#Cosa Nostra EP
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.@Countree_Hype Brings The Artillery Out With New "Cosa Nostra" EP
Producer Countree Hype is ready for global domination. Having built a steady following with hits galore, he has his focus set on making the world get really familiar with his brand. He has lent his sound to the likes of Intence and Kraff which resulted in major hits, and with his new “Cosa Nostra EP“, he’s going up a few gears. The 7-track “Cosa Nostra EP” features various themes for every type…
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E-GIRL PACK GIVEAWAY !!
Italian below for all my Italian friends <3
This new season of MCL surprised me in different ways, so i’m going to divide a bit my opinions in different categories.
History and Gameplay
We all probably grew up playing MCL and the shift of target perceivable. I finally feel very engaged with the dialogues and they made such a good job into making it interesting keeping the game very chill and enjoyable. I can’t wait to have more.
One thing i also love about the game is that we have the possibility from the beginning to meet our crushes also outside the offices. I feel it to be more real and it gives me the impression to be closer to the crushes.
+ the little private messages are so cute, i love the fact that we can interact with them when the ep is over aaaa
AP, VIP and Jokers
Ok SO. I’m so happy the VIP option is out. I love how it is structured and i love the fact that there are some fits/rooms included. It gives me the possibility to buy some more clothes for the contest without loosing the chance ti follow the story as soon as a new ep. comes out.
I also like the fact that even without VIP, I personally found the AP system very accessible. I’ve only bought a VIP out of the three possible and the previous times, by using my jokers correctly, I’ve always managed to finish the episode having some AP still left.
Mini games
The room, the goose, i love this SO much. When i was little, for the previous games, i didn’t have the possibility to buy cool clothes with real money. THIS finally gives me the opportunity to have more and my inner child is so happy about it.
First of all, the missions can give you some complete fits/rooms, so our closet gets bigger and bigger.
And then we have the contests!! I love them so much because i like to spend time dressing up my candy, but i also really like the interaction between the players. Since i’m not an usual visitor of the forum, it makes me feel closer to them.
that’s it<3
ita 🇮🇹
Allora !! Questa nuova season di MCL mi ha sorpresa sotto diversi punti di vista, dunque scriverò le mie opinioni dividendole in categorie.
Storia e Gameplay
Penso che qui siamo un po’ tutti cresciuti giocando a MCL e si può decisamente percepire il cambiamento di target. Sono così felice di sentirmi di nuovo coinvolta con i dialoghi. Credo che sia stato fatto un ottimo lavoro nel rendere il gioco interessante, mantenendolo sempre molto chill. Non vedo l’ora di avere nuovi ep.
Un’altea cosa che adoro del gioco è l’avere la possibilità sin dall’inizio di incontrare le nostre crush anche al di fuori l’ufficio di lavoro. Non so, sento che sia più reale e mi dà l’impressione di essere più vicina alle crush.
+ i messaggi privati sono carinissimi, amo poter interagire con le crush quando l’episodio è finito hehe
AP, VIP e Jokers
ALLORA. Sono troppo felice del fatto che ci sia il VIP!! Mi piace il modo in cui è strutturato, mi piace l’inclusione di fits e camerette, mi piace tutto!! Mi dà l’opportunità di comprare dei nuovi vestiti per il contest senza perdere la possibilità di seguire la storia non appena un nuovo episodio è fuori.
Mi piace anche il fatto che il sistema AP sia accessibile anche senza acquistare il VIP. Personalmente ho comprato solo uno dei tre VIP e le volte precedenti, usando saggiamente i miei jokers, sono sempre riuscita a finire l’episodio avendo ancora degli AP rimasti.
Minigames
La stanza, la nostra oca, li adoro!! Quando ero piccola, giocando i precedenti MCL, non avevo la possibilità di comprare vestiti cool per la mia dolcetta con i soldi dei miei. La mia inner child ora è felice, sapendo di poter avere nuovi fits gratuitamente.
Prima di tutto, le missioni ti danno un full outfit/camera, quindi il mio armadio si fa sempre più grande.
E poi i concorsi!! Li adoro alla follia, mi pome passare il tempo a vestire la mia dolcetta e adoro l’interazione che gli altri giocatori. Non essendo un’assidua frequentatrice del forum mi fa sentire più vicina agli altri!
Questo è quanto <3
Thank you @tetrakys for the opportunity !!
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 46
Okay, Masaya sembra ammettere qui di aver appena scoperto la propria trasformazione ... Wow, molto aplomb considerando che il suo punto di vista dovrebbe essere quello di un ragazzino delle medie che ha scoperto di diventare un guerriero interspecie qualora la sua ragazza sia in pericolo - cosa di cui non ha mai ricordato nulla fin'ora. Non sa perché si trasformi, tecnicamente non sa nemmeno se il Cavaliere Aò sia un'altra versione di se stesso o magari un'identità separata che vive in lui, ma okay, tutto tranquillo, ne parlano dopo giorni.
Nel manga si facevano poche domande perché non ne hanno avuto il tempo materiale, in New ne avevano anche meno, quest'arco narrativo del vecchio anime con Er Cavaliere Aò parte integrante della squadra poteva essere interessante ma è stato gestito in un modo che crea troppi buchi di trama.
Interessante invece la fretta che Profondo Blu mette addosso a Pai e Taruto per risvegliarlo. Si percepisce una certa disperazione in lui; grazie alle sue interazioni pre-risveglio con gli alieni, è un personaggio più sviluppato rispetto a quello del manga, e non ha il problema della turbo-redenzione di New.
Sì okay, le ragazze sono state un po' imbarazzanti, ma nulla a che vedere con quel che hanno combinato nel manga.
- Il futuro dell'umanità dipende dalla nostra missione.
Posta così, la cosa più ic sarebbe che Masaya stesse pensando un bel 'e chi se ne frega'. Oppure Ichigo è già riuscita a fargli cambiare idea? Non lo sapremo mai perché questa sottotrama di sviluppo del personaggio è del tutto inesistente nel vecchio anime.
Zakuro inizia ad avanzare sospetti su Masaya, dimostrando che almeno qualcuno è capace di farsi due domande base in questo anime.
🎶E sul binario stava la locomotiva!!!🎶
- Se dobbiamo combattere, almeno dovremmo sapere per che cosa!
Per la sopravvivenza dei vostri rispettivi popoli, Purin.
Interessante il finale con le Mew Mew che salvano Ichigo E Masaya con un bell'attacco combinato.
Tutto sommato episodio tremendamente filler, ma carino.
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Gea - Il singolo “M-AMA”
Il brano della cantautrice estratto dall’EP “Lunatica” è sui digital stores e dal 21 giugno nelle radio
“M-AMA” è il singolo dell’artista e cantautrice Gea, vincitrice della categoria inediti del Premio Nazionale Apulia Voice, fondato e diretto da Mimmo Taurino e dell’importantissimo riconoscimento “Premio Miglior Testo - Città di Taranto” e segna l’inizio dell’Ep dal titolo “Lunatica”, presente sui principali stores digitali e dal 21 giugno nelle radio italiane in promozione nazionale. Una produzione curata nei minimi dettagli, dall’arrangiamento raffinato ed elegante vestito da una chitarra acustica degna di nota che dona al tutto un forte impatto emotivo. Melodie che ben sposano l’impeccabile interpretazione di Gea, sentita e autentica, colma di sincera passione, che evidenzia una maturità artistica decisamente fuori dal comune.
“M-AMA” ripercorre la lotta interiore che con la crescita è in costante mutamento attraverso gli occhi di una Gea bambina che si trova magicamente adulta, ripercorrendo il suo passato e le sue difficoltà, in una realtà che non è dipinta nel modo in cui immaginava. Una denuncia nei confronti del sistema che attraverso il ritmo dinamico e l’influenza di diverse lingue come lo spagnolo ed il francese diventa la chiave per aprire la porta dei limiti della discografia italiana, dando vita non solo ad una rivoluzione interiore, ma anche a un’inclusione culturale che abbatta le barriere per rendere l’ascoltatore consapevole dei problemi all’interno della nostra società. Crescere, evolversi e costruire un proprio pensiero anche se significa andare contro gli ideali della propria famiglia e del proprio paese per disegnare la versione migliore di sé stessi.
Attualmente Gea è in tour, finanziato da Nuovo IMAIE nell'ambito del “Bando art. 7 Audio anno 2022 - Premi e Concorsi” in quanto vincitrice di MArteLive 2022.
Ascolta il brano
L’artista racconta
“Lunatica” Unplugged è molto più di un EP, è la voce della rivoluzione che, in una chiave romantica contemporanea, invita la me delle diverse epoche e tutti coloro che si sono sentiti "diversi" almeno una volta nella vita, a trovare il coraggio di essere sé stessi per creare una propria dimensione nel quale sentirsi al sicuro dai giudizi della società, per essere liberi.
L’integrazione, la fantasia, la libertà d'espressione e l'amore sono elementi fondamentali che hanno caratterizzato la mia crescita personale e che mi permettono di sognare senza essere contaminati dal male. Sono questi, infatti, alcuni dei temi presenti nei brani: “M-ama”, “Dreamer of the time”, “Demons” e “Anche se Piovesse il male”; 4 brani mixati presso lo studio di registrazione “Sorriso Studios” di Bari, grazie al lavoro chirurgico di Tommy Cavalieri, produttore musicale e di Kekko Fornarelli Musicista, compositore e produttore.
