#Contributi da Genova
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Fernanda Pivano Viaggo cose persone
Testi di: Alba Cappellieri, Ida Castiglioni, Guido Harari, Fiorella Minervino, Fernanda Pivano, Arnaldo Pomodoro
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2011, 224 pagine, 29,5x20,5cm, oltre 300 a colori e in b/n, ISBN 978-88-86899-85-7
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Milano Galleria Credito Valtellinese Stelline 6/IV 18/VII 2011
Giornalista, saggista e traduttrice molto ammirata, donna complessa e ironica, tramite culturale tra Italia e Stati Uniti per oltre sessant’anni: Fernanda Pivano (Genova, 1917 – Milano, 2009) è senza dubbio uno dei personaggi più amati del Novecento, e proprio a lei è dedicato questo volume che, in occasione di una mostra ospitata a Milano, vuole renderle omaggio a pochi anni dalla scomparsa.
Fernanda ha illuminato generazioni di italiani facendo loro scoprire i testi di Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, William Faulkner, Gertrude Stein, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Henry Miller, solo per citarne alcuni. Una carriera letteraria iniziata nel 1943, quando per Einaudi pubblica la prima traduzione italiana di Spoon River sotto la guida di Cesare Pavese e quella di Addio alle armi, libro proibito dal Regime per il quale finì in carcere. Ma appena riuscì a ottenere il visto, Fernanda andò in America per conoscere di persona quei grandi autori che le avevano fatto crescere la passione per la libertà, e che lei stessa ha contribuito a rendere “classici”.
In catalogo dunque, ecco documenti originali, dattiloscritti e testi autografi di grandi scrittori accanto alle poesie, alle lettere e ai disegni dedicatele da amici e artisti del mondo letterario e musicale. Nel ricco repertorio fotografico del volume spiccano i ritratti di Guido Harari e, ancora, altre testimonianze del carattere curioso e appassionato d’arte della Pivano, come i gioielli etnici raccolti durante i lunghi viaggi in giro per il mondo, o quelli disegnati per lei da Ettore Sottsass e Arnaldo Pomodoro.
Un volume, ricco di contributi, per ricordare una delle personalità più amate della cultura italiana del Novecento.
17/10/24
#Fernanda Pivano#mostra Stelline Milano 2011#Ettore Sottsass#Guido Harari#Arnaldo Pomodoro#fashionbooksmilano
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Il meteo torna a spaventare Milano
Dalla notte di giovedì a Milano sta piovendo con insistenza, come previsto dai bollettini meteo della protezione civile che per oggi hanno decretato una doppia allerta meteo arancione per la città. Dopo il nubifragio e gli allagamenti di martedì scorso, anche la giornata di oggi si annuncia difficile per Milano, dove nell'arco di 24 ore potrebbero cadere fino a 100 millimetri di pioggia. Alle 7.50 la protezione civile ha comunicato che il Lambro ha raggiunto la "soglia di allerta". Circa mezz'ora dopo la vasca anti esondazione del Seveso è stata aperta per contenere le acque ed evitare esondazioni in zona Niguarda. Comunità evacuate, Lambro al limite "Alle 8.30 ancora pioggia intensa a Milano e a nord. Dalle 3 circa sono caduti in città 35-40 mm di acqua, in Brianza 45-50 e a nord 60-70. Il Seveso ha subito un repentino innalzamento e alle 8.15 abbiamo attivato la vasca. Stiamo cercando di usarla solo in emergenza e immagazzinando meno acqua possibile per evitare di averla piena e non poter più bloccare l'esondazione su Milano. Purtroppo è ancora la sola vasca in funzione, e meno male che a Milano c'è. Siamo alla sesta volta nel 2024", ha fatto sapere l'assessore alla sicurezza del comune di Milano, Marco Granelli, in mattinata. "Il Lambro si sta ancora innalzando e a Milano è a 2,50 e a Brugherio è quasi a 3 metri. Le comunità del Parco sono evacuate. A Ponte Lambro siamo presenti con Mm e protezione civile dalle 4.00 di stanotte e stiamo monitorando fognatura e fiume, cercando di fare tutte le manovre possibili per evitare l'allagamento. Siamo al limite in quanto il Lambro è alto e crescerà ancora e la fognatura sta raccogliendo molta acqua dalle piogge intense", ha ammesso l'assessore. Allagamenti e disagi per i mezzi "Possibili allagamenti causa avverse condizioni meteo", l'avviso della polizia locale meneghina, che ha invitato tutti alla "prudenza nei sottopassi e lungo le strade a scorrimento veloce". Disagi anche per i mezzi Atm. Sulla stazione M3, ha fatto sapere l'azienda di Foro Bonaparte, due ingressi della stazione Corvetto sono chiusi per allagamento, mentre resta aperto quello di viale Lucania. Il tram 9 verso Porta Genova devia e salta le fermate da Stazione Centrale a Porta Venezia per "uno scambio allagato in viale Vittorio Veneto". "Vasca svuotata ieri" "Dalle 3.00 circa sta piovendo su Milano e su tutta la Brianza e le Prealpi", era stato il primo aggiornamento fornito poco dopo le 6 da Granelli. "Il Seveso a Milano è in salita con contributi locali nella zona di Cinisello e da nord. La vasca ieri è stata svuotata ed è pronta ad accogliere la piena", aveva chiarito. "Il Lambro a Milano è in salita e ha già superato la quota dei 2 metri, con contributi a Milano e da nord", aveva proseguito Granelli. A Ponte Lambro, quartiere che spesso finisce sott'acqua a causa dei temporali, "le squadre Mm e protezione civile sono presenti e stanno monitorando l'andamento della fognatura e del Lambro, pronti a intervenire in via Vittorini, Camaldoli e Rilke in caso di fuoriuscita dell'acqua". Alle 6.30 il Seveso aveva raggiunto 1,23 metri a Cesano Maderno, mentre il Lambro ha toccato quota 2,16 a Feltre. Read the full article
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Angelo Oliva si vide invece attribuire il primo premio
Angelo Oliva si vide invece attribuire il primo premio https://ift.tt/D36Zefu Bordighera (IM): la sede attuale dell'Unione Culturale Democratica (Via al Mercato, 8) Angelo Oliva, premio Cinque Bettole 1961 Enzo Maiolino e Giorgio Loreti - queste pagine non possono che iniziare dai loro nomi - hanno svolto per decenni un'opera di raccolta e salvaguardia delle memorie culturali del Ponente ligure e specialmente delle stagioni più intense di iniziative che ebbero come centro Bordighera nel cuore del secoloscorso e a cui hanno loro stessi contribuito. Negli archivi che Maiolino e Loreti hanno radunato e preservato si possono infatti ritrovare, rispettivamente, tutte le iniziative organizzate nell'ambito dei Premi Cinque Bettole, la cui parabola va dalla fine degli anni Quaranta ai primi anni Sessanta, e le numerose attività del circolo creato alla fine degli anni Cinquanta e denominato a partire dal 1960 Unione Culturale Democratica. Il presente fascicolo e la riscoperta dell'esordio letterario di Angelo Oliva ci riportano precisamente all'incrocio tra queste due