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SELF3D 9.0
SELF3D è un software per il calcolo, con codice tridimensionale, dell’induzione magnetica generata da linee aeree, interrate e di forma arbitraria.
Con il rilascio della Release 9.0 si è perseguito il fine di potenziare significativamente l’interazione con l’ambiente GIS, la quale, è ora bidirezionale, permettendo sia esportazioni di basi di dati e simulazioni da SELF3D a GIS, che l’importazione di layers da GIS a SELF3D.
La release 9.0 è un aggiornamento che definiamo ‘massivo’, avendo toccato profondamente la struttura del software, senza comunque modificare l’algoritmo di calcolo 3D di SELF3D, identico dalla prima release dell’applicativo (risalente a circa 10 anni fa) con la sola eccezione della successiva introduzione del calcolo parallelo per sfruttare al meglio i processori multi-core.
Di seguito un breve elenco, limitato e non esaustivo, delle funzionalità introdotte:
Importazione in SELF3D di un layer GIS dei fabbricati e calcolo dell’induzione magnetica sulle loro superfici esterne. Esportazione in GIS dei risultati del calcolo, rendendo possibile una visualizzazione colorata per valore di induzione magnetica massimo assunto.(ad esempio, in verde i fabbricati con Bmax minore di 3 micro Tesla, in rosso gli altri).
Rendering 3D dell’intera scena di simulazione. SELF3D è in grado di esportare in Google SketchUp un modello nel quale vengono visualizzati i sostegni, i conduttori, le isolinee associate a tutte le simulazioni che il software permette, e, infine, la geometria 3D degli edifici.
Simulazione su Modello Digitale del Terreno (DTM) o ad una certa elevazione rispetto ad esso. SELF3D permette di caricarsi un file del tipo .ASC oppure “Scattered” (nuvola di punti sparsi senza una regolarità spaziale). Il risultato può essere visualizzato come Isolinea, Mapcolor, DXF, KML, o esportato come nuovo file .ASC.
Esportazione in GIS, come layer geofile-Linee, della base di dati Linee Elettriche Aeree ed Interrate di SELF3D. Con questa modalità si ottiene in GIS una base di dati georiferita delle linee elettriche, contenente non solo informazioni geometriche 3D (come la definizione nello spazio delle curve di catenaria) ma, altresì, campi informativi sui parametri elettrici.
Importazione in SELF3D di un sottoinsieme dei layer geofile-Linee precedentemente esportati. Questa operazione ha lo scopo di popolare automaticamente i dati geometrici ed elettrici necessari a SELF3D per effettuare simulazioni locali, su una data area di interesse, importando dal GIS un sottoinsieme di uno o più layer geofile-Linee precedentemente esportati.
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#cos'èl'elettrosmog#definizionedielettrosmog#elettrosmog#inquinamentoambientaledeicampielettromagnetici
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Ceccano, querce e fili elettrici, potate quelle piante Se non si interviene poi i pompieri abbatteranno tutto l'albero: ne abbiamo fatto più olte esperienza. A Ceccano gli elettrodotti sono avviluppati alle piante: sono passati 8 anni dalla grande nevicata del 2012, abbiamo avuto altri black out elettrici, alcuni recentissimi e lunghi.
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L’Albania e l’anno della diversificazione energetica, Domenico Letizia*, 2 Agosto 2017
L’Albania e l’anno della diversificazione energetica, Domenico Letizia*, 2 Agosto 2017
Recentissima la notizia dell’Operatore di distribuzione di energia elettrica in Albania (Osshe) che ha deciso di garantire la fornitura necessaria per il prossimo mese di agosto, importando 434 megawatt con un prezzo medio di 68,9 euro per megawatt, ossia per un ammontare complessivo di circa 30 milioni di euro. Normalmente l’Osshe ottiene gran parte dell’energia dall’azienda di produzione statale Kesh, a prezzi stabiliti dall’autorità regolatrice energia. La Kesh stessa però si trova in difficoltà vista la grande siccità che ha investito da alcuni mesi l’Albania, la fonte di energia predominante è quella idrica. Il livello dell’acqua nei bacini degli impianti idroelettrici ha toccato la quota minima e l’azienda è stata costretta a ridurre drasticamente la propria produzione. Considerate le problematiche, le prospettive energetiche albanesi puntano alla diversificazione, in particolare, importante è la progettualità del governo nell’incentivare il fotovoltaico. L’attualità albanese è molto importante per il settore energetico, offre grandi spazi per l’esportazione nel Paese di know-how di macchinari elettromeccanici per la produzione di energia e apparecchiature elettriche e di software per la gestione degli impianti, settori questi di assoluta eccellenza del “made in Italy”. Determinante in questo senso appare essere l’impegno del governo albanese ad assicurare al settore condizioni di certezza e stabilità, elementi imprescindibili per lo sviluppo dello stesso e la presenza di investitori stranieri. Fino a pochi anni fa era piuttosto raro vedere dei pannelli solari sopra i tetti delle case albanesi, adesso invece sono notevolmente più frequenti tanto da venire impiegati anche in edifici di