#Cammini nella storia
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La via Romea Germanica Imperiale in Toscana dall’Appennino pistoiese ad Arezzo (parte terza)
Sviluppo dell’insediamento a Firenze di Giovanni Caselli Pianta della città romana ricostruita su quella odiena I romani conquistano la Toscana settentrionale fino all’Appennino già nel II secolo a.C. quando si abbandonano i centri etruschi di altura e si schiavizza la popolazione per trarne manodopera nelle fattorie che crescono come i funghi su tutta l’area fiorentina sulla base territoriale…
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The ˈfjutʃɝhhh!
Questa vignetta mi ha riportato alla mente una simpatica commedia degli anni 90, nella quale la protagonista all'inizio stilava una lista di qualità che il suo ipotetico compagno avrebbe dovuto avere e arrivava alla fine della storia con una sola "pretesa": che il proprio eventuale ragazzo le dicesse "salute" in caso di starnuto.
Ecco, presumo che di questi tempi bisogna rivedere le richieste sui partner, perché anche solo trovarne uno che cammini a testa alta è già un bel casino!
(scena da Singles - 1992)
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#verità#rincoglioniti#partner#relazioni#amore#discernimento#film#singles#movie#video#liste#salute#conosci te stesso#teste basse#cellulari#schiavi
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Unrecorded: my first FKT
Foto di Elisa Bessega, l'articolo era stato pubblicato per la prima volta con un titolo diverso in The Pill n. 55.
Il Cammino Rigoni Stern è un sentiero escursionistico che collega l’Accademia Olimpica di Vicenza alla casa natale di Mario Rigoni Stern ad Asiago. Ufficialmente misura 80 chilometri con 1400 metri di dislivello, ed è stato ideato dall’associazione culturale Cammini Veneti per il centenario della nascita dello scrittore. Il CRS deve ancora essere inaugurato, ma sul percorso sono già presenti dei segnavia provvisori sulla base dei quali, il 30 aprile 2022, io e Andrea abbiamo percorso per primi l’intera pista. L'abbiamo percorsa nella direzione Asiago-Vicenza, in una sola tappa, in 7h48' e in modalità supported.
(Preparativi in Piazza Carli, Asiago)
Per chi non è addentro al gergo della corsa, un FKT è un percorso su cui si registra il tempo più veloce, è un record se volete. Gli FKT sono nati per creare un storico dei tentativi e dei migliori tempi di percorrenza su percorsi su cui non era possibile organizzare una gara per motivi legali. Per sistematizzare la cosa venne aperto un sito web per raccoglierli tutti, e oggi, potenzialmente chiunque può disegnare un percorso, registrare il proprio tempo, e caricarlo sul sito. Questa semplicità unita alla sospensione delle gare durante la pandemia ha portato all'esplosione del fenomeno anche in Europa, facendo progressivamente perdere valore al movimento. Nell’ultima settimana (oggi è il 2 maggio 2022) sul sito fastestknowntime.com sono stati registrati trentadue FKT. Di questi, cinque nel Regno Unito, due in Germania, uno in Italia, e i restanti negli Stati Uniti. Fra questi trentadue convivono pacificamente il recente record di Jeff Browning sul Grand Canyon Crossing, uno dei più importanti percorsi nella storia dell’ultrarunning, e un FKT di 10 chilometri su un percorso arbitrario in un parco pubblico di Mannheim, una cittadina del land del Baden-Württemberg ricordata dai musicologi e da nessun altro per aver dato il nome alla Mannheimer Schule. Il valore di questi due percorsi è molto diverso: il primo è un percorso storico della tradizione dell'ultrarunning, il secondo è un percorso che probabilmente nessuno ripeterà mai. Tradizionalmente il valore di un FKT è dato dalla sua storia, dalla logicità del percorso e dalla semplicità nel ripeterlo con il minor supporto esterno possibile. Inoltre, nascendo come record escursionistici sui grandi cammini, un FKT dovrebbe avere un interesse escursionistico, ancor prima che sportivo. Tutti questi elementi concorrono a rendere un FKT da un lato interessante per chi cerca il record del percorso, dall'altro per chi, pur non avendo le capacità di tentare il record, può tentare il percorso per motivi storici e paesaggistici. Ciononostante, l'80% degli FKT oggi esistenti non ha probabilmente valore per nessun altro al di fuori di chi li ha registrati. Che il sito fastestknowntime.com non abbia un criterio di selezione ha contribuito all’esplosione del fenomeno FKT, ma ne ha anche sminuito il valore. In Italia oggi il sito registra novantotto FKT. Di questi, alcuni sono belli e logici (come Ortogonale 1 e Alta Via del Granito), altri meno. In ogni caso manca la voglia generale di ripeterli, mentre è un po’ troppo presente quella di crearne di nuovi. In questo vedo il principale limite del movimento e del sito fastestknowntime.com.
Registrare il percorso sul sito non mi sembra un valore aggiunto, né un criterio di legittimazione. Per questa ragione abbiamo deciso di non registrare il nostro tentativo su fastestknowntime.com, ma soltanto di informare l’associazione che si occupa del sentiero del nostro tentativo prima e del risultato poi, e di rendere pubblico l'FKT con un articolo ragionato. Limitando l'accesso alle informazioni sul percorso se non attraverso l'articolo e il sito Cammini Veneti, i futuri ripetitori saranno più portati a informarsi sulla sua storia e sulla sua identità, dandogli più valore.
(Correndo i primi chilometri in compagnia del Geno, sulla Strada del Trenino poco dopo Roana)
In realtà il Cammino Rigoni Stern non è ancora un percorso storico, anzi, deve ancora nascere: l’apertura ufficiale era prevista per il 2021, centenario della nascita di Mario Rigoni Stern, ma per questioni amministrative è slittata più volte. Non esiste una traccia ufficiale e le indicazioni sul percorso sono provvisorie. L’associazione che se ne occupa, Cammini Veneti, è nota soprattutto per il Cammino Fogazzaro Roi, un percorso parallelo al Rigoni Stern, che già da anni porta escursionisti tra pianura e Prealpi vicentine. Noi abbiamo scelto di percorrere il CRS in discesa, da Asiago a Vicenza, sia per motivi logistici che affettivi (rappresentava un ritorno a casa); ma anche per motivi estetici: percorrere un sentiero al 75% in pianura significa entrare in relazione con un territorio poco considerato da chi fa outdoor e soprattutto da chi fa trail running. Abbiamo un’idea di trail talmente legata alla montagna e al dislivello che quasi non ci accorgiamo della potenzialità di questi spazi.
Ho scoperto questo percorso finendoci a correre dentro per caso, mentre cercavo dei sentieri vicino a casa, per evitare l'asfalto. Ho iniziato a studiarlo e a unirne i pezzi, un po’ alla volta, come si fa con una via di arrampicata. Avevo voglia di entrarci, anche emotivamente, con «l’idea che i chilometri che macini con le tue gambe in qualche modo ti appartengano. Li conosci da vicino un metro alla volta, quello che era un numero diventa un paesaggio, ambiente e territorio, senti che ti appartiene nel senso che te ne senti parte», come ha scritto Elisa il giorno dopo il nostro tentativo. Coinvolgere Andrea è stata la chiave per condividere con qualcuno il momento conclusivo di un processo in larga parte solitario. Andrea è rimasto totalmente coinvolto e assorbito dall’idea, dall’ambiente e dalla corsa. Durante le prime ore di corsa, mentre il nostro amico Davide ci accompagnava alle porte dell’Altopiano, abbiamo parlato parecchio tra noi, ma quando io e Andrea siamo rimasti soli, iniziando la discesa verso la Val d'Astico, siamo caduti nel silenzio. Eravamo noi due coi nostri pensieri, a correre uno davanti all’altro tra i boschi umidi che costeggiano il fiume.
