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#Palazzo Reale Milano 2022
fashionbooksmilano · 2 years
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Richard Avedon   Relastionships
a cura di Rebecca Senf
Skira, Milano 2022, 194 pagine,  25x 32.5 cm, ISBN 978-8857248608
euro 39,00
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“Richard Avedon – Relationships” è la mostra dedicata al maestro di fotografia americano che ha rivoluzionato il mondo della moda. Palazzo Reale, Milano  22/09/22 – 29/01/23
Oltre sessant'anni di carriera di uno dei grandi maestri della fotografia del Novecento Un omaggio a Richard Avedon (1923-2004), il fotografo statunitense che ha legato il suo nome e i suoi scatti a riviste iconiche come Harper's Bazaar, Vogue e The New Yorker. Celebre ritrattista, Avedon fu tra i primi padri della fotografia di moda di cui rivoluzionò lo stile quando, già dal 1945, tralasciò le pose statiche per collocare le modelle in ambientazioni reali. Quelle di Avedon sono immagini quasi cinematografiche che portano chi le osserva a immaginare i racconti e le storie che sembrano evocare. Davanti all'obiettivo di Avedon non sono transitate solo le modelle più famose dell'epoca, ma anche una ricca compagine di personaggi tra i quali attori, danzatori, celebrità, artisti, musicisti, scrittori, attivisti per i diritti civili, fino ai capi di stato. Inoltre, non di rado il medesimo soggetto veniva ritratto più volte e in periodi diversi, creando vere e proprie relazioni fotografiche che rivelano aspetti differenti sia della persona ritratta, sia del suo rapporto con il fotografo. Realizzato in collaborazione con il Center for Creative Photography e la Richard Avedon Foundation (con main partner Versace e media partner Vogue Italia), Richard Avedon. Relationships presenta oltre cento fotografie di moda e ritratti iconici, appartenenti alla vasta collezione del Center for Creative Photography: dagli artisti Jasper Johns, Andy Warhol e Louise Nevelson a Ezra Pound e Truman Capote, da John Ford e Michelangelo Antonioni a Humphrey Bogart e Marilyn Monroe, da Jimmy Carter e George Bush a Malcom X e Kofi Annan, da Bob Dylan, John Lennon e Paul McCartney alle modelle Dovima, Veruschka e Linda Evangelista. Da questi straordinari ritratti emerge la capacità di Avedon di catturare espressioni del volto, gesti del corpo, momenti, cambiamenti, stili e tensioni che hanno attraversato la nostra società. Qualità messe ancora più in evidenza dai ritratti in bianconero che lo hanno reso celebre. Queste foto, dove sono riprese personalità che hanno segnato la storia del Novecento, modelle o persone comuni, regalano emozioni a ogni sguardo curioso sull'uomo.
27/10/22
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tananaifanblog · 3 months
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Tananai: «Ho fame di presente»
Ora Tananai si è ritrovato e ha imparato a vivere il momento. Qui dice la sua sui diritti in pericolo, sulla guerra, sul ruolo dell’artista e rivela il suo lato romantico.
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Leggi 'intervista completa.
DI CHIARA OLTOLINI 29 MARZO 2023
Milano, un giorno di marzo, Tananai sta andando a Palazzo Reale alla mostra di Bill Viola, pioniere della videoarte. Un ragazzo lo ferma in piazza Duomo, gli passa lo smartphone, ma non gli chiede un selfie: «C’è mia mamma al telefono, la puoi salutare?». Se qualcuno avesse ripreso la scena, sarebbe diventata virale, come ormai tutti i video che lo riguardano, dal siparietto con il taxista incredulo – «È davvero lei?» – al duetto con la cantante di strada. Sempre Milano, qualche giorno dopo, a pochi passi dallo studio di registrazione dove sta cominciando a provare per il tour in partenza il 28 aprile, con date già sold out, Tananai si ferma a riavvolgere il nastro degli ultimi mesi. Ed è come raccontare da dentro un’onda. Usa parole precise, prive di retorica. Parla nascosto in una felpa beige con il cappuccio in testa che copre i capelli rigorosamente spettinati: «Ne ho già qualcuno grigio», scosta il cappuccio, sorride senza malizia. Perché ci sono state apprensioni ostinate: Sanremo 2022 da ultimo in classifica; subito dopo, il successo inatteso e il cambio di vita dal giorno alla notte, «che è stato traumatico»; l’estate in Fomo (fear of missing out), «cioè con l’ansia di perdermi un evento o un’apparizione, infatti ero sempre in giro e stanchissimo». Eppure, sembra una marea lontana. E Tananai, all’anagrafe Alberto Cotta Ramusino, 28 anni a maggio, una persona diversa. Più matura, centrata. La stessa che al Festival 2023 si è presa il quinto posto con la ballad dolcissima Tango, che cantano tutti, persino Gianni Morandi al sole nel giardino di casa e il video, ovvio, diventa virale.
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albertobellotti · 2 years
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"Le mie stelle mi hanno fin'ora aiutato e spero che lo faranno ancora" 8 Dicembre 2022 (presso Palazzo Reale Milano) https://www.instagram.com/p/Cl9C3Kjs89q/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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chez-mimich · 2 years
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LO SCORSO ANNO È ANDATA COSÌ…
Secondo il credo di François Truffaut, “Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla fine dei miei giorni”, e come dargli torto? Tenendo conto che però i ritmi di Truffaut sono certamente inarrivabili, ne condivido di certo la filosofia. Quest’anno è andata così, però ho la pessima abitudine di non annotare i dischi che ascolto, ecco un buon proposito per il 2023.
ANNO 2022
"Tullio Pericoli: Frammenti", Palazzo Reale Milano, 02.01.22
“Il Mito di Venezia da Hayez alla Biennale” Castello di Novara, 09.01.22
“Tania Bruguera, la verità anche a scapito del mondo” Pac Milano, 15.01.22
“Ciò che si trova solo in Baudelaire” di Roberto Calasso, 12.01.22
“François Berthoud, Hyperillustrations”, Fondazione Sozzani, 22.01.22
“Annientare” di Miche Houellebecq, 23.01.22
"Ennio" di Giuseppe Tornatore, 02.02.22
“Grand Tour, sogno d’Italia da Venezia a Pompei”, Gallerie d’Italia Milano, 04.02.22
“Irreversible Entanglements”, Spazio Nova, Novara Jazz, 06.02.22
"Il capo perfetto" di Fernando Leo de Aranoa, 19.02.22
"Gabriele Boggio Ferraris Quartet" Taste of jazz, 24.02.22
"Chris Pitsiokos & Mulhouse Ensemble", Spazio Nova, 26.02.22
"Gabriele Boggio Ferraris Quartet". Opificio, 25.02.22
"A-Septic W/Vladimir Tarasov". Spazio Nova, 07.03.22
"Belfast" di Kenneth Branagh, 09.03.22
"Flee" di Jonas Poher Rasmussen, 13.03.22
“Chris Pitsiokos and Mulohouse Ensemble”, spazio Nova, 15.03.22
“Limes: la Russia cambia il mondo”, 20.03.22
Francesco Chiapperini: “On the Bare Rocks and Glaciers”, Taste of Jazz Opificio, 28.03.22
“Barry’s Trio”, spazio Nova, 03.04.22
“I Defunti” di Manu Larcenet e Daniel Casanave, 03.04.22
Gustave Flaubert: "Due racconti giovanili" a cura di Chiara Pasetti
Steve Mc.Queen: "Sunshine State", Pirelli Hangar Bicocca, 10.04.22
"Kris Ruhs: Heroes" Fondazione Sozzani, 16.04.22
"Steve Harries. Octopus" Fondazione Sozzani, 16.04.22
Anicka Yi: "Metaspore" Pirelli Hangar Bicocca, 19.04.22
"Bruce Weber wearing Kris Rhus Jewelry" Fondazione Sozzani, 16.04.22
"Tra due mondi" di Emmanuel Carrère, 16.04.22
"Concerto Passio 2022" Cappella Musicale del Duomo di Novara, 23.04.22
"Finale a sorpresa" di Mariano Cohn e Gastòn Duprat, 24.04.22
Elmgreen & Dragset: "Useless Bodies?", Fondazione Prada, 10.05.22
Haruki Murakami: "Gli assalti alle panetterie", 12.05.22
“Nostalgia” di Mario Martone, 29.05.22
“C’era una volta la DDR” di Anna Funder, 10.05.22
“Jazz Notes” di Giuseppe Cardoni, Opificio Novara Jazz 02.06.22
Daniele Cavallanti: “World of Music” di Daniele Cavallanrti Opificio Novara Jazz 02.06.22
“Stilnòva
Lisen Rylander Löve & Mirko Pedrotti + Biennoise, Nòva, 03.06.22
Lisen Rylander Löve “solo”, Mulino Vecchio di Bellinzago, 04.06.22
“Trio Korr”, Doneda, Grossi, Monico, Mezzomerico, 04.06.22
“Mynd”, Museo civico di Oleggio, 04.06.22
“We3” Barriera Albertina, 07.06.22
“Collocutor”: Church of Sound, Basilica di San Gaudenzio, 07.06.22
Tor Yttredal & Roberto Bonati, Museo Faraggiana, 08.06.22
