neat
Starfish Hunt (Alternate Opening) – Luca explores the shore and the sea, gathering mussels and starfish, in this serene alternate opening to the film.
Isola Del Mare (Alternate Opening) – Luca welcomes viewers to the quiet island he calls home.
Then you got your deleted scenes
Festa Del Mare – The boys go to a festival filled with fun ... and danger.
Here Comes Giulia – Giulia explores Isola Del Mare, where she meets Luca and Alberto, and asks so many questions.
Gelato Trouble – Giulia offers to treat Luca and Alberto to something called “gelato.”
Sea Monster Cannery – Luca dreams about a magical place filled with Vespas and gelato, but things aren't quite what they seem.
What was that last one?
Sea Monster Cannery – Luca dreams about a magical place filled with Vespas and gelato, but things aren't quite what they seem.
Luca dreams of his own gruesome death!!
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chez-mimich · 3 years ago
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ENRICO RAVA: “EDIZIONE SPECIALE”
Poteva sembrare strano che sul palco del festival Jazz Middelheim di Anversa nel 2019, a prendersi gioco del jazz e a giocare con esso, ci potesse essere un italiano che festeggiava il suo ottantesimo compleanno. E invece c’era, e quell’ottantenne era Enrico Rava. A dire il vero in quella occasione si festeggiava anche un altro compleanno, quello dell’etichetta ECM Records che di anni ne festeggiava cinquanta. Così invece di essere noi a fare un regalo ai festeggiati, sono loro che hanno fatto un “regalo” a noi, con questo magnifico lavoro, registrato dal vivo, dal titolo mai più azzeccato di “Edizione Speciale”. Sei pezzi eleganti, raffinati ed equilibrati, come solo i grandissimi sanno fare. Una “solitudine che sa di allegria”, ecco è così che vorrei definire questo lavoro, uscito nello scorso mese di ottobre e nel quale qualsiasi estimatore dello straordinario jazzista italiano, potrà apprezzare la sua capacità di innovare conservando e conservare innovando. Alla intrinseca malinconica austerità della tromba di Rava, si accompagna un mondo di altri inquieti stimoli che comprendono una buona dose di elettronica, una vibrante energia ritmica, una sana vitale iniezione di folk, oltre che al consueto cesello sonoro, timbrico e armonico che fanno di Rava uno dei più grandi jazzisti italiani (e non solo italiani) di sempre. A festeggiare i due compleanni sul palco, con Rava alla tromba, Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al basso e Enrico Morello alla batteria e altri ospiti di passaggio. La festa comincia con “Infant”, dove si palesano già le prime avvisaglie di una certa irrequietezza degli ospiti, oltre che del festeggiato. È il pianoforte di Giovanni Guidi che, come un imbucato, sembra voler creare del magnifico disordine, nel pacato dialogo del filicorno di Rava con il sassofono di Francesco Bearzatti. Il bello è, che ci riesce benissimo, prima che i tre tornino ad essere amici sul finire del pezzo. "Once Upon A Summertime (Theme for Jessica Tatum), è un magnifico melange, tra la composizione originale di Michel Legrand e “Theme per Jessica Tatum” dall’album “Noir” di Rava, con quella indimenticabile copertina di Altan. E qui, per i pochi che non conoscessero il disco, non resta che invitarli all’ascolto dopo averli mandati dietro la lavagna o fatto scrivere mille volte sul quaderno dei compiti “Devo ascoltare Rava”. Jazz, folk, echi lontani, nostalgie, colori sonori, ritmo, tutto e anche un po’ di più. Il premio “anime inquiete” spetta sicuramente al brano successivo “Wild Dance” (composizione del 2015), dove a danzare selvaggiamente con il filicorno di Rava, è la chitarra magistralmente distorta di Francesco Diodato. Una tempesta non annunciata, visto l’attacco iniziale del brano che Rava stesso definisce “nuvole di suoni”, con quel suo finale da troncare il respiro che rimarrà quasi un unicum nella storia del jazz. “The Fearless Five”, sembra magistralmente incominciare dove il pezzo precedente è terminato ed è il caloroso applauso del pubblico di Anversa a sottolinearlo. Dopo un attacco hard, la composizione sembra sciogliersi piana, pacificante e gradevole, con tanti momenti di riflessione musicale, assoli e bella orchestrazione. “Le Solite Cose/Diva” è l’unione di due pezzi, scritti con Stefano Bollani, una doppia isola di pace, prima di “Quizás Quizás Quizás”, rifacimento jazzistico-groove della famosa folk song cubana di Osvaldo Farrés, dove la tromba di Rava porta a spasso il pianeta del folk nella galassia del jazz, davanti al calorosissimo pubblico del Middelheim Jazz Festival di Anversa. Un vero peccato non esserci stati…
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tarditardi · 2 years ago
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"RANDAGI", nuovo singolo per Lynora feat. Korma & Aso Rock General
Dal 26 maggio 2023 è disponibile su tutte le piattaforme di su tutte le piattaforme digitali di streaming in rotazione radiofonica "RANDAGI", il nuovo singolo di Lynora feat. Korma & Aso Rock General.
