#Bocconi avvelenati
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personal-reporter · 1 year ago
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Bocconi avvelenati nell'area sgambamento cani di viale Buonarroti
La Polizia Locale è intervenuta questa mattina presso l’area sgambamento cani di viale Buonarroti ove è stata segnalata la presenza di bocconi che si sospetta possano essere avvelenati. Gli stessi sono stati prelevati e consegnati al Servizio Veterinario per le analisi. In attesa degli esiti, è stato posto sul cancellino di ingresso il cartello di avviso e di possibile pericolo. Continue reading…
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abr · 1 year ago
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Premesso che chi ha sparato ora andrà a giudizio (...), siamo nella situazione in cui un orso problematico incontra un umano problematico. In Abruzzo hanno gli stessi problemi del Trentino ovvero un ambiente dove gli orsi (e gli umani assieme) stanno stretti. La differenza la fa il fatto che il marsicano (...) è più piccolo e meno aggressivo (dell'orso bruno). (...). Modesta opinione personale: Amarena aveva un(a fama e un) tasso di riproduzione alto per via della tolleranza (...) alle sue incursioni nei centri urbani, dove era solita rubare galline e altri animali allevati. Parliamoci chiaro, in Trentino (...) sarebbe stata prelevata e stoppata da anni. Si è fatta l'eccezione (...) perché era tollerata (se non amata) dai più, una star dei social, la perfetta pubblicità di integrazione tra uomo e fauna selvatica (...). Il motivo per cui gli orsi vanno subito allontanati è proprio abbattere il rischio di conflitti che poi portano ad episodi gravi (...). Capisco la scarsa empatia verso le galline, ma se vedessi un grande predatore che minaccia ad esempio Miss Poiana non so come potrei reagire di impulso sul momento, sicuramente non sarebbe una bella scena anche se poi la regione ti indennizza i danni. Quindi ecco, il tanto decantato modello abruzzese (...) in realtà non è altro che la solita storia di (...) luoghi troppo complessi da gestire, animali che non si sanno dove mettere perché lo spazio è quello che è, poco per una sessantina di esemplari. Io spero vivamente che questa storia inizi a far capire che la convivenza tra fauna selvatica ed essere umano è complicata, che dire con leggerezza "Era amata da tutti, fatto inspiegabile" è una cazzata: ogni anno i boschi vengono riempiti di bocconi avvelenati tant'è che è sempre la nostra prima preoccupazione quando andiamo a tartufi. Non è un caso isolato chi abbatte un orso, se mai è un caso isolato che sia stato fatto in maniera così eclatante (...). Morale? La gente ora si scannerà sui social, gli animalisti si stracceranno le vesti e dopo 3/4 giorni di accese polemiche resterà tutto immutato. Ci si aggiorna al prossimo incidente con gli orsi, tanto in media sono un paio all'anno, difficilmente ci si annoia. W gli orsi.
via https://twitter.com/Arypigliate/status/1697918197985378723
La prima disamina seria che incrocio. Sono d'accordo su quasi tutto, non dove emerga quel po' di "più ugualismo" di poiane meglio delle galline, di "territorio antropizzato" in tempi di spopolamento di monti e colline, di animali e umani "problematici": solito dirigismo asettico tribunizio ma vabbé. L'unico appunto razionale possibile a uno che si trovi a tu per tu con un orso: spara prima in aria, non addosso.
Il mio "take" è il FALLIMENTO dell'ossimoro natura selvaggia Disney, solo bella e tanto buona, per i turisti e i social. Selvaggio è selvaggio, punto.
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jetaime03 · 9 months ago
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Chiunque abbia cercato bocconi avvelenati non ha mai conosciuto quanto bella e preziosa tanto quanto salvifica sia la felicità.