(Un pezzo di sentiero che taglia il Costo Vecchio che dall'Altopiano scende a Cogollo del Cengio)
Da Piazza Carli, deserta, si prende la ciclabile del trenino che porta prima a Canove di Roana e poi a Tresche Conca. La pista attraversa prima i pascoli di Asiago e poi un fitto bosco di pecci. Al limite occidentale dell'Altopiano si percorre il Costo vecchio fino in valle, a Cogollo del Cengio, su una serpentina di tornanti prima sterrati e poi asfaltati. Tra Calvene e Fara si attraversano due piccole valli circondate da colline e ville palladiane: la pianura inizia poco dopo. Al quarantesimo chilometro, a Breganze, si imbocca definitivamente l’argine dell’Astico, che dopo aver cambiato nome in Tesina conduce fino alle porte di Vicenza. Passiamo prima a un paio di chilometri da casa mia, e poi davanti a quella di mia nonna (che, positiva al covid, ci aspettava alla finestra). Via Aldo Moro, viale della Pace, Borgo Berga, e Olimpico, l’unico teatro di Vicenza in cui non ho mai suonato, e in cui ormai non suonerò più. Correre per primi un cammino che attraversa i luoghi in cui sei cresciuto, se accompagnati da una certa predisposizione d’animo, può essere toccante. Il paesaggio, i colori morbidi, il cielo che sembra limpido ma non lo è, perché è sporco di una leggera umidità che solo chi è nato in pianura sa conoscere. Perché la limpidezza che c’è appena dopo un temporale è tutta un’altra cosa.
(Trying to cool down in Lupia)
L’argine è un cannocchiale sulla pianura che attraversa paesi, campi, periferie e zone industriali senza essere visto, unendosi e dividendosi con altri mille fiumiciattoli, fossi e torrenti, creando un’enorme ragnatela che copre la pianura da Torino a Venezia. È allo stesso tempo un sentiero, un universo biologico a sé stante e il prodotto di politiche di regolazione idrica antichissime; ma è soprattutto un punto di vista rialzato in un paesaggio in cui tutto è orizzontale.
(Somewhere on the riverbank between Quinto Vicentino & Marola)
Avevamo voglia di fare questa cosa anche per essere liberi di correre con uno stile che ci piac: nudi. I primi cacciatori di FKT – David Horton, Brian Robinson, Ted ‘Cave Dog’ Keizer – nei loro percorsi cercavano la solitudine. Negli anni quello stile si è perso, andando sempre di più verso una modalità di corsa assistita, supported. Leggere questa tendenza solo come una questione di prestazione sarebbe parziale, credo invece che, per gente come noi, avere assistenza sia più che altro un modo per condividere l’esperienza con persone a cui vogliamo bene: fare le cose da soli in fondo non è così interessante, al di là della scarica iniziale di trovarsi da soli di fronte a ottanta, cento o mille chilometri. Non c’è niente da misurare e niente contro cui misurarsi. E se è la solitudine che cerchi, presto o tardi la trovi comunque, pur correndo uno accanto all’altro, con una macchina ogni venti chilometri. Così abbiamo preferito condividere.
Adesso andate su quella pista e tirateci giù il tempo.
(The coolest finishline banner ever)
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E di un cuore tanto grande, a me cosa ne resta? Di tutto quel che porto addosso, cosa di questo fa un suono? Il mio cuore che batte, o il modo in cui io faccio battere i denti dalla rabbia e dal freddo o i tasti sul mio piano? Nella mia vita, ho il cuore negli occhi: guardo tutto con una lente d'ingrandimento e riconosco, che i piccoli sassi di campagna, son stati castelli e fortezze incantate che non hanno rinchiuso soltanto principesse, ma anche il suono di segreti, e canzoni che hanno parlato per tanto tanto tempo d'amore. E cosa è per me la musica? È quel linguaggio internazionale che colpisce le corde più profonde della tua essenza, è quella colonna sonora che fa da sfondo alla tua vita e può essere: un pianto disperato, dei pugni al muro, la tua risata. E spero, che possa essere di gioia e non di scherno e di odio. La musica, è quel linguaggio che si declina in diversi generi, artisti e modi di fare musica: c'è chi sa capirti, chi ti ascolta, chi ti salva dai giorni no e nei giorni dove c'è un po' di pioggia ti regala il sole. La musica, come ho spesso imparato io scrivendone, è anche una poesia dedicata alla persona che ami, musicata da una cosa chiamata amore. E l'amore va a braccetto con la musica, questo perché alcune volte per parlare di amore si usa l'amore e la musica che scegliamo parla di noi. Diventa un modo di fare. Mi auguro, di essere sentita nelle canzoni alla radio, nei momenti più semplici e disparati, specie se sono quelle che senti quando non pensi a lui ma a "cazzo, questa cosa sembra proprio essere amore". E a me cosa è rimasto? Se non il suono del tamburo che ho per cuore che modesto e mesto, a testa bassa, mi porta via. Cosa mi è rimasto? Se non la sinfonia generata dal fruscio degli alberi, dal tramonto sul mare rosato, delle campane della chiesa e del rumore dello zucchero filato che ti si appiccica un po'da tutte le parti e ti resta addosso come melma di quando cammini. E poi c'è la musica e non solo lei, ma anche l'amore, che quella melma la scaccia via, c'è anche il fatto che sappia accarezzarti il cuore perché apprezzi i ruderi dai quali è nata: la radio, i giradischi, le prime strutture di musical e di composizione, c'è chi apprezza la sua storia perché anche dei generi che sono alla portata di tutti come il rap, sono nati per rabbia, per farsi sentire e affermare la volontà dei creatori. La musica è l'arte più apprezzata da Platone, questo perché è la più originale e suggestiva. E poi, crescendo, ho scoperto che tutto ha un suono, e solo l'orecchio dell'amore riconosce i primi balbettii di un bambino come delle note. La musica è anche la manifestazione dell'amore: per sé stessi, per la propria famiglia, per il proprio dio, la propria passione, o per i tuoi incantesimi e rituali. È anche quella frequenza che influisce sul cervello. La musica è, quell'aspetto imprescindibile della vita di ognuno di noi: è entrata a far parte della nostra vita così tanto che ormai ci fa da promemoria e veste i panni della nostra persona e della vita nella quale viviamo. Musica e amore si tengono per mano: ho capito che grazie alla musica si può parlare d'amore. E io amo tanto. Quindi, alla fine, di questo cuore cosa mi resta? Se non gli spartiti che avrei voluto comporre io, e farli suonare da te per dire "io sono una persona che amo." Cosa non so, se non gli occhi e le orecchie con cui ascolto con cuore la nostra musica, quella che rende non bella, ma vera la moa vita.-Vostra, Martina*(Jetaime)
No, non mi chiamo Martina. È stato scritto per mia sorella e so che non lo apprezzerà così come non lo apprezzo io. Ma alla fin fine sti cazzi.
