#Caso di Civitavecchia
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Crociere Low Cost: Come Trovare le Migliori Offerte

Volete fare una vacanza e optate per una crociera? Perché non scegliere le Crociere Low Cost? Le offerte sono tantissime e per scovare quella giusta sono necessari solo pochi piccoli accorgimenti. Vediamoli insieme e scopriamo come organizzare la nostra crociera a basso costo.
Crociere low cost: il momento giusto per prenotare
Per goderci i piaceri della crociera senza spendere una fortuna, la prima cosa da fare è prenotare per tempo. Infatti, e molti l’avranno notato, le compagnie, e non solo le più note, offrono prezzi scontatissimi se prenotiamo la vacanza con largo anticipo. Non solo. Diversamente, anche prenotare “last second" potrebbe rappresentare un’opportunità. Infatti accade che qualche cabina resta sfitta per mancata prenotazione o disdetta. In questo caso il costo per la prenotazione sarà bassissimo con enormi vantaggi per chi se ne approfitta Ma quali sono i periodi migliori per prenotare? - Bassa stagione: tra gennaio e marzo o ottobre e novembre. - Oppure Offerte last-minute: a volte, le crociere non vendute vengono scontate nelle settimane che precedono la partenza.
Il confronto delle offerte on line
Oggi internet offre un'infinità di strumenti per confrontare le diverse offerte di crociere low cost. Esistono siti specifici e specializzati come CruiseCritic, VivaCruises o eDreams che consentono di visualizzare facilmente le promozioni disponibili e trovare l’offerta che meglio si adatta al nostro budget e alle nostre esigenze. Possiamo filtrare per destinazione, durata della crociera, compagnia e prezzo, consentendoti di avere una panoramica completa delle opzioni disponibili.
Le Offerte Speciali e i Pacchetti Promozionali
Siamo decisi a prenotare una tra le tante crociere low cost? Allora perché non sfruttare i pacchetti promozionali? Esistono infatti pacchetti che includono servizi aggiuntivi quali escursioni gratuite, Wi fi illimitato a bevande a bordo. Certo il prezzo potrebbe essere sensibilmente più alto, ma poco importa dato i vantaggi offerti. Data la convenienza, sarà di certo l’acquirente a trarne il maggiore risparmio. E non è finita qui. Viaggi in gruppo? In coppia? Da solo? Esistono scontistiche dedicate e esclusive adatte ad ogni esigenza. Basta solo attendere il momento giusto o cercare l’offerta più idonea.
Le iscrizioni alle Newsletter
Un altro metodo efficace per trovare offerte last-minute e promozioni speciali è iscriversi alle newsletter delle compagnie di crociera. I vantaggi sono illimitati e per nulla scontati. Diverse compagnie infatti inviano mail con informazioni dettagliate, sconti esclusivi dedicati o last minute. Ovviamente chi è iscritto a questa mailing list le riceverà per primo e potrà approfittarne. Partenze da Porti Meno noti Generalmente le crociere partono da porti noti quali Venezia, Genova e Civitavecchia. Ma questo può rappresentare per chi è in cerca di crociere low cost, uno svantaggio. Infatti la partenza da località meno note, consente un gran risparmio. Certo forse saranno più difficili da raggiungere, ma il gioco ne varrà la candela. Si potrebbe optare di partire da un porto di paesi vicini, anche minori. I Gruppi di Viaggio Sapevate che esistono gruppi di viaggio sui social per approfittare delle offerte viaggi e delle crociere low cost? Basta iscriversi, ovviamente in maniera gratuita, a suddetti gruppi e attendere che qualche membro condivida le offerte del momento o anche informazioni speciali su come risparmiare. Spesso, qualcuno rinuncia in extremis alla sua crociera e svende i biglietti proprio su suddetti gruppi. Più facile di così?
Recensioni e Rapporto Qualità-Prezzo
Infine, aspetto da non sottovalutare, controlliamo sempre le recensioni e soprattutto il rapporto Qualità-Prezzo. Siti come TripAdvisor e CruiseCritic sono un’ottima fonte di informazione imparziale. Le recensioni sono sempre precise e dettagliate e forniscono informazioni preziose sulla vacanza, sulla qualità e sui servizi offerti. Quindi quante più le recensioni saranno positive, tanto più sarà conveniente l’offerta, tanto più sarà conveniente prenotare. Le descrizioni sono veritiere quindi siamo sicuri di non cadere in errore. Conclusioni Prenotare le crociere low cost non è assolutamente un’impresa ardua. Basta solo aspettare il momento giusto e valutare ogni variabile. Con questi suggerimenti sicuramente farete centro. Siamo stati utili? Fatecelo sapere nei commenti! Read the full article
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Concorso per 3 dirigenti medici (lazio) COMUNE DI CIVITAVECCHIA
Author: http://www.concorsi.it Data : 2024-10-18 17:49:00 Dominio: http://www.concorsi.it Leggi la notizia su: Concorsi.it LEGGI TUTTO I testi riportati sono gratuiti e non hanno carattere di ufficialità: ai sensi di legge l’unico testo definitivo, che prevale in caso di discordanza, è quello pubblicato a mezzo pubblicazione. Concorso AZIENDA SANITARIA LOCALE ROMA 4 DI CIVITAVECCHIA CONCORSO…
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Liste elettorali, la Consulta deciderà sull’uso della firma digitale per i disabili
Il Tribunale di Civitavecchia investito del caso di Carlo Gentili, malato di SLA impossibilitato ad apporre firma autografa sulle Liste per le elezioni regionali nel Lazio, ha rinviato alla Corte costituzionale l’esclusione della firma digitale Il Tribunale di Civitavecchia, con una ordinanza della Sezione civile (giudice Gianluca Gelso), ha sollevato la questione di legittimità costituzionale…

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Quando l’emergenza chiama, noi rispondiamo. H24 Pronto Intervento!
H24 Pronto Intervento è qui per te se hai mai avuto bisogno di un pronto intervento a qualsiasi ora! In caso di emergenze di idraulici, elettricisti, fabbri e spurgo, collaboriamo con tecnici altamente specializzati per fornire assistenza immediata. Anche durante le festività e i fine settimana, siamo operativi 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Offriamo un servizio di pronto intervento 24 ore su 24 per garantire che tu possa risolvere rapidamente qualsiasi emergenza domestica.
Sarà assistito da un team di esperti al 800134967 per risolvere qualsiasi problema.
Per quanto riguarda il servizio elettrico, siamo in grado di fornire una vasta gamma di servizi, tra cui:
Corto Circuito
Cambia Salvavita
Riparazione Elettriche
Assistenza Elettriche
Impianto Elettrico
Certificazione Elettrica
Installazione Elettriche
Manutenzione Elettriche

