#E neanche lo conosce
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thegrandslam · 1 year ago
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Michael e subito dopo jannik a Maranello al TG, mi sentite commossa??????
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greatmoonballoon · 8 months ago
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Questa è l'ennesima volta in dieci anni che tento di gestire un blog qui su tumbrl promettendo sempre che non lo chiuderò di nuovo.
Perché Tumblr? Avevo bisogno di uno spazio più sereno, un angolino tranquillo senza occhi indiscreti di gente che mi conosce. Instagram è troppo popolare, su thread c'è troppa confusione e becco gente che non osavo aggiungere nemmeno ai tempi di facebook!
Qui dentro sembra di stare in un angolino di una calda e accogliente libreria, una tazza di thè fumante e alle orecchie la propria musica preferita. Il mio rifugio ideale!
Chi sono io? Una ragazza imbranata, sempre con la testa fra le nuvole che prova a capire come si faccia a vivere su questo pianeta. Non mi hanno dato un copione quindi sto improvvisando! Se avete qualche idea suggerite pure che i consigli sono ben accetti ahah
Chiunque leggerà questo blog siete benvenuti 🤍
Piccolo suggerimento ma importante: ho aperto questo blog in maniera anonima perché è come un diario per me. Se avessi voluto mettere in mostra me stessa e la mia identità lo avrei già fatto quindi astenetevi dall'invadenza riguardo spiegazioni e domande personali su ciò che scrivo. Non sono neanche alla ricerca di situazioni sentimentali e flirt di varia natura. Grazie ☺️
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libero-de-mente · 1 month ago
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LA LETTERA DEL TRADIMENTO
Mi è difficile scrivere questo post, a dirla tutta non so neanche perché rendo pubblico questo mio sentimento, cosi grave e profondo che sto provando.
Forse una sorta di liberazione personale, di qualcosa che ho dentro e che fa tanto male. Un qualcosa che farà sicuramente sorridere con perfidia alcune persone che mi sono consanguinee. Se mi leggeranno, dai loro profili blindati e privatissimi.
Oggi sono passato da mia madre, semplicemente per scrivere la lista della spesa da farle domani. Quella settimanale del sabato a cui lei ci tiene tanto ancora. Oltre a sistemarle le medicine nei porta pillole.
Il taccuino su cui scrivevo, per poi strappare il foglio e mettermelo in tasca, è finito. Cerco nello scrittoio e trovo un quadernetto di quelli tascabili. Si la lista della spesa l'ho scritta, ma tra quello che mi sono messo in tasca con un cura, c'era anche una paginetta scritta. Tempo fa.
"Settembre 2015", così inizia la paginetta. La calligrafia è quella di mia madre, non ci si può sbagliare. Il tratto della penna più fluido e deciso, non tremante e pieno di pause come quando scrive oggi.
Sono passati nove anni da quella confessione scritta su quella paginetta. Uno sfogo che mia madre ha scritto, nello sconforto e nell'incredulità più totale. Un dolore, il suo, che penso sia riuscito a sconfiggere la sua resistenza mentale un anno fa. Facendola precipitare in un declino cerebrale senza ritorno.
Ho letto poche righe per capire il contenuto, l'ho messo in tasca e poi con calma me lo sono letto a casa. Il tradimento.
L'essere traditi porta a una condizione interiore di crollo delle tue certezze, un punto fermo e d'appoggio che viene a mancare. All'improvviso. La certezza dell'incertezza, comprendere che chiunque faccia parte della tua vita può farti volutamente del male.
Questo sentimento diventa devastante quando a tradirti, a pugnalarti alle spalle, è un figlio. Un essere umano che hai voluto, accudito e protetto. Ma che al momento di diventare un uomo ti violenta il cuore, depreda di tutto materialmente e sentimentalmente. Lasciandoti solo e completamente privo di ogni certezza, con la consapevolezza di quanto spietato possa diventare un essere umano.
Le sue parole lette tutte d'un fiato con il cuore in gola mi hanno lasciato una devastazione interiore, alzando lo sguardo dal foglio ho guardato i miei figli. Ho provato a immaginare se uno di loro, in futuro, si comportasse come mio fratello ha fatto con mia madre. E ancor prima con me.
Chi conosce la mia famiglia sa. Alcuni nonostante sentenze e giudizi definitivi ha scelto di seguirlo, di appoggiarlo, altri di trovare soddisfazione personale per quanto successo. Attestati di solidarietà, di conforto mai pervenuti. Un senso di pietà per le loro anime aride lo provo comunque, anche se da anni ho cercato di alzare muri a protezione. Per non sentire, per non vedere.
Faccio del mio meglio per far ricredere mia madre sul fatto che un figlio sa anche essere parte e sostegno, della vita di un genitore, fino alla fine. Lo farò anche quando la sua ragione, oramai compromessa, non ricorderà più neanche chi sarò io.
Oggi era felice che gli facessi la spesa, oggi aveva tanta voglia di dettarmi la lista della spesa, contenta di essersi ricordata tutto. Senza dovermi dire "c'era ancora qualcosa ma non me lo ricordo".
Se devi dimenticare qualcosa, madre, dimentica il dolore che ti ha provocato. Dimentica lui e continua serena con me.
