#COME SUPERARE LA GELOSIA
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drclaudiosaracinodcsworld · 2 years ago
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1 MODO PER SUPERARE LA GELOSIA?
1 MODO PER SUPERARE LA GELOSIA?
COME SUPERARE LA GELOSIA SENZA QUASI FARE NULLA? IPNOSI DCS UNICA AL MONDO NON SOPPORTI LA GELOSIA? COME ELIMINARE LA GELOSIA SENZA DOPARSI E SENZA SOFFRIRE? COME TORNARE A VIVERE ED AMARE SENZA PIU’GELOSIA? GELOSIA E SUBCONSCIO? SOLO SE NULLA E NESSUNO TI DA’ SOLUZIONI… COME SAREBBE LA TUA VITA O LA VITA DEL TUO CARO SENZA PIU’ LA MALEDETTA GELOSIA ? TI IMMAGINI O IMMAGINI LA TUA CARA? SE…
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ilcoinquilino · 20 days ago
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Oggi ho parlato con Vittoria e Alice.
All'inizio si sono alleate contro di me, accusandomi di difendere Ludovica solo perché sarei follemente innamorato di lei. Che cazzata! Sì, è una bella ragazza — ho notato che spesso distolgo lo sguardo quando i nostri occhi si incrociano — ma non è come pensano loro. La verità è che sono l'unico in questa casa a mettersi nei panni di una nuova arrivata, ricordando il disagio e l'imbarazzo che io stesso provavo nelle prime settimane di convivenza. Da parte loro, invece, noto una certa difficoltà a comprendere questo ostacolo. Forse perché Vittoria e Alice, iniziando questa avventura insieme, non hanno mai avvertito un forte senso di solitudine o la lontananza da casa. O forse è una questione di pregiudizi che non riescono a superare.
Ammetto di avere pensato che l’atteggiamento un po’ freddo e ostile di Vittoria e Alice — che di solito sono sempre molto cordiali — potesse dipendere da una sorta di gelosia nei confronti di Ludovica. Si nota da come la osservano, nonostante non abbia fatto nulla di così grave o imperdonabile per meritarselo. Ha azionato una lavatrice senza avvisarci, come capita a tutti. Sì, siamo tutti colpevoli: io, quando devo lavare la mia divisa da calcetto, e le ragazze, quando in qualche occasione sporcano il lenzuolo per via del ciclo e devono lavarlo. Per la prima volta in tre anni ho avvertito una profonda antipatia verso Vittoria e Alice.
Mi è sempre piaciuto essere l'uomo di casa, amo l'idea di potermi rendermi utile e diventare un punto di riferimento per le mie coinquiline — come quando mi telefonano di venerdì o sabato notte implorandomi di raggiungerle per tornare a casa insieme e smorzare la loro paura di girare da sole in città — ma non ho mai voluto trasformarmi nel tipo di uomo che impone regole o comanda. Eppure, oggi mi sono ritrovato a farlo per cercare di mantenere la pace e risolvere questa situazione. Mi sono sentito fortemente a disagio, come se stessi facendo da genitore a dei figli adolescenti.
Ho parlato con Vittoria, le ho detto di fare spazio in bagno per Ludovica, di svuotare il ripiano che dovrebbe essere destinato a lei. Ho insistito sul fatto che dobbiamo metterci nei panni di chi arriva in un gruppo già consolidato perché non è facile integrarsi e non ha senso partire subito con un atteggiamento ostile. Un po' di elasticità, all'inizio, è segno di grande maturità.
Per cercare di smorzare ulteriormente i toni, ho proposto di organizzare una cena tra noi quattro nei prossimi giorni, qualcosa di semplice ma bello, una sorta di gesto di pace. Non una tregua momentanea, ma un vero e proprio inizio.
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nonhovogliadiniente · 1 year ago
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Penso che dovremmo uscire da questo circolo tossico che ci siamo create con le nostre mani
dobbiamo accettare che siamo tossiche l’una per l’altra , e che non ci facciamo più bene ma il contrario
resteremo sempre il posto sicuro l’una dell’altra ma non saremo mai più il posto dove abbiamo sempre trovato tranquillità
con il cuore a pezzi devo ammettere che non sei più un posto sereno , ne per il mio cuore ne per la mia mente.
Con grande dolore devo ammettere che quando ci sei tu perdo me stessa, divento una persona non bella
abbiamo un legame che va oltre ogni cosa, siamo una l’estensione dell’altra da più di 8 anni, forse è proprio per questo che non ci lasciamo andare
e penso come sia possibile che due persone che si vogliono cosi tanto bene , riescono anche a farsi cosi tanto male?
Potrai dire che la colpa è la mia , perché tu riesci a gestire bene la situazione, è sempre stato così con noi due ..
tu troppa testa ed io troppo cuore
tu cosi razionale ed io cosi istintiva
tu capace di nascondere o evadere dal dolore mentre io ci annego dentro
tu cosi tranquilla ed io un mare in tempesta
non vogliamo lasciarci andare ma insieme non stiamo più bene
e quanto male dobbiamo farci ancora per capire che la cosa migliore sarebbe prendere strade diverse?
io sono così innamorata di te e purtroppo non posso cambiare questo, non posso cambiare la mia gelosia o gestire le mie emozioni quando mi sei vicina
ma tantomeno penso di meritare tutto questo dolore che mi sto causando e che mi stai causando, non merito di assistere a come ti fai la tua vita ed io ferma qui immobile non sapendo accettare nulla
non penso che meriti tutto il dolore che ti sto causando io, sei libera di vivere la vita come vuoi eppure io sono sempre lì a rovinare il momento
la verità è che siamo in una situazione piu grande di noi, abbiamo sempre pensato di poterla superare insieme ma adesso non ne sono più così sicura
meriti la tranquillità che hai sempre cercato e al momento io sono tutt’altro che questo per te
la colpa non è di nessuno e lo sappiamo entrambe
ma per quello che siamo state e che siamo non possiamo andare avanti così e rovinare tutto quello che di bello c’è stato
perché arriveremo a questo, io a sbottare e a farti scenate di gelosia senza diritto, tu a stancarti del mio comportamento e questo creerà un dolore ancora più profondo
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thebeautycove · 2 years ago
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Antonio Canova, Amore e Psiche giacenti, 1787-93. Parigi Louvre.