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Livorno: I controlli dei Carabinieri Forestali per la prevenzione dei casi di avvelenamento degli animali d’affezione
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Livorno: I controlli dei Carabinieri Forestali per la prevenzione dei casi di avvelenamento degli animali d’affezione. Nell’ambito della campagna dei controlli dell’Arma dei Carabinieri volti alla tutela del benessere degli animali, i Carabinieri Forestali del Nucleo di Montenero hanno eseguito delle verifiche sul territorio cittadino, anche in collaborazione con altri enti, a seguito di casi di avvelenamento di cani d’affezione segnalati nelle settimane scorse. In particolare, unitamente a personale volontario dell’ANPANA (Associazione Nazionale Protezione Animali) di Livorno, e con l’ausilio di due cani addestrati allo scopo dell'unità cinofila antiveleno del Nucleo Carabinieri Biodiversità di Marsiliana - Massa Marittima (GR), sono state effettuate ricerche mirate all’individuazione e all’eventuale bonifica di esche avvelenate in varie località del capoluogo. Le attività dei Carabinieri Forestali hanno escluso la presenza di bocconi avvelenati nelle zone verificate, ma i controlli proseguiranno.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aneddoticamagazinestuff · 6 years ago
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I lupi: un ritorno inaspettato
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I lupi: un ritorno inaspettato
“Ci sono tre predatori che mettono paura all’uomo medio: lo squalo mangia uomini, un branco di lupi,e il dipartimento delle tasse”,
così ebbe a dire Sir Charles James Lyall funzionario di sua maestà britannica nelle lontane Indie. Questa frase in parte può essere accostata anche alla nostra Garfagnana, poichè togliendo lo squalo la paura rimane (da tempo immemore) per le tasse e ultimamente è tornata a galla per il ritorno dei lupi. Ormai erano spariti dalle nostre terre già da molto tempo ma negli ultimi anni sono tornati prepotentemente alla ribalta. La loro presenza è segnalata in ogni dove nella valle, si parla di due grossi branchi all’interno del Parco delle Apuane, inoltre tempi duri si prospettano anche per i cacciatori di cinghiali, dato che questi lamentano di un dimezzamento delle prede rispetto agli anni passati, colpa dei lupi a quanto si dice. Nei boschi pare non sia difficile neppure trovare carcasse di daini e mufloni, ma non solo, a lamentarsi per il grave danno procurato sono anche i pastori garfagnini, ad esempio in località Cerasa nel comune di Pieve Fosciana delle pecore furono letteralmente sbranate dai lupi. La cosa che però desta più preoccupazione è quello che accadde nel febbraio 2016 a Gorfigliano, quando i lupi scesero dalle pendici apuane per giungere direttamente nel paese, furono avvistati proprio dai paesani stessi che li videro arrivare fino alla piazza principale del borgo, per l’amor di Dio, niente è successo nè a persone nè ad animali domestici, ma un certo timore si fa avanti e a questo proposito furono allertati dal sindaco, sia la Prefettura che la regione che prospettarono come soluzione l’installazione di dissuasori acustici per tenere lontano questi animali.
Luigi Boitani uno dei salvatori del lupo
Si, perchè è bene sapere che i lupi non si possono uccidere, quindi la regola di farsi giustizia da soli non vale, anzi il buon lupo deve dire sopratutto grazie della sua salvaguardia a due persone: il ricercatore Luigi Boitani dell’università La Sapienza di Roma ed al professor Erick Ziemen che all’inizio degli anni ’70 su commissione del W.W.F studiarono la distribuzione della specie e sottolinearono che senza un intervento mirato di li a poco il lupo si sarebbe estinto. Detto fatto in breve tempo (nel 1971) fu emanato un decreto ministeriale che eliminava il lupo dalla lista degli animali nocivi (dove prima era stato inserito con Regio Decreto 1423 del 1923 e che così dettava “la presa degli animali nocivi e feroci può essere fatta con lacci, tagliuole e bocconi avvelenati…”)e proibiva appunto l’uso di questi bocconi. Nel 1976 a maggior tutela fu introdotto un ennesimo decreto, il decreto Marcora che sanciva la protezione integrale e il divieto di caccia totale, fino poi ad arrivare alla legge vera e propria del 27 dicembre 1977, numero 968 e tanto per rimanere sempre in tema di leggi e decreti ecco ancora un altro decreto, il 121 che punisce i cacciatori di animali protetti con il carcere da uno a sei mesi o un ammenda fino a 4000 €…mica noccioline! La storia garfagnina come vedremo ci dice che nei secoli il lupo ha sempre abitato le nostre montagne, ma allora quali furono le cause della sua scomparsa? E quali le motivazioni per cui è riapparso ai giorni nostri? La causa primaria della sua scomparsa fu la caccia fatta in maniera selvaggia e continuativa che portò l’animale quasi all’estinzione, d’altronde nei tempi antichi la protezione del gregge era fondamentale