traiettorie, la manifestazione delle Cinque Bettole e il dinamismo dei giovani aderenti all'UCD, all'inizio di un decennio che si era aperto già in modo turbolento con il governo Tambroni e la contestazione antifascista al congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano indetto a Genova, città medaglia d'oro della Resistenza. Con l'edizione 1961 dei Premi, dopo la "gara estemporanea" organizzata nel 1958, lo svolgimento in una sola giornata di un concorso di pittura nel 1959 e la sospensione nel 1960, si tentò di rifondare quella che era stata per diversi anni la rassegna di punta delle estati bordigotte proprio coinvolgendovi nuove generazioni. [...] Angelo Oliva si vide invece attribuire il primo premio per il racconto Una grossa porcheria che si può infine rileggere in questo volume nella versione edita, come previsto a compimento della manifestazione, sulle pagine de "L'Eco della Riviera". [...] A distanza di più di sessant'anni è comunque difficile dire quanto possa avere influito nelle determinazioni della giuria il fatto che Oliva fosse già conosciuto come uno dei fondatori dell'UCD e tra i principali animatori del "giornale dell'Unione Culturale Democratica", dove i suoi articoli erano regolarmente affiancati da quelli firmati dagli stessi Seborga e Biamonti. La pubblicazione, realizzata in ciclostile dai giovani democratici, nacque, si sviluppò e fu poi interrotta proprio tra il 1960 e il 1961. L'ultimo numero, doppio, uscì a ridosso di quell'estate con in prima pagina uno scritto di Biarnonti in morte di Maurice Merleau-Ponty e uno di Oliva su Fidel Castro, in terza pagina una poesia inedita di Seborga che presentava più oltre alcuni versi del poeta cubano José Luis Galbe (che fu uno dei suoi traduttori). La ricchezza dei contributi raccolti nei fascicoli di questo giornale corrispondeva alla varietà di interessi dei giovani fondatori del circolo in virtù dei quali la cessazione delle pubibblicazioni, a metà del 1961, non coincise con una flessione delle attività del gruppo: nel giro di pochi mesi, presso il locale denominato "la Buca" perché seminterrato al n. 171 (l'attuale 187) di via Vittorio Emanuele di Bordighera, l'UCD organizzò infatti mostre personali di Enzo Maiolino, Mario Raimondo e Sergio Gagliolo, conferenze di Seborga sulla poesia civile in lingua spagnola o del maestro Raffaello Monti su Musorgskij, per poi festeggiare a ottobre l'anniversario della sua sede "rinnovata" con esposti alle alle pareti "quadri di pittori di Bordighera fra i quali: Maiolino, Truzzi, Gagliolo, Raimondo, Ciacio, Porcheddu e della pittrice Eny
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"Toti sottoposto a un ricatto: se non ti dimetti, non esci. È una forzatura inaccettabile" Carlo Calenda, lei ha definito «una brutta pagina per la democrazia» le dimissioni del governatore Giovanni Toti. Perchè? «Toti è un mio avversario, politicamente. Ma non si può non vedere quel che è successo. É stato sottoposto a un chiarissimo ricatto: se non ti dimetti non esci. Mi sembra una forzatura del tutto inaccettabile, indegna di uno Stato di diritto: per la Costituzione, Toti come tutti i cittadini, eletti o meno, è solo un indagato, innocente fino a condanna definitiva. Dovrà andare a processo, quando ci sarà, ma è anche stato eletto dai cittadini per governare la Liguria, e tenerlo agli arresti glielo ha impedito. Si è dovuto dimettere perchè non aveva altra scelta, a questo punto». Non è certo la prima volta che accade, in Italia. «Purtroppo no. Ho visto la vita di tanti governatori rovinata dalla stessa trafila: accuse, arresti, dimissioni. Poi magari vengono assolti in primo e secondo grado, come è successo in Basilicata a Pittella, e nessuno paga per il danno subito dalle istituzioni e dai cittadini. Mai. Abbiamo compilato un dossier alto così, con i casi di 150 sindaci indagati per abuso d’ufficio e spesso per questo costretti a farsi da parte: 150 inchieste che poi sono finite nel nulla cosmico, ma intanto sono state utilizzate per fini politici. Di fronte a questo non è accettabile che destra e sinistra non difendano i principi cardine dello Stato di diritto, se non saltuariamente e solo per i loro». Che idea si è fatto del caso Toti? «Dalla vicenda ligure sembrano emergere profili di conflitti di interessi che sono quanto di più estraneo alle scelte di Azione: noi non accettiamo contributi elettorali da nessun ente o concessionario pubblico, io come parlamentare rifiuto compensi per consulenze o simili. Ma un conto sono etica e opportunità nei comportamenti, un altro le inchieste penali». Toti doveva rimanere? «Avrebbe dovuto poter governare fino alla eventuale condanna. Possiamo considerare esecrabile accettare soldi da coop o concessionari, ma è consentito dalla legge. E li prendono tutti, a destra come a sinistra: provate a leggere gli elenchi di contributi ricevuti da ogni candidato governatore. Invece si decide arbitrariamente chi indagare e chino, e questo è inaccettabile. E poi che succede, se come penso Toti verrà assolto? Chi spiegherà ai cittadini che lo hanno eletto che il loro diritto è stato violato? Chi pagherà per la sua vita rovinata?». Il centrosinistra è andato fino in piazza a Genova a reclamare le dimissioni. «Quello del centrosinistra è solo tatticismo elettorale senza prospettive. Non capiscono che così segano il ramo dello Stato di diritto su cui sono seduti anche loro. Mi rifiuto di accettare questo imbarbarimento per cui si usano le inchieste come fondamento del confronto politico». Ora si andrà a nuove elezioni in Regione: voi come vi muoverete? «Noi siamo stati all’opposizione di Toti. Ma non accetteremo candidati imposti, né programmi che non siano estremamente seri, a cominciare dal completamento dei progetti di infrastrutture indispensabili alla Liguria che Toti e il sindaco di Genova Bucci hanno portato avanti. Nessuna ipoteca grillina». Vi unirete al campo largo? «Il “campo largo” non esiste: non ha posizioni comuni su nulla, dall’Ucraina alla Ue, come si è visto sul voto a Ursula von der Leyen, né su ambiente, lavoro, infrastrutture, investimenti. L’unico trait d’union è il “no alla destra ladra e fascista”: ma questo non può essere un programma di governo. C’è un vuoto di consapevolezza della gravità del momento, da entrambe le parti». Cosa intende? «Non si può andare avanti così: serve un’area repubblicana e europeista di governo che affronti pragmaticamente i problemi su cui l’Italia rischia di saltare per aria. Dalla questione siccità, che si ripropone da anni ma intanto restano 2500 società-poltronificio pubbliche che gestiscono una rete che perde il 42% del flusso idrico. Alle pensioni, per pagare le quali tra poco serviranno 20 miliardi l’anno. Mentre nessuno ne parla, e destra e sinistra pensano solo a urlarsi addosso. Basta».
