#Arturo Schwarz
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fashionbooksmilano · 1 year ago
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Maria Mulas Milano, Ritratti di fine '900
A cura di Andrea Tomasetig
Testi di Andrea Tomasetig, Paolo Fallai, Stefano Salis, Patrizia Zappa Mulas
Allemandi, Torino 2022, 192 pagine, 89 ilustrazioni, 20x29 cm, Inglese e Italiano, ISBN 9788842225812
euro 25,00
email if you want to buy : [email protected]
Il catalogo, edito in occasione della personale di Maria Mulas a Palazzo Reale a Milano, documenta il percorso di una protagonista della storia della fotografia che, con i suoi scatti, ha mostrato come nessun altro il volto del mondo artistico e culturale milanese, italiano e internazionale.
Gli anni settanta, ottanta e novanta sono per Maria Mulas una girandola di incontri, fra le Biennali veneziane e la Documenta di Kassel, allestimenti e inaugurazioni di mostre, presentazioni di libri, feste e reportage in giro per il mondo. Il suo luogo d’osservazione privilegiato è sempre Milano, città cosmopolita che, come un magnete, accoglie e integra le varie provenienze regionali e straniere, ed è in quegli anni uno straordinario laboratorio di creatività e modernità.
Maria Mulas ha ritratto artisti, galleristi, critici, designer, architetti, scrittori, editori, giornalisti, stilisti, registi, attori, intellettuali, imprenditori, amici. Un elenco dettagliato ne riporta ben 539, dalla «A» di Claudio Abbado alla «Z» di Franco Zeffirelli. Il catalogo Allemandi documenta i cento ritratti esposti nelle sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale, provenienti dalla mostra al Museo Nazionale Slovacco promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava. Tra le pagine, i volti di: Giorgio Armani, Gae Aulenti, Joseph Beuys, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Dario Fo, Carla Fracci, Allen Ginsberg, Krizia, Marcello Mastroianni, i Missoni, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Giò Ponti, Miuccia Prada, Giorgio Strehler, Arturo Schwarz, Ornella Vanoni, Lea Vergine, Gianni Versace, Andy Warhol.
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gregdotorg · 3 months ago
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How many Marcel Duchamp shovels are there, where are they, and will another one be sold in my lifetime?
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palmiz · 3 months ago
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Philippe Daverio e il gallerista Arturo Schwarz
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schizografia · 2 months ago
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Ad Anna Blume
Merzpoesia I
O tu amata dei miei ventisette sensi, io a te
amo! tu di te te a te, io a te, tu a me. – Noi?
Ma questo (detto fra parentesi) non c’entra.
Chi sei tu, innumerevole femmina? Tu sei… sei tu?
– la gente dice, che saresti, – lasciala dire, non
sa come sta in piedi un campanile.
Porti il cappello sui tuoi piedi e cammini sulle
mani, sulle mani tu cammini.
Ehi, i tuoi vestiti rossi, segati in pieghe bianche.
Rossa io amo Anna Blume, rossa, io amo a te! Tu di te te
a te, io a te, tu a me. – Noi?
Questo (detto fra parentesi) sta meglio nella fredda brace.
Rosso fiore, rossa Anna Blume, come dice la gente?
Indovinello: 1. Anna Blume ha un grillo.
2. Anna Blume è rossa.
3. Che colore ha il grillo?
Blu è il colore dei capelli gialli.
Rosso è il tubare del tuo verde grillo.
Tu ragazza schietta nel vestito di casa, tu cara verde bestiola,
io amo a te! – Tu di te a te, io a te, tu a me;
– Noi?
Ma questo sta meglio (detto fra parentesi) nella cassetta della brace.
Anna Blume! Anna, a-n-n-a, io sgocciolo il tuo nome. Il tuo
nome gocciola come morbido sego di bue.
Lo sai, Anna, lo sai già?
Ti si può leggere anche da dietro, e tu, tu la più splendida
fra tutte sei da dietro come davanti: “a-n-n-a”;.
Sego di bue gocciola accarezzare sulla mia schiena.
Anna Blume, tu bestiola, gocciolone, io amo a te.
