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#Ceronetti
libriaco · 8 months
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Tregua
Se soltanto la gente capisse che ha innanzi tutto bisogno di riprendere fiato! Di riposo dalla storia! Di un generoso scadimento, arretramento, rallentamento economico, demografico, industriale, scientifico! Di meno industrie, di meno soldi, di meno università, di meno spettacoli, di meno giornali, di meno fumo! Di silenzio. Di tregua. Di piccoli mestieri. Di pochi libri. Di non andare di corpo così male. Di morire a tempo.
G. Ceronetti, La carta è stanca. Milano, Adelphi, 1976.
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progvolution · 1 year
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L’uomo primitivo era soltanto antropofago. L’uomo civilizzato è anche geofago, cosmofago, siderofago. Non c’è limite alla sua Gola. L’italiano è italofago. Non lascerà nulla di vivo in questa penisola. Macella massacra divora tutto.. (Guido Ceronetti - Per le strade della Vergine)
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c-etait-ailleurs · 2 years
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(toute femme a un œil, juste au centre de son pubis, qui épie tout)
Guido Ceronetti, “Cunnilinctus”, Le silence du corps, LdP p. 141
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ali3natamente · 1 year
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La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile, e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria, al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una miserabilissima bugia
è: “Come stai?”
Guido Ceronetti
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illsadboy · 20 days
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Come stai?
La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile, e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria, al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una miserabilissima bugia.
~Guido Ceronetti~
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schizografia · 1 year
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Nulla, nessuna forza può rompere una fragilità infinita.
- Guido Ceronetti
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fragilityisavirtue · 1 year
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La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile, e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria, al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una miserabilissima bugia.
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Guido Ceronetti
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minimaeclectica · 1 year
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"La deshumanización del futuro consiente prever su imposibilidad. A partir de cierto grado de deshumanización, del que estamos bastante cerca, ya nada podrá suceder que tenga que ver con el hombre, porque ya no existirá el hombre. El no hombre que pudiera, acaso, resistir a esos excesos inhumanos no interesa al hombre que aún somos."
Guido Ceronetti - El silencio del cuerpo (1979)
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libriaco · 1 month
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Tutti i gusti son gusti
Finché avranno voglia di uccidere, non perderanno il gusto di generare.
G. Ceronetti, Il silenzio del corpo [1979], Milano, Adelphi, 2010
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suamy-inoue · 1 year
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La tortura di essere la vita
in una carne breve e sciagurata..
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smokingago · 26 days
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Come stai?
La domanda più indiscreta, più insolente,
più insoffribile, e la più comune anche, la
più poliglotta, la più persecutoria,
al telefono e faccia a faccia, la domanda
che mette alla tortura chi ama la verità
perché la si formula per avere in risposta
una miserabilissima bugia.
Guido Ceronetti
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c-etait-ailleurs · 2 years
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De tous les actes du code amoureux c'est celui qui laisse le plus de lassitude et de mélancolie, que seule la joie donnée rafraîchit. Parfois, on est mélancolique avant d'avoir fini, l'ardeur incandescente s'éteint peu à peu faisant place à une froide dissipation du désir, et il n'y a plus qu'un bras de galérien attaché à une rame, qui, mécaniquement, travaille l'océan impassible. Cunnilinctus se bat intrépidement contre Frigidité, qui, cependant, grandit et nous enveloppe triste­ment ; ainsi remonte-t-on des cryptes du Dieu impersonnel sans avoir pu allumer, dans le mystère d'une âme vivante, l'étincelle de la joie.
Guido Ceronetti, “Cunnilinctus”, Le silence du corps, LdP p. 144
“Frigidité”, concept patriarcal malheureux… Ceronetti (en 1979) semble ne l'avoir pas réalisé…
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lesondupapillon · 6 months
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Les visages font-ils partie du corps ? Parfois, j'en doute. Ils semblent avoir une vie indépendante, comme s'ils existaient sans le poids du reste. Ils viennent directement du démoniaque et de l'angélique, d'en bas et d'en haut; le reste est seulement terrestre.
/ Guido Ceronetti
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crazy-so-na-sega · 7 months
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Quel che c’è di più prospero nella società del benessere, è il malessere. Tra abissi di Disperazione e d’Informazione.