Nel corso della sua carriera, Canova affrontò più volte il tema dell’amore, trasfigurandolo nel mito. In particolare, amò la vicenda di Amore e Psiche, alla quale dedicò alcuni gruppi scultorei. Il più celebre presenta le figure dei due amanti giacenti e oggi si trova al Louvre. Il soggetto è tratto da una favola dello scrittore latino Lucio Apuleio (125-170 d.C. circa), che nelle sue Metamorfosi raccontò di come Amore (altro nome con cui è conosciuto Cupido, Eros per i Greci) si fosse perdutamente innamorato della mortale Psiche, una principessa talmente bella da suscitare l’invidia e la gelosia della stessa Venere.
Psiche, legata ad Amore da un appassionato sentimento, aveva l’ordine di non guardare mai in volto il giovane dio, che incontrava soltanto al buio. Ma la donna, spinta dalla sua curiosità, volle invece contemplare l’amato alla luce di una lanterna e per questo fu condannata da Venere a superare alcune prove, tra le quali far visita a Proserpina negli Inferi, dove cadde in un sonno profondo. Amore, non resistendo al desiderio di riunirsi alla sua amata, la svegliò pungendola con una delle sue saette. Alla fine, Zeus, mosso a compassione, donò a Psiche l’immortalità, concedendole di vivere per sempre accanto ad Amore che la fece sua sposa e dall’unione nacque una figlia, Voluptas, dea del piacere fisico e sensuale.
Il capolavoro di Canova illustra uno dei momenti più lirici del mito. Amore si china a baciare l’adorata Psiche, dopo averla risvegliata dal sonno mortale in cui questa era caduta; la donna alza le braccia, in un gesto elegante e leggero, sfiorando con le dita i capelli dell’amato. Le loro labbra si avvicinano ma non si uniscono. I corpi adolescenziali, dalle forme perfette (secondo un principio di bellezza spirituale e assoluta), si accostano ma non si stringono. Il desiderio, testimoniato dalla mano di Amore che sfiora il seno di Psiche, è palpabile ma non espresso.
Canova ha saputo fermare l’azione dei due amanti in un attimo eternamente sospeso. I due giovani rimangono rapiti uno nella bellezza dell’altra. Tutta la scena è pervasa da un sottilissimo e raffinato erotismo, che contraddice l’idea, assai diffusa, che la scultura neoclassica sia incapace di rappresentare i sentimenti. Che Amore e Psiche si amino e si desiderino è invece qui mostrato in modo chiarissimo: soltanto che Canova non è interessato a rappresentare la passione incontenibile, l’impeto incontrollabile.
Non è questo il compito dell’arte neoclassica che mira ad altro scopo; sicché, il travolgimento dei sensi viene sciolto nella tenerezza, lo slancio amoroso viene sfumato nel perenne incanto della contemplazione. L’opera, insomma, rispetta pienamente i canoni dell’estetica neoclassica e celebra prima di tutto il tema della bellezza ideale.
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ilragazzosoffrente · 1 year ago
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우리가 여전히 서로를 사랑하는 이유와 성숙한 방식으로 서로를 계속 사랑해야 하는 이유:
Quando ci conoscemmo non potetti non notare quei bei grandi occhioni verdi,avvolti da una nube di tristezza ma ch'ero sicuro nascondessero il mondo più bello tra i mondi esistenti.Ci aiutammo sempre a vicenda,ma partiamo dagli inizi.
Arrivammo nella nostra vita come un fulmine a ciel sereno,quella sera,a Etnapolis,e capimmo dal profondo del nostro cuore che saremmo stati destinati a stare insieme,magari per tutta la vita,o magari anche per tutte le altre.Ma andiamo avanti.
Cominciammo da quella sera,in cui tu studiavi ed io rimasi solo.Lì ci aprimmo l'uno all'altra,con la piena consapevolezza che quella persona fosse quella giusta.Scoprii che stessi passando il periodo peggiore della tua vita,in cui l'universo rischiava di perdere la sua stella più fragile ma al contempo più bella.Riuscii a salvarti,e tu mi dicesti che cominciasti ad assaporare finalmente le prime lacrime di gioia della tua vita.Tutto era bellissimo,sembrava una favola da raccontare ad ogni piccola anima.
Crescemmo insieme,cominciammo ad affrontare innumerevoli difficoltà.Tu sei sempre stata sicura di me,nonostante tutto.Io ti ringraziai come possibile,nonostante gli enormi ostacoli incontrati nello svolgimento della nostra storia.La nostra giovane età,la nostra eccessiva gelosia e tante altre cose,come ogni coppia,a qualunque età.
Tutte le volte in cui da casa andai alla fermata dell'autobus correndo sotto il sole cocente di giugno,le volte in cui litigammo coi nostri genitori per riuscire a realizzare i nostri comuni desideri,la volta in cui dormii su uno scivolo al tuo Paese,la volta in cui dormii nell'atrio di un condominio solo per un'ora in più nel nostro piccolo ma grande primo anniversario.
La nostra prima volta,dove con immenso amore ci aiutammo a conoscerci a vicenda i nostri ancora innocenti corpi con tanta comprensione,la volta in cui salii per il tuo sedicesimo compleanno nonostante una tempesta in atto,con i tuoi fiori preferiti e i tuoi regali più belli che potevo donarti.
Tutte le volte in cui la mattina,per una singola ora,ci alzammo presto per poter stare insieme alla Spa,quando tu invece ti improvvisasti mia eccellente estetista,dato quanto ci tenevi a vedermi con lo smalto alle unghie nonostante io agli inizi non fossi molto d'accordo.Cosa non si fa per vedere quel tuo splendido sorriso,caratterizzato da dei dentini da bimba?
La volta in cui a Centuripe ci baciammo sotto l'ombrello nel bel mezzo di una breve tempesta,ma a noi cosa importava dell'acqua?Avevamo il nostro prototipo ideale finalmente davanti,con ancora ignari i difetti a vicenda,ma che eravamo sicuri di riuscire a superare.
Il nostro primo concerto insieme,dove pur di stare insieme mettemmo i soldi di tasca nostra per stare fianco a fianco.Io che ti tenni lo zaino e tutto ciò che avevi alla fine del concerto,perché stremata.