Kurt Schwitters
[ trad. Arturo Schwarz ]
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surrealistnyc · 10 months ago
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Infosurr's 165th issue is now available:
Issue 165 will pay homage to Gérard Durozoi who brought surrealism to several generations. "What Durozoi wrote was flying high but he so elegantly made everything comprehensible". His portrait will feature on page 1. Light will be thrown on the astonishing personality of Arturo Schwarz, the encyclopaedic compiler of surrealism and the avant-gardes, but with other 'identity cards" to be discovered...One page will be devoted to the "poetic surreality" of Will Alexander, the perfect successor of Ted Joans and another one to Claude Gauvreau's "dramatic objects" and his Vampire and the Nymphomaniac, Gauvreau's little-known opera, which is probably the most vibrant example of the scion of surrealism in Quebec - the automatist movement.
We will also deal with an exhibition in Germany of Jan Svankmajer's itinerary as a filmmaker, a creator of objects and a surrealist activist. "Never put your work at the service of anything else but freedom". We will return to Pol Bury's exhibition, his graphic work next to his "animated reliefs", and to the Gardens of Dreams by Alberto Giacometti and Salvador Dali....another very rich issue !
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the-painting-space · 11 months ago
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Marcel Duchamp
In the Manner of Delvaux
1942
Collage of tinfoil and photograph on cardboard; 340 x 340 mm
The Vera and Arturo Schwarz Collection of Dada and Surrealist Art in the Israel Museum
© Estate of the artist
From the Israel Museum publications:
Manor Friedman, Tamar (ed.), Dreaming with Open Eyes: The Vera and Arturo Schwarz Collection of Dada and Surrealist Art in the Israel Museum, Jerusalem (revised edition 2008), 2000
@The Israel Museum Jerusalem
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micro961 · 1 year ago
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Anna Jencek
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esce “Saffosonie - Cantando liriche di Saffo”
Il disco dello spettacolo dedicato alle liriche di Saffo nella traduzione di Salvatore Quasimodo. Un recital teatrale di Alessandro Quasimodo, "Operaio di Sogni", dedicato alla poesia del padre Salvatore, con la regia di Lorenzo Vitalone e la partecipazione di Mario Cei. Ad Anna Jencek il compito di inframmezzare l'interpretazione poetica di Alessandro con siparietti musicali, accompagnando con la chitarra, musicando e cantando alcune liriche di Saffo nella traduzione di Salvatore Quasimodo: «di questo suo lavoro il poeta parlava spesso a noi, allievi affascinati del suo corso di letteratura al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano». Nasce così “Saffosonie” il nuovo disco di Anna Jencek,
«Bisogna ringraziare Saffo: l'invito di Bollani in quella puntata del 5 aprile 2021 del bel programma televisivo di Stefano Bollani, "Via dei Matti n. 0", mi ha spinta a completare quel lavoro appena accennato e a restituire nuovo canto a quei versi d’amore.
D'altronde non sono affatto estranea all'ispirazione di musicare poeti (Goethe, Marc De Pasquali, Cesare Pavese, Shakespeare, Neruda, Arturo Schwarz) formata dall'esperienza entusiasmante, negli anni giovanili della bohème, del comporre canzoni per e con Herbert Pagani, con cui ho condiviso la magia di quel tempo». Anna Jencek
Traduzione: Salvatore Quasimodo Musica: Anna Jencek, Flavio Minardo Orchestrazione: Dario Toffolon Canto: Anna Jencek Voci Recitanti: Matteo Chiarelli, Anna JencekSolisti: Jacopo Dentice (cornamusa) - Flavio Minardo (chitarra e sitar) - Simone Rossetti Bazzaro (viola)
Anna Jencek, artista poliedrica, svolge intensa attività nei settori della musica, del teatro, della danza. Ha studiato pianoforte e canto, nonché chitarra classica al conservatorio G. Verdi di Milano, sotto la guida del M° Ruggero Chiesa, negli anni in cui Salvatore Quasimodo era docente di letteratura italiana. Ha scritto musica per Herbert Pagani, con cui ha condiviso anni di lavoro e di vita, e altri artisti; per spettacoli teatrali e di danza, spot radiofonici e televisivi, ottenendo vari premi e un disco d'oro. Cantautrice, attrice, tiene recitals nei principali teatri milanesi, in Italia e all'estero. Ha diretto stage professionali di canto in cui era docente di interpretazione, tecniche vocali e presenza scenica. È stata vocal coach in talent televisivi. Ha inciso numerosi dischi con sue composizioni. È citata nel dizionario delle compositrici lombarde. Voce di Radio Montecarlo e altre, affronta le prime esperienze di palcoscenico sotto la guida registica del M° Alessandro Brissoni. Ha collaborato con la scuola del Piccolo Teatro. È stata docente di recitazione, commediografa e regista in compagnie filodrammatiche. Ha partecipato come compositrice cantante e attrice nella "Compagnia del lago", diretta da Luigi Chiarelli. Allieva di Ada Franellich nel percorso decennale di "Ginnastica, Ritmica, Danza secondo il metodo Hellerau - Laxenburg", ha studiato all'Istituto Yoga di Carlo Patrian. Danzatrice e coreografa, ha insegnato danza creativa, nei corsi