per la sopravvivenza e per l’economia di una famiglia. Ecco poi che piano piano e in maniera graduale il lupo è riapparso nelle nostre terre e vediamo come mai. L’abbandono progressivo della montagna da parte dell’uomo e il conseguente ripopolamento di cervi, daini e cinghiali ha fatto si che il lupo potesse tornare a vivere nei nostri boschi. Negli anni si sono susseguite molte voci sul fatto che lo stesso lupo fosse stato reintrodotto in Garfagnana per mano umana, ma gli esperti rifiutano questa ipotesi, smentiscono poi di particolari incroci della specie con lupi americani o cecoslovacchi, in parole povere ilCentro di salvaguardia del lupo appenninico dice che il ripopolamento(per mezzo dell’uomo)sull’Appennino Tosco- emiliano non c’è mai stato e con queste parole conferma che:– il fenomeno di colonizzazione di nuove aree è totalmente naturale-. In pratica questo lupo che gira famelico per i greggi nostrali è il solito lupo che già da tempi remotissimi vagava nei boschi di casa nostra, cacciato più che mai in maniera spietata. Si presume che il lupo fosse già presente nella valle già nel VI secolo d.C, all’indomani delle prime invasioni barbariche, quando questi fieri guerrieri misero a ferro e fuoco sia la Garfagnana che tutta la penisola italiana, fu un lungo periodo di completa disorganizzazione sociale, per di più la peste e la povertà ridussero notevolmente la popolazione locale, questi fattori crearono le condizioni ideali per il lupo di potersi riprodurre in tutta tranquillità per mancanza di competitori naturali e tutto il territorio era in completo stato di abbandono. Ma presto l’uomo tornò a fare i conti con questo predatore. La società con il tempo riprese il suo naturale cammino, ora però il lupo era il re assoluto dei boschi e delle selve. Il numero di questi predatori in quegli anni raggiunse livelli mai più raggiunti, tanto da mettere in serio pericolo l’uomo e ciò che gli apparteneva.
La caccia al lupo dura da secoli
Siamo infatti intorno al 1300 quando cominciano a nascere le leggende e le credenze più disparate su questo animale ed è proprio in quel periodo che il lupo suo malgrado diventa il protagonista cattivo delle fiabe, ecco allora che uccidere un lupo diventa un atto di giustizia e un dovere e le carcasse dei lupi più feroci vengono esposte fuori dai paesi garfagnini, ma non solo, per quanto la cosa appaia ridicola ci sono documenti che attestano di processi a questo animale, si ha notizia di maledizioni lanciate sulle belve ad opera di preti, dal momento che è il lupo che viene cavalcato dalle streghe per andare al sabba e le stesse si dice che abbiano rapporti sessuali con questo animale. Il lupo così si sarà fatto nei secoli la sua etichetta, per tutti adesso rappresenta il male e per questo doveva essere combattuto con tutti i mezzi possibili e i legislatori dei nostri comuni adottarono vari sistemi per vincerlo. Il più praticato era mettere una vera e propria taglia sulla testa del mal capitato animale. Il comune era quindi pronto ad elargire premio in denaro a chiunque portasse un lupo vivo o morto. Addirittura in certi comuni si faceva l’obbligo ai contadini di dare la caccia all’animale. A questi propositi ecco una norma della Stato di Lucca del 24 maggio 1343 che così diceva: “Bandisce da parte di messer lo Vice vicario Che ciascuna persona di qualunque conditione sia, la quale consegnerà et appresenterà alla Camera di Lucca alcuno lupo o lupa vivo o morto arà incontenente dal Camarlingo della dicta camera tre lire di piccioli, se serà lupo grande et atto a nuocere; e se fusse delli altri lupi piccoli, di ciascuno vivo, avrà soldi XL, et di ciascuno morto soldi XX…”
Branchi di lupi sterminati messi in mostra fuori dal paese
Ma questi soldi non bastarono e per incrementare ancor di più lo sterminio del lupo nella valle gli amministratori furono costretti ad aumentare il premio, dalle tre lire il compenso fu aumentato notevolmente fino ad arrivare a 17 lire. La lotta fra l’uomo e lupo continuò nei secoli a venire, tanto che duecento anni dopo troviamo ancora vigente la taglia sul lupo. Difatti dal registro “dell’Offizio dell’entrate” ecco qualche annotazione dei pagamenti eseguiti per la cattura dei lupi. Ad esempio nel 1565 tal Gian Maria di Pellegrino di Bolognana si ritrova in tasca 17 lire suonanti per la cattura di un lupo grosso. L’anno dopo (1566) a Baccio da Castiglione ecco le solite lire ma stavolta per ben sei lupacchiotti, che dire poi di Lentino di Batista e Cesare di Francesco di Eglio che nel 1568 ebbero l’ardire di catturare ben due lupi grossi, naturalmente la taglia venne raddoppiata. A metter il bastone di traverso a questo bistrattato animale non bastava solamente, come si è visto il vigente Stato, ci si mise pure la chiesa: chi non rispettava i precetti di “Sanctae Romanae Ecclesiae” poteva essere attaccato dal lupo, o lui o i suoi greggi e per confermare questo leggiamo una leggenda figlia di quel lontano periodo.
