#Culto pagano
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¿Cuál es el origen de las hogueras de San Juan? De culto pagano a tradición cristiana
El 24 de junio el santoral católico celebra el nacimiento de San Juan Bautista, pero las hogueras que se encienden en muchos lugares la noche del 23 tienen un origen pagano y ancestral. J. M. Sadurní Especialista en actualidad histórica Cuenta la tradición que el fuego ahuyenta a los malos espíritus y purifica el alma. La Noche de San Juan, una de las más cortas del año, que celebramos el día 23…
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#24 de junio#Autor J. M. Sadurní#Culto pagano#National Geographic.com.es#Origen de las hogueras#San Juan Bautista#Tradición cristiana
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"pagano"
Abitante del pagus romano, ossia del borgo o del villaggio, accostabile al termine "borghese", il quale probabilmente rimase inizialmente più fedele ai culti pre-cristiani continuando a festeggiare le sue paganalie in barba alla crescente diffusione del cristianesimo.
Si immagina l'indaffarato campagnolo, per millenni rimasto fedele al suo pantheon di numi, continuare a seguire le feste del suo calendario pagano, le sue ferie augusti invece dell'assunzione di Maria, le feste di Cibele invece della Pasqua.
Il significato spregiativo si forma quando il cristiano, allo stesso modo dell'attuale uomo di scienza, guarda al bifolco (bufulcus, guardiano di buoi) e lo disprezza per il suo attaccamento superstizioso alle vecchie tradizioni.
Idea che vi sia sempre un culto migliore e più aggiornato del precedente e in nome del quale esercitare una forma di bullismo sul culto morente (schema che si ripete: nuovo culto verso vecchio culto, cristianesimo trionfante su paganesimo, età dei lumi trionfante su medioevo, ecc., da sviluppare).
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Ci fu un solo Nazismo, e non possiamo chiamare Nazismo il Falangismo iper-cattolico di Franco, dal momento che il Nazismo è fondamentalmente pagano, politeistico e anti-cristiano, o non è Nazismo. Al contrario, si può giocare al Fascismo in molti modi, e il nome del gioco non cambia. Succede alla nozione di Fascismo quel che, secondo Wittgenstein, accade alla nozione di gioco. Un gioco può essere o non essere competitivo, può interessare una o più persone, può richiedere qualche particolare abilità o nessuna, può mettere in palio del danaro, o no. I giochi sono una serie di attività diverse che mostrano solo una qualche somiglianza di famiglia. (...)
Il Fascismo è diventato un termine che si adatta a tutto perché è possibile eliminare da un regime fascista uno o più aspetti, e lo si potrà sempre riconoscere per fascista.
Togliete al Fascismo l'imperialismo e avrete Franco o Salazar; togliete il colonialismo e avrete il Fascismo balcanico. Aggiungete al Fascismo italiano un anti-capitalismo radicale (che non affascinò mai Mussolini) e avrete Ezra Pound. Aggiungete il culto della mitologia celtica e il misticismo del Graal (completamente estraneo al Fascismo ufficiale) e avrete uno dei più rispettati guru fascisti, Julius Evola. A dispetto di questa confusione, ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l' Ur-Fascismo, o il Fascismo Eterno. Tali caratteristiche non possono venire irreggimentate in un sistema; molte si contraddicono reciprocamente, e sono tipiche di altre forme di dispotismo o di fanatismo. Ma è sufficiente che una di loro sia presente per far coagulare una nebulosa fascista.
Uno. La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione. Il tradizionalismo è più vecchio del Fascismo. Non fu solo tipico del pensiero controrivoluzionario cattolico dopo la Rivoluzione francese, ma nacque nella tarda età ellenistica, come una reazione al razionalismo greco classico. Nel bacino del Mediterraneo, i popoli di religioni diverse (tutte accettate con indulgenza dal Pantheon romano) cominciarono a sognare una rivelazione ricevuta all'alba della storia umana. Questa rivelazione era rimasta a lungo nascosta sotto il velo di lingue ormai dimenticate. Era affidata ai geroglifici egiziani, alle rune dei celti, ai testi sacri, ancora sconosciuti, delle religioni asiatiche. Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. Sincretismo non è solo, come indicano i dizionari, la combinazione di forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili è solo perché tutti alludono, allegoricamente, a qualche verità primitiva. Come conseguenza, non ci può essere avanzamento del sapere. La verità è stata già annunciata una volta per tutte e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio. E' sufficiente guardare il sillabo di ogni movimento fascista per trovare i principali pensatori tradizionalisti. La gnosi nazista si nutriva di elementi tradizionalisti, sincretistici, occulti. La più importante fonte teoretica della nuova destra italiana, Julius Evola, mescolava il Graal con i Protocolli dei Savi di Sion, l'alchimia con il Sacro Romano Impero. Il fatto stesso che per mostrare la sua apertura mentale una parte della destra italiana abbia recentemente ampliato il suo sillabo mettendo insieme De Maistre, Guenon e Gramsci, è una prova lampante di sincretismo. Se curiosate tra gli scaffali che nelle librerie americane portano l'indicazione "New Age", troverete persino Sant'Agostino, il quale, per quanto ne sappia, non era fascista. Ma il fatto stesso di mettere insieme Sant'Agostino e Stonehenge, questo è un sintomo di Ur-Fascismo.
Due. Il tradizionalismo implica il rifiuto del Modernismo. Sia i Fascisti sia i Nazisti adoravano la tecnologia, mentre i pensatori tradizionalisti di solito rifiutano la tecnologia come negazione dei valori spirituali tradizionali. Tuttavia, sebbene il Nazismo fosse fiero dei suoi successi industriali, la sua lode della modernità era solo l'aspetto superficiale di una ideologia basata sul Sangue e la Terra (Blut und Boden). Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico, ma riguardava principalmente il rigetto dello Spirito del 1789 (o del 1776, ovviamente). L'Illuminismo, l'Età della Ragione, vengono visti come l'inizio della depravazione moderna. In questo senso, l'Ur-Fascismo può venire definito come irrazionalismo.