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Genova. Al via il Bando per Sostenere le Cure odontoiatriche a favore dei minorenni in difficoltà: stanziati fondi di 50mila euro.
Genova. Al via il Bando per Sostenere le Cure odontoiatriche a favore dei minorenni in difficoltà: stanziati fondi di 50mila euro. Regione Liguria ha dato il via libera all'avviso pubblico per l'erogazione di contributi dedicati a progetti di prevenzione e cura odontoiatrica; le misure sono destinate a minorenni in difficoltà sociale ed economica, in carico ai servizi sociali, in affido, alloggiati in strutture d'accoglienza o sottoposti a provvedimenti di tutela. I fondi stanziati ammontano a 50mila euro. "Vogliamo dare un aiuto concreto ai bambini e i ragazzi in difficoltà socio – economica che spesso, purtroppo, non hanno modo di curare la propria salute orale come sarebbe necessario – spiega l'assessore alle Politiche sociali e al Terzo settore di Regione Liguria – Speriamo in una grande adesione a questo bando da parte delle associazioni e delle realtà del Terzo settore, da sempre in prima linea su questi temi, in modo da raggiungere il maggior numero di beneficiari possibile: poter accedere alla prevenzione e alle cure odontoiatriche fin dalla giovane età è fondamentale anche per la salute futura". Possono partecipare all'avviso le organizzazioni regolarmente iscritte nel Registro nazionale del Terzo settore, chiamate a proporre progetti pensati per migliorare la salute odontoiatrica dei minorenni in collaborazione con la rete dei servizi del territorio, le scuole e con il supporto volontario di operatori odontoiatrici e odontotecnici professionisti. L'avviso pubblico sarà presto pubblicato sul sito web istituzionale regione.liguria.it e sarà aperto a enti del Terzo settore, anche raggruppati in Associazione Temporanea di Scopo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Sistema pensionistico dell'INPS vicino al crack finanziario
L’INPS è il più grande schema Ponzi della storia. Ecco perché l'INPS è un gigantesco schema Ponzi e riformare il sistema previdenziale è pressappoco impossibile. Agli inizi del secolo scorso tale Carlo Ponzi partì giovane dal porto di Genova con meta il Nord America. Storia comune a quella di milioni di altri emigranti italiani. Pochi spiccioli in tasca e la voglia di rifarsi una vita. Messo piede sul suolo degli States, americanizzò il suo nome in Charles. Non avrebbe immaginato che il suo cognome avrebbe fatto la differenza, diventando in futuro sinonimo di “truffa”. Già, perché il ragazzo si fece subito una fama attirando i capitali dei risparmiatori locali, perlopiù italoamericani in una prima fase. Prospettò loro guadagni elevati e ben sopra i livelli medi di mercato. Giustificò l’alta remunerazione con la capacità di trarre elevati profitti dagli investimenti in buoni di risposta internazionale, particolari francobolli vigenti agli inizi del Novecento per le missive inviate a soggetti residenti all’estero. In breve, Ponzi promise guadagni stellari, ma ben presto si scoprì che la vicenda fosse un raggiro ai danni degli ignari risparmiatori. Questi furono allettati dai pagamenti anche con interessi del 50% in tre mesi effettuati ai primi investitori. E’ la logica sottostante ad ogni catena di Sant’Antonio. Offro rendimenti altissimi ai primi investitori con i capitali versati dagli investitori arrivati dopo. In questo modo si sparge la voce che l’investimento sia realmente sicuro e redditizio e arrivano ulteriori capitali. Senonché l’italoamericano non stava investendo alcunché, limitandosi a prelevare i fondi degli ultimi arrivati per pagare coloro che volevano riscattare la quota con annessi interessi. “Buco” pensioni si allarga Fu questo il famoso “schema Ponzi”, che valse al suo ideatore anni di galera e il rimpatrio dopo la scarcerazione in Italia. Questo meccanismo è fallace, destinato a durare fintantoché l’ammontare dei nuovi capitali supera quello dei riscatti. Quando accade il contrario, il castello di carte crolla in un attimo. Ma quello di cui vi vogliamo parlare non è la truffa di un secolo fa, replicata in tempi recenti da personaggi come Bernard Madoff sempre negli Stati Uniti fino alla crisi finanziaria mondiale del 2008. Esiste un gigantesco schema Ponzi propinato dai governi di gran parte del pianeta. In Italia, riguarda l’INPS. Lo scorso anno, l’ente di previdenza spese più di 283 miliardi di euro in pensioni, coperte per poco più di 230 miliardi dai contributi. La differenza di quasi 53 miliardi l’ha dovuto coprire lo stato, pardon i contribuenti. Più o meno va così ogni anno e, soprattutto, nei prossimi decenni andrà probabilmente molto peggio. Come funziona l’INPS? Preleva i soldi dei lavoratori per pagare gli assegni a chi attualmente si trova in pensione. A loro volta, i lavoratori di oggi saranno mantenuti in pensione dai lavoratori di domani. Questo sistema, contrariamente a quanto molti di noi si ostinano a pensare, non presuppone alcun investimento. I nostri contributi, che pure sono annualmente rivalutati in base ad un dato coefficiente fissato per legge, nei fatti non arrivano mai sui mercati finanziari neppure per un euro. Vengono subito spesi per pagare le pensioni. Il sistema va avanti fino a quando la massa dei contributi versati è almeno pari alla spesa per le pensioni. Ciò è possibile a condizione che il numero dei lavoratori resti stabile o cresca e i salari da cui prelevare i contributi crescano anch’essi. Se per ragioni socio-demografiche la popolazione attiva si riduce e la crescita dell’economia rallenta, il sistema salta. Esattamente come per qualsiasi schema Ponzi. Ed ecco rendersi obbligatori rimedi come l’allungamento dell’età pensionabile, la riduzione degli assegni futuri, l’aumento dei contributi, l’importazione di un numero crescente di immigrati, ecc. Schema Ponzi per l’INPS, impossibile uscirne