Banda Filarmonica Oleggio e Roberto Mandarini, Broletto, 08.06.22
Shingai, Broletto, 09.06.22
Simone Alessandrini, “Storytellers” Mura rimane, 10.06.22
“L.U.M.E.” Lisbon Underground Musci Ensemble, Broletto, 10.06.22
Peter Evans “solo”, Basilica di San Gaudenzio 11.06.22
Alberto Braida “solo”, Casa Bossi, 11.06.22
Tom Arthurs & Giovanna Pessi, Giardino Palazzo Natta, 11.06.22
“ACRE” con Ermanno Baron e Peter Evans
Theon Cross, “Soundsystem Setup”, Broletto, 11.06.22
Kit Downes “solo”, Chiesa di San Giovanni Decollato, 12.06.22
“Erios Junior Orchestra”, Broletto, 12.06.22
Bruno Chevillon “solo”, Galleria Giannoni, 12.06.22
“Archipelagos” con Francesca Remigi, Parco dei Bambini, 12.06.22
“She’s Analog” Chiostro della Caninica, 12.06.22
“Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp”, Broletto, 12.06.22
“Artivismo” di Vincenzo Trione, 13.06.22
“Sotto gli occhi dell’Agnello” di Roberto Calasso, 20.06.22
“Album D’Annunzio” a cura di Annamaria Andreoli, 30.6.22
“Paris s’il vous plaît” di Eleonora Marangoni, 08.07.22
“Il costume femminile” di Georges Vigarello, 13.07.22
“Zero Gravity” di Woody Allen, 16.07.22
“La figlia unica” di Abraham B. Yehoshua, 19.07.22
“Non date a Cesare quel che è di Dio” di Claudio Balzaretti, 01.08.22
“Di notte, davanti alla parete con l’ombra degli alberi” di Peter Handke, 10.08.22
“Chris Ware” Centre Pompidou, 20.08.22
“Tatiana Trouvé, le grand atlas de la désorientation” Centre Pompidou 20.08.22
“Le reste est ombre: Pedro Costa, Rui Chafes, Paulo Nozolino” Centre Pompidou, 20.08.22
“Shirely Jaffesi, un américaine à Paris”. Centre Pompidou, 20.08.22
“Simon Hantaï: l’exposition du Centanaire”, Fondation Vuitton, 21.08.22
“La Couleurs en fugue”, Fondation Vuitton, 21.08.22
“Un seconde d’etérnité” Bourse de Commerce Paris, 21.08.22
“Allemagne/Anée 1920/Auguste Sander”, Centre Pompidou, 22.08.22
“Mirdidingkinghati Sally Gabory” Fondation Cartier Paris, 23.08.22
“Jean Painlevé: les pieds dans l’eau”, Jeu de Paume Paris, 23.08.22
“Les mondes Surrealiste de Elsa Schiaparelli” Musée des Arts Decoratifs Paris, 24.08.22
"Maison Dior", Parigi, 25.08.22
"Non date a Cesare quel che è di Dio" di Claudio Balzaretti, 31.08.22
"I miei giorni alla libreria Morisaki" di Satoshi Yagisawa, 05.09.22
"Il signore delle formiche" di Gianni Amelio, 11.09.22
"Un occidente prigioniero" di Milano Kundera, 20.09.22
"Chris Ware: la bande dessinée réinventée", 22.09.22
"Maigret" di Patrice Leconte, 23.09.22
"Remix the Cinema" Nu Arts and Community, 28.09.22
"Arsenal Ensmble: Nosferatu" Nu Arts and Community, 28.09.22
Gli instabili vaganti: "Lokdown Memory", Broletto Arts and Community, 29.09.22
"Elisabetta Consonni: Il secondo paradosso di Zenone", 29.09.22
"Sofia Donato, piano solo" Giardino Faraggiana Nu Arts and Community, 30.09.22
"Dove è più profondo"" Chiesa di Sant'Agostino, Nu Arts and Communite, 30.09.22
Ghenadie Rodani fisarmonica solo, canonica, Nu Arts and Community, 01.10.22
"As I was moving ahead occasionally I saw brief glimpses of beauty" di Jonas Mekas, Nu Arts and Community, 02.10.22
Joan Thiele, Nova, Arts and Community, 01.10.22
"Omar Soulyman" Nu Arts and community, 28.09.22
Ivan Ronda, organo. Festival di musica sacra. Basilica di San Gaudenzio, 09.10.22
"Unknown Unknows" Triennale di Milano, 15.10.22
"Il corridoio rosso" AA.VV., Catalogo mostra Triennale di Milano, 17.10.22
"Unknown Unknows" catalogo mostra Triennale di Milano, 20.10.22
"L'occasione fa il ladro" di Gioacchino Rossini, Teatro Coccia, 29.10.22
"La stranezza" di Roberto Andò, 30.10.22
"Il crogiolo" di Arthur Miller, regia di Filippo Dini, Teatro Strehler, 4.11.22
"Swinging Stravinsky" di Biagio Bagini, 7.11.22
"Ardenza" di Daniela de felice, 9.11.22
Anna Bassy, Nova, Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Andrea Passenger, dj set, Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Rosa Brunelo (e Tamara Osborne Collocato" Nòva Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Dayakoda in solo, Nçva, Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Jeff Parker solo, Nçva Nj Weekender Fall Editions, 13.11.22
Nicola Conte, Dj Set, Nçva, Nj Weekender Fall Editions, 13.11.22
Kahlil 'El Zara Quartet, Nova, Nj Weekender Fall Editions, 13.11.22
"Eros e Thanatos" Ilia Kim, piano. Conservatorio Cantelli-Amici della Musica, 14.11.22
"Tutta un'esistenza" Ivana Francisci, piano e Susanna Rigacci soprano, Conservatorio Cantelli-Amici della Musica, 22.11.22
"Lo stato delle cose" di Chiara Alessi", 23.11.22
“Recycling Beauty”, Fondazione Prada Milano, 03.12.22
Il fotografo Léon Herschritt, 09.12.22
“La Russia di Putin” di Anna Politkovskaja, 11.12.22
“Le otto montagne” di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, 26.12.22
“Bosch, un altro Rinascimento”, Palazzo Reale Milano, 30.12.22
“The Fabelmans” di Steven Spielberg, 31.12.22
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giancarlonicoli · 8 months
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23 gen 2024 12:01
“UNO A CUI SQUILLA DI CONTINUO IL TELEFONO NON È POTENTE. IL POTERE, QUELLO VERO, NON VIENE MAI DISTURBATO” – SABINO CASSESE APRE LE VALVOLE, DALLA MORTE DI MATTEI AI CARABINIERI CHE AL TEMPO DELL'ENI PRESERO INFORMAZIONI SU DI LUI (“SCRISSERO CHE AVEVO IDEE COMUNISTE”) - GLI INCONTRI SEGRETI CON DAVIGO PER SCRIVERE LA FINANZIARIA NEL ’93 AL TEMPO DEL GOVERNO CIAMPI. “CESARE GERONZI CI MISE A DISPOSIZIONE UN UFFICIO DELLA BANCA DI ROMA IN VIA DEL CORSO” – LA CANDIDATURA AL QUIRINALE NEL 2022: “L’IDEA FU DI RENZI, SALVINI VENNE A CASA MIA PER…” -
«Uso una frase che mi aveva detto Guy Braibant, il più rispettato membro del Consiglio di Stato francese, un super mandarino che era stato capo di gabinetto di Fiterman quando i comunisti francesi erano nella coalizione di governo: le cariche pubbliche non si sollecitano e non si rifiutano».
Tommaso Labate per il Corriere della Sera - Estratti
Professor Cassese, in un libro-intervista con Alessandra Sardoni, lei ha delineato le strutture del potere. Chi è stato il primo potente che ha incontrato?
«Enrico Mattei, conosciuto quando nel 1957, un anno dopo la laurea, andai a lavorare all’Eni».
Che ricordi ha della notte in cui morì Mattei?
«Fui tra i primissimi a sapere del disastro aereo. Mi avvisò quasi in tempo reale Stelio Valentini, un ragazzo di cui seguivo la tesi di laurea, che era figlio del capo di gabinetto del presidente del Consiglio Amintore Fanfani. Seppi tutto quasi in presa diretta: l’aereo di Mattei scomparso dai radar, poi dato per disperso, fino alla notizia della morte. Andai anche io all’Hotel Eden, vicino via Veneto, dove Mattei abitava quando stava a Roma; e ricordo come venne organizzato il convoglio speciale per portare a Milano i rappresentanti del governo e dell’azienda».
Come cambiava l’Italia con la morte di Mattei?
«Noi dell’Eni, come scrisse Marcello Colitti, perdevamo un padre. L’Italia perdeva l’uomo del futuro. Consideri che a mio avviso, pur essendo passati quasi diciotto anni dal 25 aprile, c’erano ancora dei fortissimi elementi di continuità col Ventennio».
Per esempio?
«Le racconto un episodio personale. Quando mi chiamarono all’Eni, un carabiniere si presentò nel mio palazzo a prendere informazioni su di me e chiese con discrezione al portiere dello stabile di che orientamento politico fossi. Nel rapporto finale c’era scritto che ero un uomo di sinistra, che pencolavo verso le idee del Partito comunista, ma che comunque ero “uno studioso, un bravo ragazzo”. Quindi, non una testa calda».
Secondo lei, Mattei fu ucciso?
«Non ho mai avuto elementi per dare una risposta certa a questa domanda. Le tesi dell’omicidio sono le stesse da sempre: che lo volessero morto gli americani, visto che aveva cambiato i rapporti tra i Paesi produttori di petrolio; che lo volesse morto un pezzo di Democrazia cristiana, visto che lui foraggiava la sinistra del partito; che lo volesse morto la mafia. A quest’ultima tesi è legata anche la scomparsa di Mauro de Mauro, il fratello del mio grande amico, e poi cognato, Tullio».
Il fascismo, in Italia, è un capitolo che può riaprirsi?
«No. È un capitolo chiuso».
Secondo molti, nel pezzo di Paese limitrofo alle idee di Fratelli d’Italia...
