#Dolci miei
Explore tagged Tumblr posts
Text
Poi ho fatto questa bruttissima crostata.
Ma so già che sarà buonissima. Consapevolezze🤣
Grano saraceno
Marmellata di fichi e mandorle.
Poi ad un certo punto in forno la frolla è crollata😅, ma che ce frega.😁
🥰❤️Il dolce di oggi
Domenica.
25 notes
·
View notes
Text
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#dolci#dolce#gelato#cioccolato#fiaba#favola#willy wonka#gold ticket#palazzo di gelato#gianni rodari#paese delle fiabe#Sant'Angelo#la fabbrica di cioccolato
10 notes
·
View notes
Text
#bocca#dire#parlare#i miei occhi#occhi#tacere#silenzio#frasi#amore#frasi belle#frasi d'amore#ti amo#amore a distanza#love#i love you#frasi tristi#innamorata#frasi dolci#insieme#sentimenti#innamorarsi#cuore#lovely#distrutta#distanti#cuore spezzato#amare#zitto#verità#sorpresa
32 notes
·
View notes
Text
Cassetti
E mentre piano piano ti avvolgi nelle braccia di Morfeo apri i cassetti dei sogni e li enumeri uno per uno e ricordi com’eri quando hai fatto quel sogno e perché lo hai lasciato lì nel cassetto per tanto tempo.
Forse è ora di tirarlo fuori. Avessi visto mai che si avverasse.
#pensieri#pensieri in solitudine#pensieri miei#sogni nel cassetto#dolci sogni#e notte sia#tiriamoli fuori#è l’ora giusta per sognare
16 notes
·
View notes
Text
Smart women open their minds.
Easy women open their legs.
Sweet women open their hearts.
Las mujeres inteligentes abren sus mentes. Las mujeres fáciles abren las piernas. Dulces mujeres abren sus corazones.
Le donne intelligenti aprono la mente.
Le donne facili aprono le gambe.
Le donne dolci aprono il cuore.

#love women#beautiful women#smart women#mujeres#mujeres inteligentes#sweet woman#dulces mujeres#donne intelligenti#donne dolci#life#my tumblr#my thoughts#passion#i miei pensieri#love#lezioni di vita#i love it#phrases#tumblr milestone#dedicato a te
10 notes
·
View notes
Text
Vuoi davvero sapere perché voglio stare sola? Perché non mi faccio più incantare dalle parole... Nemmeno le più azzeccate... Nemmeno le più romantiche... Nemmeno le più dolci? Perché non credo più che alcuni tramonti non tramontano mai... Non credo più alle anime gemelle... Alle albe che spuntano su nuovi giorni... Non credo ai ti voglio bene... Ai ci tengo a te... Non credo più a niente... Non credo in dio... Ne alla madonna e tanto meno ai santi... Non credo più che chi sta lontano possa mettere una mano sui miei ingarbugliati pensieri... E come per magia aiutarmi a scioglierli... Non credo più che essere buoni ripaga... Non credo più alle favole... Non credo alla volpe che dice che l'uva è acerba e tantomeno al lupo che si finge mamma capra... Sto sola perché credo solo a ciò che vedo e ciò che sento sulla mia pelle... E se ho bisogno di una carezza ho due belle mani pronte a farmela... Mani che ormai sanno anche cingere da se le mie spalle se ho bisogno di un abbraccio... Se mi serve un sorriso... Mi guardo allo specchio e me lo faccio... Mi regalo il più bel sorriso mai fatto in vita mia... Non credo più che bisogna chiedere ciò che si vuole.... Che bisogna sperare... Che bisogna amare incondizionatamente... Non credo più ai se e ai ma... Ai problemi... Alle cose complicate... Tormentate... Maledette... Credo che chi ti vuole ti prende... Chi ti ama lo dimostra e che l'amore deve essere facile... Sereno... Credo che chi vuole esserci c'è... C'è sempre... Non a scatti... Non a giorni... Non a estri... Credo che starò da sola per un bel po'... Perché ormai non credo più a niente se non a me stessa...