del Comune di Milano e presso la scuola di danza Mara Terzi. È insegnante di yoga. Dal padre, mecenate di artisti, ha appreso il gusto della pittura. La scrittrice Lalla Romano, amica di famiglia, ha guidato i suoi primi passi nella conoscenza di poesia e letteratura, per cui fin da bambina ha ottenuto premi e borse di studio. È stata redattrice editoriale. Ha insegnato attività creative presso le scuole medie statali durante il primo settennato di sperimentazione didattica, avendo ottenuto abilitazione ministeriale. Ha tenuto laboratori di scrittura della memoria e di lingue. Consulente di Assessorati alla Cultura, aveva fondato e diretto l'associazione di servizi culturali "L'albero dell'Arte", per l'ideazione e organizzazione di eventi nei campi dell'arte, dello spettacolo, della cultura, dell'educazione, con all'attivo centinaia di progetti realizzati per enti privati e, soprattutto, pubblici (Vacanze a Milano, Milano d'estate, Carnevale ambrosiano, Folk festival, Cinema nel parco, Celebrazioni mozartiane, Celebrazioni per la Certosa di Pavia, Il giardino dell'Arte: teatro musicale per bambini e ragazze, Centri socio ricreativi, Università della terza età ecc.). La sua discografia ha sempre cercato il connubio tra musica, letteratura e poesia. La sua ultima pubblicazione è “Saffosonie - Cantando liriche di Saffo” per Moletto Edizioni Musicali.
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yacheika213 · 4 years ago
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Symptome des Akademismus
Wiederholung vorgegebener Regeln
Flucht ins Monumentale
Fokus auf den Skandal
Akzent aufs Dekorative
Mangel an Inspiration
Blick aufs Geld
Quelle: “Hype! Kunst und Geld” von Piroschka Dossi (2007), nach Arturo Schwarz 
Cимптомы академизма:
следование заданным правилам (воспроизведение установившихся правил)
бегство в монументальность (переход в монументализм)
фокусирование на скандале (ориентация на скандал)
акцент на декоративности (упор на декоративность)
недостаток (отсутствие) вдохновения
стремление заработать
Источник: “Продано! Искусство и деньги” Пирошка Досси (п��ревод: Е.Р. Волковыский)
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fashionbooksmilano · 11 months ago
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Tobia Ravià, codici trascendentali
Roy Doliner, Arturo Schwarz, Sirio Luginbühl
Grafiche  Turato Edizioni, Rubano(PD) 2013, 96 pagine, 21,28,5cm, ISBN 978 88 895 24763
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Catalogo delle mostre di Padova, Roma e Tel Aviv, 2013-2014. Singolare artista Tobia Ravà, unico, che io conosca, nel panorama non solo italiano ma europeo, grazie alla ricerca che conduce da alcuni anni sull’essenza stessa della cultura ebraica e dei suoi archetipi dotti come la ghematria e la kabbalah. Questa ricerca, appassionata e illuminata da una vivace intelligenza che trascende il lato estetico e propriamente artistico dell’opera, lo ha portato a costruire un mondo fatto di pitture, sculture, oggetti, tessuti dove si coniugano numeri e lettere dell’alfabeto ebraico, suggestivamente composti secondo un pensiero matematico-filosofico, che, anche se non di facile lettura, fa in modo che il fruitore quasi affacciandosi alla porta della conoscenza, scopra una realtà parallela a quella vissuta subendone una sottile seduzione. […] Dall’introduzione al catalogo di Sirio Luginbühl
13/03/24
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alaspoorwallace · 5 years ago
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Mario Schifano (Italian, 1934-1998), Il sogno dada di Arturo Schwarz [The Arturo Schwarz’s Dada Dream], 1965. Enamel and pencil on canvas, 100 x 100 cm
"Dada taught us a monosyllable: no; a word responsible of all the humanity improvements. In a nation like ours where everything is managed by a single man and a media brainwashing is performed every day, it is necessary to know how to say no and think for themselves" 
Arturo Schwarz
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marcogiovenale · 3 years ago
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50 anni dalla prima mostra italiana di ray johnson
50 anni dalla prima mostra italiana di ray johnson
  50 anni dalla prima mostra del 1972 in Italia di Ray Johnson nella galleria di Arturo Schwarz a Milano (5-29 aprile 1972). Sandro Bongiani  
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willytherat · 4 years ago
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ARTURO SCHWARZ, HASTA SIEMPRE...di Roberto Massari
Se solicitan gentilmente traducciones en otros idiomas/ Translations in other languages are kindly requested Arturo Schwarz ci ha lasciato il 23 giugno all’età di 97 anni. D’ora in poi saremo tutti un po’ più soli sul terreno culturale e rossoutopico. Ma il patrimonio che egli ci lascia sopravviverà a lui e alle generazioni future. Ebreo del Cairo (dov’era nato nel 1924), fu tra i costruttori della sezione egiziana della Quarta internazionale, pagando di persona alti prezzi alle autorità militari britanniche (prigionia, torture, internamento e finalmente espulsione verso l’Italia). Nel nostro Paese militò nella sezione italiana della Quarta (i Gcr), dalla quale uscì per divergenze sull’orientamento politico.