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mementoinverbis · 2 days ago
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E c'è una tristezza impercettibile che permea il mio essere, un bisogno di qualcosa, così astratto che neanche il mio cuore lo conosce. -Memento
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susieporta · 8 days ago
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Lei è Kuttiyamma. Vive nel Kerala, in India. Abita in una casa fatta di paglia e di fango, condivide due stanze con genitori e undici fratelli. Mamma e papà lavorano nei campi, Kuttiyamma cucina, lava e bada ai più piccoli. Nel pomeriggio i fratelli maggiori tornano da scuola e tracciano con il dito degli strani segni sulla terra. Lo chiamano alfabeto. Kuttiyamma è incantata. Insegnatelo anche a me! I genitori scuotono la testa. L’istruzione non è per le femmine. Kuttiyamma ingoia il rospo. Cresce, ha 16 anni. Conosce un ragazzo, si chiama Konthi e ha un piccolo negozio di medicinali. Kuttiyamma lo sposa, mette al mondo cinque figli, vive di cucina e lavori domestici. Gli anni passano. I suoi ragazzi lasciano il nido, la casa si riempie di nipoti. Kuttiyamma li osserva mentre fanno i compiti. Nonnina come si scrive questo? Mi leggi questa storia? Kuttiyamma si fa piccina, inventa scuse per allontanarsi. Si vergogna da morire. Quando nessuno la vede, prende i libri, e accarezza con le dita quei segni misteriosi. È il 2020, Kuttiyamma ha 103 anni. Una vicina bussa alla porta, la trova china sui quaderni, intenta ad annusare e toccare le pagine. Kuttiyamma arrossisce. Perdonatemi, non so scrivere neanche il mio nome, ma sono molto curiosa. La vicina sorride. Signora, non c’è da scusarsi, se vuole posso aiutarla, sono un’insegnante. Kuttiyamma si illumina. La sera si fa trovare con quaderni, matite temperate, e un sorriso infinito. Si esercita per ore con l’alfabeto. Alla luce dell’alba sul foglio brillano le lettere del suo nome. Kuttiyamma piange di gioia. Mese dopo mese, compone le prime frasi, scrive i numeri, studia, si diverte, a fine anno passa l’esame di alfabetizzazione con ottimi voti. Kuttiyamma chiama a raccolta i nipoti, si schiarisce la voce piena di orgoglio. Bambini, ora la nonna vi legge una bella storia. Oggi Kuttiyamma ha 104 anni, lava, cucina, studia inglese, punta al diploma. La vista è calata, l’udito fa le bizze, ma in quanto a volontà non la batte nessuno.
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gregor-samsung · 7 months ago
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Berlusconi è così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto!
Checché se ne dica Berlusconi, come tutti i ricchi, non può essere generoso. Se fosse generoso non sarebbe ricco.
I manifesti della campagna elettorale di Berlusconi sono il più grande successo degli imbalsamatori dai tempi di Tutankamen.
Berlusconi è un cattolico un po’ sui generis. Per esempio le sue idee religiose si limitano alla convinzione che Dio abbia creato l’uomo e viceversa.
Silvio Berlusconi: “Ogni ingiustizia mi offende quando non mi procuri direttamente alcun profitto”.
Berlusconi, in vacanza a Bermuda, ha rischiato un gravissimo incidente: stava facendo una passeggiata quando, per un pelo, non è stato travolto da un motoscafo.
I manifesti di Berlusconi che tappezzano le città italiane lo fanno sembrare di vent’anni più bugiardo.
Casini: “Ho una proposta: se vinciamo facciamo il Governo degli Onesti.” Berlusconi: “Bravo, e il pluralismo?”
Che cosa distingue Pietro Nenni, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi? Nenni non sapeva dire bugie, Craxi non sapeva dire verità e Berlusconi non sa dire la differenza.
Oggi ho preso il coraggio a due mani ho telefonato a Berlusconi e gli ho detto: “Guardi che se vince le elezioni il mio posto di lavoro non si tocca!” E lui mi ha risposto: “E chi lo tocca? Anzi mi fa schifo solo a guardarlo!”
A pochi mesi dalle elezioni l’opinione pubblica è riuscita finalmente a capire la differenza che c’è tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: Bossi è un povero pazzo, Berlusconi invece è ricco.
Mi sono svegliato nel 2010 e ho avuto paura perché Berlusconi aveva comprato tutto. Perfino la Costituzione aveva fatto riscrivere. Da Mike Bongiorno. Il primo articolo diceva: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? Avete vento secondi per rispondere. Via al cronometro”.
Già da scolaretto Berlusconi dava prova delle sue straordinarie qualità vendendo i “pensierini” ai compagni meno dotati. Cominciava insomma a manifestarsi in lui quella particolare attenzione verso i più somari che sarà in seguito origine del suo successo televisivo e politico.
Una volta Bossi mi ha accusato di peronismo. Sì, ha detto proprio: “Berlusconi è un peronista!”, ma non mi sono offeso perché credo che si riferisse alla birra Peroni che è l’unico peronismo che conosce bene.
Se Berlusconi vincerà le elezioni tutti gli italiani si convinceranno che le sorti del Paese sono in mano a un serial premier.