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Cammini Aperti: passeggiare nella storia in tutte le regioni
Per l’iniziativa, ideata dalla Regione Umbria, sono stati individuati dal CAI, Ente pubblico vigilato dal Ministero del Turismo, 21 cammini, uno per ogni regione, e identificato un tratto di questi – di lunghezza variabile – sui quali portare persone con difficoltà motoria mediante l’impiego di Joilette e/o carrozzine. Inoltre, su tutti e 42 cammini lo stesso darà informazioni, distribuendo un…
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Nell’ambito della fiera del consumo critico “Fa’ la cosa giusta”, il Parco Culturale Ecclesiale (PCE) dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia ha svelato i “Itinerari di Pietra e d’Acqua” per il 2024 e la “Carta del viaggiatore”, strumento per un turismo responsabile. Il calendario “Itinerari di Pietra e d’Acqua” comprende 16 eventi che guideranno i partecipanti alla scoperta di luoghi suggestivi nell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, dove l’acqua gioca un ruolo centrale nella storia e nella spiritualità. L’iniziativa mira anche a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso la valorizzazione delle risorse idriche. Gli eventi, organizzati in collaborazione con diverse entità locali, includono escursioni, cammini, esperienze, degustazioni […]
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Palazzo Madama ospita “In Cammino”
Visite fino al 10 ottobre 2023 Palazzo Madama ospita “In Cammino” La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena”, un’esposizione che ripercorre attraverso 4 sezioni artistiche e culturali la suggestione del cammino lungo la via Francigena battuta dai pellegrini che da sempre attraversano il territorio piemontese. La via Francigena è un antico cammino di pellegrinaggio che collega Canterbury a Gerusalemme passando per Roma. Poiché il percorso incrocia numerose città storiche, oggi la strada è diventata un popolare itinerario anche per i turisti che apprezzano storia e cultura dei luoghi attraversati. Ricco di spiritualità, natura e storia, il Piemonte accoglie colui che ha scelto di intraprendere un cammino di fede o di ricerca personale. In un ambiente in cui la natura infonde un grande senso di comunione e armonia con tutto il Creato, il viandante guarda con speranza i maestosi monti del Piemonte che aprono il percorso italiano della via Francigena. La mostra è stata realizzata dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Carlo Acutis con l’obiettivo di stimolare una profonda riflessione sulla Sacra Sindone e sulle Vie Francigene. Palazzo Madama ospita “In Cammino” Torino, casa della Sacra Sindone, ospita questa bellissima mostra che si articola in quattro sezioni, ognuna caratterizzata da un tema specifico. La prima sezione raccoglie 16 illustrazioni di artisti affermati che raccontano, con l’originalità del proprio linguaggio estetico, il cammino lungo la via Francigena che attraversa il Piemonte. Il visitatore si aggira tra numerosi disegni che rappresentano con grande creatività e autentica emozione la via del cammino dei pellegrini, l’atmosfera, le suggestioni e la natura che ha ispirato i singoli artisti. Iliaria Urbinati,Il Piemonte della via Francigena Davide Bettiol, ad esempio, nella strada del pellegrino ha rappresentato la strada del viandante tra le montagne piemontesicome un filo di un gomitolo che il viaggiatore porta con sé dietro le spalle come fosse uno zaino. Nel disegno di Iliaria Urbinati, invece, (Il Piemonte della via Francigena) una bimba e una donna adulta contemplano il Lago Viverone, sormontato da una nuvola a forma di Piemonte nella pace della natura che offre il paesaggio circostante. Elisa Seitzinger con il suo Piemonte della Via Michelita realizzato in tre colori (rosso nero e bianco) rappresenta San Michele Arcangelo che spinge Lucifero con la spada nelle viscere della terra e mette in evidenza i sette santuari simbolo per la cristianità che si trovano in parte in Europa e in parte in Italia. Jacopo Rosati, invece, si concentra sulle città del Piemonte attraversate dal percorso della via Francigena. L’artista ha concepito il suo Piemonte del Welfare sociale come una sorta di gioco dell’oca al quale tutti possono partecipare aggirandosi tra le chiese e i monumenti simbolo delle città-tappe. Questi sono solo alcuni degli esempi delle sedici illustrazioni esposte dalle quali il visitatore può lasciarci ispirare ed emozionare grazie anche alla suggestiva location che le accoglie. Le altre sezioni della Mostra La seconda sezione dell’esposizione a Palazzo Madama “In Cammino”, mostra ai visitatori, attraverso diversi materiali video, la via Francigena e gli itinerari sindonici. Pannelli interattivi si soffermano sul significato della Sindone, sui diversi spostamenti a cui è andata soggetta nel tempo e sugli antichi percorsi dei pellegrini nel Medioevo verso la Terra Santa. Jacopo Rosati, Piemonte del Welfare sociale Nella terza sezione, una grande mappa interattiva evidenzia gli itinerari di "Via Francigena for all" e i cammini sindonici, un progetto che ha ottenuto 1,6 milioni di euro di fondi statali per rinnovare numerose strutture e percorsi della millenaria porta d’ingresso dei pellegrini verso la Pianura Padana. Nella quarta sezione, infine, è esposta un’installazione dell'artista torinese Carlo Gloria dal titolo “Vado e Vengo”. L’opera è stata realizzata in ferro taglio laser verniciato e si concentra sul tema del cammino con sagome umane in marcia. Attraverso un gioco di luci e proiezioni, il visitatore ha la percezione di persone in movimento che ci richiamano alla mente il cammino, un atto e un concetto che può essere tanto personale quanto collettivo, tanto spirituale quanto concreto ed esplorativo. Ancora una volta Palazzo Madama con la mostra “In Cammino” si fa promotore di cultura e bellezza, mettendo a disposizione della collettività il proprio patrimonio di duemila anni di storia in perfetta armonia con esperienze culturali moderne e contemporanee. Read the full article
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Modena: "Pedalare e camminare", aumentano le proposte di itinerari
Modena: "Pedalare e camminare", aumentano le proposte di itinerari. Dieci nuovi percorsi alla scoperta del territorio modenese, otto di trekking e due di cicloturismo, arricchiscono l’offerta di “Pedalare Camminare”, il progetto di promozione turistica del Comune di Modena che dallo scorso settembre propone già 25 itinerari, in bici e a piedi, dalla pianura all’Appennino, fornendo a turisti ed escursionisti informazioni aggiornate e dettagliate sia online, attraverso il portale visitmodena.it, sia con mappe cartacee da tenere in tasca. Adatti a gusti e livelli di pratica diversi, i nuovi percorsi sono dedicati per la maggior parte all’area collinare e montana e fanno tappa in luoghi suggestivi come, per esempio, il Ponte d’Ercole, l’imponente monolite di oltre 30 metri immerso in un bosco di querce e castagni dai colori vivaci, il Rio Bucamante, con un itinerario fino alle cascate adatto alle famiglie, il lago Patrignano e la Grotta delle fate. Ma non mancano proposte anche nella zona della bassa pianura modenese, come il percorso ciclabile tra argini e valli, che si sviluppa su piste, stradelli di campagna e su tratti dei percorsi natura del Secchia, del Panaro e della Ciclovia del Sole-Eurovelo 7. “Pedalare Camminare”, che ha riscontrato un buon successo nella prima pubblicazione, risponde alla crescente richiesta da parte dei turisti di esperienze da svolgere all’aria aperta mettendo a disposizione informazioni in formato digitale e cartaceo che descrivono in maniera dettagliata e aggiornata le opportunità di svago outdoor offerte dal territorio. Il progetto è promosso dal Comune di Modena, Servizio Promozione della città e turismo, in collaborazione con Modenatur, gestore dell’Ufficio informazione e accoglienza turistica (Iat) di Modena, e con il supporto tecnico della cooperativa sociale La Lumaca e della piattaforma Outdooractive per il tracciamento dei nuovi itinerari e il caricamento delle schede tecniche sulla sezione dedicata del portare di informazione turistica Visitmodena. “Zaino in spalla o caschetto allacciato, queste nuove proposte - spiega l'assessora alla Promozione turistica Ludovica Carla Ferrari - non sono solo per appassionati di escursionismo e sportivi ma sono esperienze adatte a tutta la famiglia. Questa bellissima iniziativa consente di scoprire il territorio della montagna, della collina e delle campagne modenesi avvicinando le persone alla storia di luoghi più e meno noti. Si tratta di itinerari che si inseriscono nella strategia