~ Virginia ~
25 notes
·
View notes
Text
Bologna mi fa sentire sempre come se qui le leggi della società fossero diverse da quelle che regolano la vita altrove. Per esempio: oggi ero a fare la spesa e un tipo che sembrava non so, un padre di famiglia, molto di cuore comunque, si è avvicinato alla cassa dopo aver attraversato tutto il supermercato e ha chiesto se ci fosse il topinambur. No, non c'era e allora cerca di uscire e il signore della sicurezza a cui voglio tanto bene ha scoperto che stava cercando di rubare del tonno in scatola. Mi sono tanto dispiaciuta e in realtà mi sento una merda e una borghese privilegiata del cazzo, mi odio tanto perché non posso fare niente di globale affinché queste cose non accadano a nessuno.
Però poi il tipo girava comunque per strada con una ragazza, in modo molto normale, erano tranquilli, con gli occhi dolci
Io mi sono sentita tanto scossa e sono tornata a casa e ancora un po' mi devo riprendere
Sto facendo le girelle alla cannella con la polpa di mele, ho acceso una candela, dal telefono suona la musica di Lana del Rey e piove ancora, mi sembra di non vedere il sole da settimane e forse è così. Mi sento sempre un peso sulla gola e sul cuore e spero sono che il tempo passi e le cose accadano e di superarle.
Io e G per poco non ci facevamo lo stesso regalo per i quattro anni e che bello starsi vicini anche se so che gli faccio male, mi dispiace così tanto che non si può dire. Lunedì mi rivedo con la mia psicologa, la mia per antonomasia perché con lei ho avuto i miei primi incontri in assoluto e anche perché sento, sentivo, che mi capiva davvero e che mi aiutava senza lasciarmi quel sospiro di insoddisfazione che mi lasciavano le altre.
33 notes
·
View notes
Text
LA LEGGENDA DELL'ANANAS NEL CARRELLO
Sabato pigro, sabato fresco in questa metà di settembre, con le temperature velocemente precipitate. Ma è anche sabato di spesa questo.
Entro al supermercato con il carrello, il primo reparto che trovo è quello della frutta. Distrattamente prendo un ananas, attratto da quel colore giallo e verde acceso, che mi ricordano i colori della bandiera brasiliana.
Non appena l'ananas è nel carrello, mi sento osservato. Mi giro, incrocio lo sguardo di una donna dall'aria vivace con un carrello colmo di prodotti biologici.
<Forse>, penso tra me e me, <approva la mia scelta di aver preso un ananas fresco e non di quelli inscatolati e già affettati.>
Mi fermo a osservare una piantina di basilico, lei mi si avvicina: "Hai il pollice verde?"
"Scusa?", le chiedo stranito, incredulo che mi rivolga la parola.
"Chiedevo se hai il pollice verde, vedendoti interessato al basilico", mi risponde.
"Mah, ci stavo pensando ma poi ho valutato che vivrebbe di più senza di me ed è meglio lasciarla qui al supermercato", le ho risposto con aria rassegnata.
Così dovrebbe bastarle. Dovrebbe capire che se faccio morire le piante di basilico figuriamoci i frutti dell'amore. Appassirebbero subito.
"Piacere, mi chiamo Monica", decisa con la mano allungata verso di me.
"Eh... piacere, Ri-Rino", le rispondo preso in contropiede.
"Ririno? Che nome strano."
"Mi hanno chiamato così perché non capivo mai niente, dovevano ripetermi le cose due volte da piccolo."
Lei ride. Ha capito la mia battuta, che non era una battuta, ma una vergognosa menzogna per mascherare il fatto di aver balbettato, davanti a lei, il mio nome.
Sorrido e riparto con il carrello, mi sento in imbarazzo, percepisco dal rumore che resta nei miei paraggi con il suo carrello.
Prendo una busta d'insalata e la butto distrattamente nel mio carrello.
"Quindi cerchi una relazione veloce e leggera", mi chiede incuriosita.
"Scusami ma non ti ho compreso."
"Allora", con un sorriso che stenderebbe chiunque, "se vicino all ananas metti l'insalata vuol dire che cerchi una relazione basata sul solo sess0, nulla di più."
"Ah... e se ci fosse della cioccolata?"
"Vuol dire che si cerca un'esperienza dolce e romantica."
"E se ci mettessi della conserva di frutta?", le chiedo incuriosito.
"In questo caso sei alla ricerca di una relazione dolce e duratura."