Il ritorno di Berlusconi al governo mi ricorda il recital di un cantante d’opera penoso in un teatro di Palermo. Eppure il pubblico alla fine si è alzato in piedi e ha urlato: “Bis! Bis!” E lui ha cantato di nuovo. Peggio di prima. Ma il pubblico era di nuovo in piedi a gridare: “Cantala di nuovo!” E il cantante: “Siete un pubblico meraviglioso, mi piacerebbe cantare ancora per voi, ma non posso cantare la stessa aria tre volte…” Allora un vecchietto in loggione si è alzato e ha urlato: “E no! Adesso tu la canti finché non la impari!”
Silvio Berlusconi è una persona per lo più umile, nonostante abbia avuto tutta la vita al fianco il fratello Paolo che farebbe venire il complesso di superiorità perfino a Amadeus.
Silvio Berlusconi è un uomo davvero molto fortunato. Così proverbialmente fortunato che qualche tempo fa la Repubblica di San Marino decise di emettere dei francobolli rappresentanti il suo sedere stilizzato. Ma ha dovuto subito ritirarli perché Emilio Fede li leccava dal lato sbagliato.
Silvio Berlusconi non solo non conosce Tabucchi, ma è anche convinto che Gogol sia un centravanti balbuziente.
Sappiamo che è difficile da credere, ma la vita di Berlusconi è basata su una storia vera.
Berlusconi fin da piccolo aveva detto: “O divento presidente del Consiglio o niente.” Be’ ce l’ha fatta: è riuscito a diventare tutt’e due.
Berlusconi paga tre miliardi di tasse al giorno? E’ più forte di lui, non riesce a essere modesto neanche quando fa il 740.
Berlusconi è uno che prima di darsi alla politica non faceva mistero delle sue passioni. Che, come diceva lui stesso, erano soprattutto due: la figa e Parigi. La figa perché è la figa. Parigi perché… Insomma con tutta la figa che c’è a Parigi!
Sono sicuro, ci vorranno magari vent’anni, ma alla fine Berlusconi diventerà un musical.
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Selezione di battute tratte da: Anche le formiche nel loro piccolo fanno politica. (E s’incazzano). 107 cattivi pensieri sulle ELEZIONI 2001, a cura di Gino&Michele per il Comitato Rutelli.
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davidewblog · 3 months ago
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Mi è capitata di nuovo una cosa che non è rara da quando vivo qua: avere a che fare con l'invidia di alcuni miei colleghi di studi, per il fatto che ho la stanza in un appartamento con delle ragazze.
Succede spesso, più di quanto avrei immaginato, e le reazioni sono diverse. C'è chi fa finta di niente, poi però cerca un pretesto per venirmi a trovare a casa, sperando di vedere le mie coinquiline in qualche momento di intimità casalinga, come se io non mi accorgessi del suo vero fine. Poi c'è invece chi mi dice espressamente che mi invidia.
Pochi giorni fa ho parlato con uno studente in biblioteca, e lui mi ha detto che ha saputo da altri che vivo con delle ragazze, e in particolare con una di loro che conosce di vista e che gli piace. Non riusciva ad accettare l'idea che io abiti con lei, era quasi infastidito da questa cosa. Cioè: era stupito e infastidito nello stesso tempo.
Poi però ieri ha iniziato a mandarmi dei messaggi su whatsapp, non so nenche come avesse il mio numero, un po' insistenti, con cui mi chiede ripetutamente di invitarlo a casa, proprio esplicitamente, senza neanche cercare di usare qualche scusa come fanno altri, lui proprio mi chiedeva esplicitamente di invitarlo come se fosse mio amico per fare in modo che incontrasse la mia coinquilina.
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È chiaro che non lo farò mai. Le mie coinquiline non sono oggetti, sono persone, io non mi capacito di come quel ragazzo sia potuto essere così irrispettoso, e anche così disonesto da chiedermi di fingere che fossimo amici. Sono tutte così così distanti da me, e dalle mie compagne di casa, che l'ultima cosa che mi verrebbe in mente è far venire a casa quello studente.
Ora devo decidere solo come dirglielo, perché sta continuando a mandarmi messaggi di quel tipo in cui mi supplica di invitarlo, vorrei trovare un modo per dirgli di no e chiudere il discorso senza essere troppo sgarbato.
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spettriedemoni · 2 years ago
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Solo un cane
Lo scorso inverno ho deciso di prendere un cane.
Sono andato al canile comunale, che a Milano sta in via Corelli.
Per arrivarci bisogna passare davanti al centro di detenzione dei migranti, che è lì accanto.
Banale quanto inevitabile notare che persone e cani sono tenuti in cattività così simili e vicine. Peraltro, entrambi privi di alcuna colpa.
Amen.
Al canile di Milano sono molto seri, non è che vai lì e prendi il cane. Devi compilare moduli, sottoporti a interviste, indagini psicologiche, diverse visite perché possano decidere qual è il cane che va bene per te, o meglio il contrario.
Dopo la terza visita mi hanno fatto scegliere tra due. Ho scelto il più anziano, per solidarietà anagrafica.