Il nostro primo concerto insieme,ma da soli,ad ascoltare tutte le canzoni che ti dedicai del mio cantante preferito,dove pur di avere la tua presenza al mio fianco ci facemmo accompagnare da mio cognato e pagai totalmente di tasca mia per te,perché alla fine,sennò per chi?
E poi quello di Elisa.Altra bellissima esperienza condivisa insieme... "Con te mi sento come una bambina la tua mano nella mia" "Io non ho mai provato niente di così profondo per nessuno mai"
Entrambi,insomma,l'uno per l'altra ci siamo sempre stati.
La mia prima volta in aereo,dove disperata ti preoccupasti come non mai per quel dettaglio delle unghie verdi e abbinate,dimenticandoti quanto basterebbe solo il tuo viso per rendere magnifico un qualunque contesto.
Tutto per andare in quella meravigliosa città di Venezia,insieme alla meravigliosa persona della mia vita.Insaziabili visitammo ogni centimetro di quella città,non curandoci per nulla dei soldi.Ancora penso a quando mi sorridesti in bagno appena usciti dalla doccia.
La volta in cui di nascosto ci vedemmo a casa tua,la volta in cui di nascosto scendesti qui a Paternò solamente per vederci,nonostante l'odiata herpes.
La volta in cui non riuscimmo a resistere dal baciarci al Belvedere,nonostante sempre l'odiosa herpes,ma ci bastava "sentire la forma delle labbra".
La prima volta che facemmo petting lì a centuripe,le sensazioni più belle della nostra vita.
La volta in cui ti stetti accanto tutta la giornata quando prendesti quella maledetta storta,e conobbi tuo meglio tuo nonno.Mi improvvisai medico per riuscire a convincere tua mamma di ciò che dicessi per riuscire a farti stare meglio e calmarti.
Il nostro primo anime insieme,la nostra fantastica intesa negli amplessi.
Mi dicesti che fossi "tipo quella finestra che desse luce alla stanza."
Al primo regalo di natale che mi facesti,mi dicesti che vedessi gli aculei di quel peluche come "quelli tuoi per proteggere attorno a questa piccola cupola le nostre piccole vite".
Mi promettesti che avremmo giocato al videogioco regalato insieme,spero che riuscirai a mantenere questa promessa.
Il bracciale che mi regalasti per poterci sentire vicini nonostante la distanza.
Il nostro primo ferragosto,la nostra prima notte in tenda.
Mia Helèna,ci sono talmente tante cose che dovrei cercare di ricordarti che non ce ne stanno più in questo foglio,è difficile scrivere la bellezza intera di due anni e due mesi e mezzo.
Non ho scritto appositamente nulla degli eventi brutti,perché sono solo quelli che al momento hai detto riesci solamente a ricordare.
Purtroppo nessuna relazione è interamente perfetta,e ogni età ha le sue problematiche.
Sono veramente pentito di tutte le volte in cui a causa della mia insicurezza data anche dalla mia età e della mia immaturità.
La tua unica colpa è stata quella di amare davvero "troppo" nel vero senso della parola,mettendoti troppo da parte e non riuscendo a preservare te stessa all'interno della relazione.
Ti chiedo per l'ultima volta,mia Helèna,perdono per tutti gli errori che ho commesso all'interno di questi splendidi anni.
Spero che nel tempo riuscirai a metterti alle spalle quelle terribili parentesi per poterti godere la versione migliore di me.Ti prometto che se un giorno torneremo insieme,che sia tra settimane o mesi,tutto ciò che hai subito non riaccadrà mai più.
Se ti sentirai di darci una seconda possibilità,vedrai con i tuoi stessi occhi le differenze che ci saranno col Simone piccolo,insicuro e immaturo di anni fa.
Adesso sto cominciando nuovamente a stare bene grazie a qualcosa di cui forse poi parlerò,ma non posso farlo in questo momento.
Dolce Helèna,al momento amo te e spero che un giorno,che sia tra settimane o mesi,riusciremo a tornare insieme con le nostre versioni migliori e amarci per quello che saremo.Rimaniamo e rimarremo per sempre i nostri prototipi ideali perfetti.
Ti amo per quello che sei e per ciò che potrai diventare nella vita crescendo,ti amerei sempre per quello che saresti.Spero mi darai modo di dimostrarlo,alla fine,non sarebbe niente di definitivo.
Spero infine di averti ricordato,seppur non aver detto tutto al 100% data l'enorme quantità di eventi belli e positivi di questi anni,perché continui ancora ad amarmi,a sperare e metterti quella fede al dito.
Spero tanto che questo amore si trasformi e ci permetta poi in futuro di viverci bene e interamente per ciò che saremo.
Ti amo,mia piccola bimba.💙
-Papi ;)
PS: If you hadn't changed,then I'd still be by your side.If I gave you one more chance,can we go back again?
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susieporta · 1 year ago
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I TRE LIVELLI EVOLUTIVI DELLO SCORPIONE
Secondo la Saggezza della Cabala ci sono tre livelli evolutivi collegati a questo segno:
1. Lo SCORPIONE 🦂
in cui domina il fuoco delle passioni egoiche e si vive in preda ad emozioni inferiori come paura, rabbia, gelosia, desiderio di potere. Immerso nelle acque profonde dell’inconscio, segue le pulsioni distruttive lasciando spazio all’espressione dei corpi inferiori della personalità. Sprigiona un intenso potere di autodistruzione , poiché Il Veleno si trova nella coda (subconscio)ed è puntato verso se stesso. Lentamente risale in superficie per divenire serpente.
2. Il SERPENTE 🐍
Il veleno non è più nella coda ma è nella testa, cioè si sviluppa un notevole osservazione e consapevolezza sulla propria personalità grazie allo sviluppo di facoltà intellettuali fuori dal comune. A questo livello i corpi inferiori possono ancora avere il sopravvento, (serpenti velenosi), ma il più delle volte lo supera, anche se non c’è ancora l’affrancamento dalla forza di gravità che costringe a strisciare con il ventre a terra, cioè vi è il rischio di rimanere assorbiti solo dai valori economici e materiali. Rappresenta una Scelta cosciente tra il Veleno e la Medicina. Anche se solo strisciando , ma sceglie di percorrere la Via Verticale staccandosi dalla Terra risalendo lungo il tronco dell’albero puntando lo sguardo verso il Cielo.