"Caramelle?"
"Passionale e sempre dolce."
A questo punto dal mio cervello sbuca un ricordo, quello della leggenda dell'ananas nel carrello. Nei supermercati era il modo di segnalare la propria disponibilità a conoscerci. Prima dei vari Tinder, Badoo e Meetic c'erano ananas e altri frutti.
Cazz0. Non me l'ero ricordato, a saperlo ci avrei messo subito dei limoni nel mio carrello, per segnalare una vita aspra. O dei kiwi, per indicare quanto ne avessi pieni gli 'zebedei'.
Deciso do una spinta al carrello, ora non so cosa metterci dentro. Ho paura a guardare la lista. Metti che ci fossero scritte 'zucchine', come interpreterebbe la cosa?
Entro nel reparto delle celle frigorifere, quelle aperte, dove in piena estate trovi quel refrigerio che ti riporta alle fresche serate d'ottobre.
Sento il suo carrello dietro al mio, dal fiato sul collo al carrello al culo è un attimo. Mi giro, lei sorride. Faccio la mossa di indossare la felpa in cotone che avevo appoggiato sull'impugnatura del carrello.
"Sai com'è", le dico mentre la indosso, "ho una certa età:"
Questo dovrebbe essere un chiaro segno della mia anzianità latente.
Velocemente mi fiondo nel reparto dolci, rimango in quella corsia fissando gli scaffali. Credo di aver avuto un'espressione abbastanza preoccupata.
"Tutto bene?", sento di nuovo lei prontamente a chiedermelo.
"Ehm, diciamo di si."
"Stai guardando gli ovetti al cioccolato, ti piacciono?"
"Si, il problema è quando arriverò alla cassa, mi creano più ansia gli ovetti al cioccolato che dei preservativi."
Ride, "Ma dai e perché?"
"Ti sembro uno che ha l'età per comprarsi degli ovetti al cioccolato? Mia cara... cara... scusami, già non mi ricordo il nome."
A quel punto mi mostra il cartellino di riconoscimento, appeso al suo collo, che le era andato sotto la sua felpa, "Ce l'ho scritto qui: Monica. Se vuoi tra poco vado in cassa, appena ho finito di rimuovere alcuni prodotti in scadenza dagli scaffali, così con me non dovrai andare in ansia."
"Ah, ma tu lavori qui!", ma dai ma che scoperta, ma cosa mi credevo? Illuso.
"Si, sei un nuovo cliente da noi?"
"Come fai a saperlo? Generalmente vado da un'altra parte."
"Si impara velocemente a riconoscere la gente che frequenta il supermercato dove si lavora. Chi sono, la frequenza e le assenze."
"Cosa intendi?"
"Intendo dire che lavorando in questo tipo di attività impari a capire il passare del tempo, della vita. Le persone anziane, per esempio, le noti perché ti fanno tante domande. Credo che a volte lo facciano perché sole, per parlare con qualcuno. Quando non le vedi per un po’ di tempo cominci a preoccuparti. Se non le vedi più capisci che potrebbero essere finite in un ospizio. O peggio morte. I bambini invece li noti perché corrono tra le corsie, li trovi spesso in quelle dei dolci o dove ci sono i giocattoli. Quando non li vedi più correre per le corsie vuol dire che sono diventati adolescenti, hanno la loro vita con gli amici. Non vengono più con i genitori a fare la spesa."
Rimango allibito e le chiedo, "E chi sta nel mezzo?"
"Quelli stanno nel mezzo, della vita, vanno e vengono come le offerte promozionali, spesso anche loro sono scontati", gli occhi di Monica sono lucidi, sembrano contenere il firmamento intero.
"Comunque", le rispondo per cercare di farla sorridere, "Non si è mai troppo vecchi e né troppo giovani, per lanciare prodotti a caso nel carrello di sconosciuti al supermercato mentre non guardano. Quando sarai in cassa e vedrai gente rinnegare quello che hanno nel carrello, ecco in quel momento pensa a me. Anche se non sono in offerta."
Non ho fallito, quel sorriso me lo porterò con me fino a che non mi addormenterò. Questa notte.
Oggi un ananas mi ha dato modo d'imparare, di conoscere. La frutta fa davvero bene. Anche se i nostri problemi sono iniziati da una cacchio di mela.