funzione pubblica, quali alberghi e addirittura scuole. Roberto Laera, presidente della società di consulenza aziendale “Italian Network”, società ponte tra Balcani ed Europa, ha recentemente dichiarato: “Numerose sono le aziende italiane e straniere che abbiamo supportato negli investimenti nel settore idroelettrico. Prima con l’idroelettrico e adesso con le fonti alternative, il mercato dell’energia in Albania è certamente un investimento redditizio. Inoltre, con la sentenza n. 3759/17 del Consiglio di Stato, depositata il 28 luglio, che dà il via libera all’elettrodotto di interconnessione Italia-Albania, il mercato si apre, oltre che ai paesi dei Balcani occidentali, all’Italia e a tutta l’Europa, con notevoli vantaggi in termini di collocazione della sovra-produzione. L’Albania è un paese in pieno sviluppo economico e sociale, dove il PIL si attesta a circa il 4%, nonostante la crisi internazionale, sicuro sotto ogni punto di vista per gli investitori e dove il governo ha intrapreso una serie di riforme atte a snellire la burocrazia e ad eliminare la corruzione. Pertanto siamo pronti ad accogliere le aziende italiane che con il loro know how possono dare un importante supporto tecnologico al paese. Una opportunità importante per incontrare partner balcanici, turchi e arabi, potrebbe essere il Tirana Business Matching, organizzato dalla Camera di Commercio di Tirana il 28 e 29 settembre, dove Italian Network è partner e promoter per l’Italia, che vedrà anche l’intervento del Primo Ministro Edi Rama, del Ministro dell’Economia e dell’Energia, oltre al presidente della stessa Camera di Commercio e di numerosi rappresentanti istituzionali e di multinazionali”. Interessante, per chi vuole sviluppare impresa in Albania è anche il quadro giuridico che va sviluppandosi per il settore energetico. L’ingegnere Raniero Tosoni, responsabile della divisione energia di “Italian Network”, ha svolto numerose ricerche in tale settore giungendo ad interessanti conclusioni. Secondo le sue analisi: “la legge albanese è la più moderna dell’Europa, perché non ha rinchiuso in freddi numeri le tariffe incentivanti ma è pronta a discutere volta per volta, a seconda della validità, dell’investimento e della sua localizzazione. La localizzazione è utilissima al fabbisogno nazionale, quindi essenziale è studiare il dove e il come si produce energia elettrica. Il pase compie un deciso passo in avanti per la razionale produzione dell’energia necessaria, diminuendo notevolmente la dipendenza dalle fonti idroelettriche”. L’Albania, in quanto paese candidato all’adesione all’UE, ha la necessità di adeguare il proprio quadro regolamentare e legislativo, tutto ciò, potrebbe essere estremamente appetitoso per le imprese e gli investitori italiani. *Articolo pubblicato per il Quotidiano italiano “L’Opinione” Disclaimer: While every effort has been made to ensure the accuracy of this publication, it is not intended to provide legal advice as individual situations will differ and should be discussed with an expert and/or lawyer. For specific technical or legal advice on the information provided and related topics, please contact the editor at the “[email protected]”.
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#Albania#Autorità Albanese per l'Energia#Elettrodotti#Eolico#FER#Generazione Elettrica#Idroelettrici#Mercato di Trading#Sistema Elettrico#UE
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Energia: il Consiglio federale aumenta le capacità della rete elettrica di trasporto svizzera
Energia: il Consiglio federale aumenta le capacità della rete elettrica di trasporto svizzera
Energia: il Consiglio federale aumenta le capacità della rete elettrica di trasporto svizzera. Il Consiglio federale rafforza ulteriormente l’approvvigionamento energetico della Svizzera per il prossimo inverno: le capacità degli elettrodotti tra Bickigen e Chippis e tra Bassecourt e Mühleberg potranno essere aumentate, se necessario, innalzando la tensione da 220 kilovolt (kV) a 380 kV. Questo…
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La frana che si staccò alle ore 22.39 dalle pendici settentrionali del monte Toc precipitando nel bacino artificiale sottostante aveva dimensioni gigantesche. Una massa compatta di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e detriti furono trasportati a valle in un attimo, accompagnati da un'enorme boato. Tutta la costa del Toc, larga quasi tre chilometri, costituita da boschi, campi coltivati ed abitazioni, affondò nel bacino sottostante, provocando una gran scossa di terremoto. Il lago sembrò sparire, e al suo posto comparve una enorme nuvola bianca, una massa d'acqua dinamica alta più di 100 metri, contenente massi dal peso di diverse tonnellate. Gli elettrodotti austriaci, in corto-circuito, prima di esser divelti dai tralicci illuminarono a giorno la valle e quindi lasciarono nella più completa oscurità i paesi vicini. La forza d'urto della massa franata creò due ondate. La prima, a monte, fu spinta ad est verso il centro della vallata del Vajont che in quel punto si allarga. Questo consentì all'onda di abbassare il suo livello