3. L’AQUILA 🦅
vi è la scoperta di un ordine verticale dei valori e ci si apre all’elevazione spirituale, la capacità di volare , allo sguardo che abbraccia gli orizzonti e alla vera sapienza esoterica.
Aquila che rappresenta la capacità di elevarsi, salire, superare ogni cosa vedendo ogni situazione nel suo contesto e significato più ampio, sopra i pensieri, i sentimenti  e le sofferenze del momento. Colei che sa come collegarsi con quella parte di sé che può essere e fare qualsiasi cosa e in qualsiasi momento, anche se si è giù e si è perso tutto egli sa come risollevarsi e trasformare ogni difficoltà in occasione di crescita , ovvero ogni veleno in medicina.
Storia di pura Alchimia Inferior 🔯🕎💟
Disponibile anche il nuovo sito:
🦅🔆 laviadellaquila.com 🔆🦅
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malcontentoundiario · 1 month ago
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Martedì 19 marzo 2024
 Lux aeternam luceat eis, Domine. Andrea è solo, Rita è sola, Eleonora è sola. Stanno magari in coppia eppure sono soli, non riescono a superare se stessi, chiusi in legacci irrecusabili. Credono di amare, invece cercano compagnia. Credono di avere la sicurezza della persona, invece hanno una presenza. Soffrono e danno dolore. Rita mi sembra sempre più appassita, la pelle più gialla e cascante di un anno fa, i capelli disordinati in un'apparente trascuratezza. Ma Eleonora è la mia forza. Lunedì sera abbiamo pianto al telefono per lo strazio di questa solitudine. Parole chiarissime hanno risuonato dentro di me. Sì è vero che non riesco a trovare nessuno che riesca a starmi dietro, a viaggiare altissimo nella scoperta dell'animo umano e poi darsi alla sensualità disinvolta e ferina. Anche in Andrea, che stupido non è, vedo nel suo sguardo interrogativo che non sempre mi capisce. Il punto più alto è stato quando mi ha chiesto dell'amore. Quando gli ho parlato di fedeltà, rispetto e stima non riusciva a capire la differenza tra gli ultimi due; e quando ho parlato dell'immensa bellezza che riempie il ventre, un'onda di calore risale fino agli occhi, perché la bellezza dell'altro ti fa diventare folle, e vuoi pensare come lui, vorresti sempre pensare quello che pensa, e ami cosa pensa, come pensa, e il pensiero di una tale altezza ti fa venire la vertigine dell'orrido di montagna; lui non capiva, e mi ha chiesto se fosse la bellezza fisica. Lui non ama Clemente perché mi parla di lui con pietà e un'altra cosa è certa: se ne approfitta della sua debolezza, perché Clemente dopo essere stato umiliato così nell'amor proprio e dopo essere rimasto comunque lì, mostra quanto abbia paura di restare solo. Forse è un giudizio viziato dall'immagine che ho di lui, un po' complessato e traumatizzato, che non ha una vera base esperenziale. A me ora prometto che mai farò scenate o subirò scenate.
E la gelosia resta viscosa intono al ventre anche giorni dopo. Per fortuna ci rivedremo tra più di mese, forse. E questa cosa mi mette sia ansia sia euforia, euforia per la mia libertà, libertà di poter fare cosa e come voglio. Mi devo far passare il numero di qualche suo amico libero.
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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I sonetti di William Shakespeare: quali sono i più famosi?
I sonetti di William Shakespeare rappresentano una delle massime espressioni della poesia lirica del Rinascimento inglese. Questi 154 poemi sono carichi di emozione, bellezza e complessità, esplorando temi come l'amore, il tempo, la bellezza e la mortalità. Alcuni di questi sonetti hanno raggiunto una notorietà che li colloca tra le opere più celebri della letteratura mondiale. Sonetti di William Shakespeare: i più famosi Il Sonetto 18 è forse il più celebre di tutti. Con il suo incipit "Shall I compare thee to a summer's day?" ("Dovrei paragonarti a un giorno d'estate?"), Shakespeare esplora la bellezza eterna, superiore persino alla bellezza naturale che è soggetta al cambiamento e al decadimento. Il poeta assicura l'immortalità del suo amato attraverso la potenza della sua poesia, che sopravviverà al passare del tempo. Altrettanto famoso è il Sonetto 116, una meditazione sull'essenza dell'amore vero e costante che non "altera quando trova alterazione" o vacilla "anche se rovina il suo vero centro". Il sonetto è spesso citato nelle cerimonie nuziali per il suo ideale di amore incondizionato e immutabile. Il Sonetto 130 sfida le convenzioni dei sonetti d'amore del tempo, prendendo in giro la tendenza dei poeti a usare iperboli e confronti esagerati per descrivere la loro amata. Invece, Shakespeare descrive la sua dama con termini realistici, sostenendo che il suo amore è speciale proprio per la sua autenticità e la sua "vera" bellezza. Tempo e perpetuità Un altro tema ricorrente è il conflitto tra il tempo e la perpetuità. Nel Sonetto 60, Shakespeare contempla la natura effimera dell'esistenza umana, paragonando la vita all'onda che si infrange sulla riva, destinata a scomparire. Tuttavia, c'è anche una sfida al tempo, poiché la poesia stessa diventa un mezzo per superare la mortalità e preservare la memoria. Il Sonetto 73 tocca il tema dell'invecchiamento con immagini potenti di autunno, tramonto e fuoco morente. È una riflessione sulla fugacità della vita e offre una visione commovente di come la consapevolezza della mortalità può intensificare l'amore e l'apprezzamento degli altri nei confronti dell'individuo. I sonetti di Shakespeare non sono solo testimonianze d'amore, ma anche di sofferenza, gelosia e persino di rimorso, come mostrato nel Sonetto 29. Qui, il poeta esprime la sua depressione e la sua invidia verso la fortuna altrui, ma poi trova sollievo e redenzione nel pensiero dell'amore del suo amato. Maestria linguistica La forma del sonetto, con la sua struttura rigorosa di 14 versi divisi in tre quartine e un distico finale, offre a Shakespeare un frame entro cui svolgere la sua maestria linguistica. La rima e il metro (generalmente l'iambic pentameter) creano un ritmo che sottolinea l'arguzia e la profondità dei pensieri del poeta. In conclusione, i sonetti di Shakespeare rimangono un pilastro della poesia inglese non solo per la maestria della loro forma, ma anche per la loro universale risonanza emotiva. Da letture scolastiche a letture private, da matrimoni a commemorazioni, questi sonetti continuano ad affascinare, ispirare e commuovere lettori di ogni epoca. Foto di WikiImages da Pixabay Read the full article
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titosfriends4life · 1 year ago
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SUPERARE LA DIPENDENZA AFFETTIVA: 5 STRATEGIE EFFICAVI PER RECUPERARE IL BENESSERE EMOTIVO
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Il tema della dipendenza affettiva è spesso sottovalutato, ma merita un'analisi approfondita. Molti conoscono il termine, ma pochi comprendono appieno il suo significato.