«Come le dicevo prima, il fascismo per certi aspetti è proseguito anche oltre la morte di Mussolini: la polizia politica ha proseguito il suo lavoro, la censura cinematografica è arrivata fino agli anni Sessanta, l’Iri è rimasto in vita fino all’ultimo decennio del secolo... Poi però la riforma agraria, la messa in funzione della Corte costituzionale, la nazionalizzazione elettrica, la riforma della scuola, la “pensione sociale”, lo Statuto dei lavoratori, l’arrivo del Servizio sanitario nazionale, ecco, tutto questo ha abbattuto quello che era rimasto del fascismo».
È vero che è stato vicinissimo dal diventare presidente della Repubblica?
«È vero che si è fatto e scritto il mio nome nel 2015 e nel 2022, che è diverso».
Come si vive nel condominio del totonomi?
«Credo che tutti quelli di cui si fanno i nomi nel momento in cui c’è da fare un governo o il nuovo presidente della Repubblica la vivano con distacco, anche perché quel mestiere è difficile e non sempre gradevole. Come se la circostanza di essere nominati ministri o eletti al Quirinale stia nel mondo delle cose possibili ma non di quelle probabili».
Nel governo Ciampi, 1993, la sua nomina a ministro fu possibile, probabile, infine reale.
«Ciampi mi telefonò per dirmi “penso a lei”, all’epoca ci davamo del lei, “come ministro della Funzione pubblica”. Ovviamente, aggiunse, “non glielo posso garantire finché non lo annuncio”».
Si era in piena Mani Pulite.
«Le racconto questa cosa: viste la dimensione delle malversazioni che emergevano via via dalle carte delle inchieste dei giudici milanesi, decidemmo di scorporare il costo della corruzione dal bilancio dello Stato e quindi di toglierlo dalla legge finanziaria. Serviva un lavoro preciso, fatto bene, che tra l’altro aveva iniziato anche l’ufficio studi della Banca d’Italia. D’accordo con Ciampi, presi contatto col pool di Milano e il dottor Davigo viene in gran segreto a Roma a lavorare sulle cifre con me. A Roma nessuno, a parte noi due e il presidente del Consiglio, sapeva di questi incontri. Anzi, solo un quarto, che mantenne il segreto».
Chi era?
«Cesare Geronzi, che ci mise a disposizione un ufficio della Banca di Roma in via del Corso. Io e Davigo lavorammo per un intero giorno, entrando separatamente in quel palazzo da due ingressi riservati.La finanziaria del 1993 la scrissi dopo quegli incontri».
A gennaio del 2022, in piena elezione del capo dello Stato, l’uomo che dava le carte, Matteo Salvini, venne a casa sua e mangiaste insieme un passato di verdure.
«Salvini venne per fare una verifica, per farmi un esame. Ma l’idea che io potessi andare al Quirinale era stata di Matteo Renzi. Infatti, la prima a interpellarmi in tal senso, prima dell’inizio delle votazioni, era stata Maria Elena Boschi».
Quando ci sono incontri di questo tipo, che cosa viene chiesto esplicitamente?
«La domanda è: “Sarebbe disponibile o indisponibile per...?”. Ma molte persone sono “sondate”, come è giusto».
Lei di solito che cosa risponde?
«Uso una frase che mi aveva detto Guy Braibant, il più rispettato membro del Consiglio di Stato francese, un super mandarino che era stato capo di gabinetto di Fiterman quando i comunisti francesi erano nella coalizione di governo: le cariche pubbliche non si sollecitano e non si rifiutano».
Credette alla possibilità di diventare presidente della Repubblica?
«Nel 2015 scrissi un fondo per il Corriere in cui elencavo le caratteristiche per cui di solito si viene eletti al Colle. Sostanzialmente, bisogna essere stati presidenti di Camera o Senato, presidenti o vicepresidenti del Consiglio. Il motivo è semplicissimo: il Parlamento vota uno che conosce. Può immaginare quindi quale conclusione ne traessi a titolo personale».
Chi è stato il potente che ha meno fatto pesare il suo potere, di quelli che ha incontrato?
«Ciampi. Si metteva sempre un gradino sotto i suoi interlocutori, in una stanza non lo notavi neanche, poi finiva per prendere il meglio da tutti quelli che stavano accanto a lui. Era la coralità del potere. E poi, scusi, chi mai avrebbe potuto ambire a diventare capo del Servizio studi di Bankitalia, voluto da Menichella e Carli, partendo da una laurea in filologia e sbaragliando la concorrenza degli economisti?».
Craxi com’era?
«L’esatto contrario. Con Craxi in una stanza si vedeva solo Craxi, era o voleva essere il centro di tutti. Lo stesso può dirsi per Spadolini, in cui c’era anche quell’elemento di vanità tipico degli uomini di cultura».
Il potente più simpatico che ha conosciuto?
«Ciriaco De Mita, il potente che più di altri ha conservato e coltivato quell’elemento dubitativo e raziocinativo che è proprio dell’intellettuale».
(…)
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lamilanomagazine · 9 months
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Ventennale Legge Biagi, il patto per il lavoro di Milano
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Ventennale Legge Biagi, il patto per il lavoro di Milano. "Marco Biagi era una persona che racchiudeva tante doti e caratteristiche: era un grande intellettuale, un insigne giuslavorista e un servitore della Repubblica. Conosciamo tutti l'intuizione che ebbero il sindaco Gabriele Albertini e Marco Biagi nel 2000, con il Patto Milano Lavoro: sono passati oltre vent'anni ma l'obiettivo è sempre quello di garantire livelli di crescita, di coesione e inclusione, che si adattano sì alle sensibilità del momento, ma Milano non può non puntare sull'idea di crescere. Per questo vanno trovate nuove modalità e meccanismi. Biagi ci provò mettendo le competenze al centro di quel percorso e utilizzando sistemi che oggi sono normali, ma che un tempo non lo erano, tant'è che sappiamo che all'inizio non tutti firmarono quel Patto, ma ci fu grande condivisione. La sua azione era molto milanese, puntava alle ragioni e all'economia del lavoro senza perdere la sensibilità necessaria affinché una comunità prosperi e decida insieme di fare le cose. Per questo l'assessora Cappello ad aprile ha rilanciato il Patto per il Lavoro di Milano, rimettendo insieme compagini sindacali e datoriali, per ribadire la centralità del lavoro e trovare nuovi obiettivi e modalità. A Milano ci siamo sempre sentiti responsabili di fare il nostro bene, che sia anche però bene per il Paese, qualcosa di replicabile. Così fu nel 2000 e così deve essere oggi. Quando Milano cerca di cambiare lo fa avendo presente il suo ruolo guida, quello che si fece nel 2000 aveva esattamente questo pensiero". È il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ad aprire l'incontro "Il Patto per il Lavoro di Milano nel Ventennale della Legge Biagi" organizzato dal Comune di Milano e dal centro studi Oikonova, svoltosi questa mattina a Palazzo Reale. A due decenni dall'anno in cui il Parlamento approvò la "Legge 30" detta Legge Biagi, oggi si è voluta porre l'attenzione sull'importanza della concertazione tra soggetti datoriali e sindacali in una città che da anni è luogo di sperimentazione sul fronte delle politiche del lavoro, grazie all'istituzione del Patto per il lavoro nel 2000 (condiviso nel 2002 da tutte le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e dalle principali associazioni datoriali), e soprattutto oggi attraverso il Patto per il Lavoro di Milano, nato per volere dell'assessora alle Politiche del Lavoro Alessia Cappello e siglato il 29 aprile 2022. "Costo della vita, disuguaglianze di genere, conciliazione tra vita lavorativa e privata, mismatch tra domanda e offerta, le 'grandi dimissioni' dei giovani e l'annoso problema della sicurezza sul lavoro. Sono numerose le sfide di oggi in tema lavoro – ha spiegato l'assessora alle Politiche del Lavoro, Alessia Cappello –. E per rispondere adeguatamente a questi difficili temi, Milano da tempo sperimenta politiche di concertazione tra Parti sociali, sindacali, datoriali, associative, cooperative e formative del territorio, in particolare attraverso il Patto per il Lavoro, che fu firmato per la prima volta nel 2002 in risposta alle indicazioni della Legge Biagi e che dopo 20 anni, lo scorso anno, abbiamo siglato insieme a un grosso numero di sottoscrittori per realizzare oltre 70 azioni concrete e misurabili per la città". "Parlare di Patto per il Lavoro oggi significa ricordarne la storia, una storia nata nel 2000 legata alla riforma Biagi e al suo 'padre putativo', ovvero il professor Marco Biagi, così legato alla città di Milano perché ci aveva visto un luogo di sperimentazione importante – ricorda Giuseppe Sabella, fondatore del centro studi Oikonova nato dall'esperienza del "Progetto Milano lavoro", laboratorio milanese di Marco Biagi –. Proprio a Milano, matura la condanna a morte di Marco Biagi e quindi oggi ricordiamo anche lui, ma guardiamo anche al futuro di questo Patto. Certamente, guardare al futuro significa pensare a tutta la programmazione europea di transizione verde e certamente anche occuparci dei temi della sicurezza, visto che nel lavoro che cambia viviamo anche questo dramma di persone che continuano a lavorare in situazioni di incertezza e a perdere anche la loro vita". Presente ai lavori, Gabriele Albertini, primo cittadino dal 1997 al 2006, il quale ha sottolineato l'importanza di un modello come quello fornito dal Patto, esempio virtuoso anche a livello nazionale: "L'occasione di ricordare i vent'anni del Patto per il Lavoro è particolarmente propizia perché l'attuale Amministrazione ha dato un impulso significativo a rimettere in gioco tutti gli scenari del periodo di allora, attualizzandoli alla situazione corrente, quindi Milano Pragmatica continua ad essere un esempio per il resto del Paese. Un modello che supera le parti politiche e che mette al centro il pragmatismo: prima facciamo le cose e se vanno bene si fanno le leggi. L'inconveniente di altre città e altri luoghi è che si pensa da dove si viene ma non dove si vuole andare. A Milano, noi siamo per la direzione di marcia verso il traguardo e non verso la partenza – afferma Albertini. Un'alleanza importante e fondamentale per la città, quella del Patto per il Lavoro di Milano, sottoscritta ad aprile 2022 con un'ampissima rappresentanza delle Parti sociali coinvolte nel mercato del lavoro di Milano e provincia, come CGIL, CISL, UIL, Confcommercio, Assolombarda, Città metropolitana, AFOL Mentropolitana, Camera di Commercio, Unione Artigiani, ACAI/Casartigiani. CNA, APA-Confartigianato, A.P.I., le Università Milanesi, la Rete ITS, A.E.F, Assolavoro, il Forum del Terzo settore, l'Alleanza delle Cooperative, e che punta a rendere Milano la città del 'buon lavoro', della formazione, delle opportunità e del rilancio mettendo a terra soluzioni capaci di intervenire positivamente sull'occupazione milanese anche attraverso un corpus di 72 azioni concrete, misurabili e verificabili. Oggi, come allora, la flessibilità del Patto è necessaria a rendere attuabili e concreti gli obiettivi prefissati, con particolare attenzione