e di risparmiare, per pochi metri, l'abitato di Erto. Purtroppo spazzò via le frazioni più basse lungo le rive del lago, quali Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino. La seconda ondata si riversò verso valle superando lo sbarramento artificiale, innalzandosi sopra di esso fino ad investire, ma senza grosse conseguenze, le case più basse del paese di Casso. Il collegamento viario eseguito sul coronamento della diga venne divelto, così come la palazzina di cemento, a due piani, della centrale di controllo ed il cantiere degli operai. L'ondata, forte di più di 50 milioni di metri cubi, scavalcò la diga precipitando a piombo nella vallata sottostante con una velocità impressionante. La stretta gola del Vajont la compresse ulteriormente, facendole acquisire maggior energia. Allo sbocco della valle l'onda era alta 70 metri e produsse un vento sempre più intenso, che portava con se, in leggera sospensione, una nuvola nebulizzata di goccioline. Tra un crescendo di rumori e sensazioni che diventavano certezze terribili, le persone si resero conto di ciò che stava per accadere, ma non poterono più scappare. Il greto del Piave fu raschiato dall'onda che si abbatté con inaudita violenza su Longarone. Case, chiese, porticati, alberghi, osterie, monumenti, statue, piazze e strade furono sommerse dall'acqua, che le sradicò fino alle fondamenta. Della stazione ferroviaria non rimasero che lunghi tratti di binari piegati come fuscelli. Quando l'onda perse il suo slancio andandosi ad infrangere contro la montagna, iniziò un lento riflusso verso valle: una azione non meno distruttiva, che scavò in senso opposto alla direzione di spinta. Altre frazioni del circondario furono distrutte, totalmente o parzialmente: Rivalta, Pirago, Faè e Villanova nel comune di Longarone, Codissago nel comune di Castellavazzo. A Pirago restò miracolosamente in piedi solo il campanile della chiesa; la villa Malcolm venne spazzata via con le sue segherie. Il Piave, diventato una enorme massa d'acqua silenziosa, tornò al suo flusso normale solo dopo una decina di ore. Alle prime luci dell'alba l'incubo, che aveva ossessionato da parecchi anni la gente del posto, divenne realtà. Gli occhi dei sopravvissuti poterono contemplare quanto l'imprevedibilità della natura, unita alla piccolezza umana, seppe produrre. La perdita di quasi duemila vittime stabilì un nefasto primato nella storia italiana e mondiale……….. si era consumata una tragedia tra le più grandi che l'umanità potrà mai ricordare. I morti furono 1910: 1450 a Longarone, 158 a Erto e Casso, 111 a Codissago, 54 nei cantieri Sade, 137 in altri luoghi. Pochi i feriti: 95 lievi, 49 gravi, 2 gravissimi. A Fortogna verranno sepolte 1454 vittime, solo 704 delle quali identificate. Molti morti non verranno mai trovati
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A proposito della moda del green, qui e subito, una delle più strampalate mistificazioni della storia, cito i seguenti inoppugnabili dati dall'articolo di Dario Rivolta, uno studioso che ragiona e non vende fumo: «Un parco eolico da 100 megawatt richiede trentamila tonnellate di minerali ferrosi, cinquantamila tonnellate di cemento e almeno novecento tonnellate di plastica e resina. In un impianto solare della stessa potenza, il ferro e l’acciaio necessari sono tre volte tanto e solo il cemento sarà impiegato in quantità minore che nell’eolico. Nel progetto lanciato dall’Ue la produzione di energia elettrica derivante da questi impianti dovrebbe passare dai 1500 gigawatt di oggi ad 8000 GW entro il 2030. Il calcolo dei materiali necessari che bisognerà estrarre dalla terra è presto fatto. E lo si dovrà fare con i vecchi metodi industriali. Inoltre, molti dei componenti che dovranno essere utilizzati appartengono al gruppo di quei minerali che vanno sotto il nome di “terre rare��. Alcune di loro portano nomi sconosciuti come i lantanidi, lo scambio, l’ittrio, l’eurobio, il lutezio ecc. Di altri minerali abbiamo forse già sentito parlare: niobio, tantalio, tungsteno, litio, tellurio, selenio, indio, gallio. Oltre a queste, per creare l’elettricità e stoccarla nelle batterie occorrono anche grandi quantità di cobalto, manganese, nickel, stagno, grafite, rame ecc. Nella maggior parte dei casi, nonostante l’aggettivo (rare) attribuito ad alcune di queste materie, non si tratta di presenze scarse sul nostro pianeta ma sono minerali dispersi all’interno di rocce che devono essere estratte e lavorate. Per ottenere un chilo di vanadio bisogna lavorare otto tonnellate di rocce; per un chilo di gallio ne occorrono cinquanta, mentre per ottenere il lutezio in eguale quantità bisogna raffinarne ben duecento tonnellate. Tutte queste lavorazioni si fanno con l’impiego di grandi quantità di acqua e solventi. La lavorazione necessaria è così deleteria per l’ambiente circostante che si spiega perché la maggior parte dei Paesi del mondo ha rinunciato ad estrarli, lasciando che sia la Cina ad occuparsi della produzione (e relativa fornitura) di almeno due terzi della domanda mondiale. Un altro esempio: in una macchina a propulsione elettrica circa duecento chili di