#Domus de Janas
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Una terra antica e misteriosa
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Domus de Janas di Borucca. Buddusò, Sardinia
The Domus de Janas date back to 5000 years ago, tombs dug into the rock that today give us precious evidence of the Neolithic. Because of their structure, popular legend has interpreted them as the small houses of fairy creatures who weave while watching over the sleep of children.
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Domus de Janas (Sardinian for 'House of the Fairies' or, alternatively, 'House of Witches') are a type of pre-Nuragic rock-cut chamber tomb found in Sardinia. They consist of several chambers quarried out by the people of the San Ciriaco through Ozieri cultures and subsequent cultures, resembling houses in their layout.
SARDINIA
The Domus de Janas in Sardinia: discovering the tombs carved into the rock
Domus de Janas (3400 - 2700 BC)
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Benvenuto Franco Faggiano: un nuovo autore nella redazione di Alessandria today
È con grande piacere che annunciamo l'ingresso nella redazione di Alessandria today di Franco Faggiano, un autore dalla vasta esperienza e dal profilo multidisciplinare.
È con grande piacere che annunciamo l’ingresso nella redazione di Alessandria today di Franco Faggiano, un autore dalla vasta esperienza e dal profilo multidisciplinare. Franco è un giornalista freelance e saggista con oltre trent’anni di collaborazione giornalistica alle spalle, avendo contribuito con articoli, saggi e fotografie a numerose testate. Nel 2006 ha pubblicato il volume “Arcieria &…
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Domus de janas proposte come patrimonio mondiale dell’umanità
La “Sardegna verso l’Unesco” accoglie con grande soddisfazione la notizia che la Cniu (Commissione Nazionale Unesco) nei giorni scorsi ha dato via libera al percorso per portare le domus de janas all’interno del patrimonio mondiale dell’umanità. Se ce ne fosse bisogno, la scelta del Cniu è l’ennesima conferma del valore universale della nostra preistoria e protostoria e della straordinaria…
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Domus de Janas
Nel cuore della Sardegna, nascoste, magiche, si trovano le Domus de Janas, misteriose abitazioni di creature fantastiche. Da più di 300 anni in tutta la Sardegna esiste un universo sotterraneo che si fonde con il paesaggio delle campagne sarde.
Le Domus de Janas sono le piccole case delle creature fatate, le janas appunto – la versione sarda degli elfi – creature immaginarie della tradizione popolare, un misto tra streghe e fate.
Ovviamente si tratta di una leggenda sarda che combina elementi magici con le costruzioni millenarie in pietra presenti su tutta l’isola, da Cagliari a Santa Teresa di Gallura e sembra l’inizio di una fiaba.
Le Domus sono delle caverne scavate nella roccia dalle antiche civiltà sarde più di 5.000 anni fa ed espressione del culto funerario di quell’epoca; in tutta la Sardegna se ne contano più di 3.500. Le caverne erano posizionate una accanto all’altra in modo da formare delle necropoli che potevano ospitare fino a un centinaio di corpi. I corpi erano depositati in posizione fetale accanto agli averi che si credeva fossero necessari per il viaggio verso l’aldilà. Quando di loro rimaneva solo lo scheletro venivano depositati nelle caverne.
“Domus” in latino significa casa ed infatti le “Domus de Janas” sono la perfetta miniatura delle case di questa antica civiltà; in poche parole anche i morti avevano una loro casa dove abitare. Delle migliaia scoperte, più di 200 conservano motivi decorativi scolpiti, incisi e dipinti, in gran parte simbolici, come teste di bovino, corna taurine e spirali.
La necropoli più grande e più suggestiva di tutte è Sant’Andrea Priu, vicino Bornova, circa 50 km ad est di Bosa e 50 km a sud di Alghero. Visitare le molte “stanze” di queste incredibili case grotta a Sant’Andrea Priu è un’esperienza molto emozionante. Una delle Domus fu trasformata in una chiesa nei tempi Bizantini, infatti qui si possono ammirare degli affreschi meravigliosi (restaurati nel 1997) e osservare la vecchia narthex (l’entrata della chiesa dove risiedevano i non ancora battezzati ) e il presbiterio con l’altare. Il colpo di scena é un grande masso nella forma simile a quella di un toro. Molti si sono chiesti se la forma della roccia fosse naturale oppure creata artificialmente, ma rimarrà un mistero. Il “toro” non ha la testa e anche qui ci sono varie teorie, si pensa che una testa di legno o argilla venisse aggiunta durante le celebrazioni, un’altra ipotesi é che la testa sia stata tagliata dai cristiani.
