#Attilio Amenta
Explore tagged Tumblr posts
persinsala · 7 years ago
Text
Nel terzo millennio si può ancora assistere ad uno spettacolo catartico che mantiene elevato lo spessore, l’equilibrio e il linguaggio erudito della tragedia classica. Quella di Yannis Kokkos per Edipo a Colono di Sofocle è una regia che ossequia i tempi della parola. Il susseguirsi di monologhi introduce il pubblico nei solchi di un dramma di difficile comprensione. Scena dopo scena tutto si chiarisce. Si svela che ogni menzogna, ogni fraintendimento, ogni alone sulla verità ha il suo momento, breve o lungo, poi si sgretola. Sofocle in questo testo snocciola gli ultimi atti di un maledetto e misterioso destino. Quello di Edipo innocente. Si racconta l’esodo di una vita coniata sulla profezia dell’Oracolo di Delfi. Edipo non scelse di uccidere il padre Laio, era uno sconosciuto per lui, eppure per tutta la sua vita fu accusato d’essere un mostro patricida; Edipo non poteva sapere che Giocasta, la donna che sposò, fosse sua madre e scoprì la verità solo dopo aver concepito con lei quattro figli, eppure fu esiliato per il suo incesto. Questo prevedeva la profezia, e questo gli accade. Edipo sopportò ci�� che per volontà degli dei gli doveva succedere, diventò un ingombrante migrante, vagò alla ricerca di un posto dove trovare pace, ovunque giunse venne temuto e giudicato. Sofocle ne mise in luce il decoro e la dignità di fronte alle accuse di una vita intera. Edipo ha sempre subìto e smentito chi lo maldiceva; una a una, ha sradicato le calunnie che si sommavano al peso delle sue azioni e della sua vita affettiva. Le figlie femmine lo amarono, e l’unica città in cui trovò un vero e disinteressato rifugio fu Atene, il saggio re Teseo dopo averlo ascoltato decise di proteggerlo fino alla sua fine. Finché sparì. Il cast di Edipo a Colono ha plasmato mirabilmente la trama, ogni personaggio principale è interpretato con carattere. Questo fa la differenza. Protagonista assoluto è Edipo, Massimo De Francovich lo personifica in modo solenne, misurato, imponente. Sebastiano Lo Monaco interpreta Teseo. L’autorevole, arrogante e bugiardo Creonte è Stefano Santospago. Il messaggero è l’abile narrante Danilo Nigrelli. Antigone è la resistente Roberta Caronia. Ismene è una tenera Eleonora De Luca. Il giovane Polinice, Fabrizio Falco. Kokkos li fa abitare tutti in una scenografia astratta, minimalista, statica in cui domina un maestoso busto di spalle di sei metri, realizzato da Carlo Gilè. La luce è cinematografica. I testi scorrono senza tregua tradotti da Federico Condello. La componente musicale diretta da Roberto Andò completa l’opera dandogli ulteriore pregio. Ci sono tre cori maschili e femminili, i cui attori provengono da diverse Accademie, i loro brani danno dinamicità all’inerte scenografia, si amalgamano con eleganza alle voci maggiori della vicenda.
La tragedia sarà replicata fino al 24 giugno, a giorni alterni con Eracle di Emma Dante. La Fondazione INDA, che tiene in piedi questo Festival, sta registrando un successo di pubblico continuo, sono miste le fasce di pubblico nazionale e internazionale che accedono al secolare teatro di pietra. Un trattamento esclusivo è riservato ai cittadini di Siracusa con specifiche giornate a prezzo ridotto. Siracusa è culla della tragedia greca, offre da sempre esperienze teatrali senza tempo, dare ai cittadini l’opportunità di pagare meno per vedere una o più opere significa invogliarli a riconoscere l’impronta che il Teatro Greco ha dato alla città. Così l’INDA consente a chi vuole in modo prioritario di continuare a vivere e tramandare il legame con la tragedia e con il teatro, ai cittadini le porte sono aperte in modo particolare, perché quel luogo e ciò che avviene sulla scena segna da sempre la loro identità culturale, di generazione in generazione.
