#Comitato Regionale Veneto
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Il ruolo dell'Università di Padova nella Resistenza
Se c’è da individuare un’Istituzione storica, cardine e decisiva durante il periodo resistenziale del ’43-’45 nel nord-est italiano, non si può non citare l’Università degli studi di Padova: il suo apporto fu fondamentale per l’organizzazione in clandestinità del CLNRV, il comitato di liberazione regionale del Veneto. Fu l’unica università italiana a ricevere la medaglia d’oro al valore militare…
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#1943#Alberto Fogarollo#Concetto Marchesi#fascisti#Luigi Meneghello#Padova#Resistenza#settembre#tedeschi#Università
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Il ruolo dell'Università di Padova nella Resistenza
Se c’è da individuare un’Istituzione storica, cardine e decisiva durante il periodo resistenziale del ’43-’45 nel nord-est italiano, non si può non citare l’Università degli studi di Padova: il suo apporto fu fondamentale per l’organizzazione in clandestinità del CLNRV, il comitato di liberazione regionale del Veneto. Fu l’unica università italiana a ricevere la medaglia d’oro al valore militare…
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Il ruolo dell'Università di Padova nella Resistenza
Se c’è da individuare un’Istituzione storica, cardine e decisiva durante il periodo resistenziale del ’43-’45 nel nord-est italiano, non si può non citare l’Università degli studi di Padova: il suo apporto fu fondamentale per l’organizzazione in clandestinità del CLNRV, il comitato di liberazione regionale del Veneto. Fu l’unica università italiana a ricevere la medaglia d’oro al valore militare…
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Il ruolo dell'Università di Padova nella Resistenza
Se c’è da individuare un’Istituzione storica, cardine e decisiva durante il periodo resistenziale del ’43-’45 nel nord-est italiano, non si può non citare l’Università degli studi di Padova: il suo apporto fu fondamentale per l’organizzazione in clandestinità del CLNRV, il comitato di liberazione regionale del Veneto. Fu l’unica università italiana a ricevere la medaglia d’oro al valore militare…
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Il Consiglio di Stato ha messo fine alla questione riguardante l’inclusione dello stabilimento della Italcementi di Monselice nell’area del Parco Regionale dei Colli Euganei
Sentenza di respingimento per Italcementi sulla questione riguardante l'inclusione dello stabilimento di Monselice nell'area del Parco Regionale dei Colli Euganei. Ma soprattutto per un motivo: “Per espressa disposizione normativa, le prescrizioni e i vincoli stabiliti dal Piano ambientale, con riguardo agli immobili che ricadono nel perimetro del Parco, prevalgono sulle (eventuali) differenti prescrizioni della strumentazione urbanistica comunale”. La questione si trascina all’incirca da venti anni, nel corso dei quali si sono succeduti numerosi ricorsi alla Giustizia amministrativa, nei suoi diversi gradi, non solo da parte di Italcementi, ma anche di Enti Locali, della Regione Veneto e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, oltre al Parco dei Colli Euganei ed alcune associazioni locali. La vicenda ha inizio a maggio 1994 con l’adozione del Piano ambientale da parte del Parco che era stato istituito cinque anni prima. Il Piano consente l’ampliamento del perimetro di oltre il 35% rispetto all’originaria delimitazione stabilita dal legislatore regionale, includendo lo stabilimento di Italcementi all’interno del perimetro del Parco. A questo punto la società ricorre al Tar, contestando il Piano ambientale che di fatto ha ingessato i suoi margini di manovra sul destino dell’impianto. Lo fa una prima volta nel 1994 e poi nel 1999. Ricorsi rigettati, in entrambi i casi, ad agosto 2017. Motivo per il quale Italcementi poi ricorre al Consiglio di Stato. Ma intanto nel 2011 il Tar emette tre sentenze. In due rigetta la richiesta di impugnare l’approvazione dello schema di convenzione e la convenzione relativa al progetto dirinnovo del cementificio gestito da Italcementi a Monselice. Nell’altra accoglie la richiesta del Comitato Lasciateci Respirare e del Comitato E Noi?, di annullare l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Presidente dell’Ente Parco Regionale dei Colli Euganei e la delibera della Giunta Provinciale, con cui era stato espresso giudizio di compatibilità ambientale favorevole al progetto di costruzione di nuovo impianto in sostituzione di uno in fase di dismissione e l’avvio di un nuovo ciclo produttivo. È contro questa sentenza che Italcementi ricorre al Consiglio di Stato il quale a febbraio 2012 si pronuncia. Accogliendo il suo appello. Dal momento che, si dice nella sentenza, “non vi è la creazione di un nuovo impianto, ma la sostituzione di rilevanti strutture che comporterà un impatto globale notevolmente migliorativo dell’esistente, aggiungendo anche un termine per la fine dell’attività industriale e la rinaturalizzazione successiva del sito, il tutto nel rispetto delle norme vigenti”. Poteva sembrare un nuovo inizio per la contrastata sede di Monselice della multinazionale. Ma le successive sentenze del Tar e poi, recentemente quella del Consiglio di Stato, hanno ribaltato la questione. Evidenziando soprattutto che, “per espresso dettato normativo, nell’ambito del “perimetro del parco”, le prescrizioni e i vincoli del Piano ambientale prevalgono su quelli del Piano regionale territoriale di coordinamento”. Insomma che il paesaggio prevale. Su Tutto. Read the full article
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Run4Hope Massigen, la staffetta solidale partita da Vicenza: il ricavato sarà devoluto ad Ail a sostegno della ricerca e cura delle malattie ematologiche