Brani apparentemente diversi ma simili, parte della stessa anima ma con cuori diversi che parlano di me, di voi, di noi. L’EP possiede un sound Pop Folk ed Indie Country e nasce come un viaggio nel quale ho voluto catturare l'essenza della mia musica senza limiti in una chiave interamente acustica, quella che nella mia vita è stata l’essenza di tutto, unendo in modi e in mondi differenti le mie emozioni nei confronti della società, la mia visione interiore, le tenebrose esperienze che ho trasformato in luce e la mia formazione come musicista e batterista, riportandola costantemente nella ritmica e nel connubio tra doppie voci e incastri dinamici, cosa che penso sia alla radice del suono nella sua forma più naturale ancor prima che esso esista. Sono convinta che la musica sia un canale in cui, ciò che non conosciamo si presenti a noi in forma di melodia cercando, attraverso la natura, di rispondere alle domande che “ancor in core” non conosciamo ma che chi ascolta davvero traduce in suono ed emozioni. Infatti, Lunatica non ha una data di inizio e di fine; il brano che ha “vissuto” di più si intitola “Anche se piovesse il male” ed è figlio del 2015, ma contiene dei messaggi che, col tempo, sono diventati importanti per me, come un mantra e rappresenta qualcosa che avevo necessità di liberare da me. La scelta di scrivere in diverse lingue come l'inglese, l’Italiano, il francese e, un po', lo spagnolo mi appartiene di natura, poiché la mia scrittura nasce dal mio flusso di coscienza: libero, impenetrabile dagli schemi dal panorama della discografia italiana che prova spesso in tutti i modi a cambiare questa mia visione e di limitarmi alla lingua madre, con scarsi risultati data la mia forma di ribellione presente in questo lavoro. Questa diversità linguistica, infatti, riflette la mia visione di un mondo senza confini, dove la musica supera le barriere culturali e abbraccia l'universalità dell'emozione umana che, attraverso la scoperta di sé ed il rapporto intenso con la natura, mi fa sentire libera in una realtà di apparenze.
Instagram: https://www.instagram.com/gea__official/
YouTube: https://www.youtube.com/@geaofficial2120
Spotify:https://open.spotify.com/intl-it/album/39ykm9ViUm2oEwqbisTkwx?si=q5QnjeijQJqaAMMJ9FpoBw
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Storie vecchie eppure sempre affascinanti.
La cosa interessante è vedere, anzi sentire, come parla, come pensa una persona come Licio Gelli, e così quel tipo di gente lì. Capire a che livello stanno, quanto siano distanti dalla nostra normalità, della vita della gente che lavora, fa figli, li cresce, cerca di mettere un po' di soldi da parte magari per andare in vacanza. E seppur distanti come riescano ad influenzare tale normalità. A volte in maniera subliminale, altre facendo saltare un treno col tritolo!
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✨🎲 Trasforma la tua serata in un café virtuale con "Asmodee - Coffee Rush"! 🎲✨
Cari amici di Tumblr, è arrivato il momento di indossare il grembiule virtuale e diventare il barista più veloce del bar! Nel nostro ultimo episodio di "Cinque Minuti Un Gioco", esploriamo "Coffee Rush", un gioco da tavolo coinvolgente per 2-4 giocatori.
👉 Cosa vi aspetta:
Divertimento strategico e decisioni rapide
Gioco perfetto per serate in famiglia o tra amici
Sfide che stimolano la mente e lo spirito di squadra
Ascoltate l'episodio e preparatevi a essere catturati dalla frenesia di "Coffee Rush"! 🏃♂️☕
📢 Condividete questo post con i vostri amici appassionati di giochi e unitevi alla nostra avventura ludica!
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GIUSEPPE D'ALONZO ed ELISA SANDRINI presentano CANZONI PER CHI.. unnbellissimo duetto per una canzone.. semplicemente pop
GUARDA IL VIDEO
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IL BRANO
Canzoni per chi... non è interrogativa come si potrebbe pensare.
Nel titolo leggiamo i puntini di sospensione come fossero punti da unire per scoprire una trama, un disegno, una melodia, un po' come nella "pista cifrata" della settimana enigmistica.
"Canzoni per chi... sa di tè, dentro un caffè", si rivolge a tutte le persone che oggi si sentono attuali pur non essendo "social", quelle persone che riescono ancora a leggere un libro senza condividerne necessariamente contenuti ed emozioni, a chi vive con discrezione la propria intimità, non solo quella della camera da letto, a chi ha voglia ancora di soffermarsi qualche minuto ad ascoltare una canzone inedita dall'inizio alla fine ricavandone un significato, emozionandosi ancora per una cosa semplice...
Canzoni per chi si presenta con una melodia realisticamente PoP in cui gli strumenti predominanti sono la fisarmonica, il contrabbasso, il pianoforte e la chitarra acustica suonata in fingerpicking, un arrangiamento volutamente “sobrio” quasi privo di elettronica, in linea anche con il videoclip, girato a Roma, città apparentemente neutrale per i due cantautori, uno di Pescara, l'altra di Parma.
Eppure, Roma è stata una scelta non affatto casuale, suonare fisarmonica e chitarra nei vicoli di Trastevere ci riporta nell'epoca degli "stornelli romani" tanto cari a Giuseppe D'Alonzo che pur dieci anni della sua vita a Roma li ha vissuti e che al suo quartiere di adozione ai tempi dedicò "A Monteverde mai".
IL VIDEO
Protagonista del video, insieme ai due cantautori è Matisse, il pesce rosso di Giuseppe, che prende il nome dall'autore del famoso quadro “I Pesci Rossi”.
Poco più di un secolo fa chi ritraeva questo soggetto era un impressionista e il risultato è un quadro dai colori meravigliosi, che ci fa immergere nel suo mondo e ci regala buonumore ed emozioni positive ogni volta che lo osserviamo dal vivo o in foto, è una icona se vogliamo.
Nel mondo degli algoritmi e dell'intelligenza artificiale la nostra artista alienata di fronte allo stesso soggetto ritrae le traiettorie che il pesce rosso compie nella boccia...e allora la domanda è: saremo ancora capaci di osservare la bellezza senza i filtri della tecnologia?
Avremo ancora la capacità creativa o la stiamo delegando alle macchine che “creano” secondo algoritmi?
Il video è stato girato da Alfredo Tarantini e montato da Jacopo Canali.
BIOGRAFIA
Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.
Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016 con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese.
A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano.
Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020
Ultimo singolo all'attivo, “Decuisamente Labile” nato nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotto dall'etichetta milanese Maninalto!
Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani in italiano la cui uscita è anticipata dal singolo estratto “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion
l'EP esce invece con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”.
Il 2023 è contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut.
Presenza sui social media:
Elisa Sandrini si diploma in pianoforte classico e si laurea in canto al Conservatorio di Parma, suonando in adolescenza anche il flauto traverso per qualche anno e scoprendo dai 21 anni un amore per la fisarmonica.
Negli anni suona in vari progetti come cantante, pianista, fisarmonicista ma la sua ricerca profonda è sempre stata rivolta all’universo del canto, della parola e del respiro e quindi della comunicazione. Nel 2018 pubblica il primo disco da solista “COME UN TIC TAC” , a dicembre 2021 pubblica il singolo “MIELE ANTICO” e nel 2023 pubblica l'album Kafka. Il compito dell’artista è un processo alchemico, di trasformazione, interiorizzazione ed esplosione, modifica, elaborazione e, in fase di esecuzione, di assoluta condivisione con il pubblico e di forte trasporto emotivo. L’obiettivo dell’artista, per Elisa, è donare qualcosa allo spettatore, sconvolgere e smuovere qualcosa dentro l’animo umano, creare un’energia magica e di stravolgimento che provochi un flusso di emozioni, idee, e renda lo spettatore critico riguardo il proprio sentire profondo.
Elisa da anni si esibisce in teatri, piazze, festivals, hotel di lusso tra Italia, Svizzera e Germania.
E' anche conduttrice televisiva per l'emittente ByoBlu di Milano, conduce il programma “Mestieri e Sogni”
Questo è il suo canale Youtube.
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Enemynside: la nostra musica è ciò che siamo
Una carriera quasi trentennale alle spalle, diversi dischi, successi e tour nazionali ed internazionali. Questi gli Enemynside di oggi. Dalle parole di Matt, emerge come sono cambiate le cose nel corso di questi 3 decenni e di come la band oggi sia esattamente il riflesso delle personalità che la compongono. Aspetto che si riflette anche nella musica proposta. Coerenza, crescita, sperimentazione sono solo alcuni degli elementi che animano questa chiacchierata tutta da leggere.