quanto pesa in totale sono indispensabili per il funzionamento della batteria e per la sua protezione. Si tratta di un quantitativo corrispondente a sei volte quello presente nelle auto tradizionali. Bisogna aggiungere che per la trasmissione dell’elettricità derivante dagli impianti solari, eolici e dall’idrogeno, le reti di distribuzione oggi esistenti saranno riutilizzabili solo in parte. Serviranno enormi quantità extra di rame per gli elettrodotti e migliaia di tonnellate di acciaio per le nuove tubature necessarie al trasporto dell’idrogeno. I prezzi schizzeranno alle stelle, causando una nuova e lunga inflazione anche su tutti i prodotti a valle. Al nuovo ingente sfruttamento delle risorse naturali per procedere verso la “transizione verde” vanno aggiunte le conseguenze socio-economiche all’interno delle nostre società. L’Europa (così come- forse- gli Stati Uniti) si è data l’obiettivo di passare ai nuovi sistemi entro il 2030 e completare il processo entro il 2050, mentre la Cina ha dichiarato che raggiungerà il picco delle proprie emissioni di CO2 solo nel 2030 e raggiungerà l’obiettivo finale non prima del 2060. Per l’India il passaggio richiederà ancora più tempo. È allora evidente che, negli anni che faranno la differenza, si creerà un divario crescente nei costi di produzione industriali tra i due mondi e certo non a vantaggio delle imprese europee. Con conseguenti crisi che colpiranno molti lavoratori e molte aziende. Sotto l’aspetto politico va anche aggiunto che, pur riuscendo a liberarci dall’oligopolio dei produttori di gas e petrolio, ci metteremmo, noi europei, totalmente nelle mani dei nostri nuovi fornitori di minerali rari e materie prime. Va aggiunto che gli utenti dovranno sostituire le loro caldaie per il riscaldamento, tuttora a gas o gasolio, con pompe di calore azionate dall’ energia elettrica da fonti rinnovabili. Gli automobilisti dovranno rottamare i loro veicoli a benzina, a gasolio o ibridi per sostituirli con autovetture solo elettriche che però, con la tecnologia attuale, non consentiranno loro di andare da Milano a Roma senza fermarsi qualche ora per ricaricare le batterie». L’imperialismo del regime comunista cinese evidentemente ha pagato e strapagato politici, scienziati (quelli non mercenari non vengono ascoltati) e addetti all'informazione, per montare la mitologia del green.
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Elettrodotto 150kV. Simulazione Isovolume Induzione Magnetica e sua proiezione al suolo. Output ottenuto con il software SELF3D (funzionalità export-to-WebGis). La messa in esercizio di nuovi elettrodotti, o la modifica di quelli esistenti, richiede una preventiva analisi di impatto magnetico. Nel settore della produzione di energie alternative, il trasporto avviene con elettrodotti, sia aerei che interrati, dalla sorgente fino alla cabina, e da quest'ultima al punto di consegna del gestore. In questo caso, già in fase autorizzativa va effettuata una analisi di impatto magnetico che riguarda le tre opere impegnate. Lo Studio Tecnico Ing. Sapone offre questo servizio di calcolo e visualizzazione utilizzando tools software realizzati internamente, affrontando sia le situazioni meno complesse (con calcoli 2D) che situazioni dove la conformazione delle sorgenti richiede un calcolo con codice tridimensionale. https://stilrs.altervista.org/software.html
#campi elettromagnetici#campi magnetici#fascia di rispetto#elettrodotti#power lines#magnetic field#magnetic exposure
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L’Albania e l’anno della diversificazione energetica, Domenico Letizia*, 2 Agosto 2017
L’Albania e l’anno della diversificazione energetica, Domenico Letizia*, 2 Agosto 2017
L’Albania e l’anno della diversificazione energetica, Domenico Letizia*, 2 Agosto 2017
Recentissima la notizia dell’Operatore di distribuzione di energia elettrica in Albania (Osshe) che ha deciso di garantire la fornitura necessaria per il prossimo mese di agosto, importando 434 megawatt con un prezzo medio di 68,9 euro per megawatt, ossia per un ammontare complessivo di circa 30 milioni di…
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Day 31
Per la prima volta, da laureato all'università della vita, parlo di qualcosa che conosco (circa) perchè ci lavoro da 20 anni, anzi 22.
Chi mi conosce sa che non sono aziendalista, technology addicted, non sono un sostenitore "a prescindere" di qualcosa e sono anche eccessivamente critico nei confronti di tutto quello che mi circonda. Perchè non lo conosco.
Cosa ho capito del 5G.
Mah, diciamo intanto che il 5G non sarà una frequenza, le cazzate che ho letto e sentito, dette da presunti scienziati (anche veri scienziati, come nel caso della famosa puntata sulla RAI di "Petrolio" in cui hanno fatto parlare dei medici e ricercatori titolati), ecco sono appunto cazzate.
Le frequenze del 5G saranno LE STESSE che abbiamo in aria da più di dieci anni per il 3 e il 4G, identiche. Frequenze alte, adatte ad essere usate in contesti cittadini, non buine e non cattive. Non sono radiazioni ionizzanti, non 'enttano niente con le cose nucleari che la parola ricorda.