Tre. L' irrazionalismo dipende anche dal culto dell'azione per l'azione. L'azione è bella di per sé, e dunque deve essere attuata prima di, e senza una qualunque riflessione. Pensare è una forma di evirazione. Perciò, la cultura è sospetta, nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici. Dalla dichiarazione attribuita a Goebbels ("quando sento parlare di cultura, estraggo la mia pistola") all'uso frequente di espressioni quali porci intellettuali, teste d'uovo, snob radicali, le università sono un covo di comunisti, il sospetto verso il mondo intellettuale è sempre stato un sintomo di Ur-Fascismo. Gli intellettuali fascisti ufficiali erano principalmente impegnati nell'accusare l'intellighenzia liberale di aver abbandonato i valori tradizionali.
Quattro. Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica. Lo spirito critico opera distinzioni e distinguere è un segno di modernità. Nella cultura moderna, la comunità scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l'Ur-Fascismo il disaccordo è tradimento.
Cinque. Il disaccordo è inoltre un segno di diversità. L'Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza. Il primo appello di un movimento fascista o prematuramente fascista è contro gli intrusi. L'Ur-Fascismo è dunque razzista per definizione.
Sei. L'Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici è stato l'appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni. Nel nostro tempo in cui i vecchi "proletari" stanno diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena politica), il Fascismo troverà in questa nuova maggioranza il suo uditorio.
Sette. A coloro che sono privi di una qualunque identità sociale, l'Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio è il più comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese. E' questa l'origine del nazionalismo. Inoltre, gli unici che possono fornire una identità alla nazione sono i nemici. Così, alla radice della psicologia Ur-Fascista vi è l'ossessione del complotto, possibilmente internazionale. I seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo più facile per far emergere un complotto è quello di fare appello alla xenofobia. Ma il complotto deve venire anche dall'interno: gli ebrei sono di solito l'obiettivo migliore in quanto presentano il vantaggio di essere al tempo stesso dentro e fuori. (...)
Otto. I seguaci debbono sentirsi umiliati dalla ricchezza ostentata e dalla forza dei nemici. Quando ero bambino mi insegnavano che gli inglesi erano 'il popolo dei cinque pasti' : mangiavano più spesso del povero ma sobrio italiano. Gli ebrei sono ricchi e si aiutano l'un l'altro grazie a una rete segreta di mutua assistenza. I seguaci debbono tuttavia essere convinti di poter sconfiggere i nemici. Così, grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono al tempo stesso troppo forti e troppo deboli. I fascismi sono condannati a perdere le loro guerre, perché sono costituzionalmente incapaci di valutare obiettivamente la forza del nemico.
Nove. Per l'Ur-Fascismo non c'è lotta per la vita, ma piuttosto vita per la lotta. Il pacifismo è allora collusione col nemico; il pacifismo è cattivo perché la vita è una guerra permanente. Questo tuttavia porta con sé un complesso di Armageddon: dal momento che i nemici possono essere sconfitti, ci dovrà essere una battaglia finale, a seguito della quale il movimento avrà il controllo del mondo. Una simile soluzione finale implica una successiva era di pace, un'Età dell'oro che contraddice il principio della guerra permanente.
Nessun leader fascista è mai riuscito a risolvere questa contraddizione.
Dieci. L'elitismo è un aspetto tipico di ogni ideologia reazionaria, in quanto fondamentalmente aristocratico. Nel corso della storia, tutti gli elitismi aristocratici e militaristici hanno implicato il disprezzo per i deboli. L'Ur-Fascismo non può fare a meno di predicare un elitismo popolare. Ogni cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori, ogni cittadino può (o dovrebbe) diventare un membro del partito. Ma non possono esserci patrizi senza plebei. Il leader, che sa bene come il suo potere non sia stato ottenuto per delega, ma conquistato con la forza, sa anche che la sua forza si basa sulla debolezza delle masse, così deboli da aver bisogno e da meritare un Dominatore. Dal momento che il gruppo è organizzato gerarchicamente (secondo un modello militare), ogni leader subordinato disprezza i suoi subalterni, e ognuno di loro disprezza i suoi sottoposti. Tutto ciò rinforza il senso di un elitismo di massa.
Undici. In questa prospettiva, ciascuno è educato per diventare un Eroe. In ogni mitologia l'Eroe è un essere eccezionale, ma nell'ideologia Ur-Fascista l'eroismo è la norma. Questo culto dell'eroismo è strettamente legato al culto della morte: non a caso il motto dei falangisti era viva la muerte (...). L'eroe Ur-Fascista è impaziente di morire. Nella sua impazienza, va detto in nota, gli riesce più di frequente far morire gli altri.
Dodici. Dal momento che sia la guerra permanente sia l'eroismo sono giochi difficili da giocare, l'Ur-Fascista trasferisce la sua volontà di potenza su questioni sessuali. E' questa l'origine del machismo (che implica disdegno per le donne e una condanna intollerante per abitudini sessuali non conformiste, dalla castità all'omosessualità). Dal momento che anche il sesso è un gioco difficile da giocare, l'eroe Ur-Fascista gioca con le armi, che sono il suo Ersaltz fallico: i suoi giochi di guerra sono dovuti a una Invidia Penis permanente.
Tredici. L'Ur-Fascismo si basa su di un populismo qualitativo. In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l'insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico solo dal punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza). Per l'Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il Popolo è concepito come una qualità, un'entità monolitica che esprime la Volontà Comune. Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete. Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non agiscono, sono solo chiamati, pars pro toto, a giocare il ruolo del Popolo. Il Popolo è così solo una finzione teatrale. Per aver un buon esempio di populismo qualitativo, non abbiamo più bisogno di Piazza Venezia o dello Stadio di Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentato e accettato come la Voce del Popolo. A ragione del suo populismo qualitativo, l' Ur-Fascismo deve opporsi ai 'putridi' governi parlamentari. Una delle prime frasi pronunciate da Mussolini nel Parlamento italiano fu: "Avrei potuto trasformare quest'aula sorda e grigia in un bivacco per i miei manipoli". Di fatto, trovò immediatamente un alloggio migliore per i suoi manipoli, ma poco dopo liquidò il Parlamento. Ogni qualvolta un politico getta dubbi sulla legittimità del Parlamento perché non rappresenta più la Voce del Popolo, possiamo sentir l'odore di Ur-Fascismo.