Poi ho dovuto, giustamente, fare altre sei o sette visite per familiarizzare con lui, il cane dico.
Ogni volta passavo davanti al carcere per migranti. Ma questo si è già detto.
Ogni volta poi passavo tra le gabbie dei cani, a cui lì non manca nulla di concreto ma stanno tutto il giorno in gabbia da soli.
Il problema è la solitudine, mi spiegavano i ragazzi del canile. I cani, come gli esseri umani, hanno l'affettività alla base della loro piramide dei bisogni, al pari di cibo e acqua. Ma al canile, con più di 200 cani da curare, su quella cosa possono farci poco.
Dopo un po' di settimane mi hanno dato il cane, finalmente. La solitudine per lui era finita.
Ho chiesto, uscendo, se potevo avere informazioni sulla sua vita precedente, sui sette anni che gli avevano imbiancato il muso da bastardo. Mi hanno detto solo che stava al canile da qualche mese, che il proprietario precedente era morto, ma niente di più perché c'è la privacy.
Il cane e io, dopo, abbiamo fatto il nostro normale percorso di amicizia - e chi ha avuto un cane ne conosce l'assoluta bellezza. Ma io non ero ancora formalmente il suo padrone, c'è un periodo di solo affido, per essere sicuri che l'adozione funzioni.
Ha funzionato, quindi un po' di tempo fa mi è arrivata la carta del passaggio di proprietà. E c'era su scritto il nome del padrone precedente. Fine della privacy. Qui, chiamiamolo T.
Vado al pc e lo googlo, per innata curiosità.
Trovo solo due cose.
Una è la sua pagina Facebook abbandonata. Ma non abbandonata perché era morto, proprio abbandonata da sempre. L'aveva aperta nel 2017, zero "amici" e non ci aveva postato neanche una parola. Solo tre foto: del cane, il mio cane, quando era giovane e il muso era ancora tutto nero. Una era in montagna, il cane pareva contento.
Mi ha fatto piacere.
L'altra cosa che ho trovato su di lui, googlando, era una pagina recente della Gazzetta Ufficiale in cui si affidava a un tal avvocato la ricerca di suoi familiari, per "eredità giacente".
C'era anche la data di nascita di T., sulla Gazzetta Ufficiale, e la residenza a Milano (che buffo, stava vicino alla radio dove lavoro adesso) e il codice fiscale. Scopro così che siamo quasi coetanei, anzi lo eravamo.
Faccio il giornalista, per eccesso di curiosità.
E così telefono all'avvocato che deve gestire "l'eredità giacente". È gentile, mi spiega che lui non conosceva il defunto e che dalle indagini per trovare eredi non sta cavando un ragno dal buco: non risultava aver alcun parente, il vecchio padrone del mio cane. Né aveva fatto testamento.
Un giorno, uscendo dalla radio, per via della consueta curiosità decido di passare dalla casa dove abitava il mio cane.
Mi presento alla portinaia.
Gentilissima - e commossa quando le dico che il cane ora sta con me e sta bene.
T., mi dice, viveva per lui, anche perché non aveva nessuno.
Non lavorava: viveva o sopravviveva grazie all'eredità dei genitori, ma faceva esistenza modesta.
Non aveva amici, nessuno, dice la portinaia.
Usciva tutti i giorni a pascolare il cane, e basta.
È morto in casa, da solo, l'estate scorsa.
Cioè, non era proprio da solo: c'era anche il mio cane.
Dopo un po' di giorni che non lo vedeva uscire col cane, la portinaia è salita a bussare.
Ha risposto solo il cane, con un disperato guaito.
Lei allora ha chiamato la polizia.
Hanno sfondato la porta. T. era disteso accanto al letto con una confezione di medicine in mano.
Il cane tremava come una foglia, mi ha detto. Lei gli ha dato da bere e da mangiare, lui ha solo bevuto.
Poi lo hanno portato al canile.
Fine.
Già.
Il problema è la solitudine. La questione dell'affettività, che è alla base della piramide dei bisogni.
(Alessandro Gilioli)
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questouomono · 10 months ago
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Questo uomo no, #137 - Quello che parla dei libri che non ha letto per dimostrare di non sapere le cose di cui parla
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Mi scuso in anticipo per la parentesi molto personale, ma certe cose fanno davvero troppo ridere e credo sia giusto farne esempio utile a più persone possibile.
Di per sé il tipo di maschilista di cui parlo non sarebbe un soggetto nuovo, rappresenta l'ennesima versione di ignorante che merita un posto nella Armata delle Tenebre. Però in questo caso mi ha molto colpito che l'ignoranza venisse proprio da una categoria alla quale appartengo: quella di chi lavora in filosofia. In più (ignoranza al quadrato?) parlando di un libro che affronta argomenti di filosofia: il mio ultimo.