alle problematiche contemporanee che ruotano attorno al mondo del lavoro, dall'istruzione ai servizi offerti ai lavoratori quindi trasporti, infrastrutture, e la attuale problematicità della casa, in particolare nell'area milanese: "Adesso le tematiche del lavoro sono anche più ampie, ci vuole un patto non più strettamente sindacale ma sociale e civico, che affronti le nuove problematiche legate alla transizione, che comporta per sua natura una rivoluzione dei contenuti del lavoro stesso – afferma l'ex ministro Tiziano Treu, giurista e amico del dottor Biagi che per primo applicò le indicazioni del Libro Bianco nelle leggi di riforma del lavoro –. Bisogna fare molta più formazione mirata continua nelle imprese - una delle azioni già intraprese in questi anni e che deve essere diffusa - e poi bisogna affrontare i problemi del territorio, ossia quello della casa: se si vuole vincere il sistema, attrarre i giovani, coprire i posti vacanti a causa del mis-matching, occorre un orientamento che indirizzi i giovani agli studi corretti per la professione che vorranno poi ricoprire, e obiettivamente bisogna avere delle condizioni anche per attrarre lavoratori dal sud - che ancora oggi è purtroppo un deserto di occupazione – quindi, fornire i servizi, la casa, i trasporti. In Veneto esistono già degli esempi virtuosi di questo tipo e Milano può e deve candidarsi per fare queste operazioni emblematiche che aiuterebbero lo sviluppo del lavoro anche, e soprattutto, nelle aree in cui manca". Una mattinata di riflessione che ha toccato inevitabilmente il tema dell'orientamento scolastico nell'indirizzare correttamente i giovani ai percorsi di studi consoni ai loro desideri e alle loro aspettative lavorative, come ha ricordato il professor Pietro Ichino, giurista già docente di Diritto del Lavoro presso l'Università degli Studi di Milano: "Le politiche attive del lavoro sono lo strumento che consente di fare del mercato del lavoro il luogo dove nasce e si esercita la libertà dei lavoratori, libertà di scegliere l'azienda per cui lavorare e di andare dove il proprio lavoro e la propria persona è meglio valorizzata. Per questo il Patto di cui è protagonista il Comune di Milano costituisce un elemento decisivo nella strategia per l'emancipazione per il lavoro - afferma il professor Ichino. A chiusura dell'incontro, il prezioso contributo della professoressa Anna Maria Ponzellini, sociologa già docente di Relazioni industriali e di Organizzazione e gestione delle risorse umane alle Università di Bergamo e di Brescia, la quale ha posto l'accento sul tema del lavoro povero e della sua regolamentazione: "Le politiche attive del lavoro sono lo strumento che consente di fare del mercato del lavoro il luogo dove nasce e si esercita la libertà dei lavoratori, libertà di scegliere l'azienda per cui lavorare e di andare dove il proprio lavoro e la propria persona è meglio valorizzata. Per questo il Patto di cui è protagonista il Comune di Milano costituisce un elemento decisivo nella strategia per l'emancipazione per il lavoro – ha dichiarato la professoressa Ponzellini.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 10 months
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Don Carlos alla Scala di Milano
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La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala partirà giovedì 7 dicembre alle 18 con Don Carlos di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come sempre lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3, inoltre la Prima sarà preceduta domenica 3 dicembre dall’Anteprima per gli Under30 e seguita fino al 2 gennaio da 7 rappresentazioni tutte esaurite. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008 verrà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. Un protagonista di non minore rilievo sarà il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi, le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón. La vicenda, ambientata alla fine del Cinquecento in Spagna vede Don Carlos, l'infelice erede al trono, segretamente innamorato della matrigna Elisabetta, figlia del re di Francia. Ma la principessa di Eboli, dama di compagnia della regina, scopre tutto e denuncia i due all'Inquisizione. Il re Filippo, per salvare il figlio e erede, chiede aiuto all'Inquisitore che però gli chiede in cambio di incastrare il marchese di Posa, da sempre caro amico di Carlos. L'accordo riesce e il marchese viene ucciso mentre Carlos riesce a fuggire dalla prigione del palazzo reale. Tuttavia Filippo decide di uccidere i due amanti, ma un monaco misterioso salva la vita di Carlos, che scompare per sempre dal mondo. Per Riccardo Chailly Don Carlos sarà il compimento di una riflessione sul potere estesa su tre inaugurazioni di Stagione, dopo Macbeth di Verdi nel 2021 e Boris Godunov nel 2022, ma si tratta anche di un ritorno al Verdi della maturità dopo le tre inaugurazioni dedicate all’evoluzione delle opere giovanili con Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021. Chailly inoltre ha proposto anche Aida in forma di concerto nel 2020, dopo averla diretta nell’allestimento di Zeffirelli il 7 dicembre 2006.  Nel suo nuovo approccio a Don Carlos, che aveva diretto ad Amsterdam nel 2010 in un allestimento di Willy Decker, il Maestro torna alle edizioni dirette da Claudio Abbado nel 1968 e 1977, di cui aveva seguito le prove, ma fa riferimento anche allo studio diretto dei manoscritti messigli a disposizione da Ricordi. Come nell’edizione di Abbado, si ascolterà l’introduzione al monologo di Filippo affidato alla fila dei violoncelli secondo partitura e non al violoncello solo come spesso avviene. Inoltre con i complessi scaligeri Riccardo Chailly ha recentemente diretto la scena di Filippo con Ildar Abdrazakov nella serata …A riveder le stelle del 7 dicembre 2020, l’aria di Elisabetta in concerto con Anna Netrebko e il coro del II atto in disco e in tournée. Read the full article
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stefanofanara · 2 years
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RICHARD AVEDON Relationships Palazzo Reale, Milano 22 settembre 2022 - 29 gennaio 2023 #palazzorealemilano #richardavedon #richardavedonphotography #stefanofanara #stefanofanaraphotos https://www.instagram.com/p/Cn-e2cTIu1J/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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VENERDÌ 09 DICEMBRE 2022 - ♦️ 🔸 SAN SIRO DI PAVIA🔸♦️ Siro (IV secolo – Pavia, IV secolo) è stato, secondo la tradizione, il primo vescovo di Pavia; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. La storia di Siro ci è stata tramandata da una fonte agiografica, il manoscritto del XIV secolo De laudibus Papiæ. Secondo questa fonte Siro sarebbe stato il ragazzo che portò le ceste di pani e di pesci che poi Gesù moltiplicò: «Vi è qui un fanciullo con cinque pani d'orzo e due pesci - aveva detto Andrea - che cos'è mai questo per tanta gente?». Sempre secondo questa tradizione Siro avrebbe poi seguito Pietro a Roma e sarebbe stato da lui inviato nella Pianura Padana a predicare e a convertire quelle popolazioni. Divenne quindi il vescovo di Ticinum il nome dato dai romani a Pavia. Sempre secondo questo scritto egli fu molto presente in tutta la regione predicando in tutte le principali città. Questo ne fa un motivo di vanto per i devoti di Pavia che possono dire che il loro primo vescovo sia anteriore al primo vescovo di Milano, da cui Pavia dipende ecclesiasticamente dal 1803, mentre precedentemente (almeno dalla fine del VII secolo fino, appunto, al 1803) la diocesi pavese non fu parte della metropoli ecclesiastica di Milano ma dipendeva direttamente dalla sede romana. Tra il 698 e il 699, per volontà del re Cuniperto, si svolse a Pavia, allora capitale del regno longobardo, un sinodo nel palazzo Reale, durante il quale, grazie alla mediazione del vescovo Damiano, fu posto fine allo scisma tricapitolino. L'indipendenza della chiesa di Pavia da quella di Milano fu quindi il dono concesso dal papa a Damiano per aver organizzato il ritorno, dopo quasi un secolo e mezzo, dell'intera Italia centro-settentrionale all'ortodossia roman]. Non casualmente, pochi anni dopo, fu redatto nei primi decenni dell'VIII secolo un Ymnus sanctorum Syrii et Iventii (Inno dei santi Siro e Ivenzio) nel quale viene elaborato il culto di Siro, retrodatando la fondazione della diocesi di Pavia rispetto a quella di Milano. Nella successiva Cronaca di S Siro, prodotta tra la fine dell'VIII secolo e i primi anni del successivo, l'arrivo di Siro in Italia e la creazione della diocesi di Pavia (presso Pavia, Italy) https://www.instagram.com/p/Cl8jjCbIroy/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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michelangelob · 2 years
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Prosegue fino all'8 gennaio 2023 la mostra “Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi” è la nuova mostra allestita nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale di Milano.Le foto che vedete proiettate nella foto sui pannelli dietro ai calchi sono relative ai restauri delle opere originali, eccetto quello al centro della Rondanini che mostra lo spostamento dell'opera da Roma a Milano. https://michelangelobuonarrotietornato.com/2022/10/11/i-calchi-delle-tre-pieta-a-palazzo-reale-a-milano/Foto by  @palazzorealemilano The exhibition “Michelangelo's Pietas. Three historical casts for the Sala delle Cariatidi” is the new exhibition set up in the Sala delle Cariatidi of Palazzo Reale in Milan. The photos you see projected in the photo on the panels behind the casts are related to the restoration of the original works, except the one in the center of the Rondanini which shows the movement of the work from Rome to Milan. https://michelangelobuonarrotietornato.com/.../i-calchi.../..........#michelangelobuonarrotietornato #michelangelobuonarroti #michelangelo #antoniettabandelloni #palazzorealemilano #milano #artblogger #madeinitaly #renaissance #milano #palazzoreale #arte #restoration #calchi #pietà #madeinitaly #exhibition #mostreincorso
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LIBERI DALLE BARRIERE
Mostra collettiva d’arte contemporanea a favore delle persone con disabilità
24 novembre – 3 dicembre 2022
SPAZIO BIG SANTA MARTA - Via Santa Marta, 10 - 20123 Milano
Curatela Artistica: Marco Eugenio Di Giandomenico
Curatela Organizzativa: Giovanna Repossi
Testimonial Evento: Alberto Amodeo
Closing
3 dicembre 2022, dalle ore 17:00 alle ore 18:30
 ************************
COMUNICATO STAMPA
Sabato 3 dicembre 2022, ore 17:00-18:30, presso lo Spazio BIG Santa Marta, in via Santa Marta n. 10 a Milano, avviene l’evento di chiusura della mostra d’arte contemporanea LIBERI DALLE BARRIERE, con curatela artistica di Marco Eugenio Di Giandomenico e curatela organizzativa di Giovanna Repossi.