Run4Hope Massigen, la staffetta solidale partita da Vicenza: il ricavato sarà devoluto ad Ail a sostegno della ricerca e cura delle malattie ematologiche. Partita sabato 13, si concluderà il 21 aprile la quarta edizione della Run4Hope Massigen,��il giro d'Italia podistico solidale non competitivo articolato su venti staffette regionali attuate in contemporanea in tutta Italia, con l'obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca e la cura delle malattie ematologiche. Beneficiaria sarà infatti l'Associazione Italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma. La staffetta veneta è partita da Vicenza sabato mattina, 13 aprile, da piazza Matteotti, alle 11, in contemporanea con le partenze in tutte le regioni italiane. Tramite i runners di varie associazioni sportive di città e provincia sono partiti due tronconi destinati a raggiungere nell'arco del pomeriggio Verona ed Este con destinazione finale Rovigo. In abbinata le "Wir – Women in run" di Vicenza in collaborazione con CorriXVicenza hanno proposto una Camminata per Ail di due chilometri per le vie del centro storico aperta a tutti comprese le scuole. Ritrovo dalle 10:30 in piazza Matteotti. Gli aderenti alla camminata si sono affiancati ai runners in partenza alle 11 per la Run4hope percorrendo corso Palladio, piazza Castello, piazza Duomo, piazza dei Signori e rientro in piazza Matteotti. Nel gazebo di Ail al ritrovo era possibile ricevere pettorale o t-shirt della Run4hope 2024 a fronte di una donazione libera destinata a incrementare la raccolta nazionale per AIL. I runners della CorriXVicenza hanno potuto in ogni caso correre assieme ai gruppi societari che avrebbero raggiunto Creazzo o Longare (modalità allenamento autogestisto). L'evento era appoggiato anche da VicenzaPress e dall'Ufficio Educazione Fisica dell'Ufficio Scolastico Provinciale. L'iniziativa unica nel suo genere, con il cuore pulsante in Veneto (a Vicenza la sede di Run4Hope, onlus promotrice), è stata presentata a Palazzo Trissino da Leone Zilio, assessore allo sport e ai grandi eventi, Massimo Giammetta, presidente Run4Hope Onlus, Orlando Pizzolato, plurivincitore della New York City Marathon e consigliere Run4Hope Onlus, coll. Giuseppe Moscati, comandante provinciale Vicenza - Arma dei Carabinieri, Sandra Daniela Vedana, presidente sezione AIL Vicenza - Associazione italiana contro Leucemie-Linfoma-Mieloma, Manuela Levorato, vicepresidente comitato regionale Federazione Italiana Atletica Leggera, Diego Romare, direttore marketing Massigen - Marco Viti, Gianfranco Vivian, vicepresidente del Gruppo AGSM AIM. «Siamo felici di ospitare la partenza in Veneto della quarta edizione dell'iniziativa benefica promossa da Run4Hope – ha sottolineato l'assessore allo sport Leone Zilio -. Coniugare sport e solidarietà è un'idea sempre vincente che trova il sostegno dell'amministrazione. La corsa, patrocinata anche dal Comune di Vicenza, non è infatti solo un evento sportivo ma un'occasione per mettere in movimento migliaia di persone, dal nord al sud d'Italia, per raccogliere donazioni a sostegno della ricerca e cura delle malattie ematologiche». I partecipanti correranno nelle loro città per una decina di chilometri in forma sincronizzata con quelli delle città limitrofe; non avranno confronti cronometrici o agonistici quanto piuttosto l'obiettivo di promuovere e sostenere la ricerca mediante le loro donazioni. Run4Hope Onlus, promotrice dell'iniziativa, garantisce la copertura dei costi organizzativi tramite i propri sponsor per far sì che quanto raccolto dai podisti giunga interamente all'ente beneficiario. La staffetta veneta Sabato 13 aprile alle 11 era fissato lo start della staffetta veneta da piazza Matteotti a Vicenza con due distinti testimoni. Una serie di associazioni podistiche si sono alternate da una parte per giungere a Verona e dall'altra per arrivare ad Este. Il primo testimone arrivato nella città scaligera è ripartito poi domenica 14 aprile con destinazione Bassano del Grappa. Oggi, Lunedì 15 aprile, si riparte da Bassano/Cittadella in direzione Feltre e Belluno, mentre martedì 16 da Belluno si scende fino a Treviso. Mercoledì 17 aprile da Treviso, si raggiunge Jesolo percorrendo il Sile per giungere poi piazza San Marco a Venezia e chiudere con l'arrivo a Mestre. Giovedì 18 si riparte da Mestre, per raggiungere Padova lungo la Riviera del Brenta per confluire in serata nella "Corri x Padova". Previsto poi un troncone aggiuntivo che si muoverà da Piove di Sacco fino a Chioggia venerdì 19 e proseguirà per Rosolina sabato 20. Il secondo testimone da Este e sarà poi portato sabato 20 aprile a Rovigo nell'evento Color Atletica. Alcuni iscritti alla Padova Marathon porteranno poi il testimone domenica 21 proprio nella città del Santo a chiusura definitiva della staffetta. Saranno 44 le associazioni sportive venete impegnate nelle percorrenze con almeno 5000 podisti coinvolti anche mediante eventi gemellati come la Puro 10.000 tenutasi ieri a Zanè e la CorriXPadova di sabato 18 aprile, per consentire di coprire il percorso. Tra i runners anche alcuni gruppi formati nel contesto dei reparti dell'Esercito Italiano di Verona, Treviso, Motta di Livenza, Portogruaro, Belluno (Comando Alpini) Mestre (Lagunari) e Padova. Infopoint Carabinieri previsti nei passaggi a Vicenza, Verona, Belluno (impegnati anche nella corsa fino a Vittorio Veneto), Treviso, Jesolo, Mestre, Padova, Piove di Sacco e Este. Le staffette regionali: a Roma tappa inaugurale con arrivo in piazza San Pietro Il testimone della Run4Hope Massigen 2024 passerà di mano in mano in tutto il territorio nazionale. Decisamente suggestiva la staffetta inaugurale prevista a Roma che porterà i partecipanti dalla Caserma Pio IX° dell'Esercito Italiano a Piazza San Pietro, grazie al supporto dei runners dell'Athletica Vaticana e di alcuni sodalizi sportivi capitolini. Sempre restando nella capitale la giornata conclusiva coinciderà con il "Natale di Roma". Oltre all'evento amico Appia Run, si segnala la challenge della SS Lazio Plogging all'interno della sfilata del Gruppo Storico Romano. Nel contesto della Mezza Maratona di Genova, valida anche come campionato italiano Fidal individuale e societario per le categoria Master, porteranno il testimone della Run4Hope alcuni parlamentari del Montecitorio Running Club che fungeranno così da ambasciatori della Run4Hope nell'iniziativa gemellata. Si corre nel proprio territorio senza finalità agonistiche Le venti staffette regionali (in alcuni casi articolate in eventi provinciali o locali) vedranno la partenza contemporaneamente alle 