Amore o Dipendenza: Confusione e Differenze Nelle Relazioni
A volte si confonde l'amore con una dipendenza affettiva ossessiva. L'amore autentico implica reciprocità, rispetto e un equilibrio tra i partner. La dipendenza affettiva, invece, si manifesta come un legame ossessivo, in cui uno dei partner dipende e l'altro non ricambia in modo empatico.
Le Radici della Dipendenza Affettiva
Questa dipendenza, sempre più diffusa, può derivare da relazioni con le figure di attaccamento durante l'infanzia, in cui non si è sperimentato un amore genuino e un sostegno emotivo. Da adulti, si sviluppa una dipendenza insana nei confronti del partner, caratterizzata da mancanza di autonomia e bassa autostima.
I Sintomi e le Cause della Dipendenza Emotiva
Il dipendente affettivo manifesta gelosia, rabbia e possesso e spesso adotta comportamenti di controllo. Si sente perso quando il partner non è presente e mostra un eccesso di felicità quando è accanto a lui. Questi comportamenti hanno radici profonde nei rapporti con i genitori, dove l'amore e l'affetto non sono stati pienamente ricevuti.
5 strategie per affrontare la dipendenza affettiva
Assumersi la responsabilità: Fidarsi delle proprie capacità e non dipendere dagli altri è fondamentale. Bisogna credere che la felicità sia in mano propria.
Smettere di idealizzare il partner: Mettere se stessi al primo posto è essenziale, senza dimenticare i propri bisogni.
Prendersi cura di sé: Focalizzarsi sui propri punti di forza, fissare obiettivi realistici e migliorare l'autostima sono passi cruciali.
Affrontare la paura alla base della dipendenza: Consapevolizzare le paure interiori e accettare se stessi è il punto di partenza per guarire.
Chiedere aiuto: Se le difficoltà persistono, rivolgersi a un professionista per acquisire consapevolezza e imparare ad amare se stessi.
Il cammino verso la guarigione dalla dipendenza affettiva passa attraverso la riscoperta di sé stessi e l'autonomia emotiva. L'amore non dovrebbe essere sinonimo di ossessione o dipendenza; l'amore inizia da se stessi, dando priorità al proprio benessere emotivo e alla propria felicità."
Scopri come liberarti dalla dipendenza affettiva❗️Sfrutta le 5 strategie potenti e inizia il tuo percorso di autorealizzazione emotiva. Entra nel viaggio verso una vita emotivamente libera e autentica oggi stesso❗️
Tito Bisson
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storie84 · 1 year ago
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C'era una volta, in un affascinante regno lontano, due cuori che battevano all'unisono ma che erano oppressi da un sentimento di gelosia. La loro storia cominciò ad essere segnata da ombre e tensioni, a causa di insicurezze e sospetti che si facevano sempre più pesanti e opprimenti.
Isabella era una bellissima principessa, ammirata da tutti per la sua grazia e la sua gentilezza. Era amata dal suo principe azzurro di nome Marco, un uomo coraggioso e pieno di passione, che la vedeva come la donna dei suoi sogni. Nonostante l'amore tra loro fosse profondo e sincero, Isabella non riusciva a fidarsi completamente di Marco, sempre in preda alla paura che la potesse tradire o ammirare altre donne.
Dall'altra parte, c'era Sophia, una donna misteriosa e affascinante che aveva conquistato il cuore di Marco in passato. Nonostante fossero solo amici al momento, Isabella non riusciva a ignorare la reciproca attrazione che ancora provavano l'uno per l'altra, una scintilla che sembrava risvegliare i suoi peggiori incubi.
La gelosia si insinuava nella mente di Isabella come un veleno, rendendo ogni gesto di Marco motivo di sospetto e ogni parola di Sophia motivo di inquietudine. Le sue emozioni si facevano sempre più intense, fino a diventare una tormenta che li travolgeva entrambi.
Marco, dal canto suo, non capiva cosa lo spingesse sempre più lontano da Isabella. Era frustrato dalla sua gelosia costante, cercando di dimostrarle il suo amore in ogni modo possibile. Ma ogni tentativo veniva interpretato come un atto di colpa e come prova di un tradimento imminente.
Così, quel legame che una volta era solido e sicuro, si stava sgretolando sotto la pressione delle gelosie e delle insicurezze. Isabella e Marco stavano perdendo la speranza, incapaci di vedere oltre il muro che avevano costruito intorno al loro amore. La loro unione era diventata tossica, piena di dubbi e rabbia.
Ma una notte, in un momento di profonda disperazione, Isabella ebbe un'illuminazione. Capì che la gelosia stava distruggendo ciò che avevano di più prezioso e che era lei stessa a nutrirla. Decise di confrontarsi con Marco e condividere le sue paure e la sua sofferenza, cercando un modo per superare insieme quella tempesta che li aveva divisi.
Marco, colto di sorpresa dalla sincerità e dal coraggio di Isabella, aprì finalmente il suo cuore. Parlò delle sue emozioni contrastanti per Sophia, della nostalgia per ciò che era stato ma che ormai apparteneva al passato. Promesse di porre fine a qualsiasi intrigo e di ripristinare la fiducia che avevano perso.
Lentamente, passarono del tempo insieme, superando i dubbi e le insicurezze, impegnandosi a ricostruire il loro rapporto sulle fondamenta della fiducia reciproca. Si sforzarono di comunicare apertamente, di rispettare gli spazi personali e di dimostrarsi amore incondizionato.