Quattordici. L' Ur-Fascismo parla la Neolingua. La Neolingua venne inventata da Orwell in 1984, come la lingua ufficiale dell' Ingsoc, il Socialismo inglese, ma elementi di Ur-Fascismo sono comuni a forme diverse di dittatura. Tutti i testi scolastici nazisti o fascisti si basavano su di un lessico povero e su una sintassi elementare, al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico. Ma dobbiamo essere pronti a identificare altre forme di Nuovalingua, anche quando prendono la forma innocente di un popolare talk-show.
Dopo aver indicato i possibili archetipi dell'Ur-Fascismo, mi sia concesso di concludere. Il mattino del 27 luglio del 1943 mi fu detto che, secondo delle informazioni lette alla radio, il Fascismo era crollato e che Mussolini era stato arrestato. Mia madre mi mandò a comprare il giornale. Andai al chiosco più vicino e vidi che i giornali c'erano, ma i nomi erano diversi. Inoltre dopo una breve occhiata ai titoli, mi resi conto che ogni giornale diceva cose diverse. Ne comperai uno, a caso, e lessi un messaggio stampato in prima pagina, firmato da cinque o sei partiti politici, come Democrazia Cristiana, Partito comunista, Partito socialista, Partito d'Azione, Partito liberale.
Fino a quel momento avevo creduto che vi fosse un solo partito in ogni paese, e che in Italia ci fosse solo il Partito nazionale fascista. Stavo scoprendo che nel mio paese ci potevano essere diversi partiti allo stesso tempo. Non solo: dal momento che ero un ragazzo vispo, mi resi subito conto che era impossibile che tanti partiti fossero sorti da un giorno all'altro.
Capii così che esistevano già come organizzazioni clandestine. Il messaggio celebrava la fine della dittatura e il ritorno della libertà: libertà di parola, di stampa, di associazione politica.
Queste parole, libertà, dittatura - Dio mio - era la prima volta in vita mia che le leggevo. In virtù di queste nuove parole, ero rinato uomo libero occidentale. Dobbiamo stare attenti che il senso di queste parole non si dimentichi ancora. L'Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: "Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane". Ahimè, la vita non è così facile.
L'Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme - ogni giorno, in ogni parte del mondo. Do la parola a Roosevelt: "Oso dire che se la democrazia americana cessasse di progredire come una forza viva, cercando giorno e notte, con mezzi pacifici, di migliorare le condizioni dei nostri cittadini, la forza del Fascismo crescerà nel nostro paese" (4 novembre 1938).
Libertà e Liberazione sono un compito che non finisce mai.
Che sia questo il nostro motto: non dimenticate."
di UMBERTO ECO, “Il fascismo eterno”
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Chiesa medievale
della cittadina di Voss
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La chiesa di pietra di Voss sorge sul sito di un antico tempio pagano. Alla metà del XIII secolo qui venne costruita una chiesa di pietra in stile gotico. Con la Riforma luterana furono rimossi molti elementi originali, ma si sono conservati l’altare in pietra e la caratteristica guglia lignea. La vetrata istoriata del 1923 commemora il 900° anniversario della conversione al cristianesimo di Voss.
La chiesa è sfuggita miracolosamente alla distruzione durante gli intensi bombardamenti tedeschi che avevano occupato nel 1940, la Norvegia.
La chiesa in pietra di Voss fu costruita nel 1277 e può ospitare circa 500 persone. Il sito dell'attuale chiesa potrebbe essere stato occupato un tempo da un tempio pagano. Nel 1023, il re Olaf Haraldsen visitò Vossevangen per convertire il popolo al cristianesimo. La tradizione dice che costruì una grande croce di pietra nel sito, che fu probabilmente il primo luogo di culto cristiano a Voss e divenne la chiesa principale di Hordafylket durante il Medioevo.
La prima chiesa qui era costruita in legno, ma fu sostituita da una chiesa in pietra nel 1277. In una lettera reale risalente al 1271, il re Magnus Lagabøte espresse la sua soddisfazione per il fatto che i parrocchiani avrebbero sostituito l'edificio in legno con uno in pietra, e sollecita la prosecuzione e il completamento di questo compito. Quando fu terminata nel 1277, la chiesa fu dedicata a San Michele.
MAGGIORI INFORMAZIONI : www.visitvoss.no
www.bergen-guide.com
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Innamorati
Una festa è un periodo di tempo dedicato a celebrazioni particolari, a riti e a liturgie ben distinti dalla vita e dal lavoro quotidiani. Le feste scandiscono sia il ciclo dell'anno sia la vita individuale, nel cui ambito rappresentano a volte riti di passaggio da uno status a un altro. È anche l’occasione per rendere santo un giorno particolare, cioè secondo l’accezione etimologica (dal latino sanctus, participio passato di sancīre, sancire una patto), dargli una inviolabilità in quanto protetto da una sanzione: gli ambasciatori, i tribuni della plebe, le mura, le porte; quindi, in genere, tutto ciò che, consacrato da una legge morale o religiosa, è per ciò stesso inviolabile, o ciò che, per comune consenso degli uomini, è religiosamente venerato o è considerato degno di venerazione (Santo, Enciclopedia Treccani).
Oggi è un giorno che la chiesa Santifica ad un santo, San Valentino da Terni. Comunemente, è considerato “patrono degli innamorati”. Secondo una leggenda, infatti, battezzò un giovane romano pagano, Sabino, per sposare la sua amata cristiana, Serapia, nei momenti appena precedenti la morte di lei, improvvisamente ammalatasi di tifo. Secondo la leggenda, la benedizione di Valentino, dette un sonno ristoratore e beato alla coppia, che così potette vivere insieme nell’eternità.