Una presentazione per chi non vi conosce
Ciao a tutti, noi abbiamo iniziato il nostro percorso musicale sotto il monicker Scapegoat nel 1994. Il genere proposto era un heavy-thrash influenzato sia dal metal classico che dal thrash metal. Nel 1999 la band decide di cambiare nome in Enemynside e spostare le sonorità tutte in direzione thrash aumentando decisamente anche il bpm dei pezzi. Dal 2003, anno di uscita del nostro primo album “Let The Madness Begin…” per TempleOfNoise/Frontiers, abbiamo realizzato 4 dischi e 3 EP riuscendo spesso nel corso degli anni a portare la nostra musica in giro per l’Europa sia all’interno di festival che come headliner e opener a bands internazionali.
Iniziamo dal vostro penultimo lavoro. Il segreto che, dopo tanti anni, permette di scrivere ancora ottima musica?
La passione per quello che facciamo, noi siamo quello che suoniamo. Nessuno di noi campa con l’attività degli Enemynside, quindi se non fosse stata la passione a portarci avanti avremmo già smesso da tempo per dedicarci ad un hobby meno dispendioso
Come sono nati i brani?
I pezzi di Chaos Machine sono nati dopo un periodo di stallo che la band ha vissuto fra il 2013 e il 2016. In quel lasso di tempo cessammo l’attività per una sorta di burn-out: quando metti tutto te stesso in un progetto cercando di portarlo avanti sempre in maniera professionale (e in parallelo al quotidiano lavorativo che ti prosciuga le energie) ma non vedi il riscontro che pensi di meritare a volte è una cosa che può generare frustrazione e insoddisfazione. In quel caso un mix di avvenimenti avversi ci portò a dire basta. Quando poi decidemmo di ripartire nel 2016 lo facemmo con le idee molto chiare e i pezzi vennero fuori in maniera molto naturale. La maggior parte delle canzoni presenti sull’album sono frutto di idee partorite nel 2018, solo Deadline, No God In Kolyma e forse un’altra hanno radici nel nostro passato compositivo.
C’è stato un approccio diverso alla composizione rispetto ai vostri dischi precedenti?
No, il modus operandi è rimasto lo stesso: io propongo un pezzo a Fran, lui ne propone uno a me, se siamo d’accordo sulla bontà delle idee ci si lavora per dargli una struttura di massima e poi passarlo alla sezione ritmica per gli arrangiamenti di basso e batteria. Il tutto poi viene provato in sala e modificato fino a rendere il pezzo soddisfacente per tutti quanti. L’unica novità è stata il mio apporto a livello di testi, cosa che non era mai successa prima per i tre album precedenti.
Perché avete deciso di continuare a suonare thrash?
Perché come dicevo prima siamo quello che suoniamo. Sappiamo che questa è una nicchia e le sonorità delle bands di oggi spesso sono più estreme e violente, ma per quanto mi riguarda non credo che riuscirei a suonare per esempio metal-core solo perché magari è una scena con più fermento e i gruppi hanno un responso maggiore e più visibilità. Quello che suono è quello che mi viene spontaneo fare e così anche per gli altri. Poi nel corso degli anni abbiamo anche sperimentato un po’, ma sempre all’interno del genere.
L’aspetto più difficile del vostro modus creativo?
Trovare le idee giuste senza che possano risultare scontate o che suonino soltanto come dei clichè del genere. Ciò che senti su disco è la summa delle nostre idee migliori del momento, ma per 50 riff che hanno superato la selezione ce ne sono almeno altri 200 che sono stati scartati!
Il vostro è un lavoro piuttosto variegato, ossia comprende diverse influenze. Frutto della semplice composizione o una scelta?
Frutto di quello che siamo oggi, la musica riflette le sfumature delle nostre personalità, non siamo più una cosa sola (come magari nel periodo adolescenza/post-adolescenza) ma abbiamo diverse sfaccettature che inevitabilmente si riflettono anche nella musica che componiamo, che di base rimane di matrice thrash ma incorporando anche altri elementi
Quale musica ascoltate?
Ah beh…..bella domanda. Un sacco di cose diverse, ognuno ha le sue fisse, al momento io mi sto drogando di Machine Head e Trivium per esempio ma amo tantissimo anche gruppi come i Muse o i Guano Apes. Fran va dal blues di J.Mayer agli Slipknot, Fabio è malato per i Death (gruppo che adoriamo tutti quanti comunque), Andrea è un fan incallito dei Pantera…….insomma, siamo abbastanza trasversali!
Sono cambiati i vostri testi? In che modo?
I testi riflettono principalmente riflessioni personali su ciò che ci circonda e sono il veicolo per “spurgare” quel malessere interiore che si genera quando si ha la sensazione di essere vittime di ingiustizie (sia sociali che personali) o di non riuscire ad afferrare il senso del proprio percorso esistenziale . La novità è che in questo album è presente un mini-concept rappresentato da 3 pezzi con la stessa tematica: “Frozen Prison Cell”, “The Terror” e “No God In Kolyma”. I testi sono stati ispirati da diversi libri che ho letto in merito alla dittatura nell’epoca dell’Unione Sovietica e ne analizzano le sfumature psicologiche che caratterizzavano gli oppressi e le vittime del regime in questione. Gli altri testi sono incentrati sulla realtà odierna e sulle disfunzionalità che certe sovrastrutture generano in chi vive nella nostra epoca.
Quanto contano le parole in un disco?
Penso sia un fattore soggettivo, ti direi che la prima cosa che arriva generalmente è l’impatto della parte strumentale, ma credo che se ci si voglia calare completamente nelle atmosfere di certi tipi di musica anche il messaggio lirico sia fondamentale.
Tante band cercano di riprodurre ciò che è stato perché la musica di oggi non vale nulla. Voi come la pensate?
Che è difficile ormai inventare qualcosa di nuovo e che per farlo si perde spesso in spontaneità. Quello che ha reso dei classici dischi usciti fra gli anni ‘70 e ’80 (m anche in parte nei ’90) era l’urgenza espressiva, a volte semplice ma cmq efficacissima ed ispirata. Ora se non punti sulla forma, se non ti inventi una formula interessante per farti notare, se non “carichi” la proposta a volte in maniera esagerata (con suoni o immagine) non riesci ad attirare l’attenzione. Quindi a chi invece vuole riappropriarsi della visceralità creativa di un tempo è più facile che venga spontaneo ispirarsi a dei modelli passati che hanno fatto la storia.
Qualcuno ha detto che diversi artisti storici oggi continuano a produrre più per ‘contratto’ che per passione. Secondo voi?
Nella maggior parte dei casi per i suddetti artisti storici questo ormai è lavoro, non solo per loro ma anche per tutte le persone che gravitano intorno all’organizzazione dell’attività della band. L’indotto che porta un live dei Metallica per esempio è enorme e c’è tantissima gente coinvolta dietro le quinte oltre a loro 4 che vediamo sul palco. Poi non escludo che ci sia ancora qualcuno che ci si diverta con la musica nonostante l’età. Non seguo i Rolling Stones ma ho sentito da più parti che il loro album uscito di recente sia il migliore da diversi decenni a questa parte.
La musica oggi dovrebbe essere più…?
Considerata! E’ una forma d’arte che sembra quasi essersi svalutata con l’avvento del digitale. La gente ormai è abituata a usufruirne in maniera gratuita tramite i vari servizi di streaming ma dietro ai dischi c’è sempre comunque un lavoro enorme da parte degli artisti. Partendo dalla preparazione individuale fino ad arrivare alle prove e al lavoro di composizione e produzione, chi fa le cose in maniera professionale investe tanto tempo e soldi per qualcosa che poi li ripaga, se va bene, solo a livello artistico.
Una band per cui vi piacerebbe aprire?
Troppe, potrei darti una risposta scontata citandoti una band a caso fra quelle che stimiamo, ti rispondo invece i Guano Apes perché così finalmente potrei conoscere Sandra Nasic che adoro
Una che vorreste aprisse per voi?
Se sta bene a loro suonare prima di noi a me vanno cmq sempre bene i Guano Apes!
Il vostro concetto di underground?
L’underground è tutto quel fermento del sottobosco musicale in cui è possibile ogni tanto scoprire artisti interessanti e non ancora “corrotti” da dinamiche mainstream. Gruppi che suonano quello che vogliono per la loro nicchia e che sono in connessione sia con loro stessi e la propria musicalità che con il pubblico che li supporta.
La sua ‘malattia’ peggiore? La cura?
Non posso fare un discorso generale perché non ho una visione completa sull’underground internazionale. Di sicuro potrei dirti che ci sono personaggi che sfruttano la voglia delle band di emergere promettendo, in cambio di cospicui compensi, servizi che a volte non sono all’altezza degli accordi presi. La cura per questo potrebbe essere il passaparola fra i gruppi: informare quando ci sono addetti ai lavori poco trasparenti e dall’altra parte fare pubblicità a chi dimostra di sapere lavorare in maniera onesta.
Una band o un artista underground che consigliereste?
I primi che mi vengono in mente sono gli Angelus Apatrida, gruppo spagnolo che negli ultimi anni è riuscito a guadagnarsi una discreta notorietà grazie alla qualità sempre alta delle loro pubblicazioni ed esibizioni live. Certo si tratta sempre e comunque di una nicchia visto che la loro proposta è fortemente di matrice thrash, ma vale la pena dargli un ascolto a prescindere dai gusti…..
Una mainstream che vi stupisce?
