#Cultura della Ceramica lineare
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SCAVI DI UN INSEDIAMENTO NEOLITICO DELLA CULTURA DELLA CERAMICA LINEARE, EILSLEBEN, GERMANIA
SCAVI DI UN INSEDIAMENTO NEOLITICO DELLA CULTURA DELLA CERAMICA LINEARE, EILSLEBEN, GERMANIA Tra il 1974 e il 1989, sono stati condotti estesi scavi archeologici nei pressi di Eilsleben, nel distretto di BĂśrde, Sassonia-Anhalt, Germania, in un insediamento di 7.500 anni fa dei primi agricoltori dell'Europa centrale e sono state portate alla luce fortificazioni, tombe e resti di abitazioni. Con una superficie totale di...
Tra il 1974 e il 1989, sono stati condotti estesi scavi archeologici nei pressi di Eilsleben, nel distretto di BĂśrde, Sassonia-Anhalt, Germania, in un insediamento di 7.500 anni fa dei primi agricoltori dellâEuropa centrale e sono state portate alla luce fortificazioni, tombe e resti di abitazioni. Con una superficie totale di 12 ettari, lâinsediamento è uno dei piĂš grandi del suo tempo e siâŚ
#Cultura della Ceramica lineare#Dieter Kaufmann#Eilsleben#Freie Universität Berlin#insediamento neolitico#Martin Luther Universität Halle-Wittenberg
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Collezione di sabbia
tratto da âCollezione di sabbiaâ, di Italo Calvino, 1984.
La tradizione orale - scrive Giorgio Agamben - mantiene il contatto con lâorigine mitica della parola, cioè con quello che la scrittura ha perduto e che continuamente insegue: la letteratura è lâincessante tentativo di recuperare quelle origini dimenticate.
Il linguaggio (ogni linguaggio) costruisce una mitologia, e questo modo dâessere mitologico coinvolge anche ciò che si credeva esistesse indipendentemente dal linguaggio. Da quando il linguaggio fa la sua comparsa nellâuniverso, lâuniverso assume il modo dâessere del linguaggio, e non può manifestarsi se non seguendone le regole.
La scrittura nasce nella Bassa Mesopotamia, nel paese dei Sumeri, capitale Uruk, intorno al 3300 a.c.. Siamo nel paese dellâargilla: documenti amministrativi, contratti di vendita, testi religiosi o di glorificazione dei re vengono incisi con la punta triangolare dâuna canna o calamo su tavolette che vengono poi seccate al sole o cotte. Il supporto e lo strumento fanno sĂŹ che la pittografia primitiva subisca in breve tempo una semplificazione e stilizzazione spinte allâestremo: dai segni pittografici (un pesce, un uccello, una testa di cavallo) scompaiono le curve che sullâargilla non venivano bene; in questo modo la somiglianza tra segno e cosa rappresentata tende a scomparire. Sâimpongono i segni che possano essere tracciati con una serie di colpi di calamo istantanei. Ă la scrittura cuneiforme, che trasmette unâimpressione di rapiditĂ e movimento ed eleganza e regolaritĂ compositiva.
La linearitĂ della scrittura ha una storia tuttâaltro che lineare, ma che si gioca tutta in una zona geografica ben delimitata, nel corso di due millenni e mezzo: tutto succede tra il Golfo Persico, la costa mediterranea orientale e il Nilo. Se è vero che anche la scrittura indiana e probabilmente perfino quella cinese derivano dallo stesso ceppo, possiamo concludere che per la scrittura (a differenza che per il linguaggio) si può parlare dâuna monogenesi.
Quel che è certo è che, a differenza del linguaggio, la scrittura è un fatto di cultura e non di natura.
PerchĂŠ proprio la Bassa Mesopotamia?Â
Cinquemila anni fa in quelle aride terre si forma un nuovo sistema politico-economico che ha per centro la cittĂ e la monarchia sacerdotale; i lavori dâirrigazione rendono possibile un grande sviluppo agricolo e si assiste a unâesplosione demografica: nasce la necessitĂ dâuna contabilitĂ complicata per controllare le esazioni, gli scambi, i catasti tra un gran numero di persone su vasti territori. Lâargilla, aiuto essenziale per la memoria, giĂ prima della scrittura serviva per fissare messaggi esclusivamente numerici; ed ecco che accanto alle tacche che corrispondono a cifre si comincia a incidere figure rappresentanti merci (animali, vegetali, oggetti) o nomi di persona.Â
Ad aprire gli sconfinati reami spirituali della cultura scritta sarebbe stata dunque una necessitĂ pratica, mercantile o addirittura esattoriale?Â
Le cose sono piĂš complesse. Le forme primordiali di simbolismo grafico vengono adottate nei promemoria del dare e dellâavere perchĂŠ giĂ esse erano state elaborate in sede artistica, soprattutto nei vasi in ceramica dipinta. GiĂ da tempo, in oggetti funerari e di culto come in oggetti dâuso, il ânomeâ degli individui e degli dei era stato rappresentato in figure che erano insieme espressione di ammirazione o paura o amore o dominio: stati dâanimo, atteggiamenti verso il mondo.Â
Lâespressione che possiamo giĂ definire poetica e la registrazione economica sono dunque i due bisogni che presiedono alla nascita della scrittura; non possiamo farne la storia senza tener conto di entrambi questi elementi.