più ampia di potenziamento del turismo outdoor che riguarda anche la promozione dei cammini e delle Vie del territorio modenese” Le informazioni sugli itinerari si possono trovare nelle mappe tascabili e in due segnalibri uno dedicato al camminare e uno al pedalare, che riportano un QR Code attraverso il quale si può accedere direttamente alla pagina dedicata su visitmodena.it, disponibili negli Iat in italiano e in inglese. Tutti i contenuti digitali sono disponibili gratuitamente nella sezione dedicata su vistimodena.it. Qui, grazie alle funzionalità del software Outdooractive, è possibile non solo conoscere le caratteristiche del percorso, come lunghezza, durata, dislivello, grado di difficoltà e attrezzatura necessaria, ma anche scaricare una mappa dettagliata e tracce Gpx, Kml e Fit, e persino effettuare un volo 3D sul percorso selezionato. Gli itinerari possono inoltre essere filtrati in base agli interessi e le esigenze dei turisti, per consultare ad esempio i percorsi più adatti a famiglie con bambini oppure a chi viaggia con i propri animali. Dei dieci nuovi itinerari, due riguardano il cicloturismo e sono il percorso Tra argini e valli, da Carpi verso la Bassa, e il percorso intorno al Cammino di Santa Giulia e la Via Romea Germanica imperiale. Gli otto nuovi percorsi di trekking sono dedicati al Ponte d’Ercole, lungo la Via Vandelli; alla Croce arcana e al lago Scaffaiolo, con inizio da Capanna Tassoni; al lago Patrignano, unico esempio di torbiera in Italia, e alla Grotta delle fate; all’antico ghiacciaio del lago Baccio, con partenza dal lago Santo; alle cascate del Bucamante; al Castello di Spezzano e alle Salse di Nirano; alla cascata del Pastore, lungo il rio Cella, con un itinerario che porta alle capanne celtiche; al sentiero dell’atmosfera che parte da Pian Cavallaro, a 1880 metri d’altitudine, e arriva sulla vetta del Monte Cimone. I 35 itinerari di “Pedalare Camminare” sono promossi anche in manifestazioni fieristiche come la Fiera Agri Travel Expo di Bergamo e la Fiera del cicloturismo di Bologna in corso fino a domenica 2 aprile, e l’Italian bike festival di Misano a settembre.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Festa dei Camminanti 2023 nel Pisano
A Vicopisano e sul Monte Pisano, in Toscana, è il momento della Festa dei Camminanti, con una bella anteprima il 24 marzo e poi, nel fine settimana, numerose iniziative gratuite il 25 e 26 marzo. L'evento è stato realizzato grazie al patrocinio e al contributo dei Comuni di Vicopisano, Bientina, Buti e Calci, al Consiglio Regionale della Toscana e alla Società della salute Zona Pisana e con il sostegno della Comunità Del Bosco, della Farmacia Capone di Vicopisano, di Montepisano in Toscana e di Montepisano Tree. Si inizierà il 24 marzo con l'incontro con Anna Rastello, promosso in collaborazione con il Consiglio per le Pari Opportunità e rientrante nella rassegna Marzo di Donna, su Disabilità: superpoteri, tabù o normalità? Alle 18 nella Sala del Consiglio del Comune di Vicopisano, seguito l'indomani da una camminata per tutti e per tutte, alla quale sarà presente la campionessa di nuoto paralimpico Valeria Pappalardo, nominata ambasciatrice dello sport per tutti durante l'ultima Festa dello Sport, l'inaugurazione della mostra di pittura di Alessandra Parravicini al Circolo ARCI L'Ortaccio, alle 19, e la conferenza sulla via Micaelica e il suo Monte eremitico, a cura del professor Giovanni Ranieri Fascetti, a Palazzo Pretorio alle 21:30, seguita da un'escursione prevista per il 25 marzo. Il 25 e il 26 marzo ci saranno camminate per tutte le età, per tutti i gusti e per ogni esigenza, anche per persone con disabilità o difficoltà di deambulazione, molte per i bambini e le bambine, per pulire il Monte e curare l'ambiente, ammirarlo in ogni suo dettaglio e scoprirne la biodiversità, per conoscere monumenti e storia, per laboratori, teatro, per danzare, per fare yoga, per osservare, con il birdwatching, acquisire nozioni di botanica e sulle erbe commestibili e molto altro. Inoltre il 25 marzo, alle 10:30, sarà festeggiato il Capodanno pisano in Verruca, con la Compagnia di Calci e ci saranno concerti, mostre, spettacoli, momenti conviviali, tra i quali la merenda al Frantoio di Vicopisano, dalle 16.30 alle 18, tradizionale luogo di ritrovo per tutti i camminanti. Per conoscere bene il programma e iscriversi ai cammini su può andare sul sito www.camminanti.it, su www.comune.vicopisano.pi.it e, durante la Festa in piazza della Pieve, a Vicopisano, si potranno avere informazioni e accoglienza al gazebo dell'Associazione Dèi Camminanti. Read the full article
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Orchestralunata - Una barca vola
Un brano che canta una speranza: che ci siano sempre meno barche
che prendono il volo
L’immigrazione non è altro che un viaggio alla ricerca di una vita migliore, inseguendo uno dei valori imprescindibili della vita, la libertà. “Una barca vola” è un brano dirompente, caratterizzato dalle melodie crude dei fiati sopra il levare della sezione ritmica. Il cantato, decisamente severo, racconta una storia scritta nel 2019 dal leader dell’Orchestralunata Maurizio Gregori, che torna su un tema ancora tremendamente attuale e sensibile.
«Ci sono barche che continuano a volare in mare, come ci sono note che continuano a fluttuare in aria, ma “Una barca vola” è a tutti gli effetti la voce di chi cerca il più bel tesoro, che si chiama giorno dopo.» Orchestralunata
Un testo carico di implicazioni sociali e culturali che si dissolve come onde del mare dopo la burrasca, in un silenzio che fa riflettere e che porta con sé la consapevolezza che tutti meritano di vivere al meglio. Alcune barche non torneranno mai più, portando con sé la coscienza di gente che ha ucciso altra gente.
Orchestralunata nata nel 2007 dopo le prime performance live nella Tuscia ha iniziato a girare l’Italia ospite in varie manifestazioni culturali e musicali: dal Gran Teatro di Roma, al Teatro Masini di Faenza, a Piazza di Spagna Roma. Sempre sensibile alle tematiche sociali nel 2009 ha portato un po’ di leggerezza nei campi tenda dell’Aquila, con un concerto di solidarietà. Oltre ai concerti è stata ospite in varie trasmissioni televisive in rai e tv nazionali, culminata con la partecipazione in prima serata a Ti lascio una canzone. Simone Cristicchi, Sud Sound System, Teresa De Sio, Cisco e Sandokan sono alcuni degli artisti che negli anni hanno fatto parte del progetto Orchestralunata. Negli anni l’Orchestralunata è cresciuta sia in età che in numero e da qui l’idea di creare nuove e diverse versioni di spettacolo in base alla richiesta di organico che varia tra i 6 e i 35 musicisti. Dal 2021 nonostante le difficoltà legate all’emergenza covid-19 e le relative limitazioni, una nuova energia ha fatto sì che l’Orchestralunata ripartisse con una serie di concerti per le piazze e teatri italiani ed oltre i confini nazionali con un concerto ad Atene. Sempre nel 2021 l’Orchestralunata con il Maestro Stecco (Maurizio Gregori) diventa un film di animazione dal titolo “Le avventure del Maestro Stecco” che ripercorre la storia e i successi dell’orchestralunata dagli esordi ad oggi. I personaggi del film d’animazone “Le Avventure del Maestro Stecco” sono anche protagonisti di un metodo denominato “Didattica Stralunata” attraverso cui, in maniera ludica e divertente, gli stralunati insegnano la musica ai bambini dai 5 ai 10 anni. A marzo 2022 è uscito un nuovo brano dell’ensemble, “Bella giornata”, accompagnato da un videoclip dall’originale format Orchestralunata. Dal 30 settembre al 9 ottobre 2022 hanno realizzato il tour “Carovana Stralunata” nelle piazze di dieci comuni della Tuscia che l’Orchestralunata ha raggiunto a piedi percorrendo cammini e sentieri alternativi immersi nella natura del viterbese.
Contatti e social Sito:
https://www.orchestralunata.it/ Facebook:
https://www.facebook.com/orchestralunata/?ref=pages_you_manage Instagram:
https://instagram.com/orchestralunata?utm_medium=copy_link Youtube:
https://www.youtube.com/channel/UCNgEpVBT8zQZNuQxF8vzSEA
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Ricordo ancora la prima volta che ho sentito parlare di Sasha Luca Donatelli...
Premettendo il fatto che ormai è da tanto che non guardo più la televisione, era una sera come tante, una sera anche piuttosto anonima nella quale, davanti al PC, spulciando su YouTube, l'algoritmo mi suggerì uno spezzone del programma di @mtvitalia , "EX ON THE BEACH" e non so per quale strana ragione decisi di aprirlo...
Non sapevo di cosa trattasse il programma ma rimasi molto colpito da un ragazzo che, tra gli altri si distingueva per la strana aura che lo avvolgeva...