Da un punto di vista più storico, la testimonianza più antica su San Valentino è contenuta nel Martirologio geronimiano scritto nel V secolo, che riporta la memoria del 14 febbraio presso la comunità cristiana di Terni; un secolo dopo la primissima citazione di Valentino del Martirologio, nella Passione di Maris, Marta, Audiface e Abacuc viene raccontata la storia di un prete di Roma che guarisce dalla cecità la figlia del principe Asterio e battezza lei, il padre e tutti i membri della famiglia, trovando la morte il 14 febbraio sulla via Flaminia, durante l’impero di Claudio II, e cioè tra il 268 e il 270. Il martire viene sepolto in quella che diventerà poi la Catacomba di San Valentino, al secondo miglio della Flaminia, sulla quale verranno edificati anche una chiesa e un monastero. La ossa del santo, tuttavia, verranno traslate nel IX secolo nella basilica di Santa Prassede. Il testo più importante riguardo alla vita di san Valentino arriva invece intorno al 725 ed è la Passio Sancti Valentini, che racconta la storia dell’oratore Cratone, il cui figlio soffre di una gravissima malattia alle ossa; un amico gli consiglia di rivolgersi a Valentino, cittadino e vescovo di Terni, che guarisce il ragazzo e converte al cristianesimo Cratone e tutti i suoi allievi, tra i quali figura anche il figlio del prefetto Furio Placido, che fa decapitare il vescovo il 14 febbraio al 68° miglio della via Flaminia. Il corpo viene recuperato da tre discepoli e sepolto in un cimitero fuori le mura di Terni, dove sorgerà poco dopo la basilica a lui intitolata. Dal racconto, tuttavia, è assente sia la data del martirio, sia qualunque riferimento che possa aiutare a collocarla. Per convenzione, si festeggia il giorno di San Valentino, il 14 Febbraio, data in cui si sa che fu martirizzato per decapitazione, anche la festa degli innamorati: tutte e due le cose sono non del tutto certe, ma la seconda lo è di più della prima.
Infatti il binomio San Valentino - Innamorati risale a tempi molto più recenti, cioè al XIV secolo, quando Geoffrey Chaucer, il grande scrittore e drammaturgo inglese, associò il giorno del santo a quello in cui gli uccelli formano le coppie. Ma c’è una distinzione: Chaucer individua il 2 Maggio, giorno di San Valentino patrono di Genova, il primo vescovo dell'arcidiocesi di Genova, carica che mantenne dal 312 alla morte nel 325, ma il culto è relegato solo all’area genovese. Nel 1391 John Clanwowe anticipa la festa degli innamorati al 14 febbraio. La fusione delle date nasce dal fatto che il San Valentino di Terni è molto più importante e venerato di quello di Genova proprio grazie alla sua celebrità.
In verità, tutto nasce da una sovrapposizione di date e di santi: nel 496, papa Gelasio I, 49° Vescovo di Roma, abolì i Lupercalia Romani, dei riti che si tenevano dal 13 al 15 Febbraio, in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco (in latino Lupercus), protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi. Tuttavia non sostituì nessun altra ricorrenza, se non quella storia del martirio di Valentino da Terni, che non aveva nessun legame con gli innamorati.
Ma è altrettanto vero che la fama della prima leggenda si sviluppò moltissimo nel centro e nel Nord Europa, tanto che esistono decine di reliquie del Santo sparse in Italia, Francia, Austria, Germania, Polonia e persino Dublino. Tanto è vero che Ofelia nell’Amleto (1602) dice:
Dimani è il giorno di San Valentino, e fino dal primo lume dell’alba io mi posi alla finestra per divenire la sua fidanzata. Allora egli sorse e indossò i panni e apri la porta della sua stanza e fece entrare la vergine, che tale non si dipartì più dl là.
W. Shakespeare, Amleto, Atto IV, Scena V
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Adramelec
Su nombre deriva de "Melec", que significa "el Rey". Fue una especie de dios solar. El centro de su adoración era la ciudad de Sefarvaim (2 Reyes 17:31). Su culto fue traído por los colonos de Sefarvaim en Samaria.
Como otros dioses paganos, Adramelec fue convertido en un demonio en la tradición judeo-cristiana. Según el libro de Collin de Plancy sobre demonología, Dictionnaire Infernal, Adramelech fue nombrado presidente del senado de los demonios. Es también el Canciller del Infierno y supervisor del guardarropa de Satán. Es generalmente representado con un torso y cabeza humanos, y el resto del cuerpo de una mula (o a veces como un pavo real).
Una descripción poética de Adramelec puede ser encontrada en la colección de historias cortas de un cuento de Robert Silverberg. Adremelec es descrito como "El enemigo de Dios, más grande aún en ambición, astucia y acciones que Satán. Un demonio más maldito - un hipócrita más profundo".
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Mi mama obtuvo una certificación de la corporación nacional del desarrollo indígena de su identidad como persona mapuche, mi mama es parte de una reserva en el lago buddy, una tribu cual ella nunca ha visitado.
Hablan mapudungun un idioma que solo conozco por estar abajo de las señalizaciones en oficinas de servicio publico en cursiva, y por el discurso que dio la presidenta de la cámara de representantes en la comisión constitucional, redacción que fue rechazada este año, mi mama lloro, no tenia esperanza de retirarse pero si le hacía ilusión una reforma tributaria.
Tampoco sabemos ninguna receta, una de las mas populares y aclamadas son las sopaipillas, masa de harina y zapallo camote frita ofrecida por vendedores ambulantes en las esquinas del invierno, le disgustan la cantidad de aceite.
Una vez contó que su abuelo Martín fue atropellado, se rehusó a ir al hospital, solo se amarro a una cama con soga y recito unas palabras en mapudungun por meses, dice que eso le sano todos los huesos rotos, como un milagro, pero no hay forma de saberlo ya que no se saco radiografías y era alcohólico.
Ella es mariana, ya que los curas violan niños y no hay forma de que un dios sea hombre, una o dos veces al año mientras estamos en la ciudad en una visita al doctor o al cine debe bajarse corriendo del auto a dejar flores en una iglesia para pagar una manda.
también es muy adepta a los cultos paganos, mis padres se leen el tarot de Marsella el uno al otro, azarosamente entras a la casa, todo está obscuro excepto la luz de la vela que guía a los espíritus y reflejo en vaso con agua que atrapa las malas energías, las cartas que siempre dicen lo mismo, las respuestas están en ti.
certificado que se extiende a mi, quien no tiene ni el color ni la estructura ósea digna de el, tampoco tengo la piel blanca, la tengo amarillo criollo, no entiendo muy bien el conflicto armado en la araucania, nombre huinca (palabra parecida a muggle, en este contexto significa; no mapuche) para el territorio mapuche,conflicto que durante mi adolescencia solia explicarlo bien pero ya no estoy tan segura.
Algo que si herede de la coloración de mi línea materna son las pecas, pecas que tienen todas las mujeres de mi línea materna, pecas causantes de la falta de cultura mapuche en nuestras vidas, pecas de un aleman en el siglo XIX que decidió violar a mi tatara tatara abuela quien dio a luz a una mestiza, la tribu decidió venderla a un español, al enterarse, el abuelo martin, su hermano la llevo a la capital. Ella entro a un convento, el se hizo panadero.