Munito di doppia laurea (Sorbona e Oxford) diede vita nel 1952 alla celebre casa editrice «Schwarz» che rappresentò la prima vera fucina editoriale del pensiero d’avanguardia in questo Paese dilaniato tra due potentissime fonti di arretratezza culturale: la Chiesa cattolica e il togliattismo. E fu proprio Togliatti che riuscì a far chiudere questa eroica casa editrice che, per gli italiani reduci dal fascismo, pubblicava Breton, Trotsky, Naville, Nadeau, il primo Giorgio Galli e altri esponenti del pensiero antistaliniano, o poeti come Luzi, Merini, Quasimodo… La chiusura fu realizzata facendogli togliere il credito bancario (in qualche modo entrò nella congiura anche la Lega delle cooperative). Eppure la corrente editoriale rappresentata da Schwarz non morì e rinacque sotto non tanto mentite spoglie con la Samonà & Savelli, che a sua volta fece da madrina all’attuale Massari editore. Schwarz-Savelli-Massari, una linea di continuità editoriale che vive ed è proiettata nel futuro, a differenza del moribondo togliattismo (vecchio e nuovo) e degli ostacoli che la Chiesa incontra in campo culturale. Questa linea di contiinuità fa ben sperare per il futuro del pensiero razionale e rossoutopico e una parte del merito dovrà sempre essere riconosciuto a chi ha aperto la strada, cioè ad Arturo Schwarz. Verso la fine degli anni ’50, Arturo abbandonò la Quarta, ma la sua ammirazione per Trotsky continuò sino alla fine dei suoi giorni. Suo è il bel libro sull’amicizia fra  Breton e Trotsky, tradotto in più lingue, che dal 1997 è nel catalogo della Massari editore, insieme con il suo L’avventura surrealista. Amore e rivoluzione, anche (a sua volta del 1997). A un certo punto Arturo si definì anarchico e credo che lo sia stato profondamente, nel senso migliore del termine. E infine sionista, anche questo nel senso migliore del termine, secondo un iter attraversato da molti altri esponenti dell’intelligentsia ebraica di sinistra o comunista, sempre comunque internazionalista.📷 Era un convinto e commosso ammiratore della nuova cultura israeliana ma anche, come mi confessò una volta, dell’accoglienza che la sua personalità culturale aveva in quel Paese, dove lo facevano addirittura insegnare all’università, mentre in Italia continuavano l’ostracismo o il silenzio nei suoi confronti. Non si faccia caso alle commemorazioni ipocrite che si leggeranno nei prossimi giorni, perché Arturo è rimasto sostanzialmente un emarginato sulla scena culturale italiana, nonostante il suo grande prestigio a livello internazionale. Più che il suo trotsko-anarco-sionismo, non gli è mai stato perdonato il suo precoce e duraturo antitogliattismo: proprio questo tratto culturale che deve restare come un suo titolo di grande merito, indipendentemente da altre considerazioni politiche. Si tenga conto che grazie alla sua pionieristica opera di collezionista e ai suoi studi sull’arte d’avanguardia, Schwarz aveva aperto una galleria a Milano, nella quale aveva raccolto un’enorme quantità di pezzi del dadaismo e del surrealismo di tutto il mondo, ma che portavano a volte le firme prestigiose di Duchamp (il più rappresentato), Tzara, Ray, e dello stesso Breton (un suo collage ebbi modo di vederlo nella sua casa museo di via Giuriati a Milano e l’ho poi adottato - su riproduzione datami da Arturo - come copertina del libro di Breton, Entretiens, altro capolavoro dell’editore Schwarz trasmigrato nella Massari editore). Arturo è stato considerato uno dei massimi studiosi del dadaismo e del surrealismo, e non c’è stata praticamente nessuna grande mostra su questi temi (dagli Usa, alla Francia, all’Italia, a Israele ecc.) che non si sia avvalsa dei suoi prestiti e della sua consulenza, sia per l’allestimento, sia per il catalogo. A un certo punto Arturo decise di donare una parte della sua grande collezione all’immeritevole Galleria d’Arte moderna di Roma (ormai degenerata a livelli impensabili per chi in quel Museo ha imparato a conoscere e amare l’arte del Novecento). Ma a me disse che quella donazione all’Italia la faceva soprattutto per superare gli ostacoli