11 di sabato 13 aprile tendenzialmente dai capoluoghi di Regione. Nei giorni successivi il testimone girerà di città in città in base al cronoprogramma pubblicato sul sito e definito in accordo con i partecipanti, attraverso tappe giornaliere che indicativamente andranno dai 20 ai 60 km. Le ultime tappe si svolgeranno domenica 21 aprile con l'arrivo contemporaneo alle ore 11. Il dettaglio dei percorsi si trova sul sito www.run4hope.it sezioni "corri con noi" e "la staffetta", con indicazioni sulle varie tappe giornaliere. Le virtual per i singoli e gruppi effettuabili tra il 13 aprile e il 1° maggio Chiuse le iscrizioni delle associazioni, fino al 1° maggio sarà possibile partecipare individualmente in modalità "virtual singoli" grazie alla partnership con EvoData/ENDU scegliendo tra 5km, 10km o 20km. Prevista una donazione minima di 30 euro ricevendo la t-shirt ufficiale e il pettorale scaricabile. Sarà anche possibile aggregarsi ai gruppi partecipanti della loro zona, compatibilmente con il programma della staffetta. Si rimanda al sito www.run4hope.it - sezione Corri con noi → Singoli. I partecipanti potranno inoltre creare una propria pagina personale sul portale Rete Del Dono per sollecitare la raccolta fondi per AIL anche tra amici e conoscenti! Previste anche le "virtual di gruppo" tramite un allenamento autogestito. Associazioni o gruppi spontanei (amici/colleghi) possono scrivere a [email protected]. Viene richiesto lo stesso impegno per la donazione al pari dei gruppi iscritti per la staffetta, come sopra indicato. Esercito Italiano, Marina Militare e Aeronautica militare patrocinano la Run4Hope assieme a Arma dei Carabinieri, Fiamme Azzurre, Fiamme Gialle e Fiamme Oro L'Esercito Italiano, l'Aeronautica Militare, la Marina Militare e l'Arma dei Carabinieri hanno concesso il loro patrocinio alla Run4Hope Massigen 2024 evidenziando l'importanza nazionale dell'iniziativa, grazie allo scopo solidale delle staffette regionali che di mano in mano trasporteranno il testimone, messaggio di altruismo e di impegno per AIL. Valori pienamente condivisi dalle Forze Armate, nonché da Fiamme Oro, Fiamme Gialle e Fiamme Azzurre che fanno del coraggio, della preparazione professionale, del senso del dovere, della responsabilità, della tenacia, dello spirito di corpo e dell'abnegazione, i principi cardine su cui si fonda e a cui ogni militare si ispira quotidianamente. La sostenibilità del progetto grazie ai partner Run4Hope Italia Onlus, promotrice dell'evento, ha scelto di gestire in proprio i costi organizzativi e di promozione per favorire il collegamento diretto tra donatori e ricevente (runners/AIL). Per questo motivo va particolarmente elogiato il ruolo dei sostenitori privati a partire dal main sponsor Massigen, Löwengrube, Gruppo Cecchin, Proteko, ViAcqua, MA Impianti, Adacta, +Sicuro srl, AGSM-AIM. Partners che consentono quindi la sostenibilità economica del progetto per assicurare il passaggio delle donazioni dei podisti direttamente ad AIL. Coinvolti nelle partnership Correre, EvoData e Hassel Comunicazione. AIL - l'ente beneficiario delle donazioni dei runners per il 2024 L'AIL è impegnata da 55 anni nel promuovere e sostenere la ricerca scientifica nel campo delle leucemie, mettere in atto l'assistenza sanitaria necessaria a migliorare la qualità della vita dei malati e dei loro famigliari, e nel sensibilizzare l'opinione pubblica alla lotta contro le malattie ematologiche. Attualmente l'AIL si articola in 83 sezioni provinciali distribuite su tutto il territorio nazionale. Il successo delle prime tre edizioni: 40.000 podisti e oltre 150.000 euro devoluti a AIRC e AIL Protagonista dell'iniziativa è la onlus "Run4Hope Italia" al fianco di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro il 2021 e 2023 e di AIL nel 2022 nel 2024: una staffetta nella staffetta per contraddistinguere il primo quadriennio di svolgimento del progetto a cavallo tra i Giochi olimpici di Tokyo 2020 (21) e Parigi 2024. Le prime tre edizioni di Run4Hope - il cui ricavato è stato destinato alla Fondazione AIRC nel 2021 e nel 2023 (oltre 110.000 euro destinati a finanziare assegni di ricerca contro i tumori infantili e i tumori femminili) e ad AIL nel 2022 (oltre 40.000 euro per le sezioni che hanno accolto malati di leucemia ucraini ospitati in Italia) - hanno raccolto un considerevole successo con 40.000 podisti coinvolti in tutta Italia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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LA PIATTAFORMA REGIONALE PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI TOSSICO-NOCIVI. - Parte 3
La scorsa volta ho narrato i fatti di questa vicenda, mirabile e terribile, fino al sabato sera del 9 marzo 1991, quando giovani - per lo più della #Lega e del #MsiDn - occuparono il Comune.
La settimana successiva ci furono 2 fatti:
1. Si formò il Comitato #Pars (il Pars è la località di Morsano al Tagliamento, che si incunea nella Regione #Veneto, come protuberanza, sulla quale avrebbe dovuto venire costruita la Piattaforma), per combattere contro il progetto voluto dall' Amministrazione Comunale #Dc. Vi fecero parte tutti i partiti di Opposizione, eccetto il Partito Democratico della Sinistra (per sua scelta). Era presente anche il #MsiDn di Piero Marini (che, per la verità, nel 1985 aveva già formato una Lista Civica assieme ai Socialisti ed ai Partiti Laici): cadeva, in tal modo, 2 anni prima della svolta di #Berlusconi alle Elezioni Comunali Romane, la pregiudiziale antifascista. Io non presi parte alle attività del Comitato Pars e non partecipai mai alle sue iniziative;
2. Prima del sorgere dell' alba, il 12 marzo 1991, con delle autobotti piene di liquame fu imbrattato di feci e di urine di maiali il municipio di Morsano al Tagliamento.
Nel mese di Marzo 1991 la Democrazia Cristiana del Comune di San Michele al Tagliamento, che aveva promosso un Referendum Consultivo per il passaggio del Comune di San Michele al Tagliamento alla Regione #FriuliVeneziaGiulia, accusò la Democrazia Cristiana friulana di aver - de facto- fatto saltare il referendum (che invece ebbe un notevole successo), facendo scoppiare il bubbone della Piattaforma in periodo referendario.