Cappuccetto Rosso (1883), Gustave Doré
La leggenda si intitola semplicemente “Il pastore e il lupo”. -C’era un pastore nei pressi di Vagli che viveva sperduto con il suo gregge per le montagne, nessuno mai lo incontrava, scendeva in paese solamente per andare alla messa. In quei tempi lontani i lupi erano un vero flagello per i pastori, ma questo problema non toccava il nostro caro pastore perchè la sua fede  e il suo coraggio erano più che sufficienti per tenerli lontani, quando vedeva un branco di lupi all’orizzonte o intento ad uscire dalle impervie gole montane, ecco che il buon pastorello si inginocchiava e cominciava a pregare e alzando solamente una mano fermava l’avanzata inesorabile dei lupi. Una domenica il pastore non scese in paese per andare alla messa, aveva molte faccende da sbrigare, ma quella notte le pecore si misero a belare a più non posso, egli capì subito che i lupi erano ormai vicini. Salì su un masso e si inginocchiò, ma questa volta l’avanzata dei lupi non si fermava, il pastore capì che non essendo andato alla messa i suoi poteri erano spariti, allora estrasse dalla tasca il suo Rosario, chiese perdono e i lupi immediatamente si ritirarono-. Sul masso dove si inginocchiò ancora oggi si possono vedere le impronte delle ginocchia del pastore. Insomma è dura la vita del lupo, da Cappuccetto Rosso in poi non ha avuto più pace, una pace che credo neanche ai giorni nostri riuscirà ad avere…
Bibliografia:
Rivista di archeologia storia e costume. Anno XLIV N 1-2 2016 “Brevi note sulla presenza del lupo in Lucchesia” di Osvaldo Nieri
“Racconti e tradizioni popolari nelle Alpi Apuane” di Paolo Fantozzi
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viaggiatoreantico2021 · 1 year ago
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E quel maledetto da Dio e che spero di incontrare prima o poi (senza testimoni) ha colpito ancora.
Bocconi avvelenati anche per Nerone: il gattone nero del rione. Un'altra vittima degli umani.
Devi morire male maledetto!
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kritere · 1 year ago
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Carcasse di lupi, grifoni e corvi imperiali: animali avvelenati nel Parco Nazionale d’Abruzzo
DIRETTA TV 18 Maggio 2023 Carcasse di animali avvelenati sono state scoperte da volontari e Forestali nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Si tratta di lupi, corvi e grifoni che avrebbero ingerito bocconi con stricnina. 19 CONDIVISIONI Le carcasse di un lupo e di un grifone (foto Rewilding Apennines) Continua ad aumentare il bilancio degli animali morti avvelenati nel Parco Nazionale d’Abruzzo. La…
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siciliatv · 2 years ago
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Bocconi avvelenati per uccidere cani e gatti: presentata una denuncia
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Bocconi avvelenati per uccidere cani e gatti: presentata una denuncia Una mano ignota ha lasciato un sacchetto di plastica contenente dei bocconi avvelenati per uccidere... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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ilcovodelbikersgrunf · 4 years ago
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Il mistero irrisolto del 'killer dei cani' che ha terrorizzato San Marino
Dieci anni fa, una serie di delitti con bocconi avvelenati ha scosso la popolazione del microstato. Il responsabile non è mai stato trovato, ma il caso riemerge a ogni ritrovamento sospetto.
Spero tu sia morto malamente
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soldan56 · 5 years ago
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Riapre la caccia. Riparte il massacro ad opera di chi si diverte ad uccidere... Da oggi sparerà anche a specie in difficoltà di conservazione che Regioni scellerate hanno inserito con apposite delibere nei calendari Venatoria e ucciderà anche nei vostri  fondi.