Nel campo idraulico, offriamo servizi di:
Installazioni Idrauliche
Riparazioni Idrauliche
Montaggio Doccia
Montaggio Scaldabagno
Montaggio Lavandino
Sblocco Vasca
Sblocco Lavandino
Sblocco WC

Se hai bisogno di assistenza per le serrature il nostro team di fabbri è disponibile per:
Manutenzione Serrande
Apertura Porte Blindata
Apertura Porte Normale
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Riparazione Serrande
Riparazione Finestre
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Il nostro servizio di spurgo offre soluzioni come:
Pulizia delle fosse biologiche
Spurgo Fognature
Spurgo e Pulizia Pozzi Neri
Video Ispezione su colonne e condutture
Pulizia Scarichi Fognari
Spurgo e Disostruzione Tubazioni
Ritrovamento Pozzetti Nascosti
Pulizia delle fosse settiche

Siamo lieti di offrire i nostri servizi di pronto intervento nelle seguenti regioni d'Italia:
Provincia di Milano
Sesto San Giovanni
Cinisello Balsamo
Legnano
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Paderno Dugnano
Cologno Monzese
San Giuliano Milanese
San Donato Milanese
Rozzano
Segrate
Bollate
Pioltello
Corsico
Abbiategrasso
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Buccinasco
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Cernusco sul Naviglio
Garbagnate Milanese
Chiama 0282398375
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Limbiate
Giussano
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San Giovanni Lupatoto
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Valeggio sul Mincio
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Zevio
Sommacampagna
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La nostra squadra è dedicata a offrire lavori di alta qualità e soluzioni durature per la tua casa o attività commerciale. Garantiamo che le tue esigenze domestiche siano gestite in modo professionale attraverso una comunicazione aperta e un ottimo servizio clienti. Ti invitiamo a visitare il nostro sito web all'indirizzo https://h24-prontointervento.it/ per ulteriori dettagli sui nostri servizi e per conoscere meglio il nostro team. Per assistenza immediata, chiamaci al 800134967.
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BENI COMUNI, 61. CDU 020.6. TECNICA DELLA DOCUMENTAZIONE. IL CASO CDU, APPUNTO…
di FRANCESCO CORRENTI ♦ Nella puntata n° 58 di questa rubrica, pubblicata il 26 ottobre scorso, proseguendo nella puntuale illustrazione del materiale elaborato in molti anni, dalla metà dei Sessanta del Novecento ad oggi, nelle ricerche sulla storia urbanistica di Civitavecchia e di altri centri della Tuscia, ho elencato i principali gruppi di elaborazioni prodotte, riconducibili ad una dozzina…
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Veltroni, in sala il concerto perduto di Dalla
Un collezionista cinefilo di Civitavecchia che sembra uscito da un film di Nanni Moretti, una bobina ritrovata per caso, una barca che si rompe e una storia d’amore leggendaria, forse vera e forse no: c’è tutto questo nel film documentario di Walter Veltroni ‘Dallamericaruso. Il concerto perduto’, che arriva al cinema il 20, 21 e 22 novembre distribuito al cinema da Nexo Digital. “Aver ritrovato…
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Ci furono funzionari, cassieri e impiegati che come in Cento domeniche (dove spicca la figura tragica di un giovane travet oppresso dai sensi di colpa, Federico) furono presi dallo scrupolo e cercarono di mettere in guardia i risparmiatori più ingenui se non sprovveduti. «Non mi perdonerò mai di aver tradito chi credeva in me», avrebbe confidato ad esempio Marcello Benedetti, già impiegato della Banca Etruria a Civitavecchia, scosso dal suicidio di un pensionato, Luigino D’Angelo, che si era ucciso per aver perso tutto, 110mila euro, in obbligazioni subordinate «a rischio minimo» che poi «nelle successive carte che il cliente firmava» saliva ad «alto rischio, ma quasi nessuno ci faceva caso. Era scritto in un carteggio di 60 fogli». Perché mai leggerli per ore, codicilli compresi, se il funzionario incoraggiava a fidarsi?
Dall'articolo "Albanese e i crac bancari: film-denuncia sui risparmiatori che hanno perso tutto" di Gian Antonio Stella
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Non bisogna avere paura di essere felici e di farcela.
È così che inizio.
Un ricordo meraviglioso, quello di Civitavecchia nel 2016.
Suonava Claire de lune dall'iPhone 6 Pro, io e Filippo sul letto di Susanna (o Giada?) a guardarci e capirci, ci conoscevamo così poco.
Due sconosciuti che il caso ha fatto incontrare. Voglio ancora bene a Filippo, alla fine io ero pazza in culo.
Detto ciò, torniamo un po' più indietro.
Mi sono sempre piaciuti i posti reietti, i quali si differenziano dai posti e della situazioni di merda in quanto hanno la base funzionale.
Ad esempio in questo momento, a Luglio 2023 ed a 27 anni e più che mezzo, sono in questo ristorante cinese a Termini in via Cavour con dei poster tutti in cinese mezza propoganda di Kim il nord coreano.
Comunque molto Il diario di Cathy tutto ciò, dovrò rispolverarlo. Anche se un vero peccato che non vada più né che ci siano gli altri due libri.
In ogni modo molto importanti per me. Non mi manca la vecchia me, ma vorrei rivederla e purtroppo mi sembra la challenge di questa vita qui sulla terra, di questo trip di una novantina di anni che vuole farmi capire che forse non bisogna attaccarsi per passare ad uno step successivo.
Faccio del mio meglio ma non so. Comunque sia ora sto meglio, è anche ok che D. non mi vuole domani.
Alla fine mi è presa sta botta de salute.
Non capisco nemmeno se è un episodio maniacale o il modo in cui dovrei stare sempre.
Comunque sto discretamente bene adesso. Ho la lingua bruciata alla faccia del masochismo.
Anche se sto Mac fa come cazzo je pare da quando ci è caduta l'acqua sopra porcacciodeddio.
Fra 15 minuti la lavadora è finita, devo capire se devo andare ad un Carrefour 24H e prendere cose per pulire (probabile all'88%) e/o organizzarmi con Patrizio e/o fare nottata.
Un po' di me*ce aiuterebbe lolle.
Oggi a lavoro mamma mia non voglio dire impossibile però quasi, è stato veramente devastante, fra il caldo, il fatto che devo stare in piedi, mille cazzi buffi madre santa sembra impossibile e poi comunque essere in 2 è molto faticoso a livello motivazionale. Comunque vabbè.
È tutto ok.
È tutto ok.
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Capitolo 23 – Conquistiamo futuro recuperando il passato