Con il passare del tempo, i cuori gelosi si trasformarono in cuori riconciliati e rafforzati. L'amore tra Isabella e Marco superò le prove del tempo, della gelosia e della sfiducia. Trovarono la via per guarire e ricostruire il loro legame, imparando a coltivare l'amore senza limiti e a proteggerlo dalle ombre del passato.
Così, il loro amore diventò ancora più forte di prima. Isabella e Marco impararono la lezione che l'amore necessita di fiducia, sincerità e comprensione reciproca per sbocciare e crescere. E da quel giorno in poi, erano determinati a conservare il loro amore prezioso, lontano dalla gelosia che una volta li aveva separati.
#cuore #gelosia
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drclaudiosaracinodcsworld · 9 months ago
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GELOSIA E IPNOSI? Ipnosi DCS unica al mondo
Siete pronti a scoprire come l'ipnosi vera e professionale può essere utilizzata per superare la gelosia? 🌀
Molte celebrità hanno ammesso di aver fatto ricorso all'ipnosi per affrontare il problema della gelosia e migliorare la propria vita sentimentale. Ecco 10 stelle che hanno utilizzato l'ipnosi per superare la gelosia:
1. Angelina Jolie
2. Brad Pitt
3. Jennifer Aniston
4. Justin Theroux
5. Beyoncé
6. Jay-Z
7. Kim Kardashian
8. Kanye West
9. Gwyneth Paltrow
10. Chris Martin
L'ipnosi vera e professionale può aiutare a superare la gelosia, insegnando a gestire le emozioni e a costruire relazioni più sane e felici. Se anche tu stai lottando con la gelosia, non esitare a cercare un ipnoterapeuta qualificato per aiutarti a superarla! 💫 #ipnosi #gelosia #relazionisane #celebrità
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reborn3108 · 1 year ago
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IL DIALOGO NELLA COPPIA: PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE?
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La comunicazione è un elemento fondamentale per lo sviluppo e la vita relazionale.
Il neonato lasciato a se stesso è destinato a morire psicologicamente ed emotivamente.
Dopo il superamento del trauma della nascita, il bambino con l'accudimento si apre al mondo e agli altri senza paura.
L'aprirsi alla vita, alla crescita avverrà solo con il maternage.
Vi sarà il superamento della fase depressiva solo se avrà accanto dei genitori amorevoli e accoglienti.
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Con la comunicazione e il dialogo anche la coppia cresce nonostante le molteplici diversità.
Ogni persona proviene infatti da famiglie d'origine con stili educativi e abitudini differenti.
Per creare quindi una coppia armoniosa e forte occorre lo scambio di pensieri, idee, riflessioni, emozioni.
Lo scorrere del tempo richiede alla coppia un continuo lavoro di adattamento per superare le inevitabili crisi, difficoltà e vicissitudini appartenenti al ciclo di vita.
È un continuo lavoro di mediazione, disponibilità, amore e accoglienza. È attraverso lo scambio che avviene l'arricchimento reciproco.
Quando la comunicazione diminuisce, il dialogo è assente, vi è impoverimento della coppia e di se stessi.
La coppia rischia di morire ripetendo gli stessi schemi, le stesse routine per mancanza di attenzione all'altro.
È opportuno esserci nella coppia in modo autentico con il nostro ascolto, le nostre parole, i nostri pensieri, le nostre emozioni.
L'altro è sostegno, aiuto, forza nei momenti di bisogno e di difficoltà. Uno sguardo, una parola rappresentano allora conforto e sollievo.
La scarsa fiducia, la disistima, la svalutazione dell'altro creano chiusura, tristezza, abbandono, sconforto, depressione, rinuncia; a volte ci inducono alla fuga, alla rottura della relazione.
La diversità di opinioni è frequente, occorre tuttavia individuare un punto d'incontro. Lo scontro non rappresenta la regola relazionale. Il dialogo dev'essere costruttivo, non distruttivo.
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COME RELAZIONARSI ALLORA?
Il linguaggio verbale assertivo è sicuramente uno strumento importante di dialogo costruttivo.
La comunicazione non verbale e linguaggio del corpo fatto di piccoli gesti, comportamenti, attenzioni è altresi fondamentale.
Non è dialogo lo sfogo fine a se stesso, l'accusa, l'aggressività, la possessività e la gelosia che soffoca l'altro nel proprio spazio vitale.
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aurorasword · 2 years ago
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Ciao vorrei farti una domanda.. avevo una migliore amica.. mi ha sostituita dopo 10 anni .. ne ho parlato con mia cognata .. mi ha dato una mano assurda a superare sta cosa ..È da un po’ di tempo che abbiamo legato un po’ Ogni tanto metto post di migliori amiche e lei mette sempre un cuore ( per come ho capito si pensa che sono riferite a te ) però è che ne io ne lei abbiamo il coraggio di fa il primo passo 5 gg fa mi ha abbracciata dicendo stai bene .. ( nn là mai fatto ) poi stavo con il cell e ridevo io lei è come se si fosse ingelosita … nn so che pensare tu che dici ?
Non so perché tu lo chieda proprio a me ahaha, è una cosa che dovresti sapere tu. Onestamente si vede che a quanto pare provi qualcosa o hai bisogno di sostituire la tua ex migliore amica. Ma la cosa ambigua è che inizialmente lo descrivi come un appoggio per la delusione dell'ex migliore amica e poi parli di primi passi e gelosia; parlane direttamente con lei, perché potrebbe anche essere tutto nella tua testa. Mandi questo messaggio in anonimo, e sembra proprio che tu voglia autoconvincerti e convincere chi legga che ci sia un qualcosa di reale dietro a questo sentimento, è già una risposta
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nusta · 1 year ago
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Ragiono a ruota libera, per mettere ordine ai pensieri.