Lo schema Ponzi su cui si basa l’INPS è noto in economia come sistema a ripartizione: i contributi dei lavoratori sono ripartiti tra i pensionati. Il modello alternativo si chiama sistema a capitalizzazione. E’ privatistico, cioè funziona così: i contributi dei lavoratori sono investiti sul mercato e generano rendimenti, così che i futuri pensionati possano percepire un giorno un assegno sufficiente per vivere. Qui, non esiste alcun legame tra lavoratori e pensionati. Ciascuno paga per sé. Perché non tendere a questo sistema? Perché se all’improvviso tutti investissimo i contributi solo per il nostro futuro, come farebbe l’INPS a pagare le pensioni di oggi? Almeno una generazione tra pensionati o lavoratori soffrirebbe: o i primi non riceverebbero alcun sostentamento o i secondi dovrebbero pagare il doppio dei contributi: per sé e per i pensionati del momento. Sarebbe in ogni caso ingiusto. Uscire dal sistema a ripartizione è impossibile senza sostenere grosse perdite per lunghi anni. Proprio come lo è disinvestire da uno schema Ponzi senza che il sistema imploda. Fu la miopia dei governi nel Secondo Dopoguerra ad avere intrappolato per sempre i popoli in una logica di “solidarietà intergenerazionale” divenuta semplicemente insostenibile per ragioni di matematica. Charles Ponzi sarebbe stato orgoglioso di avere ispirato niente di meno che i modelli previdenziali pubblici di mezzo mondo. Gli stipendi sono troppo bassi per garantire una pensione futura sufficiente ai giovani lavoratori. Manca (da troppo tempo) un salario minimo in Italia. Il problema delle pensioni future in Italia si chiama salario minimo. Cosa che da noi non esiste. L’Italia, come noto, è uno dei pochi Paesi fra i 27 membri della Ue a non aver ancora adottato il salario minimo. Ne deriva che, nel sistema contributivo, a bassi livelli di retribuzione non possa corrispondere un domani una pensione dignitosa. Con l’effetto che lo Stato debba continuamente intervenire con politiche assistenziali, per sostenere il potere di acquisto di chi non arriverà a percepire una rendita sufficiente per vivere. Negli ultimi dieci anni, giusto per rendere l’idea delle cifre in ballo, la spesa pubblica per il sostegno alle prestazioni più basse è passata da 140 a 208 miliardi di euro. Costi spalmati sulla fiscalità generale, ovviamente. Pensioni: cosa non funziona A fare il punto sulla criticità del nostro sistema welfare è il presidente uscente dell’Inps Pasquale Tridico in una intervista rilasciata dal Salone Internazionale del Libro a Tornio. Secondo il numero dell’Istituto, la sostenibilità delle pensioni passa anche e soprattutto dalla necessità di garantire a chi lavora una retribuzione dignitosa al pari di quanto già avviene da anni negli altri Paesi Ue. Cioè un salario minimo garantito per legge.Mentre gli altri membri europei – dice Tridico – hanno adottato misure di salvaguardia del potere di acquisto per lavoratori e pensionati, noi siamo rimasti fermi. Anzi siamo anche andati indietro diventando il fanalino di coda del continente. E’ quindi necessario intervenire subito per garantire a ogni lavoratore almeno 9 euro all’ora di retribuzione, come indicato dalla Ue nel 2022. Cifra anche bassa, oggi, considerando l’esplosione dell’inflazione. Il sistema pensionistico a ripartizione si regge, infatti, sulla contribuzione apportata dai giovani lavoratori ai pensionati. In Italia questo sistema è, oggi, compromesso da due problemi fondamentali: il primo è il salario minimo che manca, il secondo è il deterioramento del rapporto fra lavoratori e pensionati. Abbiamo oggi 1,4 lavoratori regolari per ogni pensionato, anziché 1,6 (soglia minima) come avviene in Francia e in Germania. Gli effetti sulle pensioni Ma torniamo al salario minimo. Come noto, l’Italia è rimasta molto indietro sul livello delle retribuzioni generali. Guadagniamo il 40% in meno dei francesi e il 60% in meno dei tedeschi che, al contrario, negli ultimi 10 anni hanno saputo adeguare le retribuzioni all’inflazione reale. In compenso, però, abbiamo più di mille tipologie di contratti di lavoro, ognuno dei quali nasconde insidie di vario genere per pagare il meno possibile la manodopera. Siamo l’unico Paese in cui negli ultimi 40 anni i salari sono diminuiti in percentuale (-1,9%) anziché cresciuti. Nemmeno la Grecia o Cipro hanno saputo fare peggio di noi. E la produttività degli ultimi 10 anni è stata 9 volte più bassa della media Ue, siamo ultimi con la Grecia per tassi di occupazione e di lavoro nero. L’introduzione del salario minimo porterebbe quindi notevoli benefici ai lavoratori italiani e, di consegneza, anche alle pensioni. Come sostiene da tempo Tridico “fissare una soglia sotto la quale le retribuzioni non possono scendere aiuta a far crescere l’importo delle pensioni future dei giovani”. Salario minimo e pensioni da fame Ottenere una pensione dignitosa, pari a quella delle generazioni del secolo scorso, quindi, sarà impossibile se il livello delle retribuzioni resta basso. Tridico suggerisce al governo di introdurre al più presto il salario minimo per i lavoratori ed estinguere la piaga cronica del lavoro nero che coinvolge più di 3 milioni di persone. In futuro, solo chi avrà alle spalle una carriera piena, continuativa e un lavoro degnamente retribuito potrà percepire una pensione sufficiente a campare. Oggi è possibile individuare tale soglia in 1.000 euro al mese. Livello che, però, non può essere sostenuto all’infinito con interventi assistenziali, ma dal lavoro regolare ed equamente pagato. In sintesi, bassi livelli salariali non possono sostenere a lungo la spesa per le pensioni. Il nostro Paese – sottolinea Tridico – produce troppi pochi posti lavoro, e questo non è un problema di rigidità, o di ragazzi che non hanno voglia di lavorare, né un problema di sussidi che fanno stare sul divano. Torna a salire l’inflazione ad aprile (+8,2%), per rivalutare le pensioni nel 2024 serviranno altri 20 miliardi. Riforme addio e Quota 41 sempre più lontana. L’inflazione non si ferma e per le pensioni si mette male. L’Istat ha certificato che ad aprile la corsa dei prezzi non si è arrestata, anzi ha ripreso a salire a fronte di un potere di acquisto delle famiglie che continua ad erodersi. L’inflazione di conseguenza si è attestata al 8,2% su base annua con un dato in crescita rispetto al 7,6% del mese precedente. In questo contesto diventa quindi difficile se non impossibile attuare una riforma pensioni favorevole per i lavoratori. In altre parole, trovare una quadra per future e nuove pensioni anticipate a partire dal 2024. Ricordiamo che a fine anno scade Quota 103 e, al momento, non è in previsione alcuna proroga della misura ponte verso il ritorno integrale alle regole Fornero. Inflazione alle stelle e riforma pensioni nella palude Di fronte a questi preoccupanti dati