No se hacer buen pan, tampoco se que significan las partes del kultrun, algo que hago y que mi año en terapia no logro cambiar ,es que no perdono ni olvido, siempre e culpado al señor Darcy de eso, lei orgullo y prejuicio a los nueve, justo despues de leer la maravillosa granja de mcbrown. considere que Austen era superior, cuando el señor Darcy dijo; mi falta es que una vez que alguien a perdido mi buena opinion la a perdido para siempre, lo senti.
Pero tengo pecas, es fácil para mi desaparecer e ignorar, puedo borrarte de mi realidad, estar en una habitación y no verte, como si estuviera bloqueada tu cuenta de instagram pero en mi cerebro. Dijste “no se” como respuesta a mis largo monólogo sobre la identidad latinoamericana en guardianes de la galaxia, expresión repetida en el tiempo “no se” era solo falta de interés tuyo y no carencia de novedad de mi parte como me habia convencido, fue el último día en el que te vi.
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La dea Eva Kaili aveva otto braccia per arraffare tutti i soldi che poteva, in combutta col fidanzato e un giro di europarlamentari e sindacalisti di sinistra come Antonio Panzeri, piddino, poi nell’Articolo 1 di Speranza. Tutti fermati e qualcuno ammanettato dalla procura federale belga che li considera corrotti dal Qatar per ritoccarne l’immagine. Difatti la radiosa vicepresidente dell’Europarlamento si sperticava in certi discorsi agiografici che qualche sospetto, se non imbarazzo, già lo inducevano. Ma siamo garantisti, diciamo che fino a prova contraria sono tutti cristallini eccetera. Anche se a casa della greca Kaili hanno trovato borse e borsoni pieni di banconote. Anche se a casa del compagno Panzeri hanno trovato 500mila euro in contanti. Da cui la battuta, inevitabile: pagano il caffè col Pos, ma le mazzette le prendono cash.
Sinistra moralista ai titoli di coda
Bella però questa moralità della sinistra moralista, bella questa specialissima percezione dei diritti umani: le minoranze sessuali si difendono qui, poi si pigliano regali per passarci sopra in Medio Oriente. Un po’ come i valorosi calciatori del Mondiale qatarino, con le ginocchia consumate peggio delle escort, ma rigorosamente su campi nazionali, europei: al Mondiale no, “perché si devono rispettare le leggi di chi ti ospita”. La concezione dell’etica legalitaria a sinistra è curiosa per molti aspetti: c’è una allucinante, inventata ma allucinante intervista di Repubblica a un liceale romano del Tasso: “Dannazione! Ci contavo!”. Su che? Sul bonus di 500 euro “per la cultura”, trovata renziana che in altri tempi si sarebbe definita clientelismo: tu incassa e ricordati chi te li ha concessi.
Ma no, sempre a pensare male, era una dovuta, progressista attenzione a fin di bene ai giovani, che la destra fascista e analfabeta di Giorgia Meloni vuole abolire. Poi che questi ragazzini crescano, anzi non crescano, come i “bambini viziati della democrazia” di Ortega y Gasset, non è un problema, se la vedranno i posteri con generazioni così invertebrate. Come quell’altra liceale sempre di Roma cui avevo chiesto: spiegami in cosa Greta salverebbe il pianeta, a parte consentirvi di accorciare la settimana coi venerdì “per il futuro”. “Ma dice cose giuste”, mi ha risposto. Se a tracciare la morale è il buio della coscienza, allora tutto si può giustificare e la dea Kaili con le sue borsette firmate piene di soldi faceva bene.
Il paravento del bene
Non si può neanche osservare che, fosse vero, sarebbe un contegno volgare, da ladruncola da suburra: lei dei diritti in Qatar si preoccupava e come, dicendo cose giuste: “Hanno già fatto tanto, sono le destre infami e fasciste a non volerglielo riconoscere”. Pronta per la Fifa, potremmo dire. I diritti umani, ludici come esercizio morale, patente morale. Dannazione, lui ci contava, il piddino in erba, ma “questo governo non ha a cuore il futuro dei giovani”, aggiunge in perfetto gretese, da Mozart dell’arrivismo. Come osate! Mamma, mamma, mi privano “degli strumenti necessari a sviluppare il mio senso critico”. Che sarebbe sputtanarsi il bonus cosiddetto cultura per i disegnini militanti di Zerocalcare, per i libretti truffaldini di Aboubakar Soumahoro, per l’autobiografia di Elly Schlein, l’indecisa a tutto tranne che al potere.
Sempre col paravento del bene, anche l’eurodeputato Panzeri era votato al bene: immerso nella corruttela, secondo la procura, ma a fin di bene, si era fatto pure la sua Ong. Se c’è una cosa che manca, in questa sinistra che alleva i suoi figli al culto del bonus, è proprio il senso critico, che poi va di pari passo con la legge morale dentro di me, nonché, per forza di cose, con la sana ribellione dei diciotto anni. Questi, invece, sono automi. Gli dici di farsi otto dosi di pozione? Pronta la spallina militante. Si scopre che le coop benefiche nel giro del compagno stivali tenevano i sacri migranti peggio che dove li avevano raccattati, lungo le scale, con una coperta pulciosa che manco li cani? “Razzismo” rispondono i molluschi che si sentono derubati del futuro.
La collega Francesca Ronchin fa un libro dove, dati, situazioni e circostanze alla mano, mette pesantemente in discussione l’operato delle Ong? “Solo cattiverie, cattiva, cattiva” frignano i moralisti a rimozione forzata, che si preoccupano per uno percepito dei loro ma non delle vittime abbandonate sulle scale. Ma sì, siamo garantisti, diciamo che le governanti bellissime e progressiste, come la Sanna Marin, come la Eva Kaili, meritano attenuanti per il fatto stesso di essere bellissime e progressiste. Mica come la Meloni che è brutta e “la più cattiva” del mondo, sempre secondo Repubblica. Diciamo che rubare, se a sinistra, se a fin di bene, non è grave, non è giudicabile, cosa che del resto i disagiati su Twitter già teorizzavano: sputtanare, inventare sui repubblicani è meritevole in quanto nemici nostri e quindi del futuro, del progresso, della scienza, di tutto quello che si vuole trovare.