Edipo A Colono Foto Di Luciano Roccasalva (3)
Edipo A Colono Foto Di Luciano Roccasalva (4)
Edipo A Colono Foto Di Luciano Roccasalva (5)
Edipo A Colono Foto Di Luciano Roccasalva (6)
Lo spettacolo continua Teatro Greco Viale Paradiso, Siracusa 8, 10, 12, 14, 16, 20, 22 e 24 giugno 2018
Edipo a Colono di Sofocle Regia Yannis Kokkos Direttore artistico Roberto Andò Traduzione Federico Condello Collaborazione artistica Annick Blancard Regista collaboratore Alfio Scuderi Assistente alla regia Stephan Grögler Musiche Alexandros Markeas Scene Yannis Kokkos Assistente scenografo Cleo Laigret Costumi Paola Mariani Disegno luci Giuseppe Di Iorio Assistente di scena Giuseppe Coniglio Coordinatore allestimenti Marco Branciamore Costumista assistente e responsabile sartoria Marcella Salvo Progetto audio Vincenzo Quadarella Responsabile settore scenografico Antonio Cilio Responsabile trucco e parrucco Aldo Caldarella Realizzazione scultura di Edipo Carlo Gilè Edipo Massimo De Francovich Antigone Roberta Caronia Straniero Sergio Mancinelli Corifeo Davide Sbrogiò Ismene Eleonora De Luca Teseo Sebastiano Lo Monaco Creonte Stefano Santospago Polinice Fabrizio Falco Messaggero Danilo Nigrelli Coro dei Vecchi Massimo Cimaglia, Francesco Di Lorenzo, Lorenzo Falletti, Tatu La Vecchia, Eugenio Maria Santovito, Carlo Vitiello Coro dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico sezione Scuola di Teatro Giusto Monaco Giulia Antille, Danilo Carciolo, Emanuele Carlino, Chiara Cianciolo, Greta D’antonio, Adele Di Bella, Tommaso Garrè, Federica Gurrieri, Giulia Messina, Silvia Messina, Federico Mosca, Giulia Oliva, Maria Chiara Pellitteri, Miriam Scala, Noemi Scaffidi, Vittoria Scuderi, Silvia Trigona, Alba Sofia Vella, Salvatore Ventura, Gabriella Zito Soldati Andrea Di Falco, Raffaello Lauro, Gabriele Manfredi, Nicola Morucci, Andrea Pacelli, Andrea Palermo, Daniel Pistoni, Gabriele Rametta, Vito Sisto, Alessio Shoij Coro dei Vecchi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico sezione Scuola di Teatro Fernando Balestra Attilio Amenta, Salvatore Faraci, Lucia Imprescia, Giusi Lisi Costumi Laboratorio di sartoria Fondazione Inda Onlus Scenografie Laboratorio di scenografia Fondazione Inda Onlus Area comunicazione Gaspare Urso
foto di Luciano Roccasalva
Edipo a Colono Nel terzo millennio si può ancora assistere ad uno spettacolo catartico che mantiene elevato lo spessore, l’equilibrio e il linguaggio erudito della tragedia classica.
0 notes
comunicazionelibera · 5 years ago
Text
Stamane scriviamo in modo integrale il modo di operare con nomi e cognomi, fatti e misfatti della “mafia” che domina Siracusa e che vede due distinti clan, da una parte il famoso clan Bottaro-Attanasio e dall’altra il clan Aparo-Nardo-Trigila.
Una questione delicata che dagli anni ’90 ad oggi continua sempre con “storie di spaccio di sostanze stupefacenti” ed estorsioni, ma soprattutto con nomi finora censurati di persone che agevolano i clan ripulendo i soldi come se fossero  “ lavatrici umane ”.
Questa è la mafia di cui parlava Peppino Impastato definendola una montagna di merda; una collusione e una ramificazione di nomi e personalità che messe l’una sopra l’altra non possono che rappresentare, appunto, una “montagna”. Alla politica locale, regionale e nazionale ci viene da porre una domanda: Se 10 uomini robusti e forzuti equivalgono ad un mezzo escavatore, quanti uomini e mezzi ha bisogno Siracusa per rimuovere questa montagna di merda e perché non arrivano i rinforzi?