#piattaforma #StoriaDelFriuli
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VENEZIA: controversie telefoniche con il conciliaweb
VENEZIA: controversie telefoniche con il conciliaweb
Se hai un problema con un operatore telefonico e nonostante le tue segnalazioni e i tuoi reclami questo problema permane, hai la possibilità di tutelare le tue ragioni rivolgendoti al CoReCom Veneto (Comitato Regionale per le Comunicazioni). Gli utenti – cittadini ed imprese – possono accedere alla procedura di risoluzione delle controversie attraverso la piattaforma…
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Postavano sui social: “Noi non chiamiamo la polizia, noi vi veniamo a prendere”, “E a te, ragazzino europeo, noi ti diciamo: svegliati”, “La volontà è la nostra unica legge!”. Andriollo, presidente provinciale Anpi: «Preoccupati per un tasso di violenza intollerabile in democrazia»
A volte ritornano. Di “ronde nere” ne avevamo sentito tristemente parlare qualche anno fa, nell’estate 2018, quando a Rimini – in seguito agli stupri da parte di un branco di uomini – degli estremisti di Forza Nuova e di Onr, formazione nazionalista polacca «gemellata» con l’ultradestra italiana, avevano intrapreso una serie di «azioni di presidio e sorveglianza a tutela dei cittadini e turisti italiani», secondo gli organizzatori «Un’opera di bene» insomma, «Un rigurgito fascista» precisava invece il comitato antifascista della provincia. E ora ci risiamo: lunedì 22 febbraio a Vicenza, in seguito all’aggressione da parte di un gruppo di giovanissimi ai danni di un controllore STV (Società Vicentina Trasporti), finito all’ospedale dopo aver ricevuto un calcio al volto per aver richiesto ai ragazzi il biglietto del bus, si è costituito un gruppo di “benefattori”, i “Vicenza Blackflag”. Si tratta di dodici individui che, coperti da mascherine, copricapo e giubbotti rigorosamente neri, si sono messi in posa per la foto di fronte allo striscione che avevano srotolato alla fermata luogo dell’aggressione, con scritto “Contro le baby gang sei solo tu e la tua crew” (“staff, equipaggio”, ndr). Una delle foto pubblicate sui social, ora oscurati, dei “Vicenza Blackflag” (da ilgiornaledivicenza.it) Una frase forse per loro ad effetto ma poco altro, se non fosse che una manciata di ore dopo, sul profilo Instagram VicenzablackFlag, è apparso un messaggio che rivendicava l’azione dimostrativa e che ha attirato l’attenzione degli investigatori, eccolo: «Oggi hanno spaccato la testa ad un indifeso controllore di Svt, domani potrebbero stuprare la tua fidanzata o tua sorella. Per quanto le nostre strade dovranno essere ostaggio di queste baby gang di allogeni? Noi non siamo i ragazzi della parrocchia, non siamo i boy-scout e non siamo timidi borghesi che invocano le soluzioni di comodo. Noi non chiamiamo la polizia e non telefoniamo ai telegiornali per i servizi anti degrado. Noi vi veniamo a prendere, e cacciamo voi e i vostri tutori progressisti che ripetono continuamente che andrà tutto bene mentre la nostra civiltà alleva le serpi in seno. E a te, ragazzino europeo, noi ti diciamo: svegliati. Diecimila anni di storia pesano sulle tue spalle, hai la capacità di formare con i tuoi simili crew che possano contrastare questa feccia che invade le nostre strade. Allena il tuo fisico, addestra la tua mente e crea comunità. La volontà è la nostra unica legge!». L’estrema destra non è nuova a questi rigurgiti razzisti e xenofobi, basti ricordare i manifesti che nel 2017 Forza Nuova riprese pari pari da quelli della RSI per additare “l’uomo nero” come il pericolo da cui difendere le proprie mogli, figlie e sorelle. Giustizia fai da te e violenza prêt à porter per la gioventù autoctona. Un post razzista, e al contempo ridicolo per il linguaggio e le parole-chiave usate, ingredienti inconfondibili degli indigesti piatti di estrema destra, che minaccia gli “allogeni” (si dà per scontato che gli aggressori siano tutti stranieri) e i loro “tutori progressisti” e che, con una sorta di chiamata alle armi, esorta il “ragazzino europeo” a formare “crew” ed “allenare il suo fisico” per liberare le strade dalla “feccia”. In poche ore il post (il profilo è stato oscurato) ha ricevuto 172 like e decine di commenti positivi. La Digos cerca di capire chi si nasconda dietro la “bandiera nera”, certo non chierichetti: in base ai primi riscontri farebbero parte di Vicenza Blackflag soprattutto ex appartenenti di CasaPound. «Noi non sappiamo ancora con certezza se sono di CasaPound – afferma Danilo Andriollo, presidente Anpi Vicenza – ciò che sappiamo però è che l’assessora all’istruzione Donazzan [interprete, poche settimane fa, di Faccetta nera alla radio, ndr] alcuni mesi fa ringraziava i “giovani di CasaPound Vicenza, composti e seri“». Il clima in Veneto, infatti, nonostante le recenti parole del presidente Luca Zaia sulla trasversalità dei valori antifascisti, è molto favorevole al germogliare di semi neri, e non solo per le imbarazzanti presenze della Donazzan alle commemorazioni per la X MAS, ma anche per la mozione presentata (e approvata) martedì 23 febbraio u.s. da un consigliere regionale di Fratelli d’Italia – a cui hanno replicato la Segreteria nazionale e il Coordinamento regionale Veneto dell’Anpi e contestata dai comitati provinciali dell’Associazione oltre che dagli Istituti Storici veneti – che vorrebbe imbavagliare la libera e autonoma ricerca storica se “negazionista” o “riduzionista” rispetto alle vicende del confine orientale. È chiaro che le aggressioni e gli atti vandalici a danno di utenti e lavoratori della STV vanno duramente condannati, sanzionati e soprattutto scongiurati; a questo scopo l’amministrazione comunale vicentina, con prefetto e questore, sta lavorando in accordo con le forze dell’ordine e le RSU dell’azienda di trasporti per trovare soluzioni. Il prefetto Signoriello aggiunge che queste “ronde” «causano un pericolo potenziale. La risposta attiene alle forze di polizia, non abbiamo bisogno del far west. I sistemi di legge esistono e funzionano». Ha immediatamente preso le distanze dai Blackflag anche il controllore e sindacalista aggredito, Fausto Panizzon: «Niente e nulla può essere più lontano da me, profondamente antifascista, di certi personaggi che raccattano ogni scusa per dimostrare il loro becero razzismo. Io non sono stato assalito da un “marocchino”, ma da una persona violenta. Io chiedo giustizia, non certo