Sono un amante dei Muse da svariati anni ma li ho visti dal vivo solo di recente (Stadio Olimpico Luglio 2023), il loro impatto live è davvero incredibile, sia da un punto di vista musicale che scenico.
Ieri l’idea, oggi il disco, e domani…
Il tour! Per fortuna sembra che le cose si stiano rimettendo in moto piano piano dopo il periodo di blocco dovuto alla pandemia. Prima del 2020 avevamo preso a suonare all’estero con una certa continuità scoprendo come il genere che suoniamo sia molto seguito in Spagna. Proprio in Spagna stiamo per ufficializzare 4 date per il mese di Marzo 2024
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta?
Non ce l’hanno mai fatta perché non è mai arrivato quel momento, quindi ci piacerebbe che un giorno ci venisse chiesto: “Com’è stato arrivare al successo dopo cosi’ tanti anni di attività?”
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste?
Probabilmente i Metallica nel ’91 chiedendogli di smettere dopo la pubblicazione del Black Album per dedicarsi solo ai live!
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge
Grazie a voi di Tempi Dispari per lo spazio concessoci e a tutti i lettori che si sono soffermati a leggere questa intervista. Continuate a seguire le bands underground che meritano e fatevi sentire anche lasciando commenti sui relativi social e supportando i gruppi acquistando il merch. Molti potrebbero pensare che i feedback non vengano letti o possano risultare scontati per gli artisti ma non è così. Ogni testimonianza, ogni critica (sia positiva che negativa) ci stimola a perseverare e a fare sempre meglio.
Visitate i nostri social raggiungibili da https://lnk.bio/enemynside
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METAMOSAIC Ep. 10 | Genitorialità e Stato
Cosa comporta crescere dei figli? Come può lo stato prendersi cura delle famiglie? Qual è il modello svedese? Potremo scegliere le caratteristiche genetiche dei nostri figli?
Queste tematiche saranno presenti nello spettacolo teatrale REPLIKA, il terzo capitolo della saga TOTENTANZ della Markus Zohner Arts Company, con debutto il 18 novembre 2022 al Teatro Foce di Lugano, Svizzera.
A maggio 2022 la compagnia si è trovata a Firenze per tracciare le tematiche e i contenuti dello spettacolo REPLIKA, nello splendido spazio G.A.D.A. presso la chiesa sconsacrata di San Francesco dei Macci.
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Metamosaic è la serie podcast dove ti offriamo dei tasselli di conversazioni svolte durante la settimana intensiva di ideazione del terzo capitolo della saga TOTENTANZ, prodotta dalla Markus Zohner Arts Company per l’Associazione Artistica PETRUSKA.
Futuro, tecnologia, intelligenza artificiale e umanità: come stanno cambiando le nostre vite? Quali sono le direzioni possibili?
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Abbiamo registrato queste sessioni con un telefono, inizialmente per documentazione nostra e archiviazione. Tornando a Lugano, abbiamo visto che potrebbe essere interessante di condividere i pensieri e di dare a un pubblico la possibilità di partecipare alle discussioni. Il nostro collaboratore Luca Massaroli ha preso in mano il materiale e l'ha trasformato in un podcast di 12 puntate: METAMOSAIC – tasselli di conversazioni.
Le conversazioni sono state registrate nello splendido spazio G.A.D.A. di Firenze, nella chiesa sconsacrata di San Francesco dei Macci.
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Con: Patrizia Barbuiani, Alessandra Francolini, Edoardo Groppler, Luca Massaroli, Sandro Pianetti, David Zurbuchen.
Regia e tecnica: Luca Massaroli.
Direttore artistico: Markus Zohner.
Produzione: Markus Zohner Arts Company per Associazione artistica PETRUSKA, Lugano / Svizzera.
Ascolta la nuova puntata!
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METAMOSAIC Ep. 10 | Genitorialità e Stato
Cosa comporta crescere dei figli? Come può lo stato prendersi cura delle famiglie? Qual è il modello svedese? Potremo scegliere le caratteristiche genetiche dei nostri figli?
Queste tematiche saranno presenti nello spettacolo teatrale REPLIKA, il terzo capitolo della saga TOTENTANZ della Markus Zohner Arts Company, con debutto il 18 novembre 2022 al Teatro Foce di Lugano, Svizzera.
A maggio 2022 la compagnia si è trovata a Firenze per tracciare le tematiche e i contenuti dello spettacolo REPLIKA, nello splendido spazio G.A.D.A. presso la chiesa sconsacrata di San Francesco dei Macci.
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Metamosaic è la serie podcast dove ti offriamo dei tasselli di conversazioni svolte durante la settimana intensiva di ideazione del terzo capitolo della saga TOTENTANZ, prodotta dalla Markus Zohner Arts Company per l’Associazione Artistica PETRUSKA.
Futuro, tecnologia, intelligenza artificiale e umanità: come stanno cambiando le nostre vite? Quali sono le direzioni possibili?
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Abbiamo registrato queste sessioni con un telefono, inizialmente per documentazione nostra e archiviazione. Tornando a Lugano, abbiamo visto che potrebbe essere interessante di condividere i pensieri e di dare a un pubblico la possibilità di partecipare alle discussioni. Il nostro collaboratore Luca Massaroli ha preso in mano il materiale e l'ha trasformato in un podcast di 12 puntate: METAMOSAIC – tasselli di conversazioni.
Le conversazioni sono state registrate nello splendido spazio G.A.D.A. di Firenze, nella chiesa sconsacrata di San Francesco dei Macci.
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Con: Patrizia Barbuiani, Alessandra Francolini, Edoardo Groppler, Luca Massaroli, Sandro Pianetti, David Zurbuchen.
Regia e tecnica: Luca Massaroli.
Direttore artistico: Markus Zohner.
Produzione: Markus Zohner Arts Company per Associazione artistica PETRUSKA, Lugano / Svizzera.
Ascolta il nuovo episodio!
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Drama Challenge
The oath of love (ep. 13-17)
L'AMMMMOREEEEE VOOOOLAAAAAAA.
Che cosa dovrei dire della coppia secondaria? Profonda quanto una pozzanghera, con lei che finge di non ricordare nulla di quello che è successo la notte scorsa, e lui che continua a fare il simpaticone nullafacente. Mah. Il nulla regna sovrano.
Per quanto riguarda la questione dell'andare all'estero per le cure, non ho capito come e perché al second lead sia venuta questa idea, e per quale motivo gli altri personaggi gli siano andati dietro. Se le cure lì procedono bene, qual è il problema? Per la prima volta mi sono trovata d'accordo con la second lead quando chiede risentita alla lead perché non si fidano di loro. Comunque sospettavo che alla fine si sarebbero fidati del dottor Gu e non sarebbero andati. Mi è piaciuta la lead che riesce in modo molto maturo a consolare la madre e a far riappacificare i suoi genitori (che a quanto pare sono la coppia con più angst di questa serie XD).
Che tenerezza il second lead che già si credeva parte della famiglia e futuro marito della lead. Povero lui. in realtà non mi dispiace
Oh. La second lead è stata scaricata e indovina? Non sono affatto sorpresa e nemmeno dispiaciuta sono stronza. La second lead più insipida della storia.
Caruccio Gu che dice alla second lead di non poter stare con lei perché ha bisogno di qualcosa di diverso, e di non volere una compagna che sia una versione di se stesso.
Troppo carino Gu che dice alla lead di essere bella sempre.
Ma quanto è stato carino quel "mi piaci" sulla bottiglietta??? L'ho trovato adorabile.
Finalmente, dopo vari equivoci, fraintendimenti ed infantilismi, la nostra coppia è riuscita a decollareee!! Mi è piaciuta la confessione di lui, molto carina.
L'uscita a sei è stata interessante XD, a partire dalla lead che decide di indossare dei tacchi su cui non sa camminare, per finire al dottorino che quando gli viene chiesto di posare per una foto con la sua fidanzata, lui si mette a braccia conserte. Ritratto quello che ho detto precedentemente: è ancora lontano dal diventare un essere umano.
Il primo bacio è stato oggettivamente bello. Certo, se mi metti i fuochi d'artificio ti piace vincere facile. A me non è piaciuto troppo proprio per questo motivo: è stato un bacio palesemente costruito per fare la bella scena, è stato proprio un bacio da film. Preferisco quando i baci accadono in maniera più naturale.
Dopo che il second lead è stato abbandonato a quell'improbabile cena a tre a cui ha fatto in modo di farsi invitare, si sarà deciso ad arrendersi o devo ancora vederlo provarci con l'aria di uno che è convinto di aver già vinto ma che in realtà non ha un briciolo di speranza?
Mi rendo conto che i miei commenti non sono molto lunghi. Potrei anche mettermi a parlare di ogni singola scena, ma prima di tutto non ho voglia, e poi non so quanto sarebbe interessante e quanto avrebbe senso. Quindi apposto così.