Istat a cui non eravamo più abituati da molto tempo, diventa difficile sostenere la spesa previdenziale nei prossimi anni. Soprattutto per via del fatto che la spesa pensionistica è in tendenziale rialzo, al netto dei dati inflativi. Cosa che peserà oltre misura sul bilancio dello Stato se bisognerà intervenire sulla rivalutazione degli assegni.Per il 2023 sono stati stanziati più di 22 miliardi di euro per la perequazione automatica di oltre 16 milioni di pensioni. Pur tenendo conto dei tagli che il governo ha apportato agli adeguamenti superiori a quattro volte l’importo del trattamento minimo. Ma nel 2024, di questo passo se l’inflazione non decresce, servirà un altro intervento di finanza pubblica pari a quello del 2023. Soldi che non si sa bene dove potranno essere trovati, anche perché non è più possibile aumentare la tassazione generale. Serviranno quindi altri tagli alle prestazioni visto che la base contributiva non sarà sufficiente a coprire interamente la spesa. Col rischio – come avverte il presidente dell’Inps Pasquale Tridico – che il patrimonio netto dell’Inps vada in rosso per 92 miliardi entro i prossimi sei anni. Riforma a rischio, cosa aspettarsi nel 2024 Sicché, se il taglio delle rivalutazioni delle pensioni (perequazione automatica) previsto anche per il 2024 non dovesse bastare, serviranno altri interventi strutturali. Uno di questi è sicuramente la non conferma di Quota 103 che, come per legge, terminerà il 31 dicembre di quest’anno. A ciò si potrebbe aggiungere la soppressione di Opzione Donna che potrebbe confluire in Ape Sociale, sia per caratteristiche che per questioni economiche. Il ritorno pieno alle regole Fornero è quindi scontato. Dal 2024 le possibilità di pensionamento saranno quindi ridotte a due: pensione di vecchiaia a 67 anni o anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) a prescindere dall’età anagrafica. Resteranno in piedi le varie deroghe per i lavoratori in difficoltà e per i precoci. Mentre per Quota 41, come insiste la Lega, non ci sarebbero i presupposti per attuarla. Soprattutto dopo il flop di Quota 100 voluto proprio dal Carroccio col governo Conte I. A pesare sui conti delle pensioni sono soprattutto le rendite concesse in passato con troppo anticipo e con un sistema di calcolo (retributivo) diventato troppo oneroso per lo Stato. Sia numericamente (i pensionati sono oggi 16,1 milioni), sia quantitativamente (il costo è salito a 313 miliardi di euro nel 2021), circa il 16% del Pil. Inflazione picchia duro, Quota 41 verso il tramonto In questo contesto, Quota 41 (in pensione con 41 anni di contributi) – come detto – perde appeal. La rivalutazione delle pensioni nel 2024 sarà pesante e c’è ancora da recuperare per quest’anno uno 0,8% di differenza fra quanto già riconosciuto in via provvisoria (+7,3% di aumento) e quanto spetta in via definitiva (+8,1%). Bisognerà rivalutare circa 22 milioni di prestazioni previdenziali fra sette mesi e questo richiederà uno sforzo a bilancio straordinario. Unica soluzione, quindi, sarebbe quella di concedere in futuro la pensione anticipata con Quota 41 solo con il ricalcolo contributivo dell’assegno, come avviene per Opzione Donna. Read the full article
#carloponzi#catenaSant’Antonio#contributiprevidenziali#INPS#LeggeFornsero#pensione#previdenzasociale#sistemaPonzi
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Libro “Le Voci del Suq” celebra i 25 anni dello storico festival genovese
“Le Voci del Suq”
Dall’Intercultura in scena dal 1999 nasce un originale libro per festeggiare i 25 anni del SUQ Festival
Un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere, con un lungo racconto a più voci
Autori: Giulia Alonzo, Oliviero Ponte di Pino, Alberto Lasso, Carla Peirolero
Presentazione domenica 18 giugno h. 18 al 25° SUQ Festival – Genova – Porto Antico
Nel libro “Le Voci del Suq - dal 1999 l’intercultura in scena” l’originalità di questa avventura viene esaltata dalle autrici e dagli autori che hanno raccolto l’invito a scegliere una parola da cui partire per raccontare il loro rapporto con il Suq, questo mercato delle culture, dalla scenografia che riproduce un bazar mediterraneo.
Una sorta di dizionario ragionato e poetico, con interventi, tra gli altri, di Marco Aime, Lucio Argano, Mohamed Ba, Paola Caridi, Nando Dalla Chiesa, Pippo Delbono, Kossi Komla - Ebri, Goffredo Fofi, Chef Kumalé, Amir Issaa, Lucy Ladikoff, Emilia Marasco, Maria Pace Ottieri, Moni Ovadia, Andrea Porcheddu, Roberto Rinaldi, Pietro Veronese…. Arricchiscono le emozioni del viaggio le immagini di Max Valle, Giovanna Cavallo, Alessio Ursida e di Uliano Lucas.
Tra i brani, uno è firmato da Don Andrea Gallo, scritto nel 2010. Il “Gallo” come famigliarmente è chiamato a Genova, del Suq è stato grande amico oltre ad essere stato protagonista di uno spettacolo indimenticabile della Compagnia del Suq, Esistenza, soffio che ha fame, da Qohèlet ed altri testi sacri. In questo anno ricorrono i 10 anni dalla morte. A lui e a Roberta Alloisio, cantante e colonna portante del Suq, è dedicato il libro.
Ma il Suq può bastare a fare la differenza in un mondo che pare esacerbare le ingiustizie sociali e i pregiudizi?
Il Suq di Genova, ideato nel 1999 da Valentina Arcuri e Carla Peirolero – anche direttrice artistica – compie 25 anni nel 2023 mantenendo inalterata la sua forza. E’ un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere. Un modo di ripensare il teatro e le sue funzioni. La spinta propulsiva delle ideatrici è stata questa: inventare un “nuovo spazio di rappresentazione”, meno paludato di quello dei teatri tradizionali, per accogliere linguaggi espressivi diversi, genti e culture di altri paesi, artisti dal background migratorio, cucine e artigianato… per raccontare la bellezza del viaggio che gli altri ci portano. In questo è stato fondamentale l’apporto dello scenografo architetto Luca Antonucci che ha disegnato la scenografia teatrale ispirata al “suq”, mercato in arabo. Al Suq la migrazione da fattore di disturbo e problema, diventa elemento di successo e crea traiettorie straordinarie per nuovi sguardi sull’oggi.
Un Suq che vive con il Festival di giugno, alla Piazza delle Feste del Porto Antico (nel 2019, prima del Covid, ha registrato 70.000 presenze in 10 giorni) ma anche tutto l’anno con spettacoli, progetti di innovazione civica, attività formative.