Non so, qui la difficoltà di ragionare a livello personale e a livello generale è forse uno degli aspetti del problema. Perché chi si concede di riflettere su di sé e sulle proprie esperienze molto probabilmente non è chi rientra nella casistica di chi vive queste situazioni. Da parte di entrambi i lati, forse, sia uomini che donne, chi ragiona e analizza e si pone dei paletti rispetto a cosa aspettarsi e cosa concedere in una relazione, probabilmente riuscirà a stare nei confini delle delusioni e delle sofferenze "normali". La gelosia, l'insicurezza, la rabbia, la disperazione fanno parte delle emozioni "normali", credo io, tutti le proviamo anche al di fuori delle relazioni sentimentali, ma siamo capaci di gestire e superare l'onda potenzialmente distruttiva, magari con fatica e con più tempo di quanto ci piacerebbe, ma si va oltre. Si ricuce anche un rapporto, eh, a volte è anche giusto provare a tenere insieme qualcosa che è arrivato a un momento di difficoltà. Però secondo me la grossa differenza sta nella consapevolezza che si può anche stare single, che le cose possono finire e non è la fine del mondo, ma solo di una relazione. Che si può stare anche single a prescindere, senza necessariamente rinunciare a cercare una persona da amare ma senza farne l'obiettivo principale della propria vita. E questo mi pare invece che non sia considerato normale da tante persone.
Ieri ho ascoltato uno sfogo di Dario Bressanini sulla questione della carne coltivata e diceva una cosa che condivido e che oggi mi è tornata in mente: in Italia pare esserci una tendenza a confinare le libertà altrui, anche quando non ledono le proprie. In soldoni, che te ne frega se la gente vuole vendere o mangiare carne prodotta in un modo nuovo, una volta assodato che non fa male alla salute? Questa tendenza al controllo con un divieto l'abbiamo vista in tantissime altre circostanze: Bressanini ricordava il paradosso degli OGM, ma il discorso è applicabile anche a matrimoni non etero, fecondazione assistita, aborto (un diritto estremamente difficile da vedersi riconoscere), riconoscimento della genitorialità ai genitori non etero, eutanasia.
Pare normale questa tendenza a ridurre la libertà altrui, specialmente quando si tratta di libertà di minoranze di fare qualcosa che alla maggioranza può sembrare strano ma non cambia la vita delle persone che non sono coinvolte da queste scelte, se non alla lontana. Che ti cambia se due uomini si sposano e adottano? Questa idea che la normalità sia solo la propria e sia da difendere vietando, costringendo, deridendo o cancellando o eliminando la possibilità di qualcosa di diverso. Non proponendo o condividendo il proprio esempio, ma impedendo agli altri di fornire il loro o anche solo di praticarlo per i fatti propri, senza farsi pubblicità. È una forma di controllo degli altri, un desiderio di manifestare il proprio potere sulle vite altrui, una logica di possesso e proprietà delle persone che consideriamo "inferiori" e che diventano come cose, di cui disporre a piacimento.
È una logica che quando si applica alle relazioni di amicizia o di coppia genera situazioni pericolose, che possono scoppiare in prepotenza e violenza in brevissimo tempo. È l'idea che ciò che è diverso dal nostro quotidiano sia qualcosa di pericoloso a prescindere: prima o poi arriverà sicuramente qualcosa che metterà in crisi questa prospettiva e in quel momento si vede la differenza tra chi è disposto a ragionarci su e chi invece ha i paraocchi e non vuole sentire ragioni.
E qui si insidia anche la difficoltà di accettare che il proprio figlio sia un prepotente, un manesco, una persona violenta. Che il proprio fratello sia un cretino, che non ha idea di cosa sia impegnarsi in una relazione di coppia. Che la propria madre sia in difficoltà a gestire un marito costantemente ubriaco. Che la propria amica sia apparentemente indifferente alle scenate del suo fidanzato. Qual è il confine di ciò che è normale e accettabile? Quanto siamo capaci di riconoscerlo? Di accettare che per altre persone sia più in là o più in qua di quello che abbiamo tracciato noi? Di affrontare apertamente chi lo supera? Di capire e aiutare chi è in difficoltà? Di ammettere che abbiamo torto marcio e siamo stati noi a sbagliare fino adesso?
Non so, ripeto, io sono figlia delle mie esperienze dirette e indirette e probabilmente i miei confini li traccio in un modo diverso da tante persone che pure sono vicine a me. Le mie aspettative e la mia autostima e la mia fiducia sono costruite sulla mia storia, le mie delusioni, le mie capacità di sopportazione e le mie capacità di offrire il mio tempo e la mia energia agli altri. La mia capacità di amare e di essere amica sono modulate di conseguenza, gli errori che ho fatto e subito mi hanno insegnato ad evitare certe trappole, ma sicuramente ci sono millemila sbagli che mi aspettano in futuro, perché nessuno è perfetto e molti imprevisti te li mette il caso e c'è poco da preparare.
Penso che per molte persone sia difficile immaginare che la loro normalità possa non essere "accettabile", possa essere messa in discussione e rifiutata. Forse non si sono mai trovati dall'altra parte del confine. Forse non hanno mai ragionato abbastanza su cosa vogliono davvero per sé e per chi sta loro intorno. Forse hanno paura di queste domande e semplicemente evitano di affrontare l'argomento, perché sarebbe troppo doloroso e devastante rispondere onestamente.
Michela Murgia in quel commento sostanzialmente paragonava la dimensione culturale del maschilisimo, della mascolinità tossica e della misoginia a quella della mafia, per far capire quanto sia difficile rendersi conto di ciò che è riconosciuto come normale quando normale non è. Film e telefilm sulla mafia ce ne sono tanti, si è scritto e detto tanto ed è giusto così, anzi non è mai abbastanza. Sulle questioni di genere, sul sessismo e sulla violenza, sulla tossicità di certi costrutti culturali forse ancora si è detto e scritto troppo poco, forse ancora nella cultura pop non si è trovato il modo di mostrare efficacemente certe situazioni, di esplicitare certi messaggi. Chissà quanto tempo ci vorrà ancora.
L'ultimo appuntamento
Non lo faccio mai, ma questa cosa dell'ultimo appuntamento in cui Giulia Cecchettin è stata uccisa mi ha colpito e voglio commentare, anzi voglio raccontare.
Anni fa stavo con una ragazza a distanza, la storia è durata poco, qualche mese, ma io ero presissimo. Lei invece no, tanto che mi ha mollato per uno che gli ho presentato io. Il fatto che mi avesse mollato s'era capito anche al telefono, ma io presi la macchina e volli fare un viaggio di 6 ore per vederla ancora. Era quello che potremmo dire "l'ultimo appuntamento".