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Lorenzo Bonfanti: “Amare è così” - L’Album
Dopo la positiva esperienza a X Factor, un disco d’esordio che dà i natali alla sua carriera solista
L’amore: è importante dirlo ed è importante esserlo. Esce il primo disco di Lorenzo Bonfanti, lavoro che inaugura la sua carriera solista come cantautore. Dopo essersi distinto nelle audizioni dell’ultimo X Factor, arrivando alla fase degli Homevisit in squadra con Fedez, il 15 dicembre esce “Amare è così”, un disco che parla di esperienze, di amici, amori e tutto ciò che di più “banale” c’è nella vita di ognuno: argomenti già scritti, approfonditi, nutriti e cantanti. Perché allora parlare d’amore? «Perché sì. Perché è importante farlo. Senza le nostre “banali” esperienze, non saremmo chi siamo, non avremmo il nome che ci siamo scelti per combattere giorno per giorno i piccoli problemi della vita. “Amare è così” si piazza proprio in quelle fessure della giornata dove è più facile prendersi un attimo per ascoltare e per ascoltarsi. È un disco “facile”, un disco per tutti, scritto da uno come tanti, io, volendo che fosse leggero per chi lo ascolta ma profondo per chi vuole “navigarlo”. È uno spicchio di quello che provo, di come reagisco alla vita, sapendo che ho scritto per “buttare fuori” le ombre ma sperando che possa aiutare chi ascolta a buttare fuori le sue. Non tanto perché tutti abbiamo un’ombra dentro che dobbiamo esorcizzare, ma perché tutti meritiamo di mostrare la nostra migliore luce». Lorenzo Bonfanti
TRACK BY TRACK
1 - Amare è così Cosa resta, tolte le sovrastrutture umane dell’amore se non la verità del sentimento stesso? L’ho esplorato, in diverse forme e l’ho messo in musica. 2 - Incipit Ti è mai capitato di innamorarsi di qualcosa che non ha mai avuto? 3 - Colore Abbiamo tutti il diritto di fallire e nessuno ha il diritto di farci vergognare perchè vogliamo cambiare per essere felici. 4 - Rumore Una visione romantica della passione, dell’attrazione sessuale tra due amanti che si consumano nell’amarsi. 5 - Danny Una canzone per un’amico, per un’anima dolce che non si potrà mai descrivere: una canzone per Danny. 6- Alskär Innamorarsi nel segno e nel sogno dell’IKEA, dove puoi immaginarti a vivere una nuova vita, in una nuova casa, in un sogno che tutti possono permettersi. 7- Sfigato Essere o diversi o sentirsi diversi a volte sembra la stessa cosa; l’ importante è cambiare consapevolmente.
Lorenzo Bonfanti, classe ’92. Cantante per caso, cantautore per scelta. Autore delle musiche e dei testi degli Shiver Folk, con i quali pubblica tre EP e un disco. Nel 2016 vengono scelti come band da Davide Van de Sfroos per il “FOLKCOOPERATOUR”, conclusosi allo Stadio Meazza di San Siro. Dal 2022 è seconda voce e batterista della band Mercanti di Liquore. Da maggio 2023 inizia a pubblicare canzoni a suo nome, dando un’identità artistica come solista a “Lorenzo Bonfanti”. A dicembre 2023 pubblica il suo primo disco come cantautore dal titolo “Amare è così”. Partecipa all’edizione 2023 del programma X Factor Italia: viene scelto da Fedez per entrare nella sua squadra. Lorenzo ha una laurea in Batteria e Percussioni Jazz presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano, canta, suona chitarra, basso e pianoforte e le sue canzoni sono tutte autoprodotte.
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LA MAGICA MUSICA ECOLOGICA DI VENERUS
Un viaggio dentro e fuori da sé, un tuffo nella coscienza più liquida, l’abbandono della soffocante razionalità.
Il 19 febbraio 2021 è un giorno importante. Mentre il nostro paese tira un sospiro di sollievo e si permette di mettere il naso fuori dalla porta con l’arrivo della zona gialla, esce uno tra i prodotti musicali più attesi dell’anno. Andrea Venerus, cantautore e musicista originario di San Siro, pubblica Magica Musica, il suo primo album per l’etichetta Asian Fake (https://www.asianfake.com/), via Sony Music. Un assaggio del suo talento lo si aveva avuto con A che punto è la notte e Love anthem, i primi due EP rilasciati tra 2018 e 2019, dove l’artista aveva già dimostrato di aver imboccato una strada atipica all’interno del mercato musicale italiano, sintonizzandosi su frequenze che svariano dal jazz al soul, dal funk al blues. Dopo un paio di anni trascorsi a suonare e collaborare con varie personalità artistiche in tutta Italia, finalmente il lavoro è pronto: il wonder boy della musica italiana ci regala un ingresso gratuito nel suo mondo.
Sono due i singoli che precedono l’uscita dell’album. Si tratta di Canzone per un amico, scritta e pubblicata a marzo, durante il primo lockdown, e Ogni pensiero vola, lanciata nell’iperspazio dei digital stores a fine gennaio, esattamente dieci giorni dopo l’annuncio del nome e della data d’uscita del disco. Nel primo singolo è stato facile, quasi naturale, immedesimarsi. Una lettera scritta per un amico (conosciuto in arte come Cleopatria, amico e collaboratore di Venerus dal suo rientro nel Bel Paese) che si presta come strumento universale.
Forse è normale Sentirsi soli in un momento così (Canzone per un amico)
In un momento in cui le relazioni sono state messe a dura prova dalla grave situazione sanitaria era facile scivolare nell’oblio. Mai canzone fu più puntuale: un brano concepito per chitarra e voce, arricchito dal tocco magistrale di Mace, collega ormai fisso del cantante milanese (oltre alle numerose collaborazioni nell’album OBE i due hanno lavorato a 12 dei 16 brani di Magica Musica). Dopo aver appreso quale sarebbe stato il titolo dell’album, ricordo di essermi preoccupato. In un’era in cui il mercato musicale è saturo, dove per essere notato è necessario discostarsi dalla massa e cercare il particolare, l’impatto immediato, partendo dall’attirare il pubblico con nomi accattivanti, ho pensato che un titolo generico come Magica Musica potesse giocare a sfavore. A sciogliere ogni dubbio è stato il secondo singolo, Ogni pensiero vola. Accompagnato dal solito Mace, Venerus sintetizza in 3.53 minuti il messaggio dell’interno album. Sonorità eterogenee provenienti da angoli remoti del mondo. Strumenti che intervengono in modo puntuale e bilanciato. Ora la chitarra, ora il pianoforte, ora le influenze indù, ora le percussioni sintetizzate tipiche del nostro periodo storico. È da questo brano che mi è sopraggiunta quest’immagine; ho dovuto pronunciarla. Questa è musica ecologica.
Perché niente mi è mai chiaro visto da vicino (Ogni pensiero vola)
Le scienze ecologiche si basano sull’approccio sistemico, una metodologia proveniente dalle filosofie orientali dove si rifiuta la visione atomistica del mondo in favore di una visione di insieme. La realtà è vista come una fitta rete di interconnessioni fondamentali e necessarie. Questo pensiero si ripete nei versi successivi.
Ogni filo d'erba è un mondo visto da vicino E un giardino è un universo o poco più (Ogni pensiero vola)
Il ritorno alla natura: la Terra è un’immensa matrioska di ecosistemi che cooperano sinergicamente. Apparteniamo ad un sottolivello che è parte di un’entità più grande di noi. La meraviglia di amare, vivere in sintonia con la biosfera che ogni giorno ci offre un luogo da poter chiamare casa. Per raggiungere questo stato di coscienza Venerus ricorre alla sfera spirituale, all’esoterismo, allo psichedelico e all’allucinogeno, facendo riferimento al contesto iper-demonizzato delle droghe.
Cerco nuove strade per uscire da me, oh-oh Per superare ogni mio limite E scoprire poi al di fuori che c'è […] Se chiudi gli occhi, non sei più qui Scompaiono i confini del corpo E tutto ciò che ti circonda (Ogni pensiero vola)
Superare le barriere, la brama di sapere cosa c’è dall’altra parte, espandere la propria coscienza per eliminare i limiti del proprio corpo ed essere qui e altrove, ovunque e da nessuna parte. Rifiutare le etichette della società per aderire alla fluidità, alla cooperazione e all’integrazione. Raggiungere l’amore che unisce e regola i rapporti.
Forse è che appartengo a un mondo un po' magico Vorrei volare via lontano da qui E a volte sento tutto attorno un po' strano Chissà se qualcun altro è fatto così (Ogni pensiero vola)
Capita a tutti di uscire in una giornata di primavera (magari post-lockdown), prendere un respiro a pieni polmoni e innamorarsi ancora una volta del vecchio abete nel giardino di casa o delle strade che ci hanno insegnato a guidare. Per un secondo tutto ciò che ci appare nocivo sparisce e siamo un tutt’uno con la natura che ci circonda. Si sente un brivido difficile a spiegarsi. È una sensazione strana, quasi imbarazzante, ci si sente piccoli, ma in fondo una risposta non è necessaria. Un biglietto da visita più che valido.