Nel libro si rincorrono voci e lingue diverse, grazie ai contributi di artisti e rappresentanti di comunità di immigrati, insieme a ricette dai sapori dei cinque continenti, rime di canzoni e poesie, versi graffianti come quelli dell’indimenticato giornalista e umorista, Enzo Costa di cui viene riproposta la sua purtroppo intramontabile “Io non sono razzista, ma…” Come scrivono i curatori nella prefazione “Abbiamo voluto fare un Suq di carta, per farlo vivere anche a chi non ci è mai stato. Di sicuro a chi legge verrà voglia di venirci, ci vediamo al Suq ”
Alcuni stralci:
Marco Aime, antropologo e scrittore, nel suo brano del libro a partire dalla parola Cultura, se lo domanda e risponde: La strada per la convivenza è ancora dura e impervia, ma l’esperienza del Suq ricorda l’antica favola del colibrì. Un giorno scoppiò un grande incendio nella foresta. Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati. Mentre fuggiva veloce come un lampo, il leone vide un colibrì che stava volando nella direzione opposta. “Dove credi di andare?”, chiese il Re della Foresta. “C’è un incendio, dobbiamo scappare! ”Il colibrì rispose: “Vado al lago, per raccogliere acqua nel becco da buttare sull’incendio”. Il leone sbottò: “Sei impazzito? Non crederai di poter spegnere un incendio gigante con quattro gocce d’acqua!?” Il colibrì rispose: “Io faccio la mia parte”.
Goffredo Fofi parte da Città di mare, per raccontare il suo rapporto con Genova e con il Suq, che definisce un festival “necessario in mezzo a tanti superflui perché ha permesso incontri e scambi, sorprese e scoperte, e finalmente un piccolo mondo transitorio e bensì plurale di differenze vecchie e nuove, ma nel rispetto delle nuove e più faticose e anche dolorose, lottando per abbattere timori e diffidenze”.
Moni Ovadia, intorno alla parola Futuro, scrive tra l’altro:
“L’indicazione giusta per una autentica integrazione viene dalla migliore cultura. Un esempio che mi sento di proporre come paradigma è il Suq di Genova. Da anni propone nell’ambito della musica, del teatro, della danza, dell’arte culinaria e del bere, uno spettro di attività di grande respiro. Il festival fertilizza processi culturali di conoscenza che preparano la nuova Italia e la nuova Europa (…) Perché se saremo salvi, lo saremo grazie alla bellezza e all’arte e in queste due dimensioni del talento dell’homo sapiens sapiens non ci sono discriminazioni. Per questo motivo invito i politici a visitare il Suq, miglioreranno loro stessi e conseguentemente il paese che pretendono di governare.”
Maria Pace Ottieri, associa al Suq la parola Contagio, in senso positivo, e a un certo punto scrive:
“Il Suq è stato tra i primi a riconoscere invece nei nuovi arrivati l’avanguardia di un fenomeno cronico e non occasionale, che ci avrebbe accompagnato per molti decenni perché appartiene alla Storia e non alla cronaca. Il Suq non ha mai guardato all’Altro astratto e ideologico, ma agli altri concreti, che vivono le stesse esperienze, cogliendo da subito nella loro presenza l’occasione di un esperimento lungimirante per tutta la città. Se anche le cosiddette istituzioni avessero saputo vedere la forza di questo contagio immaginativo e vantaggioso, il Suq ora avrebbe una casa e un sostegno stabili”.
Chef Kumalè, naturalmente, parte da Cibi per raccontare come tutte le cucine sono figlie della mescolanza, dell’intreccio di saperi e sapori, dove tutto si confonde per trasformarsi in qualcosa di nuovo, di unico, di meraviglioso, così come accade alla musica e all’arte. (…) Gli italiani, lo si sa, amano farsi prendere per la gola e al Suq l’elemento cibo non è mai stato fine a sé stesso, è sempre stato uno strumento per mettere a confronto identità e differenze tra popoli e culture. Non esiste infatti un solo piatto al mondo che non sia frutto dell’incontro e dello scambio, avvenuto nel corso dei secoli, nello spazio e nel tempo, tra genti diverse
Nando Dalla Chiesa ha scelto la parola Evoluzione, perché conoscere il Suq gli ha fatto cambiare idea sul significato stesso della parola. “Da allora per me Suq è luci sul mare, apertura e fiducia, cultura in movimento, credito ai diversi. Di più, perfino di più, che “accoglienza” e “condivisione”. Prova che sono sempre le cose e le esperienze a fare le parole. Per me è stata una lezione. L’ennesima che ho appreso in un cammino ormai lungo. E che quella donna di teatro, Carla Peirolero, ha impresso – credo per sempre – nel mio esigente rapporto con il vocabolario.
Pippo Delbono sceglie Poesia e ricorda una serata al Suq, non l’unica perché ha partecipato a più edizioni “Ma la serata che mi ha più emozionato è stata quella con il grande poeta palestinese Mahmud Darwish. Ero stato in Palestina con la mia compagnia nel 2002 e avevamo anche incontrato Arafat. Quando Darwish è venuto al Suq nel 2008, lui leggeva le sue poesie in arabo e io le leggevo in italiano. (…) Quella sera le due lingue, con i loro ritmi, hanno danzato insieme. E ho capito ancora una volta che l’essenza della poesia è l'incontro.
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Caro affitti, stangata in arrivo per le famiglie (+25,6%)
Caro affitti, stangata in arrivo per le famiglie (+25,6%)
Il canone medio per un bilocale è di 945 euro al mese. Firenze prima per aumenti (+35,3%), seguita da Bologna, Genova e Napoli. Milano e Roma le più virtuose con aumenti sotto il +20%Economia, Affitti, Dichiarazioni e Adempimenti, Mercato immobiliare, Tasse e Contributi Tempi duri per le famiglie: ad aggravare uno scenario caratterizzato da caro energia ed aumento del carrello della spesa,…
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Massimo Zamboni. L'ITALIAchiAMÒ – Contributi da Genova per la Festa dei Lavoratori 2022 - La premiere sarà online il 1 maggio alle ore 13.
Massimo Zamboni. L’ITALIAchiAMÒ – Contributi da Genova per la Festa dei Lavoratori 2022 – La premiere sarà online il 1 maggio alle ore 13.
Massimo Zamboni. L’ITALIAchiAMÒ – Contributi da Genova per la Festa dei Lavoratori 2022 In occasione della Festa dei Lavoratori, è tutto per voi questo racconto/intervista che può essere una utile riflessione sul tema della dignità dell’atto del lavoro. La premiere sarà online il 1 maggio alle ore 13. A cura di Fabrizio Benente e Davide Colombino Registrato a La Claque. Genova il 15 aprile…
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#1 maggio#A cura di Fabrizio Benente#A cura di Fabrizio Benente e Davide Colombino#Contributi da Genova#Cristiano Roversi#Erik Montanari#Festa dei lavoratori#Festa dei Lavoratori 2022#Gigi Cavalli Cocchi#L&039;ITALIAchiAMÒ#Massimo Zamboni#Simone Filippi.