IV.22
Nel cerchio di un anello
Alla ricerca di ricordi
affidati alla memoria
di chi c’era.
Assecondiamo
un movimento circolare,
percezione di una retta
un avanti che se continuo
fa ritorno.
Conquistiamo futuro
recuperando il passato,
architetti del presente
disegnatori specializzati
di memorie interne.
tratta da Canti Malinconici, una raccolta di mie poesie inedita.
Mi trovavo seduta sul lato passeggero, mia sorella stava guidando e scattai dal mio smartphone una foto del sole che stava tramontando su una curva di strada, nel traffico denso del Grande Raccordo Anulare. Qualche giorno dopo postai quella foto su Instagram con la poesia in epigrafe, era ottobre.
Dopo il rientro da Barcellona avevo ripreso a scrivere, a fotografare e avevo continuato a disegnare il mio diario grafico; il mio processo di elaborazione era finalmente iniziato. Sapevo di essere spiata quindi censuravo molto la mia scrittura, non toccavo direttamente il dolore, non lo fronteggiavo come avrei voluto fare e come avrei fatto, se avessi avuto la certezza di essere l’unica a leggere ciò che scrivevo, avevo trovato un modo di nascondermi tra parole e simboli mentre cercavo di maneggiare con cura il buio.
Partii per Roma, m’imbarcai su una nave che partiva da Palermo e dato che in navigazione internet non funziona, mi sentii libera di scrivere e quella notte in nave iniziai un racconto autobiografico che conclusi, qualche giorno dopo, durante la navigazione Civitavecchia - Barcellona.
Avevo da poco letto La scomparsa di George Perec. Il libro è scritto interamente senza mai, dico mai, utilizzare la lettera e; un gioco letterario in cui cela la più grande sparizione del suo libro. Sentivo che qualcosa di me stava scomparendo, mi trovavo a Roma anche perché dovevo ritirare dalla segreteria universitaria i documenti che mi sarebbero serviti, qualora avessi richiesto la convalida dei titoli in Spagna. Avevo detto a tutti che mi trasferivo lì per svolgere la mia professione, ma non lo sentivo vero. Non volevo più fare la psicologa, ero in totale burn out e capivo che non sarei stata in grado di svolgere la mia professione adeguatamente.
Intitolai il mio racconto La scomparsa e per undici capitoli, partendo dall’ultima sera trascorsa a Gela, presi a pretesto ciò che realmente mi accadde durante quei giorni e intrapresi un viaggio nei luoghi della mia memoria, della memoria delle persone che incontravo e di quelle che ritrovavo. Qualcosa di me stava veramente scomparendo ed io volevo fare come le farfalle, quando dopo essersi scrollate di dosso la carcassa del bruco, si allontano e camminando piano piano sulle zampe, si fermano e aspettano pazienti che il vento asciughi le loro ali.

A San Lorenzo, il quartiere dove si trova la Facoltà di Psicologia e la sua segreteria, camminando per via degli Apuli corre lungo un muro dove su uno sfondo color salmone, scorrono le sagome bianche delle donne uccise da uomini che dicevano di amarle. In ogni sagoma bianca c’è scritto il nome della donna, la data del giorno in cui è stata uccisa e chi l’ha uccisa: marito, ex-marito, padre, compagno, ex-compagno, fidanzato, fratello, amico, figlio e dopo, si ripetono uguali, per lo più ex qualcosa.

Il giorno che andai a ritirare i documenti passai davanti a quel muro vedendolo per la prima volta. In uno dei capitoli del mio racconto scrivo:
La segreteria era ancora chiusa ma decisi di aspettare fuori in modo da essere la prima. Dopo poco venne ad aspettare anche un ragazzo e condividemmo, come spesso accade nel mio Paese durante una fila ad un luogo pubblico, la nostra comune insoddisfazione per il modo di lavorare del luogo pubblico in questione, in quel caso la segreteria universitaria, da qui passammo alla critica dell’Università intera fino ad arrivare non so come, a parlare del caso Weinstein. Raccontai di aver letto proprio quella mattina che altre attrici si erano aggiunte alle denunce per molestie sessuali contro il regista, aggiunsi il mio rammarico sul fatto che alcune amiche, donne quindi, condividessero il pensiero di molti, riguardo all’opportunità che queste attrici avessero avuto di fare carriera in questo modo e riflettevo su quanto invece, sia spesso difficile per le vittime denunciare una violenza subita. A quel punto il ragazzo mi rispose:
«Come dice una tua conterranea (si riferisce a Carmen Consoli e cita la frase di una delle sue canzoni più famose) “Se è vero che ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe una lauta ricompensa”, e io la penso come lei, magari adesso si sono pentite di averlo fatto e cavalcano l’onda della giustizia, ma sul momento hanno approfittato dell’opportunità».
A quel punto non parlai più, sembra che sia proprio atavico il pregiudizio che una donna che subisce violenza, in qualche modo ne sia responsabile.
Rileggendolo oggi aggiungerei che radicato è anche il pregiudizio che una donna che subisce violenza possa non averne sofferto così tanto, che sia anzi probabile che dall’esperienza qualcosa abbia persino guadagnato. Un pensiero brutale ma condiviso da molti, da così tanti che sembra quasi comprensibile che un produttore violenti le attrici con cui lavora mentre ci lavora, come brutalmente normale -tanto da essere legge- era considerato durante il secolo scorso, il matrimonio riparatore.
Rileggendo oggi quello che scrissi allora, mi fa ancora orrore ma non mi sorprende più se un ragazzo di vent’anni, un giovane studente di Psicologia, che si reca ogni giorno in Facoltà per seguire le sue lezioni, passando accanto a quel muro resta indifferente mentre gli scorre a fianco la sfilata della violenza. Non mi sorprende nemmeno quando ascolto notizie di cronaca su personaggi famosi, o come sempre più spesso accade su figli di uomini famosi, accusati di violenza sessuale nei confronti di donne e adolescenti. Adesso so che la fama talvolta può essere una maschera di carnevale, indossata la quale tutto è lecito. Non mi sorprende più ma continua a farmi orrore.