Il soggetto in questione - non importa il nome come non importa il titolo del mio libro, tanto è una scenetta che puntualmente si ripete a ogni libro che tratti di problemi di genere commentato da chi lavora con la filosofia - si produce su un social in un primo commento che già da solo, secondo la nota "Lewis' Law", giustifica l'esistenza del libro stesso:
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Ovviamente non mi sento colpevole affatto, visto che descrivo semplicemente chi sono secondo concetti assolutamente non colpevolizzanti - se li si conosce e li si sa usare. Non vorrei citarmi addosso di nuovo, ma qui si legge evidentemente una coda di paglia enorme, resa rogo fiammeggiante dalla maschia immagine di un Platone intento a prendermi a pugni. Almeno forse mi riterrebbe degno dei suoi colpi; uno che scrive usando i concetti in questo modo probabilmente a Platone farebbe tanto schifo da non volerlo toccare manco per menarlo.
Ma il meglio deve ancora venire: sollecitato da un suo "amico" sui social, il nostro lascia la prova che il libro di cui parla non l'ha letto, o se l'ha letto ha capito cose che non erano nel libro ma già nella sua testa:
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Basta anche solo leggere la quarta di copertina o le bandelle del mio libro per rendersi conto che lamento proprio (tra le altre cose) il fatto che i filosofi hanno sempre messo molto poco, nel loro lavoro, del loro corpo sessuato. In più, Butler praticamente non la cito manco per sbaglio; essendo una post-strutturalista, forse "costruttivista" come viene detto ma certo non fenomenologa come lo sono io, non "uso" in nessun modo il suo pensiero.
Poi vabbè, tutta la pomposa storiella su ideologia e religione rientra nella solita retorica ignorante "antigender" che come vedete è stata ben assimilata senza un briciolo di ricerca o di critica anche da chi ha una cattedra universitaria in filosofia (sì, il soggetto autore delle parole sopra riportate rientra in questa nobile categoria).
Ah, per chi se lo chiedesse: sì, il commento in cui si invoca la pistola (di altro "amico" suo di social) sarebbe da querela, ma già non ho tempo da perdere con gli ignoranti, figuriamoci con i loro amici.
Il problema non è essere d'accordo o no con quello che scrivo eh, figuriamoci. Intravedo un problema più grande nell'essere un cattedratico di filosofia e professare maschilismo ignorante senza neanche rendersene conto. Che è esattamente uno degli argomenti del mio ultimo libro.
Non posso che ringraziare pubblicamente l'autore di questa involontaria ma utile dimostrazione di quanto sostengo. Aggiungo che no, questo uomo no.
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un-mei-no-akai-ito · 5 months ago
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Descrivi la tua relazione ideale 😌
Okay oggi questo è il nostro tema hahah
Comunque beh, vorrei cose semplici, nulla di che.
Prima di avere un fidanzato vorrei che fosse il mio migliore amico, quindi poter ridere e parlare in tranquillità, senza troppi problemi intorno (parlare totalmente in inglese sarebbe top del top, ma non divaghiamo troppo 😅)
Vorrei che mi aiuti sia fisicamente durante il giorno, che mentalmente, al punto che poi, riuscirò, prima o poi, a fare le cose da sola.
(Una volta ci ero riuscita, ma mia mamma non ha molta pazienza e preferisce farmi le cose lei per fare prima.)
Quindi vabbè.
Vorrei poter viaggiare, scoprire posti nuovi, vorrei che mi facesse leggere come una volta.
Non lo so se sono una persona gelosa, ma immagino che sia importante lasciargli i suoi spazi, con gli amici e magari lo stadio, non so (mi piace il calcio ma andare allo stadio mi mette ansia, c'è troppa gente haha) ed aspettarlo a casa, o magari proprio lui mi farà passare l'ansia sociale e la paura di uscire, non so.. da una parte lo spero!
Non vorrei troppi complimenti, perché penso che un fidanzato che ne faccia troppi, sia falso.
Vorrei che fosse vero e sincero.
Ho un sogno, vorrei parlasse più di una lingua straniera e mi insegni quelle che conosce (sono sempre stata brava nelle lingue straniere e ho diverse esperienze nell'imparare rapidamente parole e frasi, perché so "imitare" bene i suoni, quindi risulto mezza madrelingua anche non so neanche un verbo.
Mi divertono sempre le lingue straniere, quindi sarà un modo anche per unirci.
Vorrei che mi facesse conoscere tante culture.
Che non mi obblighi a nuotare, e che mi porti in montagna.
Ripeto, vorrei un amico prima di tutto. In questo modo, sarei meno sola, perché saprei che lui è lì per me e solo, per me.
Ovviamente la mia compagnia non deve essere un obbligo, però magari che dia piccole attenzioni, anche non troppo romantiche va bene.
Purché ci sia, per me, va bene. ♡♡
Tutto qui.
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canesenzafissadimora · 11 months ago
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Una delle domande più frequenti che mi pongo è: come andrebbe affrontata la vita, affinché risulti leggera, spensierata, felice?
Massimo Troisi direbbe che andrebbe presa come viene, anche se a lui verrebbe sempre e comunque una "chiavica".
Totò direbbe che la vita andrebbe presa con dimenticanza, perché è in quegli attimi che risiedono brevi istanti di felicità. Nella dimenticanza!
Gigi Proietti direbbe che la vita andrebbe vissuta come al teatro dove tutto è finto ma nulla è falso.
Giorgio Gaber direbbe che la vita va affrontata senza il buonsenso comune ma neanche con la retorica di un pazzo.