Dopo la conferenza stampa di presentazione svoltasi a Palazzo Reale il 15 novembre 2022, moderata dalla giornalista SKY TV Valentina Clemente, e l’inaugurazione della mostra presso lo Spazio BIG Santa Marta avvenuta il 24 novembre 2022, con la partecipazione di varie personalità del mondo delle istituzioni, della cultura, dell’arte, delle professioni e delle imprese, il 3 dicembre 2022 si conclude un percorso espositivo e mediatico di grande successo, soprattutto per la positiva risposta contributiva da parte del pubblico intervenuto.
Buona parte delle 25 opere donate dagli artisti saranno omaggiate ai visitatori che hanno contribuito finanziariamente alla migliore riuscita delle progettualità a favore dei disabili portate avanti dalla Fondazione Ariel e dalla Cooperativa Il Balzo Onlus selezionate da 1 Caffe Onlus.
All’evento di closing, oltre ai rappresentanti degli enti organizzatori (Stelio Campanale per il Centro Sudi Orange Table, Francesco Fabbiani e Raffaele Caccavo per F&C Studio Legale Tributario) e dei relativi partners/sponsors (Riccardo Taverna per WeGlad e Silvia Meacci per 1 Caffè Onlus), Interverrà Fernando Nazaro, Vice Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Lecce. Tale partecipazione è dettata dalla circostanza che LIBERI DALLE BARRIERE, proprio per il suo approaching vincente, sia in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tematica del miglioramento della qualità della vita dei disabili nei centri urbani, sia per la sua capacità di raccogliere fondi da devolvere su tale tematica, sia per la promozione di una soluzione operativa per le amministrazioni pubbliche, quale quella proposta dalla piattaforma WeGlad, diventa un format mediatico, che sta recependo un notevole interesse di sviluppo/riproposizione soprattutto da parte di imprenditori operanti in vari territori italiani.
All’evento di chiusura, che vede anche la partecipazione del campione paralimpico Alberto Amodeo, testimonial dell’iniziativa, verrà proiettato il cortometraggio dal titolo “Game (Is Not) Over”, per la regia di Riccardo Romani, prodotto da Robusto Films nel 2022 (produttori esecutivi: Giovanna Repossi e Francesco Fabbiani). Verrà inoltre presentata la monografia LIBERI DALLE BARRIERE, a cura del critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico, edita da Ethicando Editore (2022), con contributi editoriali anche di Lamberto Bertolé (Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano), Tommaso Sacchi (Assessore alla Cultura del Comune di Milano), Giovanna Repossi, Stelio Campanale, Francesco Fabbiani.
LIBERI DALLE BARRIERE ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’annosa tematica delle barriere architettoniche per la mobilità di persone affette da disabilità nei centri urbani e promuovere una raccolta di fondi a favore delle progettualità di riferimento portate avanti da organizzazioni non profit operanti nel settore di riferimento: a fronte di una contribuzione volontaria i visitatori possonoentrare in possesso di una o più opere.
Condividendo il charity leitmotiv dell’evento, contribuiscono con loro opere d’arte gli artisti: Mauro Balletti, Crissi Campanale, Manuela Carrano, Silvia Ciaccio, Flavio Di Renzo, Chiara Dynys, Ottavio Fabbri, Piero Figura, Francesco Fornasieri, Letizia Fornasieri, Marco Lodola, Milo Lombardo, Marco Marezza, Giorgio Piccaia, Giorgio Restelli (Giores), Gigi Rigamonti, Riccardo Romani, Marcos Domingo Sánchez, Francesco Santosuosso, Davide Scutece, Riccardo Stellini, Carla Tolomeo, Tsuchida  Yasuhiko.
L’evento, che sarà replicato in altre realtà territoriali italiane ed estere, è promosso dalla piattaforma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI), da sempre sensibile a sostenere mediaticamente le migliori iniziative di arte sostenibile.
https://us21.campaign-archive.com/?e=__test_email__&u=09ac4a058a012f4c585f3280a&id=42e8ffc0db
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fashionbooksmilano · 1 year
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Maria Mulas Milano, Ritratti di fine '900
A cura di Andrea Tomasetig
Testi di Andrea Tomasetig, Paolo Fallai, Stefano Salis, Patrizia Zappa Mulas
Allemandi, Torino 2022, 192 pagine, 89 ilustrazioni, 20x29 cm, Inglese e Italiano, ISBN 9788842225812
euro 25,00
email if you want to buy : [email protected]
Il catalogo, edito in occasione della personale di Maria Mulas a Palazzo Reale a Milano, documenta il percorso di una protagonista della storia della fotografia che, con i suoi scatti, ha mostrato come nessun altro il volto del mondo artistico e culturale milanese, italiano e internazionale.
Gli anni settanta, ottanta e novanta sono per Maria Mulas una girandola di incontri, fra le Biennali veneziane e la Documenta di Kassel, allestimenti e inaugurazioni di mostre, presentazioni di libri, feste e reportage in giro per il mondo. Il suo luogo d’osservazione privilegiato è sempre Milano, città cosmopolita che, come un magnete, accoglie e integra le varie provenienze regionali e straniere, ed è in quegli anni uno straordinario laboratorio di creatività e modernità.
Maria Mulas ha ritratto artisti, galleristi, critici, designer, architetti, scrittori, editori, giornalisti, stilisti, registi, attori, intellettuali, imprenditori, amici. Un elenco dettagliato ne riporta ben 539, dalla «A» di Claudio Abbado alla «Z» di Franco Zeffirelli. Il catalogo Allemandi documenta i cento ritratti esposti nelle sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale, provenienti dalla mostra al Museo Nazionale Slovacco promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava. Tra le pagine, i volti di: Giorgio Armani, Gae Aulenti, Joseph Beuys, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Dario Fo, Carla Fracci, Allen Ginsberg, Krizia, Marcello Mastroianni, i Missoni, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Giò Ponti, Miuccia Prada, Giorgio Strehler, Arturo Schwarz, Ornella Vanoni, Lea Vergine, Gianni Versace, Andy Warhol.
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outsourcingowy · 2 years
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Aktywa hotelowe w Europie atrakcyjniejsze niż w Polsce
Inwestycje w nieruchomości hotelowe powoli się odbudowują. Wolumen transakcji inwestycyjnych odnotowany w sektorze hotelowym na rynkach europejskich w pierwszym półroczu 2022 roku osiągnął wartość zbliżona do ubiegłorocznej. Najbardziej aktywnym rynkiem pozostaje Wielka Brytania, a za nią plasuje się Francja, Włochy, Hiszpania i Niemcy.
Przed pandemią aktywa hotelowe w Europie Zachodniej cieszyły się wyjątkowym powodzeniem. W 2019 roku wartość wolumenu transakcyjnego w tym segmencie osiągnęła najwyższy poziom roczny w historii - 27,1 mld euro (dane HNR Hotel News -  European Hotel Transactions 2019). Po bardzo dobrym 2018 roku, 2019 zapisał się rekordowo wysokim wynikiem z 46 proc. wzrostem wartości transakcji rok do roku.      
Pomimo sporego ożywienia popytu na podróże, wartość transakcji w segmencie hotelowym w Europie w pierwszych 6 miesiącach tego roku pozostała na podobnym poziomie, jak w 2021 roku – około 7 mld euro. Hamulcem dla inwestorów są rosnące koszty finansowania i utrzymania obiektów oraz ograniczona ilość oferowanych do sprzedaży nieruchomości.  
Transakcje w Europie
W tym roku na rynku brytyjskim w nowe ręce przeszedł m.in. hotel Crowne Plaza Blackfriars w Londynie, czy Adagio Aparthotel w Edynburgu (wartość transakcji 40,5 mln funtów). Tristan zakupił większościowy pakiet akcji Point A Hotels, a KSL - Pig Hotels.