Era matto, rideva, scherzava e tirava fuori perle di stravaganza degne del trash più puro che ci si poteva mai aspettare ma, a far breccia nel mio cuore fu quel frame video nel quale lo vidi piangere e ne rimasi intenerito al punto da farmi saltare i freni della ragione e, da quel momento, nella mia mente scatto quel raptus che mi impose di mettermi ad ogni costo sulle sue tracce per parlargli perché sentivo che aveva qualcosa che apparteneva anche a me per quel lato introverso che non sono mai riuscito ad esprimere appieno.
È nato tutto così e non so quale buona stella ha fatto in modo che i nostri cammini si incrociassero in qualche modo.
Poi l'ho sentito cantare e da quel momento sono uscito dalla divina grazia: volevo ad ogni costo che intraprendesse una carriera nel mondo della musica perché, secondo me, aveva (ed ha ancora) molto da fare nel mondo delle 7 note.
È iniziato tutto così, per caso mi ha fatto piacere fargli leggere alcuni dei miei testi quando erano ancora lontani i tempi nei quali, in una sera di pioggia in centro paese avrei scritto il mio testo più bello, più vero e più struggente della mia storia nel mondo della musica: un testo che ha bussato a tante porta e colpito tante persone.
Sapevo fin dall'inizio che, per la disarmante sincerità, quel brano, se non meritava di essere presentato a Festival di l @sanremorai , non sarebbe dovuto andare troppo distante da quegli orizzonti e, così, stasera ho pensato di proporglielo in modo tale che, qualunque possa esserne il suo destino, so di averlo affidato alla persona più giusta.
Poi, se @amadeusonoio vuol farci un pensierino...✨
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La via Romea Germanica Imperiale in Toscana dall’Appennino pistoiese ad Arezzo (parte terza)
La via Romea Germanica Imperiale in Toscana dall’Appennino pistoiese ad Arezzo (parte terza)
Sviluppo dell’insediamento a Firenze di Giovanni Caselli Pianta della città romana ricostruita su quella odiena I romani conquistano la Toscana settentrionale fino all’Appennino già nel II secolo a.C. quando si abbandonano i centri etruschi di altura e si schiavizza la popolazione per trarne manodopera nelle fattorie che crescono come i funghi su tutta l’area fiorentina sulla base territoriale…
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ESAME DI MATURITÁ ATTO FINALE - LO SCONTRO ORALE
- Ok, Daniele stai benissimo così vestito farai un figurone.
- Grazie papà, siamo alla fine.
- Già, alla fine di un percorso ma poi ne comincerai uno nuovo. Questa è la vita.
- Sei saggi quando vuoi.
- Vorrei esserlo sempre mio caro.
- Oggi sarà tutto un orale, quindi dovrò parlare molto collegando le materie studiate tutto con un filo logico.
- Ma si vedrai ci riuscirai alla grande.
- Si ne sono sicuro.
- Ecco vedi? Così mi piaci. Del resto i numeri che creano la matematica come materia di studio sono essenziali fino a un certo punto, spesso numeri tolgono valore alle persone, se ci pensi va quasi sempre a finire così. Che taglia porti, qual è la tua età che spesso si usano in maniera discriminatoria. I numeri che contano sono quelli di telefono per parlare. Magari con una ragazza, sai non te l'ho mai detto ma le ragazze hanno la gnagna oltre al cervello. Ma è un segreto che sappiamo in pochi. La maggior parte degli uomini crede solo alla gnagna. Invece c'è di più, molto di più.I numeri decretano anche le distanze tra le persone, metri i chilometri e la geografia diventa il nuovo metro per comprendere se ci possono essere relazioni tra due persone. Troppo lontane o troppo vicine? Mare o montagna? Ma queste sono paranoie metafisiche di noi esseri umani, si possono superare tutti gli ostacoli, oggi non ci sono più confini. Anche le lingue sono conosciute bene da quasi tutti, cammini per le vie del tuo paese e una persona ti ferma chiedendoti "Excuse me what time is it?"; che ci vuole a rispondergli con cortesia "It's mezz past four, but mezz past does not soddisfa pe' nient. Mang past tant che you are sciupating". La vita è un disegno. Tecnico se lo prendi sistematicamente nei fondelli, naïf se lo prendi con arte sempre nei fondelli. Il realismo è la tecnica che ti sbatte in faccia i quadri della vita con violenza. Spesso li prendi dalla parte della cornice... sullo spigolo per di più. La tecnica di progettazione della nostra vita comincia da piccoli. Una linea di montaggio infinita dove nel corso degli anni perdiamo bulloni, molti sono sbullonati, valvole, altri sono svalvolati, pistoni e qui si apre un discorso sui pistoni pneumatici e pistoloni cavernosi. Ma alla base di tutto esiste la storia che ci insegna chi eravamo, chi siamo e cosa saremo e come dice Alberto Angela "probabilmente non lo sapremo mai"; credo che ci vogliano i permessi speciali di Roberto Giacobbo per poter avere successo nella vita.Sperando di non avere consapevolezza come Mario Tozzi, perché nella vita chi non capisce nulla è fortunato. Soffre meno. I sistemi digitalizzati non sono più come quelli del Totocalcio, le schedine non ci sono più. Che lavoro di merda quello dell'omino che faceva comparire l'uno, il due o la ics nel casellario del tabellone che indicava la schedina nella televisione in bianco e nero. La padronanza della lingua italiana è necessaria per poter avere una buona presentazione nel mondo del lavoro. Tranne se vuoi fare la politica, oggi i fatti dimostrassero che se volessi io potessi fare carriera, con onestàH e zeru tituli. Il curriculum oggi è sdoganato dal curriculorum. Un bel sedere aiuta sempre. La vita da un grande insegnamento, figlio mio, riempi ciò che è vuoto, svuota ciò che è pieno e gratta ciò che prude. Manco Socrate dava queste perle di filosofia.
- ...
- ...
- Pa' hai finito?
- Ma si, era un esempio di cosa potresti dire collegando le materie. Tutto qui.
- Non mi sento più sicuro come prima...
- Ma no, vedrai che spaccherai.
- Come fai a saperlo?
- Perché di una cosa sono certo caro Daniele, sei nato con un cuore generoso e un'anima bella.
- Mi dicono che ti somiglio.
- Per questo voglio proteggerti, con me nessuno mi lo fece e subii le brutture della vita. Anche se dicono che ogni inculat* è esperienza, io certe esperienze le avrei evitate volentieri. Quindi voglio evitare che tu abbia troppa esperienza di quel tipo. Non comprendo perché non siamo nati con i sensori di movimento posteriori per evitarle certe sodomie della vita.
- Papà devo entrare.
- Entra e spacca.
- Cosa?
- Il... no, niente spacca. Conquistali e sorridi, quando lo fai apri i cuori.
- Come i pinguini di Madagascar?
- Si - alzando le mani per prendergli le guance con delicatezza - carino e coccoloso, carino e coccoloso.
Ok, mio figlio è dentro. La maturità lo investirà. Cosa che a me manco mi ha preso di striscio. Sono immaturo e tengo duro. Finché ci riuscirò.
#LiberoDeMente#vita da papà#esami di maturità#esami di stato#esami#esami 2022#dialogo#ironia#ansia#frasi#battute#divertenti
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Tutta la verità, signori, sui TRENTENNI.
I 30 ANNI sono “il decennio peggiore della vita di un essere umano”.
Si potrebbero riassumere in un termine semplice: ANSIA DA CONFUSIONE.
A 30 anni vivi co la sindrome del macchinista de Trenitalia: stai in ritardo su tutto.
Ogni frase che te rivolgono comincia co ANCORA: - ANCORA non ti sei sposata/o? - ANCORA non hai 3 figli? - ANCORA non ti sei laureato? - ANCORA non sei diventato miliardario col network marketing? - ANCORA non vivi da solo? - ANCORA al letto stai? - ANCORA non hai fatto sesso legato al soffitto mentre te frustano cor mocio Vileda?
OH! Ma quando le dovevamo fa tutte ste cose? A me non m’aveva avvisato nessuno. Fino a 29 anni tutti a dimme: “Tranquillo sei giovane c’è tempo”.
Appena soffi sur 30: tu madre se leva la maschera e sotto c’è er commercialista, tu padre quando ar citofono dici “So io” te comincia a risponde “Io chi?” e tu nonna non te dà più i soldi del gelato.