A conti fatti solo a Siracusa città si contano circa 200 uomini tra affiliati e pusher (e vogliamo essere gentili a non incrementare il numero). Viene da chiedersi se è colpa dell’omertà o della mancanza di uomini, di mezzi o di magistrati la continua crescita della montagna di merda che ha invade strade, piazze e palazzi con droghe, estorsioni e minacce. All’opinione pubblica l’ardua sentenza.
Negli anni 2000 il gruppo Bottaro-Attanasio, tra affiliati e reggenti, era costituito da circa 30 persone, alcuni hanno già scontato la pena altri sono finiti all’ergastolo, altri ancora hanno iniziato a collaborare con la giustizia e tutti insieme, o quasi, ancora oggi li rivediamo sulle pagine di cronaca e in vari processi.
Quanto riportato risulta dal proc. 2447-2001 RG/21:
Attanasio Alessio, Bottaro Salvatore, Piccione Rosario (detto u raggiuneri), Calabrò Salvatore (reggente nel 2002), Lavore Elio (ex cassiere del gruppo), Romano Liberante, Toscano Francesco, De Carolis Luciano (detto u nanu), Lombardo Salvatore (detto piddusinu), Fiorino Vito, Mazzarella Pasqualino (detto u longo), Garofalo Gaetano (detto u corvu), Pandolfino Attilio, Crispino Roberto (detto salomo), Urso Gianfranco, Scarso Orazio, Troni Dario, Midolo Michele (detto michelone), Miceli Luigi (detto macellaio), Calabrese Giuseppe (detto delfo), Di Benedetto Giuseppe (detto u piattaru), Amenta Orazio, Cassia Vincenzo, Tarascio Antonio (detto u zuccaru), Sapia Antonio (detto u lupu), Montalto Girolamo, Bianchini Maurizio, Romano Luca.
#gallery-0-5 { margin: auto; } #gallery-0-5 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 33%; } #gallery-0-5 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-5 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Parente clan
Piccione Rosario-fonte Diario1984
De Carolis Luciano
Dario Troni- Fonte Diario1984
Lavore Elio
Iacono Angelo-Fonte Siracusanews
Salvatore Lombardo
Attanasio Alessio – Fonte Diario1984
Maurizio Bianchini
Toscano Ftancesco – fonte Diario1984
Liberante Romano
Miceli Luigi-Fonte LaSpia
Pasqualino Mazzarella
coniuge e parente
Ognuno di questi uomini aveva a disposizione auto e moto per potersi muovere indisturbati, molti utilizzavano mezzi intestati ad altri soggetti che rendevano difficile la localizzazione, visto e considerato che il mezzo (spesso e volentieri) era utilizzato da altri.
Cerchiamo di capire il parco mezzi a disposizione di questi uomini
Alessio Attanasio aveva a disposizione una Vespa 50 e una Mercedes Smart intestata a Cassia Concetto, mentre una Yamaha TDM 850 e una Opel Vectra S.W. erano intestate a Cassia Vincenzo.
Rosario Piccione aveva un’auto Mercedes S 6000 blindata, una moto Yamaha T-MAX 500, una Volkswagen Golf 1.600 cabrio colore grigio.
Bottaro Salvatore aveva in uso una Fiat 600 intestata a Magnano Enza.
Calabrò Salvatore aveva in uso una Toyota Yaris verde, un motociclo Aprilia Scarabeo e una Vespa 125 color nero.
Lavore Elio aveva in uso una Mercedes Smart intestata alla sorella e una Vespa 50.
Liberante Romano aveva in uso una Ford Focus Blu e una Vespa 50.
Toscano Francesco utilizzava una moto Yamaha 1200 e una Vespa 50.
Luciano De Carolis utilizzava una Nissan Micra e una Vespa 50 color nero.
Lombardo Salvatore utilizzava diversi mezzi: Toyota Yaris, Fiat Panda color rosso e una Vespa 50.
Vito Fiorino utilizzava una Lancia Y color rosso e una Vespa 50.
Pandolfino Attilio utilizzava una Lancia Y color bianco intestata ad altri.
Iacono Angelo utilizzava una Ford Focus, una moto Yamaha T-MAX 500, una Vespa 50 e una moto BMW 1200.