We Francji przedmiotem transakcji był hotel Pont Royal Paris, hotel Crowne Plaza w Paryżu (100 mln euro), hotel Club Med Alpe d'Huez, czy hotel Club Med Grand Massif Samoens Morillon. W Szwajcarii zawarta została transakcja zakupu hotelu Schwanen położonego w Rapperswil o wartości 120 mln zł.
We Włoszech właściciela zmienił hotel Grand Hotel & La Pace w Montecatini Terme (30 mln euro), hotel Majestic w Rzymie, czy hotel NH Milano Palazzo w Moscova.
W Hiszpanii sfinalizowane zostały transakcje dotyczące zakupu Radisson Blu 1882 Hotel Barcelona (75 mln euro), Hard Rock Hotel Madrid (65 mln euro), hotelu Princesa Plaza Madrid (175 mln euro) i hotelu 7Pines Resort Ibiza (130 mln euro). Przejęte zostały także trzy hotele w Hiszpanii i Holandii przez Invesco Real Estate (100 mln euro).
W ramach transakcji portfelowej Engel & Volkers Asset Management zakupił za około 280 mln euro dwa hotele pod marką 7Pines na Ibizie i Sardynii oraz hotel Schloss Roxburghe w Heiton w Szkocji. W Dublinie właściciela zmienił hotel Premier INN, w Portugalii hotel InterContinental Estoril (22 mln euro), a w belgijskiej Antwerpii Motel One Antwerp.  
– W Polsce natomiast od czasu zakupu warszawskiego Regent Warsaw Hotel przez PHN w lutym 2021 roku, jedyną z niewielu transakcji był zakup hotelu Hotel Metropolis Design z 60 pokojami usytuowanego w Krakowie przy ulicy Wygoda, który w czasie tegorocznych wakacji nabyła izraelska sieć Fattal Hotels od Metropolis SA – mówi Katarzyna Tencza, Associate Director Investment & Hospitality w Walter Herz.
Hamulce inwestycyjne
Walter Herz zwraca uwagę, że rentowność hoteli w Polsce obniża się. – Inflacja powoduje, że koszty utrzymania obiektów rosną szybciej niż ceny usług hotelowych. Stąd hotele nie są aktywami, których poszukują dziś inwestorzy. Operacje inwestycyjne dławione są przez drastycznie rosnące koszty, głównie energii, gazu i usług. Branża mierzy się z poważnym wzrostem cen gazu, którego cena skoczyła o ponad 300 proc. i energii elektrycznej, która w ciągu roku podrożała o około 200 proc. Dlatego z wielką ulgą branża przyjęła wprowadzoną niedawno przez rząd maksymalną taryfę dla energii, która obowiązywać ma od grudnia br. Inwestorzy od trzech lat mają trudności z pozyskaniem finansowania bankowego na inwestycje hotelowe, a dodatkowo przy obecnych stopach procentowych koszt finansowania jest bardzo duży – przyznaje Katarzyna Tencza.
– Zwiększone zainteresowania lokalizacjami wakacyjnymi przekłada się na ceny gruntów inwestycyjnych w popularnych kurortach, które w ciągu ostatnich lat znacząco wzrosły. Skoczyły nawet o 30 proc. Niewiele podmiotów zgłasza zapotrzebowanie na grunty pod hotele miejskie, ale już całkiem spora grupa inwestorów poszukuje okazji rynkowych – informuje Katarzyna Tencza. – Większa aktywność w sektorze hotelowym związana jest bezpośrednio z wprowadzonymi niedawno ułatwieniami w realizacji projektów PRS na gruntach usługowych. Inwestorzy planujący budowę mieszkań na wynajem konkurują o grunty z firmami, które prowadzą działalność na rynku hotelowym – dodaje.
Nowe obiekty w Polsce
Choć na przestrzeni ostatnich trzech lat liczba realizacji hotelowych mocno się obniżyła na polski rynek wchodzą wciąż nowe hotele resortowe i miejskie. Co ciekawe, z danych GUS wynika, że w 2021 roku zasoby polskiego rynku wzrosły aż o ponad 8,5 tys. pokoi. Niemal dwa razy tyle, ile wynosi średnia z ostatnich lat. Tak duży przyrost podaży w sektorze hotelowym nie był notowany od 2008 roku. To efekt oddania do użytkowania obiektów, których budowa przedłużała się ze względu na utrudnienia związane ze zmianami makroekonomicznymi na rynku.
W Polsce funkcjonuje ponad 2800 skategoryzowanych  hoteli, w tym 84 pięciogwiazdkowe, które oferują łącznie przeszło 222 tys. pokoi, podaje Walter Herz. Zaplecze hotelowe w Polsce jest coraz bogatsze. W Międzyzdrojach, Wiśle i Krynicy Zdroju powstały hotele pięciogwiazdkowe, które zapewniają standard, którego w tych lokalizacjach brakowało. W ostatnich kwartałach otwartych zostało sporo nowych hoteli, a budowa kolejnych jest planowana.
Projekty zapowiadane
Radisson Hotel Group zapowiada dalszą ekspansję w Polsce. Tylko w tym roku Grupa otworzyła w Poznaniu Andersia Hotel & Spa Poznań i Radisson RED Gdańsk na gdańskiej Wyspy Spichrzów. W ciągu najbliższych dwóch lat Grupa planuje otwarcie 6 nowych hoteli w Polsce. Jeden z kolejnych obiektów tej marki powstanie m.in. w Ustroniu Morskim. Radisson Resort & Suites Ustronie Morskie, który zaoferuje 187 apartamentów o powierzchni do 67 mkw. i 89 pokoi ma zostać otwarty w 2025 roku.
W budowie pozostaje również zlokalizowany tuż nad morzem Hotel Gołębiewski w Pobierowie, który zaoferuje pokoje rodzinne o średniej wielkości 60 mkw. Otwarcie kompleksu przesunięte zostało na sezon letni.  
W Gdyni, w okolicy skweru Kościuszki firma Allenort Capital planuje zrealizować czterogwiazdkowy hotel, którego budowa ma rozpocząć się w 2023 roku, a zakończyć za dwa lata. W miejscu poznańskich kortów tenisowych z kolei powstać ma duży hotel z 200 apartamentami.
W pobliżu warszawskiego Lotniska Chopina powstanie hotel TRIBE Warsaw Airport w FORT 7, który planują zrealizować firmy ATENOR i Ennismore. Miejski hotel w Warszawie, którego inwestorem jest spółka Europlan, pojawi się też pod marką Campanile. Nowy obiekt hotelowy stanie także w Białobrzegach nad Pilicą. Prace nad jego budową mają ruszyć jeszcze w tym roku.
Radisson Hotel Group chce natomiast otworzyć w Poznaniu pierwszy w Polsce hotel pod marką Radisson Individuals.- Andersia Hotel & Spa Poznań, który zaoferuje 172 pokoje. Niedawno sieć B&B Hotels świętowała otwarcie hotelu B&B Poznań Old Town usytuowanego przy Placu Wolności w Poznaniu, który jest największym obiektem tej marki w Polsce.
Spółka Rafin wygrała natomiast przetarg na przebudowę zabytkowego Pałacu Hatzfeldów usytuowanego przy ulicy Wita Stwosza we Wrocławiu, w którym powstać ma hotel sieci Marriott International pod marką Autograph Collection. W zabytkowym wrocławskim Pałacu Leipzigera z kolei w czasie wakacji został otwarty pięciogwiazdkowy hotel Altus Palace.
Po dłuższej przerwie ruszyła także budowa hotelu Hilton Garden Inn w Radomiu, który ma być ukończony do końca 2023 roku.
Walter Herz
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dompress · 2 years
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Biura po indeksacji nawet 9 proc. droższe
Inwestycje w nieruchomości hotelowe powoli się odbudowują. Wolumen transakcji inwestycyjnych odnotowany w sektorze hotelowym na rynkach europejskich w pierwszym półroczu 2022 roku osiągnął wartość zbliżona do ubiegłorocznej. Najbardziej aktywnym rynkiem pozostaje Wielka Brytania, a za nią plasuje się Francja, Włochy, Hiszpania i Niemcy.
Przed pandemią aktywa hotelowe w Europie Zachodniej cieszyły się wyjątkowym powodzeniem. W 2019 roku wartość wolumenu transakcyjnego w tym segmencie osiągnęła najwyższy poziom roczny w historii - 27,1 mld euro (dane HNR Hotel News -  European Hotel Transactions 2019). Po bardzo dobrym 2018 roku, 2019 zapisał się rekordowo wysokim wynikiem z 46 proc. wzrostem wartości transakcji rok do roku.      
Pomimo sporego ożywienia popytu na podróże, wartość transakcji w segmencie hotelowym w Europie w pierwszych 6 miesiącach tego roku pozostała na podobnym poziomie, jak w 2021 roku – około 7 mld euro. Hamulcem dla inwestorów są rosnące koszty finansowania i utrzymania obiektów oraz ograniczona ilość oferowanych do sprzedaży nieruchomości.  
Transakcje w Europie
W tym roku na rynku brytyjskim w nowe ręce przeszedł m.in. hotel Crowne Plaza Blackfriars w Londynie, czy Adagio Aparthotel w Edynburgu (wartość transakcji 40,5 mln funtów). Tristan zakupił większościowy pakiet akcji Point A Hotels, a KSL - Pig Hotels.
We Francji przedmiotem transakcji był hotel Pont Royal Paris, hotel Crowne Plaza w Paryżu (100 mln euro), hotel Club Med Alpe d'Huez, czy hotel Club Med Grand Massif Samoens Morillon. W Szwajcarii zawarta została transakcja zakupu hotelu Schwanen położonego w Rapperswil o wartości 120 mln zł.
