#Divini rivali
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Il fiume incantato di Rebecca Ross: un'avventura di magia, mistero e melodie antiche. Recensione di Alessandria today
Rebecca Ross, autrice già nota per i suoi successi come Divini rivali e Spietate promesse, ci regala un nuovo romanzo ricco di incantesimi e misteri intitolato "Il fiume incantato".
Rebecca Ross, autrice già nota per i suoi successi come Divini rivali e Spietate promesse, ci regala un nuovo romanzo ricco di incantesimi e misteri intitolato “Il fiume incantato”. Ambientato nell’isola di Cadence, un luogo dove la magia si respira nell’aria e gli elementi rispondono a melodie antiche, il romanzo racconta la storia di Jack Tamerlaine e Adaira, due giovani legati dal passato,…
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paginedifarfalle · 4 months ago
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Divini Rivali-Rebecca Ross
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princessofmistake · 6 months ago
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Tutte quelle lettere che hai ricevuto per mesi… Pensavo di averle scritte a Forest. Le scrivevo nella speranza, risoluta e caparbia, che lo avrebbero raggiunto nonostante i chilometri che ci separavano; che mio fratello avrebbe letto le mie parole, pur se cariche di dolore e frustrazione, e sarebbe tornato a casa per riempire il vuoto che sentivo, per rimettere a posto i pezzi della mia vita. Ma mi rendo conto che le persone sono quel che sono, e che portano con sé il proprio carico di paure, sogni, desideri, dolori ed errori. Non posso aspettarmi che qualcun altro mi renda completa; devo farcela da sola. E credo che abbia sempre scritto per me stessa, in verità, per dipanare la matassa di frustrazioni, preoccupazioni e ambizioni. Perfino ora mi rendo conto di quanto sia facile perdersi nelle parole per cercare di trovare se stessi.
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allmadamevrath-blog · 7 years ago
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La magia. Il linguaggio della magia. I segni del mago
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La Magia
Il linguaggio della magia
La magia è un linguaggio simbolico, una modalità di comunicazione sociale, non un processo discorsivo sulla realtà. M.Kilani
Prima di entrare nel merito degli aspetti linguistici della magia, crediamo possa essere interessante una breve riflessione sul valore semantico del termine mago. Il termine magos e i suoi derivatisono attestati in greco già dall'epoca classica. La loro origine è persiana: il mago era un sacerdote, un personaggio connesso alle pratiche religiose. Secondo Erodoto, i magoi erano una sorta di società segreta persiana, in cui la pratica religiosa si amalgamava a quella divinatoria. Per Senofonte erano <<esperti in tutto ciò che concerne gli dei>>, per i Greci del V secolo, il mago è già una figura molto diversa da quella di un saggio perfetto>>. Il termine greco mageia e il latino magia indicavano le pratiche caldee. La magia era collegata alla scienza dei Magi persiani, propagatori della dottrina di Zoroastro, a cui il concetto di magia è rimasto indissolubilmente legato per tutta l'antichità e il Medioevo. Il nome deriva da quello dei Magoi, che erano una delle sei tribù del popolo dei Medi, i cui membri, forse appartenenti alla classe sacerdotale, dovettero osteggiare Zoroastro nella sua opera di riforma dell'antica religione del pese. Come primo significato della radice mag viene posto <<grandezza>>.
I segni del mago
Attraverso un apparato specifico di segni e simboli, la magia tende a teatralizzare il proprio sapere. Ogni magia <<ha necessariamente redatto, per se stessa, un catalogo di piante, di minerali, di parti del corpo, ecc., allo scopo di registrarne le proprietà speciali o no, sperimentali o no; dall'altro, chhe ogni magia si è preoccupatadi codificare certe proprietà delle cose astratte: figure geometriche, numeri, qualità morali, morte, vita, fortuna, ecc., e che, infine, ciascuna di esse ha fatto concordare questi diversi cataloghi>>. Ma i segni e i linguaggi della magia sono magici fino a quando non risultano decifrabili: ideogramma, pittogramma, geroglifico. Fino a che non viene catalogato nel contesto della conoscenza decifrabile, riconoscibile e storicizzabile, il linguaggio della magia risulta avvolto da un'aura che lo connota con toni strordinari, ponendolo in relazione con un altro mondo, dilatando senza limiti le sue possibilità dialettiche. Nella magia si incontrano spesso suoni e termini non riconducibili a nessun ceppo linguistico. L'uso in magia di parole <<barbare e intelliggibili risale ai maghi egiziani, che inventarono singolari e quasi impronunciabili nomi veri per i loro dèi, probabilmente per evitare che altri maghi rivali se ne appropriassero. L'usanza passò in seguito nell'Europa Occidentale attraverso i testi magici greco-egiziani dei primi secoli dopo Cristo, che erano, privi di senso riconosciuto, nonché di nomi divini e angelici egiziani, greci ed ebraici. In entrambi i casi, i nomi magici sono stati alterati deliberatamente, per tenere nascosto il nome vero o scoprirne uno migliore; altre volte le traduzioni errate o i passaggi da un mago all'altro ne hanno modificato radicalmente la struttura>>. La struttura della magia, si basa sulla tradizione ed è statisticamente piegata su se stessa: - la parola; - la scrittura; - il gesto; - la rappresentazione del soggetto a cui è diretta l'azione magica; - un apparato grafico (pentacolo, cerchio magico ecc.) che sintetizza il sapere del mago attraverso il simbolo.
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