I Canti Malinconici e La scomparsa sono stati scritti per me, non per essere pubblicati o letti da chiunque. I Canti li ha letti soltanto un amico, che a sua volta mi ha permesso di leggere il suo romanzo mai pubblicato. L’unica persona che ha letto La scomparsa è Giò, a cui è dedicato un intero capitolo. Lei è l’unica persona che ha letto tutti i miei racconti, anche quelli più intimi. Mi piacevano sia le sue critiche che i suoi apprezzamenti, anche quando le sue riflessioni su ciò che esprimevo, o su come lo esprimevo, mi disturbavano un po’ mi spingevano ad andare oltre, ad esprimermi ancora e meglio di prima, ma soprattutto mi fidavo di lei e di come avrebbe usato il suo sguardo sulla mia intimità.

Non ci vedevamo da anni, ci rincontrammo a San Lorenzo lo stesso giorno che ritirai i documenti in segreteria, all’ora di pranzo avevamo appuntamento davanti l'entrata dell'Università. Lei fu la prima a cui confessai l’identità del personaggio famoso e dato che già lo seguiva su Instagram si accorse, nei mesi seguenti, delle risonanze tra quello che scrivevo io e ciò che lui pubblicava sul social.
Così scrivevo del nostro incontro e di quando le raccontai quello che mi stava accadendo
...Dell’amicizia però, il senso più nobile è la fiducia. Ecco perché è una forma d’amore. L’amico vero ti conosce, è quello che quando tutto il modo ti dà del matto, sa che sta accadendo qualcosa di grosso, che magari non capisce ma non dubita mai, nemmeno per un secondo, che tu sia impazzito.
...Giò sapeva e non dubitava della mia salute mentale, anche se capii che era in apprensione per la mia salute psichica. Con lei non fu difficile raccontare della storia virtuale, non fu difficile neanche confessarle quando la storia d’amore nel web aveva iniziato a tingersi di giallo e a diventare una storia di spionaggio, delazioni e delatori. Per la prima volta, riuscii ad esprimere il senso d’impotenza in cui mi aveva gettato l’essere vittima di un hacker che era in grado di fare qualsiasi cosa con il mio smartphone e con il mio iPad. Ascoltarmi, osservarmi, leggere i miei contenuti, i miei messaggi, i documenti, qualsiasi cosa, come se i miei supporti tecnologici fossero i suoi. Avere accesso completo a ogni sfera della mia privacy. Riuscii finalmente ad esprimere come il non avere i mezzi per poter porre fine a questo abuso, mi facesse sentire debole e sfiduciata, completamente impotente.

E poco dopo
“Cosa ti piaceva di lui?” Giò ha chiesto a un certo punto.
Cosa mi piaceva. Mi piaceva quello che diceva, come lo diceva. Mi piacevano le cose a cui dava importanza. Mi piaceva la sua azione sociale, condividevo quello contro cui lottava…
…Non ho l’animo della fan per i personaggi pubblici. Anche gli Stati con ancora i regni monarchici mi fanno uno strano effetto, così assurdo, quasi surreale.
..Dico questo per dire, che penso si possa apprezzare l’opera di qualcuno, di un personaggio pubblico noto, come non so uno scrittore, un artista o un politico per esempio, senza per questo innamorarsi o desiderare di avere una relazione più intima con lui o con lei. Il sentimento del fan penso, include questa speranza, come include una quasi morbosa curiosità per i dettagli della vita personale e privata di questo personaggio noto. Io non sento questo desidero per nessuno dei personaggi che ammiro, e non lo sentivo neanche nei suoi confronti, mi piaceva e lo ammiravo, e stimavo la sua capacità di vivere in una situazione particolarmente difficile come era quella in cui viveva lui.
(..ho iniziato)A sentire oltre le sue parole, a sentirmi chiamata dalle sue parole e a sentire una profonda empatia per lui. Ho iniziato a vedere quello che non mostrava, quello che tra parole, punteggiatura ed immagini restava un silenziosissimo urlo.

La corsa in auto con mia sorella finì in un locale di San Lorenzo, quello dove pranzai con i miei amici e la mia famiglia per festeggiare il giorno che discussi la tesi. Quella sera incontrai due compagne di studio che avevo perso di vista quando mi trasferii in Sicilia. C’eravamo tutte e tre laureate con una tesi in psicofisiologia con il prof. Vezio Ruggieri. Era stato il nostro maestro. Molto di quello applico nel mio lavoro me lo ha insegnato lui; ancora oggi utilizzo molti dei principi del Modello Psicofisiologico Integrato da lui creato per i miei interventi. In uno dei capitoli del mio racconto parlo dell’importanza che il prof. Ruggieri ha avuto nella mia formazione di psicologa, racconto dei seminari di teatroterapia e di musicoterapia che seguii con lui per tre anni, della mia partecipazione al montaggio e alle riprese del film che stava realizzando sulla filosofa Ipazia, di come le sue lezioni e il suo modo di osservare abbiano profondamente influenzato la mia maniera di intendere la psicologia e l’essere umano.
La scomparsa è un testo nel quale riannodo le fila di un lungo percorso di vita in un momento di totale frammentazione. Sto lasciando il mio Paese, ho quarant’anni e guardo indietro vedendo gli anni della mia gioventù, passo al setaccio i progetti che avevo e i sogni che mi spingevano a realizzarli per capire cosa ne è rimasto. Recupero pezzi di me recuperando amicizie lontane nel tempo, riscopro cosa hanno significato per custodire con più cura quello che mi hanno trasmesso. Rivedo i momenti in cui le mie scelte hanno deviato un corso che poteva andare altrimenti, riconosco i passi che mi hanno portato a diventare quello che mi scopro essere diventata.
Se oggi pubblico parti di questi scritti personali non è soltanto perché mi aiutano a ricordare, a raccontare e a trovare un senso, ma perché come ho detto all’inizio di questo blog, tutto ciò che pubblicherò qui, è tutto ciò che lo stalker ha visto spiandomi, ha preso e ha utilizzato per le sue pubblicazioni. Almeno quelle di cui mi sono accorta. Se ce ne siano di più di quelle che riporto non lo so, e confesso che sono anche contenta di non saperlo. Nel 2020 lo stalker ha pubblicato un saggio molto più corposo dei mie 11 capitoli, in cui scrive a se stesso ripercorrendo i luoghi e i personaggi, attraverso i loro libri, che sono stati utili alla sua formazione. Tra questi la filosofa Ipazia che, in un video di presentazione del suo libro arrivatomi in notifica sul mio smartphone, dice di amare letteralmente non soltanto metaforicamente. Non ho letto il libro, quello che so è quello che mi ha sbattuto in faccia con le sue notifiche e con i suoi post fino a quando l'ho seguito. Quello che ho visto è bastato a farmi riconoscere ciò che era mio, ciò che apparteneva alla mia vita.