Altra cosa è la potenza, emessa con queste frequenze. È come dire di accendere un fiammifero, e vero che ti scotti se lo tocchi ma se lo accendi in una grande stanza è impossibile percepirne il calore.
L'idea, con la IOT (internet of things o internet delle cose, che è il concetto soggiacente al 5G) non è quella di avere un grande falò al centro della città ma tanti piccoli fiammiferi super tecnologici, una rete di piccole antenne che "riscaldano" le zone che ci interessano. Paradossalmente il 5G potrebbe abbassare il livello del campo elettromagnetico a cui siamo sottoposti, fermo restando che le frequenze, il "tipo di onde" con cui esso sarà "costruito" sono sempre quelle!
Se ci pensi è già un po' così, ogni appartamento, negozio, piazza ha il suo hotspot WiFi, che tra l'altro lavora a frequenze ancora più alte di quelle della telefonia mobile, quindi siamo già attraversati da onde elettromagnetiche di svariate frequenze tutto il giorno. La TV, la radio, i satelliti, i radar, il phon, il forno e i fornelli a induzione, tutto crea campi elettromagnetici, in alcuni casi anche molto intensi. Ci sarebbe da spiegare come cresce e decresce l'intensità dei campi in funzione della distanza ma non ho voglia.
I vantaggi che avremo con la rete 5G saranno molti e in parte credo che nemmeno chi la sta sviluppando sappia davvero a cosa porterà. Questa, come ogni cosa indeterminata mette ansia: dove finiremo? Come diventeremo?Beh, diciamo che storicamente le grandi rivoluzioni tecnologiche sono state tutte recepite in modo naturale, la TV, il computer e internet sono entrati progressivamente nelle nostre vite perchè ci piaceva che fosse così. Voglio dire, ok.. i "cattivi" ci impongono la rete 5G ma se a noi non piace e non "usiamo" i vantaggi che ne derivano, i cattivi cambieranno stratagemma. Ai "cattivi" non interessa molto arrostirci le palle con frequenze malvage, quanto fare soldi con servizi che a noi piacciono, e quindi compriamo.
Qui sta il nostro libero arbitrio (libero.. parliamone): quando è uscito whatsapp, gli SMS si pagavano tot centesimi l'uno e le videochiamate erano boicottate da tutti perchè costose e inutili. Arriva WhatsApp e manda tutto all'aria, concedendo messaggi, video, foto e tutto gratis e senza limiti. Io me lo ricordo, un grosso dirigente di allora, in collera perchè l'Azienda aveva smesso di guadagnare dai messaggi, che erano già il modo piu diffuso di comunicare tra i giovani, portavano milioni di euro in cassa.
Certo, WhatsApp ha fatto una mossa furba, ha fatto i suoi affari, ma siamo stati noi a decidere di usarlo, a noi è convenuto, anche non sapendo bene tutto, ovviamente, tipo che tipo di accesso hanno ai nostri scambi di informazioni, ma questo vale e valeva anche per le email e tutto il resto.
Ovvio che non c'è solo il buono.
Rimane un grosso dubbio riguardo a quanto bene o male faccia rimanere h24 immersi in un campo elettromagnetico ad alta frequenza, come succede già è da 20 o 30 anni. Stiamo bene? Stiamo male? Se ci fosse una correlazione forte tra alcune malattie e la radiofrequenza credo che sarebbe già venuto a galla qualcosa, come è successo ad esempio con le basse frequenze, quelle emesse dagli elettrodotti a 380.000V, che sprigionano peró campi elettromagnetici fortissimi e sono abbastanza chiaramente in relazione a leucemie infantili e company, per chi ha la sfiga di abitarci sotto.
La bassissima latenza del 5G (non tutto, in verità, sarà solo per certe applicazioni dedicate) in futuro permetterà la famosa guida autonoma, operazioni chirurgiche precisissime a distanza, automazione totale ma.. occhio, se una cosa sarà una stronzata saremo noi a bocciarla, questo sarà in nostro potere se non saremo boccaloni. È già successo, ve lo assicuro, flop incredibili si sono succeduti in passato, bocciati dal pubblico e rispediti al mittente, con perdita di svariati quattrini da parte dei soliti cattivi.
Secondo me bisognerebbe considerare dei rischi meno affascinanti, meno alla "Chernobyl", ad esempio il fatto che le reti mobili hanno il vizio di determinare sempre con maggiore precisione la nostra posizione. Si potrà individuare un soggetto o un oggetto con precisione millimetrica, e chi lo saprà?
Oppure, a me sta sulle palle dare il consenso a milioni di clausole che non c'entrano nulla, per poter usare un servizio. Vorrei usare quel servizio, punto. Se compri un telefono nuovo, ad esempio, quando lo accendi devi accettare un paparozzo enorme di cose che non leggi, e se non lo fai lo puoi tranquillamente restituire al negoziante: è il libero mercato, nessuno ti obbliga, accetti o stai senza. In questo la legge dovrebbe tutelare maggiormente, ma il 5G non c'entra, questo è il problema di essere connessi in una rete, un problema a mio avviso immensamente più insignificante dei vantaggi che abbiamo e che arriveranno in futuro.