Bambini viziati, che a volte fanno carriera nelle istituzioni europee. E se gli togli il bonus, che sarebbe un sovrappiù, un eccesso di diritto, una concessione dello stato a fin di bene, diventano furiosi come quel balordo che scriveva su Twitter “Meloni troia e puttana, ti sventro la figlia se mi togli il reddito di cittadinanza” e quando sono andati a prenderlo ha detto, sgomento, ai poliziotti: ma che fate, mi portate in galera? Mamma, mamma, guarda cosa mi fanno, sono cattivi, sono pazzi.
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Il concetto di "bene", in mano alla sinistra, è l' "utile idiota" per arricchirsi e per mantenersi al potere. Tutto il resto è noia.
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Babilonia parte 4
Palabra de Dios
“Entre éstos estaban Daniel, Ananías, Misael y Azarías, de los hijos de Judá. A estos el jefe de los eunucos puso nombres: puso a Daniel, Beltsasar; a Ananías, Sadrac; a Misael, Mesac; y a Azarías, Abed-nego”, Daniel 1:6-7.
Reflexiona
La estrategia de cambiarles su identidad iniciaba por cambiarles el nombre. Los nombres originales de Daniel, Ananías, Misael y Azarías tenían significados relacionados con el Dios de sus padres, con el Dios de Abraham, de Isaac y de Jacob. Por ejemplo, Daniel significa “Dios es mi Juez”, Ananias significa “Dios ha sido clemente”; sus nombres contaban la historia de su pueblo con el Dios verdadero, mostraban una identificación con la adoración y culto al Dios que los sacó de la esclavitud de Egipto.
En contraste, los nombres que les colocaron a estos jóvenes en Babilonia estaban relacionados o hacen alusión al culto de dioses paganos (probablemente a Baal).
Otro detalle, no menos importante, es que Daniel, Ananías, Misael y Azarías, dice la escritura, eran de los hijos de Judá, es decir, de la tribu de Israel, de la cual desciende nuestro Señor y Salvador Jesucristo.
Tenían una identidad, pero Babilonia quería esconderla, haciendo que se identificaran con los ídolos de Babilonia; ahora, estos jóvenes fueron llevados como esclavos, no tenía el control de este cambio de nombres, pero decidieron mantener sus principios y la identidad dada por Dios.
La nueva Babilonia te dice que ahora tú puedes ser lo que quieras ser, si te identificas con un hombre, siendo mujer, puedes hacerlo o con lo que tú quieras, incluso puedes cambiarte el nombre y colocarte un sexo diferente al biológico en tu documento de identidad; todo se sustenta en una mentira, en ser aquello que no eres realmente. ¿Y esto qué implica?; no hay cosa que determine con mayor impacto nuestra vida que aquello con lo que nos identificamos, aquello que creemos que somos, pues según creemos, pensamos y al final actuamos. Dime en qué crees y te diré quién eres.
Pero cuando creemos en Cristo nos hacemos de la familia y de la descendencia de Cristo, lo mismo que Daniel y sus amigos; Él es el primero entre muchos, si nosotros somos de Él entonces dice la escritura: “Y si vosotros sois de Cristo, ciertamente linaje de Abraham sois, y herederos según la promesa.” (Gálatas 3:29). El acceso a esta herencia de vida eterna es por medio de la fe en la obra de Cristo (Romanos 4:13). La fe nos da entrada a nuestra verdadera identidad y este no es un hecho menor, esto determina nuestra vida y nuestra vida eterna, nuestro propósito. Por tanto, encontramos una identidad que se sustenta en el amor verdadero, el amor de Dios en Cristo, y este amor llena todo vacío.
Y tú, que lees o escuchas este devocional, ¿con quién te identificas? ¿Has tomado la herencia de vida eterna, paz y propósito que te da la fe en Cristo Jesús?
Alaba
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Sono in fissa con una canzone ucraina di culto popolare. La canzone si ispira ad un vecchio racconto di due donne che, innamorate dello stesso uomo, si avvelenano a vicenda, una volta scoperta la sua infedeltà. Si ritrovano in un bosco e decidono di morire l'una per mano dell'altra. Il canto sembra accompagnare un rito pagano e la morale (ripresa in diversi culti) è quella di non fare del male all'altro intenzionalmente.
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Ma tutta sta gente che rompe le... su Halloween perché non si mette a studiare?
Halloween è la contrazione di "All hallows' eve" che significa "vigilia di Ognissanti".
La festa si chiamava Samhain ed era il capodanno antico. In tutta Europa si festeggiava con vari nomi e tutti erano legati ad un culto dei defunti.
Da dove arrivano secondo voi i dolci tradizionali di questo periodo dell'anno?
Da chi hanno preso i cristiani l'uso di accendere luci e fiamme per i defunti? Dal loro precedente culto pagano in cui il cristianesimo ha trovato qualcosa di positivo.
Qui non posso fare tutta la lezione che tengo a scuola, ma smettiamo di tormentare chi festeggia Halloween perché Halloween è una nostra festa.
Vedetela così...
Il 31 ottobre Halloween è il modo laico di esorcizzare la morte e la paura, l'1 novembre la festa dei Santi è la festa della chiesa per festeggiare i santi (i cristiani, le anime del purgatorio e le anime del paradiso) e il 2 novembre è la preghiera per i defunti di cui non conosciamo il destino.
È un bel triduo!
Festeggiate Halloween se volete... il male non è nella festa, ma nel cuore dell'uomo.
Chissà quanti festeggiano il 1° in realtà sono demoni che spargono divisione.
Buon Halloween, buona festa dei Santi è commemorazione dei fedeli defunti.
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Halloween no es una broma.