In genere le “case delle fate” si trovano in luoghi non proprio a portata di mano e sono di piccole o medie dimensioni, ce n’è tuttavia una ubicata proprio nel centro storico di un paese e che sviluppa circa 129 mq calpestabili, distribuiti su ben tre livelli: si tratta della Domus de Janas di Sedini, la casa delle fate più grande di tutta la Sardegna.
Sedini è un comune di poco più di 1300 abitanti, in provincia di Sassari: il paese dista da Alghero circa un’ottantina di chilometri, ma vale la pena farli tutti per poter ammirare lo spettacolo di questa imponente e sognante casa scavata in un masso calcareo alto quanto un edificio di tre piani.
Nella Domus de Janas di Sedini oltre alla roccia si è sedimentato anche l’uomo, che ha iniziato a trasformarla e adattarla alle proprie esigenze ininterrottamente dal IV o dal III millennio a.C. fino ai giorni nostri. Basti pensare che tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 fu usata perfino come prigione: una situazione per niente piacevole per le janas allora residenti. Ma ancor meno entusiaste dovettero esserlo quando la Domus venne utilizzata come stalla oppure ancora come negozio. Ma in assoluto l’uso che le abbia più d’ogni altro fatte imbestialire sia quello di sede di partito, come pure fu impiegata.
Altre domus degne di menzione sono Montessu, nel cuore del Sulcis, la più grande nel sud della Sardegna e nel cuore della pianura; S’Incantu a pochi km da Alghero, nota anche come “tomba dell’architettura dipinta”; Sas Concas in provincia di Nuoro, dove c’è un sito prenuragico, un complesso di ben 20 tombe, con particolari raffigurazioni simboliche incise nella roccia (probabilmente raffiguravano i defunti che ritornavano all’interno della Terra).
Fatti travolgere dalla magia di queste piccole creature fatate!
Fonte: https://www.grimaldi
Le Janas, fate della Sardegna
Necropoli di Montessu
Il più imponente ed esteso sepolcreto a domus de Janas del sud Sardegna sorge in una fertile pianura del basso Sulcis, a un chilometro da...
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Stary Sącz Rynek 12 dom z 1907 r. architekt: Zenon Adam Remi foto z 9 maja 2018 i 9 czerwca 2019
Postawiony po wyburzeniu domu stojącego tam od połowy XVIII w., który z kolei stał na zgliszczach poprzednika starszego co najmniej o kolejne stulecie, spalonego w 1746 r.
Dom w 1902 r., przed przebudową. Foto © Seweryn Udziela
Miejscowa legenda głosiła, że majątek, który sfinansował budowę nowego domu - do dziś największego na Rynku - miał nieczyste pochodzenie, splamione krzywdą. Oficer z austriackiego garnizonu, opowiadali starosądeczanie, w drodze na targ zgubił torbę z pieniędzmi. Znalazła je miejscowa żebraczka imieniem Hanusia, która nigdy wcześniej nie widziała papierowych banknotów. Sądząc, że to obrazki jakichś nieznanych jej świętych, zgodziła się oddać je za parę miedziaków Janowi Baraściakowi, znanemu w miasteczku rymarzowi i mężowi szynkarki. Wzbogacony oszustwem Baraściak, według opowieści, kupił dom przylegający do jego warsztatu i zburzył, by zastąpić go nowym. Pozostałością starszych budynków są obszerne piwnice sięgające pod płytę rynku. Posłużyły jako znakomity magazyn trunków serwowanych w restauracji Marii Baraściakowej, która przeniosła swój interes do nabytku męża natychmiast po zakończeniu budowy.
Baraściakowie pomarli kilka lat przed wybuchem II Wojny Światowej, restaurację zamknięto, a spadkobiercy sprzedali dom. Kilka dekad później, w połowie lat 70, powstała tutaj restauracja Marysieńka, nazwana po królowej, żonie Jana III Sobieskiego. Marysieńka, czyli Maria Kazimiera de La Grange d’Arquien, wyjechała ze swym dworem naprzeciw wracającemu spod Wiednia mężowi. Para królewska spotkała się w Starym Sączu 15 grudnia 1683 r. Lokal działa do dziś.