 In risposta a domande che ci sono state poste  alcune regole che i cacciatori devono rispettare:
Vi è il divieto di esercizio venatorio nelle aie e nelle corti o altre pertinenze di fabbricati rurali; nelle zone comprese nel raggio di 100 metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e a distanza inferiore a 50 metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili, eccettuate le strade poderali ed interpoderali; I cacciatori debbono stare a non meno di 150 metri in caso sparino verso le abitazioni o stabili adibiti a posto di lavoro, stessa cosa in caso di sparo verso le strade, comunicazione ferroviaria, impianti di trasporto, stabbi, stazzi, recinti ed aree delimitate destinate al ricovero ed alimentazione del bestiame..(vedi art 21 Legge 157/92)
Altri illeciti piuttosto frequenti in ambito venatorio che potete segnalare: _Divieto di trasporto delle armi da caccia, che non siano scariche e in custodia, all’interno dei centri abitati e delle altre zone ove è vietata l’attività venatoria, a bordo di veicoli di qualunque genere e nei giorni non consentiti per l’esercizio venatorio. _Divieto di cattura con reti, trappole, tagliole, vischio, esche e bocconi avvelenati, lacci, archetti, balestre, gabbietrappola. _I luoghi di divieto di caccia sono: Terreni di pianura innevati, stagni e laghi ghiacciati, terreni allagati, giardini privati, parchi pubblici, centri abitati, aree adibite a sport, parchi e riserve naturali, oasi, zone di ripopolamento, foreste demaniali. _L’accesso al cacciatore in forma vagante e ai suoi cani è vietato nelle coltivazioni in atto es. nei terreni coltivati a riso, soia, tabacco, oliveti, frutteti, vigneti fino alla data del raccolto. _L’articolo 638 del codice penale “Uccisione o danneggiamento di animali altrui” punisce chi uccide o rende inservibili, deteriora o avvelena gli animali che appartengono ai privati. _Mentre l’art.544 bis della legge 189/2004 punisce chiunque che per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi. _Nei locali pubblici è vietato servire uccelli selvatici anche se sono appartenenti a specie cacciabili e abbattuti legalmente. _Il Martedì e venerdì sono giorni di assoluto silenzio venatorio anche se festivi. _La caccia è consentita da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto.
Se vi capitasse di avere cacciatori sottocasa che non rispettano i limiti di distanza dalle vostre case e che nonostante le vostre lamentele non si allontanano, consigliamo di prendere più informazioni e particolari possibili (fare loro foto, annotarvi le loro sembianze, come sono vestiti, se avevano un cane con sè com’era,annotare la targa della macchina se riuscite a vederla..)e recarvi in una stazione carabinieri per denunciare l’accaduto, denunciare in caso di minacce.
Non abbiate timore anche a fare una denuncia contro ignoti, comunque rimarrà registrata agli organi preposti e sarà utile in caso di incidenti, come sta capitando da quando è stata riaperta la caccia.
http://www.abolizionecaccia.it/…/nessuno-e-al-sicuro-duran…/
In caso di denuncia, mandate copia alla prefettura, fate presente quello che accade nella vostra zona ad opera dei cacciatori .
Ricordiamo che il numero unificato per le emergenze è il 112. Le vostre chiamate saranno sempre registrate la vostra richiesta verrà smistata a enti che potranno darvi una mano.
Gli organi preposti al controllo sono Carabinieri Forestali, Carabinieri, Polizia provinciale, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Polizia municipale, Guardie volontarie venatorie delle associazioni ambientaliste.
In alcuni paesi, il sindaco con un’ordinanza ha vietato la caccia in alcune zone, per tutelare i suoi cittadini. Perchè non chiedere al vostro sindaco di seguire il buon esempio?
Consigliamo inoltre di scrivere ai giornale e manifestare le vostre preoccupazioni e il vostro dissenso
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congez · 6 years ago
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BOCCONI ABBANDONATI SUL SALVIANO. INTERVENUTE LE GUARDIE ECOZOOFILE
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Avezzano – Questa mattina, dopo una segnalazione di bocconi abbandonati lungo un sentiero del monte Salviano, le Guardie Ecozoofile si sono recate sul posto per verificare. Ad un primo esame visivo, non si sono notate tracce di sostanze estranee. I bocconi sono comunque stati rimossi e portati all’istituto zooprofilattico per essere analizzati.