In un certo senso la psicologa che ero nel tempo in cui scrivevo La scomparsa non c’è più, ce ne una diversa, una che conosciuto il trauma e lo stress traumatico non solo come professionista, come studiosa e per interposta persona, ma anche come vittima. O come sto cercando di fare, come protagonista. Alla maniera di Yayoi Kusama provo a riappropriarmi delle mie paure, dei miei dolori, delle mie ferite, le mostro e me ne libero, lasciandole qui libere di vagare nella rete.
Roma 26 febbraio 2023 h: 5.25pm – 27 febbraio 2023 h:5.05pm
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Il Vampiro della Bergamasca
«Un'altra vampira! No guardi signorina io ho una qualità di sangue assolutamente insucchiabile! Pieno di colesterolo e di trigliceridi, e poi la cosa più importante: non sono vergine eh! Io sono un mandrillone, mi son fatto donne di ogni tipo sa? Non ha idea! ...eh chi è? E son stato anche con la portinaia, una vecchia con la barba. E mi son fatto di tutto! Sono stato anche... con un marinaio... di colore... un nano... un nano... non mi crede?» Fracchia
Vincenzo Verzeni nasce a Bottanuco nel 1849 in una famiglia di contadini. La sua infanzia è segnata dalle condizioni economiche disagiate della famiglia: il padre è alcolizzato e violento, mentre la madre, remissiva e bigotta, soffre di epilessia.
Verzeni manifesta i primi segni di aggressività all'età di 18 anni. Nel 1867 aggredisce nel sonno la cugina Marianna e tenta di morderle il collo, ma fugge spaventato dalle sue grida. Non risultano denunce in seguito all'aggressione.
Nel 1869 Barbara Bravi, viene aggredita da uno sconosciuto che fugge appena la donna oppone resistenza. La Bravi non è in grado di identificare l'aggressore ma anni dopo, in seguito all'arresto di Verzeni per due omicidi, non escluderà che potesse trattarsi di lui. Nello stesso anno, Verzeni aggredisce un’altra contadina, Margherita Esposito: nella colluttazione l'uomo viene ferito al volto e successivamente identificato dalla polizia. Anche in questo caso non risultano provvedimenti penali in seguito all'aggressione. Sempre nel 1869 un'altra donna, Angela Previtali, denuncia alla polizia di essere stata aggredita, stordita e condotta in una zona disabitata da Verzeni, poi liberata dall'uomo stesso per compassione.
Il primo omicidio risale all'8 dicembre 1870 quando la quattordicenne Giovanna Motta, che si stava recando nel vicino comune di Suisio per visitare alcuni parenti, scompare nel nulla. Quattro giorni dopo la giovane viene rinvenuta: nuda e squartata, le sono stati asportati gli organi genitali e le interiora, quest’ultime rinvenute in un cavo di gelso. Sul suo collo evidenti segni di morsi e una parte del polpaccio strappata. Su una pietra vicino al cadavere, vengono rinvenuti degli spilloni disposti a raggiera. La scoperta degli spilloni, fece pensare che Verzeni potesse essere affetto da piquirismo, (un particolare tipo di parafilia consistente nel ricercare il piacere pugnalando e tagliuzzando un corpo con oggetti affilati.) ma non riusci a concludere l’atto, forse perché interrotto da qualcuno o qualcosa o perché tornato in se.
Il 10 aprile del 1871 Verzeni importuna Maria Galli, un'altra contadina, che lo segnala alla polizia. Il 26 agosto dello stesso anno aggredisce Maria Previtali (non legata ad Angela) spintonandola violentemente e cercando di morderla al collo.
Nel 1872 Verzeni uccide Elisabetta Pagnoncelli, il cui cadavere viene ritrovato in condizioni simili a quello di Giovanna Motta: segni di morsi sul collo, organi asportati e lembi di carne strappati.
Vincenzo Verzeni è arrestato solo nel 1873. Cesare Lombroso è incaricato di stendere la perizia psichiatrica: pur non ritenendo Verzeni infermo mentale, Lombroso lo definisce "un sadico sessuale, vampiro, divoratore di carne umana" e, basandosi anche sulla conformazione del suo e sulle caratteristiche del volto (mandibole e zigomi pronunciati, occhi piccoli), diagnostica gravi forme di cretinismo e necrofilia, oltre che di pellagra in fase avanzata. Nella famiglia dell’omicida vi erano diversi casi di alterazioni mentali: il padre, oltre che alcolizzato e violento, soffriva di ipocondria, mentre uno zio era affetto da iperemia cerebrale.
Durante il processo Verzeni descrive gli omicidi:
«Io ho veramente ucciso quelle donne e ho tentato di strangolare quelle altre, perché provavo in quell'atto un immenso piacere. Le graffiature che si trovarono sulle cosce non erano prodotte colle unghie ma con i denti, perché io, dopo strozzata la morsi e ne succhiai il sangue che era colato, con cui godei moltissimo.»
Giudicato colpevole di duplice omicidio, Verzeni scampa alla condanna a morte grazie al voto di un giurato e viene condannato all'ergastolo nel manicomio criminale della Pia Casa della Senavra di Milano e ai lavori forzati a vita. Non riuscendo a reggere la fatica, il 13 aprile del 1874, viene trasferito nel manicomio giudiziario di Milano. Verzeni viveva in isolamento, riceveva getti d’acqua fredda, seguiti da bagni bollenti e scosse elettriche. Il 23 Luglio del 1874, gli inservienti del manicomio dichiarano di averlo trovato morto, nudo, solo con le calze e pantofole, impiccato a un’inferriata.
Secondo i produttori televisivi Mirko Cocco e Michele Pinna, che si sono occupati del caso per un servizio televisivo regionale nel 2010, Verzeni sarebbe sopravvissuto al tentativo di suicidio e sarebbe stato trasferito nel carcere di Civitavecchia. Un articolo pubblicato sull'Eco di Bergamo il 3 dicembre 1902 lo conferma: «La popolazione di Bottanuco è terrorizzata al pensiero che Vincenzo Verzeni, lo squartatore di donne, ha quasi ormai finito l'espiazione della pena, che dall'ergastolo, fu convertita in 30 anni di reclusione. Il lugubre ricordo delle gesta sanguinose del Verzeni è ancora vivo in Bottanuco e nei paesi circostanti.»
L'atto di morte n. 87 del comune di Bottanuco certifica che Verzeni è morto nel suo paese natale il 31 dicembre 1918, per cause naturali. La mummia di Vincenzo Verzeni è conservata al Museo di Arte Criminologica di Roberto Paparella.
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Salvini posta la foto del Senato vuoto durante l’informativa sul coronavirus, ma è un fake. M5S “È stata scattata prima” Di Marta Vigneri Dopo il paragone tra la Crocera bloccata a Civitavecchia per un caso sospetto di coronavirus con la nave Ong Ocean Vikings sbarcata a Taranto mercoledì 29 gennaio, Salvini torna a usare il virus per sferrare attacchi al governo, questa volta postando la foto del Senato vuoto. Giovedì 30 gennaio il segretario leghista ha condiviso sulla sua pagina social un’immagine dell’Aula del Senato vuota, attaccando la maggioranza di essere assente proprio durante l’informativa sull’emergenza sanitaria da parte del ministro Roberto Speranza. “Oggi in Aula si discuteva di un virus considerato pericoloso ‘come la peste e il colera’ e i banchi della maggioranza erano vuoti. Ma si può???”, ha scritto Salvini su Facebook. Ma la foto è un fake. Come ha fatto notare lo staff del gruppo M5S al Senato all’ex ministro, è stata scattata prima dell’inizio dell’informativa. “La macchina della propaganda salviniana ormai non ha nessun freno, e non si fa problemi a pubblicare vere e proprie fake news anche su argomenti molto seri. Ieri il leader della Lega ha pubblicato sui suoi canali social una foto in cui mostra i presunti banchi vuoti della maggioranza durante l’informativa del ministro della Salute Speranza di ieri sul Coronavirus. Ebbene, quella foto è falsa, perché scattata prima che il ministro iniziasse a parlare. Quando qualche minuto dopo è iniziata la seduta e il ministro ha iniziato il suo intervento i senatori del Movimento 5 Stelle e della maggioranza erano presenti”, ha scritto lo staff del gruppo. Ma questa mattina il segretario del Carroccio è tornato ad attaccare il governo, colpevole secondo lui di non aver intercettato in tempo i due turisti cinesi arrivati all’aeroporto di Milano e ora ricoverati all’Ospedale Spallanzani perché affetti dal virus. “Fatemi capire.. I primi due casi di coronavirus sono sbarcati tranquilli a Malpensa il 23 gennaio, e senza alcun controllo, avrebbero girato per giorni mezza Italia fino ad arrivare in un albergo nel pieno centro di Roma. È così che il governo tutela la salute e la sicurezza degli italiani? La Lega da giorni chiedeva quarantena, controlli, blocchi e informazioni, ma per politici e giornalisti di sinistra eravamo ‘speculatori’ e sciacalli. Preghiamo Dio che non ci siano disastri ma chi ha sbagliato deve pagare”, ha sceitto Salvini su Facebook. Il coronavirus, che si è diffuso a partire da dicembre 2019 nella città cinese di Wuhan, ha un periodo d’incubazione di due settimane, e i due cinesi sono arrivati in Italia il 23 gennaio scorso. In quel momento, però, per l’Organizzazione Mondiale della sanità non vi era ancora un’emergenza globale, perché i casi di virus accertati al di fuori dalla Cina erano ancora pochi. È stato proprio il 23 gennaio che le autorità cinesi hanno messo in quarantena Wuhan e dunque proibito tutti i viaggi da e per la città focolaio dell’epidemia. Quando i turisti si sono imbarcati, insomma, Pechino non aveva ancora emanato provvedimenti. E solo ieri l’Oms ha dichiarato il coronavirus “emergenza sanitaria globale”.