Budynek w 1966 r. Foto © Lucjan Święcki
Frontowa fasada na rysunku Barbary Magierowej z 1996 r.
Budynek na obrazie Marty Kołodziej.
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Stary Sącz, Poland 12 Main Square built in 1907 architect: Zenon Adam Remi taken on 9 May 2018 and 9 June 2019
The building stands on the site after a house being there since mid-18th c. that itself had been built upon remains of its predecessor older by at least a century and burned in 1746.
[the site in 1902, just before the demolition and rebuilding. Photo by Seweryn Udziela]
The new, current house since its construction remains the largest at the Main Square. As an urban legend had it, the wealth that financed it had a dirty origin, soiled by swindle. An officer from the Austrian garrison, they said, lost a bag with money on the way to a market. It was found by a local beggar by name Hanusia who had never before seen banknotes. Convinced they must have been pictures of some saints unknown to her, she agreed to give them for a few pennies to Jan Baraściak, known in the town as a saddler and husband of a tavern owner. Enriched by his con, according to the tale, he bought a house adjacent to his workshop and demolished it, to replace with a new one. The last remnant of the previous houses are spacious cellars reaching out under the Main Square's paving. They were convenient for keeping the stack of liquors served in the tavern of Maria Baraściak, who moved her business to her husband's new property immediately after the construction had been completed.
The Baraściaks died a few years before the World War II, the tavern was shut down and the heirs sold the house. Some dozens years later, in the 70s, there was opened a new restaurant, staying in business to this day - Marysieńka, named after the affectionate nickname given to Queen Marie Casimire Louise de La Grange d'Arquien by her husband, John III Sobieski. The royal couple's reunion on the town's outskirts on 15 December 1683 - the King coming back after the Battle of Vienna and the Queen travelling forward with her court to meet him - was one of the most momentous events in the history of Stary Sącz.
[the house in 1966. Photo by Lucjan Święcki]
[the front facade drawn by Barbara Magierowa in 1996]
[the house in the background of a painting by Marta Kołodziej aka Martha Kolodziej]
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Janas, le fate della Sardegna
Le fate Janas sono creature leggendarie presenti nella tradizione sarda.
Il premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda ha menzionato le fate Janas nei suoi romanzi, descrivendole come creature magiche associate alla natura e alla musica.
...”e le janas , piccole fate che durante la giornata stanno nelle loro case di roccia a tesser stoffe d'oro in telai d'oro, ballavano all'ombra delle grandi macchie di filirèa” …
...”sí, la giornata dell'uomo lavoratore era finita, ma cominciava la vita fantastica dei folletti, delle fate, degli spiriti erranti.”...
Si diceva che avessero il potere di guarire le ferite con il loro tocco e che potessero far crescere fiori e piante con la loro magia. Tuttavia, erano anche temute perché si diceva che potessero trasformarsi in animali e causare malattie e sventure a chi le avesse offese.
Secondo le storie tramandate dal popolo sardo, le Janas non sono creature di questo mondo, ma piuttosto misteriose entità provenienti da un'altra dimensione. Le leggende che si raccontano su di loro parlano di esseri che possono assumere una vasta gamma di aspetti, da bellissime donne fatate a mostruosità informi.
In alcune zone dell'isola, come a Tempio Pausania, le Janas sono temute come malvagi demoni che ingannano gli umani e li portano alla rovina. Si dice che queste creature siano dotate di poteri sovrannaturali e possano prendere qualsiasi forma, compresa quella di un innocuo umano.
A Tonara e in altre zone della Sardegna, invece, le Janas sono considerate creature molto simili ai vampiri, attirando gli uomini e succhiando loro il sangue.
Gli abitanti della Sardegna hanno imparato a conoscere le usanze delle Janas e a temere le loro azioni. Si dice che queste creature vivano in luoghi segreti, come le antiche sepolture chiamate "Domus de Janas" (Trad.: "Case delle Fate"), e che escano solo di notte per evitare di essere scoperte. Ma quando la scendonno le tenebre, le Janas possono essere viste danzare in cerchio nei boschi, tessendo incantesimi e agendo secondo la loro incomprensibile volontà.