La tracklist conta 16 brani e vari featuring di spessore, per palati sopraffini. Si nota fin da subito che la maggioranza dei titoli rimandano a concetti intangibili. Salvo Appartamento, Sei acqua e Lacrima=piccolo mare, i pezzi rimanenti rimandano alla natura metafisica del Buyo, delle Luci, della Solitudine, o il concetto di Fuori. Il tema ecologico inaugurato in Ogni pensiero vola, prosegue in Brazil, canzone molto internazionale, inserita nelle playlist di New Music Friday di Spotify in diversi paesi extraeuropei già dal giorno successivo alla pubblicazione. Un toccasana per la nostra musica. Oltre a ribadire l’importanza del concetto di rete e il rifiuto del modello cartesiano, spicca un evidente interesse per il tema dell’universo. Viene naturale chiedersi se siamo soli. Soprattutto oggi che conduciamo vite a 120 km/h e non riusciamo a creare legami stabili. Siamo soli anche fra 8 miliardi di persone.
È così umano perdersi Ci vuol poco, credimi (Brazil)
La mente umana non ha limiti: viaggia stando ferma, esplora universi immaginari, si nutre di emozioni reali. Il suggerimento di Venerus è di nuovo quello dell’esperienza extracorporea, che possa guidare il corpo e i sensi in una dimensione sommersa, in totale espansione, ancora tutta da scoprire.
Dopo essersi innamorati della notte più buia che spinge l’artista sempre più Fuori, Fuori, Fuori… e dopo il primo assolo di chitarra che ricorda IoxTe (A che punto è la notte), si ritorna con i piedi per terra. Il primo ospite dell’album è Frah Quintale: invitato nell’Appartamento di Venerus, aiuta a dare forma al primo featuring. La caratura del personaggio (figura ormai affermata del panorama hip-hop italiano) spinge a pensare ad un certo tipo di adattamento a livello di sonorità e testo, ma Venerus dimostra di mantenere le redini e non deraglia. Pur essendo ancora al principio del viaggio si notano due ridondanze che saranno ricorrenti lungo tutto il tragitto: in primis, il mondo, da intendersi come luogo dove semplicemente essere, fuori dal canone di normalità. L’amore, il dolore, la follia, l’eccesso, la poesia, coesistono senza farsi la guerra. In secundis, l’artista di Asian Fake si serve del metalinguaggio per raccontarci quanto la scrittura lo aiuti a conoscere la natura che lo circonda. Un mezzo per fare chiarezza, quindi, il canale comunicativo più adatto per diffondere il messaggio.
Con Sei acqua si raggiunge una delle tappe fondamentali del disco. L’ascoltatore si confronta con un brano che necessariamente richiede una seconda occhiata al titolo, perché, fin da subito, si ha la netta sensazione di essere testimoni di qualcosa di unico. Negli anni trascorsi a studiare musica a Londra, Venerus racconta di aver avuto l’occasione di assistere ad un concerto dei Calibro 35, collettivo di compositori italiani formatosi nei primi anni 2000. Durante il countdown dell’uscita del disco avvenuto sul canale Twitch di Asian Fake, il ragazzo di San Siro ha raccontato di quanto si sia sentito onorato di aver potuto lavorare assieme ad un’istituzione della storia musicale italiana. Una cooperazione di questa portata dimostra due cose. Venerus è un fenomeno catalizzatore per la musica italiana e la ricerca musicale che c’è dietro al suo disco è la dimostrazione del suo talento. Sei acqua è la punta di diamante del disco, oltre che pezzo di rilevanza internazionale assieme a Brazil.
Il suono delle campane d’apertura è puro risveglio spirituale.
Ho scritto una canzone da dare ai nostri cuori (Sei acqua)
La narrazione, facilmente divisibile in sequenze e accompagnata da una struttura musicale da fiaba, scritta probabilmente nel periodo vissuto a Roma, accarezza la sfera amorosa con grande delicatezza. Un pezzo che racconta come la vita sia eternamente guidata dall’amore, che annulla la distanza tra Terra e Cielo, dimostrando che siamo tutti, inevitabilmente, vittime di problematiche comuni. L’interludio in crescendo apre una sorta di feritoia spazio-temporale che dona all’interprete un momento di chiaroveggenza, in cui tenta di allinearsi con l’Universo. Terminata la trance, il brano ritorna sui binari originari con una nuova consapevolezza, in un’esplosione orchestrale che traghetta l’ascoltatore verso una nuova vita.
Dopo essersi fatti cullare da Una certa solitudine, è il momento di not for climbing e amanda lean, produttori emergenti della scena romana a cui Venerus aveva già dato spazio in Love Anthem. Solo dove vai tu è un sussurro all’orecchio, un momento di estrema sincerità dove si abbatte l’ultima barriera tra la persona che siamo e la persona che vogliamo essere. Si entra sulle punte, con la paura di fare rumore, e si esce senza riuscire a tenere ferma la testa.
Lucy (chiara citazione a Lucy in the sky with diamonds dei Beatles), assieme alla traccia numero 11, Ck, incarna più di tutte l’adesione dell’artista al mondo delle droghe sintetiche e ai suoi effetti. Le lettere LSD tatuate sul piede sono la dimostrazione di come l’artista classe ’92 non abbia mai nascosto di farne uso.
Quello che fai Ha un'eco in tutto ciò che ti sta attorno Ma forse non sai Che esiste un altro lato di quel mondo attorno a te Ma se mai, mai, mai tu vorrai Capirci giusto un po' di più Abbandona ogni struttura per un viaggio, un'avventura Potrai parlare al cielo se lo vuoi (Lucy)
Il groove di Lucy chiede a gran voce di ballare: è la canzone da festival per antonomasia. La natura duale di Ck, originariamente concepita come due brani separati, mette a confronto due mood: uno più sincopato e ansiogeno ed un altro più leggiadro e sonnolento. Se il primo è figlio di una sostanza eccitante, il secondo viene da una sostanza rilassante.
L’arte che permea Magica Musica proviene direttamente dall’Eden. Si tratta di un pezzo che non avrebbe sfigurato all’interno di A che punto è la notte, primo EP dell’artista. Si ricrea infatti un’atmosfera simile a quella di Senzasonno e di Note vocali, in una nuova connotazione cosmica, denotata da echi elettronici e dalla distorsione sulla voce. A dare nuovo umore (altro concetto ricorrente del disco) è l’arrangiamento a cui partecipa Phra dei Crookers, ennesima figura illustre che ha sposato il progetto di Asian Fake.
Se ancora non fosse stata percepita l’impronta spirituale dell’album, ecco Namastè, introdotta da percussioni esotiche e fiati orientaleggianti. Sopra una melodia che ricorda San Siro di Franco126, Venerus si diletta assieme al collega e amico Rkomi, figura camaleontica che è riuscita a coniugare alla perfezione l’hip-hop con il pop, vantando featuring assieme a grandi artisti come Ghali, Sfera Ebbasta ed Elisa. Dopo averli ascoltati in Non vivo più sulla Terra, uno dei pezzi di spicco di OBE, tornano a lavorare assieme confermando una straordinaria intesa: l’anagramma di Mirko si cala in modo eccezionale nell’immaginario di Venerus tracciando parallelismi tra il terreno e il metafisico, rimanendo allo stesso tempo fedele alla dialettica che lo ha reso un punto di riferimento per il grande pubblico.
Il cielo è il grembo, lei è la luna La vedo anche con le palpebre unite da una graffetta […] Le onde spezzano il tuo corpo, quel fuoco non vuole spegnersi Amore, cosa ci prende? (Namastè)
La già citata Ck è seguita da un intermezzo strumentale. Cosmic interlude è una traccia che i fan di Venerus aspettavano con trepidazione. Date le notevoli capacità compositive dell’artista, pare riduttivo incontrare un solo brano di questo genere. Le note dell’organo elettrico scivolano e si rincorrono. All’armonica rispondono suoni sintetizzati, sparati come raggi laser in uno scenario che rimanda a 2001: Odissea nello spazio. Tre livelli sonori che dialogano in un linguaggio ancora tutto da decodificare. Raggiunto il picco intensivo, l’astronave comincia a planare e atterra dolcemente, mentre qualcuno fa partire un carillon. Gli occhi sono ormai serrati, ma siamo vigili. Vogliamo sapere come va a finire, quanto ancora c’è da dire. Ancora non ci è dato sapere se la sonda inviata è stata in grado di trovare nuove forme di amore nell’universo.
Lacrima=piccolo mare, prodotta assieme a Vanegas e Mace, è un pezzo ingannevole: il ritmo inciampa ogni volta che le parole sembrano andare fuori tempo. A completare il quadro, l’intervento del sax di Coltreno, membro imprescindibile della band durante i concerti live.
Mentre il viaggio volge al termine, alla traccia 14 si trova l’ultimo featuring cantato. Vinny condivide il palco con l’icona del rap, nonché grande amico, Gemitaiz in Buyo. Tra violenti bending di chitarra e samples che si alternano e si sovrappongono, il rapper porta con sé gli 808 che recentemente hanno dominato le produzioni. Ancora una volta, Magica Musica. Tra i fumi della marijuana, in una dimensione onirica, i due mischiano i problemi della dipendenza a quelli d’amore con disarmante onestà, dimostrando quanto labile sia il confine fra le due sfere. In un momento di lucidità, Venerus fa scivolare sopra al tavolo un’eterna verità:
In amore non vince il più forte Ma chi è disposto a perdere (Buyo)
Nonostante l’hating per Gemitaiz nel web, il risultato finale è un pezzo di spessore.