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secolotrentino · 7 years ago
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Villalagarina: ritorna la follia delinquenziale dei bocconi avvelenati
Ritorna la follia dei bocconi avvelenati a Villa Lagarina, bocconi messi in giro da delinquenti al solo scopo di uccidere i cani. “Il 31 dicembre si è concluso il periodo della caccia e “magicamente” il 5 gennaio il nostro caro Marley è morto dopo aver fatto una corsa tra i prati e le campagne in zona acquedotto” si legge sul foglio affisso in giro per Pedersano. ” È inutile dire il dolore che si…
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foxpapa · 6 years ago
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Ucciso Kaos, il cane eroe di Amatrice 
Indagano i carabinieri della forestale mentre insorgono gli animalisti: "Kaos salvava gli umani, gli stessi umani che lo hanno avvelenato". Il proprietario: "Non ho parole non riesco a capire un atto così orribile" 
Si chiamava Kaos ed era stato tra gli eroi a quattro zampe di Amatrice. Ma è stato ucciso. L'annuncio è arrivato in una nota di Rinaldo Sidoli, responsabile comunicazione della onlus Animalisti Italiani: "Hanno ucciso il cane eroe di Amatrice, Norcia, e Campotosto. Kaos salvava gli umani, gli stessi umani che lo hanno avvelenato, kaos era stato deterinante di recente nel ritrovamento di un uomo a Roio". I carabinieri forestali ora indagano,  nel pomeriggio hanno effettuato un sopralluogo per fare rilievi nel giardino della casa di Sant'Eusanio Forconese (L'Aquila). Secondo quando riferito dal proprietario, l'addestratore aquilano Fabiano Ettorre, "dalle condizioni in cui è stato trovato l'animale, nel giardino di casa, al 99 per cento la morte sarebbe riconducile ad un crudele avvelenamento". Gli investigatori stanno verificando anche l'eventuale presenza, non solo in giardino, di altri bocconi avvelenati.
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Cassano Spinola (AL): trovati bocconi avvelenati per intossicare gli animali
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Cassano Spinola (AL): trovati bocconi avvelenati per intossicare gli animali.  I Carabinieri della Stazione Forestale di Stazzano e del Reparto cinofili antiveleno del Gruppo Forestale di Cuneo sono stati impegnati nell’attività di prevenzione all’abbandono di esche tossiche per animali, generalmente detti “bocconi avvelenati”, nel territorio del comune di Cassano Spinola. L’attività è scaturita dal recente ritrovamento di alcuni bocconi in area urbana, grazie all’impiego dei Carabinieri delle Stazioni e del personale dei servizi veterinari dell’A.S.L.. I campioni prelevati sono risultati positivi al metaldeide, una sostanza utilizzata come lumachicida, che può essere letale per gli animali. A seguito del ritrovamento, il Sindaco ha provveduto a fare apporre cartelli per avvisare la comunità del possibile rischio. La condotta delittuosa, che ricade nel reato di “getto pericoloso di cose”, qualora cagioni, come diretta conseguenza, la morte di un animale, scaturisce nel più grave reato di “uccisione di animale” e nell’ipotesi di “maltrattamento di animali” per le eventuali sofferenze causate. I Carabinieri della Stazione Forestale di Stazzano invitano la cittadinanza a segnalare eventuali rinvenimenti di “bocconi avvelenati”, contattando il numero 0143/61066 o l’indirizzo mail [email protected].... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aneddoticamagazinestuff · 6 years ago
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I lupi: un ritorno inaspettato
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I lupi: un ritorno inaspettato
“Ci sono tre predatori che mettono paura all’uomo medio: lo squalo mangia uomini, un branco di lupi,e il dipartimento delle tasse”,
così ebbe a dire Sir Charles James Lyall funzionario di sua maestà britannica nelle lontane Indie. Questa frase in parte può essere accostata anche alla nostra Garfagnana, poichè togliendo lo squalo la paura rimane (da tempo immemore) per le tasse e ultimamente è tornata a galla per il ritorno dei lupi. Ormai erano spariti dalle nostre terre già da molto tempo ma negli ultimi anni sono tornati prepotentemente alla ribalta. La loro presenza è segnalata in ogni dove nella valle, si parla di due grossi branchi all’interno del Parco delle Apuane, inoltre tempi duri si prospettano anche per i cacciatori di cinghiali, dato che questi lamentano di un dimezzamento delle prede rispetto agli anni passati, colpa dei lupi a quanto si dice. Nei boschi pare non sia difficile neppure trovare carcasse di daini e mufloni, ma non solo, a lamentarsi per il grave danno procurato sono anche i pastori garfagnini, ad esempio in località Cerasa nel comune di Pieve Fosciana delle pecore furono letteralmente sbranate dai lupi. La cosa che però desta più preoccupazione è quello che accadde nel febbraio 2016 a Gorfigliano, quando i lupi scesero dalle pendici apuane per giungere direttamente nel paese, furono avvistati proprio dai paesani stessi che li videro arrivare fino alla piazza principale del borgo, per l’amor di Dio, niente è successo nè a persone nè ad animali domestici, ma un certo timore si fa avanti e a questo proposito furono allertati dal sindaco, sia la Prefettura che la regione che prospettarono come soluzione l’installazione di dissuasori acustici per tenere lontano questi animali.