Te stavano a aspettà tutti ar varco, tipo Covid ar bancone der Billionaire.
A 30 anni diventi come quei vip famosi negli anni ’90 che oggi partecipano ai reality: UN DISINCANTATO COI DEBITI.
Si perché a 30 anni, la parola “lavoro” e la parola “precario” so indivisibili come la De Filippi e il potere mediatico. Il lavoro del trentenne infatti, è l’unica cosa precaria che dura per sempre.
A 29 anni lo chiami lavoretto. A 30 la chiami povertà.
Di conseguenza il mercato ti ignora. Ogni vestito che vendono o è troppo da giovane o è troppo da vecchio. Non vendono vie de mezzo.
Questo perché sei l’unica categoria che non c’ha una lira. Sei troppo vecchio pe fatte dà i soldi da tu madre e troppo giovane pe obbligà tu nonno a fasse gestì la pensione.
A 30 anni sei in quella fase in cui sai troppe cose pe’ crede ancora nei sogni, ma troppo poche pe’ riuscì a vive sereno.
SE SEI UOMO, a 30 anni sai già che le ragazze scureggiano, che se ti dicono che sei bravo a letto è per carineria e che la storia della pancetta sexy sarà pure vera ma solo perché in assenza de Jason Momoa hanno deciso d’accontentasse de te. Metà delle ragazze che frequenti si aspetta di trovare in te una figura maschile che tu identifichi ancora come “tu padre” e l’altra metà rientra nel penale. Per dirla chiara: la situazione è che tu te ostini a mette i cuori ai culi su Instagram, a ragazze che se te incontrano nella vita reale te lasciano er posto sull’autobus. SE SEI DONNA, a 30 anni i tuoi appuntamenti amorosi so passati all’improvviso da un muretto co un venticinquenne alcolizzato a un aperitivo a mezzi co un divorziato in giacca e cravatta, ormai ascolti le chiacchiere degli uomini come s’ascoltano i racconti del Fantabosco e la tua vita sessuale si alterna tra un “no il dilatatore anale non lo uso” e un “tranquillo succede a tutti”. Fino a poco tempo fa con le amiche confrontavi la lunghezza dei piselli, adesso confrontate le patologie psichiatriche al grido de “ce l’ho - me manca - lui pensa che non l’ho capito che è sposato”. A 30 anni poi, all’improvviso, arrivano LE FITTE. Così, a buffo. Fitte lancinanti in parti del corpo che fino a quel momento non sapevi nemmeno d’avecce. Tu cammini tranquillo mentre cerchi de decide se coi 5€ che te so rimasti ce compri le sigarette o la cena e all’improvviso TRATATÀ! Una fitta a buffo tra il ginocchio e il polpaccio. Tu stai lì tranquilla che sorseggi un OKI co l’amica tua mentre parlate de quella volta che ve siete scordate dentro er Tampax e ce n’avete messo un altro e all’improvviso TRATATATATATÀ! Una fitta a buffo tra il fegato e le costole. CHE CAZZO C’È TRA IL FEGATO E LE COSTOLE? Fino a 29 anni stavi tranquillo, erano fitte de gioventù. Adesso no. Adesso non po esse. Ormai te e la parola gioventù siete lontani come i negazionisti e er diploma de terza media.
A 29 anni erano fitte de gioventù. Adesso dall’infarto all’embolia po esse tutto.
A 29 anni era acne giovanile. Adesso è rogna.
A 29 anni era salute. Adesso è panza.
E la cosa brutta è che a 30 ANNI, di queste cose, non puoi parlarne con nessuno. Perché se ne parli con quelli più giovani, quelli te cominciano a dà del lei! SÌ! Quelli te chiamano SIGNORA e te fanno passà avanti sussurrando timorosi “prego, MI SCUSI”!
Se invece ne parli co quelli più grandi de te...... che so tanti...… tantissimi...… so almeno 5 generazioni de rancorosi co alle spalle minimo 40 anni de rotture de coglioni… loro, te cominciano a elencà na serie de malattie cardiovascomuscolari che Dottor House se gratterebbe i coglioni co la parte larga der bastone. Tu non fai manco in tempo a dì “A” che quelli te tartassano tipo er Tamagotchi quando c’aveva fame: “MA STA ZITTO STAI, ZITTO DEVI STARE, PARLI TU PARLI ,E IO CHE DEVO DÌ ALLORA EH? CHE DEVO DÌ IO? VOGLIO VEDÈ QUANDO ARRIVI ALL’ETÀ MIA POI NE RIPARLIAMO ALTRO CHE, TU ZITTO DEVI STARE, ZITTO!” Se non ci credete, vi basterà leggere i commenti sotto questo post. (PS: Si lo so, alla parola Tamagotchi ti sei commosso. Non ringraziarmi, non c’è bisogno). Quello che non capiscono è che un QUARANTENNE non sarai mai uguale a un TRENTENNE. Mai. E il motivo è semplicissimo: A 40 anni sei il più giovane tra i vecchi. A 30 anni sei il più vecchio tra i giovani. Non può essere uguale, cambia proprio il punto di vista. Il quarantenne c’ha lo stato d’animo de uno che se sta a giocà il tutto per tutto. Il trentenne sta dentro un cortile coi muri alti a giocà a campana co la depressione. Tutto qua.
I 30 ANNI sono la vera età di passaggio. E questo passaggio ha un nome preciso: METABOLISMO.
Quando soffi sulle candeline, tu la porta la attraversi, er metabolismo tuo no. Rimane de là. Te saluta vestito da Po dei Teletubbies: “Ciao Ciao!” Quello che prima era un meccanismo perfetto, tutto ad un tratto si interrompe. Prima, quello che magnavi cacavi. Adesso, se te magni na teglia de pizza, il giorno dopo cachi una pallina.
Tu guardi nel cesso e te senti disorientato. Dici: “OH! E tutto il resto dove sta? Dove sta tutto il resto? E CHE CAZZO CI FA QUEL CICCIONE NELLO SPECCHIO DE CASA MIA!” Nulla sarà come prima. E lo capirai sulla tua pelle.Con la tua pelle. Con quello che stazionerà sotto la tua pelle. E il numero dell’estetista passerà sotto la N di Nutrizionista. Ed è lì, che imparerai ad usare Photoshop. Ma in tutto questo c’è un cambiamento a 30 ANNI, che ti farà soffrire più di tutti gli altri: il tuo rapporto con LA MOVIDA. Quelli che prima chiamavi DIVERTIMENTI, da oggi in poi se chiameranno CONSEGUENZE. Sì tu, proprio tu. Tu che fino a ieri te tatuavi, vomitavi e t’accoppiavi 4 volte co 5 persone diverse tutto nella stessa sera. Tu che fino a ieri uscivi coi capelli bagnati pure pe annà a fa Capodanno a Ovindoli. Tu che fino a ieri te prendevi 26 caffè al giorno senza tremà o morì, e poi dormivi pure. Tu che fino a ieri riuscivi a assorbì una quantità d’alcol che un mozzo del ‘600 te se sarebbe tatuato sul braccio, senza nemmeno vedecce appannato. Tu che fino a ieri dormivi per terra a casa de gente qualsiasi e la mattina presto, alle 14, andavi ar bagno mentre te ripartiva er passetto house. Tu che fino a ieri eri in grado de andà a ballà, fa l’after, uscì all’alba e andà al mare, ritornà e andà a ballà co altri amici, rifà l’after e il giorno dopo andà a lavorà da McDonald’s, tu. Proprio tu. Oggi. Tu oggi dopo er terzo caffè stai tre giorni su na sedia coi tic, tipo Stephen Hawking. Tu oggi se incontri birra e pizza nella stessa sera devi dormì dentro ‘na vasca de Gaviscon. Tu oggi se dopo una serata te porti al letto uno, la mattina dopo er problema non è più ricordasse come se chiama lui, ma ricordasse chi cazzo sei te. Tu oggi se vai a ballà er Sabato sera, er Giovedì mattina sembri ancora ‘na comparsa de Tim Burton. Tu oggi non ce vai a ballà er Sabato sera. Tu oggi esci er Venerdì. Pomeriggio. Presto. Tu oggi dopo il primo cocktail c’hai le guance bordeaux, te scappano sorrisi maliziosi mentre guardi ‘na colonna e te togli i pantaloni dal culo come se nessuno te vedesse. Tu oggi al secondo cocktail cammini usando le sponde der muro tipo flipper cercando de centrà la porta del bagno. Tu oggi al terzo cocktail t’abbracci er buttafuori sudato e piangendo je strilli nell’orecchio: “SCUSA MAMMA!” Tu oggi te risvegli a casa tua alle 7.30, de domenica, co la sveglia che te sei scordato de toglie, per terra, a metà der corridoio, perché sul letto la sera prima non ce sei arrivato, e te stupisci della tua coordinazione mentre te trascini al bagno coi gomiti. E tutto questo non perché sei vecchio. Ma perché sei scrauso. Infine, tutto ciò si riflette inesorabilmente nella tua vita sentimentale. Una volta ti buttavi, per vedere se funzionava. Oggi, prima de uscì co qualcuno, sto qualcuno deve risultà molto più interessante del divano de casa tua, co davanti una serie tv su Netflix e in mano una pizza a domicilio. E NESSUNO è più interessante de divano, serie tv e pizza. Nessuno. È la vita di noi trentenni. Una vita sospesa a metà. Una vita in cui non siamo né carne né pesce. Questo siamo: i vegani dell’anima.