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Niccolò Ammaniti querelato per la sua nuova serie TV "Il Miracolo"
"La #Madonna che piange sangue di pollo". Niccolò #Ammaniti denunciato per la sua nuova serie tv #IlMiracolo.
Niccolò Ammaniti, il regista della nuova serie tv “Il Miracolo”, è stato querelato dalla famiglia Gregori, protagonista della vicenda della Madonnina di Civitavecchia, per alcune sue affermazioni diffamatorie. Nella denuncia infatti si fa proprio riferimento ad un’intervista rilasciata dallo stesso Ammaniti nella quale affermava che il miracolo era in verità un falso e la Madonna piangeva sangue…
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Francesismi Napoletani
Ieri sera nell’intervista da Fazio, il Presidente della Repubblica francese Macron ha parlato del suo rispetto e amore per l’Italia citando più volte Napoli, prima con la sua passione per il teatro di Eduardo De Fillippo, poi con una famosa citazione di Stendhal su Napoli: ci sono solo due capitali in Europa, Parigi e Napoli. La famosa osservazione fu fatta dal grande scrittore francese durante un viaggio in Italia, immortalato nelle pagine di Roma, Napoli e Firenze (Rome, Naples et Florence) pubblicato per la prima volta nel 1817. Stendhal, ufficiale di cavalleria prussiano a Berlino, decide durante il periodo di congedo di intraprendere un viaggio in Italia alla caduta dell'imperatore; soggiornò a Milano per sette anni, poi fu console a Civitavecchia; il suo peregrinare su e giù per l'Italia gli ispirò i resoconti di viaggio, in un testo molto politico che ragionava sulle abitudini degli Italiani. Stendhal arriva a Napoli per la ripertura del Teatro San Carlo, il più antico d’Europa, il 12 gennaio 1817: Finalmente il gran giorno: il San Carlo apre i battenti. Grande eccitazione, torrenti di folla, sala abbagliante. All’ingresso, scambi di pugni e spintoni. Avevo giurato di non arrabbiarmi, e ci son riuscito. Ma mi hanno strappato le falde dell’abito. Il posto in platea mi è costato 32 carlini (14 franchi) e 5 zecchini un decimo di palco di terz’ordine. La prima impressione è d’esser piovuti nel palazzo di un imperatore orientale. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Niente di più fresco ed imponente insieme, qualità che si trovano così di rado congiunte. […] L’apertura del San Carlo era uno dei grandi scopi del mio viaggio, e, caso unico per me, l’attesa non è stata delusa. […] Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è come un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare.
Nonostante pagine anche dure e spesso stereotipate sugli usi del “popolino”, reso molle dalla “mitezza dello splendido clima napoletano”, Stendhal parte dalla città sul Golfo con queste parole, a dir poco entusiastiche:Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo degli Studj, si volta a destra, è la via Toledo. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo.
Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo.
Il rapporto tra Napoli e la Francia è, come spesso accade con le questioni partenopee, secolare. La città fu governata, in tutto per quasi 200 anni, da dinastie Francesi, i D’Angiò e gli Orleans, e per la dominazione napoleonica con il governo di Gioacchino Murat, Re di Napoli dal 1808 al 1815.
Il rapporto così sanguigno e pressochè unico del popolo con le classi aristocratiche e borghesi si trasmette nelle parole napoletane che storpiano l’originale in lingua oppure lo interpretano con una traduzione di parole di suono simile da altra lingua, il caso più famoso al riguardo sono le parole francesi traslate dallo spagnolo e viceversa. Comunque è chiara l’etimologia di alcune parole dialettali napoletane che si rifanno al francese. Le più famose riguardano la cucina, dopo che a Napoli si diffuse tra i ricchi la moda di avere cuochi francesi, che chiamavano i loro padroni Monsieur, storpiato dai popolani in Monsù, che indicava appunto il cuoco. Ne elenco alcuni, famosissimi: bombò, bignè, briosce, buatta, crocchè, dessert, filoscio, franfellicche (da fanfreluches), fricassè, gattò, genovese (secondo alcuni, deriverebbe dal francese: Genova non c’entra per nulla, la derivazione è da genevoise= ginevrina essendo in uso a Ginevra la cottura della carne con le cipolle), grattè, mignon, ‘nnoglia (il più povero degli insaccati da andhouje), parfè, patè, ragù, roccocò (la cui remota forma non proprio rotonda richiamava la barocca rocaille, conchiglia), sartù, sciù, sotè, sufflè. Ne ricordo altre simpatiche:
Bucceria da boucherie per la macelleria;
Bello e bbuono: di punto in bianco, all’imprevisto: è la versione nostrana del bel et bien;
Ciaràvolo: ciarlatano, imbroglione o anche incantatore di serpenti, dal francese antico charaut;
Jetteca: tisi, cattiva salute. Dal francese hectisie poi passato a èthisie: da éthique
Marchèse: mestruazione, regole femminili. Dal francese marquis;
Sarvietto: Tovagliolo, salvietta. Da serviette
Sciuè sciuè: Alla buona, superficialmente, con semplicità. Dal francese èchouè
Tirab(b)usciò: Cavatappi. Da tire-bouchon
Vide Napole, e po muore
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Alla fine dell’inverno, Leone Ginzburg tornò a Torino dal penitenziario di Civitavecchia, dove aveva scontato la pena. (…) Passava le serate con Pavese; erano amici da molti anni. Pavese era tornato da poco dal confino; ed era, allora, molto malinconico, avendo sofferto una delusione d’amore. Veniva da Leone ogni sera; appendeva all’attaccapanni al sua sciarpetta color lilla, il suo paltò martingala, e sedeva al tavolo. Leone stava sul divano, appoggiandosi col gomito alla parete. Pavese spiegava che veniva là non per coraggio, perché lui di coraggio non ne aveva; e nemmeno per spirito di sacrificio. Veniva perché se no non avrebbe saputo come passar le serate; e non tollerava di passar le serate in solitudine. E spiegava che non veniva per sentir parlare di politica, perché, lui, della politica, «se ne infischiava». A volte fumava la pipa, tutta la sera, in silenzio. A volte, avviluppandosi i capelli attorno alle dite, raccontava i fatti suoi. Leone, la sua capacità d’ascoltare era incommensurabile e infinita; e sapeva ascoltare i fatti degli altri con profonda attenzione, anche quando era profondamente assorto a pensare a se stesso. Poi veniva la sorella di Leone a portare il tè. Lei e la madre avevano insegnato a Pavese a dire in russo: – Io amo il tè con lo zucchero e col limone. A mezzanotte, Pavese agguantava dall’attaccapanni la sua sciarpa, se la buttava svelto intorno al collo; e agguantava il paltò. Se ne andava giù per il corso Francia, alto, pallido, col bavero alzato, la pipa spenta fra i denti bianchi e robusti, il passo lungo e rapido, la spalla scontrosa. Leone stava ancora un pezzo in piedi accanto allo scaffale, tirava fuori un libro e si metteva a sfogliarlo, e vi leggeva come a caso, lungamente, con le sopracciglia aggrottate. Stava così, leggendo come a caso, fino alle tre.
Lessico famigliare, Natalia Ginzburg.
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Pompeii alle Terme per la terza edizione di “Dal mito alla storia”
Pompeii alle Terme per la terza edizione di “Dal mito alla storia”
di ROBERTO FIORENTINI ♦ Sabato 30 luglio, con inizio alle ore 21.30, andrà in scena nel suggestivo scenario delle Terme di Traiano, il mio nuovo spettacolo dal titolo “Pompeii Viaggio tra storia e psichedelia”. Si tratta di uno spettacolo inserito nel cartellone della terza edizione della rassegna “Dal mito alla storia”, organizzata dalla Pro Loco di Civitavecchia. Anche in questo caso…