Rita Levi Montalcini direbbe che è meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita.
Mogol direbbe che non si nasce giovani ma lo si diventa affrontando le difficoltà. Ma, ad ogni modo, si lascia la vita in vecchiaia perché così si prova meno dolore distaccandosene.
Pino Daniele direbbe che nella vita andrebbe fatto e dimenticato, così da poter dare al futuro l'occasione per poter essere migliore del nostro presente.
Charles Bukowski direbbe che la vita sarebbe orribile se non si avesse la possibilità di impazzire almeno una volta.
Eduardo De Filippo direbbe che affrontare la vita da superstiziosi sarebbe da ignoranti ma, non essere superstiziosi, ahimè... porterebbe male.
Fabrizio De Andrè direbbe che condurre una buona vita è un obbligo che ci farà sopportare male la nostra morte.
Cesare Pavese direbbe che va affrontata con amore, perché esso è l'anestetico che rende tutto meno doloroso.
Luciano De Crescenzo direbbe che la vita è divisa in tre fasi: rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia col voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali alla televisione.
Daniele Luttazzi direbbe che dovremmo anche ringraziare perché la vita è un attimo appena, altrimenti, sai quante persone dovremmo mandare a quel paese?
Nelson Mandela direbbe che la vita è composta da tanti impossibili passi che vengono, finalmente, compiuti.
E potrei continuare all'infinito ad elencare personaggi più o meno noti e il loro pensiero sull'esistenza comune. La verità resta una: nessuno conosce la verità. Nessuno sa in che modo va affrontata la vita. Esiste un solo modo per scoprirlo: vivere.
Luigi Mattiello
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libero-de-mente · 1 year ago
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Donne, uomini e libri
Credo che la situazione sentimentale di molte persone sia lo specchio dell'attuale società.
Si cerca tutto e subito, leggerezza e piacere senza impegno. Avere quello che si vuole solo quando necessita.
Le App insegnano. Hai fame *click*, hai voglia di un week end fuori porta *click*, vuoi andare al cinema *click*, vuoi ascoltare una canzone *click* e in fine vuoi degli incontri con partner senza impegno? Anche qui *click* *click*.
Secondo me le persone meriterebbero più importanza. Spesso si giudica con troppa fretta, in maniera approssimativa.
Io reputo le persone come dei libri, non ci si deve fermare alla copertina e neanche della prefazione. Ci sono vari libri come i romanzi per esempio che vanno da quelli sentimentali a quelli d'avventura, da quelli noir a quelli filosofici oppure anche libertini. Credo che nelle persone, come se fossero libri, ci siano più generi che vanno scoperti leggendoli e sfogliandoli.
Le donne.
Sono da leggere, fino all'ultimo capitolo. E se dopo un primo appuntamento ci rimane qualche dubbio, cosa che a noi uomini spesso capita, restando con quell'espressione di chi ha letto Nietzsche o Kant senza averci capito nulla, basta impegnarsi e ricominciare a leggerle.
Perché in quanto libri, le donne, non saranno mai uguali alla prima lettura, ma magicamente appariranno altri capitoli come se inavvertitamente nella fretta fossero stati saltati.
In un momento che stiamo vivendo di scarso impegno intellettuale, dove a molti risulta difficile leggere post oltre le dieci righe sui social, come si può pensare di impegnarsi per leggere una vita, fatta di esperienze ed emozioni, racchiuse in una persona solo con un rapido giudizio?
Faccio un esempio, si ha la possibilità di scegliere un libro. Uno solo, non di più. Se ci si accontenta di impegnarsi poco si sceglierà un libro pieno di illustrazioni. Guardare è meno impegnativo che leggere.
Chi avrà fatto questa scelta si perderà la possibilità, invece, di scegliere un libro pieno di pensieri, parole, racconti e consigli. Quanti inconsciamente non s'immaginano minimamente a cosa hanno rinunciato. Quello che si sono persi.
Gli uomini.
Non sono da giudicare dalla copertina.
Immaginiamo una donna in una libreria, davanti a sé ha dei libri in esposizione. Vede un libro sconosciuto in libreria. Lei è attratta dalla copertina di uno di essi. Non conosce l'autore.
Così sbircia l'occhiello, ma essendo curiosa passa al frontespizio... uhm, non si è ancora decisa. Sfogliando ecco che le appare l'esergo, "caspita che citazione" sussurra mentre il libro è sempre più saldo nelle sue mani.
A seguire sfogliando trova una dedica, che la fa sciogliere un po'... ed ecco che arriva al punto chiave. Come dopo alcuni appuntamenti interlocutori con un uomo, gira la pagina e trova la prefazione. Finalmente scopre il suo contenuto, l'ambientazione, i personaggi e un sunto della trama del libro.
A questo punto ha solo due opzioni: richiudere il libro e riposizionarlo sullo scaffale, oppure ammirarlo un attimo e con un sorriso avviarsi alla cassa con esso.
Donne e uomini.
Solo leggendo i libri, come metafora delle persone, alla fine della lettura si può essere perdutamente innamorati di quel libro. Come invece si può, alla fine della lettura, rimanerne delusi, nonostante quella prefazione che sembrava promettere bene.