Ora, io non sono un maniaco omicida, e avevo almeno una vaga idea di come rispettare una persona dell'altro sesso, quindi lei non ha rischiato più di tanto con me, ma... se la cosa fosse successa oggi, quasi 20 anni dopo? L'avrebbe voluto quell'incontro? E se non l'avesse voluto, io come mi sarei comportato?
Sono stato male per lei per mesi, senza quell'incontro sarebbe andata meglio o peggio? Al giorno d'oggi lei si sarebbe sentita minacciata dal mio chiedere di vederla ancora? E questo, poi, come mi avrebbe fatto sentire?
Non lo so, non riesco a immaginare di picchiare una ragazza solo perché mi molla. La questione del possesso non mi è mai passata per la mente, il massimo che posso possedere di una persona è la sua compagnia se e quando me la vuole concedere. Non sono mai stato troppo geloso, quindi non riesco a comprendere nemmeno lontanamente questi comportamenti, e la paura dell'ultimo appuntamento è una straziante novità.
Volendo rispondere a quelle domande sopra, forse non vederla mi avrebbe anche fatto bene, conoscendomi. Forse mi sarei risollevato prima. Quel weekend da lei (in hotel da solo) io lo ricordo tutt'ora con simpatia, quindi sono stato bene anche se ero lì per essere mollato. E forse questo mi ha portato a soffrire di più.
D'altro canto, però, ribadisco: è stato un bel weekend e sono contento di averlo avuto.
Dire che Giulia ha sbagliato ad andare all'ultimo appuntamento è un errore, perché avrebbe potuto essere un incontro piacevole, per quanto triste. E il fatto che le ragazze debbano avere paura di queste cose mette in risalto quanto la società maschilista e patriarcale sia tutto sommato accettata e sopportata (quando non supportata). Non è lui a doversi vergognare di aver fatto un gesto terribile, è lei che non doveva accettare l'appuntamento.
Addirittura un servizio di bodyguard si offre di fare da scorta per gli ultimi appuntamenti! Sul serio siamo così incapaci di crescere giovani che non hanno voglia di ammazzare donne e che non le reputano una loro proprietà esclusiva?
Poi venitemi a dire che Michela Murgia non aveva ragione.
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my-sweet-cherry-pie · 3 years ago
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“Amo fotografare le donne perché sono solidale: devono ancora superare tanti ostacoli verso la felicità, in questa società maschilista che le vuole eternamente giovani, belle, con una concezione dell’amore che spesso, in realtà, è solo possesso. E cerco gli occhi profondi e sognanti delle bambine: mi ricordano me stessa a dieci anni, quando mi resi conto, di colpo, che il mondo non era poi così bello. Era la fine della guerra, tornammo a Palermo da Trieste, dove avevamo vissuto. Io scorrazzavo in bicicletta, come avevo sempre fatto: un giorno un uomo mi fermò e aprì il suo impermeabile. Lo riferii a casa e la mia vita cambiò: mio padre mi tolse la libertà, e io sognavo solo di fuggire dalla sua gelosia. Ecco perché le bimbe che ritraggo non ridono mai: le voglio serie nei confronti del mondo, come lo sono stata io”.
- Letizia Battaglia -
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benzedrina · 2 years ago
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No, mi sono spiegato male. Intendevo che se tu avessi detto al tuo fidanzato o fidanzata "io sono poliamoroso", lui o lei, se monogamo/a, magari avrebbe capito e ti avrebbe lasciato libero. Perché è giusto che nessuno imponga la propria visione dell'amore a nessun altro. Se hai avuto una relazione esclusiva che non volevi avere, dovevi mettere subito in chiaro le cose
Esco di casa, incontro gli amici, alcuni di loro sono coppie da anni, alcuni vivono dei flirt, altri sono single e altri ancora vivono momenti di gelosia perché l'altra persona non li ha fatti sentire abbastanza. Intorno a me sento un botto di gente parlare di amore, di relazioni, di responsabilità, di quanto sia appagante sentirsi completi in una relazione. Leggo tantissimo e in alcuni di questi libri trovo queste sensazioni che riconosco come mie, finalmente qualcun* da un nome a queste cose che sento. Ci rimugino sopra, ci penso, e ne parlo con gli altri. E le risposte sono quasi le stesse perché queste emozioni sono letterarie, esistono solo nei libri, nessuno è capace di vivere l'amore così, le coppie devono restare coppie sennò scoppiano. E sai cosa? Ci credo. Lo standard è quello e io sto male a sentirmi sbagliato su una cosa talmente profonda da permeare pensieri, ispirazioni, voglie. Mi adeguo e vivo quello che vivono gli altri e funziona per un po', poi mi accorgo che in un'altra zona del cuore qualcosa nasce, cresce e diventa talmente grande che mi è difficile ignorarla e la racconto, la descrivo e trovo comprensione ma la comprensione diventa un "superare una crisi", però io la crisi non la sento, io sto bene, anzi, io voglio condividere quello che sento, parlarne fino a notte profonda e la "crisi" diventa gelosia perché parlo di amore con chi dovrei amare unicamente, e io sopprimo perché l'altra persona sta male. Si vive per la coppia, si respira per la coppia, si va avanti per la coppia e questa narrazione continua. Poi succede che sopprimi uno, sopprimi due, sopprimi tre, il concetto di coppia e relazione e delle "crisi" ti sta stretto perché quel sentimento trasversale è libero, è colorato, e tu lo stai contaminando con concetti di responsabilità e di mancanza di sentimento da parte mia. Sto male per un sentimento felice e vivo in me il paradosso di chi vorrebbe essere libero e invece non può perché si è creato un mostro di fango e di malumori tra noi che cresce perché la concezione dell'amore tra di noi è differente. E io capisco che devo staccarmi il cordone e camminare per una strada impervia, senza te perché le basi del nostro rapporto erano diverse da quello che ho capito di me e da quello che tu hai capito di me.
Perché non l'ho capito prima? Perché se guardo in ogni dove trovo questo standard. Quando cresci, degli standard un po' te ne freghi.
Ora sono chiaro e sincero fin dal primo momento. E sto male perché certi rapporti vorrei continuarli ma dall'altra parte cercano esclusività perché se non sei esclusivo vuol dire che non ami abbastanza e per me quella quantificazione dell'amore è devastante. Così come trovo aberranti il concetto di tradimento e tutte le implicazioni della gelosia.
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