(di Emiliano Luccisano)
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Storia di una sottomessa- Il diario di un'ossessione sessuale 🔞🔴
CuordiPoeta/Wattpad
Capitolo 8 (p.1) 🔞🔴
Sento una sveglia che suona, ma non riconosco il suono del mio cellulare. Un calore infuocato mi invade in tutto il corpo e non appena riprendo lucidità mi rendo conto di non essere sola nel mio letto.
Mi alzo di soprassalto appena intuisco che Alessandro è qui con me.
"Che cazzo ci fai qui?"
Lo strattono e lui mugugna infastidito, ma non gli do tregua.
Se ne deve andare prima che mia madre, o peggio mio padre, lo trovi qui.
"Bel modo di dare il buongiorno... e io che mi aspettavo un bel pompino. Povero illuso." La sua voce inconfondibile mi fa tremare e inizio a sentire improvvisamente caldo.
Finalmente apre gli occhi e il suo sorriso mi fa ammorbidire.
"Devi spiegarmi perché sei qui!"
"Taci. Io faccio il cazzo che mi pare!"La sua rabbia mi sta facendo eccitare e innervosire contemporaneamente e il mio corpo sta fremendo.
"Tu sei pazzo!"
"Più che pazzo oserei dire psicopatico..." mugugna strizzandomi l'occhio e toccandosi il pene per farmi intuire l'effetto che gli faccio.
"Stronzo!" esclamo fingendosi scioccata, in realtà sono contenta di vederlo anche se il fatto di trovarlo qui mi inquieta e non poco.
"Non sai quanto! Ma lo scoprirai presto..." ribatte malizioso mentre noto che è vestito di tutto punto per andare a lavoro.
Deve essere venuto qui intorno alle 7.00. proprio l'orario in cui i miei genitori escono di casa per recarsi a lavoro.
Intanto lui si alza dal materasso e mi fissa vestita del mio solo pigiama striminzito estivo.
Mi sbatte al muro e intrappola le mie mani con le sue, portandosi a un soffio dalla mia bocca.
"Inginocchiati." ordina.
"Succhiamelo."
Si libera l'erezione dai pantaloni e senza che io potessi rendermene conto me lo infila in bocca.
Godo mentre lo vedo annaspare per l'eccitazione e inizio a succhiarglielo forte.
"Cazzo, che pompini che fai, Emma! Regalavi questo ai falliti dei tuoi ex?" ruggisce fremendo per le mie leccate.
La sua asta è dura come il marmo, le sue vene sono gonfie e godo già all'idea che sentirò tutto questo ben di Dio pompare dentro di me.
Sta per venire lo sento, ma mentre sta per cedere all'orgasmo sposta selvaggiamente la mia bocca dalla sua erezione.
Adesso è lui a guidare il gioco.
Lui mi scosta le mutandine con le dita, arrotolando i pantaloncini sui fianchi.
Sento il suo respiro pesante e ansima nel mio orecchio in preda all'impazienza. Mi solleva sbattendomi contro il muro, tenendomi stretta con le mani sui fianchi, e mi scivola dentro con forza.
Fa scivolare le sue mani sulla schiena nuda, provocandomi brividi di eccitazione, di sconvolgimento.
Lui viene in un orgasmo che lo fa tremare marchiandomi con il suo seme ovunque.
Anche io sto per venire ma poi esce all'improvviso e mi priva del mio orgasmo.
Ma che cazzo gli prende questa mattina?
"Quest'oggi ho una prova per te..." mi dice mentre si sistema la cravatta.
"Piegati."
Mi piego verso il muro ipnotizzata dalla sua voce roca e sensuale.
"Allarga le gambe da brava troietta. Adesso ti spiego cosa dovrai fare..."
"C-cosa?"
"Questa mattina abbiamo una riunione e come sai, saranno presenti solo uomini e ti guarderanno tutti perché sei una gran figa..."
Sento che sta prendendo qualcosa dalla tasca della giacca.
"Sarai eccitata per tutta la riunione, ma non per loro, Emma. Solo per il tuo padrone."
Alessandro inizia a infilarmi qualcosa di freddo nella vagina.
"E in più non indosserai le mutandine."
È una sfera. Oh cazzo! Una di quelle cose che si vedono solo nei film porno!
La spinge fino in fondo, facendomi gemere dal piacere.
Come potrò mai affrontare una riunione con soli uomini, senza mutande e con delle sfere che si muovono dentro la mia vulva?
"Oddio, ma come faccio a concentrarmi? E se poi mi scivolano? Non ci voglio neanche pensare! Morirei dall'imbarazzo." gli dico, mettendomi le mani in faccia.
"Quando ti alzi e cammini, devi stringere la tua fighetta. Quando ti siedi, accavalla le gambe e godi per il tuo padrone."
"N-no ci riesco." balbetto.
"E invece sì che ci riesci. Dopo la riunione saprò ricompensarti per questo sacrificio. Ecco perché adesso non verrai."
"Ma..."
"Niente ma Emma. Ti voglio vogliosa quanto ti fotterò. Voglio che tu impazzisca e che desideri di essere scopata anche davanti a tutti quegli uomini. Non lo farò, ma lo immaginerò mentre siamo in riunione."
"No, cazzo! Io lo voglio già dentro e so che oggi mi farai morire. Non so come farò ad aspettare. Sono troppo eccitata!"
Lui mi ignora ed esce dalla mia camera da letto. Ci rechiamo a lavoro autonomamente anche se avrei preferito di gran lunga essere accompagnata da lui.
Cammino piano, per paura che le sfere mi scivolino via. Per fortuna, la sala è di fronte al mio ufficio.
Mi siedo subito e accavallo le gambe. Mi sento le cosce bagnate dai miei umori: spero che gli altri non si accorgano di nulla.
Entrano nella stanza sei uomini, uno più bello dell'altro, tutti giovani della mia età o poco più e affascinanti.
Ecco perché Alessandro mi ha fatto questo, brutto figlio di puttana! Vuole mettermi alla prova!
Mi guardano con l'acquolina in bocca e mi stanno mangiando con gli occhi.
"Signori, possiamo iniziare." dichiara Ale.
Cominciano a discutere e io prendo appunti freneticamente anche se la vagina mi pulsa.
Ogni tanto alzo la testa e noto che molti degli uomini presenti nella sala mi guardano il seno e poi abbassano lo sguardo verso le gambe. Sento che mi desiderano e questo mi fa eccitare sempre di più.
Mentre parla a volte mi tocca le gambe, penso senza malizia, forse perchè gesticola molto.
Ad ogni modo, la riunione va in pausa e lui si avvicina a me assetto di rabbia e sesso.