"Randagi" è il nuovo singolo dal sapore indie di Lynora feat. Korma e Aso Rock General, scritto da Marco Canigiula, Efosa Osayande e dalla stessa artista, prodotto da Korma. 
Il testo sembra suggerire la volontà di far durare a lungo una relazione amorosa, che viene vista come un bene prezioso. In particolare, la paura di restare lontani l'uno dall'altro viene considerata come qualcosa di trascurabile, come "un granello di sabbia" nell'oceano dell'amore che il narratore prova per l'altro.
La canzone continua con una descrizione di un viaggio insieme nella splendida cornice dell'Irlanda, con la pioggia sulla pelle e il suono delle zampogne in sottofondo. L'amore viene esaltato attraverso la condivisione di momenti intimi e passionali. 
Spiega l'artista a proposito del brano: "Randagi è un brano a cui sono molto legata, in primis perché ripercorre alcuni dei momenti più belli e intensi del viaggio in Irlanda con il mio compagno e producer Korma. Nel brano sono presenti due featuring quello di Korma e dell'artista nigeriano Aso Rock General. È stato bello sperimentare qualcosa di diverso e condividere questa canzone con due bravissimi artisti come loro. Inoltre credo che questa canzone rappresenti stilisticamente il mondo sonoro che desidero proporre nei miei prossimi lavori."
Il videoclip di "Randagi" è il risultato di un montaggio delle clip realizzate dall'artista con il telefono, durante il suo viaggio negli splendidi scenari irlandesi. 
Guarda il video su YouTube: https://youtu.be/7wDmrck1b0w 
Biografia
Eleonora Salesi, in arte Lynora, è un'interprete nata ad Aprilia il 29 Agosto 2000. Ha iniziato a studiare canto moderno a 11 anni con Federica Bracchetti e canto lirico a 14 anni presso il Chris Cappell College. Dal 2016 al 2017 frequenta il corso di recitazione "Teatro Nuovo Academy" di Enrico Brignano. Dal 2016 al 2018 studia le discipline del musical (canto, ballo e recitazione) presso l'"Accademia Dei Giovani" del Teatro Sistina di Roma sotto la direzione di Massimo Romeo Piparo, esperienza che le da l'opportunità di comparire in: "The Bodyguard"(2017) con Ettore Bassi e "È cosa buona e giusta" (2018) con Michele la Ginestra. Dal 2019 fino 2021 perfeziona i propri studi presso "Accademia Internazionale del Musical" di Roma sotto la direzione di Enrico Sortino. Dal 2021 frequenta l'accademia "Isola degli Artisti" di Carlo Avarello. Lo stesso anno inizia una collaborazione con l'autore e produttore Marco Canigiula di Cantieri Sonori. Nel Dicembre 2022 pubblica il primo singolo "Dal Tramonto All'Alba" per Cantieri Sonori, distribuito da Artist First. Nel Marzo 2023 pubblica il secondo singolo "Anche Meno" per Cantieri Sonori, distribuito da Ada (Warner Music). Il brano è entrato a far parte della compilation "Hit Mania Champions Dance 2023" disponibile in tutti i negozi di dischi.
"Randagi" è il nuovo singolo di Lynora feat. Korma e Aso Rock General disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica dal 26 maggio 2023.
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uominiedonneblog · 2 years ago
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Isola dei Famosi Enrico Papi lascerà il ruolo di opinionista ?
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iltrombadore · 4 years ago
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“Microcosmo Sicilia”: l’isola dei contrasti irrisolti con cui bisogna imparare a convivere
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Primo, non dimenticare la “Sicilia come metafora”, immagine coniata da Leonardo Sciascia per l’ isola tanto amata e però messa lucidamente a nudo nelle sue miserie e ambiguità, gli inganni ed autoinganni che ne tracciano la storia. Di questa lezione fa tesoro a modo suo Salvo Guglielmino che nel recente “Microcosmo Sicilia”  (Rubbettino editore, 2021) fonde in un amalgama originale memorie personali e familiari, cose viste ed esperienze vissute, episodi e personaggi salienti: ne emerge un persuasivo profilo del mondo siciliano fatto di accesi ed irrisolti contrasti, in bilico tra modernità e tradizione, impegno per il progresso ed attrazione fatale per il  gattopardesco abbandono alla “forza del destino”.