vendetta e certamente rifiuto che si usi la mia persona per quanto accadutomi per spargere le solite idee razziste e xenofobe», e prosegue: «Ho fatto il mio dovere e come sindacalista farò il possibile per salvaguardare l’incolumità dei lavoratori, contro i violenti, siano essi italiani, marocchini o norvegesi chiamando allo sciopero i lavoratori del Tpl lunedì prossimo». È altrettanto chiaro, infatti, come dichiarato in un comunicato stampa dal comitato provinciale vicentino dell’Anpi, che «le deliranti affermazioni dei loschi figuri di “blackflag” destano allarme e preoccupazione e chiamano alla vigilanza antifascista e alla mobilitazione democratica tutte le persone e le forze sociali, politiche e associative che fanno della Costituzione antifascista il loro punto di riferimento. Il linguaggio usato contiene un tasso di violenza intollerabile in democrazia e richiama alla memoria le violenze di un secolo fa, che portarono al regime che fece piombare il nostro Paese nelle pagine più buie della sua storia. Le restrizioni derivanti dalle norme di contrasto alla pandemia non possono essere utilizzate per scorribande dei gruppi neofascisti, che, naturalmente, operano al buio. La doverosa solidarietà agli autisti AIM non può portare nessuno a pensare di farsi giustizia da solo. Chiediamo alla polizia di svolgere nel modo più approfondito le indagini su questa brutta vicenda e alla magistratura di verificare se nelle affermazioni di costoro vi siano gli estremi per l’applicazione delle leggi Scelba e Mancino, in particolare nella parte riferita all’istigazione all’odio razziale. Chiediamo all’Amministrazione comunale e alle forze politiche e sociali democratiche e antifasciste di esprimere la più ferma condanna e di isolare quei gruppi che stanno dimostrando ogni giorno di più la loro pericolosità e arroganza. Rifiuto e nessuna sottovalutazione del fascismo, di ieri e di oggi». giovedì 25 Febbraio 2021 https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/servizi/vicenza-ronde-di-blackflag-contro-la-feccia-straniera/
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Andrea Crisanti è un genetista di fama internazionale e l’uomo che ha letteralmente inventato il “modello Veneto”, salvando un’intera regione da una potenziale catastrofe. Invece di celebrarlo come un eroe della pandemia, il governatore Zaia prima lo ha screditato negandogli e attribuendo alla Regione ogni merito, poi delegittimato, infine messo da parte semplicemente perché le sue idee non facevano più comodo alla propaganda leghista. Risultato? In Veneto il Covid è tornato a crescere e a far paura. Alla fine Crisanti ha detto basta. E, annunciando la volontà di lasciare il Comitato tecnico scientifico regionale, ha tirato fuori tutto, ma proprio tutto. “Questo è il risultato della scelta di Zaia di affidarsi a persone che dicono che il virus è morto” ha detto. “E intanto gli ospedali tornano a riempirsi. Si sta dando la colpa agli immigrati, ma ci sono anche tantissimi italiani contagiati. Mi viene da ridere quando qualcuno dice che il virus ha perso forza. Se circola meno, più difficilmente raggiunge i soggetti più fragili. E circolando meno, scende la carica virale. Ma se tornano ad aumentare i contagi, tornano i casi gravi.” E meno male che quella di Zaia era la Lega buona... Figuriamoci quella “cattiva”. No. Il Veneto, l’Italia, un uomo e uno scienziato come Crisanti proprio non se lo merita. Lorenzo Tosa
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Regione Salento: un sogno durato lo spazio d’una sera
di Nazareno Valente
Con telegramma del 18 dicembre 1946, il deputato Vito Mario Stampacchia comunicava con esultanza al sindaco di Brindisi, Francesco Lazzaro, che la sottocommissione costituente aveva deliberato l’istituzione della Regione Salento.
Dal tono del telegramma sembrava che fosse ormai cosa fatta, invece così non era, tanto è vero che, nel prosieguo dell’iter, la proposta si arenò o, per essere più precisi, fu fatta sparire, perché depennata dall’elenco.
In conclusione, non se ne fece nulla.
Ciò che avvenne si tinge in effetti di giallo. Un giallo tuttora da risolvere, considerato che l’assassino rimane avvolto nell’ombra. Certo si conosce l’organismo che, al momento opportuno, tolse la Regione Salento dall’elenco, ma è avvolto nel mistero chi fu il reale mandante di questa decisione. C’è però qualche sospetto, ed i più sono propensi a credere che fu Aldo Moro, allora deputato della Costituente, l’autore dell’intervento che mortificò le aspirazioni della nuova regione.
In effetti, tutti gli indizi fanno credere che Aldo Moro non fu estraneo ai fatti, anzi ne fu uno dei più ragguardevoli artefici. Ma non certo il solo. Né forse quello principale. Ci furono varie circostanze sfavorevoli che tramarono contro il progetto ma, in maniera preponderante, pesò sulla decisione la dura posizione assunta a riguardo da un’altra forza politica, che Moro sfruttò per salvaguardare gli interessi dell’elettorato barese.
Almeno questo a mio parere; parere maturato dopo attenta lettura dei verbali dei vari organismi della Costituente che deliberarono sull’autonomia regionale.
Per poterci capire qualcosa è necessario ritornare a quei tempi e ricostruire la situazione politica d’allora e le modalità con cui l’organo costituente decise di operare.
In merito a quest’ultimo punto, l’Assemblea Costituente si riunì per la prima volta il 25 giugno 1946, senza che il governo avesse in precedenza elaborato un progetto di Costituzione. Ciò rese necessario che fosse preliminarmente definito un progetto organico ed articolato da sottoporre poi alla discussione delle sedute pubbliche dell’Assemblea. Per questo motivo la Costituente nominò al proprio interno una “Commissione per la Costituzione”, incaricata di redigere uno schema che l’Assemblea avrebbe poi valutato articolo per articolo. Tale commissione, composta da 75 deputati della Costituente in modo da rispecchiarne la composizione partitica, prevedeva al proprio interno tre rappresentanti eletti nella circoscrizione salentina Lecce-Brindisi-Taranto, vale a dire Giuseppe Codacci Pisanelli (Democrazia Cristiana, nel seguito DC), Giuseppe Grassi (Unione Democratica Nazionale, che accorpava centristi e liberali) e Ruggero Grieco (Partito Comunista Italiano, PCI), oltre ad altri personaggi politici di spicco, quali, ad esempio, Nilde Iotti e Palmiro Togliatti del PCI e Aldo Moro della DC.