P.s. per questo racconto nessuna addetta alle vendite/cassiera è stata maltrattata
23 notes
·
View notes
Text
La sposa di Pigmalione
Frigida ero, come la neve, l'avorio.
Pensai non mi toccherà,
lo fece.
Mi baciò le labbra di pietra.
Stavo immobile
come morta.
Persistè.
Passò col pollice sui miei occhi di marmo.
Pronunciò
rozze parole dolci, disse cosa avrebbe fatto e come.
Parole terribili
Le mie orecchie erano sculture.
Sorde come pietre, come conchiglie.
Sentivo il mare.
Lo feci annegare.
Lo sentii gridare.
Mi portò regali, sassolini levigati,
campanelline.
Non battei ciglio,
Non aprii bocca.
Mi portò perle, collane e anelli
li chiamava gingilli da bimba.
Mi brancicò con mani appiccicose.
Non mi ritrassi.
Bella statuina, muta!
Mi ficcò le dita nella carne,
strizzò, pigiò.
Non mi ammaccò.
Cercava i segni,
cuoricini viola,
stelle d’inchiostro, livide spie.
Le unghie erano artigli.
Non un frego, un graffio, uno sfregio.
Mi puntellò coi cuscini,
e mi redarguì tutta la notte.
Era ghiaccio il mio cuore, era vetro.
Era ghiaia la sua voce, strideva.
Diceva nero poi bianco.
Così cambiai tattica,
mi riscaldai come cera di candela,
ricambiai i baci,
fui morbida, malleabile,
cominciai a mugolare,
mi feci calda, sfrenata,
mi dimenai, spasimai, smaniai,
implorai un figlio suo,
e nell’orgasmo
urlai come invasata -
tutta scena.
Da allora non l'ho più visto.
Semplice, no?
🌟
Carol Ann Duffy
Lara Lyah
21 notes
·
View notes
Text
e allora miei cari cavalieri. coraggiose legioni rossonere. l’alba della prossima battaglia è vicina ma per stasera faremo il bagno nelle dolci acque del lago duria
22 notes
·
View notes
Text
Porto sempre la merenda ai ragazzi mentre studiano, al pomeriggio. È ormai un rito: a una certa ora busso alla porta della camera di mio figlio e porto a lui e ad Antonio, il suo compagno di banco fin dalle elementari, il vassoio, con il tè, i biscotti, le merendine. Sono una brava mamma, giusto?
L’altro giorno la porta non era ben chiusa e quindi….perchè bussare? È stato così che ho sentito chiaramente quelle parole “…..quel gran pezzo di gnocca di tua mamma…”
A dirle Antonio. La voce era bassa, i due stavano confabulando a bassissima voce, i libri aperti, ma, evidentemente, non era sulla lezione che era concentrata la loro attenzione. Ho fatto assolutamente finta di nulla. E loro avranno pensato che non avessi potuto sentire dalla soglia della porta.
Invece….
Ma guarda il ragazzino, ho pensato nei giorni successivi. Eppure senza che provassi indignazione per quella frase così sfacciata. Anzi….e dire che lo conosco da piccolo, chissà da quanto ha sviluppato questa “cotta” per me…..
Comunque sentirmi definire “gnocca”non mi disturba affatto, anzi mi lusinga e mi stuzzica. Antonio è poi un ragazzo adorabile, carino ed educatissimo, niente affatto sfacciato, anzi piuttosto timido e taciturno di solito…..avesse solo qualche anno di più, il fatto che pensi a me come “un gran pezzo di gnocca” più che soltanto lusingare, bè mi farebbe eccitare….
Doveva accadere, ed è accaduto. Antonio che viene a casa, non trova mio figlio, noi due che restiamo soli…..
Lo faccio sedere, anche se solo non è un buon motivo per non preparargli anche oggi il tè con i biscottini. Servirglielo non nella stanza di mio figlio, ma qui in salone. Farlo accomodare sul divano. Sedermi davanti a lui, sul puff….
Che dirgli? Canzonarlo rivelandogli che l’ho sentito definirmi “gnocca”? No, poverino, morirebbe di vergogna. E comunque mi ci sento gnocca, oggi. E da come mi guarda, lo pensa proprio.