We Włoszech właściciela zmienił hotel Grand Hotel & La Pace w Montecatini Terme (30 mln euro), hotel Majestic w Rzymie, czy hotel NH Milano Palazzo w Moscova.
W Hiszpanii sfinalizowane zostały transakcje dotyczące zakupu Radisson Blu 1882 Hotel Barcelona (75 mln euro), Hard Rock Hotel Madrid (65 mln euro), hotelu Princesa Plaza Madrid (175 mln euro) i hotelu 7Pines Resort Ibiza (130 mln euro). Przejęte zostały także trzy hotele w Hiszpanii i Holandii przez Invesco Real Estate (100 mln euro).
W ramach transakcji portfelowej Engel & Volkers Asset Management zakupił za około 280 mln euro dwa hotele pod marką 7Pines na Ibizie i Sardynii oraz hotel Schloss Roxburghe w Heiton w Szkocji. W Dublinie właściciela zmienił hotel Premier INN, w Portugalii hotel InterContinental Estoril (22 mln euro), a w belgijskiej Antwerpii Motel One Antwerp.  
– W Polsce natomiast od czasu zakupu warszawskiego Regent Warsaw Hotel przez PHN w lutym 2021 roku, jedyną z niewielu transakcji był zakup hotelu Hotel Metropolis Design z 60 pokojami usytuowanego w Krakowie przy ulicy Wygoda, który w czasie tegorocznych wakacji nabyła izraelska sieć Fattal Hotels od Metropolis SA – mówi Katarzyna Tencza, Associate Director Investment & Hospitality w Walter Herz.
Hamulce inwestycyjne
Walter Herz zwraca uwagę, że rentowność hoteli w Polsce obniża się. – Inflacja powoduje, że koszty utrzymania obiektów rosną szybciej niż ceny usług hotelowych. Stąd hotele nie są aktywami, których poszukują dziś inwestorzy. Operacje inwestycyjne dławione są przez drastycznie rosnące koszty, głównie energii, gazu i usług. Branża mierzy się z poważnym wzrostem cen gazu, którego cena skoczyła o ponad 300 proc. i energii elektrycznej, która w ciągu roku podrożała o około 200 proc. Dlatego z wielką ulgą branża przyjęła wprowadzoną niedawno przez rząd maksymalną taryfę dla energii, która obowiązywać ma od grudnia br. Inwestorzy od trzech lat mają trudności z pozyskaniem finansowania bankowego na inwestycje hotelowe, a dodatkowo przy obecnych stopach procentowych koszt finansowania jest bardzo duży – przyznaje Katarzyna Tencza.
– Zwiększone zainteresowania lokalizacjami wakacyjnymi przekłada się na ceny gruntów inwestycyjnych w popularnych kurortach, które w ciągu ostatnich lat znacząco wzrosły. Skoczyły nawet o 30 proc. Niewiele podmiotów zgłasza zapotrzebowanie na grunty pod hotele miejskie, ale już całkiem spora grupa inwestorów poszukuje okazji rynkowych – informuje Katarzyna Tencza. – Większa aktywność w sektorze hotelowym związana jest bezpośrednio z wprowadzonymi niedawno ułatwieniami w realizacji projektów PRS na gruntach usługowych. Inwestorzy planujący budowę mieszkań na wynajem konkurują o grunty z firmami, które prowadzą działalność na rynku hotelowym – dodaje.
Nowe obiekty w Polsce
Choć na przestrzeni ostatnich trzech lat liczba realizacji hotelowych mocno się obniżyła na polski rynek wchodzą wciąż nowe hotele resortowe i miejskie. Co ciekawe, z danych GUS wynika, że w 2021 roku zasoby polskiego rynku wzrosły aż o ponad 8,5 tys. pokoi. Niemal dwa razy tyle, ile wynosi średnia z ostatnich lat. Tak duży przyrost podaży w sektorze hotelowym nie był notowany od 2008 roku. To efekt oddania do użytkowania obiektów, których budowa przedłużała się ze względu na utrudnienia związane ze zmianami makroekonomicznymi na rynku.
W Polsce funkcjonuje ponad 2800 skategoryzowanych  hoteli, w tym 84 pięciogwiazdkowe, które oferują łącznie przeszło 222 tys. pokoi, podaje Walter Herz. Zaplecze hotelowe w Polsce jest coraz bogatsze. W Międzyzdrojach, Wiśle i Krynicy Zdroju powstały hotele pięciogwiazdkowe, które zapewniają standard, którego w tych lokalizacjach brakowało. W ostatnich kwartałach otwartych zostało sporo nowych hoteli, a budowa kolejnych jest planowana.
Projekty zapowiadane
Radisson Hotel Group zapowiada dalszą ekspansję w Polsce. Tylko w tym roku Grupa otworzyła w Poznaniu Andersia Hotel & Spa Poznań i Radisson RED Gdańsk na gdańskiej Wyspy Spichrzów. W ciągu najbliższych dwóch lat Grupa planuje otwarcie 6 nowych hoteli w Polsce. Jeden z kolejnych obiektów tej marki powstanie m.in. w Ustroniu Morskim. Radisson Resort & Suites Ustronie Morskie, który zaoferuje 187 apartamentów o powierzchni do 67 mkw. i 89 pokoi ma zostać otwarty w 2025 roku.
W budowie pozostaje również zlokalizowany tuż nad morzem Hotel Gołębiewski w Pobierowie, który zaoferuje pokoje rodzinne o średniej wielkości 60 mkw. Otwarcie kompleksu przesunięte zostało na sezon letni.  
W Gdyni, w okolicy skweru Kościuszki firma Allenort Capital planuje zrealizować czterogwiazdkowy hotel, którego budowa ma rozpocząć się w 2023 roku, a zakończyć za dwa lata. W miejscu poznańskich kortów tenisowych z kolei powstać ma duży hotel z 200 apartamentami.
W pobliżu warszawskiego Lotniska Chopina powstanie hotel TRIBE Warsaw Airport w FORT 7, który planują zrealizować firmy ATENOR i Ennismore. Miejski hotel w Warszawie, którego inwestorem jest spółka Europlan, pojawi się też pod marką Campanile. Nowy obiekt hotelowy stanie także w Białobrzegach nad Pilicą. Prace nad jego budową mają ruszyć jeszcze w tym roku.
Radisson Hotel Group chce natomiast otworzyć w Poznaniu pierwszy w Polsce hotel pod marką Radisson Individuals.- Andersia Hotel & Spa Poznań, który zaoferuje 172 pokoje. Niedawno sieć B&B Hotels świętowała otwarcie hotelu B&B Poznań Old Town usytuowanego przy Placu Wolności w Poznaniu, który jest największym obiektem tej marki w Polsce.
Spółka Rafin wygrała natomiast przetarg na przebudowę zabytkowego Pałacu Hatzfeldów usytuowanego przy ulicy Wita Stwosza we Wrocławiu, w którym powstać ma hotel sieci Marriott International pod marką Autograph Collection. W zabytkowym wrocławskim Pałacu Leipzigera z kolei w czasie wakacji został otwarty pięciogwiazdkowy hotel Altus Palace.
Po dłuższej przerwie ruszyła także budowa hotelu Hilton Garden Inn w Radomiu, który ma być ukończony do końca 2023 roku.
Walter Herz
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Aktywa hotelowe w Europie atrakcyjniejsze niż w Polsce
Inwestycje w nieruchomości hotelowe powoli się odbudowują. Wolumen transakcji inwestycyjnych odnotowany w sektorze hotelowym na rynkach europejskich w pierwszym półroczu 2022 roku osiągnął wartość zbliżona do ubiegłorocznej. Najbardziej aktywnym rynkiem pozostaje Wielka Brytania, a za nią plasuje się Francja, Włochy, Hiszpania i Niemcy.
Przed pandemią aktywa hotelowe w Europie Zachodniej cieszyły się wyjątkowym powodzeniem. W 2019 roku wartość wolumenu transakcyjnego w tym segmencie osiągnęła najwyższy poziom roczny w historii - 27,1 mld euro (dane HNR Hotel News -  European Hotel Transactions 2019). Po bardzo dobrym 2018 roku, 2019 zapisał się rekordowo wysokim wynikiem z 46 proc. wzrostem wartości transakcji rok do roku.      
Pomimo sporego ożywienia popytu na podróże, wartość transakcji w segmencie hotelowym w Europie w pierwszych 6 miesiącach tego roku pozostała na podobnym poziomie, jak w 2021 roku – około 7 mld euro. Hamulcem dla inwestorów są rosnące koszty finansowania i utrzymania obiektów oraz ograniczona ilość oferowanych do sprzedaży nieruchomości.  
Transakcje w Europie
W tym roku na rynku brytyjskim w nowe ręce przeszedł m.in. hotel Crowne Plaza Blackfriars w Londynie, czy Adagio Aparthotel w Edynburgu (wartość transakcji 40,5 mln funtów). Tristan zakupił większościowy pakiet akcji Point A Hotels, a KSL - Pig Hotels.
We Francji przedmiotem transakcji był hotel Pont Royal Paris, hotel Crowne Plaza w Paryżu (100 mln euro), hotel Club Med Alpe d'Huez, czy hotel Club Med Grand Massif Samoens Morillon. W Szwajcarii zawarta została transakcja zakupu hotelu Schwanen położonego w Rapperswil o wartości 120 mln zł.
We Włoszech właściciela zmienił hotel Grand Hotel & La Pace w Montecatini Terme (30 mln euro), hotel Majestic w Rzymie, czy hotel NH Milano Palazzo w Moscova.
W Hiszpanii sfinalizowane zostały transakcje dotyczące zakupu Radisson Blu 1882 Hotel Barcelona (75 mln euro), Hard Rock Hotel Madrid (65 mln euro), hotelu Princesa Plaza Madrid (175 mln euro) i hotelu 7Pines Resort Ibiza (130 mln euro). Przejęte zostały także trzy hotele w Hiszpanii i Holandii przez Invesco Real Estate (100 mln euro).