Nella prima riunione del 20 luglio la Commissione dei 75 si suddivise in tre sottocommissioni, ciascuna incaricata di definire il testo riguardante specifici argomenti istituzionali. La trattazione dell’autonomia regionale toccò alla seconda Sottocommissione che iniziò ad esaminare una prima bozza redatta da un gruppo di lavoro di dieci suoi componenti coordinati dal deputato Ambrosini (DC).
Sin dall’inizio dei lavori sorsero non banali conflitti di competenza tra le varie sottocommissioni, per cui la Commissione dei 75 decise la costituzione di un comitato di 18 suoi componenti, incaricato di esaminare i testi prodotti dalle tre sottocommissioni e di compilare un progetto organico ed unitario. Questo comitato fu chiamato “Comitato di redazione” o anche “Comitato dei 18” e tra i suoi componenti comprese, tra gli altri, Giuseppe Grassi e Ruggero Grieco eletti nella circoscrizione salentina, Aldo Moro e Palmiro Togliatti, come già riportato esponenti di rilievo dei partiti allora maggioritari, vale a dire la DC ed il PCI.
La situazione politica era infatti condizionata da questi due partiti di largo seguito. Il PCI poteva contare sull’appoggio dei socialisti, presentatisi alla consultazione avendo messo d’accordo le varie anime del partito, da quella più moderata a quella più radicale. La sigla stessa (PSIUP, Partito Socialista di Unità Proletaria) esprimeva però una qual certa preponderanza della corrente vicina alle posizioni comuniste. Il rapporto di forza era così quasi equamente controbilanciato: la DC aveva 207 dei 556 seggi disponibili, il PCI ed il PSIUP, rispettivamente 104 e 115, e, quindi, nel totale 219 seggi. Ciascuno di questi due blocchi cercò naturalmente di far prevalere il proprio indirizzo.
Come detto il governo non aveva fornito alcuno schema sul decentramento dei poteri dello Stato, tuttavia per questioni di opportunità un paio di settimane prima che si costituisse la Repubblica, i moti di separatismo avviati in Sicilia avevano fatto già decidere la costituzione della regione Sicilia. In aggiunta, nel settembre 1946, a seguito dell’accordo De Gasperi-Gruber, fu costituita la regione autonoma Trentino-Alto Adige. Come dire che, sebbene l’ordinamento statale non prevedesse neppure l’esistenza delle Regioni, ma solo quella delle Province e dei Comuni, erano già state costituite due regioni, e in più ad ordinamento autonomo. Di fatto le regioni, che sino ad allora erano esistite solo come entità statistiche di rilevazione, furono introdotte nell’organizzazione statale prescindendo da un qualsiasi preliminare giudizio di merito dell’organo preposto alla stesura della Costituzione. In definitiva la Costituente si trovò di fronte ad un fatto compiuto: il riconoscimento che la Regione fosse uno degli enti locali attraverso cui si sviluppasse l’articolazione autonomistica dello Stato, che fino ad allora s’era incentrato sui soli Comuni e Province.
Proprio su questo versante s’innescò la contrapposizione tra le diverse tendenze politiche dei due principali partiti del tempo.
Sulla definizione della regione si scontrarono quindi concezioni politiche e culturali diverse, già delineate in età liberale e nel periodo fascista ed in linea con il processo di trasformazione della società avviato nel corso della Resistenza.
Se i cattolici consideravano la regione uno strumento per superare un impianto fortemente gerarchico e centralistico e per meglio rappresentare gli interessi emergenti dal territorio, le sinistre manifestavano, invece, ferma avversione alla realizzazioni di troppe regioni che potessero minare l’unità dello Stato. Alla fin fine si cercò quindi una via di mezzo facendo prevalere le ragioni politiche contingenti rispetto ad un augurato effettivo rinnovamento. Per altro tutti sembrarono inizialmente propensi a prevedere l’istituzione delle regioni, ed in tal senso furono tutti d’accordo, tranne un deputato, previa però abolizione – o quanto meno ridimensionamento giuridico – delle province.
Sicché già dal 14 novembre 1946 la seconda sottocommissione approva che «Il territorio della Repubblica è ripartito in Regioni e Comuni. La Provincia è una circoscrizione amministrativa di decentramento regionale». In definitiva la Provincia, da sede di decentramento dell’amministrazione statale, viene declassata a circoscrizione amministrativa di decentramento regionale. Il che condizionò le successive discussione, in quanto tra Comune e Regione pareva a taluni mancare un ente intermedio, e spostò il problema dalla pura e semplice istituzione delle regioni alla loro composizione territoriale nelle quali si cercava di recuperare la persa autonomia provinciale.
Come già riportato, sino ad allora il termine “regione” non era mai stato definito in termini istituzionali, ma solo ai fini statistici e, a tale scopo, utilizzato per la prima volta nell’Annuario statistico italiano del 1912. Era pertanto una ripartizione dello Stato che, pur tenendo conto delle tradizioni storico-geografiche, obbediva in prevalenza ad un criterio burocratico di suddivisione. Cosa questa riscontrabile, ad esempio, nel non considerare a sé stanti la Valle d’Aosta ed il Friuli, inserite per questioni quantitative rispettivamente nel Piemonte e nel Friuli, oppure nel non nominare neppure la Romagna, inclusa anonima nell’Emilia. Ma anche desumibile in alcune denominazioni scelte: tipico il plurale, “Puglie”, adottato per la nostra regione, probabilmente ad indicare un accorpamento di zone con tradizioni non certo del tutto omogenee.
Pur tuttavia, come vedremo, nella discussione il criterio statistico divenne, soprattutto quando convenne, pure storico-geografico e richiamato da chi – non del tutto a torto – temendo che il fiorire delle richieste regionalistiche potesse frantumare l’unità del paese appena conquistata con la guerra di liberazione, preferì il rigido mantenimento delle suddivisioni regionali stabilite dai demografi. Fatte naturalmente salve le eccezioni dovute a ragioni di opportunità politica.