-Ceronetti
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gregor-samsung · 1 year
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“ Mia cara Francesca, le tue lettere arrivano, per lo più, alla sera. Verso le nove. Una mano entra nel buco, dicono "posta", poi le aprono e me le danno. Così le tue parole sono le ultime che ricevo: e me le porto in sogno. [...] Ho lavato i piatti (una ciotola di plastica, un piatto di plastica, delle posate idem) e le pulizie le farò nel pomeriggio, nell'interminabile viaggio che va dalle 15 al mattino dopo. Oggi è giorno di doccia (qui ci si lava un giorno sì e uno no) e aspetto il mio turno. Poi mi vestirò, e andrò all'aria. Girerò in tondo fino alle 11. In questa giostra assurda s'incontra ogni genere di uomini: falsari, spacciatori, zingari, bancarottieri; è un mondo tutto suo, credimi. E pieno di assurde favole, di storie incredibili; è impressionante il numero di giovani, di ragazzi, quasi. Da fuori, non si ha la sensazione di quello che accade qui, e di come enormi siano oggi i problemi della giustizia. Mi chiedi se desidero un libro. Sì. Di Dostoevskij "Memorie da una casa morta": attenzione, non "Memorie dal sottosuolo", che è un altro suo libro. Dico quello (alcuni lo traducono "M dalla casa dei morti") che parla della sua prigionia a Semipalatinsk, in Siberia. Lo lessi anni fa, e siccome è pieno di pensieri sulla pena, la prigione, e altro, vorrei rileggerlo. Davvero. Va bene? E io che posso restituirti? Senti, sbaglio o con Renata sei in freddo? Non so, mi è parso di capire che, in quel suo tirarsi indietro ti desse della pena. Guarda: succede, e alle volte è meglio che un amico dica francamente il suo pensiero piuttosto che vederlo accettare per forza. E il resto del lavoro? E la vita? E Milano? Io sono disgustato all'idea che esistano "giornalisti" del tipo attualmente in circolazione: criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili, folli. Adesso è di moda chiamare questo "il carcere dei vip": perché non vengono, per sette giorni, a questo Portofino delle manette? Credimi: il nostro non è un Paese. Ho gioito al ritrovamento delle reliquie del tuo S. Francesco: non avevo dubbi, credi, che il finale fosse quello. E troveranno il resto. Vuoi scommettere? Mi chiedi dei sogni? Beh, sono molto teneri, dolcissimi. Mi pare di essere accanto a te, e di perdermi nei tuoi occhi. È delizioso. Anche se è la sbiadita, pallida immagine del vero. Ma ti sogno spesso. Ti ho detto: ora sono sereno, niente può più toccarmi. Mi metterò a studiare storia, che e la mia passione. Storia italiana. Poi, mi interessa enormemente la "comune coscienza del peccato", che è cosa ancora più debole, da noi, del "comune senso del pudore". Parlo con delinquenti veri, Cicciotta: e mi interessa la loro psicologia, la loro relatività, il loro codice, che è, in molti casi, anche se patologico, regolato da leggi ferree. Sì, ho vissuto molte vite: so e conosco cose che nessun viaggiatore vede e vedrà mai, avrò da riempire sere e sere d'inverno. Non andrò mai più allo zoo: l'idea di una gabbia mi darà, per sempre, un fremito di disgusto. Tu dici che sono forte: io non lo so, Cicciotta. Sento che mi sentirei indegno di vivere, se fossi diverso. Non si può concedere loro niente: sono dei bari, capisci? Questo Paese ha sempre piegato la schiena, baciando la mano di chi lo pugnalava. E non ci sarebbero tiranni, se non ci fossero schiavi. Il vero patrono d'Italia (e non capisco perché non lo facciano) dovrebbe essere Don Abbondio. San Francesco poteva nascere benissimo in qualunque altra parte del mondo. Solo Don Abbondio è irresistibilmente, disgustosamente italiano. A me spiace parlar male del mio Paese: ma deve cambiare. È l'"odi et amo" di Catullo (traduzione di Ceronetti): e se vuoi un ritratto, che condivido, dell'Italia, leggi, sempre di Ceronetti "Viaggio in Italia" (Einaudi). È una barca cariata, un guscio vuoto, pieno di vermi, che galleggia su un mare inquinato. E per le anime, è peggio. Ti abbraccio, Cicciotta. Tanto tanto Enzo [Bergamo, domenica 9 Ottobre '83] “
Enzo Tortora, Lettere a Francesca, Pacini Editore, 2016¹; pp. 82-84.
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