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MEDIATICA-MENTE (1)

Ovvero: come la stampa e le sue manipolazioni, hanno inciso nel tessuto sociale attraverso ogni genere di eventi drammatici, anche i più banali, orientando e condizionando l'opinione pubblica che -soprattutto a partire dagli anni '80 in poi- con l'avvento delle dirette televisive e dei dibattiti (comunemente definiti "talk shows") ha via via seguito più le "mode" del momento che farsi un'opinione davvero libera e indipendente, sino ad arrivare ai nostri giorni.
Quello che segue è un elenco solo apparentemente freddo, ma che rende l'idea di un paese in balìa degli eventi, che non reagisce e non risponde alle domande e ai bisogni reali, ma che si lascia sopraffare dalle dinamiche e dalle "il"logiche di un sistema che impone una cieca obbedienza riguardo a usi, costumi e mentalità di una società sempre più plasmata a immagine e somiglianza dei suoi padroni.
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AGOSTO 1980
Il 2 agosto un boato enorme scuote la Stazione di Bologna: una bomba piazzata nell'atrio uccide 85 persone e causa il ferimento di oltre 200 civili. Anni e anni di indagini non hanno ancora portato a un "nome" o ad un'organizzazione che più volte è stata raffigurata all'interno degli ambienti dell'estrema destra, tra i quali Valerio Fioravanti e Francesca Mambro più volte condannati ma mai tradotti in carcere.
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1981
Nel mese di giugno irrompe la televisione con le sue dirette nella vita di una famiglia in apprensione per il piccolo Alfredino, scivolato in un pozzo artesiano il 10 giugno nei pressi di Frascati. Polemiche a non finire per le immagini dell'epoca che fecero scalpore, non tanto per la drammaticità, quanto per un sospetto di "manipolazione" mediatica che iniziò a farsi strada in quegli anni. La condanna fu proprio verso la spettacolarizzazione delle riprese, e per le cronache del periodo, "ree" di aver causata la (forse) evitabile tragedia in nome di un'audience che avrebbe favorito il richiamo inevitabile delle varie aziende, sponsorizzatrici poi di programmi dalla qualità sempre più inferiore. E intanto, il 13 giugno, un piccolo bimbo di soli 6 anni, moriva tragicamente.
Questo il commento di Gianluca Santalmassi, durante l'edizione straordinaria del TG2 del 13 giugno 1981: «Volevamo vedere un fatto di vita, e abbiamo visto un fatto di morte. Ci siamo arresi, abbiamo continuato fino all'ultimo. Ci domanderemo a lungo prossimamente a cosa è servito tutto questo, che cosa abbiamo voluto dimenticare, che cosa ci dovremmo ricordare, che cosa dovremo amare, che cosa dobbiamo odiare. È stata la registrazione di una sconfitta, purtroppo: 60 ore di lotta invano per Alfredo Rampi.»
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13 FEBBRAIO 1984
Ancora il giorno 13 nella notizia che vede -dopo anni e anni di ricerche- al centro dell'attenzione: Annunciata Brignoli, Giannina Pezzoli e la piccola Aurora. La prima scomparve nel 1978, le altre nel 1981. Il brigadiere Vincenzo Donini e un giovane magistrato (Antonio Di Pietro) durante un sopralluogo, fanno la macabra scoperta, "favorita" da tracce di sangue tra le lenzuola, e dall'aver chiesto di sfondare una parete che conteneva due sacchi neri chiusi con lo spago: all'interno i corpi delle tre donne, rispettivamente suocera, moglie e figlia di Giovanni Bergamaschi, a sua volta accusato dell'assassinio di Michele Canali, trovato morto il lunedì precedente al quel tragico 13 febbraio.