giuridici alla donazione più grande e corposa che riuscì a fare nel 2000 per il Museo di Tel Aviv. Arturo scrisse molti libri. Io stesso vado accumulando da anni alcuni suoi testi (inclusa la conversazione con Marcuse) che mi permetteranno di includerlo ben presto nella collana degli «eretici e/o sovversivi», nella speranza che qualche studioso rediga una sua affascinante biografia. Scrisse di alchimia, di misticismo ebraico e orientale, scrisse poesie e scrisse di donne, da lui amate nella concretezza corporea, ma anche in una sorta di fantasiosa proiezione ideale. E amò molto se stesso, e a tale riguardo non fu mai ipocrita o modesto. Chi lo ha frequentato, sa che ebbe un carattere  brusco, imprevedibile e a volte intrattabile. Io che sono riuscito miracolosamente a restargli  amico (nonostante un diverbio che avemmo per una questione di dettaglio dopo gli indimenticabili incontri avvenuti nella villa/antico convento «incantato» nei pressi di Badia al Pino [Arezzo] ) posso assicurare che era questo il suo modo di difendersi dalla più infida minaccia per un uomo della sua celebrità internazionale: la discesa nella banalità, il cedimento alla società dello spettacolo. E per questo grande e anomalo intellettuale morto quasi centenario, possiamo dire che almeno lui ce l’ha fatta a vincere la battaglia più difficile. Hasta siempre, Arturo...
Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com
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gregdotorg · 2 years ago
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This is Fine: Gaultier Furniture
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shinonart · 2 years ago
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Some bestiary pieces I did for a TTRPG called Die Schwarze Katze: Fasar expansion by Ulisses Spiele!
I did a bunch of creatures and I will be posting more later. Featuring here, Arturo, the peacock and cat hybrid, Schwarzer Jäger, the scarab beetle and cat hybrid, and Nilan, a canine manticore.
Find me and my art elsewhere!            
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ozfactsblog · 4 years ago
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Arturo Schwarz, Refugee Who Became a Surrealism Tycoon, Dies at 97
Arturo Schwarz, Refugee Who Became a Surrealism Tycoon, Dies at 97
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surrealistnyc · 3 years ago
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Infosurr #156 is now available
"The 12 pages of Issue 155 will help you rediscover the strange Juliette Roche in Besançon, the work of Man Ray in Avignon or Philip Lamantia’s narcotics-inspired poetry. Tribute is paid, with delay, to Nanos Valatoris, one of the main Greek surrealist poets. The review are always in the spotlight with the annual issue of The Oystercatcher or the documents and unpublished correspondences unearthed by L'Étoile de mer edited by the friends of Robert Desnos. This rich panorama will be completed with Kathleen Fox's "seductive narrative in creations" and Agustin Cardenas, "the surrealist sculptor par excellence" said André Pieyre de Mandiargues. We start to report on the huge travelling exhibition of Toyen. It deserved the cover of the issue with an amazing photo of her and Jindrich Styrsky. "In the next issues, we will deal with Maurice Henry’s Rêves et Culbutes, Mary Reynolds’s neglected career and the one-issue review Vendredi. The « Figures of or around surrealism » section will mention Petr Kral, Arturo Schwarz, Alain Joubert, Jean Terrossian, Jacques Calonne and Frédérick Tristan. Exhibitions start again with the surrealist bestiary of Max Ernst in Germany and the course around surrealism of Anne-Marie Castelain. New academic approaches to surrealism (Abigail Susik) will be presented, as well as poetic approaches still in progress (Guy Cabanel, Jean-Claude Silbermann). Reviews will always be present in Infosurr like the first issue of Philosophical Egg. So there are always (re)discoveries to be made, here and elsewhere."
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