In ogni caso, il declassamento della Provincia fece lievitare il numero di proposte di istituzioni di regioni che s’aggiungevano a quelle previste dagli annuari statistici, che per la cronaca allora erano le seguenti: Piemonte, Lombardia, Venezia Tridentina (Trentino-Alto Adige), Veneto, Venezia Giulia, Liguria, Emilia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise, Campania, Lucania, Puglie, Calabrie, Sardegna e Sicilia.
Così, tra le tante, alla seconda sottocommissione arrivò anche la proposta d’istituzione della Regione Salento.
Ne fu relatore Codacci Pisanelli (DC), incaricato dalla sottocommissione stessa di riferire anche sulla proposta della Regioni Daunia.
Nella seduta pomeridiana del 16 dicembre 1946 ed in quella antimeridiana del giorno successivo, Codacci Pisanelli illustrò la proposta della regione salentina, non nascondendo di essere uno dei sette deputati della circoscrizione di Lecce, Brindisi e Lecce firmatari dell’istanza. Sebbene ne nominasse poi, oltre sé, solo altri cinque, vale a dire Beniamino De Maria (DC), Vincenzo Cicerone (Blocco Nazionale delle Libertà, d’ispirazione monarchica), Giuseppe Grassi (liberale), Luigi Vallone (liberale), Vito Mario Stampacchia (socialista), le successive votazioni avvenute in Assemblea evidenziarono che il settimo era Antonio Gabrieli (DC).
Erano in pratica quasi tutti deputati votati in prevalenza a Lecce, tranne proprio Stampacchia, eletto grazie ai voti ottenuti per quasi il 95% a Brindisi e Taranto. Degli altri eletti nella stessa circoscrizione salentina ci fu chi mantenne sempre le distanze dalla proposta — Alfonso Motolese (DC), Italo Giulio Caiati (DC), Giuseppe Ayroldi (Blocco Nazionale delle Libertà) e Pasquale Lagravinese (Blocco Nazionale delle Libertà) — senza però manifestare neppure dissenso, e chi, Ruggero Greco (PCI), la osteggiò in maniera palese, ma non dalle primissime battute.
La proposta tuttavia nacque in parte debole, sottoscritta com’era dai soli deputati leccesi, ma, almeno in prima istanza, godeva del vantaggio di non essere osteggiata dai democristiani e di non sollevare troppe critiche tra i comunisti. Il fatto che fosse stata sottoscritta da Codacci Pisanelli la salvaguardava da eventuali attacchi in massa dei democristiani eletti nelle circoscrizioni diverse da quella di Bari; l’appoggio incondizionato di Stampacchia serviva invece a smussare l’opposizione ideologica delle sinistre in genere e dei comunisti in particolare.
Infatti unica tra le proposte presentate ottenne anche l’espressione favorevole del deputato comunista Nobile, che per l’occasione si disallineò dalle posizioni di principio del suo partito, tanto da essere ripreso in maniera evidente da Terracini (PCI) il quale per l’appunto, riguardo tale intervento, osservò «che esso è in contrasto con quanto, in altre occasioni, lo stesso onorevole Nobile ha affermato a proposito delle varie disposizioni contenute nel progetto sulle autonomie locali».
La reprimenda servirà a far rientrare tra i ranghi il deputato Nobile che, al momento della votazione della proposta, a scanso di equivoci, dichiarerà espressamente di volersi astenere. Spontanea o meno che sia stata questa astensione, la proposta non sollevò se non l’opposizione d’un paio di deputati e la contrarietà di principio di Terracini (PCI). Per cui la seconda sottocommissione della Commissione dei 75 approvò l’istituzione della regione Salento, senza che fossero sollevati rilevanti ostacoli.
I primi problemi di fondo emergono però nel corso della stessa seduta, quando s’inizia a discutere la proposta di «costituire la Regione della Romagna e la Regione emiliano-appenninica» che, di fatto, significava spaccare in due l’Emilia e Romagna. Nel dettaglio s’intendeva unire la Lunigiana ed il porto di La Spezia alle province di Modena, Reggio, Parma e Piacenza, costituendo la Regione denominata a volte Emiliana-Lunense, altre Emilia-Appeninica, mentre le province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì avrebbero costituito la regione Emilia e Romagna.
La proposta della Regione Emiliana-Lunense trovò favorevoli gli esponenti democristiani e fortemente contrari i comunisti che tentarono in tutti i modi di far rinviare la proposta senza però riuscirci. Dopo animata discussione, venne infatti approvata.
Il giorno successivo, 18 dicembre, esaurita la discussione su tutte le nuove proposte, risultano approvate le seguenti regioni: «Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia-Appenninica, Emilia e Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzi, Molise, Campania, Puglia, Salento, Lucania, Calabria, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta».
A questo punto però si ravvisa necessario che sulle nuove proposte (vale a dire Molise, Salento, Emilia-Appeninica, Emilia e Romagna, Friuli) venga acquisito il parere alle amministrazioni comunali e provinciali interessate.
Sicché la seconda Sottocommissione, nell’approvare l’elenco delle regioni, «esprime il voto che le sue delibere relative alla costituzione di nuove Regioni… vengano comunicate ai Comuni, alle Deputazioni provinciali ed alle Camere di commercio delle Regioni nelle quali le Regioni costituende sono attualmente comprese, perché, volendo, esprimano su tali delibere il loro voto».
Poiché comunque i suddetti pareri non sono vincolanti, la costituzione della Regione salentina non pare debba correre soverchi pericoli, tant’è che uno dei proponenti, il deputato Stampacchia, è così certo della buona riuscita dell’iniziativa da darne comunicazione a tutte le autorità interessate la sera stessa del 18 dicembre.
(1 – continua)
#Giuseppe Codacci Pisanelli#Nazareno Valente#Regione Salento#Vito Mario Stampacchia#Pagine della nostra Storia#Spigolature Salentine
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9 Mariagloria VISENTIN – Mediano di Mschia (U16)
19 Lisa BACCAGLINI – Seconda Linea (U18)
2 Agnese SARTORI – Pilone/Tallonatore (U18)
Il Comitato Regionale Veneto – FIR ha diramato, nel tardo pomeriggio di oggi, le liste delle atlete convocate nelle selezioni regionali Under 14, Under 16 ed Under 18 che domenica, 4 Novembre prossimo, affronteranno a Rovato (BS) le pari età di Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte nel Torneo delle Rappresentative Regionali.