È da gnocca questa gonna corta? Si, è vero, mi sono cambiata quando l’ho sentito al citofono, ma lo avrei fatto comunque, non certo per…..fargli vedere le gambe…
Anche i collant ….direi che sono da gnocca….ma porto sempre le calze velate, anche in casa…e a ben pensarci quante volte mi era sembrato che Antonio mi guardasse le gambe mentre stavo in camera loro e attendevo che sorseggiassero il tè …..esattamente come mi guarda le cosce adesso….
Certo, avrei potuto evitare di non mettere il reggiseno. Con il reggiseno, le punte dei capezzoli che si sono induriti sarebbero meno visibili sotto la camicetta. E questi seni gonfi non tenderebbero la camicetta in questo modo, e i capezzoli duri che si vedono non calamiterebbero lo sguardo di questo ragazzo…..
Mi alzo per prendergli la tazza di tè dalle mani. Noto che gli tremano. Mi seggo stavolta accanto a lui. Molto vicina. Non fiata. Spingo il mio corpo a contatto con il suo. Si sposta un po’ ma il divano è finito…..Lo guardo e poggio la mia mano sulla sua. “ Forse disturbo, vado via?” Non rispondo, gli sorrido e porto la sua mano sul mio seno. Spalanca gli occhi. Spalanca la bocca. Mi faccio toccare il capezzolo attraverso la stoffa leggera della camicetta, poi guido la sua mano sulla mia coscia. Mi protendo e gli sfioro le labbra con le mie. Sono morbide, dolci. Gliele lecco con la punta della lingua.
Poi la lingua la spingo tra le sue labbra, gliele faccio aprire, la infilo dentro la sua bocca per il primo vero bacio con una donna della sua vita.
Sento la sua mano contrarsi sulla mia coscia. Anche io gli stringo la patta con la mia. Duro come il ferro. Proprio come lo volevo.
“E così sono un gran pezzo di gnocca, vero?” I miei gesti e l rivelazione che so cosa pensa lo mettono nella confusione totale. Come un bambolotto si lascia guidare in camera da letto, mentre canzonandolo gli dico che merita una punizione…
Mentre lo spoglio nudo, guardo di sfuggita l’orologio per capire quanto tempo ho a disposizione per farmelo. Tre ore almeno, abbastanza per castigare come previsto di fare questo ragazzino insolente.
17 notes
·
View notes
Text
Ossi di seppia
ossi di seppia trascinati
a riva
i miei pensieri che vanno
alla deriva
e tu non torni più
la mattina
lampioni accesi
mi ricordano la sera prima
così comprimo tutte
le mie idee
che mi scalfiscono
come le alte maree
parlar non posso
più di tanto
c’è un tacito accordo
siglato da tanto
sopprimo la mia indole
più aggressiva
non dormo da tanto
si è fatta mattina
parole dolci
mi riportano a riva
ossi di seppia
ormai alla deriva
35 notes
·
View notes
Note
BEAUTIFUL PERSON AWARD! Once you are given this award you’re supposed to paste it in the asks of eight people who deserve it. If you break the chain nothing happens, but it's sweet to know someone thinks you’re beautiful inside and out! 🩵
Aww grazie mille!!
8 persone buone quindi uhm ovviamente te Brix, poi dico i nomi in codice tanto loro sanno:
lion, lontrino, margherita, papavero, 37storm, milli e wolf, ma anche Tere, Thymos, cuoredolce, Sensei e monello. Siete tutte persone fantastiche!
😊
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#ask#pensiero dolce#grazie#tumblerini#affezionati#persone buone#persone dolci#beautiful person award
2 notes
·
View notes
Text
Certezze e carezze da recuperare
Lei
È tutto tempo che passa. È la voglia di ritrovarsi dopo un lungo viaggio forzato. È sentirsi a distanza e sapere di essere l'oggetto dell'amore di qualcuno lontano che però non può mettersi in viaggio verso di te. È avere un posto in prima fila nei suoi pensieri tutto il tempo. Questo tempo che passa. Lentissimo, per chi si ama.
Lui
L'ho rivista. Finalmente: non ne potevo più. Lei è al centro esatto dei miei pensieri. Sempre. Ho sfidato qualsiasi ostacolo per riaverla tra le braccia. Il sapore delle sue labbra era quello delle fragole mature e dolci: mie di nuovo. Era ora. Grazie, o Signore. La morbidezza delle sue mammelle è sempre quella dei petali di rosa.