Urso Gianfranco aveva in uso una Volkswagen Lupo colore nero intestata a Patrizia Bottaro.
Midolo Michele aveva in uso una Ford Focus S.W. e una Vespa 50.
Tutti i mezzi erano stati acquistati con i profitti illeciti dal clan.
I profitti del clan Bottaro-Attanasio sono stati sempre talmente ingenti che molte delle persone sopra citate hanno acquistato anche immobili, arredamenti costosi, garage per uso nascondiglio stupefacenti La casa del boss Attanasio, tanto per fare un esempio, quella di via Arsenale, è una proprietà blindatissima, porte e vetri blindati, con un surplus di video sorveglianza di alta performance.
Per comprendere meglio i contrasti che col tempo si sono creati nel gruppo Bottaro-Attanasio, basta leggere la Sentenza della Cassazione Penale n.24919 del 23/04/2014 (qui per leggere) il quale menziona anche il nome di Patrizia Bottaro, citata nell’articolo precedente, e di alcune persone diventate collaboratori di giustizia.
Tra i tanti contrasti è giusto ricordare ‘La Yogurtiera’ di Cassia Concetto, di fatto realizzata con soldi sporchi provenienti dalle attività illecite di Cassia Vincenzo, che in un primo tempo raffiguravano proprietari (soci) occulti anche Salvatore Bottaro, ma proprio per questi contrasti Bottaro ne rimase fuori. Solo per cortesia, assunsero come dipendente la figlia dello stesso, Patrizia, senza mai aver lavorato realmente.
Tra le varie figure che formavano il clan Attanasio, a curare gli interessi del traffico di stupefacenti era stato incaricato Francesco Toscano, amico di Giuseppe Calabrese già affiliato al clan, il quale aveva contatti di alto profilo con le cosche calabresi. Toscano era molto attivo sulla zona di Priolo e per incrementare il giro di spaccio al dettaglio, affidò il compito a De Simone un piccolo spacciatore della zona. Anche Pocchi Sebastiano, marito di Amore Santina, cognato dell’ex ragioniere del clan, arrestato poi per l’estorsione al Medimax nel maggio 2002 e divenuto la “gola profonda” come collaboratore di giustizia Rosario Piccione, si forniva gli stupefacenti altri componenti del gruppo. Infatti, Pandolfino Attilio in varie occasioni avrebbe acquistato droga per un valore complessivo di € 30.000.
Oltre a Lombardo e De Carolis e tanti altri sopra citati, anche Roberto Crispino si costruì una rete di spaccio indipendente. E per ordine del capo clan, gli fu affidato il compito, insieme a Lombardo e De Carolis, di nascondere la droga in diversi locali. Tutto sommato il clan Attanasio si era fortificato nel traffico di stupefacenti con l’ausilio di: Luca Romano, Liberante Romano, Seby Garofalo (u’ cavalieri) e Antonio Sapia. In termini di spaccio De Carolis faceva riferimento a Pasqualino Mazzarella e Vito Fiorino, mentre Lombardo a Crispino.
Ma come venivano riciclati i proventi del traffico
Il sistema per riciclare i soldi dello spaccio avveniva con un sistema di cambio attraverso esercizi commerciali e tabaccherie. Piccione, il quale si occupava del lavaggio dei soldi sporchi, operava su diversi conti correnti intestati a varie figure servili al clan. Infatti i soldi, di piccolo taglio, venivano versati sui conti correnti intestati a: Lucia Amore, Maria Troia, Sebastiano Pocchi e Tecla Simi. I conti correnti erano stati accesi in diversi istituti bancari di Siracusa.
Per quanto riguarda la famosa BMW verde che serviva per i consueti spostamenti a Palermo, fu venduta a Concetto Cassia, fratello di Vincenzo Cassia nipote di Vincenza Magnano moglie di Salvatore Bottaro. Con i proventi della vendita degli stupefacenti, i Cassia avevano acquistato diverse yogurtiere a Siracusa. Parte dei proventi di queste attività, sarebbero andati anche a Bottaro il quale non ricevette nulla o quasi. Questo ‘sgarro’ fece infuriare il boss Attanasio che ebbe da ridire sulla condotta dei Cassia. Sebbene non ci sono riscontri di eventuali affari illeciti riguardo al traffico degli stupefacenti tra Concetto Cassia e il clan, di certo Cassia aveva lo stesso continuato a trafficare droga con: Lino Micca, Davide Mirabella e un certo Di Mari.