Luigi Boitani uno dei salvatori del lupo
Si, perchè è bene sapere che i lupi non si possono uccidere, quindi la regola di farsi giustizia da soli non vale, anzi il buon lupo deve dire sopratutto grazie della sua salvaguardia a due persone: il ricercatore Luigi Boitani dell’università La Sapienza di Roma ed al professor Erick Ziemen che all’inizio degli anni ’70 su commissione del W.W.F studiarono la distribuzione della specie e sottolinearono che senza un intervento mirato di li a poco il lupo si sarebbe estinto. Detto fatto in breve tempo (nel 1971) fu emanato un decreto ministeriale che eliminava il lupo dalla lista degli animali nocivi (dove prima era stato inserito con Regio Decreto 1423 del 1923 e che così dettava “la presa degli animali nocivi e feroci può essere fatta con lacci, tagliuole e bocconi avvelenati…”)e proibiva appunto l’uso di questi bocconi. Nel 1976 a maggior tutela fu introdotto un ennesimo decreto, il decreto Marcora che sanciva la protezione integrale e il divieto di caccia totale, fino poi ad arrivare alla legge vera e propria del 27 dicembre 1977, numero 968 e tanto per rimanere sempre in tema di leggi e decreti ecco ancora un altro decreto, il 121 che punisce i cacciatori di animali protetti con il carcere da uno a sei mesi o un ammenda fino a 4000 €…mica noccioline! La storia garfagnina come vedremo ci dice che nei secoli il lupo ha sempre abitato le nostre montagne, ma allora quali furono le cause della sua scomparsa? E quali le motivazioni per cui è riapparso ai giorni nostri? La causa primaria della sua scomparsa fu la caccia fatta in maniera selvaggia e continuativa che portò l’animale quasi all’estinzione, d’altronde nei tempi antichi la protezione del gregge era fondamentale per la sopravvivenza e per l’economia di una famiglia. Ecco poi che piano piano e in maniera graduale il lupo è riapparso nelle nostre terre e vediamo come mai. L’abbandono progressivo della montagna da parte dell’uomo e il conseguente ripopolamento di cervi, daini e cinghiali ha fatto si che il lupo potesse tornare a vivere nei nostri boschi. Negli anni si sono susseguite molte voci sul fatto che lo stesso lupo fosse stato reintrodotto in Garfagnana per mano umana, ma gli esperti rifiutano questa ipotesi, smentiscono poi di particolari incroci della specie con lupi americani o cecoslovacchi, in parole povere ilCentro di salvaguardia del lupo appenninico dice che il ripopolamento(per mezzo dell’uomo)sull’Appennino Tosco- emiliano non c’è mai stato e con queste parole conferma che:– il fenomeno di colonizzazione di nuove aree è totalmente naturale-. In pratica questo lupo che gira famelico per i greggi nostrali è il solito lupo che già da tempi remotissimi vagava nei boschi di casa nostra, cacciato più che mai in maniera spietata. Si presume che il lupo fosse già presente nella valle già nel VI secolo d.C, all’indomani delle prime invasioni barbariche, quando questi fieri guerrieri misero a ferro e fuoco sia la Garfagnana che tutta la penisola italiana, fu un lungo periodo di completa disorganizzazione sociale, per di più la peste e la povertà ridussero notevolmente la popolazione locale, questi fattori crearono le condizioni ideali per il lupo di potersi riprodurre in tutta tranquillità per mancanza di competitori naturali e tutto il territorio era in completo stato di abbandono. Ma presto l’uomo tornò a fare i conti con questo predatore. La società con il tempo riprese il suo naturale cammino, ora però il lupo era il re assoluto dei boschi e delle selve. Il numero di questi predatori in quegli anni raggiunse livelli mai più raggiunti, tanto da mettere in serio pericolo l’uomo e ciò che gli apparteneva.