Nel brano di chiusura, come vuole la tragedia greca, si raggiunge la catarsi. Luci è la canzone che tutti si aspettavano di trovare in Magica Musica. Un’ouverture che sembra riprendere il motivo del brano precedente (Canzone per un amico) allarga le braccia per cullarci un’ultima volta. Tra echi naturali e suoni che si riverberano, il pezzo esplode in un assolo di chitarra viscerale. C’è bisogno del ritorno della voce per risentire la terra sotto i piedi e riprendere coscienza. L’arpeggio che introduce l’outro è qualcosa di primordiale, come se esistesse da sempre all’interno della mente umana. Si diventa spettatori e attori allo stesso tempo: dentro al mondo creato da Venerus riusciamo ad ascoltare la colonna sonora, infrangendo le convenzioni del cinema. Ancora una volta, non si sa dire con precisione dove ci si trovi: sentiamo dei piedi calpestare pozze d’acqua, ma sentiamo anche riverberi cosmici; siamo qui e siamo altrove; siamo sulla Terra e siamo nello spazio; siamo la parte e siamo l’insieme.
Se mi pensi forte, io ti sento da qui (Luci)
Dopo aver viaggiato in lungo e in largo, la sonda è atterrata. Ora potrà finalmente riposarsi.
Difficile non commuoversi quando la puntina raggiunge il centro del vinile. La mole di sensibilità necessaria per tale lavoro non è quantificabile. Non si insegna, si invidia. Ogni tema è esposto in modo chiaro: l’interesse per l’universo, che torna anche nell’intervista a Franco Malerba (primo astronauta italiano a viaggiare nello spazio) a una settimana dalla pubblicazione del disco; l’amore per la natura, evocata nei testi e nelle sonorità che trasportano l’ascoltatore ora nella foresta, ora in un bazar, avvicinando l’immagine dell’artista a quella di un guru; l’acuta spiritualità e l’esoterismo, mai nascosti anche in relazione ai viaggi ultracorporei; l’aura pan-amorosa in un revival del sentimento hippie anni 60. Venerus dimostra a tutti di essere in grado di navigare abilmente nel mare dei generi musicali senza perdere la rotta. Timbro immediatamente riconoscibile, flow cangiante, sicurezza nell’uso dell’autotune, senza alcuna ostentazione. Sacro e profano si mescolano senza obiezione. Ancora più intrigante è la ricerca del suono, la sperimentazione, il bagaglio di studio e di esperienza alle spalle, la volontà e la necessità di saperne sempre di più. Un album che non ha la pretesa di individuare singoli, di porre una canzone più in alto di un’altra. Anzi, tutte le canzoni sono “singolabili”, ma il concept dell’album le tiene unite in un’unica indivisibile realtà. Non si conosce pratica che divida la parte dall’insieme. In un’era in cui si discute se sia ancora lecito parlare di generi musicali per incasellare la musica in raccolte da propinare al grande pubblico, Venerus sintetizza un genere tutto suo catalizzando funk, jazz, blues, soul, sonorità hip-hop, senza la pretesa, ma la certezza, di arrivare alle porte del pop. Le radio che in questi giorni stanno trasmettendo la sua musica ne sono la dimostrazione. Il virtuosismo che contraddistingue Magica Musica è una boccata d’aria fresca per il nostro paesaggio musicale, da tempo troppo statico e schiavo di influenze esterne. Con questo disco Venerus si propone come ambasciatore della transizione musicale italiana, pronto non a settare un nuovo standard, quanto un nuovo metodo di fare musica. In attesa di poterci ritrovare (e perdere) ad un concerto, l’invito è quello di continuare ad esplorarci: andare sempre più a fondo nella nostra coscienza, scuoterla come una palla di vetro alla ricerca dell’ennesima Magica Visione.
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L’attacco dei giganti - Ep 67 - Proiettile assassino
IN ITALIA L’ANIME E’ DISPONIBILE GRATUITAMENTE SULLA PIATTAFORMA VVVVID! SUPPORTIAMOLA! ----> https://www.vvvvid.it/show/1414/l-attacco-dei-giganti-la-stagione-finale/1538/693909/proiettile-assassino
Non la voglio commentare questa puntata, no, piango già ora, ho bisogno di fazzoletti, un rifornimento intero di fazzoletti. Aiuto. Cerchiamo di non pensarci altrimenti finiamo in una spirale di depressione infinita. La premessa riprende da dove l'avevamo lasciata, Gabi e Falco non la smettevano di urlare ed il povero Reiner, che stava finalmente vedendo la sua uscita è dovuto tornare sulla terra per salvare la situazione. In un certo senso ci riesce, strappa il gigante mandibola che tipo era partito per la tangenziale ad Eren, che se lo stava servendo con contorno di malvagità e patate (waaah le patateeeee non ce la faccio T.T). Il corazzato si becca anche un pugno che gli spacca la faccia, ma riesce nell'intento di estinguere le ultime forze di Eren, e quando quest'ultimo se ne va aggrappandosi a Mikasa, cade a terra stremato per davvero.
Il dirigibile è arrivato, ha raccolto i membri del corpo di ricerca e se ne sta andando, un salutone a casa, riuscendo in un'impresa che quel poveretto di Armin nel solo idearla si sarà sentito un matto psicopatico, ma a terra Gabi, vedendo che i Paradiani (?) si stanno ritirando, imbraccia il fucile e lo insegue, tallonata a breve distanza da Falco che prova a farla ragionare. Eren è riuscito a salire sul dirigibile, e lo sguardo di Armin è talmente deluso, triste e spento che mi sono vergognata io per Eren, che è stato capace di spegnere la luce di quegli occhi azzurri comportandosi come una cocuzza, al solito suo. Ad accoglierlo ci sono anche le gentili parole di Levi, che lo guarda disgustato come se non si lavasse da settimane e gli assesta un calcio sulle gengive facendolo andare a sbattere contro la parete di fronte. E può esser cambiato tutto ma il piacere di vedere Levi picchiare Eren (quando se lo merita) non cambia mai. E signore e signori, Eren è in arresto, di nuovo. Comincio a pensare che stare in gabbia gli piaccia a questo psicopatico.
Comunque potete stare tranquilli, dice Levi, tu e quell'altro che non vogliamo ancora inquadrare perchè il plot twist farebbe esplodere il cervello degli spettatori, è tutto andato secondo i vostri piani e noi stupidi siamo venuti fin qui per salvarvi la pellaccia. E' a questo infatti che serviva la lettera di Eren, ha spiegato dove si trovava e cosa avrebbe fatto, costringendoli a venirlo a prendere come fanno i genitori quando i figli si comportano male a scuola. Anche Jean è salito sul dirigibile, e Connie abbraccia lui e Sasha per la contentezza di essere sopravvissuti (too soon!!). Connie ma stai zitto che porti iella, mannaggia al Wall Maria! A terra intanto Falco corre ancora dietro a Gabi, stavolta letteralmente (eheh), e riesce per un momento a fermarla. Lei gli dice che ha visto morire un botto di persone, che quei demoni hanno ucciso innocenti e distrutto l'immagine di eldiani buoni che lei si stava impegnando tanto a costruire. Falco le dice, memore delle parole di Eren, che a quelli che loro vedono come demoni è successa la medesima cosa, anche loro hanno perso persone care a causa dei guerrieri e dei marleyani che andavano a far loro guerra su Paradis. E Gabi qui è più odiosa che mai, perchè invece di ascoltare Falco e rendersi conto che una guerra non inizia mai per colpa di una sola fazione ma di entrambe, gli chiede se lui le ha viste queste cose di cui parla. Dunque se non hai mai visto una cosa accadere sei legittimato a dire che non esiste. Ma certo Gabi, che ragionamento inoppugnabile, io non ho mai visto 6 milioni di ebrei trucidati, quindi se comincio a dire in giro che l'Olocausto non esiste ho ragione.
E questo signori, è perchè non sopporto Gabi. Perchè una cosa è andare avanti, capire che sbagli e dichiararti colpevole e malvagio, come Eren, una cosa è capire di avere immensamente sbagliato, pagarne il prezzo ogni singolo giorno della tua vita, sviluppare addirittura una forma di schizofrenia a causa del senso di colpa, come Reiner, tutt'altra cosa è che vedi la guerra, vedi persone come te che per forza di cose sono tirate in mezzo a questa guerra e Falco ti dice che hanno subito cose ben peggiori di te (non ho visto mangiata la mamma di Gabi da un gigante, voi si?) e non cambiare di un millimetro le tue convinzioni. E porca miseria, Falco ha la sua stessa età, ha imparato le stesse nozioni, ma lui è capace di ragionare e di empatizzare, Gabi no. L'ho odiata fin dal principio, la sua forza, determinazione, ambizione, la sua superbia, me l'hanno solo fatta stare ancora di più sulle scatole, perchè all'inizio Eren magari poteva anche somigliarle, ma in lui c'è sempre stato il desiderio di proteggere i suoi amici e i suoi compagni (almeno finora), e Gabi se le avessero detto che doveva sacrificare Falco, Udo o Zofia per ereditare il corazzato l'avrebbe fatto senza battere ciglio. E mi ammorbidirò certamente nei suoi confronti verso la fine della storia forse, ma "Non è questo il giorno!!!". Ma andiamo avanti, sto parlando troppo di un personaggio che non merita il mio nervosismo. Gabi riesce con una botta di fortuna orba ad uccidere Lobov, che ancora penzolava come uno scemo dal dirigibile, e si aggrappa al cadavere mentre preme il grilletto del dispositivo di manovra tridimensionale. Ma Falco non ci sta ad essere lasciato indietro, ed entrambi arrivano al dirigibile. Il tutto accadde nel giro di pochi secondi, Gabi rotola dentro il dirigibile e spara non appena si ferma, colpendo Sasha in pieno petto.