Le Janas sono creature misteriose e potenti, che suscitano terrore e meraviglia allo stesso tempo, ma di certo le loro intenzioni sono sempre oscure e inquietanti.
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by dnminyard
— Мне нравятся истории про них и то, что даже самые красивые феи могут быть злыми, а те, что кажутся неприятными на первый взгляд, оказываются добрыми волшебницами, — в конце концов произнес Нил. Он посмотрел в сторону, где на прилавке сто��ли две фарфоровые феи на одном островке земли. — Например, ты знал, что в кельтском фольклоре есть феи, которые зовутся Бендит-и-Мамай? Они похищали детей и подкладывали в их колыбель кримбилей, по-другому — подменышей?
[ или история о том, как Эндрю оказывается в мастерской, окруженный феями и симпатичным мастером с большим запасом легенд, и, возможно, немного влюбляется. ]
Words: 1327, Chapters: 1/1, Language: Русский
Fandoms: All For The Game - Nora Sakavic
Rating: General Audiences
Warnings: No Archive Warnings Apply
Categories: M/M
Relationships: Neil Josten/Andrew Minyard
Additional Tags: AU: Другое знакомство, Отклонения от канона, Частичный ООС, Атмосферная зарисовка, мастерская - Freeform, нил мастерит фей, и рассказывает мифы, Wordcount: 100-2.000, Alternate Universe - Different First Meeting, Alternate Universe - Canon Divergence, old workshop vibe, Neil makes fairies, and tells myths, POV Andrew Minyard
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Tra rocce selvagge e venti che sussurrano,
sorge la mia Sardegna, antica isola abbracciata
dal mare e battuta dai venti, terra di misteri e meraviglie,
dove l'anima si perde tra i segreti che custodisce.
Nelle profonde grotte, le domus de janas,
silenti testimoni di un tempo passato,
raccontano storie di un'aspra solitudine,
di un popolo fiero e ricco di antica dignità.
Sotto il sole cocente, tra profumi di mirto,
la terra si stende in nell’abbraccio della Natura,
e nel silenzio si avverte l'antica magia,
che avvolge ogni nuraghe e ogni roccia.
Matriarcato di tradizioni e forza innata,
donne di Sardegna con abiti tradizionali
tessono dignità e memorie,
come fili intrecciati di un antico telare,
che lega il passato al presente in un canto di glorie.
E mentre il mare bacia la costa dorata,
la Sardegna rimane un'isola amata,
tra le pieghe della storia e del tempo,
dove passato e presente convivono,
dove l'anima trova forza e nutrimento.
Così, tra mito e realtà, tu splendi,
Sardegna antica e misteriosa,
nel cuore di chi ti scopre e ti ama,
e nella mia anima che scrive di te.
Agostino Degas
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The domus de janas are prehistoric tombs dug into the rock typical of pre-Nuragic Sardinia domus de janas, both isolated and in groups, were built starting from the Neolithic, towards the middle of the 4th century BC. They are small caves entirely dug into the rock where man, following particular rites, buried the deceased, with the bodies that were arranged in a fetal position. hypogeal tombs so called because, according to Sardinian mythology, they were the homes of the weaver fairies who hid their treasures there.
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Le case delle fate in Sardegna cercano il riconoscimento Unesco. Per le tombe Domus de Janas conto alla rovescia per la decisione
Le Domus de Janas, conosciute come le “case delle fate” in Sardegna, rappresentano uno dei più affascinanti e antichi patrimoni archeologici dell’isola. Si tratta di tombe scavate nella roccia, risalenti al periodo neolitico, che hanno mantenuto intatto il loro fascino e la loro importanza storica. La Sardegna, con queste straordinarie testimonianze, si prepara a una decisione cruciale: il…
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La candidatura delle 'Domus de Janas' sarde a patrimonio Unesco
AGI – La Regione sosterrà la candidatura del sito ‘Arte e architettura della Sardegna preistorica, le domus de janas’ per l’inserimento nella lista propositiva italiana depositata nel Centro del patrimonio mondiale Unesco. Alghero, capofila della Rete dei Comuni delle Domus de Janas, e il CeSim/Aps – Centro Studio identità e memoria, l’hanno presentata al ministero della Cultura, segretariato…
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