En los primordios de la Edad Media, todavía quedaban en el mundo resabios de brujerías, cultos paganos y creencias exóticas que la Iglesia, no había ideado su posterior método de “ajusticiar” a todos los infieles. Era así que se creía en brujos, espíritus andantes y deambulantes y ánimas en pena en el mismo plano que los seres humanos vivos, comunes y mortales, Para la fecha que se da a fines…
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Sobre el neopaganismo y el satanismo de las ciencias modernas
Por Alexander Dugin
Traducción de Juan Gabriel Caro Rivera
El concepto de «pagano» (язычник) tiene su origen en el Antiguo Testamento. En ruso «gentiles» (язычник) hace referencia a los pueblos (народы). Los judíos antiguos utilizaban el término «am» (עם) para describirse a sí mismos y «goy» (גוי) para describir a otras naciones. Judíos = el único pueblo (elegido), mientras que las «lenguas» (языков) de las naciones son muchas. Los judíos adoraban a un solo Dios y estaban seguros de que todas las demás naciones (народы) (языки, lenguas) adoraban a muchos dioses. De ahí la identificación del término «lengua» (goy) con los politeístas idólatras (los griegos utilizaban la palabra ειδολολάτρης). En latín el término correspondiente a este seria gentilis de gēns, «pueblo», «clanes», «naciones».
Tal sentido fue retomado por los cristianos, pero la oposición ya no sería entre judíos y todos los demás, sino entre las naciones cristianas – que representan a la Iglesia de Cristo como la única «nación santa» (ὁ ἱερὸς λαὸς) – contra los pueblos y culturas que adoraban a muchos dioses. Estos serían los llamados «paganos» (язычниками). Aunque los «paganos» originales eran las naciones cristianas antes de que aceptaran a Cristo. Sin embargo, existen naciones que no aceptaron a Cristo y siguieron adorando a muchos dioses (ειδολολάτρης).
El mundo antiguo apenas conocía ateos en el sentido moderno y era incapaz de imaginar que existiera alguien que no adorara a ningún dios. Sólo ciertos filósofos extravagantes como Demócrito y Epicuro en Grecia o los charvaka-lokaicos en la India (así como otros movimientos násticos como el budismo hinayana primitivo) plantearon la extraña y anormal hipótesis de que «Dios no existe». Pero esta era una idea muy marginal. Curiosamente, el Talmud utiliza el término «epicúreos» para referirse a los «ateos» y «paganos».
Pero debemos tener en cuenta un matiz. Sin duda, las culturas no judías y no cristianas (así como no islámicas) tenían su propia comprensión e interpretación de sus tradiciones. Muchas de ellas estaban convencidas de que también adoraban al Dios Único y que otros seres sagrados eran en realidad uno u otro de sus atributos. Así, por ejemplo, Platón y, sobre todo, los neoplatónicos situaban al Uno por encima de todo, precediendo a lo demás. Los Padres Capadocios dieron testimonio de los «hipsistas» (de θεὸς ὕψιστος, el Dios Supremo) no judío y hacían hincapié en el culto al Dios Único. A veces, los historiadores de la religión introducen un modelo intermedio, el «enoteísmo» (literalmente «Dios único») entre el monoteísmo (Dios único) y el politeísmo (Dios múltiple). El advaita-vedanta indio hace hincapié en este enfoque de lo divino en todas sus manifestaciones. Incluso el dualismo aparente del zoroastrismo termina con el triunfo de un único Dios: la Luz, aunque se trata de un «monoteísmo» dinámico y escatológico. Para el zoroastrismo existen dos principios que actúan en la historia y la oscuridad triunfa en las últimas épocas, aunque solo temporalmente, hasta que llegue el triunfo absoluto de la Luz.
Las tradiciones precristianas y no cristianas, salvo las abrahámicas consideradas como monoteístas (islam y judaísmo), suelen denominarse «paganas» y «politeístas». Lo cual no deja de ser una aproximación ajena a las mismas. Aceptémoslas o no, siguen siendo tradiciones sagradas y se basan en creencias «espirituales» que trasciende claramente el reino de la materia. A través de sus figuras («ídolos») apelan a principios, poderes, espíritus incorpóreos e inmateriales. El hecho de que se considere que veneran «objetos sin alma» es una idea polémica e ingenua. Otra cosa es que el cristianismo describa estricta y claramente las estructuras del mundo espiritual y afirme la distinción entre los espíritus angelicales y demoníacos. Las fuerzas angelicales son fieles a Cristo y, por lo tanto, guardianes de los cristianos y de la Iglesia. Como las huestes de los santos, cuyas imágenes son veneradas con reverencia por los verdaderos cristianos.
Ahora bien, resulta ridículo que los cristianos denuncien el «paganismo» basándose en la ciencia materialista, la cual no reconoce sino la existencia de la materia. El materialismo de nuestra sociedad actual, que es inculcado a los niños desde pequeños, es mucho más primitivo y vulgar que el paganismo, pues no reconoce ningún aspecto espiritual del mundo y se burla de lo sagrado como algo inverosímil. El materialismo es cinismo burdo, ateísmo militante e ignorancia. Y este es el punto más interesante: los cristianos modernos, a pesar de que tienen razón al criticar el paganismo, son sorprendentemente tolerantes frente al materialismo, el atomismo y la imagen científica del mundo construida por el ateísmo militante o sus diversas herejías (como el unitarismo de Newton). El Kápishe (2) nos asusta (y con razón), pero nos deja indiferentes el hecho de que se enseñe física o la teoría de Darwin sobre el origen de las especies a los niños de quinto grado.
Es algo muy extraño: si supuestamente defendemos la cosmovisión cristiana, entonces debemos defenderla por completo. La actual guerra que libramos contra Occidente (justamente una entidad anticristiana, atea, materialista y satánica) es mucho más fácil de explicar a los cristianos que a los «paganos». Es la guerra del fin de los tiempos, en la que Katechon lucha contra el Antikaimenos, el «hijo de la perdición», por lo que estamos intentando aplazar la llegada del Anticristo.
Por otro lado, los «neopaganos» de hoy no son representantes de una tradición precristiana ni tampoco de las culturas sagradas no cristianas. Son un débil simulacro mental fundado en siglos de malentendidos y representan una fea caricatura del paganismo. Es como intentar convertirse en «fascista» viendo 17 Momentos de Primavera, algo que han hecho los ucranianos. La verdad es que el «neopaganismo», que nació en una época donde domina el materialismo y especialmente ahora que la humanidad ha entrado en una época post-materialista, en la cual los ejércitos de los espíritus oscuros, llamados en la Biblia las «hordas de Gogs y Magogs», invaden el mundo para habitar en medio de una humanidad mentalmente debilitada que se ha desprendido de los valores cristianos, no son más que parte de este proceso. Esta invasión puede tener lugar a través de cultos inventados y rituales delirantes, perversiones institucionalizadas por la cultura y el arte posmodernos. No obstante, viene precedida por la gigantesca obra de la civilización moderna que buscó desarraigar la cosmovisión cristiana de las sociedades y sustituirla por el materialismo ateo. El «neopaganismo» es una obsesión, aunque podemos decir que la cosmovisión científica del mundo es mucho más peligrosa. Además, las distintas formas de satanismo contemporáneo, la cual incluye al «neopaganismo» (aunque no únicamente a esta corriente), fue posible precisamente gracias al tremendo trabajo realizado por el materialismo filosófico, científico y cotidiano. Es algo que debemos tener muy en cuenta
Notas del Traductor:
1. La palabra rusa язычник también puede ser traducido como lenguas.
2. Kápishche (Ка́пище) es, en un sentido amplio, un término obsoleto que se usaba para referirse al templo pagano; en sentido estricto, era el santuario pagano de los eslavos y el lugar de culto donde se reverenciaban las imágenes de los dioses.