Il tempo si ferma, Sasha sembra impiegare mille anni per cadere a terra, mentre i soldati riuniti lì vicino incarnano la nostra rabbia, e si avventano su Gabi e Falco picchiandoli come dei sacchi da boxe. Cominciano i pianti, e Jean nonostante la disperazione dimostra quanto sia maturato, perchè davanti a Gabi e Falco legati impedisce di buttarli fuori bordo, perchè, ciò non servirà a fermare questa strada piena di sangue. Quanto maturità in una sola frase. Torniamo brevemente a terra, per sapere da Pieck che lei aveva già visto il soldato che ha condotto lei e Porko in quella fossa, era un soldato che era stato inviato insieme a molti altri all'isola Paradis, tra quella quarantina di navi che non hanno più fatto ritorno, Pieck se ne ricorda bene perchè era un'assidua seguace di Zeke; e salutiamo quindi Yelena, contro cui Jean si scaglia perchè se avesse fatto un po' meglio il lavoro non si sarebbero trovati contro il gigante carro e mascella, motivo per cui Zeke ha dovuto fare finta di lanciare più massi contro il corpo di ricerca. Ed è proprio di fronte a Zeke che si trovano Gabi e Falco, a bordo del dirigibile, che parla amabilmente (si fa per dire) con Levi ed Hange sul fatto che il piano ideato per riportare Eldia alla libertà ha funzionato, salvo alcuni errori di calcolo, eccoli lì questi errori, uno si chiama Gabi e l'altro si chiama Falco.
I due errori di calcolo hanno il cervello che gli fuma, sentendo Zeke, che innanzitutto credevano morto, che parla di piani riusciti con quelli che a rigor di logica dovrebbero essere i nemici. Che goduria vederli sbigottiti, la dimostrazione di quanto siano piccoli e ingenui davanti alla realtà, convinti che la versione che conoscono loro sia quella giusta e invece si vedono sbattere in faccia la verità. Ma tutto passa in secondo piano, tutto, i piani, il corpo di ricerca, la battaglia, Eren e quella palla di peli di Zeke, Falco e quell'altra, perchè Connie entra nella stanza dicendo che Sasha è morta. Le lacrime spuntano da sole, mentre Mikasa ed Armin, che ancora non ne sapevano niente perchè non avevano assistito alla scena, corrono dalla compagna, e tentano invano di scuoterla mentre piangono disperati. Ma è finita, l'avevamo sempre sottovalutata, considerata come un personaggio comico, incapace di suscitare il pianto, ma ora che è stata uccisa sappiamo che lei era fondamentale, la serie non sarebbe stata la stessa senza di lei, senza il suo irrefrenabile desiderio di carne, senza la sua tontoloneria, insieme a Sasha se ne va una parte di tutti loro, la migliore, e sembrano già meno umani, da Connie a Levi ed Hange a Jean, mentre anche Eren si dispera sentendo che l'ultima parola di Sasha è stata "Carne".
Io sono svuotata, lo scorso episodio la malvagità di Eren mi ha devastato, ora la morte di Sasha mi ha tolto quel poco che mi era rimasto. Lo sapevo naturalmente, da lettrice del manga, ma non oso immaginare per chi non lo legga come può essere stato questo episodio. Non si sono nemmeno curati di spiegare molto la situazione, gli spettatori non lettori avranno il cervello in fumo, al pari di Gabi e Falco, ma arriverà il tempo delle spiegazioni, era giusto dedicare molto tempo a Sasha, glielo dovevamo, e lo studio MAPPA ha creato un altro episodio perfetto, capace di farti passare dallo sbigottimento al pianto nel giro di pochi secondi. E dalle anticipazioni sembra proprio che il prossimo sarà un episodio di spiegazioni, dunque state ben attenti, che la situazione è ancora più complicata di quello che sembra! A presto! -sand-
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Well Intended Love ( ep 1-2-3)
se non ti spoileri la serie...godi solo a metà.
Netflix mi ha proposto questo drama in queste settimane e attirata dalla trama ho visto i primi due episodi, con naturalezza. Con tranquillanza. Non esiste questo termine ma vabbeh
Poiché io sono curiosa come una scimmia accidenti a me prima di continuare la visione ho fatto un salto qui su Tumblr alla ricerca di questa serie per vedere se trovavo qualcosa su di lei ed effettivamente sono venute fuori alcune cose:
1) mi sono spoilerata il finale sti cazzi
2) per alcuni è un capolavoro, per altri andrebbe tolta da tutte le piattaforme
3) la storia d' amore è vista da alcuni come sbagliata, da altri come "normalità asiatica".
Perplessa da tutto ciò, ho continuato la visione e per adesso ci sono dei campanelli d'allarme preoccupanti è vero, ma non credo giustifichi la cancellazione.
Altrimenti persino Arancia Meccanica andrebbe tolta da tutti i palinsesti perché incita alla violenza.
Con campanelli d'allarme mi riferisco al fatto che nelle anticipazioni avute si parlava di come Ling (il protagonista) travalicasse il concetto di prepotenza per arrivare all'ossessione:
In questi tre episodi ci vengono spiegate alcune cose effettivamente.
Che Ling ha sposato la protagonista in cambio della sua salute. Che ha delle guardie del corpo che la seguono h24 e che non avendo avuto mai una storia d'amore è piuttosto confuso sulla questione. 🤣 Ma soprattutto che ha cambiato il contratto stipulato con la protagonista, senza dirle nulla.
Ora, probabilmente se non avessi fatto quel giro preventivo su Tumblr di tutto questo me ne sarei accorta verso il finale. Ma siccome ho saputo ciò, ci sono stata attenta, ed effettivamente è vero. Per adesso non è nulla di preoccupante ( anche se a me quella cosa del contratto cambiato non mi va giù) ma rimango vigile.
Tra i personaggi che ruotano intorno ai protagonisti, c'è l'amico di Ling che è un attore ed è non po' la parte comica della storia: esuberante e fedelissimo all' amico. Ed incline agli equivoci.
Menzione d'onore alla protagonista che mi piace assai. È matura, responsabile e indipendente. Non ha paura di fare brutta figura e gioca il tutto per tutto in ogni episodio.
Non mi è piaciuta tantissimo la recitazione della ragazza innamorata di Ling che ritorna dall'estero - i nomi l'imparerò verso il sesto episodio come sempre - poichè avevo la sensazione che stesse leggendo il copione anziché recitare con naturalezza.
La storia per il resto, non è nulla di innovativo e trascende il concetto di credulità:
Alla nostra protagonista - attrice alle prime armi- gli viene diagnosticata la leucemia e per guarire da essa, solo il trapianto di midollo da un donatore complementare a lei, potrà farlo.
OVVIAMENTE il donatore in questione è un uomo bello come il sole, ricco da fare schifo, gentile e premuroso. Che però rifiuta di darle il suo midollo a meno che non si sposano.
In tal modo tutti ottengono quello che vogliono. E la protagonista si becca il figone di turno senza nemmeno impegnarsi.
Ling infatti ha una nonna che ama alla follia, malata pure lei, che prima di lasciare questa valle di lacrime, lo bombarda per avere nipoti.
Preparato il contratto - quello che poi lui modificherà senza consultarla - si va al Comune, ci si sposa e andiamo a vivere nella nostra nuova casa. Per un anno.
Poiché trovarsi una moglie è da plebei e prende troppo tempo, Ling scavalca tutta la parte della ricerca e conoscenza delle donne e siccome non è diventato presidente senza il fiuto per gli affari, gli scappa la genialiata: io ti do il midollo, tu la tua libertà la tua mano in matrimonio.
Eh sì, perché il contratto - previo modifiche- dura un anno e poi ognuno per la sua strada.
Questo a grandi linee quello che è successo in questi tre episodi.
A ciò si devono aggiungere due equivoci: quello della protagonista che crede che Ling sia gay e partecipe di un triangolo amoroso con l'attore suo migliore amico e il maggiordomo ( PHUAHAHAHAHAHAHAHAHAH) e quello tra gli amici di Ling che non sapendo perché il loro amico di sia sposato così, dal giorno alla notte, pensano che la protagonista sia un arrampicatrice sociale che lo ha sposato per i soldi invece era per un midollo .
Per adesso è una serie abbastanza carina comunque, tra questo finto matrimonio, la ricerca di un lavoro come attore per lei ed il ritorno della spasimante di lui che ha messo in chiaro che "questo matrimonio non sa da fare. Ne ora, ne mai. Ling è suo."
Amen.
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