I nomi sono tanti e tanti legati tra di loro anche sentimentalmente che non si spiega come alcuni di questi possano detenere armi legalmente e lavorare in luoghi delicati.
Per il momento terminiamo qui la prima parte dell’ascesa del boss “Alessio Attanasio” e del clan Bottaro-Attanasio, nella seconda parte vi racconteremo altri minuziosi particolari.
Fonte IlFormat
Esclusivo.La storia del clan Bottaro-Attanasio prima parte Stamane scriviamo in modo integrale il modo di operare con nomi e cognomi, fatti e misfatti della "mafia" che domina Siracusa e che vede due distinti clan, da una parte…
0 notes
tuttolionssicilia2015 · 8 years ago
Text
Lions Day a Palermo
In una splendida giornata primaverile, Palermo , all’ombra dei suoi monumenti e delle grandiose vestigia, tra la centralissima via Ruggero Settimo, salotto della città e piazza Politeama,  ci ha accolto, per celebrare con la necessaria solennità, il Lions Day, ossia il giorno del Lionismo. Eravamo più di duecento, oltre   alle (ed ai) consorti, a partecipare a questa festa, colle nostre giacchette gialle, in rappresentanza dei quindici Club della Prima Circoscrizione.
Capitanati dal Presidente Peppe Martorana e  dai suoi luogotenenti: Giampiero Brillo, Presidente della Zona 1 (Club: Palermo Host, Pa Federico II e Mediterranea); Vittorio Di Carlo Presidente Zona 2 (Club : Partinico, Pa Normanna, Carini, Pa Libertà); Oreste Milazzo, Presidente della Zona 3 (Palermo:Vespri, Leoni, Monte Pellegrino);  Felice Savaia, Presidente della Zona 4 (Club: Cefalù, Bagheria, Termini Host, Madonie e Himera Cerere).
Assente il Governatore Vincenzo Spata, per compiti istituzionali, hanno presenziato  e sfilato dietro ai labari, anche loro in giacchetta gialla, il:  PCC Salvo Giacona, l’IPDG Franco Freni Terranova, il 2° VDG Enzo Leone , i PDG Gianfranco Amenta, Franco Amodeo e Amedeo Tullio, il Delegato Distrettuale al Lions Day Angelo Collura, visibilmente soddisfatto e commosso, per la grande riuscita del Lions Day itinerante; ma c’erano anche tanti officer Multidistrettuali, Distrettuali e di Club e tanti soci Lions presso i gazebo e i camper , a distribuire ai passanti, depliant che illustrano le nostre attività, svolte all’insegna della coerenza e dell’operosità, i nostri service: Acqua per la Vita (pozzi in Burkina Faso), So.San, Progetto Martina, Alert Team, Scambi Giovanili, A ruota Libera (a different way to live the disability),service questo che aiuta ad accettare i propri limiti, trasformando la paura dei disabili in coraggio e l’ostacolo in traguardo. Negli altri stand: controllo dell’udito, controllo glicemico e dimostrazione di  manovre di primo soccorso per bambini , da parte dei volontari della Croce Rossa.
E’ stata una festa, un lionismo vivo, tra la gente, un riappropriarci dell’orgoglio dell’appartenenza. Si festa, perché è in questa città che sessanta anni addietro , con la creazione del Club Palermo Host , avvenuta il quattro febbraio del 1957, è nato il Lionismo siciliano. Sono passati quindi sessant’anni ed in questo lungo periodo i Lions siciliani hanno metabolizzato il Lionismo, trasformandolo, rispetto a quello americano e anglo sassone, in un Lionismo più complesso, avanzato , composito e colto, che si alimenta della nostra cultura e della nostra storia quadri- millenaria.