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Con i soldi che il Governo oggi ha dato ad Alitalia potremmo costruire 7.500 posti di terapia intensiva Di Elisa Serafini Alla fine i contributi a pioggia ad Alitalia sono arrivati, come previsto. Non sono bastati i miliardi di euro già investiti nella compagnia di bandiera, che sarebbe ormai tecnicamente fallita da tempo. Il Governo in piena crisi Covid19, con ospedali al collasso ed economia in ginocchio, ha scelto di stanziare fondi nell’unico soggetto che non dovrebbe meritarne più, con una strategia che ricorda quella della sanatoria delle case abusive di Ischia inserita all’interno del Decreto Genova. Per dare un’idea dell’importo, è sufficiente pensare che con 600 milioni di euro, le Regioni avrebbero potuto realizzare oltre 7500 posti di terapia intensiva (è stimato un costo di circa 80.000 euro per postazione), aumentare il numero di borse di studio per gli specializzandi o il numero di personale sanitario operativo. Purtroppo l’ennesimo stanziamento di sussidi a beneficio di Alitalia rappresenta il problema più importante di questo Paese: la mancanza di programmazione a lungo termine. (...) Oggi i voli di Alitalia rappresentano circa l’8 per cento della quota del mercato da e per l’Italia. Per fare qualche confronto: Ryanair rappresenta il 22.6 per cento, Easyjet il 12.2 per cento. Persino Lufthansa batte la compagnia di bandiera italiana in quota di mercato. Negli ultimi 12 anni Alitalia ha già sprecato quasi dieci miliardi di euro pubblici. Paradossalmente con questi soldi, lo Stato Italiano avrebbe potuto comprare AirFrance-KLM, Lufthansa, SAS, Finnair, Norwegian e Turkish Airlines. Tutte quante queste compagnie insieme. L’importo stanziato all’interno del decreto di emergenza, probabilmente permetterà alla compagnia di sopravvivere per altri due o tre mesi, dopodichè però, si tornerà alla situazione di origine. Una situazione che vede i contribuenti italiani pagare per gli errori di manager ed azionisti evidentemente incapaci di far sopravvivere un’azienda. Un trattamento di disparità e di profonda discriminazione rispetto alle migliaia di imprenditori ed investitori italiani che ogni giorno rischiano i propri capitali e la propria reputazione per portare a termine iniziative aziendali. Un giorno ci guarderemo indietro e i miliardi saranno diventati quindici, venti. Una cifra che, assegnata agli stessi dipendenti della compagnia, avrebbe permesso a questi di poter essere formati e accompagnati verso nuove posizioni professionali. Ancora una volta lo Stato italiano ha scelto di non guardare lontano, e di mettere una pezza, il cui valore, oggi, non sarà calcolabile solo in moneta, ma, probabilmente, anche in vite umane.
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Modifiche al cartellone
Teatro Stabile Genova: Modifiche al cartellone
Ci spiace comunicare che rispetto al programma annunciato a giugno non saranno presenti tre spettacoli: Dissipatio H.G., I manezzi pe majâ na figgia��e Ditegli sempre di sì.
Ci scusiamo per l’inconveniente ma abbiamo dovuto far fronte da un lato a qualche problema organizzativo e dall’altro ai tagli ai contributi ministeriali che hanno colpito anche…
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La capacità di comunicare in modo efficace attraverso la scrittura è in parte legata a doti naturali ma, per trasformarle in esiti di creatività significante, occorre alimentarle e sorreggerle con una preparazione culturale continua ed esercizi costanti. Lo scopo di un laboratorio è appunto guidare alle tecniche compositive differenziate per narrativa - poesia - teatro attraverso esercizi specifici, articolati per settore e per tematiche, al fine di realizzare elaborati di vario tipo che contemplino la scrittura di getto, la tessitura organizzata della narrativa, del dialogo teatrale e della poesia, quest’ultima accompagnata anche da nozioni specifiche di metrica. Per tutti i partecipanti è però fondamentale la passione , condizione e premessa indispensabile per ogni tipo di creatività. Gli elaborati migliori verranno inseriti nel Poetry Slam dell’8 settembre 2022. Docente di Storia del teatro e dello spettacolo e di Letteratura Italiana presso l'Università di Genova, Facoltà di Scienze della Formazione, è nota a livello internazionale soprattutto per la novità dei suoi contributi critici su Pirandello. Prenotazioni: [email protected] (WA +39 3920930335).
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Regione Liguria: le imprese danneggiate dal maltempo dell'autunno scorso potranno accedere al fondo perduto "garanzia artigianato" e "cassa commercio"
Regione Liguria: le imprese danneggiate dal maltempo dell'autunno scorso potranno accedere al fondo perduto "garanzia artigianato" e "cassa commercio". "Regione Liguria apre gli strumenti di accesso al credito agevolato, 'Garanzia Artigianato' e 'Cassa Commercio', anche alle imprese colpite dagli eventi calamitosi occorsi tra il 24 ottobre e il 5 novembre 2023, che hanno presentato il modello di segnalazione di danno (modello AE), a fronte del dichiarato stato di emergenza regionale". Ad annunciarlo è l'assessore regionale allo Sviluppo economico Alessio Piana, nel corso del dibattito pubblico organizzato questa mattina da Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova al Palazzo della Borsa di Genova. "Un'opportunità che consentirà alle imprese dell'artigianato e del commercio che hanno subito danni di richiedere, non solo finanziamenti a tasso agevolato e garantito da Regione Liguria, ma soprattutto contributi a fondo perduto a copertura del 50% degli investimenti effettuati per ristrutturare i locali. Una boccata d'ossigeno, specie per quelle attività non ricomprese dai riconoscimenti nazionali, che si affianca al fondo di garanzia che abbiamo recentemente attivato, con la collaborazione del sistema bancario, per sostenere la liquidità dei nostri imprenditori". Le imprese interessate possono presentare domanda, attraverso i Confidi convenzionati, e in collaborazione con le associazioni categoria, fino al 31 dicembre 2026 sui portali dedicati del soggetto gestore, Artigiancassa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Identities: in mostra a Londra l'arte della fotografa italiana Lisetta Carmi