Al tempo di Ninive e di Babilonia queste impronte di zampa di gallina fitte fitte ci raccontano lâepopea di Ghilgamesh, o ci forniscono un vocabolario, un catalogo di biblioteca, un trattato sulle dimensioni della torre di Babele (che risulterebbe essere stato uno zigurat di sette piani, alto 90 metri). Mentre in Mesopotamia si può seguire lâevoluzione da una prescrittura alla grafica cuneiforme, in Egitto i geroglifici si presentano tuttâa un tratto, certo un poâ balbuzienti e disordinati agli inizi, ma senza antecedenti che si conoscano. Questo vorrĂ dire che la scrittura è stata importata in Egitto dalla Mesopotamia? La cronologia (un paio di secoli di differenza tra le prime pittografie di Uruk e i primi geroglifici) darebbe sostegno a questa tesi, ma il sistema egiziano è tutto diverso. Si tratta allora dâun invenzione indipendente? Forse la veritĂ sta nel mezzo: gli Egiziani hanno con la Mesopotamia stretti rapporti commerciali e non tardano ad apprendere che i Sumeri âscrivonoâ; questa notizia apre nuovi orizzonti alla loro inventiva e non ci mettono molto a elaborare un metodo di scrittura originale, che resterĂ solo loro.
Lâalfabeto, ossia la serie di segni che corrispondono ognuno a un suono e che variamente raggruppati possono rappresentare tutti i fonemi dâuna lingua, nasce con 22 segni sulla costa della Fenicia (il Libano attuale) verso il 1100 a.c. Dal âconsonantico lineare fenicioâ derivano direttamente il moabita, lâaramaico, lâebraico e piĂš tardi il greco.
Il destino dâogni scrittura è di cadere in polvere, e pure della mano scrivente non resta che lo scheletro. Righe e parole si staccano dalla pagina, si sbriciolano. Il principio vitale di tutte le metamorfosi e di tutti gli alfabeti riprende il suo ciclo.
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Cesar, progetto Maxima 2.2 si veste di nuove finiture materiche
#Cesar presenta le nuove finiture per Maxima 2.2, sistema progettuale versatile e creativo, unico e trasversale. Un progetto tecnologico e architettonico nelle tantissime versioni, Maxima 2.2 si distingue per le innumerevoli possibilitĂ di personalizzazione.
Le diverse possibili combinazioni consentono di dare vita ad un risultato estetico altamente ricercato. Un progetto unico e trasversale, che si fa ancora piĂš contemporaneo nelle due nuove composizioni. Quella con ante in laccato seta Titanio e top nellâinnovativa superficie ultracompatta Dekton Kelya, mentre la variante che abbina ante in melaminico Ossido Ghisa ad un top in acciaio inox mat con piano snack Rovere Natural è di forte impatto materico.
La collezione Maxima 2.2 si caratterizza per unâanta dallo spessore di 2,2 cm, che può essere realizzata in vari materiali e in oltre 90 finiture: si va dalle essenze â che spaziano dal rovere naturale o laccato, al noce, al teak â ai laccati lucidi e seta, ai vetri lucidi e acidati, fino alla ceramica Laminam e ai metalli. La varietĂ di soluzioni tocca anche le aperture, disponibili con maniglia, gola dritta o a âLâ, oppure con sistema push pull, per unâestetica ancora piĂš pulita ed essenziale. In particolare, la nuova gola a âLâ pannellabile regala unâelegante continuitĂ estetica tra lâanta e lâinterno della gola, personalizzabile con un inserto nella stessa finitura.
Le 5 diverse sagomature che fungono da presa, evidenziano un design sobrio ed elegante. Si può optare, ad esempio, per una lineare presa Step che caratterizza lâanta con un segno distintivo, per una piĂš discreta presa Inside integrata al pannello o per una soluzione con profilo a 30° dellâanta che agevola lâimpugnatura senza lâutilizzo di maniglie.
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Cesar â Fondata nel 1969 a Pramaggiore (VE), quando il laboratorio artigianale di Sante Vittorio Cester si trasforma in unâimpresa moderna, Cesar Arredamenti si è distinta come una delle piĂš importanti aziende produttrici di cucine, affermandosi sul mercato internazionale. Attenzione ai materiali, personalizzazione del prodotto e qualitĂ del servizio sono i valori portanti di unâazienda che punta su una cultura progettuale dinamica, moderna ed efficiente, per proporre cucine dalle linee pulite ed essenziali, minimaliste ed emozionali. Con la Direzione Artistica affidata allo studio Garcia Cumini Associati, Cesar individua oggi nuovi percorsi estetici e funzionali, per accogliere opportunitĂ stimolanti in ambito residenziale e contract.
Cesar, progetto Maxima 2.2 si veste di nuove finiture materiche Cesar, progetto Maxima 2.2 si veste di nuove finiture materiche #Cesar presenta le nuove finiture per Maxima 2.2, sistema progettuale versatile e creativo, unico e trasversale.
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