Prendere a caso un libro da uno scaffale solo dalla copertina, senza valutarlo né guardarlo più di tanto, trovandosi poi tra le mani un libro che ci faccia innamorare, può accadere solo con un colpo di fortuna.
Bisogna sapersi leggere, senza fretta o pregiudizi. Solo alla fine trarre le conclusioni.
Ognuno di noi è un libro. Buona lettura a tutti.
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sweetbearfan · 1 month ago
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Ci sono uomini che non riescono a tollerare l'idea di essere lasciati, poiché idealizzano il loro modello di donna su un tipo materno, pronto ad esserci in qualsiasi momento (anche quando si comportino malamente); una madre ha il dovere di essere presente e attiva con i propri figli fino al compimento della loro maggiore età, accompagnandoli verso uno stadio in cui devono imparare a risolvere problemi quotidiani in modo autonomo con intelligenza, ma una compagna no: non ha tale dovere.
Il complesso da "donna infermiera", talvolta acquisito dalla propria madre (madre troppo comprensiva nei confronti di un uomo sbagliato), è pericoloso: in primo luogo determina un prendersi carico di persone adulte che non sanno stare al mondo che non ci riguarda affatto (è un problema altrui e non nostro); in secondo luogo, porta a situazioni esasperanti di manipolazione in cui non sei più libera neanche di pensare e di agire; i rapporti sani sono alla pari e mai sbilanciati.
Il 99% dei problemi che una donna si ritrova a vivere con un uomo tossico può essere evitato a priori applicando una regola ferrea: alla prima "parola sgradita" che mina la propria dignità o al primo atteggiamento da "spiegone", il rapporto va tranciato di netto; non si va avanti per vedere "cos'altro riserva", perché chi lo ha fatto oggi non è in grado di raccontarci tutti i dettagli: è sotto qualche metro di terra.
Essere indicate in spregio come donne "poco gentili" non deve interessare.
Personalmente, io non voglio accanto una persona che nella vita non sia in grado di argomentare con destrezza un suo pensiero; io non desidero qualcuno che quando si trovi davanti a qualcosa che non conosce o è fuori dalla sua portata di comprensione, parli a sproposito, perché mi crea imbarazzo la superficialità.
Noi siamo anche le persone che frequentiamo e non voler spartire la vita con un troglodita non mi fa misandrica, ma persona accorta pure in visione di un ipotetico figlio da crescere.
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kon-igi · 2 years ago
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PENSIERI SPARSI SUL MOTIVO PER CUI PARLO POCO DI VIOLENZA SULLE DONNE
Perché è difficile.
Perché ho vissuto decenni senza rendermi conto della reale portata del problema.
Perché per quanto io non abbia mai tenuto comportamenti irrispettosi o prevaricanti, non sono mai riuscito a mettermi veramente nei panni di chi queste violenze le vive ogni giorno.
E ho sempre trovato complicato individuare il confine tra mentalità da macho e comportamenti predatori o violenti.
Perché dobbiamo poter distinguere, pur riconoscendo nel comportamento maleducato il segno di una certa mentalità maschilista tossica che poi può condurre - e a volte giustificare - comportamenti ben peggiori.
Ne parlo poco perché, come @nusta ha ben detto, la mia prima reazione viscerale sarebbe quella della risposta violenta - MOLTO violenta - ma adesso come adesso i media sono focalizzati dal trend ‘violenza sulle donne’ e per quanto sia il minimo sindacale che un problema ENORME come questo sia emerso, le notizie sono appositamente confezionate e sparate dritte nella pancia delle persone, imponendo una polarizzazione forzata dalla risposta emotiva forte.
Quindi cerco di capire.
Io reputo La Russa un individuo abietto dal pensiero razzista, classista, maschilista e decisamente fascista, quindi la sua boutade in difesa del figlio non poteva che seguire questo miserevole copione.
Nessuno, però, conosce il figlio, anche se ovviamente alcuni giornali di un certo orientamento politico si sono subito prodigati a dipingerlo come un fascistello prepotente e viziato.
Può darsi... ma non è questo il punto.
Il problema è che molte di quelle persone che dicono di lasciare fare corso alla giustizia in realtà lo hanno già condannato e questo è molto pericoloso perché si risponde alla terribile pratica della colpevolizzazione della vittima ribaltando l’equazione e supponendo una colpevolezza automatica dell’uomo. 
D’altro canto, abbiamo finalmente capito che non è violenza sessuale solo quando la donna arriva in pronto soccorso coi vestiti strappati, malmenata e sanguinante.
Ma davvero questo processo sarà equo, per ambo le parti?
Io vedo un opinione pubblica divisa nettamente in due tra chi vorrebbe strappare le palle al figlio di La Russa (purtroppo non ci si sceglie il cognome... e se per quello neanche il nome, evidentemente) e chi pensa che la ragazza sia una poco di buono cocainomane che vuole fare il colpo grosso... e, mi spiace dirlo, se mettete il naso fuori dalla vostra bolla i primi sono decisamente meno dei secondi.
Dobbiamo per forza dire la nostra a ogni costo?
Sì, se volete... ma c’è da pensare bene e a lungo, fino a quel momento in cui può darsi ci si renda conto che si tratta di un discorso ben più grande della singola notizia. 