23 DICEMBRE 1984
Antivigilia di Natale lungo la direttrice ferroviaria Firenze-Bologna: all'interno della galleria nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, una bomba posizionata su una griglia porta-bagagli, riduce in brandelli una carrozza del treno "Italicus", causando la morte di 15 persone e il ferimento di altre 300. Inevitabilmente le indagini scandagliarono gli ambienti della criminalità organizzata, tra la mafia e gli apparati della destra eversiva, ma ancora non hanno nomi gli autori di quell'attentato, uno dei più cupi nella Storia della Repubblica Italiana.
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In ordine sparso:
Una lunga scia di orrori si è consumata negli anni tra le mura di tante case che dovrebbero invece essere i posti più sicuri per i bambini.
La cronaca registra infatti tanti, troppi, episodi come quello accaduto a Margno, nel Lecchese, nel quale due gemelli di 12 anni hanno perso la vita per mano del padre.
Era il 4 gennaio del 1994 quando a Civitavecchia Tullio Brigida uccide i figli Luciana, Laura e Armandino e li sotterra nelle campagne di Cerveteri, dove furono poi ritrovati il 20 aprile 1995 dopo numerose ricerche. Anche in questo caso, come quello registrato a Lecco, la motivazione fu la vendetta nei confronti della ex moglie Stefania Adami, con cui aveva avuto vari scontri a volte sfociati in episodi di violenza
Il 7 settembre 1997 l'ex poliziotto Angelo Sinisi, 46 anni, uccide, a Roma, sul viadotto della Magliana, le due figlie di 4 e 7 anni e si suicida con un revolver calibro 38. Non voleva riportarle a casa, dalla ex moglie, dopo una giornata di mare, giochi e regali.
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DELITTO DI COGNE
E' forse l'evento mediatico più seguito dell'era moderna, quello che vede al centro Annamaria Franzoni, colpevole dell'omicidio del figlio Samuele.

E che dire del delitto messo in atto da Pietro Maso che uccide i genitori nell'aprile del 1991?
O quello che vede coinvolti Erika e Omar, in quello che è noto come il "giallo di Novi Ligure" e la morte della mamma e della sorella di Erika?
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FEBBRAIO 2011
L'evento che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso: il 26 febbraio viene ritrovato senza vita il corpo di Yara Gambirasio, giovane e promettente ginnasta di Brembate Sopra (BG) scomparsa il 26 novembre. Indagato in un primo momento Mohamed Fikri, le indagini vengono poi concentrate all'interno di un cantiere per la realizzazione di un centro commerciale e i cui risultati portano all'arresto di Massimo Bossetti.
E' -mediaticamente- uno dei maggiori casi più seguiti, unitamente a quello che vede coinvolti i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi,

per un caso meglio noto come "l'omicidio di Erba", assassinio compiuto ai danni di Raffaella Castagna, del piccolo Marzouk, della madre di Raffaella, Paola Galli, e della vicina di casa Valeria Cherubini.
In relazione agli ultimi due casi citati, si hanno ancora notevoli dubbi e perplessità riguardo alle condanne, in quanto le dinamiche e le stesse indagini non sembrano convincere parte dell'opinione pubblica, anche per il fatto che le richieste dei legali e degli ispettori incaricati di analizzare le varie componenti, non sono state del tutto accolte, in ciò generando interrogativi su come e su chi siano i veri "rei" degli assassini di Yara e delle vittime di Erba.
-FINE (1)-
nella prossima "puntata", fatti legati a casi di eventi legati alla politica e al mondo del sindacalismo, e episodi avvenuti a livello internazionale.
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