Ma c'è sempre la possibilità di: spegnere e lasciare a casa il telefono, uscire in bici o a piedi, leggere le notizie da un giornale, leggere libri di carta, scambiabili e regalabili all'infinito senza infrangere alcuna legge, pagare con i contanti e farlo nei negozi.
Lo noto solo io come comportarsi in questo modo "normale" sia invece fottutamente rivoluzionario? Quasi sovversivo?
Meditiamo.
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Un software realizzato da Leonardo aiuterà i piloti che perdono la rotta nello spazio aereo britannico a tornare a casa sani e salvi
Il software di auto-triangolazione di Leonardo è ora operativo presso l’unità di emergenza e soccorso della NATS (“Distress and Diversion cell”), il fornitore di servizi di navigazione aerea britannico. L’unità operativa è gestita dal personale della RAF 24 ore al giorno tutti i giorni ed è l’unico centro di controllo dedicato alle emergenze aeronautiche al mondo. Gli operatori monitorano continuamente le frequenze aeronautiche internazionali dedicate alle richieste di soccorso e sono pronti a reagire all’instante. Tutte le emergenze che si verificano nello spazio aereo britannico sono controllate e supervisionate da questo centro che si occupa dell’aviazione civile, militare e privata in tutto il Regno Unito. La mappatura realizzata con l’auto-triangolazione è utilizzata per localizzare i velivoli i cui piloti abbiano perso la rotta. I controllori possono quindi fornire informazioni utili ai piloti consentendo agli aerei di rientrare nelle aerovie e raggiungere in sicurezza le loro destinazioni. Leonardo ha anche pianificato un servizio di supporto per 15 anni, per aggiornare periodicamente le mappe, valutare la sicurezza e gestire l’obsolescenza del prodotto. Il software funziona ricevendo le trasmissioni sulle frequenze di emergenza militari o civili e geo-localizzando il segnale e la sua direzione su una mappa dello Spazio aereo del Regno Unito. Gli operatori possono così contattare i piloti e usare la mappa, dettagliata fino al livello stradale, per fornire direzioni utilizzando un riferimento comune. Per garantire mappe sempre aggiornate il software può importare dati da diverse fonti che impiegano cartografia standard presente in rete, ampiamente utilizzata, così da assicurare che gli operatori possano visualizzare il velivolo in relazione a eventuali nuovi sviluppi urbani e stradali o a dettagli come ad esempio elettrodotti, antenne e altri elementi riconoscibili come i parchi solari. Leonardo vanta oltre 60 anni di esperienza nel settore della gestione del traffico aereo e consce a fondo le evoluzioni della mobilità urbana. Per mantenere questa superiorità la Società sta già sviluppando le tecnologie più all’avanguardia che includono la gestione del volo dei droni e le torri di controllo remote. Leonardo è un fornitore leader per gli operatori di servizi di navigazione aerea e offre un portafoglio prodotti che comprende soluzioni standard e su misura, così come sistemi e servizi in mano. Internazionalmente Leonardo ha progettato, realizzato e installato oltre 300 centri di gestione e controllo del traffico aereo, 80 simulatori per l’addestramento avanzato dei controllori e più di 700 tra radar primari e secondari di sorveglianza ATC. Read the full article
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Anche la Provincia di Cosenza si schiera contro il CETA. E Gravina pone la questione elettrodotti.
Anche la Provincia di Cosenza si schiera contro il CETA. E Gravina pone la questione elettrodotti.
Il Consiglio Provinciale ha approvato l’Ordine del Giorno di Coldiretti contro l’accordo economico e commerciale tra Ue e Canada; il Consigliere Gravina ha chiesto l’applicazione del principio di precauzione anche alla questione degli impianti di elettrodotto già esistenti.
La Provincia di Cosenza in difesa dei prodotti tipici calabresi e del “Made in Italy”. Il Consiglio provinciale ha approvato…
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Terna Del Fante chiudiamo anche il 2016 con una crescita
Terna manda in archivio il 2016 registrando un utile netto pari a 633,1 milioni di euro, in rialzo del 6,3% rispetto al 2015. Terna, guidata da Matteo Del Fante, ha diffuso i risultati consolidati che sono in linea con il preconsuntivo reso noto al mercato a metà febbraio: ricavi a quota 2,1 miliardi (+1%), Ebitda a 1,54 miliardi (+0,4%) e indebitamento a 7,9 miliardi, in calo di 43,8 milioni sull’esposizione di fine2015.
«Chiudiamo anche il 2016 – ha commentato il ceo di Terna, Matteo Del Fante – con una crescita di tutti gli indicatori economico-finanziari, grazie soprattutto all’effetto positivo dei programmi di ottimizzazione dei processi operativi e di disciplina finanziaria avviati negli scorsi anni».