Grande soddisfazione in casa rossoblu per la convocazione di Mariagloria Visentin, nella selezione Under 16, di Lisa Baccaglini e del capitano rossoblu, Agnese Sartori, in quella Under 18. Per le tre giovani rodigine questa sarà la prima esperienza con una selezione regionale di categoria, una convocazione che suona come una conferma del fatto che il lavoro svolto finora sta portando i primi frutti. Queste convocazioni comunque non devono essere viste come un punto d’arrivo ma come una nuova base di partenza che dovrà proiettare, con forza, tutto il movimento del rugby in rosa rodigino verso il prossimo obiettivo.
Un plauso va comunque anche a Giulia Quaglio e ad Anna Bacchiega (penalizzata da un brutto infortunio patito proprio nell’allenamento di Selezione della scorsa settimana, n.d.A) che, nonostante il grande impegno profuso negli allenamenti di selezione, rispettivamente nelle categorie Under 14 ed Under 18, non sono state convocate per il Torneo di domenica prossima pur avendo favorevolmente impressionato i selezionatori. Siamo certi che avranno miglior fortuna nelle prossime occasioni che di certo non mancheranno.
Il Torneo delle Rappresentative Regionali in programma nella mattinata di domenica prossima a Rovato, farà inoltre da gustoso antipasto al test match che a Calvisano (BS), nel primo pomeriggio, vedrà la nazionale femminile affrontare la Scozia, match al quale protranno assistere, dal vivo, anche tutte le protagoniste del torneo sognando di riuscire magari un giorno ad arrivare ad indossare quella maglia azzurra tanto agognata.
Le Dogaresse rossoblu Il Comitato Regionale Veneto - FIR ha diramato, nel tardo pomeriggio di oggi, le liste delle atlete convocate nelle selezioni regionali Under 14, Under 16 ed Under 18 che domenica, 4 Novembre prossimo, affronteranno a Rovato (BS) le pari età di Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte nel Torneo delle Rappresentative Regionali.
#Agnese Sartori#Anna Bacchiega#Calvisano#Comitato Regionale Veneto#FIR#Giulia Quaglio#Lisa Baccaglini#Mariagloria Visentin#Rovato#Scozia
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I primi episodi di resistenza nel Veneto sono legati all'assistenza verso i soldati italiani inseguiti dai tedeschi dopo l'armistizio dell'otto settembre 1943
Il Comitato di liberazione nazionale regionale del Veneto (Clnrv <2) nacque a Padova il 10 settembre 1943 con lo scopo di gestire ogni azione volta alla liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista e del dominatore tedesco. Con esso si cominciò a diffondere anche il primo numero del mensile “Fratelli d’Italia”, per spingere ogni partito politico antifascista a collaborare per il…
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#1943#agrari#armistizio#Belluno#Clnrv#comunisti#Concetto Marchesi#contadini#democristiani#ebrei#Ezio Franceschini#Fadp#fascisti#GAp#Igino Borin#industriali#Jerzi Sas Kulczycki#Jerzi Sassi Ducceschi#Manlio Silvestri#Marghera#ottobre#Padova#partigiani#partiti#Resistenza#Rinaldo Arnaldi#Rovigo#salvataggio#scioperi#Silvio Trentin
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I primi episodi di resistenza nel Veneto sono legati all'assistenza verso i soldati italiani inseguiti dai tedeschi dopo l'armistizio dell'otto settembre 1943
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Nicola Fioravanzo firma per il Calvisano
Nicola Fioravanzo firma per il Calvisano
La società del Transvecta Rugby Calvisano annuncia l’arrivo di Nicola Fioravanzo! Nato a Verona il 26 aprile 1999, il pilone sinistro pesa 107 kg per 183 cm. Cresciuto nelle giovanili del Rugby Verona, durante la sua crescita sportiva Nicola ha partecipato ad alcune partite con il Comitato Regionale Veneto, e con il Centro di Formazione Federale. Nel 2017, con l’U18 veronese, ha giocato nel…
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Venezia, Zaia scrive al Governo: "Bene il decreto per la governance. Ora, per rendere attrattivo il territorio, necessario il finanziamento"
Venezia, Zaia scrive al Governo: "Bene il decreto per la governance. Ora, per rendere attrattivo il territorio, necessario il finanziamento". "Ringrazio il Governo per l'adozione del DPCM che ridefinisce le modalità di funzionamento e di governance delle Zone Logistiche Semplificate (ZLS). I cittadini e le imprese del Veneto aspettavano da tempo tale provvedimento, in assenza del quale non era possibile dare piena operatività ad uno strumento che costituisce un'opportunità di sviluppo dall'enorme potenziale". Lo spiega il Presidente della Regione Luca Zaia in una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e al Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto, nella quale viene formalizzata la proposta di nomina del Comitato di Indirizzo della Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia – Rodigino. Un passo che segue la formalizzazione del DPCM che ridefinisce le modalità di funzionamento e governance delle ZLS che coinvolge territori afferenti alla Città Metropolitana di Venezia e alla Provincia di Rovigo, con specifico riferimento ai Comuni di Venezia, Chioggia, Bagnolo di Po, Bergantino, Bosaro, Calto, Canaro, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Gaiba, Melara, Occhiobello, Polesella, Rovigo, Salara, Stienta, Trecenta. "Colgo l'occasione per segnalare la necessità di garantire, anche per l'esercizio 2024 e comunque per tutta la durata della ZLS, la disponibilità di risorse a valere sul credito d'imposta per investimenti in beni strumentali – precisa inoltre il Presidente Zaia –. Confido di poter contare sul Suo prezioso appoggio affinché possa essere celermente perseguito l'obiettivo di garantire efficacia operativa alla ZLS Porto di Venezia – Rodigino, mediante l'istituzione del Comitato d'Indirizzo e la copertura finanziaria degli strumenti agevolativi ad essa correlati". "La ZLS è un progetto nato con la regia della Regione e una forte sinergia del territorio – commenta l'Assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato, che ha competenza e coordina l'iniziativa in seno alla giunta veneta -. Abbiamo lavorato in stretto raccordo con le categorie, in primis con Confindustria Veneto Est nella persona di Vincenzo Marinese, per definire un piano che è pronto a diventare realtà. Ora aspettiamo solo di avere tutti gli strumenti per realizzare un progetto che garantirà ai Comuni coinvolti un sicuro rilancio economico. Per tutto questo è fondamentale non perdere ulteriore tempo".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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