Di Redazione In24 @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND La straordinaria fotografa italiana Lisetta Carmi (1924-2022) sarà al centro della prima mostra britannica dedicata alla sua rivoluzionaria carriera. La mostra "Lisetta Carmi: Identities" sarà ospitata dalla Estorick Collection of Modern Italian Art dal 20 settembre al 17 dicembre 2023. L'arte di Lisetta Carmi: Identities in Mostra a Londra La straordinaria fotografa italiana Lisetta Carmi (1924-2022) sarà al centro della prima mostra in un museo britannico dedicata alla sua rivoluzionaria carriera. La mostra, intitolata "Lisetta Carmi: Identities", sarà ospitata presso la Estorick Collection of Modern Italian Art dal 20 settembre al 17 dicembre 2023, e rappresentando un'opportunità imperdibile per immergersi nel mondo di questa fotografa dall'approccio unico. L'opera di Lisetta Carmi è sempre stata guidata da un profondo spirito umanitario. La sua attenzione si è concentrata su individui emarginati dalla società, in particolare le comunità trans di Genova, la sua città natale. Ma non solo: il suo obiettivo ha abbracciato anche la vita dei lavoratori, mostrando una particolare sensibilità verso le condizioni di vita della classe operaia. La storia personale di Lisetta Carmi aggiunge un ulteriore strato di significato al suo lavoro. Nata in una famiglia ebrea borghese, fu costretta a fuggire in Svizzera con la sua famiglia a causa delle Leggi Razziali nel 1938. Inizialmente avviata alla carriera di pianista, decise di abbracciare la fotografia nel 1960 e, nonostante il successo come musicista, questa scelta avrebbe definito il suo impatto duraturo nell'arte visiva. Uno dei suoi contributi più notevoli è stato il ritratto compassionevole della comunità transgenere di Genova negli anni '60. Carmi ha rivelato che questa esperienza l'ha aiutata ad accettare se stessa come individuo senza ruoli predefiniti. La sua prospettiva sottolinea che ciò che è considerato maschile può essere anche femminile, e viceversa, sfidando le convenzioni imposte dalla società fin dalla giovinezza. La mostra "Identities" presenterà circa 30 opere che fanno parte di questa serie, tra cui fotografie a colori recentemente scoperte nella sua residenza in Puglia, dove la fotografa si ritirò nel 1979 per abbracciare la meditazione yoga. La mostra esplorerà anche il suo impegno nel documentare le difficoltà sociali legate al mondo del lavoro e le condizioni dei lavoratori. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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Estratto conto dei dipendenti pubblici
Si è tenuto stamattina, presso la sede Inps di Palazzo Wedekind, il Convegno organizzato da Inps, Ministero della Giustizia e Ministero dell’Istruzione, sul tema “Estratto conto dei dipendenti pubblici”, per esporre i risultati della sinergia tra l’Istituto e i Ministeri, attivata nel 2019, per la valorizzazione e la sistemazione delle posizioni assicurative dei lavoratori pubblici dei due comparti, al fine di assicurare una liquidazione rapida delle prestazioni richieste e in particolare della rendita pensionistica. Ha moderato l’incontro Domenico De Fazio, Direttore dell’Ufficio Estratto conto e responsabile del progetto per L’Inps. Gabriella di Michele, Direttore generale Inps, nel salutare e ringraziare i partecipanti, ha ripercorso le varie tappe di quella che è stata in questi anni una vera e propria sfida verso la semplificazione e la digitalizzazione. Investendo una parte delle risorse umane appena acquisite tramite concorso, circa 80 unità, l’Inps ha avviato un progetto per rimediare al problema delle pratiche rimaste in cartaceo presso alcuni grandi Ministeri e che venivano definite solo al momento del pensionamento, con inevitabili ritardi in termini di liquidazione. Sono state lavorate in particolare in questi anni le pratiche per il Ministero della Giustizia e per il Ministero dell'Istruzione. Le più vecchie domande di riscatto, ricongiunzione, computo, accrediti figurativi e sistemazione delle posizioni assicurative di tutto il comparto giudiziario e amministrativo del ministero della Giustizia sono state quasi completamente definite. Per quanto riguarda invece il comparto scuola, sono stati stipulati molti accordi a livello territoriale con gli Uffici scolastici provinciali (Roma, Milano e Monza, Venezia, Genova, Bari, Cagliari) e così l'Ufficio ECO dell'Inps ha ottenuto il trasferimento di circa 16.000 fascicoli personali e circa 35.000 domande di prestazione di personale scolastico nato dal 1953 al 1965. Anna Macina, Sottosegretario di stato Ministero della Giustizia, ha tenuto a sottolineare questo importante progetto di condivisione, in quanto prova tangibile che la pubblica amministrazione, quando lavora in sinergia, riesce a ottimizzare i tempi di risposta dei servizi che è chiamata a rendere. Il governo ha il compito di valorizzare questi risultati nel metodo e nello spirito di collaborazione. Questo è un ottimo esempio di “best practice”, una svolta epocale nella mentalità della pubblica amministrazione, perché dietro le migliaia di domande gestite, ci sono carriere e persone. Dopo decenni è stato semplificato un sistema seguendo un modello innovativo e dando luogo a qualcosa che funziona nell’immediato. Pasquale Tridico, Presidente Inps, nel suo intervento ha affermato: "Oggi celebriamo un risultato importante, una collaborazione straordinaria tra pubbliche amministrazioni. Noi siamo al servizio del Paese, dei beni pubblici e privati e delle aziende che pagano i contributi. Quindi è paradossale rilevare dei problemi proprio con le istituzioni pubbliche. E questi problemi possono essere risolti solo con la condivisione e l'integrazione dei servizi e dei dati. L'occasione del Pnrr per il Paese è una straordinaria opportunità, per coltivare la collaborazione tra amministrazioni, con gli strumenti che abbiamo a disposizione, come la digitalizzazione". Poi ha aggiunto: “Si è trattato di un'azione che è intervenuta per sciogliere problemi rimasti irrisolti già con l'ex Inpdap e che ha consentito di digitalizzare le pratiche dei dipendenti dei due ministeri. Stiamo cercando di far rivivere l'orgoglio del dipendente pubblico. In questo periodo l'istituto è stato al centro di tutte le politiche di sostegno del Paese, ed è emersa la sua funzione sociale. Ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare: occorre una sinergia maggiore tra enti pubblici e abbandonare le gelosie. Una migliore condivisione favorisce il funzionamento dei servizi.” E ha concluso: “Servirebbe un accordo all'interno di tutta la pubblica amministrazione, più generale, con tutta la scuola, con l'università. Si deve garantire il diritto di tutti alla soluzione di continuità tra il lavoro e la prima pensione ricevuta.” Filippo Serra, Direttore generale del personale scolastico del Ministero dell’Istruzione è intervenuto da remoto per portare i saluti del dicastero di viale Trastevere e plaudire ai risultati della sinergia: “frutto di un lavoro congiunto per la digitalizzazione delle pratiche dei dipendenti del Ministero, grazie a queste attività di collaborazione sono state recuperate situazioni particolarmente gravose. La disponibilità degli uffici Inps è stata molto apprezzata”. Sono intervenuti all’incontro Carla Guglielmino, Dirigente Ufficio centrale Estratto conto Inps, Michele Sorge Segretario generale Cisl scuola Roma e Rieti, Alessandro Leopizzi, Direttore generale Personale dipartimento organizzazione giudiziaria Ministero giustizia, Tiziana Orru’, Comitato direttivo nazionale dell’Associazione nazionale Magistrati e, quale testimonianza dei positivi risultati degli accordi di collaborazione avviati, la D.ssa Nappa dell’Ufficio scolastico di Venezia e il Dr. Loddo dell’Ufficio scolastico di Cagliari. Tutti i partecipanti hanno evidenziato come sia stato determinante il lavoro di squadra. Per valorizzare le qualità professionali e umane del personale impegnato nelle attività descritte, è stato visionato un video realizzato dall’Ufficio Comunicazione esterna dell’Inps. Read the full article
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