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Miniatura de Santa Margarita, de las Horas de Juana I de Castilla, Países Bajos meridionales (¿Gante?), c. 1500, Add MS 35313 , f. 234v
Santa Margarita fue particularmente popular en el período medieval, y su culto e imagen se difundieron ampliamente. Sin duda, esto se vio facilitado por su inclusión en la Leyenda Áurea de Jacobus de Voragine . En este texto, se dice que Margarita nació en Antioquía en los últimos años del siglo III. Aunque era hija de un sacerdote pagano, Margarita se convirtió al cristianismo y juró castidad eterna. Se mudó a una zona en lo que ahora es Turquía con su madrina, y allí llamó la atención de un prefecto o gobernador romano. En un giro de los acontecimientos que recuerda a muchos de los otros primeros mártires femeninos, el prefecto le propuso matrimonio, pero Margarita decidió permanecer fiel a su voto y al cristianismo.
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El Latín
El latín es una lengua muerta. No es ya la lengua de ninguna nación o pueblo, pero hace 2500 años todavía la hablaban millones de personas.
Fue un idioma que se hablaba en el centro de Italia y con la expandión de Roma llegó a ser la lengua de todo el imperio, desde Portugal hasta Jordania y desde Francia hasta Egipto.
Es una lengua desinencial, las palabras cambian según su función. Por ejemplo, rey es Rex, ama es amat y reina es regina... Pero no se dice Rex amat regina... sino Rex reginam amat ... aquí regina es un complemento directo, entonces debe terminar en am... pero eso es porque pertenece a la primera declinación... Si la palabra perteneciera a a la tercera declinación como CANIS (perro), su complemento directo es CANEM.
El 70 por ciento de las palabras del castellano viene del latín. Pero hay que acotar algo, ya para mediados del imperio había dos tipos de latín: el culto y el popular. Casi todo el latín que sobrevivió en el castellano viene del popular. Por ejemplo, la gente culta, hace 2500 años, para decir caballo decían equus, el pueblo decía caballus, y este fue el que sobrevivó. Aunque equus lo encontramos en palabras como ecuestre o equitación.
Los cultos para decir casa decían domus, el pueblo decía casa, porque ningún pobre vvía en una domus. Una domus era como una quinta, una mansión, las casas eran las chozas de los campesinos.
La palabra pagano que muchos de ustedes han escuchado viene de paganus que signficaba campesino. ¿Porqué entonces se les decían paganos a los que aun no creían en Cristo?
Es que el cristianismo se propagó muy rapido en las ciudades. Los campesinos eran muy reacios a abandonar a sus antiguos dioses. Ellos siempre habían estado cerca de la naturaleza y les costaba eso de ya no creer en faunos, sátiros, dioses del agua, de la tierra o de la primavera. Le costó mucho a los primeros lideres cristianos evangelizar a los campesinos... o sea, a los "paganus".
Durante siglos la iglesia católica usó el latín como idioma ofificial. Me parece que esto fue abolido en el Concilio Vaticano II (Hace unos 60 años).
En la imagen la entrada de una antigua domus en Pompeya. En el piso hay un mosaico con un perro y la inscripción en latín CAVE CANEM... Se traduce correctamente como "Cuidado con el perro", aunque gramaticalmente ese CANEM es un complemento directo, la traducción más correcta es : "CUIDADO, EL PERRO" y nos habla más o menos de como ellos hablaban, por ejemplo, no decían: Los soldados tomaron la ciudad, sino algo así como "Soldados, ciudad tomaron".
Para finalizar. hay una palabra latina o una forma de decir algo que siempre me ha gustado, porque es un fósil del idioma, una palabra que se coló, que sobrevivió... Ustedes saben que la conjunción copulativa es y. Por ejemplo: Ciudad y Pueblo, pero aunque ellos también tenían esa y (La escribían ET), tenían también otra forma de escribirla. La escribían: QUE, y al final de la palabra, Por ejemplo. URBE POPULUSQUE (La ciudad y el pueblo).
Ese QUE, como conjunción "y", todavía a veces lo usamos... Cuando dices:
César está escribe que escribe... Es porque quieres decir: César está escribe y escribe. O También Cuentame que te cuento: Cuentame y te cuento.
Y a propósito de CAVE CANEM... a los antiguos romanos les gustaba mucho esas frases que tenían cierta cacofonía... Las construían a propósito y si algunas se daban de forma natural como CAVE CANEM mucho más les gustaba. Hay una que seguro han escuchado: URBE ET ORBI... (A la ciudad y al mundo).
Si llegaste hasta aquí, gracias por leer.
Y un ejercicio final... Uno de los emblemas de Roma eran las siglas: SPQR...
¿Qué significa?
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¿Sabías que la noche de San Juan tiene un origen pagano, relacionado con el culto al sol y la llegada del verano?
Nuestros ancestros celebraban el 21 de junio el solsticio de verano. Los solsticios, que significa “sol quieto”, eran muy importantes para ellos.
Para dar la bienvenida al sol y agradecerle sus beneficios, encendían hogueras en las que quemaban todo lo malo y se purificaban.
Las hogueras también servían para ahuyentar a los malos espíritus y atraer la buena suerte. Saltar por encima del fuego era un ritual de protección.
Más tarde, la Iglesia Católica adoptó esto como conmemoración del nacimiento de Juan Bautista, el 24 de junio. Según la Biblia, Zacarías anunció el nacimiento de su hijo con una gran hoguera.
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