La cedola proposta per il 2016 è di 20,6 cent La positiva performance dell’azienda consente dunque di proporre una cedola di 20,6 cent per il 2016, in linea con la politica presentata al mercato nelle scorse settimane (crescita media annua del 3% sul valore del 2015) e che andrà al vaglio dell’assemblea degli azionisti, convocata per il 27 aprile e chiamata anche al rinnovo dei vertici, in scadenza di mandato, come per Eni, Enel, Poste e Leonardo (l’ex Finmeccanica). «Come annunciato nel nuovo piano strategico 2017-2021, abbiamo programmato investimenti ancora più consistenti in progetti di sviluppo della rete elettrica nazionale e di interconnessione con l’estero che potranno aiutare la piena integrazione delle rinnovabili nella rete e consentire al contempo la sicurezza degli approvvigionamenti», è la direzione indicata dal numero uno.
Pronto un piano di nuove assunzioni Tornando ai numeri, la fotografia presentata oggi offre anche uno spaccato sulle altre voci di bilancio, a cominciare dai costi operativi, che risultano in aumento di 15,6 milioni rispetto al 2015, per effetto delle spese di manutenzione sostenute dalla spa dell’alta tensione a valle dell’acquisizione della rete elettrica di Fs e dei maggiori accantonamenti per esodo incentivato legato al piano di ricambio generazionale per 30 milioni di euro. Nuovi ingressi in azienda, insomma, dopo le assunzioni di giovani risorse già messe in pista da Terna nei mesi scorsi. Gli investimenti complessivi del gruppo, in linea con l’ultimo piano strategico e i piani di sviluppo della rete elettrica nazionale, si attestano a 854,3 milioni e sono legati agli avanzamenti su alcuni dei progetti della società: dalle interconnessioni con la Francia e il Montenegro, guardando all’estero, agli elettrodotti Villanova-Gissi e, soprattutto, alla Sorgente-Rizziconi, la “linea” che collega Calabria e Sicilia entrata in esercizio a maggio scorso.
Debito in calo per la prima volta dalla quotazione Dai risultati consolidati, emerge poi che, per la prima volta dalla quotazione in Borsa (2004), Terna, ceo Matteo Del Fante, è riuscita a ridurre il debito, a quota 7,9 miliardi, per effetto della buona generazione di cassa. Il patrimonio netto è pari a 3,5 miliardi a fronte dei 3,34 miliardi registrati a fine 2015. Con riferimento, infine, alle prossime mosse, la rotta è stata indicata dall’ultimo piano, i cui assi principali sono rammentati nel comunicato diffuso oggi dalla società: 4 miliardi di investimenti sulla rete nazionale nei prossimi cinque anni, con un incremento del 30% sul piano precedente e con un impegno di 900 milioni già nel 2017. A fine anno, sono previsti ricavi per 2,25 miliardi, Ebitda pari a 1,58 miliardi, mentre l’utile per azione (earning per share o Eps) potrà raggiungere i 34 cent.
Fonte: Sole 24 Ore
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Eolico in Basilicata - lettera inviata al Ministro Costa: Il.mo Ministro Costa, con grande preoccupazione le scrivo questa missiva e le chiedo di leggere con attenzione queste mie parole di padre, di cittadino lucano e di Sindaco.
Il tema che porto alla Sua attenzione è l’eolico sul quale ormai non vedo altro che speculazione e devastazione del territorio e la Basilicata ne è l’esempio con oltre 1500 pale eoliche sparse su tutto il territorio, la regione con il più alto numero di tutta la nazione.
Le chiedo a nome di un’intera comunità silente ma fatta di grandi lavoratori, quella Lucana, di prendere seriamente a cuore quello che ormai da troppi anni sta succedendo in Basilicata. Le chiedo di intervenire in maniera concreta, vista la sua grande sensibilità, nel rispetto delle comunità, dei luoghi e della stessa vocazione di questi.
L’eolico, così concepito, compromette le programmazioni dei territori, il turismo e l’agricoltura. Oltre al danno al paesaggio e all’inquinamento acustico, bisogna pensare al rischio idrogeologico, archeologico e ambientale.
Vedere i luoghi familiari della propria vita radicalmente mutati e sconvolti da un giorno all’altro crea una vera e propria devastazione nell’animo di noi lucani, derubati del nostro essere. L’impatto poi si ripercuote per ampio raggio sull’aspetto generale dei luoghi di insediamento, distruggendone il valore paesaggistico e panoramico e facendone decadere le vocazioni turistiche.
Per installare i parchi è necessario smembrare intere montagne: scavi, manufatti, scassi, nuovi elettrodotti, chilometri di nuove reti stradali di servizio, che ancora una volta deteriorano l’integrità del paesaggio. Per non parlare dei plinti in cemento armato profondissimi che diventerebbero veri e propri bunker che difficilmente verranno smaltiti. con questo non siamo contrari all’energia del vento, ma la nostra regione ne è ormai satura e già abbondantemente devastata.
La vita di una pala eolica dura circa 20 anni e poi? cosa rimarrà sul territorio? un patrimonio distrutto in maniera irreversibile.
Dovremmo poi parlare della qualità degli impianti, molto spesso già usati e di origine ambigua.