Quei rilievi dolcissimi sul suo petto, senza il reggiseno avevano un assoluto bisogno del sostegno e della delicatezza delle mani forti di un uomo che sappia apprezzare un dono così prezioso, tra due che si amano: le mie mani. Parti di me che impazienti e delicate li hanno salutati e coccolati a lungo.
Li conosco a memoria e ogni volta è come fosse il nostro primo appuntamento. Tremo sempre, al pensiero di poterli vezzeggiare. Dolci budini impregnati di passione ed erotismo. Godo molto, nell'accarezzarli teneramente. Lei, permettendomelo, mi regala l'intimità più ambita e assoluta, tra un uomo e la sua donna.
I suoi capezzoli erano finalmente felici di farsi guardare nuovamente da me. E non appena glieli ho liberati, sono entrambi immediatamente cresciuti. Come funghi dopo una pioggia di maggio nel bosco dei piaceri segreti. Gemme preziose che devono essere guardate e godute solo dalle labbra di chi lei ama.
Anelavano essere assaggiati. Non potevano più resistere alla lontananza dalla mia bocca. Io lo so, li conosco bene. Ho intinto un dito nella sua tazzina di caffè, li ho cosparsi per bene di liquido e li ho assaporati a lungo. Il gusto dolceamaro del ritrovarsi.
Confesso che c'è una lunga e segreta consuetudine, tra me e i suoi due seni, una nostra storia d'amore parallela e segreta a tre di cui lei è testimone silente. Sorridente e complice gaudente.
Divaricando finalmente le sue gambe e le sue natiche poi, la mia lingua ha riscoperto delicatissimi aromi intimi. E forme e piaceri noti ma mai dimenticati da entrambi. Anche questo tempo comunque è passato. E passerà veloce, con lei. “Non lasciarmi solo mai più: per lavoro o altro, io non posso stare lontano da te, mia Dea.”
Lei
Bentornato, uomo mio. Fammi tua. Ogni volta che vorrai. Ogni giorno. Chiedimi qualsiasi cosa: la farò per te, per darti piacere. Perché sono tua, tua, tua. Usami. Sono nata per essere tua fonte di godimento. Usami. Dammi il privilegio di riceverti in ogni mio orifizio. Ti desidero: sono a te devota. Usami. Saprò farti godere come nessuna. Godi del mio corpo. Usami. Usami.
RDA
11 notes
·
View notes
Text
E alla fine anche gli sguardi sono bugiardi. I tuoi, lo erano ancora di più. I tuoi abbracci erano estensioni di menzogne, e in fondo il mio cuore lo sapeva che non erano veri. Io avrei dovuto cogliere tutte quelle bugie, dalle tue parole dolci e gentili, che però non mi facevano sentire abbastanza. Il mio cuore avrebbe dovuto capirlo, e forse lo aveva fatto; ma io, come al solito, non l'ho sentito. E adesso, tutte quelle bugie, si son tramutate in lacrime che torturano i miei sogni. E solo quando le avrò esaurite, ritroverò la pace.
– su di te e l'amore
#tumblr#italy#frasi#citazioni#frasi italiane#frasi tumblr#pensieri#amore#sguardi#bugie#abbracci#finzione#dolore#rottura#cuore
20 notes
·
View notes
Text
E Dio mi fece donna
Con capelli lunghi, occhi
naso e bocca di donna.
Con curve e pieghe
e dolci avvallamenti
e mi ha scavato dentro,
mi ha reso fabbrica di esseri umani.
Ha intessuto delicatamente i miei nervi
e bilanciato con cura
il numero dei miei ormoni.
Ha composto il mio sangue
e lo ha iniettato in me
perché irrigasse tutto il mio corpo;
nacquero così le idee, i sogni, l’istinto
Tutto quel che ha creato soavemente
a colpi di mantice e di trapano d’amore
le mille e una cosa che mi fanno donna
ogni giorno, per cui mi alzo orgogliosa
tutte le mattine
e benedico il mio sesso.
[ Gioconda Belli ]
.
21 notes
·
View notes