Un racconto velato di malinconica ironia è pregio di questo libretto concepito come mosaico di brevi capitoli a sbalzo, tasselli autosufficienti, che rivelano il “microcosmo” siciliano a tutto tondo per una illuminante messa a fuoco progressiva: con le fisionomie  di protagonisti dimenticati, come l’antropologo Antonino Uccello, fondatore del prezioso museo della cultura e civiltà contadina, a Palazzolo Acreide; con la vicenda letteraria del solitario e misconosciuto scrittore Giuseppe Rovella, tradizionalista cultore di una “sicilianità indoeuropea”; con il profilo del comunista  Renato Guttuso, “emigrato a Roma” , uomo famoso, artista e di potere, e pur sempre dominato da una siciliana indole malinconica; con lo stile, siracusano e romano, di Francesco Trombadori, pittore dai colori gentili della pietra bianca arenaria di Ortigia, Noto e Modica depositata sugli scenari capitolini; e così via enumerando uomini d’arte e spettacolo di successo, fino al ritratto vivido e allegro di Pippo Baudo, tanto legato al paese d’origine, ai  paesaggi del catanese, ai profumi e ai saporiti ingredienti della “caponata di Militello”.
Uomo della tradizione cattolica, democratica e popolare siciliana, attivo sindacalista cislino, Salvo Guglielmino non dimentica di enumerare quanto grande sia stato il sacrificio dei lavoratori e dei democratici per aprire vie di rinnovamento nella vita dell’ isola: dal suo mosaico si distilla il tragico 1968 dei braccianti di Avola uccisi dalla polizia durante una disperata lotta salariale contro gli agrari.
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Ci sono poi le figure ben delineate di vittime illustri della criminalità mafiosa, come Giuseppe Fava, Pio La Torre e Piersanti Mattarella, sullo sfondo del misterioso intreccio di poteri, mafiosi o meno, che portarono fin dal 1947 alla strage di Portella della Ginestra.
Speranza riformista, disinganno e disillusione si alternano nella memoria del profilo civile di alcuni personaggi chiave nei tumultuosi cambiamenti nella vita politica e sociale italiana degli anni ’90: dal battagliero Sergio D’Antoni, nativo di Caltanissetta, protagonista degli accordi di concertazione, che salvarono l’Italia dalla bancarotta e dall’inflazione, all’epoca ideatore  inascoltato di un sindacato unitario che “si fa governo”; e ancora emerge il ritratto sacrificale di Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” ucciso dalla mafia, nativo di Canicattì, primo magistrato ad essere beatificato dalla Chiesa.  
Una Sicilia dal paesaggio affascinante, incrocio di antiche civiltà marinare e mondo arcaico dell’ entroterra (dalla necropoli Pantalica ai “santoni” di Akrai) fa da scenario all’imperversare di episodi di malgoverno locali e nazionali, con l’alternanza di progetti faraonici incompiuti,  dissesti stradali ed altre imprese lasciate cadere nel degrado; a questo stato di cose, si oppongono altrettante spinte vitali del genio produttivo siciliano quando affronta mille difficoltà per aprire occasioni di sviluppo.
E’ la “metafora” di una questione meridionale che coinvolge problemi sempre aperti: dal “sogno di Enrico Mattei” con la vicenda malgestita del polo petrolchimico di Siracusa, in preda all’inquinamento, e pure asse di collegamento tra Europa e Medio Oriente ancora tutto da sperimentare; alla “speranza di Vittoria”, paese del ragusano dove l’agricoltura fiorisce e la disoccupazione è parola sconosciuta, un tempo provincia senza mafia ed oggi infestata dai signori del “pizzo” e dai capi clan; e ancora vale notare la “guerra del vino” che dalla Valle del Belice fino a Pachino, ha visto mutare il volto dei vecchi latifondi agrari  in centri fiorenti di produzione e integrazione multinazionale e però anche con forme nuove di “colonizzazione” dell’industria vinicola del Nord che scalza e mette in difficoltà i piccoli coltivatori.
In una simile altalena di vecchio e nuovo, di aperture ricorrenti alla modernità mortificate da inattesi contrasti, ansie rinnovatrici e mutamenti imposti, il “microcosmo” dipinto da Salvo Guglielmino procede nell’ inquadratura di costumi, abitudini, eredità arcaiche, tradizioni pagane e di un cattolicesimo che abbraccia tanta parte del temperamento stesso dei siciliani, messo a fuoco come popolo di emigranti perfino in patria, “sempre inquieti, insoddisfatti, pessimisti”, un carattere che Tomasi di Lampedusa associava al paesaggio malinconico e selvaggio dell’isola. Morale? “Devi imparare a convivere con ciò che non puoi superare”, osserva Guglielmino, citando Bruce Springsteen. E aggiunge: “è stato sempre quello che, in fondo, mi hanno insegnato mio padre e mia madre”.
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enricopelos · 3 years ago
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A TASTE OF ELBA ISLAND by enrico pelos IV
A TASTE OF ELBA ISLAND by enrico pelos IV
Updated edition with new photographs and texts in Italian and English of some of the typical places, unique beaches, and abandoned places on the Island of Elba …Edizione aggiornata con nuove fotografie e testi in Italiano e in inglese di alcuni dei posti tipici, spiagge uniche, e luoghi abbandonati dell’Isola d’Elba… www.enricopelos.ithttps://linktr.ee/enricopelos
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