E allora magari preferiremo zittire le nostre pance e continuare a riflettere.
Io ci provo, poi chissà che sarà.
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francobollito · 1 year ago
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Tumblr media
Una delle domande più frequenti che mi pongo è: come andrebbe affrontata la vita, affinché risulti leggera, spensierata, felice?
Massimo Troisi direbbe che andrebbe presa come viene, anche se a lui verrebbe sempre e comunque una "chiavica".
Totò direbbe che la vita andrebbe presa con dimenticanza, perché è in quegli attimi che risiedono brevi istanti di felicità. Nella dimenticanza!
Gigi Proietti direbbe che la vita andrebbe vissuta come al teatro dove tutto è finto ma nulla è falso.
Giorgio Gaber direbbe che la vita va affrontata senza il buonsenso comune ma neanche con la retorica di un pazzo.
Mogol direbbe che non si nasce giovani ma lo si diventa affrontando le difficoltà. Ma, ad ogni modo, si lascia la vita in vecchiaia perché così si prova meno dolore distaccandosene.
Pino Daniele direbbe che nella vita andrebbe fatto e dimenticato, così da poter dare al futuro l'occasione per poter essere migliore del nostro presente.
Charles Bukowski direbbe che la vita sarebbe orribile se non si avesse la possibilità di impazzire almeno una volta.
Eduardo De Filippo direbbe che affrontare la vita da superstiziosi sarebbe da ignoranti ma, non essere superstiziosi, ahimè... porterebbe male.
Fabrizio De Andrè direbbe che condurre una buona vita è un obbligo che ci farà sopportare male la nostra morte.
Cesare Pavese direbbe che va affrontata con amore, perché esso è l'anestetico che rende tutto meno doloroso.
Luciano De Crescenzo direbbe che la vita è divisa in tre fasi: rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia col voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali alla televisione.
Daniele Luttazzi direbbe che dovremmo anche ringraziare perché la vita è un attimo appena, altrimenti, sai quante persone dovremmo mandare a quel paese?
Nelson Mandela direbbe che la vita è composta da tanti impossibili passi che vengono, finalmente, compiuti.
E potrei continuare all'infinito ad elencare personaggi più o meno noti e il loro pensiero sull'esistenza comune.
La verità resta una: nessuno conosce la verità. Nessuno sa in che modo va affrontata la vita. Esiste un solo modo per scoprirlo: vivere.
~Luigi Mattiello
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davidewblog · 6 days ago
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Da stamattina, per i prossimi due giorni, c'è di nuovo un'ospite in casa. È tornata Giulia, una delle persone che qualche giorno fa era venuta a fare il capodanno da noi.
Giulia è una delle ragazze che hanno vissuto in questo appartamento l'anno prima che arrivassi io, quando ancora non c'ero, e non c'era neanche violetta che è arrivata due mesi dopo di me. Dopo che è stata qua è rimasta molto amica di Veronica. Adesso rimarrà qua per due o tre giorni, nel letto libero in camera di Annarita.
Per lei quindi è un ritorno in una casa che conosce già bene. Infatti si capisce: da quando è entrata, è perfettamente a suo agio come se fosse a casa sua, e in un certo senso lo è. Si è tolta subito le scarpe e le calze, e usa la cucina con disinvoltura.
Fra l'altro, anche se l'ho conosciuta in queste circostanze, ho con lei un legame indiretto, perché è di un paese vicino al mio e suo padre era il mio preside quando ero alle scuole medie. Gli ha già mandato i mie saluti e lui dice che si ricorda di me, anche se ho un vago dubbio che faccia finta e che lo dica con qualunque ex alunno della sua scuola.
Giulia è molto simpatica. È un di quelle ragazze che sanno essere volgari senza essere volgari, non so come dirlo: dice una marea di volgarità ma non infastidisce. La cosa incredibile è che riesce a far apparire Veronica meno "spinta" di lei, e credevo che fosse impossibile. Comunque da questo punto di vista, Veronica e Giulia insieme sono un duo divertentissimo. Fra loro parlano solo di organi sessuali maschili, chiamandoli in tutti i modi conosciuti nell'universo, quando sono nel divano si divertono a simulare amplessi femminili per ridere, in cucina giocano ad abbassarsi i pantaloni e le mutande come se fossero ragazzine, e il loro modo ogni volta che devono dire "no" è il gesto del dito medio.
A me questa volgarità innocente piace, più di ogni altra cosa. Certo, s ele vedessero i miei genitori chiamerebbero un esorcista, ma credo che i miei genitori non sapranno mai ciò che accade in questo appartmento, e io lascio che si continuino a immaginare le mie coinquiline e le loro amiche come delle simil-monache di clausura che fanno una vita castigata. Meglio che certe cose non arrivino mai ai miei, non perché non sarebbe giusto, ma perché secondo me non hanno proprio quel minimo di apertura per capirle e prenderle con leggerezza.
Non intendo cambiare nulla nel mio rapporto con i miei, devo solo accettare che loro siano così, e non dire loro quello che è meglio che non sappiano, su ciò che vedo qua intorno a me.
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