Ma la trasformazione da Club elitario a Club di proposta si è avuta gradatamente negli anni, affrontando temi connessi con la sanità, come:la lotta al diabete, alla  droga, all’autismo e con il sight first, annullamento della cecità emendabile e prevenibile, derivante da cataratta. Con l’educazione al primo soccorso, nelle scuole, nelle caserme, nelle fabbriche, per insegnare ad eventuali soccorritori, con l’ausilio di un fantoccio elettronico, la respirazione cardiopolmonare di base, per essere tempestivi, perché: chaque second compte. Come Recitava il libretto, predisposto dal grande Lion Mimmo Di Piazza, distribuito in tutte le Scuole, fino a diventare materia curriculare e nel  Multidistretto, service nazionale.
E inoltre essi hanno donato camper attrezzati per il controllo della vista e per lo screening oncologico e, nei loro convegni, hanno parlato di ipoacusia, malattie rare, screening oncologico nelle scuole (progetto Martina), di cellule staminali, donazione di organi e di midollo osseo, persone vere per vincere la leucemia, di Alzheimer, malattia sociale, di bambini, futuro del mondo, di violenze sui minori,  di immigrazione ed integrazione, di ecosistemi e sviluppo ambientale compatibile,  di incidenti negli ambienti domestici e stradali, di valorizzazione e recupero di Beni Culturali egemoni e non, di cultura d’impresa e disoccupazione giovanile, di Difensori Civici e di Legalità, cercando di inculcare nell’animo dei giovani, anche nelle scuole ubicate in quartieri degradati, con il Lions Quest, comportamenti leciti , che discendono dalla legge morale che è in noi, (di Kantiana memoria), facendo loro aborrire, nei confronti degli altri,  prevaricazioni e Cyberbullismo.
Alla fine, dopo la grande parata dei labari e delle bandiere lionistiche, gli interventi e i ringraziamenti:
-Del Presidente Peppe Martorana alle autorità lionistiche intervenute, ai soci Lions e Leo, ai Partner: CRI, ACI, AISLA, CoTuLeVi, Salvamento, Medici Senza Frontiere, Alzheimer, Amplifon, Unità Oftalmica, Slow Food Madonie, a tutti coloro che in vario modo hanno collaborato per la riuscita della manifestazione, primo fra tutti Attilio Carioti, che insieme a tanti altri Lions si è prodigato per la riuscita di questo importante meeting, che “ ha lo scopo di offrire alle Comunità occasioni di incontro, di partecipazione ad eventi di controllo della salute, di riflessione e di concreta solidarietà”.
– Del Delegato Distrettuale al Lions Day, Angelo Collura, che ha così commentato :”Bellissima  e maestosa manifestazione, un modo nuovo di intendere il Lionismo, che ha in Palermo, un punto di riferimento. Grande festa di Lionismo puro che dimostra quanto noi Lions vogliamo essere protagonisti del futuro”.
– Di Salvo Giacona, Past Presidente del Consiglio dei Governatori che nel suo intervento conclusivo , dopo aver manifestato la gioia di essere qui con noi a condividere questa festa ed aver ringraziato per la partecipazione Lions e Leo ha detto:”noi Lions non siamo un insieme di soggetti elitari, come diceva quel grande Lion che è stato Osvaldo De Tullio, ma il nostro essere elitari deriva soprattutto e solamente dai valori che noi professiamo. In questo ci possiamo distinguere dagli altri ; anche noi perciò scendiamo nelle piazze, ma non per protestare, ma per portare pace e divulgare quei valori .”
Questo Lionismo vivo, tra la gente, al di la dell’ Appearance, tipicamente americana,  ci fa consolidare l’orgoglio dell’appartenenza e ci proietta, con rinnovate energie, oltre il centenario.
“AD MAJORA SEMPER”
Enzo Traina – Redattore della Rivista Distrettuale Area Palermo –
1^ Circoscrizione – Lions Day Lions Day a Palermo In una splendida giornata primaverile, Palermo , all’ombra dei suoi monumenti e delle grandiose vestigia, tra la centralissima via Ruggero Settimo, salotto della città e piazza Politeama,  ci ha accolto, per celebrare con la necessaria solennità, il Lions Day, ossia il giorno del Lionismo.
0 notes