La Basilicata non è un territorio abbandonato come qualcuno vuol far pensare, bensì un luogo poco popolato ma ricco di vita, di grandi opportunità e questa emergenza sanitaria da COVID-19 ne ha sottolineato le grandi caratteristiche. Un territorio che può essere ancora in grado di custodire il proprio patrimonio naturalistico e tutto questo ci rende ancora più consapevoli e vocati alla protezione della nostra biodiversità e dell'identità dei nostri profili paesaggistici.
Il turismo lento, l'accudimento della microbellezza dei nostri preziosi spazi ancora intatti sono e potranno essere il reale mezzo di luminosità culturale, economica e di identità della nostra regione. Vorremmo brillare per autenticità ed essenza.
La situazione della Basilicata rispetto alle rinnovabili non può essere gestita alla stregua di tutte le altre regioni. Non possiamo più tollerare di far passare l’eolico come volano per un’economia che, nella realtà dei fatti, trasforma i nostri contadini in pseudo-ragionieri pronti ad installare pale su terreni dove prima si coltivava, ai quali rimarrà solo una triste eredità di un patrimonio devastato e da bonificare. L’intenso sfruttamento energetico in Basilicata, sta creando impatti significativi sul territorio, mentre le infrastrutture energetiche (pozzi petroliferi, elettrodotti, centri di trattamento e stoccaggio, cavidotti, centrali di smistamento) e quelle di supporto (strade, cementificazione) creano profitto per pochi ed impatti rilevanti per l’ambiente e le comunità locali.
Occorrono regole chiare e valide per tutti. Senza quelle, la Basilicata dal punto di vista energetico sarà sempre ostaggio delle lobby dell’industria energetica.
Nel decreto semplificazioni, sono stati destinati 2 milioni di euro per la segnaletica da installare lungo l’itinerario della Ciclo-Via Appenninica, il progetto per la valorizzazione dei borghi dell'Appennino e di turismo ecosostenibile, a cui Muro Lucano, la mia Città, ha aderito con entusiasmo sin dall'inizio.
Ho avuto l’onore di firmare la tavola “PlasticFree” che è arrivata nelle Sue mani, ma poi, ci troviamo a combattere da soli contro i “signori del vento” che renderanno vani tutti i nostri progetti che con grande forza vogliamo incorniciare nel nostro magnifico ambiente incontaminato. Questo è solo un banale esempio, ma il tema vero è il paradosso e la tristezza di non poter decidere il futuro del proprio territorio.
La Regione Basilicata sta lavorando in maniera assidua per recuperare il tempo perso e predisporre il piano paesaggistico, ma la verità è che proprio non abbiamo più tempo. E’ necessario un Suo intervento per attenzionare quanto sta accadendo e salvare il salvabile.
Muro Lucano e l’intera Basilicata hanno una sola volontà: fare tesoro dell’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri e ancor prima i nostri nonni per poi consegnare un patrimonio immenso ai nostri figli.
L’unico strumento in nostro possesso per tutelare il territorio e far valere le nostre ragioni sono le osservazioni che puntualmente produciamo, ad oggi ottenendo anche buoni risultati, ma purtroppo inefficaci nel tempo contro chi non ha orecchie per ascoltare la chiara volontà di un popolo.
Da padre, da cittadino Lucano e da Sindaco di uno dei cento paesi più belli d’Italia le invio questa sincera richiesta di ascolto, chiedendole di intervenire ed eventualmente, poterla incontrare presso il Suo ministero o meglio ancora, potrà essere mio ospite a Muro Lucano e guardare con i Suoi occhi quanta bellezza rischia di essere devastata. Chiedo un suo intervento in autotutela, in attesa del piano paesaggistico della Regione Basilicata.
Con l'occasione si porgono i più cordiali saluti.
Muro Lucano, 30.10.2020
Il Sindaco | Giovanni SETARO
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SELF3D è un software per la simulazione dell'Induzione Magnetica generata da linee elettriche. Esso utilizza un codice di calcolo di tipo tridimensionale.
La peculiarità del codice 3D permette la modellazione dei conduttori nella loro reale estensione spaziale, dando quindi la possibilità di effettuare simulazioni in presenza di qualsiasi situazione e complessità (elettrodotti interagenti, cambiamenti di direzione, incroci, contemporanea presenza di linee aeree ed interrate, ecc).
Questo permette il calcolo della fascia di rispetto (ossia della zona all'interno della quale non sono permesse nuove edificazioni e/o modificazioni d'uso del preesistente) in modo preciso, evitando quindi calcoli approssimati che rendano inutilizzabili aree che in realtà non lo sono.
Inoltre, SELF3D è un applicativo utilizzabile per il calcolo del campo magnetico di qualsiasi distribuzione spaziale di conduttori, non solo quella tipica delle Linee Elettriche. Esso, pertanto, può essere utilizzato anche nel settore della sicurezza sul lavoro, per l'analisi dei valori di campo magnetico generati da conduttori di forma qualsiasi.
I risultati delle simulazioni, oltre ad essere mostrati come valori puntuali, isolinee e map color in un visualizzatore interno, possono essere esportati in vari ambienti per la contestualizzazione geografica (CAD, GIS, WebGIS, Google SketchUp).
Landing Page: https://stilrs.altervista.org/software_self3d.html
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