"Ti stavano guardando ed è chiaro che vogliono scoparti ma tu sei la mia puttana, Emma, e fra poco te lo ricorderò. Ho visto com'eri eccitata dal fatto che tutti in questa stanza ti guardavano e ti volevano. Vuoi che ti fottano, eh?"
"No, voglio che mi fotta tu e lo sai."
gli ricordo.
"Ti accontento subito troietta." mo butta sulla scrivania scaraventando tutti i fogli per terra.
"Non qui, potrebbero tornare da un momento all'altro!"
Tento di riprendere nuovamente fiato dalla sua lingua selvaggia, l'ansia e la paura mi tolgono il respiro.
Chino il capo all'indietro e la mia mente freme di desiderio, mi è mancato davvero troppo tutto ciò.
Il fiato diventa corto, divarico le gambe per farlo entrare, cingendogli i fianchi e accogliendo la sua avanzata.
Lui espira bruscamente, strofinando la sua erezione d'acciaio contro la mia gonna zuppa.
"Al diavolo! Ti voglio, adesso!" biascico, poi afferra il bordo del tubino nero con le dita e li abbassa.
"Oh, Dio..." gemo sconvolta mentre il mio corpo è pronto ad accoglierlo.
"È dal primo giorno che sei arrivata qui che desidero possederti su questa scrivania." butta tutto ciò che si trova sopra la scrivania compreso la sua cornice di famiglia che si rompe cadendo a terra.
"E allora fallo prima che qualcuno ci scopra..."
Gli sbottono rapidamente la camicia, pronta a sentire il suo corpo su di me.
Lui si inumidiace il labbro inferiore con la lingua, guardandomi attentamente mentre gli accarezzo la piega peluria del suo petto.
"Sei preoccupata?"Deglutisco, la mia preoccupazione sta tornando a galla.
"Sì, certo. Non voglio essere scoperta a scopare con il mio capo..."
"Invece io credo di sì..." afferma lui con sguardo malizioso.
Mi il tubino dalle caviglie e mi da uno schiaffo sulla coscia mentre ritorna ai miei fianchi.
"Questo è per aver desiderato di essere scopata da quei mocciosi."
"Non è così..."
"Zitta!" grugnisce mentre si abbassa i boxer liberando la sua grossa erezione, che prende in mano e strofina sulla mia vagina con movimenti lenti.
Mi mordo il labbro troppo violentemente per sopprimere un gemito che avrebbe potuto essere sentito oltre i muri della sala riunioni.
Lo voglio disperatamente dentro di me.
"Credo che ti piaccia l'idea che qualcuno possa beccarti mentre ti scopo..."
Lo fisso, la mia mente è confusa dal desiderio e dall'eccitazione mentre mi figuravo le varie possibilità. Tutte erano umilianti, ma stranamente eccitanti quando immaginavo uno sconosciuto che entrava e vedeva Alessandro che possedeva ferocemente il mio piccolo corpo.
"No, neanche un po' ." mento.
Lui mi passa le dita tra i capelli, stringendoli forte fino a farmi rabbrividire.
I suoi modi duri, il controllo che esercita, se prima ero bagnata, ora sono fradicia.
"Sì, invece..."
Quelle parole pronunciate con voce roca distruggono il mio scarso aucontrollo
"Immagina la scena... tu che stai per venire... sei così vicina che non potremmo fermarci neanche se lo volessimo."
Il mio cuore martella immaginando la scena che aveva appena descritto.
"Cazzo, fallo, Padrone, prima che entri qualcuno."
Lui stuzzica la mia entrata con il suo pene. " Chiedimi scusa per avere desiderato altro Dio al di fuori del tuo Padrone."
"No."
"Chiedimi scusa e ti farò urlare, così tutti sapranno che ti ho scopata su questa svrivania"
Chiudo gli occhi e porto la testa all'indietro.
" Padrone, per favore... Ti prego. Scopami ora o..."
Lui si fa avanti di un millimetro.
Io tremo contro di lui, desiderando di poterlo trascinare dentro di me, ma mi tiene ferma, alla sua mercé.
"Padrone... ti supplico" lo supplico davvero graffiandogli i fianchi.
I suoi muscoli tesi trasalirono sotto le mie dita. Poi si china su di me, facendomi abbassare e stendere sulla scrivania.
"Chiedimi scusa." Lascia scivolare le dita sulla guancia, sulle labbra e infine sulla gola.
"S-scusa." a quelle parole mi afferra il fianco con la mano libera e senza avvertirmi mi sprofonda dentro.
I nostri corpi si unisfono con uno schianto.
Un urlo incontrollabile mi sfugge dalle labbra e lui mi copre la bocca per attutire il suono.
Tutto dentro di me si impossessa di lui.
Le mie cosce sono strette attorno al suo corpo.
Con mani tremanti, afferro il bordo del tavolo per reggermi.
Da qualche parte nella sua folle brama di possesso, voglio che raggiungesse il punto più profondo di me e con la spinta successiva lo fa.
Cerco di fare piano, ma piccoli gemiti e mugolii mi sfuggono dalle labbra nello scudo caldo del suo palmo.
"Zitta troia!" mi sussura lui.
Pensare che possiamo essere scoperti mi incendia il corpo di sensazioni e mi fa fremere di paura.
Mi inarco sulla scrivamia con il suo nome sulle labbra.
Non voglio essere beccata, ma non riesco a stare zitta.
Il suo respiro è affannato mentre mi possiede a ritmo, il suo silenzio sembra racchiuso nel muscolo gonfio sulla mascella.
Tremo perché stavo per avere un orgasmo ma prima che potessi venire mi tira giù e mi fa voltare supina.
Lui si china su di me, la sua erezione, lucida per la mia eccitazione, spinge contro il mio sedere nudo.
"Adesso sì, che te la faccio pagare, ragazzina capriciossa." mi sussurra all'orecchio.
Mio Dio come posso fare a meno di tutto ciò?
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"Mi sento di consigliare a tutti di fare, attraverso questa lettura, due passi nella storia recente di un'Italia che molti faranno fatica a riconoscere, anche se vera. Due passi nella pelle di Marilena, una pelle che spesso sentirete tanto stretta da togliere il respiro. Altre volte, quella pelle, vi solleticherà un sorriso e altre ancora vi aprirà gli occhi sulla realtà che vi circonda, senza strette misure.Se siete abbastanza fortunati, riuscirete a capire alla fine di questo viaggio di parole tra due continenti, cosa significa non avere alternativa al diventare coraggiosa, non avere alternativa nel farlo mettendo su il migliore dei sorrisi. Penso che questo libro rappresenti l'auguriuo che il più bel paese del mondo faccia pace con la sua storica identità meticcia e che non intenda più immolare altre cavie per contrastare il proprio cammino evolutivo, inevitabile e, fortunatamente, inesorabile." Stella Jean ********** IL ROMANZO CHE RAZZISTI E SESSISTI NON VORREBBERO MAI FARVI LEGGERE Se tua madre lavora, deve per forza di cose pulire le scale. O fare la puttana. Se invece cammini da sola per strada, sei tu a essere presa per una puttana. Succede se sei una donna. Nera. In Italia. Oggi. E non ha nessuna importanza che tu sia nata in questo paese, perché ci sarà sempre chi, ascoltandoti parlare, non potrà fare a meno di stupirsi di come tu conosca così bene l’italiano… Accade perché la lingua della discriminazione non conosce mezzi termini. E aggiunge agli episodi di brutale razzismo mille occasioni di sottile disprezzo e di malcelata ignoranza. A raccontarlo è una ragazza diventata grande sentendosi chiamare Negretta e cresciuta trovando ogni giorno la forza per affrontare le ferite inferte alla sua anima dal sessismo, dal disprezzo per i poveri e dalla xenofobia. Una battaglia per l’affermazione di un’identità afroitaliana che non rinuncia a sfoderare l’arma dell’ironia, costruendo un labirinto di finali imprevedibili, di passioni irrinunciabili e di consapevolezze strappate al disprezzo di chi, pagina dopo pagina, dall’alto del suo machismo e del suo razzismo più o meno conclamato, sarà costretto a scoprire di essere già stato sconfitto dalla storia. Red Star Press
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