La caccia al lupo dura da secoli
Siamo infatti intorno al 1300 quando cominciano a nascere le leggende e le credenze più disparate su questo animale ed è proprio in quel periodo che il lupo suo malgrado diventa il protagonista cattivo delle fiabe, ecco allora che uccidere un lupo diventa un atto di giustizia e un dovere e le carcasse dei lupi più feroci vengono esposte fuori dai paesi garfagnini, ma non solo, per quanto la cosa appaia ridicola ci sono documenti che attestano di processi a questo animale, si ha notizia di maledizioni lanciate sulle belve ad opera di preti, dal momento che è il lupo che viene cavalcato dalle streghe per andare al sabba e le stesse si dice che abbiano rapporti sessuali con questo animale. Il lupo così si sarà fatto nei secoli la sua etichetta, per tutti adesso rappresenta il male e per questo doveva essere combattuto con tutti i mezzi possibili e i legislatori dei nostri comuni adottarono vari sistemi per vincerlo. Il più praticato era mettere una vera e propria taglia sulla testa del mal capitato animale. Il comune era quindi pronto ad elargire premio in denaro a chiunque portasse un lupo vivo o morto. Addirittura in certi comuni si faceva l’obbligo ai contadini di dare la caccia all’animale. A questi propositi ecco una norma della Stato di Lucca del 24 maggio 1343 che così diceva: “Bandisce da parte di messer lo Vice vicario Che ciascuna persona di qualunque conditione sia, la quale consegnerà et appresenterà alla Camera di Lucca alcuno lupo o lupa vivo o morto arà incontenente dal Camarlingo della dicta camera tre lire di piccioli, se serà lupo grande et atto a nuocere; e se fusse delli altri lupi piccoli, di ciascuno vivo, avrà soldi XL, et di ciascuno morto soldi XX…”
Branchi di lupi sterminati messi in mostra fuori dal paese
Ma questi soldi non bastarono e per incrementare ancor di più lo sterminio del lupo nella valle gli amministratori furono costretti ad aumentare il premio, dalle tre lire il compenso fu aumentato notevolmente fino ad arrivare a 17 lire. La lotta fra l’uomo e lupo continuò nei secoli a venire, tanto che duecento anni dopo troviamo ancora vigente la taglia sul lupo. Difatti dal registro “dell’Offizio dell’entrate” ecco qualche annotazione dei pagamenti eseguiti per la cattura dei lupi. Ad esempio nel 1565 tal Gian Maria di Pellegrino di Bolognana si ritrova in tasca 17 lire suonanti per la cattura di un lupo grosso. L’anno dopo (1566) a Baccio da Castiglione ecco le solite lire ma stavolta per ben sei lupacchiotti, che dire poi di Lentino di Batista e Cesare di Francesco di Eglio che nel 1568 ebbero l’ardire di catturare ben due lupi grossi, naturalmente la taglia venne raddoppiata. A metter il bastone di traverso a questo bistrattato animale non bastava solamente, come si è visto il vigente Stato, ci si mise pure la chiesa: chi non rispettava i precetti di “Sanctae Romanae Ecclesiae” poteva essere attaccato dal lupo, o lui o i suoi greggi e per confermare questo leggiamo una leggenda figlia di quel lontano periodo.
Cappuccetto Rosso (1883), Gustave Doré
La leggenda si intitola semplicemente “Il pastore e il lupo”. -C’era un pastore nei pressi di Vagli che viveva sperduto con il suo gregge per le montagne, nessuno mai lo incontrava, scendeva in paese solamente per andare alla messa. In quei tempi lontani i lupi erano un vero flagello per i pastori, ma questo problema non toccava il nostro caro pastore perchè la sua fede  e il suo coraggio erano più che sufficienti per tenerli lontani, quando vedeva un branco di lupi all’orizzonte o intento ad uscire dalle impervie gole montane, ecco che il buon pastorello si inginocchiava e cominciava a pregare e alzando solamente una mano fermava l’avanzata inesorabile dei lupi. Una domenica il pastore non scese in paese per andare alla messa, aveva molte faccende da sbrigare, ma quella notte le pecore si misero a belare a più non posso, egli capì subito che i lupi erano ormai vicini. Salì su un masso e si inginocchiò, ma questa volta l’avanzata dei lupi non si fermava, il pastore capì che non essendo andato alla messa i suoi poteri erano spariti, allora estrasse dalla tasca il suo Rosario, chiese perdono e i lupi immediatamente si ritirarono-. Sul masso dove si inginocchiò ancora oggi si possono vedere le impronte delle ginocchia del pastore. Insomma è dura la vita del lupo, da Cappuccetto Rosso in poi non ha avuto più pace, una pace che credo neanche ai giorni nostri riuscirà ad avere…
Bibliografia:
Rivista di archeologia storia e costume. Anno XLIV N 1-2 2016 “Brevi note sulla presenza del lupo in Lucchesia” di Osvaldo Nieri
“Racconti e tradizioni popolari nelle Alpi Apuane” di Paolo Fantozzi
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kritere · 2 years ago
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