W ramach transakcji portfelowej Engel & Volkers Asset Management zakupił za około 280 mln euro dwa hotele pod marką 7Pines na Ibizie i Sardynii oraz hotel Schloss Roxburghe w Heiton w Szkocji. W Dublinie właściciela zmienił hotel Premier INN, w Portugalii hotel InterContinental Estoril (22 mln euro), a w belgijskiej Antwerpii Motel One Antwerp.  
– W Polsce natomiast od czasu zakupu warszawskiego Regent Warsaw Hotel przez PHN w lutym 2021 roku, jedyną z niewielu transakcji był zakup hotelu Hotel Metropolis Design z 60 pokojami usytuowanego w Krakowie przy ulicy Wygoda, który w czasie tegorocznych wakacji nabyła izraelska sieć Fattal Hotels od Metropolis SA – mówi Katarzyna Tencza, Associate Director Investment & Hospitality w Walter Herz.
Hamulce inwestycyjne
Walter Herz zwraca uwagę, że rentowność hoteli w Polsce obniża się. – Inflacja powoduje, że koszty utrzymania obiektów rosną szybciej niż ceny usług hotelowych. Stąd hotele nie są aktywami, których poszukują dziś inwestorzy. Operacje inwestycyjne dławione są przez drastycznie rosnące koszty, głównie energii, gazu i usług. Branża mierzy się z poważnym wzrostem cen gazu, którego cena skoczyła o ponad 300 proc. i energii elektrycznej, która w ciągu roku podrożała o około 200 proc. Dlatego z wielką ulgą branża przyjęła wprowadzoną niedawno przez rząd maksymalną taryfę dla energii, która obowiązywać ma od grudnia br. Inwestorzy od trzech lat mają trudności z pozyskaniem finansowania bankowego na inwestycje hotelowe, a dodatkowo przy obecnych stopach procentowych koszt finansowania jest bardzo duży – przyznaje Katarzyna Tencza.
– Zwiększone zainteresowania lokalizacjami wakacyjnymi przekłada się na ceny gruntów inwestycyjnych w popularnych kurortach, które w ciągu ostatnich lat znacząco wzrosły. Skoczyły nawet o 30 proc. Niewiele podmiotów zgłasza zapotrzebowanie na grunty pod hotele miejskie, ale już całkiem spora grupa inwestorów poszukuje okazji rynkowych – informuje Katarzyna Tencza. – Większa aktywność w sektorze hotelowym związana jest bezpośrednio z wprowadzonymi niedawno ułatwieniami w realizacji projektów PRS na gruntach usługowych. Inwestorzy planujący budowę mieszkań na wynajem konkurują o grunty z firmami, które prowadzą działalność na rynku hotelowym – dodaje.
Nowe obiekty w Polsce
Choć na przestrzeni ostatnich trzech lat liczba realizacji hotelowych mocno się obniżyła na polski rynek wchodzą wciąż nowe hotele resortowe i miejskie. Co ciekawe, z danych GUS wynika, że w 2021 roku zasoby polskiego rynku wzrosły aż o ponad 8,5 tys. pokoi. Niemal dwa razy tyle, ile wynosi średnia z ostatnich lat. Tak duży przyrost podaży w sektorze hotelowym nie był notowany od 2008 roku. To efekt oddania do użytkowania obiektów, których budowa przedłużała się ze względu na utrudnienia związane ze zmianami makroekonomicznymi na rynku.
W Polsce funkcjonuje ponad 2800 skategoryzowanych  hoteli, w tym 84 pięciogwiazdkowe, które oferują łącznie przeszło 222 tys. pokoi, podaje Walter Herz. Zaplecze hotelowe w Polsce jest coraz bogatsze. W Międzyzdrojach, Wiśle i Krynicy Zdroju powstały hotele pięciogwiazdkowe, które zapewniają standard, którego w tych lokalizacjach brakowało. W ostatnich kwartałach otwartych zostało sporo nowych hoteli, a budowa kolejnych jest planowana.
Projekty zapowiadane
Radisson Hotel Group zapowiada dalszą ekspansję w Polsce. Tylko w tym roku Grupa otworzyła w Poznaniu Andersia Hotel & Spa Poznań i Radisson RED Gdańsk na gdańskiej Wyspy Spichrzów. W ciągu najbliższych dwóch lat Grupa planuje otwarcie 6 nowych hoteli w Polsce. Jeden z kolejnych obiektów tej marki powstanie m.in. w Ustroniu Morskim. Radisson Resort & Suites Ustronie Morskie, który zaoferuje 187 apartamentów o powierzchni do 67 mkw. i 89 pokoi ma zostać otwarty w 2025 roku.
W budowie pozostaje również zlokalizowany tuż nad morzem Hotel Gołębiewski w Pobierowie, który zaoferuje pokoje rodzinne o średniej wielkości 60 mkw. Otwarcie kompleksu przesunięte zostało na sezon letni.  
W Gdyni, w okolicy skweru Kościuszki firma Allenort Capital planuje zrealizować czterogwiazdkowy hotel, którego budowa ma rozpocząć się w 2023 roku, a zakończyć za dwa lata. W miejscu poznańskich kortów tenisowych z kolei powstać ma duży hotel z 200 apartamentami.
W pobliżu warszawskiego Lotniska Chopina powstanie hotel TRIBE Warsaw Airport w FORT 7, który planują zrealizować firmy ATENOR i Ennismore. Miejski hotel w Warszawie, którego inwestorem jest spółka Europlan, pojawi się też pod marką Campanile. Nowy obiekt hotelowy stanie także w Białobrzegach nad Pilicą. Prace nad jego budową mają ruszyć jeszcze w tym roku.
Radisson Hotel Group chce natomiast otworzyć w Poznaniu pierwszy w Polsce hotel pod marką Radisson Individuals.- Andersia Hotel & Spa Poznań, który zaoferuje 172 pokoje. Niedawno sieć B&B Hotels świętowała otwarcie hotelu B&B Poznań Old Town usytuowanego przy Placu Wolności w Poznaniu, który jest największym obiektem tej marki w Polsce.
Spółka Rafin wygrała natomiast przetarg na przebudowę zabytkowego Pałacu Hatzfeldów usytuowanego przy ulicy Wita Stwosza we Wrocławiu, w którym powstać ma hotel sieci Marriott International pod marką Autograph Collection. W zabytkowym wrocławskim Pałacu Leipzigera z kolei w czasie wakacji został otwarty pięciogwiazdkowy hotel Altus Palace.
Po dłuższej przerwie ruszyła także budowa hotelu Hilton Garden Inn w Radomiu, który ma być ukończony do końca 2023 roku.
Walter Herz
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lamilanomagazine · 10 months
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Milano celebra il ventennale della legge Biagi con il Patto per il lavoro
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Milano celebra il ventennale della legge Biagi con il Patto per il lavoro. Una mattinata di riflessione e confronto dedicata ai temi del lavoro, delle politiche di concertazione tra Parti sociali e delle azioni che Milano porta avanti grazie e attraverso il Patto per il Lavoro di Milano, in occasione dei vent'anni dalla Legge Biagi. È quella che - grazie anche alla collaborazione con il centro studi Oikonova - si svolgerà l'11 dicembre, alle ore 10, presso la Sala degli Specchi di Palazzo Reale (piazza Duomo 14), insieme ad Alessia Cappello, assessora alle Politiche del Lavoro e Sviluppo economico, l'ex ministro Tiziano Treu, giurista e amico di Marco Biagi che per primo applicò le indicazioni del Libro Bianco nelle leggi di riforma del lavoro; il professor Pietro Ichino, giurista già docente di Diritto del Lavoro presso l'Università degli Studi di Milano, Giuseppe Sabella, fondatore del centro studi Oikonova nato dall'esperienza del "Progetto Milano lavoro", laboratorio milanese di Marco Biagi; Anna Maria Ponzellini, sociologa già docente di Relazioni industriali e di Organizzazione e gestione delle risorse umane alle Università di Bergamo e di Brescia. Ad aprire i lavori saranno il sindaco Giuseppe Sala e l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, primo cittadino dal 1997 al 2006. Presente in sala anche la professoressa Marina Orlandi Biagi, vedova del giuslavorista Marco Biagi. A due decenni dall'anno in cui il Parlamento approvò la "Legge 30" detta Legge Biagi, Milano vuole così porre l'attenzione sull'importanza della concertazione tra soggetti datoriali e sindacali in una città che da anni è luogo di sperimentazione sul fronte delle politiche del lavoro, grazie all'istituzione del Patto per il lavoro nel 2000 (condiviso nel 2002 da tutte le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e dalle principali associazioni datoriali), e soprattutto oggi attraverso il Patto per il Lavoro di Milano, nato per volere dell'assessora alle Politiche del Lavoro Alessia Cappello e siglato il 29 aprile 2022. Un'alleanza importante e fondamentale per la città, sottoscritta con un'ampissima rappresentanza delle Parti sociali coinvolte nel mercato del lavoro di Milano e provincia, come CGIL, CISL, UIL, Confcommercio, Assolombarda, Città metropolitana, AFOL Mentropolitana, Camera di Commercio, Unione Artigiani, ACAI/Casartigiani. CNA, APA-Confartigianato, A.P.I., le Università Milanesi, la Rete ITS, A.E.F, Assolavoro, il Forum del Terzo settore, l'Alleanza delle Cooperative, e che punta a rendere Milano la città del'buon lavoro', della formazione, delle opportunità e del rilancio mettendo a terra soluzioni capaci di intervenire positivamente sull'occupazione milanese anche attraverso un corpus di 72 azioni concrete, misurabili e verificabili.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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